Archive for December, 2012

A Christmas Carol alla “Touch Me” di Jim Morrison


25 Dec

Mezzanotte e scocca il “bambino”, scartate i regalini e sgranocchiate il cenone coi “candeloni”:

Ove va la rondinella, io arrotondo nel “mulinello a vento”, sorvolando lidi ignoti di notti “pastorelle”.
Oggi è Natale, Giorno di gaudio ove anche i gay non verranno… derisi ma posson sfancularsi un gustoso pranzo servile senz’ammansire la polemica sessuale nel reazionario che fu tale solo perché, schernito, prima quindi intimidito e poi, messo alle strette, costretto a reagire.

Vi ficcherete… in bocca un cinepanettone, dentro le coccole d’un cinemino ove riderla di grana grossa dopo esser ingrassati per colpa dei dolci tanto di calori(e) da stimolar con(dita) altra “pasciutezza”. Che candore da “canditi”. Ecco il medio dito che si “eleva”.
Quindi, recitando il buonismo per la maggiore nell’Italietta moralista che si “castra” solo nel Cristo da festeggiare di messe (dopo tante messaline), vi sveglierete nel “martirio” di me, il Santo Stefano, onomastico ove nessuno masticherà la mia dignità perché va rispettata almeno il 26. Telefonandomi per gli auguri. Sì, che merde!

Sì, sì, è pasciuto, è Pascutti!

Oggi, sto fremendo. Già fervono i preparativi e mi laverò, sebben sia lavativo.
E “tiro” ove voglio senza tovaglia da imbandire. Banditi, anche voi sarete “deliziosi” in queste feste, dopo averle guastate.

Dunque, perché non posso “gustarmelo?”. All’anagrafe, mi chiamo di terzo nome “Gustavo”, ma per molto Tempo non gustai perché m’inguai(n)aste, perciò ieri, alla vigilia, perlomeno oppure su e sotto, mi masturbai “rigidamente” nell’onor da tener desto per non “farselo”… abbattere più. “Tiramisù”. Daniele Silvestri voleva risalire, tutti aspettano Silvestro ma al “pino” silvestre pen(s)a solo Stallone Sylvester? Ah, in questo zoccolo duro, ci vuole uno “zotico” con bizzarria falotica di durezza mercenaria senza marcetta da “fiamma”. I carabinieri usan la carabina, e io li trombo nelle cabine, incendiando il fascismo di “sparate”.
Dovrò astenermi da tal onanista rituale sin alla Befana, altrimenti me “lo” carbonizzerà, sfilando la sua racchia calza di rauche sue litanie “liturgiche” al mio… “metallurgico”.
Sì, come l’Uomo che spazza il camino, io m’affumicai da “Babbo Natale”, scivolando nei “corpi cavernosi” del “non visto” che “(s)buca”. Tutto “macchiato” per un regalo “tosto” e intonso. Da aprire nelle sue mutande “rosse”…
Che tonfo, speriamo nel tuffo sulla figlia di Renna… Rosaria, una che coi rosari ha da spartire quanto le rose di “Margherita” alla Cocciante. Ella è sua, finge da suora…, soprattutto non è frigida fra i suini. Che sughetto dopo l’intoccabile etere. Sì, bionda cinquantenne ancor per la mia “antenna”. In radio va la donna “raggiante” di giarrettiera, e io “squarto” la cerniera. In quanto fuori dalle cernite ma “cervo” nella sua “erba”. Tutto erto ed “Ercole”. Che sciacqua e neppur un orgasmo scialacquerà. Basta coi quaquaraqua!
Evviva Qui, Quo e la quantica “fisica”.
Evviva Paperino nella “giovane marmotta”.

Natale è una festa triste perché son “buoni”.

Io lo sono sempre. Infatti, me ne fotto di questi pagani.
Dopo tanto averlo preso, voglio l’ano tutti gli anni. A quanto ammontò il danno? Allora, montiamole tutte. Sì, mi son montato la testa!

Di caviale, dopo esser stato tante cavie, entrerò nelle “grotte”, in ogni cavità.
Non ci saran cavilli per cavarsela. La scaverò io!

Io trivello!
Io uso i veli nel “cioccolato” guarnito. Che zucchero “filato”. Miei “guaritori”, son inguaribile.
Dunque Lei guaisce e, nell’inguine, vuole la lingua.
Mi lanciate i guantoni di sfida, Lei mi “sgancia” sulla guancia la figa, perché sono un’iguana.
A parte le “bontà”, le bonazze e le cattiverie, oggi mi sento felice ché, (ri)generato di trentatreesimo compleanno, spargerò la cenere dopo la chiesa di stanotte, quindi fu(i).

