Robert De Niro vs gli storpi

22 Feb

In Tempo di guerra, i giusti devono imperiosamente smascherare i corrotti e le prostituzioni laide a questa “scolastica” m’analfabeta Italia di pagliacci, quindi mi “tatuo” da De Niro pittato

Prefazione “prolissa” come i coltelli dalla parte del mio manico, un tanto lirica a mio stile raffinato, di dentini aguzzini raffinati ché, ove l’irriverenza s’ammanica al “potere” delle ingiustizie, perseverando nell’ottusa, fraudolenta lotta ai diritti umani, m’elevo a inappellabile giudice, scalzo i nemici a calci, li segrego in casa e poi ordino a “fanatici” come me d’esser egualmente nazisti, e non risparmiar loro neppur un “centesimo” di pietà, anzi impietosamente, e impettiti, di virulenza a disossarli e seppellirli vivi, dar ordine di non dar tregua, d’essere appunto spietati per “cuocerli” a puntino e, “abbondando” alla Totò, contro tali malfamattori per malafemmine neppur lontanamente paragonabili alla divina Dorian Gray (che tali ignorantoni confonderanno col quasi omonimo Oscar Wilde…), seminando terrore a impaurirli, a paralizzarli d’altre mosse “spavalde” a nostre spade stavolta. Sì, tanto intavolaron di bocche “buone”, quanto saran imbavagliati d’altrettanto imbandire un piatto di “pasticcini” ai loro pastrocchi e, se ci sarà permesso (entriamo e li sfondiamo senza “prego”…), ne ometteremo altre porcate di lor “buffi” buffet(tti).

La prefazione s’intitola, “lapidariamente”, Ove va l’idiota menefreghista e oltraggioso, ci son io a scoraggiarlo subito, estraendogli la testolina e mangiandomi i suoi testicoli, che poi appenderò “al chiodo”. “Suggestivo come titolo, no. Che cosa vi evoca?

Quando le verità vengon a galla, il “gallo” non galleggia più tanto ma nella merda affogherà se non vorrà esser strozzato dagli strozzini a cui, vendendo lor il suo “gran” culo, dovrà inchinarsi al fin ch’esborsino lui qualche soldino, al solito di “bustapaga” e “raccomandazione”, se presto in gattabuia non vorrà “darlo” a uno che potrebbe pretendere l’intero suo “organo costituzionale”.

Sì, mai chinar un Cynar, e non essere “amari veri” bensì non alleggerire i mostri da ogni efferatezza del Passato (di verdure ai cervelli lor fritti), anzi incolparli di “caproni” che espiino quanto spiaron le vite altrui per poi sparare sulle stesse con “ingredienti” ad “alto” voltaggio di Vov, liquore “afrodisiaco” e incazzato nero-africano alla lor crème de la crème.

Sì, se taluni, criminali “puri” davvero, “identici” alla plin plin dell’acqua “non digeribile”, pensavano di venire in mia dimora e attaccarmi affinché mi disamorassi d’ogni mia elevatezza artistica per “adatto star al Mondo”, han sbagliato di brutto. Perché io son sempre più bello, grande e grosso, e arrivai a un punto di rottura tale che già misi a soqquadro le loro “domestiche-addomesticanti” certezze, causa lor cerotti insanabili di ferite addolorantissime a tal bestialità da intransigenti e ferrati-ferrei, e presto, se non coniugheranno il mio Verbo a rispetto, saran “spettinati” nel disgiungerli dalle loro gambe, d’amputar le braccia come lor furono unti e untori, di “marchio” compunto a rimarcare quanto, invece, dovran chiamare il miglior chiururgo per rimarginarli di suture e punti.

Una battaglia legale a danno d’una famiglia di accattoni e già “morti”, di fame ancor per poco saran appetitosi, sta prendendo il suo corso.

Dopo burocrazie per addolcirmi col burro, nei prossimi mesi assisteremo al totale sfacelo di tale nucleo… una “famiglia” di mafiettine da “affettati”.

