Archive for June, 2013

Il Brasile vince sempre


22 Jun

Sì, figli miei molto tontarelli, “torreggiate” di trombettine, di tifo incitate ma mi schifate.
Finirete, infatti come Jonathan Pryce di Brazil, ballando i latini con le sudafricane da americani a Roma nel rincoglionimento “Amplifon” degli auricolari…


Più che cronisti, siete depressi cronici, più che Fabio Caressa siete Beppe Bergomi quando a vicenda scambian la “battuta” di monologo che non è ironico ma ridicolo, dei compagnoni nell’etere mentre voi, sempre ammiratori delle tette, fustigati dal “mezzobusto” nel retto non l’iniettate a una di Lei, bensì a novanta (minuti non nel senso del “cronometro” ma da piccolo di “centimetri”) anelate segnatissimi come Andrea Pirlo, volto da Lee Van Cleef sui trenta, dunque “segnate” precoci d’eiaculazione nello sperar la (ri)monta.
Che coglioni!

Altro che marcia, ci vuol la “matriciana” dell’abbuffata cinefila a queste spaghettate da “calcistici”. Il cinefilo di razza superiore, in quanto non ariano da “Spaccagli le gambe, falcialo, stiralo, massacralo, espellilo, radialo, arpionalo, stendilo…”, diventa anche misogino perché le donne, conclamate dell’altra sponda nel riscaldamento estivo dei menischi e basta col latte alle ginocchia delle mestruazioni, assumon il peggio del maschio alla Bobby Peru e spronano il cuore selvaggio per un Balotelli da “tartaruga” in spiagge selvatiche.

Sì, basta con questo nazional-popolare. Tutto l’anno v’affannate in dibattiti politici per “sindacare” da polemici contro la burocrazia “polenta”, poi scola(rizza)te birrette a pancia “prosciugata” nel riempir le frustrazioni con “poderoso” accanirvi per una Coppa che vi salvi il culo momentaneamente. La Coppa sgombra dalle preoccupazioni, è il passatempo d’antistress a cui prediligo la Playstaion in fronte a te.

Marmocchi, marmittoni, ecco a voi il “mattone”, miei mattocchi. Che tegola, vi prendo a tegame nello “strapazzare”. Pazzoidi, son colui che mescola il vostro (o)zio e s’azzima alla faccia seviziata vostra.
Viziosi, ecco il vispo, v’invischiate nella fiaschetta per bervela televisiva da “imbuto” catodico e quindi, sintonizzati, alzate le antenne allo sbraitar “Rete!”. Eppur Ilaria D’Amico è minigonna da viali… con Gianluca a “inquadrarla” direplay nella “moviola” del Costacurta. Che bravi ragazzi. Uno andava a puttane, Billy ha già la Colombari, una che la raccontò anche ad Alberto Tomba. Sì, da sposare salvo prima certificato della sifilide.

Ah, voi di Costa Azzurra e da crociere delle pancette ariose, sperate che Ilaria si segga per segarvi quando, dall’accavallato, mostrerà il pelo “sforbiciante” nella “rovesciata” del tricolore mammolette da Mameli e mammoni.
“Madonna, quant’è bona!”. Mah, porco Giuda! Ma che bestemmi se prima non (di)leggi? Non conosci la Bibbia e vuoi bombare le cosce?

Lo so, son nato così, uno che i pedestri usa ad abuso del “pederasta” lor sguainar la “spada”.
Io li sfido, infilzo Ilaria e dunque lo alzo sulla traversa da “colpo di testa” dell’innamorato nel fulmine di “fucilata” rasoterra, nell’angolino entra quatto quatto e imprendibile sgattaiolo col portiere… dell’albergo che prende nota del mio fendente. Sotto i riflettori, spenti riflettete e cala la malinconia, piagnucolosi mentre io son goccia sotto altre femminili docce.

Sì, meglio lo “stendino” del mio prato fiorito fra queste “erbette” in cattività “ecumenica” da curve inneggianti, “svolazzanti”, frivolezza sconfinata che combatte ad armi impari col mio arbitrio…

La stagione cinematografica sta chiudendo i battenti, devo vedere Killing Season, Depp e altri bell’.
Quindi, prima delle vacanze, voglio sognar vacante. Tu no? Con le vacche al mare? Finché ti va la “barca”…, affogherai in caffè in pausa degli ombrelloni.
Qui, cosa bolle…? In pentola? No, nel girarrosto del cinema con la condizionata delle mentalità stagn(ol)e.
Si suda già parecchio, la calura eccita gli ormoni per amplessi sul “gommone” ma lasciatemi prima masticare il Pop… in poltroncine, poi a Ponente sarò “levante” anche di “spumanti” allo scoppiettante bikini. “Deborda”, e il costumino lascia il bordo del mio “abbronzato”. Solo però dopo il Sol Leone, potrò “spaparanzartelo” sulla “sdraio”, adesso c’è ancor di celluloide da navigar ché in ferie e quindi il ferro non è “festino” d’anguilla marina, fra cozze, a mo’ di piovra, accalappiante al polipo, accelerante d’orgasmo al pedalò. Cazzo, la vecchia al mio fianco puzza d’aglio, quella adiacente “snocciola” il ghiacciolo… e dire che tutto l’anno la tien “ghiacciata”, infatti è ammuffita come la conserva… nel frigorifero, la bibita fresca è stata troppo fuori, quindi a temperatura ambiente, tendente al tiepido… che fai piedino? Meglio un pompino che, dall’arancia colorito cotto, passa allo sciolto “slacciarlo” da succhiar granita cocco(la). Non ho “liquidi” per mantenertela in ebollizione? Ah, vuoi uno coi soldi. E che cazzi… sei proprio una “evaporatrice”.
Più che Confederation sei da Coop e da CUP, sei d’accoppar’. Non concupirmi!Ah, esigi un po’ troppo sai? Ho da offrirti un “Cremino”, gelatello ricoperto di “morbidezza” bianca e tu badi invece alla ricchezza con tanti conti da filiale di varie banche e culatoni da leccare?
Va’ va’, sono lo squalo, spunto fra i banchi di nebbia, torna al banco della scuoletta. Pensi che per un grammo di culetto mi svenda? Non sono un fruttivendolo, il fornaio lo lieviterà nella tua mollica. Il mio piranha non attacca… molla la tonaca, tonna. Diciamocela, sei una puttana!
Non rifilarmi la patacca! Cala i pantaloni! Il maschio sono io!

Io son lupo fra i pini e non colada per te annacquata!

Lasciami gustare questi filmoni:

The Lone Ranger

Depp ha origini indiane, questo si sa. Perché mascherarlo da Batman nella Monument Valley acquerella su treni a vaporino?
Mi par colossale crollo attoriale fra le montuose valli nel rimpiangerne il Verbinski che fu.

Entrambi oramai son da tagliar di mrchetta. Voglio del gore! Che sono queste disneyate? Fichi, arbusto, piantagioni, piantatela con la disidratazione!