Canto con Jim Morrison, sgommando di “pneumatico”.

Sì, Vittorino Andreoli allestisce un altro libro sui matti, e io mi do alla mattanza di me, “mieloso”, permaloso, anche pernicioso, infagottato dei mie fa(rdel)li e Sisifo nelle “fife” altrui, da spronare, rinvigorendo la gioventù bislacca ch’è cosmesi solo di lacche e lecchini, leccatine e Lecco figlio di Lecce, località pugliese ove van le damigiane sul “pigiando pigiando anche in pigiama”.

Sono il poema umano e, “poetando”, sparisco in Edgar Allan con un alano che è “alto” di “scosciamento” nella gatta che “fumetterà” nel suo Disney cinematograficamente cinofilo sucanin’ “volpino” e pelle da ermellini con un’altra pelliccia senza penicillina ma, di pen, (im)piantato.
Che cosa piangete? Suvvia, guarda come s’eccita e, in macchina, “fa le pulizie”, ripulendoti dalle caccole accumulate nei 365 con kamasutra a 360.

Io direi di più, posso circumnavigarti di “doppio anomalo-ammaliando-liana nel tuo pelo?”.
Sì, girando e rivoltandola, lo prendi un po’ lì e poi lo metti là, lilla e viola ed evviva io che “v(i)olo”, devio, “approssimo” ma soprattutto arrotondo-tornendola.
Per un “torchio” che spreme d’“olio” sul motore a scopo?
No, scoppia!

I vecchi s’afflosciano e, nel fogliame, sfogliano i ricordi, filtrando l’esistenza a resistersi per non desistere. I giovani insistono, si sintonizzano e, rizzi rizzi, un po’ si chiudono a riccio e poi “allisciano”, accovacciati nella tana, nella tanica.

Meglio sulle natiche, cari miei suonati.

Sì, “nuotate”, noterete un Mondo migliore di tal immonde immondizie.
E, raccattando, a “qualcuna”, lo attaccherete.

Altrimenti, la navigazione potrebbe attraccare nell’“Attack”, colla per un “risarcimento” alla castrazione (in)dotta, evirato d’eunuca paura e troppo pur non “spurgarla”.

Buon Natale.

Buona la prima?
Facciamo la centesima.
Così, prima ne assaggio 99 e, con la millesima, son 69.

Sì, mi chiamano l’amante “ottovolante”.

E Rebecca Hall ama la sua “H” aspirata in bocca!

Ho detto tutto?
Sì, certo. Ma me la deve dare.

Pascoli Giovanni non vuole i candeloni ma i cannelloni!

Visto il video alla Jim su “Jingle Bell” miei belli? Qui non si bela ma la “Bestia” vuol una bellona.
Non si può. Si può “fare”, invece.

A parte gli scherzi, spesso me “lo” tiro. Credo sia necessario e fisiologico, altrimenti subentra il calo della libido e qui, fratelli e soprattutto “sorelle”, siam da Tempo con le brache calate.
Dunque, vogliamo (in)calzare.

Sono un bugiardo di professione. Or sono, adottai varie inconsce strategie per eludere le cosce, addentrando solo nelle mie gambe con “sgambata furbizia” autocastrante d’estrema “scaltrezza”.
E, per buttarla… a ridere, sgambettavo ogni ancella che voleva il mio uccello. Evitandola nel modo più “superbo” possibile, un’evirazione a scanso d’equivoci. Sì, specialista del “nascondiglio”, sgattaiolai nello sgabuzzino, ove più volte scopai delle zoccole (dis)giunte, come nei vostri ripostigli, a “strigliarmelo”. Una collezione di scarpe da far invidia a Rockefeller, non al miliardario di tante maial-“maliarde” ma più somigliante al “pupazzo” ventriloquo animato dalla mia “mano morta”. Sì, ero un muto “anatroccolo” in mezzo a chi le coccolava da “pappagallo”. A questo bastò ripeter a pappardella tutte le lezioncine per soddisfare ogni “leziosa”. E la sua liquirizia, di malizie, “azzimava”.

Di mio, ho subito dei cambiamenti repentini. Sì, più che altro una serpentina affinché il mio serpente si “lucertolizzasse” per non esser divorato dalla giungla, ove puoi sempre incontrare una scimmia che t’affoga nella sua “sabbia mobile”, ché io non son “mobiliere” del Totò più “mariuolo”.
Sebben sparga il mio “prezzemolo” per rosolare la mia patata… bollente. Le napoletane mi vogliono di conto alla romana. Preferisco la capricciosa senza quattro stagioni.
Sono stagionato e basta di “mozzarella”.

