Archive for March, 2012

Un De Niro al “Today”, toglie il medico di torno, anche di Giorno


15 Mar

 

Visit msnbc.com for breaking news, world news, and news about the economy

Visitate…

 

Il “doppio” Gere, ghiro…


14 Mar

Chi è Cassio? Doppi giochi di “pie”, pedine spie…

Richard Gere è “toponimo” del suo cognome quasi omonimo, anzi Uomo, pavone “a ventaglio” d’una Bellezza sempre “brezzolatamente” ingrigita ma “a planar” di suoi folti capelli di liscezze d’uno “scialbo-shampoo” dalle punte annerite Sol di “fiochezze”.

Gigolò d’attempata ma sicura “maniera”, è ancora arioso d’un frizzante sessappiglio moderato d’occhi “civettuoli”, quasi dunque femminei, ambigue essenze/ialità del maschio in personam a impersonar, quindi, se stesso di matura scioltezza di riflessi prontissimi nell’apparente sonnecchiarli di palpebre un po’ “aggrottate” nella fronte rugosa, col solito fascino “frontale” di chi sa d’esser ancora beniamimo e beneamato dal gentil sesso, dunque amabile anche al suo falò, perché “armato” d’egregia, signorile autostima “aviatrice” ma rassicurante.

Pe anni, ha incarnato, infatti, il modello, il sex symbol delle fantasie da allibir di rosa purpurea del suo (palco)scenico finzionale, quanto regalmente realissimo, come a dir loro: “Sono qui, potete toccarmi, anche solo dietro lo schermo, ma un po’ vi schernisco spassandomelo/a con Cindy Crawford”.

Un gran bello, senza dubbio, atleticamente forse “imbolsito” da una “cera” sul viso di troppa crema/cremosità, e una legnosa “attitudine” a un “vecchio” metodo attoriale.
D’ammodernar sempre col démodè congenito d’una “indemoniata” severità garbata e “classicheggiante”, forse perfino troppo castigato rispetto all’odore della sua “pelle”, alla feromonica emissione eroticamente ipercalorica d’una “dieta al carisma” a vincer i sofismi delle diegetiche.

Lui è questo, ma qui è anche altro.
Ralenti-ato” come i fotogrammi già “fotografici”, flashback ripetuti a “riavvolgerlo”, nell’avvolgente Luce diafana di Jeffrey L. Kimball, maestro delle cromatiche “cromature” del John Woo prettamente più “americano”.
Quello, appunto, mnemonico, “aerobico” nel Tempo e nelle amicizie virili da windtalker o da kafkiani paycheck.

Cassius, in originale, da noi Cassio, nessuno l’ha visto, è morto, no, è scomparso nel buio, lasciando ultime tracce di sangue a Washington.
Collo reciso di dovizia affilata a mozzar giugulari troppo “parlanti”.

Film di ombre, oldissimo, ma mobilissimo nella “sabbia” del balletto fra suoi specchi “nitidi” ma pieni di polvere, non solo da sparo.

Il famoso tema del doppio, qui “intitolato”, guerra fredda non solo politica, ma “lucertolesca” fra anime di “giuste” menzogne, “fraudolenti” però fratelli delle stesse missioni.

Come il finale, quando Gere “abbranca” la sua vendetta, e si riflette già scomposto e (s)morto, spezzato suo vetro d’un destino sempre cicatrizzato di fratture. Infrantissime appena le (s)legava e “allacciava”.
Già, troppo placato, troppo “pensionato” per essere davvero Lui.

Il resto, (non) è scritto nella trama, e Michael Brandt dirige nel filo sottile dei complotti e, soprattutto, della complicità.
Non solo USA, anche nostra.

(Stefano Falotico)

Il trailer italiano della Eagle Pictures:

 

 

Eh sì, tieniti stretti i tuoi (ne)mici…

Dopo Scorsese, il mio discorso(ne)


13 Mar

 

Il Principe e il suo dis-correre

Amo la “sconsideratezza spudorata” della libertà, anche quando il mio pudore sarà deriso e il mio Cuor “saccheggiato” da ignobili spaventapasseri.
Ah, ma chi vorreste spaventare?
Me la rido, anche “sguaiatamente”, e v’inguainerò di guai se, ancor di serpi-…lingue, ammonirete, “inquisitori” e delinquenti, la mia sovranità che si “sbatte” il vostro ano.
Vengo Io, Principe e, forse, mai Re, con questa mia a dirvela tutta, come una lettera di Totò, di stessa educazione raffinata da sportivo Milito nel mio “nerazzurro”, cari zuzzurelloni.