Prima Depp era figo, un topolone, adesso l’hanno (in)castrato nell’icona per le Minn(i)e delle spettatrici mielose con “voglie” avventurose.

Ah, Depp. Tu arrossir le “facevi”, adesso sei pellerossa. Prima eri manifesto rebel da bellissimo, ora sei grottesco come Jack Sparrow formato Pippo “seduto”. Già era rimbambito, e per i bambini, quel lunatico… “maledetto”, figuriamoci questo tuo ballar coi lupi buonista e non, nella “grotta” della rupe, con una lupa pelosa.

Killing Season

La nuova moda della “critica” è stroncare a (pre)scindere. Dato che il regista è Mark Steven Johnson, distruttore di Daredevil e del Ghost Rider, non “guardiamo” la sceneggiatura di Daugherty. Io non lo sottovaluterei…

Autore dello script di Biancaneve e il cacciatore… di Cimino? No, ma c’è De Niro sempre coi cervi…

La roulette russa è una sfida infernale da reduci della Serbia. Travolta pelato col “sebo”, De Niro “rilassato” da “naturalista”…. Già circola la versione pirata.

Questo Travolta, insomma parliamo di Tony Manero e non di un “minchione” da febbre del Sabato sera, mica un segaiolo ma uno che viene ucciso mentre caga pulp (molto fritto, da patatine fritte), non un cesso come “quelli” che volevan “entrare” in Nadia Cassini ma trombavan sol in casina da soli soletti senza neanche la matrona del casino (sì, degli uomini “palestrati” nella “sauna” fai date e da “culo sfondato”), ecco questo John è sempre stato un donnaiolo. Sì, ci fu la parentesi di Senti chi parla regressiva ma fu perché nessuno lo cagava. Tarantino rinvenne il “cialtrone” trash da “commediaccia” (italo)americana, l’erotico “magnetismo” che “penetra” lo schermo. Ingrassò assai e quasi sempre il cattivo ora fa, “aiutato” dal parrucchiere che lo rade su pizzetto-doppio mento più tintura del metterti in allarme per “carisma” misterioso dell’uomo “duro”. Un merlo, ma Kelly Preston indossa per codesto i merletti. Io gli darei un pizzicottino.

Qui, affronta De Niro. Uno che vuole starsene sugli Appalachi e sol la cena apparecchiare di Chianti.
Ah, non vola una mosca lassù. Travolta lo va a ripescar… e i salmoni delle cascate?

Che vuole quest’orso? Ah, non vuol dormire neanche nel sacco a pelo. Chiede ospitalità, mangia, piscia fuori dal vaso, dorme come un ghiro, scoreggia e anche mette su una guerra?

Poi, un po’ di rispetto per la gente più grande di lei, Travolta! Il Bob potrebbe essere suo padre. Non si vergogna ad attaccare un “vecchio?”.

Ah no? E allora il Bob tirerà fuori il fucile da Eastwoodspietato.

Allora, Travolta, sono Robert De Niro, Lei a parte l’amicizia reciproca con De Palma, che cos’ha da condividere con me? Neanche un Oscar? Ma che pusillanime senza medaglie al valore? E la pagano, alla sua età, venti milioni di dollari per farmi girar’ le pall(ottol)e?

Crepa, stronzo! Non vali il mio mignolo sinistro su neo pigmentato nel brizzolato dello stomaco nato con la camicia a quadri. Come da locandina…
Travolta, torna nella tua bettola! Ho degli abeti d’abbattere per la legna. Non farti infornare! Inespressivo e legnoso!

Machete Kills

Uscirà il 13 Settembre, il Giorno del mio compleanno. Voglio scoparmi Sofia Vergara, Amber Heard, Jessica Alba e anche fottere Mel Gibson. Credo sia possibile…, a meno che Charlie Sheen non le paghi di più.

Uno così, fra tanti “butterati” in questa società, ha ancora il suo sex appeal.

Sì, come Danny Trejo… di mio preferisco Daniela a Lady Diana. Le principesse sul pisello muoiono in “galleria”, Danny almeno morirà nella “cavità” di miele.

Ho detto tutto.

E mi son contraddetto.

Ma tu lo dai. Importante è partecipare.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Paulo Roberto Cotechiño centravanti di sfondamento (1983)
  2. WW3 – La Terza guerra mondiale (2001)
  3. Fuori dal mondo (1999)

John Travolta omaggia James Gandolfini


22 Jun

“Killing Season”, rima recensione positiva da Widemovie


22 Jun

Chissà come lo stroncheranno? Invece no, a costui è piaciuto, e non poco. Stando alle sue righe, una sorpresa.

Killing Season è uno di quei film che non ti aspetti, è uno di quei film che se dovessi basarti sulle immagini del trailer, penseresti che è il solito thriller banale e scontato. Invece, la bravura dello sceneggiatore, Evan Daugherty che con questo lavoro ha vinto il premio “script pipeline” nel 2008, rende il film una sorpresa.

Benjamin Ford ed Emil Kovac sono due ex militari che hanno combattuto, facendo parte di fazioni opposte, la guerra in Bosnia a metà anni novanta. Il personaggio interpretato da John Travolta, Emil Kovac, va alla ricerca di Benjamin Ford, interpretato da Robert de Niro, per vendicarsi di un torto subito. Questa è la trama per un film molto più profondo e complesso, basato su rancori, ferite di guerra ancora aperte e tanto orgoglio di quello che può sembrare.

Il film si svolge,solamente, intorno ai due protagonisti che riescono a tenere la scena molto bene. John Travolta recita con un accento serbo che ne fa apprezzare ancora di più la bravura. Non lo vedevo così calato in una parte e così dedito al ruolo da “Una canzone per Bobby Long” del 2004. Robert De Niro d’altro canto, mette in mostra la sua bravura, ancora una volta, dopo l’apprezzabilissimo “Il lato positivo” dello scorso anno.

Tra i due verrà fuori un rapporto decisamente particolare, quasi un gioco, cruento e crudele che non lascia spazio all’immaginazione dello spettatore. Fino ad un finale che pian piano non sembra poi così scontato.

La regia non ha sbavature, semplice e lineare, probabilmente Mark Steven Johnson è a suo agio con un cast ristretto, con una tematica seria e con una sceneggiatura da seguire che non è sua. Basterebbe nominare due, tra i suoi pochi film, per evitare accuratamente la sala. Mi riferisco a Daredevil (2003) e Ghost Rider (2007) di cui è autore anche delle sceneggiature.

Una nota di merito per le location scelte in Georgia, USA e sopratutto per la canzone di Johnny Cash, Cash Don’t Take Your Guns To Town, che praticamente accompagna tutto il film anche per voce dei protagonisti.

Il film è stato presentato in anteprima ed in lingua originale al 59° film festival di Taormina nella splendida cornice del Teatro Antico.

Killing season sarà nelle sale USA a partire dal 12 Luglio 2013, non c’è ancora una data per il rilascio italiano; probabilmente il film sarà snobbato e mandato nelle sale in qualche periodo estivo di buco.