Durò… un po’, quindi mi rintanai ancora dura-mente.
Il mio primo psicologo escogitò vari escamotage, appunto impuntati, per farmi “entrare” socialmente, per di più (perdendo?) nelle “puttane” che lui si sbatteva fra un porcello e parcelle salate.
M’ipnotizzò con la tecnica di Mesmer ma non guadagnai in memoria mentre lui se “le” rammemorava tutte con l’origano junghiano d’unghie non tanto “oniriche”. Quelle lì… delle beote che pendevan dalle sue labbra e se ne “innamoravano” di “botta”.
Per il colto ardire del suo volerle ardere di coito.
Sì, cogita ergo sum e, somare, da vite surrogate, “glielo” sudavano, dandole nei ricordi “altalenanti”, molto a “mollargliele” da daine, della sua “analisi” col dondolo di “pipa” danarosa.

Comunque, mi catapultai nella realtà. Ma sputai dopo pochi mesi. Non mi respinse nessuna, fui io che “spingevo” a (t)ratti.

Pensarono che il rientro sarebbe stato meno traumatico solo perché ascoltavo il Boss Springsteen.
Ma fu un tougher than the rest. Senza mancia. Sì, rappresento l’uomo forte alla Nietzsche su ciuffo “tamarro”, davvero “identico” a Ronaldo Cristiano.
Lui finta per il Pallone, e io finto per essere “infilato” nel sacco.
Più che da Minetti, sono un bollito con la bolletta del rubinetto.
Sono “rubino” quanto il verde smeraldo della speranza.

Quindi, ancora buone feste. E bone a tutti.

Aspetto il vostro bonifico. Rinsalderà il debito e anche “qualcos’altro?”.

Sono una “bomba”. Pirotecnica da fuochi… “artificiali”.

Ora, ho scritto un saggio su Sean Penn, scrivendo “Perdipiù” e non il corretto “Per di più” ma, se è locuzion avverbiale “per lo meno”, io scrivo a non posso alla mia penna.

Comunque, “Perdipiù”, come da enciclopedia Treccani (e io son il cane segugio fannullone), invece… sebbene rarissimo, si può dire.

Ficcatelo in culo!

Non c’è nessuno come me, perché non ce n’è.
Cosa?
Il cazzo! Essere-non essere, non ho crediti né la tessera ma vorrei “tesserlo” per esserti.
Possiamo nell’essenza? Tu sei Donna possente, io “potente”.
E mi sveglio a Leva-nte.

Firmato Jim Carrey

  1. The Doors (1991)
  2. Un Amleto di meno (1973)
  3. Il corvo (1994)
  4. Perdipiù il segugio fannullone (1972)
  5. Poliziotto superpiù (1980)
  6. Alice non abita più qui (1974)
  7. Niente meno di più (1971)

Pacino il teatrante


24 Dec

Buon Natale con l’Heat


24 Dec

 

Mezzanotte della vigilia


23 Dec

Da “vigilante” non conciliato nel Morandini 2013! Letizia! Attizziamoli!

Serenità uguale piattezza e piatti da divorzi coniugali del congiuntivo bestemmiato di stoviglie che “vaglieranno” il vaglia del notaio per apparecchiare altre “amorevoli” tovaglie!!! 
Io “raglio!”. Imbavagliamoli!

Tale è la borghesia “emancipata”, al che m’affilio a “Radicali” estremità, “intollerabili” e sgradevoli, più altisonanti del dollaro sonante, “filigranato” e più intonato al mio rombo di tuono dei frastuoni “silenziati” dalle sporche coscienze. Intima, inviolabile calamità del mio non esser “calamita” ma “eremita” di mio non remar nelle fogne di massa, violente e perniciose, pestilenziale e d’obbrobrio come il debito dei loro “brii”, ammanicati a intavolar discorsi retorici per dirigere poi anche le “veniali” questioni nelle “vene erettive”.
Eruzione! Ruggito! Ruggine da smaltare! Ammattisco io i vostri mattoni! Smaltito, ecco lo smacco dello smalto su miei malti di birra! Ne verserò a fiumi! All’impazzata!