Udite e sentite davvero le mie parole perentorie.
Ah, le intimoriste perché m’intimidissi ai vostri ricatti, alla vostra stracca prosopopea, alle vostre fendenti risa(tone), e, quando soffrivo, ero immensamente solo e disperato, giocaste a baloccar la mia testa, a “reprimerla” con paranoie e suggestioni, “ustionaste” il mio amor proprio e sradiscaste l’orgoglio per sbucciar la mia pelle.
Sì, “pregavate”, invidiosi del mio genio senza le vostre matte regole, per “ammattire” me, per sfiancarmi ed estrar la mia anima, “dissanguandola” per un pranzo “ludico” di carnalità sempre più (s)porche.
Ah, vi ho scoperti, e ora tremate pure, ché qualcuno, nel bel mezzo della festa, “bussandovi” alle (s)palle, vi concerà più di quanto foste già sconci.

Sono un Falotico riesumato, perché amerò col garbo d’una eleganza che vi sarà sempre scevra.
Ah, “ingozzati” di “scettri” dal “vello d’oro” e di sentimenti carta velina, tracimerete per eccesso di “sudori”, sempre “caldi”.

Ah, come invidio la vostra idiozia.

L’Italia di oggi, “governata” da pazzi di buffonesca superbia, sta languendo nella povertà.
Fratelli & sorelle, di questa Notte incerta, accarezzate il mio cranio e, con me, miracolato di tante multiple rinascite, ci benediremo nel mio Vangelo.
Eccomi…
A te, studente senz’Arte né parte, che non sai dove andrai a parare, non accontentarti di “parartelo” per una casetta con “una” da “parati” e da pianti(ne).
Studia, coltiva il sapere, ambisci, e non essere mai presuntuoso come gli “untori”.
Perché, di troppo tuo ardire ed ardere, al primo “passo falso”, ti sgambetteranno, ti bruceranno, e ti spezzeranno ancor più le gambe.
“Infilatene”, nel mezzo del cammin di nostra vita.
A te, mignottone che ti credi un grande “uomo” solo perché fotti & “inculi”, e tutti i “cretini” mandi a fanculo, è meglio se non m’incontri, perché il tuo collo potrebbe un po’ incrinarsi.

A te, “donna” che tanto abbindoli i verginelli perché captasti le loro purezze “vogliose” per divorarli da “vorace”. Attenta, l’agnellino potrebbe “alluparsi” troppo.
E domani chiederti il “divorzio” per “violenza sessuale”.

 

A te, mentecatto che terrorizzi la povera gente con la tua boria da “pezzo grosso”.
Solo di merda sei sempre più un merdoso, come le stronzate che caghi dal bocchino d’una pipetta per quelle “bocche” delle tue “pupone” lobotomizzate.

A te, amico che tradisti la mia stima.
Ora, non son più “muto”, salutami il tuo esoso mutuo e le tue mule.

Perché, come Clint del suo pugno di dollari, ti reciterò questa citazione, ché tu la tenga ben a mente, sesquipedale demente!:

Fate molto male a ridere. Al mio mulo non piace la gente che ride. Ha subito l’impressione che si rida di lui. Ma se mi promettete di chiedergli scusa, con un paio di calci in bocca ve la caverete
.

 

 

Fortuna e gloria agli uomini di buona volontà.

Sono un portento!

 

 


(Stefano Falotico)

“Skyfall”, il nuovo Bond, le prime immagini del villain Javier Bardem


12 Mar

 

Ecco a voi le prime, esclusivissime immagini del look di Bardem nel nuovo 007 di Sam Mendes.

Dopo la “cura” dei fratelli Coen, un’altra capigliatura “mostruosa?”.

 

A prima vista, “da lontano”, mi parve Bon Jovi.

Staremo a vedere, forse, intanto, vediamolo…

 

 

 

 

 

 

(Stefano Falotico)

Quell’Hunter di De Niro


12 Mar

Il 1 Giugno, salvo altri “slittamenti”, uscirà, anche in Italia, Killer Elite.

Pellicola adrenalica, di stile “retroguardia-ma ingrana la marcia”, diretto da Gary McKendry.

Film che segna il ritorno all’azione di Bob.

Sì, il cacciatore, non quello di Michael Cimino, bensì un’altra volta alla Ronin.

Affiancato dal “ganzo” Jason Statham e dal “mustacchio” d’un Owen cattivo e mellifluo, non ne è il protagonista, ma una “ventina di minuti” di gran forma per la sua età.

Distribuito dalla Lucky Red, ecco il trailer italiano:

 

 

Firmato il Genius
 

Sono, anche nel mio “non essere”, sempre nel “Fuoco”


11 Mar

 

La musica di Bruce Springsteen, ha un grande potere evocativo, quasi lynchiano.