Eroticus Pennywise


21 Jun

Stefano Falotico ha pubblicato, tramite Kindle, “L’eroticus Pennywise”, James Gandolfini è morto, Johnny Depp è quasi cieco da un occhio e tuo fratello è un finocchio! Compratemi!

Giusto questione di ore, di lancette che corron, e sarà disponibile su vostre piattaforme un altro prodigioso joint stellare della mente del Falotico. Irresistibile e instancabile, stacanovista della fantasia, per illuminarvi da vite grigie! Vi terrò al corrente, salvo che il mio conto bancario dei vostri soldi sia lautamente pagato. Ah ah!

Il Falotico persevera con “accanimento incagnito” nel suo letterario percorso, fra un nuovo capolavoro in uscita a Settembre, bizzarrie sparse qua e là, con una nuova creazione “mefistofelica”, di savoirfaire.

Ah, per forza, publishing fai da te. Chi fa da sé fa per tre, tu invece ti fai e nessuna, del tuo “andazzo”, ti farà! Cia cia cia (io lo stacco di balletto) e la segretaria da me riceve sol che boccacce!

Meglio il can arruffato Chow Chow di questo Mondo annacquato! Quel cane sa come esser “griffato” senza seguir le mode, Egli è signor che non abbaia quasi mai, in quanto razza ammutolita dinanzi ai suoi simili, gli uomini.
Molti arrabbiati! Che sbraitate! Leggete e museruola ai musoni!

Finitela d’accanirvi appunto se la malasorte v’è contro. Al massimo, ordinate un porno per “rilassarvi”. Ah ah.
Son “maligno” di linguino, son volpone a voi col bastone. Ah, tanti son giovani d’aspetto ma già di testa vecchi come i farfalloni. Il papillon v’è gustativa pa(pi)lla, sgranate e non “bombardate”. Terroristi, avete subito un’involuzione. Da terragni a “mine vaganti”. Ah ah! La vita va gustata e non angustiatevi per le ingiustizie se prima del giusto guardarvi allo specchio non v’osservate da vicino. Anaffettivi, cinici e con la colite.
Dai, decollatevi se giudicate chi beve a collo. Non è da una bottiglia che si “canalizza” un genio.
Voi di scolo scolate, miei scolaretti ma rosicate. Ah ah, quanto tutto vi bevete.
Mangiate a sbafo e ridete sotto i baffi ma come potete pretendere di “tenderlo” se non v’è più freccia al vostro gengivale arco? Ah, che bava, soffiati il naso. Non starnutir se sei cornacchia, non adocchiar se poi fai l’allocca.
Oche, ecco allora un “orco”. Colui che deglutisce le vostre amarezze e, da questi esangui rimpianti, sbocca di via d’uscita. Ah, non chiamate la sicurezza, ho il culo assicurato.
Non oscuratevi per me, schiaritevi le ottiche… binarie dei vostri ragionamenti (con)torti.
Ah, in faccia a te la torta spiaccico e pasticcio di dolcezza. Con riverenze, vi porgo l’estrema unzion’ di condoglianza. Ah, che doglie! Ma quando mai partorirete opere così birbanti miei burattini roboanti?
Ah, abbottonatevi prima d’uscire, potreste terrorizzar anche i piedi(ni) nel terriccio.

Terremoto! Son motorino di cervellone, miei tromboni! Son lo schianto contro il luogo comun dello scontato.
E, per di più, alla mia età ancor gioco agli autoscontri e non pago il pedaggio a chi si diverte con sadici pestaggi.
Appestato sarai tu, ingurgitati il pesto e non darmi del lebbroso. Io non sono peste, pestifero sì agli stronzi!
Luciferino e mai fortilizio come il vostro vuoto escrementizio!

Ah ah, il Pennywise è qua. Non abbaiargli, cagnaccio. Egli non puoi calunniare. Non abita nel tuo canile ma di parole t’è canino. Come sei carino! Ah ah.

Teppista, prima di sparare, controlla la pistola della tua invidiosa impotenza.
Turista, prima di fotografare una scosciata che, a novanta, prega in ginocchio sua “Santità”, attento alla saliva del mio “zoom” alla tua “messa a fuoco”. Ah ah! Son San Pietro, ho io le chiavi del Paradiso, miei effeminati!
Maschilista, non fare il femminista per ingropparti delle facili femmine, accondiscendenti per ingenuità al “plagiarle” in zona “erogena” tua “ascendente”. Prima, curati dall’ascesso se vuoi che non ti sbatta a lavar i cessi.
Giornalista del nostro “Stivale”, non copiare dai taccuini altrui per spacciarti da intellettuale che cammina impettito. Solo Monica Bellucci, può permettersi di accoppiarsi con me, di “stilar” i tacchi e impettirsi quando le entro di “inchiostro”. Ah ah, anatroccoli, come siete fessacchiotti!

Sì, tutti al cinema a identificarvi nell’uomo d’acciaio. E poi giù a buttar recensioni “brillanti” per la corsa all’oro del “superuomo”. Di mio, uso il mantello solo da Dracula, colui che succhia con la “S” di saliva.
E sale… vola sempre più su anche quando io sto giù e Lei mi porta fra le nuvole. Ah, lo innalzo. Immolazione! Aviazioni! Che azione centrifuga e che fighe centrate! Mica de centrini, ne ho di centimetri!
Ah ah, quali fumetti, miei affumicati di retorica da strapazzo. Strapazzatele… le uova son tonde come voi tonti.
Ah ah, e io vi giro in tondo, sgraffignando vostra moglie di rotondità.
Son “Pio” di pulcino da Padre di Giovanni Rotondo? No, non son San Giovanni Paolo Secondo ma avanzi un altro an(n)o. Ah ah! Miao, miagola! Ah ah! Bau bau, non aver paura ché soltanto, in solitaria, sono colui che bussa non solo due volte. Ah, che giravolta!
Il mio pelo non mette la testa a posto, si (radd)rizza a raggi vulva, e sapete perché? La testa deve stare “in mezzo”, in profondità… ah  ah! Concavo e nella cavità. Ah ah!
Lì se la gode e sempre più golosa è voglia che, arrossita, usufruisce del parassita…
Ah ah! No, non sono un montato, Lei però è montata. Ah ah! Pensa alla maionese, a farla… impazzire ci pensa quel che “mattarello” è gustosamente matterellone in quel bucone.
Non spiar dal buco della serratura. Le serre van innaffiate! Mentre io, in sella, arraffo di arruffata e spruzzo poi quand’è calda come la “botanica” serra d’effetto “ozono”. Ah ah!

Con le donne, adotto la zona mista, un po’ “didietro” con loro sulla “difensiva” e poi io d’altro contropiede (s)piazzante. Ah ah!

Sì, che te lo dico a fare, “grufolava” Pacino in Donnie Brasco al cagnolino Depp Johnny. Uno dell’FBI con la fedina nuzial’ “intonsa” eppur da penal’ per aver tradito l’amicale.