Sì, meglio un rettile che non è ipocrita ed esige, urlando senza vergogna, le sue minate pelli “scuoiate” da chi sculacciò il suo fondoschiena perché s’incamminasse te(r)so ai piedi d’un camino inculato con tanto di posacenere già bruciato del suo Cuore venduto a qualche “ardente” abbrustolirlo e non aderente nel brusio d’una che, lasciva, glielo sfilò, con tanto di portafogli per una vita signorotta da “quadrifoglio”.

Ecco che la voce, dal profondo seppellito per Tempo immemorabile, “spaventosa” si duole di quest’umanità “assolata” da non assolvere e condannare d’imperdonabilissimo monito in battaglia contro le moine e schierato vigoroso verso e “ritorto” a questi “monaci”.
Un clero furfante e farfugliante, che ingarbugliò di bugie, ingannò scannando il tuo “canarino” e, quando poteva alleviare, allevò solo le sue leve omicide per “sparare” su una micina.
Ah, con me tal miccia non funziona. Son io ad appiccare e ad appiccicarvi al muro, nell’impeto poderoso che nessuno frenerà. Me ne freg(i)o! Franerete delle vostre stesse colonne imbastite su donnicciole a pilastro vostro “orgoglio” manicheo su(olo) “manico” maschio.
Ah, pastrocchi e impiastri, avete fidanzate che “pasticciano” e vi ficcan in bocca le pasticche.

Io scelgo, d’acume ingegnoso, le parole a me più congenite al genio elevato, in quanto genetica “deviata” dai mortali comuni. Abbindolati d’ebete abitar “civili”. Sono l’abate e abito ove cazzo mi pare e piace!
Che austerità menzognera! Innalzate la pulsione a diritto vitale spaziale, sì, spaziate e spazzolate anche di pazzesco spezzar il pane senz’evangelico fingervi (?) angelici. Lo siete? Fate le finte?

La saturazione ora pretende le sudorazioni di chi, freddo “suinando” ma smutandato, fu scortese e irrispettoso, e barricò i “topi” d’altra fraudolente scappatoia, ove si rintanan scopando!

Ecco lo scoppio!

Leoni, su le criniere! Incrinateli! Se giungla è, allora ci vuole una scimmia migliore! Che di liane non sia giammai pecora da lana!

Ecco, io vi scovo, e ora voglio che nessuno implori ma, servile, scopi a terra il mio principio principesco. Da riverire anche se non converrete. Vi converrà, invece, se ancor vorrete “venire”, altrimenti “andrete”.
Arretrati, correte in ritirata! Io (r)innovo, disgelando la mia neve a vessillifera nave! Arredo!
Retrogrado moralismo, sarai iniettato del nettare “velenoso” al tuo sudicio altare.
No, non è immacolato ma già malconcio, perché da me otterrai solo una predica che t’indicherà la vi(t)a dell’inchino. Bevi il vino? Avvinazzati e sgozzati! Vano sarai in quanto mai divenir addiverrai! Io ti vanifico!

Aridi sarete asini ancor di più se di bu(gi)e volevate sbudellare.
Avete incontrato il “buio!”. Evviva la carovana!

Disgraziati, non vi saran grazie.

Ma solo il mio “amore!”

Recrimino, eccome, sui criminali, gente balorda dagli scempi inconcepibili di bile malsana e invidiosa. Accaniti in cagne che “caldeggian” le loro malvagie “fattezze” per cui provo inestirpabile “stupro” di me a osservarne l’orrido riflesso che non ha pena neppure della confessione a cui li forzeremo, agitando un po’, giusto un pochetto, di “ticchettio” appena udibile il lor mai attenuar le tenaglie. Cafoni e sguaiati nella stolta, stolidissima frivolezza che si fa beffe del prossimo, inchinati anzi di fronte ai bifronti frontali che infliggono in alcun sprezzo del pericoloso, essi stessi cagionevoli d’infelicità “soffusa” in palmo di mano a “lievitar” d’altre violenze che squadrano e incaselleranno per biologici esperimenti di carne da macellare.

Di tecnica “calcistica” piazzata lì, di forcing asfissiante saran cinti d’assedio perché i conti a noi, onesti, non tornan dirimpetto ai loro “tornanti scaltri” di “clitoride” e “c(l)oro”. Orgasmici noi siamo, natanti!
Di scatto furbo e malizia oscena innata, ancor attaccano e non si colpevolizzan d’ogni porcata.
A tambur battente, scalpitano “giocondi” del loro sorriso ameno, ché mai vien alle mani per “rispetto signoril” dell’ipocrisia più sottil e tagliente di “diplomazia”. Poiché non solo diplomati ma laureati con l’“aure(ol)a” squagliata di lode comprata con altre vigliaccherie, complotti e dunque codardo “dardeggiar” di “brillantina”.