“Ascoltatemi”:

 

 

Fuoco cammina con me

 

My lynch-o, Cuore selvaggio & fuoco

Infuocandomi

Sono Johnny Blaze, “teschio” fumante che sgranocchia la sua moto in macchina

Ho sempre amato e predicato la libertà, da quando giovane, molto più gioviale e avveduto degli altri, “opzionai” scelte eversive, forse “diverse”.
No, la mia anima “inghiottiva” i miei occhi, e surclassava le classi di già attempati coetanei, precocemente “ammogliati” al solo mobilio della fica, e del suo “sederarla” con quel “potere” dell’uccello violento che Kubrick ha sempre disprezzato.
Sì, lancerò una lancia a favore del mio esser un “favorito” in questo sfiorito Mondo, ove si celebrano pasti “goderecci” senza neanche la goliardia della “clowneria“, e si è troppo presto luridi-lordissimi.

Io sono colui che, scientemente e “scienziato”, “perde” per volontà.
Ché alle filantropie buoniste, alle ziette, e agli zuccherini, preferirà sempre il budino dei miei neuroni “cioccolatai”.
Per la pasticceria d’un forno caldo di mia “panetteria”.

Ah, ne ho viste di cose che voi avete solo immaginato…
“Neve” da combattimento sulle “battone”, e i battimano di borghesi a teatro con la consorte-strega e tanto di suo “battiscopa”.
Raggi del lato B, su una ginnasta oriunda, balenare con le ballerine nel buio dellaporta” di Dania, che d’adolescente si lamentava nei diari e poi s’identificò con la Bignardi.

A tutto ciò, preferisco “invadere” la mia “barba” alla Conan, tra una frase “scontata” alla Conad e la mia coda ch’è “pollice su” opponibile alle tante anaconde di quel che ho in mezzo alle gambe, forse talvolta dietro, quando ingiustamente m’incul(c)ano perché troppo vulcano rispetto ai lucani.
Amari con Maria, nel Sol so-Ave del maritozzo sulla “panna” agrodolce del mare.

Sì, ho conosciuto qualche donna, definiamola così, quando “delfinai” su ritmi più “normali” del militarismo erotico di massa.
Dopo qualche “affondo”, affondai di nuovo, ed ella m’abbandonò, perché al suo “buco” preferii la masturbazione “lombrica”, ombelicale, e le ciambelle senza “foro”.

Potete amarmi od odiarmi, anche “oliarmi” e “disossarmi”, addossarmi colpe che mentono al mio (e)merito, e “tamarreggiar” di Lambrusco corrusco, ma io, Altissimo padrone del mio “velodromo”, son oggi dromedario e domani cammello in un cameo nel “deserto”.

Sì, tuo figlio, ripeto, sarà un “bravo”, “dolce & caro-ino” avvocatone, ma me ne frego, un po’ me le gratto.
“Difenderà” buzzurri che disprezza e di cui è consapevole dei loro stupri, solo per arricchire la pancia e “sodomizzare” le ingenuotte sue segretarie, all’oscuro della “fede nuziale”.

Potevo diventare un politico, la “parlantina” non mi manca, e son oratore del mio oro. E che c’azzecca? Se è vero come è vero, ed è vero…
Chi meglio di me per guidare il Paese?
Ma, alle mignotte dei magna-magna, e alle “leccatine” per far carriera e farsi succhiare quel che, “vittorioso”, s’erge “pomposo” dalla cerniera, ho sempre preferito il mio “cervo”.
E qualche “cernita” d’amici che mi reggono il gioco, e non il moccolo.

Ho sempre amato il Cinema, perché “favoleggio” contro i mafiosi fra uno Scorsese fuori orario e un Lynch col “fuoristrada“. A passo psichedelico a Mulholland e a passo “lento” da storie vere.
Sì, forse sono preistorico, ma il mio orologio non ha Tempo, “lo” perdo quando voglio, soprattutto perché volo.
Cosa ne sapete voi della Settima Arte? Guardate i film stravaccati con le puttanelle, e scambiate Pacino per Dustin Hoffman. E, se “lei” va in bagno, perché annoiata, voi soffrite di polluzioni “mestruative” ogni volta che appare un culo sullo schermo.
Me ne fotto! Voi sarete sempre loffi, e mai v’infuocate. Vi baloccate solo di fiocchetti. Ah-ah!

Da piccolo sognavo di laurearmi in Fisica, adesso canterò per voi il mio fuoco che “rosola” e mai rosica.
Perché, son romantico ma non romano, e so che poteva “darmela” ma io preferii “sfancularla” nella Notte.

Sì, sono “schizofrenico” disarmante con picchi allarmanti d’onanismi solo a me piccanti & piluccanti, e, se Riccardo Cùcciant’ canta, io mi vado toccando.
No, no, non son “tocco”, ma totoianamente ti farò il ritocco.
Perché Laura Pausini è sempre stata in pausa.
Io, preferisco il Pavesino.
Anche i “paesini”.

– Falotico, ti adoro! Io, ti amo!
– Io no! È sempre stato il mio problema. La bassa stima che nutro per me, dunque per Dio.

