Il gran finale della vera storia di Robert De Niro

28 Feb

De Niro è l’Uomo che ama le donne vere, quelle nere e non annerite dal carbone, cioè le streghe

 

  
Le donne m’han sempre deluso. Si professano semplici ma complicano anche la scopata “detto come va dato”.

Pretendono regali, rose, mazzolini e pure i fazzoletti per il piagnucoletto. Eppure, non si sa perché, tanti entran nei loro letti, mentre lei, depressa, non è mai lieta.

Che cazzo vuole? Esige un “uomo forte” ma si scandalizza se uno le toglie i sandali senza neppur assalirla. Esige rispetto ma poi si pettina.
Detesta il petting, ché lo ritiene poco “nodi che vengon” nel “pertinente” e a “modo”, eppur ogni anno aspetta un figlio.

Tediato, nauseato da Nausicaa e dai lor pretendenti nasoni, preferisco il naso grosso di De Niro.
E il neo di beffarda risa che “la fa in barba” al pappone, da Travis Bickle, uno stronzo “alla buona”, studiò per essere un mito. Oltrepassando le passerotte che vanno via alla Baglioni Claudio, e gettandole dal balcone se il lor balconcino non “viene” a “precipizio” del prepuzio.

Bando alle cazzate. Bando alle battone. Io mi “sgancio” i bottoni e mi batterò, senza queste isteriche, queste batterie di piatti, queste bigiotterie!

Ex lettera sintetica, secca e “deciso” che sperava grazie al “carisma” dei miei speroni, ma fui arpionato dall’arpia

“Ti chiami Cristiana, togliti la sottana. Non sono il Cristo. Porgimi l’altra guancia e anche l’altro lato”.

Risposta: “Non mi hai turbato ma sei stato disturbante”.

Replica: “Mi pare una contraddizione in termini. Insomma, ammetti che non ti fa né caldo né freddo perché volevo mettertelo, eppure la ometti al mio moto da scaldato in fretta che sarebbe stato molto mittente, senza interposta di buchette ma imbucandolo-ubicando nel candito indirizzato a rizzarmelo”.

Urlo di schiaffo: “Come ti permetti?”.

Fine della (dis)puta: “Allora, vedi che lo vuoi?”.

Lettera a una Donna con la D e non con l’artrite d’artica

Mi fa piacere che tu sia sempre sincera e (non) casta, almeno non appartieni alla nostra massa d’ipocriti porci già morti dentro da un pezzo. Ripiegati in frustrazioni da scaricare sul prossimo, nate dall’accidia e da una loro “beatitudine appagata” che sa di melenso prenderla così.

Ti riferisco questo. Tempo fa, scrissi una mail “incendiaria” a una ammiratrice, svelandole desideri nascosti che nutrivo per lei, erotici ma educati.

Perché vivo in Italia, paesello di moralisti cattolici e ostinate ignoranze, chiusure mentali e retrograde ideologie anche negli slanci poetici sciolti?

Sì, se avessi recapitato a te un intreccio di liriche sottilmente provocanti, mai volgari, anzi lodevoli alle coscione femminili, credo che avresti, non solo apprezzato, ma m’avresti spronato a dichiarare i miei ardori per cancellare e aizzare ancor più il (non) celato gioco d’emozioni.

Sarà per questo che, nonostante le titubanze, le mie ritrosie, i miei tira e molla, sono attratto da donne come te e affascinato che si siano emancipate da quest’ottusa arroganza “leguleia” a sopprimere le anime e offuscarle appena “sconfinano” di spogliate verità?

Sì.

La prima, ingelosita, non ci sta ad averlo “perso” e non preso, e ci riprova di scuse, ma con lei ho chiuso di “francobollo”

“Ora, solo ora, perdonami, ho compreso il tuo amore. Non era la classica porcata ma voglia che non fossi stronza. Non sono una troia, non sono una santa. Sono tua, adesso, facciamolo sporco. Adesso, ho capito”.

No, invece capirai solo gli uccelli al mare d’orizzonti finiti.

Grazie mille, adesso capisco perché sei sola. Se ti comporti così, appena uno si lancia anche solo dietro una poesia erotica innocua, capto molti pochi maschi che avrai da mascolina.

Con obiettività, colui che viene dalla montagna sacra ed è sacrilegio nelle valli tranquille che san di latte dolce e smielato come le cammelle stanche.

Cristiana, pensavo fossi una Donna senz’inibizioni. Sfatto, nonostante il mio racconto, mi darò al contare le pecore. Prenderò sonno? No, l’insonnia è mia pacinesca di Christopher Nolan “inception”. E diverrò seduzione pericolosa per una rossa meno permalosa.

Con dovute condoglianze al Mondo dei falsi, un Totò che ti corteggiò di prima mossa, ma che preferisce le Miss. Sì, ti “sparai” un missile e tu mi silurasti. Allora, meglio un razzo che sia azz e si alzi davvero. Sai, la costellazione di Orione ama il mio Toro in una Venere di svenate stelle. E, quindi, son io che, dopo il tuo stop, non vuol “fermarlo” agli ostelli ove si gustan “panne montate” su colli da tortelloni senza uno stallone allattato.

So che non ne capirai il senso. Il Sesso lo capisci? Non parlo di quello impiegatizio, di quello redditizio e non da tizi tozzi con pance da commendatori.

Distinti saluti,
un Uomo che non vuole estinguersi, ma amare senza limiti e cazzeggi “educati” da educande.

E ricorda: toccarsi è meglio che truccarsi. La nudità è come si” viene” senza filtri di rime e rimmel, ma ritmando di Cuore.

Fidati, fiuta di più l’onore della Donna, e te ne saran meno “onorevoli” per gioielli a corromperti, e loderai l’edera senza le cere(tte).

Non scassarmelo. Mi hanno già scassinato.

Senza panegirici, non meritava il mio pene. Che inforno nel cornetto con crema abbronzante alla mia Nutella.

Comunque, la morale della favola è: la fragola ti rende una prugna senza fava.
Sì, a 8 anni avevo una banana di trenta centimentri, con gli an(n)i è rimpicciolito, causa queste qui che voglion ingrassare  di panza ma ci tengono alla linea.

Quindi, da longilineo, mi diventà pipino. E sarò solo che pipì a queste pupe.

Applauso!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Toro scatenato (1980)
  2. Lettere d’amore (1989)
  3. Bronx (1993)
  4. Mission (1986)
  5. Quei bravi ragazzi (1990)
  6. Casinò (1995)
  7. Jackie Brown (1997)
    Ho detto tutto.

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