Gente che assale il ragioniere, “fantozzizzandolo” per rincoglionirlo senza aver previsto la sua “calcolatrice” che potrebbe digitar loro in testa un cranio frantumato di studiati “calcoli… renali” a romper le reni.

Ah, mio padre che offrì generosamente la sua cortesia per regalar gioie ai poi vili delinquenti bravi a nasconder le refurtive d’altri balletti oratori e puttane orali al lor “orto”. Che orchi.

Allora, evviva il clown che t’ha sorpreso… con le mani nel sacco, “indossa” una pettinatura “cotonata” fuori moda e “fiera” d’anacronismo senza i Chrono deprimenti di tal vostro “cerebral” diagnosticare, masticando “illesi” e soprattutto illusi che il lupo, ammutolito, non sarebbe riscoccato in totale, possente forza distruttrice a chi sconfinò da cacciatore selvatico e, di barbarie, ne spel(l)ò l’anima, con colpi secchi e s-t-ud-iate “arti della guerra”. Dei “vincenti” già strangolati nel morto, brindando ad anni che sian augurio d’altra amarezza da ledere e scalfire con più “scafato fottuto genio stratega” che ficca nell’ano. Che schifo(si)!

Attenti, attenti!

Il comandante Che Guevara non tollera altri soprusi e lesto busserà alla porta degli impostori “condendoli” della detonazione “impuntata” nel loro bianco nerissimo.

Orsù, warriors, non permettiamo più a tali stronzi le frodi e affondiamoli!
Vendichiamo il sangue di stesso Taglione! Fuori i fucili dell’aguzza ripicca. Oh sì, impicchiamoli!
Ed eleviamo questi film paciniani a bandiera che non s’arrende.

1) Quel pomeriggio di un giorno da cani: Pacino da affissione in ottima compagnia. Voto 3,5.

Troppo poco, 6 stellette e una nel petto dello stronzo!

2) … E giustizia per tutti: Arthur Kirkland è un onesto avvocato di Baltimora. Giovane e intraprendente, tenta invano di fare pulizia tra giudici corrotti del Maryland. È un film di attori. Al Pacino recita con il piede sull’acceleratore senza mai perdere il controllo del personaggio. Voto 2,5.

Che cazzo di voto di merda è mai questo?

5 stelle e una tolta allo stupratore da lavare di torta in faccia!

3) People I Know: un dramma urbano sugli intrighi criminali che s’intrecciano a quelli politici, entrambi basati sulle relazioni pubbliche, le conoscenze, il denaro. Film desolato e disperato, incentrato sul personaggio di un fallito, raccontato con il ritmo e le cadenze degli effetti di una pastiglia di ecstasy, è illuminato dalla presenza, breve ma che lascia il segno, di una K. Basinger crepuscolare, intensa, bellissima, unico personaggio della storia fuori dalle brutture di un mondo cinico e corrotto. Voto 3.

Sì, bello ma non giusto.

4) Scent of a Woman: due pezzi di bravura: la folle corsa su una Ferrari rossa guidata dal cieco attraverso un quartiere periferico e il tango che il grande A. Pacino (efficacemente doppiato da G. Giannini) danza con una giovane sconosciuta. Ebbe l’Oscar. Voto 2,5.

Sì, zuccheroso ma la sparata finale vale 10 stellone!

5) Donnie Brasco: l’epilogo è di una malinconia struggente, ma anche uno dei più lucidi dell’ultimo Cinema americano: entrambi i personaggi sono strumenti e vittime delle istituzioni cui appartengono. Straordinario Pacino, ottimamente doppiato ancora una volta da Giancarlo Giannini; Depp (con la voce di Riccardo Rossi) si conferma a 33 anni come l’attore più duttile ed espressivo della sua generazione. Voto 4.

Sì, un capolavoro. Chi non ha apprezzato la sceneggiatura, più che Attanasio sarà attanagliato! Pollo è, meglio Paul!

6) Pacino sono io: un tizio anonimo, scambiato per Dustin Hoffman, s’incazza e tira fuori gli artigli. Sconvolti, i calunniatori finiscono sbattuti in tutti i manicomi! Voto inclassificabile per bomba!

Masterpiece!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Voglia di vincere (1985)

Due giorni a Natale!


23 Dec

23 Dicembre col Morandini 2013

Ricordate di festeggiare il Cristo, altrimenti v’indementirà, donatevi un regalo e uno scambio di “Pace”. Il mio video d’auguri.