Firmato il Genius

  1. I guerrieri della notte (1979)
  2. Cuore selvaggio (1990)
  3. Fuori orario (1985)
  4. Mulholland Drive (2001)

 

 

 

“Fiumiamo” perché son fumo, dunque un “Fiume” in piena


10 Mar

 

Rima, la Riva

 

La storia d’un Uomo sfrenatamente “languido” quando la sua voce mordicchia Tom Waits d’un “diabolico” brusio roco alla Bruce

Ah, quanti lestofanti. Afferro la mia gola e la “pettino”, attento che non “sgoli” d’ugola “tranciata” di giugulare troppo “orrorifica”, perché, pittando le mie corde vocali di mansuetudine “arrampicata” alle mie “trasfusioni” già plasmate in altre mutazioni, ne son “muratore” anche se mai la mia schiena si spacca, il mio cervello, di contraltare con toni da contralto non più contrito, compatto e inagguantabile, è “feritoia” per infilzar l’uomo medio di “freccette” alabastre scoccate anche da una balaustra già “cicatrizzata” perché si (il)lustri in me.

Un po’ l’angustio, un po’ mi teme, e, impaurito, chiama l’ambulanza perché “soffocato” dall’impellenza di non esser repellente. Lo curano al manicomio, ove canticchierà ritornelli corali molto “scordati” e non le “Cuore” di da Robert De Niro, signore di cravatta “al foulard” che s’arrotola fra un carisma perduto, qualche “commercio del suo adipe di Tribeca”, una toccatina alla neretta, e un ritocco, da Captain Shakespeare, al “difetto” d’una pelle camaleontica, “macchia persistente” che si vede-non vede, forse mai fu e s’arruffa, come me, alterato cromaticamente in un Mondo ammorbato da noie di spento encefalogramma piatto, dunque morfologico d'”escrezione” che lo arriderà con la risata di Travis Bickle, “canaglia” notturna di Natura lupa con beffarfa nostalgia al Proust già in Lui. Quasi da C’era una volta in America, prima di “rivoltarsi” in Cape Fear.

Sì, in un Mondo di criminali, ove il teppistone se le sbatte, fra i pistolotti della madre che lo vorrebbe avvocato e i consigli del padre che lo vorrebbe Marlon Brando di gran “pistone”, c’è solo un Uomo a cui va riconosciuta lecita legiferazione sulla sua vita & miracoli da mai morto: Stefano Falotico.

A molti piace, quando accavalla le gambe al bar ordinando un “semifreddo” che mesce le papille nel fondoschiena di quella al balcone senza “balconcino”, sussurrando “Preferisco, nonostante tutto, Obama”.
Altri lo odiano, perché desidererebbero che qualche volta il suo sedere non si “rassereni”.

Ma, Egli canta, in memoria del fiume della vita:

La voce di Dio.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1.  Mystic River (2003)
  2.  Parnassus – L’uomo che voleva ingannare il diavolo (2009)
  3.  Being Flynn (2012) Everything I write is a masterpiece.

 

 

 

Willem Dafoe, carpenteriano attore anche cronenberghiano, ora in “John Carter”


09 Mar

 

Fra i più grandi attori della Storia…, c’è sicuramente Willem Dafoe, volto ambiguo-bifronte spaziosa, diabolico nel “serpenteggiarla” con l'”acume” delle sue labbra, forse acme-acne recitativa per com’è pus che scoppia e c’inietta sempre di baci un po’ stronzi.

 

“Rotten Tomatoes”, ha stilato, in occasione della sua nuova prova in John Carter, la consueta classifica sui “migliori” film secondo la Critica statunitense.

1)

Finding Nemo

Before he worked for him in John Carter, Dafoe teamed up with director Andrew Stanton for Finding Nemo, Pixar’s 2003 hit about a neurotic clownfish (Albert Brooks) and his panicked efforts to find his son, who has been tossed into a dentist’s office fish tank with a motley school of aquatic creatures — including Dafoe’s character, a grizzled aquarium vet named Gill who helps Nemo bust out of the joint. Though it was strictly a voice acting gig, it gave Dafoe a rare opportunity to play a hero — and it ended up becoming one of the year’s biggest critical and commercial successes. Calling it a “seamless blending of technical brilliance and storytelling verve,” Entertainment Weekly’s Lisa Schwarzbaum wrote, “the Pixar team has made something as marvelously soulful and innately, fluidly American as jazz.”

98%

 

2)

Fantastic Mr. Fox

These days, it’s a rare animated film that doesn’t boast a star-studded cast, but most of them don’t attract the sort of award-hoarding talent that Wes Anderson lined up for Fantastic Mr. Fox, his stop-motion adaptation of the Roald Dahl book about a rascally fox (George Clooney) whose devotion to his wife (Streep) is tested by his need to have the last laugh against a trio of bloodthirsty farmers. Rounded out by an eclectic list of co-stars that included Dafoe, Bill Murray, and Owen Wilson, Fox thrilled critics like Elizabeth Weitzman of the New York Daily News, who called it “A visual treasure that successfully blends deadpan quirkiness with a wry realism rarely seen in any film, let alone one for children.”