Non ammiccare. La tua amica è miciona. Ah ah!

Un “animale” quel Johnny. Mah, Johnny avrebbe bisogno di una cura da “Bracco”, Lorraine de I Soprano.

Povero Gandolfini, grande caratterista morto di heart attack. Azzo! Gli son saltate le coronarie! Bene, a me saltano accorate. Accollati i mortacci tua. Donna, scollati i collant.
Il collare te lo do io! Io incalzo, io son liscio lisciatina.

Ah ah!

Son scherzi che si fan al Cuor?

Ah, Dio abbia in gloria James, un attoron’ coi fiocchi, appunto.

Di poche ore fa, la rivelazione shock… (anafilattica o assonanza della filantropica…?) di Johnny Depp.

Dichiara che è quasi cieco oramai da un occhiolino. Dall’infanzia, la sua vista s’è appannata.
E oggi sta peggiorando da scent of a woman.

Questa non l’ho capita? Devo “inquadrarla”. Ma come? Non eran gli occhi la figata del Depp?
Anche lui è uno sfigato preso per sguardo “penetrante” ma si scopre ch’è solo strabico? Non è che farà la fine de Il Pinguino di Batman? Sì, Tim Burton doveva scegliere Depp.
Compare in ogni suo film, tranne nella parte che gli sarebbe venuta deforme senza uniformarsi alle deformità del suo strabuzzare recente.
Ah, cose da orbi. In effetti, l’andatura sbilenca ne I Pirati… era un’immedesimazione “piratata” da Keith Richards o Actor’s Studio della sua cataratta fra le cascate…? Ah ah!

Naviga la barchetta, tu non lanciare aeroplanini. Son di carta, non avrai mai un castello gotico. La regina vuole il dark, non il fricchettone.
Dunque, meglio il Falotico. Egli esorcizza la morte alla Takeshi Kitano, vi fotte senza “darlo a vedere”, e ai Depp preferisce un altro libretto. Ai finti malinconici, il suo Hana-Bi perché tu sei ancor fermo all’ABC.
E quindi che cazz’ stai a di’? Vedi che con me non attacca ma Lei “strucco?”.

Accattare! Accattoni!

Folle e visionaria raccolta di pensieri “loschi” in notti fosche e maculate d’annusar in glabri diamanti d’essenza fantasmatica…

Sì, attingendo a uno dei personaggi meglio inventati da quel geniaccio, quasi quanto me, di Stephen King, vero spauracchio da decenni delle certezze borghesi, anzi pittandomi in sua anima sbruffona e coagulata in rughe attenuate e telluriche, di rugiada in occhi neri corroboranti, qui il Maestro vostro è incolume e ancor immunità in suo decadentista monumento, elargendo a vossignoria, spesso distratta da troppe ratte, un’altra perla di raro e pregiatissimo valore, cioè appunto “L’eroticus Pennywise”, prima puntata d’una serie (forse… se il Tempo e la concentrazione non carenti m’accarezzeran d’altra certosin pazienza, scrupoloso puntiglio e ferma destrezza…) dedicata a tutto ciò che avreste sempre voluto dire sul sesso ma neanche affidandovi a Woody Allen ne ricavaste giovamento. Per carità, ligi voi al dovere, siete sol che menzognere megere! Ah ah!

Qui, il Falotico, in tal assaggio privo di smancerie, miei che m’odiate in quanto nemesi su sputi d’idiosincrasia, qui io asserisco che mi son superato. Sì, già sorpassai ogni confine dell’immaginazione quand’appena adolescente, in primissima pubertà fioccata, deturpai l’amor vano a favor della fantasia innamorata.

Mai fioco ma focoso! Col fiocchettino del “bambino”. Ah ah! E ficcante adulterino! Ah ah.
Che datteri quelle cosce, nettare di suggere sin al midollo spinale dell’esistenza e delle mai mie sfinite “resistenze”.

Attimo fuggente? No, intimo detergente!

Ah ah!

Romantico per vocazione, di “cattiva” condotta mai i voti prenderò ma il volo presi nello scoccar d’Icaro e giammai arso. Imbocco te e in bocca a Lei lo conduco… Ah ah! Mi sei cara?
Ah, no? Ecco la cintura di castità a 24 car(i)at(id)i. Ah ah!

Imparate, apprendisti e non più a depistarmi, ardite al duellar con chi v’è alto anche quando eleva il “basso” umorismo nel mescolarlo ateo d’alveare nobile e gagliardo.

Vegliardi, sveglia!

Falotico, un Uomo d’allevar in tal valle di villici. Come dice Lui, non abita in ricche ville ma, anche nell’agnosticismo di notti ignote, strambe e sfiancanti, roboante n’è manto infuocato dell’anima nel suo arricchimento. Spu-dorato! Ah ah!

Risorse inimmaginabili egli scova dal cilindro, poliedrico d’estrosità e impagabile eccentrico in questo Mondo dai parametri concentrici. Egli non è mai greve m’acutezza anche quando appare negli spiragli delle tapparelle.
Scopa come un coniglio e non ne caverai un ragno dai buchi… Ah ah! Egli puoi scovarlo solo se la tua di me si scotterà. Quell’attrazione fatale mi sarà allor letale, e ci saran altre gatte da pelare! Ah ah!

Sì, Egli annusa con Nutella chi d’amplessi non è poi così appetitoso ma merda, per spronarlo alla fame innanzitutto del non sol “lì” di pensieri lordi gravitare.

Craterico, un eruttivo fra voi ch’eruttate e, di borbotti tediosi, v’attanagliate di lesivo imbavagliarvi a vicenda, per ambir a cene da vincenti, invero insipide.

Ah, il Falotico sorseggia sangue ed è divinità in tal baccan’. Dio oggi bacco e domani bacchettone, però contro i moralisti in quanto non è un “topo” da vender all’asta alle donne da canaste per il “tipo” tosto di “girarrosti”.

Egli sa quando il rossetto… cola…  e se n’imporpora su labbra smaltate di “fresco”, sventola sol le tovaglie e sulla sua testa ci son molte taglie. Non è da sezionar al taglio delle chirurgie plastiche anche se esteta fra gli edonisti.
Estetista, sei troppo rifatta. Fammi far da la tua “paziente”. Io uso il bisturi a mo’ di turbo. Duro! Pungente, in fondo sei un delinquente se non mi permetti d’ometter quel che si apre al riempimento! Ah ah!
Io tappo e stappo, al tappeto!

Egli dall’horror trae spunto, “estraggo” per spuntarla…, dunque leccarla tutta. Ah, che leccornia di (l)acca. Come scoccan le albicocche della sciocca cagnolina ché non avrà da me coccole se prima non si acconcia. La finisca di scaccolarsi se vorrà che io dentro m’accovacci.

Perché son buongustaio dei piaceri raffinati e dal pelino fine su prose talora poco “posate”.

Eccesso fra una società d’incassatori e appunto incazzati, provocatore a ripetizione fra tu che evacui un peto e guardi sol le “misure”… d’una tenerona, Falotico t’è onda frigorifera se il ghiaccio non sarà al dente di purezze tue bollenti.