Mentitori della demenza, ecco a voi sua Eminenza

Eminente d’alito alla menta e metano con qualche “gas” alla fine dell’ann… o.
Sì, talvolta borbotto, mugugno e vado a far visita al mugnaio. Egli sa come strizzare per bere il latte, e non s’arrabbia contro i mulini a vento. Egli è solo Don Chisciotte con la “botte piena” della “mula”.
Con cui, nella stalla, ferocemente “stalloneggia” di “purosangue”.

Amatevi e invogliatele tutte, non violentatevi. Perché potreste, da una vita rosata di vino sul divano di pelliccia, tramutar repellenti in violette vane. Evvivala vanità!

Perché accanirsi contro il buonismo? Perché far del danno a un daino come me che ha il volto da Gioconda alla Paul Dano?
Talora, quando ispirato da mattine ebbre di me nel labbro che soffia all’ebbrezza, divento ebraico, recitando il Verbo di mie parole sfilate su baffetto canagliesco.

Così, gustatevi questo video che, all’inizio, omaggia proprio Christoph Waltz “parzialmente scremato”, poi s’offusca da “Sindone” sorridente e quindi “farnetica” di faloticissimo stilema su mie “stigmate” cerebrali. Ineludibili e incancellabili, nonostante l’erosione del Tempo si concretizzò in questo 2012, ove ho compiuto proprio 33 anni. Ma non son morto, in quanto incarnato da Profeta per benedirvi affinché tutti, inchinati, non siate più manichini.

Ora, per la “lauta” occasione (previsto che ingrasserò circa dieci chili salvo opportunamente smagrirli di flessioni su qualche Donna “addominalmente” dominatrice per previste lavatrici al mio Gulliver), ho già scartato un presente.
Ah, tu sei assente? Come mai? Giustificato?
Ah, capisco. Solo… senza figa.

Può succedere se, all’alba, il “gallo” non canta e si spenna d’alopecia orripilante su “cresta” d’uno specchio in cui non t’innalzi più. L’orgoglio tuo si smarrì, travolto da catastrofi “ambientali” del tuo fegato. Organo che s’afflosciò e, bucherellato da troppi bocconi amari, ti sta inghiottendo nell’evacuarti.
Allora, aggiustati il bavero, e abbeverati ancora alla vita.
Fuori, c’è Un Mondo che attende, “con ansia” (come no…), il tuo “ritto ciuffettino”. A petto in fuori. Espettora e vomita!
Come primo “Condon(o)” all’edilizia mia un po’ pericolante, ecco l’inutile ma dilettevole “Dizionario 2013 Morandini”.
Un decano quasi centenario che, aiutato dalle cotante figlie, ha imbastito anche in questo fatidico 2012 un tomo ben augurante, appunto, per i 365 giorni a venire.

Fra le sue critiche migliori, quasi tutte (in)eccepibili, estraiamone qualche “tratto”.
Concordate col Morando?

1) Cosmopolis, “Uno spettro si aggira per l’Europa” scrisse nell’800 Karl Marx, parlando del comunismo. Qui lo spettro è quello del capitalismo. Convinto che si possa comprare tutto, Packer è consapevole della propria fine, ma non ha previsto l’incontro con Benno Levin (un memorabile Giamatti) che occupa gli ultimi 20 minuti di dialogo puro. Con finale a sorpresa, il grido “Devi salvarmi!”. Voto: 4.

2) Millennium…, gli americani hanno fatto un remake meno nordico e forse più chiaro in alcuni passaggi, ma certamente meno politico e più thriller. Per chi non avesse visto l’altro, può anche andare bene, come cinema di evasione. Ma per chi invece ha goduto fino in fondo i 3 episodi precedenti (in particolare il 1°), il confronto è inevitabile ed è tutto a svantaggio di questo, soprattutto perché Fincher non ha Noomi Rapace: mai personaggio di un libro fu reso con tanta perfezione. Sui titoli di testa, un’emozionante fusione fra musica e immagini, sulle note di “Immigrant Song” dei Led Zeppelin arrangiata da Trent Reznor e Atticus Ross, con la voce di Karen O. Voto: 2,5.

3) Safe House, come gli capita con i personaggi “cattivi”, Washington, anche coproduttore, si diverte assai, e molto diverte mentre Reynolds, da lui aiutato, gli fa da spalla con un’interpretazione che lo aiuterà a fare carriera. Voto: 3,5.

4) To Rome with Love, la bizzarra trovata del cantante sotto la doccia, comunque, rimarrà nella memoria. Voto: 3,5.