93%

 

3)

To Live and Die in L.A.

After making a name for himself with The French Connection and The Exorcist, director William Friedkin suffered through some uneven outings in the late 1970s and early 1980s, enduring mixed reviews and lackluster box office for films like Cruising and Deal of the Century before rebounding with To Live and Die in L.A.. Cool and atmospheric, Die starred Dafoe as a ruthless counterfeiter being pursued by a pair of unscrupulous cops (William Petersen and John Pankow); while it wasn’t a smash hit, it easily earned back its $6 million budget, along with raves from critics like Wesley Morris of the San Francisco Examiner, who wrote, “The only problem is that Friedkin would never get any better than this.”

93%

 

4)

Light Sleeper

A pained elegy for the survivors of the drug culture of the 1980s — albeit one told with writer/director Paul Schrader’s customary emotional distance — Light Sleeper sent Dafoe prowling through the New York City nightscape as John LeTour, a courier for an upscale dealer (Susan Sarandon) whose plans to leave the business, coupled with what he views as the growing bleakness of his clients’ lives, leave him searching for a way out. Dark and deliberate, the film alienated impatient viewers — as well as critics who felt Schrader was tilling old creative ground — but for most, it represented a high point for the filmmaker as well as his stars. Argued Roger Ebert, “In film after film, for year after year, Paul Schrader has been telling this story in one way or another, but never with more humanity than this time.”

91%

 

5)

Spider-Man

He was considered for the role of the Joker in Tim Burton’s Batman, but Dafoe didn’t get to play a supervillain until he won the part of Norman Osborn, a.k.a. the Green Goblin, in Spider-Man. It was worth the wait: Even though he spent much of the film acting behind a cumbersome 580-piece suit, Dafoe effortlessly oozed menace as Osborn as well as the Goblin, lending the film a suitably heavy antagonist and helping raise the dramatic stakes for a movie that ended up taking FX-fueled superhero drama to the next level. It was, as Michael Dequina argued for Film Threat, “Just about the truest and most satisfying screen adaptation most anyone could have ever hoped for.”

89%

 

6)

Born on the Fourth of July

Three years after he plunged filmgoers into the hell of the Vietnam War with Platoon, Oliver Stone took a look at the war’s legacy from another perspective with Born on the Fourth of July. An adaptation of Ron Kovic’s book about his experiences as a soldier and a veteran, Fourth provided a showcase for Tom Cruise, who earned a Best Actor nomination for his portrayal of Kovic, and it reunited Stone with one of his Platoon stars in the bargain: Dafoe appears here as Charlie, a fellow vet who shares a strange, somewhat violent interlude with Kovic in a small Mexican town. “Whether or not you agree with its politics, and it’s sure to spark some debate, there’s no denying the film’s power,” argued Chris Hicks of the Deseret News.

89%

 

7)

Mississippi Burning

Loosely based on the 1964 murders of three civil rights workers, Alan Parker’s Mississippi Burning highlighted ongoing American racial tensions with an engrossing drama that, while it angered some viewers with the way it played fast and loose with certain facts of the incident, still proved a modest box office hit and a seven-time Oscar nominee. Dafoe starred alongside Gene Hackman, the duo portraying a mismatched pair of FBI agents leading the investigation in the backwater Mississippi town where the murders took place — and although their differing approach to solving a racial hate crime probably raised more questions than it answered, that was more than enough for critics like Rita Kempley of the Washington Post, who wrote, “Mississippi Burning surveys the geography of racism, sheds light on the dark night of the soul.”

89%

 

8-otto-mani?)

The Loveless

After having his part cut from Michael Cimino’s Heaven’s Gate the previous year, Dafoe had to wait until 1982 to make his big-screen debut — in The Loveless, an indie biker movie written and directed by first-time filmmaker Kathryn Bigelow. A somewhat campy homage to the biker flicks of the 1950s, it didn’t achieve much in the way of commercial impact, but Dafoe’s role as the ringleader of a group of small-town hoods presaged some of his later work as a charismatic villain, and the movie impressed a number of critics, including Time Out, which admitted, “At times the perversely slow beat of each scene can irritate, but that’s a reasonable price for the film’s super-saturated atmosphere.”

89%

 

9)

Affliction

Dafoe reunited with his Light Sleeper director Paul Schrader for this searing 1997 drama, which earned James Coburn an Academy Award for Best Supporting Actor, Nick Nolte a Best Actor nomination, and gave Dafoe the rare opportunity to play a sane, stable, rather noble character — the brother of a small-town policeman (Nolte) whose investigation of a potential murder parallels his mother’s death and his re-involvement with his violent, alcoholic father (Coburn). “Schrader seems to understand these characters implicitly,” observed the San Francisco Chronicle’s Edward Guthmann, “and the result is probably the best film he has directed.”