Il sesso va scaldato, il condizionatore non raffredda l’Estate, il “gelato” è al limone “al bacio”.

Pezzi di stracciatella, io vi stracciai solo col mio neurone da cono, cornuti!

E, quando comprerò una gelateria intera, ancor integro sarò yogurt cremoso su amarene succose, fragoline permalose ma da permeare, e v’incazzerete verdi di rabbia sol come il pistacchio.
Sì, voi tentaste d’addolcirmi ma steccaste a erigere steccati. Io vi do i punti e sempre più c’è distacco in tutte le vostre appiccicate. Ah ah! Ma chi volete impiccare?! Chi vuoi picconare?! Son io che le prendo a martellate di marmellata. Ah ah! Tu “la” agogni, sgomiti (eh sì, il gomito del tennista) ma io sgommo mentre tu guardi 21 Grams. Ricorda, WatsonNaomi Watts ama l’erezione a mille volt. Da te non ne vuole. Ama King Kong, non le scimmie. Quindi, Stephen King, che non è elementare per niente. Non c’è nulla da fare.
Come ve lo faccio io, lo sa tua sorella! Ah ah!
Naomi sfoglia la banana e, tra le frasche, urla con Tarzan. Sì, poi daremo in pasto il suo tanga agli Orango Tango del Togo. Agli africani, preferisco il ripieno di cioccolato al latte. Sono un cocco al Bounty.

Hulk è qui in carne e muscolo di bicipiti in tante discinte, tu sei uno che s-fotto. Saresti Ercole? Ma vai a darlo via, va’ va’! Il cul’

Ricordatelo: leccar a lungo andar non val’ se valoroso non ce l’hai anche grosso.

Cosa? Mi riferivo al cervo, miei cervellini che ragionate con l’“uccello”.

Ah ah, il Pennywise è qua, ve l’ha fatta.

E ora voglio la peperonata più pernacchia su smorfia da Pinocchio.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Scent of a Woman – Profumo di donna (1992)
    Glielo faccio vedere io cosa significa esagerare!
  2. L’uomo d’acciaio (2013)
    Non eravate pronti a capirmi subito.Vi dovevo prima spaccare miei generali. Le regole fasciste le date alle vostre bimbette.
  3. Rocky V (1990)
    – Toccami e ti denuncio.– Vammi a denunciare.– Rocky. Gliel’hai data una bella lezione, eh?No, padre. Questo è solo l’antipasto, anzi, “scontiamogli” pure il primo. Il secondo, più dolce con caffè amaro e senza frutta, glielo daranno i secondini… vede, padre, un conto appunto è se dà del fallito a me tale bamboccio ritardato. Che dopo aver sfruttato, appunto, ha iniziato a deridere… un altro paio di conti in sospeso… è se offende persone di sessant’anni.  Peraltro, appoggiato nell’orrenda malefatta, un’atrocità per usar un “eufemismo”, dal padre. Uno che, alla sua età, avrebbe dovuto capire cos’è la vita. “Lui” la celebra e la “recita”… ah ah!
  4. Gran Torino (2008)
    – Che vuoi fare, Walt?- … Ci siamo padre, a costo di morire.

Matthew McConaughey, fortunatamente, non è matto come una faccia di bronzo nel net


20 Jun

Chi critica un grande attore, solo perché è anche bello, merita la mia bella faccia sguaiata di sorrisetto a strafottenza della sua spocchia da Matthew McConaughey della periferia degradata

Allora, chiariamoci. La questione è vecchia come il cucco. Ora, chi è questo “celeberrimo” cucco?
Non lo so, invero conosco l’enciclopedia Treccani ma non m’occupo degli orologi a cucù.

Sì, preferisco l’inquietudine alla “tranquillità”, tanto paciosa quanto a generar mostri dormiglioni.
Sì, quelli sospettosi, annidati in certezze da macero, se di lor pericolo di crollo giù non da sé abbatterono già il mur dell’ostile lor non amarsi.

Chi si ama, ama il prossimo e l’appoggia anche quando sba(di)glia, chi odia non piglia pesci nel dormitorio degli oratori. Luogo ove vige il “viva” e “vegeta” la pusillanimità del tutto pigliarla a puttane.

Fra un tiro al “buco” e una ciambella da “Salvami da questa gente”, sempre galleggiante ma mai a virar le boe, in quanto s’auto-eviran da castrati boa.

Applauso. Togliamoci dalle palle. Anzi no, prendiamo i lor testicoli!

Ora, schiariamo le idee a questi annerenti. Inetti, balbuzienti, di bla-bla-blaterar e favellar quanto la loro fava sempre affamata, talvolta le “violano” ma poco (ad)divengono.

Ah, il cuculo miei matti. Matteo n’è specializzato di calunnie, su Twitter si fa chiamar facciadibronzo.net.

Mi denunciasse ancora tal criminale e non me ne fregherà un caz’. Stette accorto ad allungarlo alla sua che “bela”, brutta invero del pascolar con tal “pastore” delle vall(at)e amara.

Costui, (s)monta ogni sempliciotta di suo “(e)retto” salsiccino, sgrida nelle grigliatine ma getta sol fumo in questo già suo arrost(i)to. Presto, in tribunale, altre ammende pagherà per i suoi vigliacchi vilipendi e dovrà pagar di risarcimenti ai morali danni se non vorrà esser appeso.

Tanti followers pendon dalle sue labbra, altri affiliati figli di puttana, e la sua ragazza finirà “dipendente” per altro fargli da segretaria in “marcia” melina di codesto “ammaliatore”. Oh, accusa di mentali malattie anche le sue mule quando n’è allattato di “scremarle”, (im)parziale per il suo granulo al dentifricio “smacchiatore” su altre “fotocopie” che “colleziona” di “coppe” alle su(or)ine Sì, fidanzatevi con questa faccia e, dopo esser state succhiate fin alla spremitura, egli s’accanirà di sollazzarselo per altra succosa “spremuta”. Con tanto di pistollo e, moralista, per altre morettine davvero delle pistola.

Campione “illeso” a leder chiunque gli capiti a tiro, si stira le gambe a veder la Nazionale, per “azionarlo” nell’aprir le gambe a un’altra polla. Beve di “bionde” nel tifar di “birra”.

Ride contento, il deficiente.

Ah, che boria. Ma ne soffrirà proprio per il suo “abusare”, sfruttatore irriconoscente, prima d’adiacenza appunto al culotto, quindi in giubbotto a darle di “botte”.

Che merda d’uomo.

Mica come il McConaughey.

Sì, la nostra faccia di bronzo ha trovato “pene” per i suoi denti.

E, oltre a spaccar il suo “apparecchio”, eh sì, intavola (im)bandite cenette fra ochette da mezza calzetta su calzon di “capricciosa” sua mozzarella, presto, dallo spaparanzato, sarà spezzatino.

Già, sulla “pizza” van condite anche le sue “olive”.