Ora, ci sarebbe molto da sindacare, figlioli.
Ma vi lascio con un dubbio ancor più atroce: ecco De Niro e Diane Keaton fotografati assieme a un party. Invero, De Niro sta pubblicizzando la sua interpretazione per guadagnarsi una tanto sospirata candidatura agli Oscar, la Keaton ha da poco lavorato con Lui in The Big Wedding.
Ma non è questo il punto. Il punto interrogativo è: Vito Corleone vuole scoparsela come Al Pacino?
No, Diane sa che il Bob è sposato a una nera, e sarebbero “cazzi”.
Quindi, non ci prova. Eppure, in quest’immagine pare Lei il maschiaccio.
Cravatta e vinello su camaleontismo alla David Bowie.
Sì, con la vecchiaia, Diane è uguale a Bowie.

Già, posso asserire che “inserisco” se m’è (con)geniale ma, genitalmente, preferisco Clint Eastwood.
Più coriaceo e con più Cuore rispetto a questi cuoricini. D’adolescente le mandai tutte a “prenderselo”, adoravano i cantantucoli. Col Tempo, l’Italia è peggiorata. Avevamo Gaber e oggi la cover di Mengoni, uno che vedrei bene con Tiziano Ferro a consolarlo col “fazzoletto”.
Avevamo la coppia Gigi e Andrea, che già faceva pena a Bologna, e adesso abbiamo il nuovo Andreotti col pene nella vagina, Carfagna Mara, una “mutante” dopo tante sue pazze mutande. Si è “androginizzata”, rizzando tutto il Parlamento. Quell’altro… come si chiama pure. Berlusconi? Sì, si ripresenterà e io sarò sfacciato di “Madonnina”.

Molti mi respingono perché non ho la spinta. Di mio, m’occupo delle spine. Ne accumulo tante di scosse appena mi catapulto nella cosiddetta realtà, ove scioccano i “cosiddetti”.
Realtà per me uguale dolore.
I terminali vivi di Battisti.
Più scopi e più pretendono che lavori “di fino”.  Più hai Cultura e più t’imbrigliano nelle reti sociali per sfondare il culo a tutti.
Per non parlar delle donne. Le più amano la busta del “pagone”, spipacchiando il pupetto ma sposandosi col dottor di pipa. Son tutte “emancipate”. E ci tengono a “evidenziarlo”, con tanto di foto del loro “ganzo” su Facebook, ben sottolineato di commento “Me lo bonifico io questo qui”.
Meglio Pippo, che “gagliofeggia” e se ne frega delle tragedie giornaliere. Sì, aprendo il giornale, t’accorgi che sei l’unico sano di mente. Oggi, un quarantaduenne ha sparato a dei bambini solo perché indebitato con la fidanzata. Domani, la fidanzata si “sparerà” uno strozzino, andando poi a ballare di cremino alla “pasticceria” cinese “Il rustico giapponesino del limone arrosto”.
Strozzata di dolce affogato.

Per quanto mi concerne, ho l’abbonamento a un sito porno ove posso ammirare me stesso che fa l’amore con le mie tante personalità. Ho già scaricato tutto l’archivio personale, di cui elencherei i primi film:
1) Stefano fa sesso con Stefanel.
2) Stefano si fa.
3) Stefano se l’attacca là.

Sì, sono autoerotistico-autolesionista da unico eroe in tante “palle”. Nessun altro protagonista.
Nessun antagonista.
Solo io in tanti miei (mal)esseri. Come me lo (s)passo io senza passerine, neanche San Francesco con gli uccelli.

Ronaldo Cristiano non è cristologico con Minetti “a manetta” Nicole.
E l’altro “fenomeno” ha la pancia.

In radio, Luisa Ranieri ha letto il romanzo scandalo che tutti avete comprato.
L’unica scandalosa è la sua dizione.
Quanto si ha un seno così, è concesso “spacc(i)arsela” da “signora” e “attrice”.

Zingaretti lo sa, e ogni Notte “la” istruisce con lo “Zingarelli” per educarla a scandire meglio di lingue e spagnola.

Ho detto tutto.

Montalbano sono!

Abbiamo Irene Bignardi, “critica”.

Ascoltate questa puttanata storica: “Tarantino è un babbeo”.

Fra l’altro, “YouTube” di Rai News sbaglia pure la e accentata.

Impariamo da tal babbuina che “babbeo” è un termine “desueto”.

Ah, buzzicona!

Per non finire su Flavia Cercato con la Gialappa…

Intervistarono Filippo Timi e si stava bagnando.