87%

 

10)

Inside Man

On paper, Inside Man didn’t look like it’d end up being a critical comeback for director Spike Lee — a cops ‘n’ robbers action thriller? Please, those are a dime a dozen — but thanks to a sharp Russell Gewirtz script and an impressive cast that included Jodie Foster, Denzel Washington, Clive Owen, Christopher Plummer, and (of course) Willem Dafoe, it ended up walking away with $88 million at the box office and a healthy 86 percent on the Tomatometer. “As unexpected as some of its plot twists is the fact that this unapologetic genre movie was directed by Spike Lee, who has never sold himself as Mr. Entertainment,” admired an appreciative David Ansen of Newsweek. “But here it is, a Spike Lee joint that’s downright fun.”

86%

 

Magnificent

Willem, un “cerbiatto” vampirello di “dente” aguzzo fra gli aguzzini

Ah, “scarabocchio” la mente, che “impiastro” che sono, meglio che abitare nel quartiere Pilastro di Bologna. Lì, vedrei i “sorci verdi”, dunque meglio il “sorbetto, sorbirsi dei film, ed esser “sorcetto” fra i porconi(spini).
Perché, qui a Bologna, sotto i portici, fa meno “freddo”, e io indosso sempre il mio impermeabile da “L.A. Noire” per Elena, come ben c’insegnerà, poco “videogiocalizzandolo”, Frank Darabont, maestro di trasposizioni kinghiane, ora alle prese con un movie di origine console.
Che cos’è in fondo la console, se non un insieme di input ed output per non “imputtanirci” nel borghesismo di massa e, “monitorizzandoci” senza “motorizzarle” troppo di “baiocchi”,  baloccarsi nell'”isolamento pop“, forse per consolarci?
Sì, tornando al Pilastro, se abiti in quel posto “maledetto” da Dio (ma poi, esiste?), devi augurare la buonanotte anche alla vicina paraplegica, potrebbe “impiastricciar” la tua faccia d’un gore omicida con un “cannone” nelle mutande. Ah, altro che militari e marine(s), in mezzo alla “nonna” c’è il “mitragliatore”, che un Tempo, solo sessulmente, se “lo sparava”, urlando “Ti fotto!”.

L’ho presa larga, infatti stavo investendo un pedone. Come mai gironzolò da queste parti? Ah, e cammina anche sulle strisce con lo striscione “zebrato” juventino. Dico io, son co(s)ce che si “stirano?”. No, infatti frenai bruscamente, e rischiai di cappottare addosso al marciapiede col “cappotto”.
Sì, anche Lui soffre le intemperie della nebbia pungente felsinea, e, prudentemente, si protegge con del cashmere da Flavio Briatore, Uomo che, di “Monopoli”, monopolizzò i “segnali stradali” affinché, dall’arretratezza coi trattori, “evolvessimo” in macchinone velocissime per “raschiare” Elisabette Gregoraci.

Ma, tornando sui nostri passi, quando viaggio a briglia sciolta, lo so, perdo la bussola, m'”imbusso”, e sono un tornado.
Anche fra i tornanti, o nel “tonnopinocchiesco che “marina“, un po’, ma con ac(u)me.

Facciamo i seri, suvvia, “avviamoci”, non svoltiamo, anzi, volgiamoci al volto di Willem Dafoe.
Attualmente in John Carter. Ma è Lui o non è Lui, così “conciato?”. Certo… che è Lui…

Un’occasione quanto mai valida per “convalidarlo” ancora, se mai ce ne fosse bisogno.
Ha lavorato con quasi tutti i maestri contemporanei, una filmografia da far invidia a un “bisonte”.

Anzi, da Dracula, il Conte…
– Come, il conto è così salato? Ma se non ordinato neppure l’insalata! Vuoi vedere che Vlad non vuole impalarmi, ma “spelarmi?”. Non m’ha neppure offerto un “collo al sangue”.
Ah…