E cazzi suoi son adesso.

Sei in arresto, idiota.

La sua famigliola non condivise le scelte diverse, e allora noi non accettiamo il suo “scolarsele” da invertito.

Sì, useremo l’accetta. O preferisce prima altro “peperoncino?”.

Ti paion minacce, mia da schiaffi faccia?

No, legalmente verrà chiamato in aula. Visto? Le tue aiuole saran rasate.
Al suolo, asino e bovino col tuo budino.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Killer Joe (2011)
  2. The Dallas Buyers Club (2013)
  3. The Wolf of Wall Street (2013)

It di Stephen King contro Alex Britti, un ritardato!


18 Jun

Questo IT al Cinema, dal capolavoro assoluto dello Stephen King migliore… cazzo, lo vedremo mai?
Ah no, allora beccati il mio Joker nel culo, mio Superman!

La Warner Bros, genitrice del sopravvalutato Nolan, dunque un omicidio inception, annunciò in tempi “reconditi” la prima “integrale” version del capodopera di King, It, appunto ma, fra il dire e il fare, c’è di mezzo la “marea” di soldi del budget “alzandosi” e, come al solito, più che un pagliaccio assassino, rimarremo con le mani in mano e un Tim Curry pazzesco in un film “satellitare” per bimbetti spaventevoli. Meglio d’Interstellar, già cagatona spaziale!

Sì, il Pennywise tremar fa, ma il film annunciato s’arena sempre nel “pan bagnato”, non approda mai nonostante sia stato messo in porto, in cantiere si fan i nomi delle “maestranze”, il regista s’ingegna da “ingegnere” per far collimare il “piano regolatore”, eppur la barca crolla, mancan le fondamenta dell’investimento solido e ognun s’accasa col Cinema domestico per famiglie tremende, nella canterina frivolezza ché val più un pelo di figa per “roderla” contenti piuttosto che un clown “cattivo” più figo dei “buo(n)i”

I produttori han terrore a cacciar quattrini per un film horror, or che la gente s’accontenta di commedie alle “bone”, la bonaccia “sventola” bandiera bianca, oggigiorn’ il grand guignol è il ghigno di Paolini Gabriele, ricoverato d’urgenza per “insonnia” da pene-slittamento dopo la sua innata e sabbatica Tommasi Sara del  giro-dolce-vita “appaiato” nell’innevare il tubo catodico e “YouPorn” della“conversione” a profilattico sul moralismo d’acidità (ga)lattiche. Dopo Claudia Koll, Papa Francesco. Ci manca solo John Travolta nei panni di Marilyn Manson e la puttanata del Mondo è al completo. Sì, che svestiario!

Sì, quel film in due parti valeva per Tim Curry. Mai più gridai così “sverginato” quando Tim appare da dietro le lenzuola dei “panni sporchi”, intonsi nella cittadina di coscienza lorda.

Spauracchio e Babau, nightmare che rispunta dopo anni in cui i puttanieri pensaron d’averla spuntata sul “mostro”.

Non basta sputtanarlo se non ammazzato è più vivo dei già “morti”, miei borghesi annacquati.

Eh sì, la metafora in medias res del libro è lapalissiana:

ecco che a volte ritornano, la “minaccia” induce al suicidio nella “pulizia” delle “vasche”, il sangue cola e uno si taglia i polsi perché sa che decollato sarà…

Stando a IMDb, Cary Fukunaga forse lo girerà ma intanto gli giran perché il processo (vedi che Kafka è metamorfosi degli abomini accusatori del tranquill’ quieto vivere?) lavorativo richiede una sceneggiatura “tagliata con l’accetta”.

Un romanzo fiume non si può “amputare” ma, se non “censuri”, la durata diventa lunga quanto “due palle”.

La gente vuole una storia “secca”, un film “duro”, senza cazzi per la testa e prolissi “tiramenti”.

Il regista va fuori dalle orbite dunque, in panne scoppia,  la gente “normale” spipacchia ed esige “rilassarsi d’adrenalina” nel drive (H)offman su aut(istic)o spettator’ senza cervello dei recettori.
Il vibratore è nel cruscotto in caso di non “evenienza”.

Prima un po’ di splatter non troppo disturbante, quindi la spruzzante scopata “piccante”. Eh sì, guardano i film con l’hot… dog, chili… obesi con carne di bacon acquistato a sconto, fra gli autoscont(r)ini da paninari su abbigliamento “Americanino”.

Sì, USA e getta, osé a gettoni. Culetti e un altro etto di sanguinaccio per poi il puritanesimo previo “ano” e bellicoso “terrorismo” psicologico. Bush era peggio di Obama?
So solo che George Clooney è “impegnato” di Idi quanto Snowdon Lisa fu “impregnata” di lor partnership nel party del Martini. Affiliati, il ranking salì e anche la “posizione” sempre più “alta” di George in quel seno svettante.

Rettili, George è rettale, “seminale”.

“Gradimento”, gli ascolti son al massimo. Jennifer Lopez “canta” musica sgolata su occhio di chi vorrebbe incularla di “lento” ballo latino, ma ha le pareti insonorizzate perché il toy boy spacca… le tempie nella sua “batteria” di colpi “bassi” con troppa distortion, causa erezione anomala da “patito”… delle frizioni, da “pompante” a far chiasso nell’insaccar anche le scrotali sacche nella scrofa che “tampona” le casse fra un cazzo qui e un altro più di “volume” incazzato.

Questo è il Mondo di oggi.

Sono io il Pennywise.

Anche se stilo l’attore che farebbe al “nostro”: Robert De Niro.

Sì, questo Bob settantenne col neo allucinante, truccato a dovere per infonder più inquietudine al suo viso sciupato, logorato, di mille personaggi trasformato, invecchiato, col “pappagallo” di chi lo “doppia” nell’etere di cateteri per adattarlo al gusto demente dell’odierno sol urlar al prossimo “Ma chi ti caga?!”, in tal pisciatoio di “spogliatoi”.

Questo è il Male!

Questo è IT che mette i brividi!
Mica l’Italietta e Britti Alex. Ma dove cazzo vuole portarla a ballare con quella ochetta di macchinuccia?

Va ammaccato!

Io tiro fuori il furious di Vin Diesel e “gliela” stiracchio. Sgonfio anche le gomme di quelle che masticano e le mastico di “gonfiore” grosso col boom!

E sapete? Dinanzi al mio muscolo, gli entra ancor prima di carburare.

Sì, io la prendo e Alex diventa come quell’altro scemo d’eunuco del Del Piero, un calciatore di balistica ma di voce moscia. Lui e la Chiabotto, da me solo botte. Puttanoni! Pennette e Flavia Pennetta!

Li trasferiranno al reparto “Plin plin”, ubicato nella pineta con gli abeti fra altri ebeti con le pinne.

E, su quest’acciuffarvele, mi aggiusto il ciuffo e te la combino per le feste.

Salutami tua madre. La scopai Domenica Notte.