Ora, Filippo è più brutto e meno bravo di me.
Ma Flavia andasse a cagare.
Come tutto il resto.

Sono sia Ombra sia Sutherland.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. A Christmas Carol (2009)
  2. Rocky Balboa (2006)
  3. Jack Reacher: La prova decisiva (2012)
  4. Miseria e nobiltà (1954)
  5. Fuoco assassino (1991)
  6. Totò a colori (1952)
  7. Totòtarzan (1950)

Buon Natale, Santa Claus


23 Dec

Se non l’avete visto, ecco ve lo sfodero ancora.

Brillantemente tutto mio, tutto per voi.

Beccatevelo!

Conversations with “Silver Linings Playbook” with Robert De Niro


22 Dec

 

 

Coltivo l’orto, cari orchi


22 Dec

Ciao, sono sportivo, bello indubbiamente, atletico quando m’alleno e non allento. Sexy, simpatico, cazzaro se “vien” la convenienza dell’eveniente per “svenarlo”.

Scrittore però anche poeta e romanziere, fra le stoviglie della mia mente a far lotta di detersivi e malessere, ipocondria e anaconda sensualmente, di sesso ne vado valoroso nonostante l’orgoglio possa marcir in quest’Italia di marci(a).
Ho marcione… in più, ingrano la quinta e voglio una con la sesta. Eppure, amo la Settima Arte.

Il mio nome è Falotico, lo Stefano che non t’aspetteresti, che di McDonald’s è Duffy Duck di bacon sganasciato ma inaffidabile nonostante indaffarato “innaffi”. All’occorrenza, bibita gassata nel frizzantino a letto, ove riverisco anche la “serva” che non n’è mai, del mio, scevra. Io brandisco lo “scettro” e son spettrale anche quando “lo” vedi.
Ingarbuglio la tua testa e “là”, al buio, s’abbaglia.
Abbaiamo vicino all’abbaino. Non pensiamo alle abbazie, ché la zia prega Padre Pio ma anche lei fu pulcina di gatta che covò.
Nessun mi scoverà, e scoperò.

Insomma, ci stai? Non pretendo molto. Solo qualcosa… in più.

La febbre non passa nonostante le passere.
Ora, contatto il medico, è una donna. E tocca nelle zone ammal(i)ate.
Poi urla “Che schifo!”, perché l’altro paziente è lì che non ha totoianamente pazienza ma è trasfuso nel sangue di Andrea, fumettista defunto bolognese, di fungo atomico per “scoppiarla” anche lui.

Gli sollecita la sala d’attesa, dandogli una mano per il “teso”.
E intanto “sale”.

Poi, mi presenta la “porcella”. Salatissima.
Meglio l’insalata.

Mezzanotte degli auguri di Natale. La natività del buon pastore, forse il “Cacciatore”


22 Dec
Data(base) la lunghezza, ve ne posto l’estratto corsivizzato iniziale.

Il resto è qui:

Amici cari, signore e signori, vecchioni da bruciare, stirpe malefica d’estirpare, steppo senza stemma, io sono le “stigmate” e anche il semaforico segnale. “Alt!”, ordino sontuosamente al reggimento crociato, illuso che vivrà solo di verde speranza. Prima o poi, il lumicino s’angoscerà nel “giallo” e la suspense acquisirà, sfumando pallida, un colorito arancione… (la) meccanica.
Tanto va piano e lontano l’uomo pacato quanto nel pantano si placherà. Sabbie mobili della metropoli giungla che t’avvinghia di femminee unghie, accoccolandoti per poi cornificarti all’incrocio perché non hai rispettato la precedenza dell’
on the road.

Amen
.

“Pain & Gain”, primo official Trailer


21 Dec

Supercazzatona cosmica a base di culi “pompa(n)ti”, di sederini e sederate, sportellate, piselloni e muscolone di testosteron’.

Ecco, l’ultima (s)vaccata di Michael Bay. A proposito, il serio Ed Harris perché continua ad apparire nei film del nostro Michael?

La domanda è amletica: essere o venire… pagati?

Lasciamo stare, il tamarro è d’ordinanza e all’ordine del dì-a de labestia“. Ora, se Diaz Cameron scoscia “tenuta bene”, perché Harris Ed non può mantenersi pur sputtanandosi?
Il danaro è oro ed è grasso che cola.

Come l’olio che “deltaplana” sull’addome encefalogrammaticamente “sgrammaticato” eppur contemporaneamente tanto amato e, “bovin”, consumato di chili su femorali destri e mancini d’uccell’ peperoncino.

 

Genius-Pop

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