Applauso!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1.  L’ultima tentazione di Cristo (1988) L’agnello di Dio, “bela”, ma ha anche Lui il pelo sullo stomaco…
    Maddalena, intanto, s'”allena” con chi “inzuppa” d'”altalene”.
    E, Cristo piange, ma fa miracoli…
  2.  Vivere e morire a Los Angeles (1985) Fra i poliziotto & il criminale, se “la” svigna lo “scemo”.
    Nel “vino” d’un Donnone.
    Alla faccia dei fessi.
  3.  Affliction (1997) Le antiche colpe dei padri ricadono sui figli.
    Lotta immortale fra i ghiacci, fra due matti che s’azzannano.
    Fra i due litiganti, il fratellino “perfettino” osserva, (dis)incantato.
  4. New Rose Hotel (1998) Un amico “specialissimo”, Fox, per rovinarsi la vita con Asia Argento.
    Un “piano” coi “controfiocchi”. Almeno, la “scaloppina” di Willem, in piscina, fu bollenti “bollicine”.
    Ma, “durò” un attimo…
  5.  L’ombra del vampiro (2000) Nosferatu, chi meglio di Willem poteva (re)incarnarti?
    Il film non è né spaventoso, né drammatico né tantomeno horror.
    È, diciamocela, orribile!
    Ma Lui viene candidato all’Oscar, perché l’hanno “struccato”.
    Andava benissimo senza “imbruttirlo”.
  6.  Inside Man (2005) Trailer potente come Spike Lee.
    Ma Willem Dafoe non viene citato.
    Perché assomiglia, alle volte, vagamente a Cheeta?
  7.  The Aviator (2004) Scusate, ma quanto compare?
    Ah, per campare e, soprattutto, per (ri)omaggiare Scorsese, bastano pochi “spiccioli” d’un cameissimo.
    Un’apparizione che gli fruttò, comunque, più “frutta” (leggi “soldi”) di quasi tutti noi, gente comune.

 

 

 

Il Cavaliere Solitario… no, non è Clint, è Tonto-Johnny


08 Mar

 

Dopo ennesimi rinvii, dovuti a cause finanziarie, sono finalmente iniziate le riprese del nuovo lungometraggio, in carne e ossa questa volta, di Gore Verbinski, The Lone Ranger.

 

Il cast è stato ricomposto alla sua “originarietà”, con in prima linea il pupillo Johnny Depp, il lanciato (e slanciato) Armie Hammer, l’onnipresente Helena Bonham Carter e Tom Wilkinson, fra gli altri del notevole parterre.

 

(Stefano Falotico)

Lionel Messi, 5 goal “senza vendetta”, immenso


08 Mar

 

Il 20 Aprile dello scorso anno, postai tutto ciò:

Non so se questo sia il luogo deputato al mio discorso al Re, ma ho sempre considerato il Calcio alla stregua del miglior Cinema quando balocca le masse nel suo grande spettacolo.

Soprattutto quando ieri per il Calcio (n’)è stata una giornata storica, memorabile, perché, se già Lionel Messi fu eletto Papa della sfera, ieri ne è stato consacrato nella “beatificazione” in una partita da one Man show.

Ma prima di questa partita, il Clásico spagnolo fra le acerrime concorrenti Real Madrid e Barcelona, mi par doveroso, narrarne, brevemente la cronaca.

 

Tutto esaurito al Bernabeu per la sfida di semifinale di Champions League fra le bianche merengues che giocavan in casa e i blaugrana della Catalonia per i cortei festanti di un pubblico di uno stadio “al tutto esaurito”.

Partita tattica fra il provocatore Mourinho, che alla vigilia si paragona ad Albert Einstein per le volontà motrici illimitate della sua compagine, e l'”attendista” Guardiola, entrambi impeccabili nel loro consueto stile “ingessato” da cerimonieri dei grandi eventi.

Le squadre si studiano, il Real aspetta guardingo e temporeggia come i grandi statisti, il Barcelona l’asfissia coi suoi “tic tac” di cura millimetrica. Qualche tiro “innocuo” da una parte e dall’altra, accenni di rissa ed espulsione del portiere di riserva del Barça, Pinto, per un parapiglia al rientro negli spogliatoi appena fischiato l’intervallo.

Secondo Tempo “incandescente” e subito molto nervoso. Pepe, che accomuniamo al “nazionale” tricolore calciatore solo per l’omonimia e la “pelata” ma non certo per “statura” calcistica, “esercita” le sue grazie ginnico-marziali a mo’ di uno sgraziato Van Damme sull’incolpevole Dani Alves. Espulsione diretta, il cartellino rosso che, come si dice, “spezza gli equilibri”. Più che altro Pepe rischiò di “spezzarne” una… gamba ed amputarne la carriera.

Mourinho, sprezzante dell’arbitro, lo irride, “applaudendogli” contro. Anche lui, espulso.

Fra monotoni tatticismi a centrocampo e altri clamorosi falli, si “(o)mette in luce” Adebayor, che, non pago d’esser già scimmiesco, s’avventa come un Orango Tango con una “manata” pugilistica sull’inerme Mascherano. Questa volta, però, solo una “clemente” ammonizione.

Dopo aver “appestato” la Bellezza del Calcio con queste ignominie, ecco balzarci dal cappello a cilindro delle sue magie il messianico Messi, profeta di ogni suprema raffinatezza.

Infila una doppietta che stende l’impotente Real, per un Mourinho abbattuto quasi in lacrime, che poi a fine partita recriminerà in ripicche smodate da buffone.