Il marito guardava la Nazionale e io suonai la “trombetta” in “curva”. Nel “centrocampo” di pressing.

Come? Sono fuorigioco?

E allora prendiamo l’arbitro e, di mia “mazza da baseball”, voglio lo sc(r)oscio.
It-aliani, beccatevi la canzonetta!

E ricordate: Briatore lo trombo di pistone.

It. Attica!  Sono Attila, il flagello!

 

“Killing Season”, il trailer ufficiale


18 Jun

Direttamente in contemporanea con la presentazione al Taormina Film Festival, il trailer della First Look Studios (leggasi Millennium Productions), finalmente disponibile.

 

Wall Street di Scorsese, la mia scorza “dura”, DiCaprio è lupus!


17 Jun

Il Lupo di Wall Street sono io, bello come DiCaprio, stronzo come McConaughey, cazzone come Jonah Hill, geniale come Scorsese, a tratti “addiction” da Abel Ferrara su sguardo bastardo di Michael Douglas dei tempi d’oro… nell’ass-o sfoderato!

Cancro “orale” per Sesso di-pendente!

Esce il trailer di questo zio Marty, che ancora ve l’ha ficcato di classe non è acqua nel “saccoccio”, miei detrattori e ratti che ammirate solo l’Italietta nazional-popolare con Pirlo Andrea e le sue palombelle da barbetta (de)cadente in discese vostre da “trombette” in bocca(li) da pinte!

Quale Gosling. Ecco il DiCaprio di lingua come un (Abatan)tuono, miei fantocci!

Confederazioni coppali, per il Mondiale di prossim’annata. Voi, in giubilo, griderete abbindolati d’altri colpi balistici “anali”. Al Brasile ospitante di pentacampeão, preferisco il “campetto” sognante di Brazil, nel Gilliam alla burocrazia di sardonia irriverente e, al tifo da stadio, una figa da “studio” per un “tiro” fendente” in mezzo alle tette prominenti nel mio dileggio da Topolina mouse a gamba di legnoAlè alè alè oh oh, me ne fotto, miei polli con le “ali” da “aviatori”.

Che “foglie morte”.  Dunque, dopo il goal al contagocce, da “collirio” su collarini del tricolore di voi coglioni-lenti a contatti di Facebook e ad applaudir l’erculeo Balotelli post una cena poco posata in tagliatelle alla boscaiola e varie scoregge a mo’ di “staffilata” proteica del carboidrato non di cazzo “tirato”. Ma di grasso che cola annacquato nel vinello su urla da divanini. Che culo, eh?

Come vi piglio io, neanche il tuo amante, un “topo” loffio e già affogato nel “marrone” senza tiramisù.
Io addolcisco la Donna da “filone” e tutte di “sfilatino” si strappan, oltre alla calze, la “rete” dell’insaccato!

Il mio punteggio è da “sudore” e, cornificando,  i mariti sudan ira fredda. Sono il loro martirio. Fra un Martini e il mio Giorgino.
Impotenti ancora, nel doppio incularli, prima nelle loro e poi “luridone” di altro “candore” da sbiancarle.

Sì, io di “bianchetto” sbanco, non scoraggiatevi, sono il mappamondo orbitante dietro e avanti sulla “marcia” immarcabile. Marcette, marchettari, marmittoni! Povero trombonazzi, che panzoni!
Mentre voi marcite con Mameli e il suo innetto, io isso, immetto la “bandiera” a “Mezzogiorno” per mamme(lle) infuocate! Annuendo, vanno poi denudandola. E che dandolo di dondolo.

Cari tonti, siete come il nano Brontolo. Io, invece, bisonte a Biancaneve affondo di Mammo(lo). Mie mammolette, siete già da mausoleo. Mica come il mio “musino” che suona l’ocarina di musica non da fav(ol)ette.

Su, forza. Non incazzatevi. Io vi sfianco, sono il centravanti di “sfondamento” con gli Speroni del cowgirl.

Si chiama “schiuma”, lo score vincente dell’Uomo “infilante” altre palle nel cum.

Al Maracanà, il mio Oronzo dribbla da Aristoteles, senza troppe filosofie. Gira attorno agli avversari e dunque, cadaverici, li sbatto nel loculo come Crisantemi, mentre “roteano” nell’arrotolarmene un’altra da pastore.
Luterano? Ah… no, latro come Martin il cineasta “religioso” contro gli ortodossi del Cinema vetusto e delle mentalità da ottusi. Io spolpo, disosso, addosso salto nel dissanguando.

Sono un CristoWillem Dafoe. Uno “ambiguo” che mette in “croce” Maddalena ed è Passion a Tornatore e alla sua Malèna. Detesto Peppuccio ma adoro le poppe della Bellucci. Quando le lucida di limoni… siciliani.
Ah, il mio cannolo è di panna come la “cassata” di Cassel, Monica incassò “da me” e ancora la sua “caramella” m’è cazzone duro come il muro, a cui l’affresco, baciandola di Pinturicchio nel “pitturargliela” con pennellate nei bacini sotto l’incrocio dei “peli”.
“Sbandieratori”, ecco il “fantino” del miglior “Pa(l)io” di cosce sulle cavalline di Siena, nel seno, dissennato da Trieste in giù.

A briglia sciolta, io le sciolgo e “domo” da stallone mentre tu domini solo le zoccole.

Il purosangue spinge di blu sempre lassù, lilla arrossiscono e di latte ne son “stellare” nel Modugno sotto la Luna… meravigliosa nella modella che modula il mio montarla con “moduli” strategici da 4-4-2, “bomba” im-prendibile nel 90-60 e “goniometro” su staffetta resistente nelle “lunghe distanze” come un negro dai polmoni instancabili e muscoli più dotati di “slancio”.

In poche parole, sono nato Playboy.

Tu, datti alle parole crociate e fammi giocare all’indovinello se la scoperò di rebussa due volte o anche Ricomincio da tre?

Facciamocene Cento. Che Carnevale! Mica come Paola Perego. Le voglio spremere. Prima una pera, poi la banana e il dessert del desiderio per altri sederi.

Sì, questa è la verità: le donne si catapultano a mo’ di razzili dell’ex… Unione Sovietica per il mio “missile”, e divento URSS-ul(ul)a Andress col mio Sean Connery 007 più tre che se ne fan per sangue fottuto “al negativo”, PH che sta per “patacca” nel neutro amorevole della doccia di astronomia lunare su vuoto corporeo.
Sì, massa più accelerazione di gravità non è la teoria della Relatività ma una mia reazione chimica da carbonio 14.
Mi butto ma le bottane mi gettan nel bidone. Marcire è inversamente proporzionale al “fiore” che cresce per la fauna femminile, causa rifiuti tossici del loro batterio su mia flora intestinale. Più si sviluppa, più il lupo perde il pelo in queste viziate d’altri seviziatori.

Su tale stronzata, prendete un treno per Marte e noleggiatevi un’altra vita, la “Total Recall” è l’agenzia del miglior Paul Verhoeven.