Partiamo con la signora. “Altolocata” nevrotica pazza, allevatrice della “cultura” che sacramenta di boria fredda come il Bengala, ogni Domenica, di “Comunione”, smacchia la vacca, assume per via “orale” i sacramenti, dopo che insegnò an(nu)almente ai suoi “pargoli” come sbacchettarli e chiuder la loro con tanto d’amante sognato da “bocchino” e “pipa”.

Ce fa ‘na pippa. Invero, è la versione “femminile” di Pippo, una goffa cagnetta che rese il marito, da papero, con le pappine e le pattine, a “Topolino” di “T” maiuscola. T sta per “troieggiare” fra le zoccole.

In quest’appuntamento a calpestarli e avvertirli, passeremo in rassegna, e rastrello, i due “pipistrelli” dei figli “pipini”.
No, non solo piscieremo lor di pipì, ma di “sederino”.

Matteo, emblema della borghesia bolognese che c’entra come i “cavoli” delle sue compagnie di “merenda”, citrullo per eccellenza, con vari episodi di “cronaca nera” alle sue (s)palle.

Oggi, dopo averne leccati, e “laurea” davvero “signorile”, si dichiara giornalista. Sì, della carta da “parato”.

Frequentava il liceo Minghetti e, assieme ad altri “emeriti” scolari di “colle” drogate nel “cannarsi” a vicenda su “sganasciare” e “guascone” offrir il “guanciale” alla più “inguai(n)abile”, provocò il suicidio di uno studente lor “amico” preso per i fondelli. Tanto che si gettò dalla finestra del bagno, ove “andavano” molto di “bucarsi” e di ragazzine da “bucato” e “ottima condotta”.

Matteo è sempre stato “attratto” dalle verginelle e corteggiò un’olandesina per “birichinarla” di “primo assaggio che non si scorda mai”. Fortunamente, la poveretta non “provò” il suo “provetto”, ma lui non la dimenticò, infatti pare che, in una Notte di Luna piena, compose questa filastrocca:

la gnocchina che data non me l’ha donata,
triste m’ha reso un patatone da gnocchi al sugo,
ma io canterò nel mio star giù, suvvia!,
meglio una susina delle suine

Detta “consolazione” per l’aceto all’insalatiera del suo non “salarlo” e “salirlo”.

Eh sì, la saliva, quando non si “scioglie” a due, la butta nella “dieta ipocalorica”.

L’altro, il cui nome già schifo pronunciar fa, quindi m’asterrò dal dirlo sebbene lo afferrerò…, dall’epilessia infantile passò all’ebefrenia più “irrefrenabile”. Un “passo in avanti”.

Oggi, infatti, dopo notevoli miglioramenti di lacune e carenze, s’è curato almeno le carie, e tutte le donne serie gli dan del “Caro”, affettuos bacetto al suo musetto.
Sì, un’evoluzione da scimmia a bestiolina.

Credo che io sia un genio perché a dieci anni ascoltavo gli AC/DC, mentre l’Italia ha fatto vincere, nel 1997… (nani…) i Jalisse, duo che ho ammirato solo per la Drusian, una a cui lo metterei duro e basta:

Mi aspetto mille scuse
come sempre da te
sei un fiume di parole
dove anneghi anche me
che bravo che sei
ma questo linguaggio da 
talk show
cosa c’entra con noi?
Provo l’unico rimedio
che adotto da un po’
la mia testa chiude l’audio
la storia la so

Eh già, caro Matteuccio.

Soffro d’amnesia memento, non lo sapevi, demente?

Tanto sbruffone affilasti i “canini”, ma non dimentico quando cantavi questa canzoncina:

Tutti i tuoi amici
guardano in salotto
le altre fatte come attrici
tu come un fagotto
nello specchio non la smetti
piangi e vedi solo i tuoi difetti

Brutta

ti guardi e ti vedi brutta…

Massimo Canino?

No, mio coglioncino viscidello.

Un cagnaccio feroce:

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Malavita (2013)
  2. Heat La sfida (1995)
  3. C’era una volta in America (1984)
  4. Ronin (1998)
  5. Casinò (1995)
  6. Toro scatenato (1980)
  7. Re per una notte (1983)

 

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