Boss nel Tempo

21 Mar

 

Genius, legend!

In occasione dell’uscita del nuovo, particolarissimo album di Springsteen, “Wrecking Ball”, un personale omaggio a uno dei grandi cantastorie dell’America.

Quella che molti (non) vogliono sentire, nelle regioni, o solo ragioni, troppo profonde del Cuore.

 

 

Lyrics-heggiando“, echeggiamo…, aleggiando.

 

 

Alle radici “alpine” del sonno, fra i Grand Canyon dell’anima, degli uomini veri.
“Sporchi”, sudati, “sbagliati”, innamoratissimi, dall’umor che va in malora, con le ore fuori “chrono“(metria), “tifoni nel termo”, “malfermi”, attorcigliati, “cespugliosi”, belli, bruttini, fra “puttane” e birra, senza Red Bull ma con ipertrofica forza, poetica, letteraria, “paesaggistica”, saggi(a), che han già piluccato l’assaggio di chi non li massaggiò, Cuori ribelli nella tempesta, dei dolori, quelli che tieni nascosti e che (ti) fottono, bugiardi per onore a chi è mercenario, a chi, anche se è Dio, non si darà mai troppe arie, senza didattiche presunzioni, senza retoriche di “storie” scolastiche, “infilato in culo” alla vita, con una Donna che ti lecca e forse t’ha già ferito, ma brancola con te senza più i branchi di cattive compagnie, senza quella pestilenza e le “penitenze”, e pigia, accelerato” nelle strade, senza appestar neanche gli impostori e i loro assalti predatori, o solo quei vigliacchi, bastardi pestaggi, quei peti d’una flatulenza invidiosa, quel macello di carne abusata, esposta, “lubrificata”, “(a)dorata”, “impatentata”, etichettata, “mercanteggiata” al market, al parcheggio del porco.

Nel suo Drive… In & On, talvolta “off“(line), mai allineati, “iellati”, “Elah-tici nella valle” di Golia e David, Tommy Lee Jones delle “rughe” del sangue, del segreto della Bellezza, personale, pittata e dipinta ancor meglio in altre notti, in altri amplessi, sul petto, nel “plettro” del diapason sonante, assonnato, serpentello a sonagli, ah, sì, “ragli”, ma non lo taglierete, non lo sminuirete né sminuzzerete, ah, potete solo “aizzarlo” ma sempre “drizza”, cavallo vincente, stallone puro di vene, di pene, di martirio, di te che la apri, la godi, mi (s)tendo, tendini nervici, ah, l’alta tensione, lacerazioni, eccitazione su di me che ti pretendo così come sei, senza girarci attorno troppo o girandoti, per un (di)dietro le quinte da “Fantasma” dell’Opera, “paperi” ma non “quaquareggiamo“, acquosi c'”illimpidiamo”, di “lipidi”, di libidine, di questo Sole splendente, roventissimo sulle pietre già “macerate”.

Ti voglio!

Cavalchiamola, nel Rio Bravo.

Bravi!

Estratto “romanzesco”.

Capolavoro!

 

Ballata ruvida, “nel Nordest dell’Ohio“, alla “matrice” d’una prateria dell’antichissimo West, di “dances with wolves“, per il nostro… Range.

 

(Stefano Falotico)

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