 

 

Ma è su Messi che allestiremo un canto elegiaco, su questo fenomeno che lustra le nostre vite spesso appannate, la mia no, ma quelle di molti sì.

A mio parere il più grande di tutti i tempi, perché demolisce con “discrezione” ogni record ascrivendolo a sé, supera Pelé e Maradona per classe, velocità e completezza, è più illuminante di Cruyff, con più charme di Platini, più insidioso e “malefico” di Van Basten, più “ornamentato” di Ronaldo. Non Cristiano, quello da Tempo non ci perviene… e non pervenne neppure ieri sera nonostante il look ingellato.

E a Lui dedicheremo un’ode, perché è talmente immenso nel farci sognare da ricordarci i grandi nomi del Cinema che hanno stupito platee intere dal grande schermo.

Messi è un “attore” geniale e, come ogni prodigio, anch’Egli fu baciato alla nascita dal dono di Dio che iniettò a Madre Natura il suo genio. Dono che non si acquista dal droghiere ma se n’è “donati”, dotati.

 

L’enigmatico genio di un mago

 

L’Uomo Messi c’appare come un fulgido, fugace brio fra i meticolosi ronzii di vite affogate nell’amarezza, il pittato color dei suoi armoniosi dardi nelle daltoniche cecità dei nostri lamentosi vagabondaggi, un “anonimo” Mr. Nessuno a prima vista scialbo e ai medi conforme, che, furente, divampa in mirabolanti, accecanti, acceleranti, fantasiose eroiche gesta per gli affranti, costernati occhi umidi di vinti rivali che, nei suoi prodi, fulminei attimi, già anch’essi avvinse. Le grintose, feline agilità di un estasiante miracolo calcistico (im)mobile come un animistico Buster Keaton che, lunare, si astrae poi circense come un funambolo Jim Carrey del “grottesco” e divertente averli beffardamenti beffati. L’ermetica, smaccata eleganza guascona da irregolare James Dean ribelle, virtuosa gioventù poetica per le nostre malinconiche nostalgie che trepidano per un sogno in più, la pomposa, sacra, altera magnificenza di Brando, la nervica, imperiosa “ira” sportiva come Al Pacino, le ribalde, indecifrabili o impreviste versatilità mutevoli del camaleontico Bob De Niro, l’eccentrica, liquida “ascesi” sensuale e fanciullesca di Johnny Depp, come Lui Peter Pan, l’intoccabile carisma-unicorno di Leo DiCaprio.

Squarcia le nostre iridi con epici afflati di futurismi cinetici dalle carezzevoli soavità arcobaleniche. Scardina, spiazza e sconfigge il collaudato giochino tatticista, scollandolo e corololandolo di variopinti coriandoli, danza con mordente sul pallone “mordendolo” sobrio, permeandone il respiro con cadenze energetiche d’inafferrabili passi ballerini. Ha imbastito la sua leggenda di baluginante estro dal luminoso diamante-avorio.

Il suo immancabile brand, di Lui che s’accentra “indisturbato” al limite dell’area di rigore, ché li ha già elusi, e calibra vigorosi fendenti di balistica chirurgia per l’osannante visibilio di tutti noi allibiti e dei suoi stupefatti amatissimi.

La vanesia fierezza ferale dell’immane.

Nell’immortale sfida fra Real e Barcelona, parafrasando Bud Spencer di Bomber a proposito del duello fra l'”ingenuo” Cassius Clay-Muhammad Ali contro il bisonte arrogante George Foreman, Messi è stato il furetto buono e gigantesco, e Mourinho & combriccola il grizzly “cattivo”.

Lionel Messi, in Arte Leo o così per gli amici, potrebbe benissimo essere un “timido” quanto esplosivo, incontenibile personaggio di Woody Allen, e, forse, venendoci in mente la Barcelona del “matto” nevrotico regista newyorkese, surclassare per grandezza l’insuperabile macho Javier Bardem.

Chissà. La “pulce” Vs l’omone.

 

 

E ieri sera, contro il Bayern Leverkusen, s’è scatenato, 5 goal a raffica. Pallonetti, rasoterra, bombe da fuori area.
Un mostro!

 

 

Ops…

 

 

Leonone

 

Questo è Lionel Messi, detto Leo, anzi il leone del Barcelona.
Il più grande calciatore di tutti i tempi.
Questo giocatore è “fenùmenèl'”, eccezzziunal verament‘.

Maronna, che goal, gli occhi si son strabuzzati. Voglio ingozzarmi ancora di Messi.
Altro che le messe. Questo “le” mette tutte “dentro”.
Com’insacca Lui, neppure un pornoattore!

 

Come dice José Altafini(o…), Messi è un fenomeno straordinario.
Che roba ragazzi, che golazzo!

 

 

(Stefano Falotico)

 

 

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)