Su quel Pianeta Rosso, meno seghe a luci rosse e meno “trivellare” da operai.

Ho detto tutto. Ah no? Detta come il Papa, cioè papale papale, una palla se n’è andata di bolla ed embolo, fra un bombolone e senza la “bambolina”, sono buchi craterici.

Cioè senza il cazzo dentro. Amaro?

No, meglio mescolare le “zollette”.

Applauso!

Buttiamola in vacca!

Gli uomini mi prendono per un coglione, le donne per entrambi. E da questa “dinamica” di “stiramenti”-strozzamenti parte il “resto” di “allungamento”.

A volte, non devo neanche mostrarlo.

Non mi fotograferanno mai nudo, perché la mia bella faccia di cazzo basta e avanza.

Revenge total’

Il primo preso d’assedio sarà il cretino che tormentava, dal “podio” del suo liceale “encomio”, ogni persona che da manicomi considerava. Il suo nome è Matt… o, programma pedagogico a base di sedazioni al suo “culon’”, con tanto di spezzar i “gambali” alla sua gran puttan’, io la disprezzai e ora, impagabile, il mio non ha prezzo nell’inframezzar’ il lor “divertimento”, pari alla madre di “bocca” maligna e maldicenza incarnata in alluce vacuo su cerebrolesa più lesioni a spappolar il marito, gonfiato pallon’ “aerostatico” della flatulenza, capo-bandito delle panze e del mio infilzarle con la banda che incita alla svolta, a deragliargli il faccion’ e poi, sfacciatamente, falciargli i “marroncini’” del suo zabaione, su glassa e smargiasso (con)ficcante, previo denuncia che userò a cannucce di costui che (s)cannò. Che cannelloni!

Voglio l’azzuffata inglese da hooligan!

Triviale va il trombon’ in salsa e nel liscio dell’ammogliato, ma funesta è la vendetta e dalla fune penderà “questo” che di pene, in ogni senso, volle frigger i “diversi” in salamoia.

Come un salame, penzolerà e altre “pizze” farcite di tort(ur)e nel deretano sarà “aitante”.
Ah, puzza l’alito al nostro “altissimo”.
Sì, dal soffitto, ha le fitte e implora perdono dopo che aff(l)isse. Lui e il suo “attico”, zeppo di “collezionismo” da morto demente. Ah, adesso non vuol morire e grida “Pietà!”.
Ma per carità, osiamo di più su tal profanatore dei suoi doppi “Osanna” in chiesetta e poi, feriale, “festeggiare” di atroci sconcezze.
Stavolta, maiale hai incontrato chi t’ammazza e stramazzerai sol al suolo, “sbellicandoci” di risate impazzite. Che maionese, che ketchup!
Piaciuto inveir sui “poveretti” per segregarli nel nero pozzo e di pazzia accusar da “petroliere”,  mio spezzatino, fetente?
Ecco, tendesti il tranello e la “trappola” t’è ora “trampolino” a impiccato se così accetterai una decorosa (di)partita, altrimenti soltanto che accetta da boia dopo la ghigliottina.

Mio “golosino”, che gotine paffute. Pluf pluf, la tua merda non sarà cremata ma di ceneri incendiato ne “verrai” liquido su tanto “seme”, ah ah, mia cattiveria ne vedrai delle belle.
Guardalo ancora un attimo, dallo a vedere alla tua meretrice un altro “popò”, ché il Tempo scocca e il fallo t’è sempre più “fuochino fuocherello” nell’affievolir il tuo forcon’ e “fornicartelo”, nazista!

Che falò!
Avvertito fosti ma te ne fottesti…, come i tuoi figli ora sei blindato.
E dire che ti professavi, come la “professoressa”, un carro armato contro ogni fessacchiotto con gli “orsacchiotti”.
Orsù, l’orso ti fa paura?
Vomiterai prima irto, quindi da primate in arti “stuprati”. Chi è il deprimente, scimmione?
Legge del Taglion’, non n’eravate al corrente, miei “colti” delinquenti?
Quanta “cultura” sprecata, ah.
Ecco, dunque la Lezione. Ingredienti carnali all’olio bollente. “Cotti e mangiati”.
Scrivi alla lavagna il tuo “ingessato”, già, e sarai spremuto poi come il “vino” nella vigna di vendemmie e spruzzando da una quercia che terrà il tuo peso sin a quando, esangue, di linguina sbaverai l’ultimo Sole della tua “esal(t)azione” Ah, odiavi la mia “pesantezza”. Ma non soppesasti la forza della “Vergine”, tu che di Bilancia hai gemelli figli e Cancro nell’anima(le). M’allenai di bilanciere, ora ti sono uccisor’
Sorreggiti finché dura, poi la stagionatura ed essiccherai pallido.
Questa è solarità!
Ti par una bestemmia? No, lemme lemme la “femmina” t’ha flemmaticamente fermato.
Infermo… con le mani.
Te l’ho legate, e lo sai…, ti attenderà l’Inferno.
Non gradisci?
Ah no? Abbiamo anche la graticola!
Che “grigliata”.

Chiamami Il Grinta!

E ricordate: ho un volto sghembo in mezzo alle gambe!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Cape Fear. Il promontorio della paura (1991)
    La paura è un idiota che la combina grossa ma sa che un lupo in libertà, prima o poi, gliela fa.
  2. The Wolf of Wall Street (2013)
  3. The Addiction (1995)

“The Wolf of Wall Street”, il Trailer


17 Jun

Uno Scorsese pazzesco, un DiCaprio gigantesco!

Non vedo l’ora!

Celentano vs Federico Frusciante


16 Jun

“Frusciante” Videodrome, nel retrobottega, c’è un lupus in fabula che ama il Cinema, adora le storie di terrore ma è preso, talvolta, dal culo di Monica Bellucci, nonostante la “maturità” irréversible

Cosa penso del Frusciante?

Sì, da mesi siamo “tormentati” da un personaggio fuori dal comune, infatti abita a Livorno, che mi par provincia riconosciuta di carnevalesco. Ah no, scusate, quella è Viareggio.

E come dice il detto falotichesco: “Se la gente media lavora nell’ufficetto col cappuccino, scremando le colleghe di crema zuccherata, l’Uomo senza canne spara cannonate nella videoteca ove ogni film, di scalpello, fa un baffo alla barba grigia della no(ta)ia.

 

Egli è il Frusciante, da non confondere con l’omonimo bassista, molto basso di statura m’alto di Musica, del gruppo Red Hot Chili Peppers, a cui eliderei l’ “usa e getta” con Accorsi stuprato da Negroni di Jack per-denti.

 

Quel filmaccio non vale niente. La storia di boys calmi (classici bravi ragazzi non goodfellas, fessi sì e segaioli per la “fessura”), non attizzanti come Sabrina Salerno (una da “venir”… alle mani di rapimento Polli Amadori), che vorrebbero tutti quanti suonar la chitarra di Violante Placido. Non c’è burro senza “condimento”.
A che valgon gl’innamoramenti se poi pretende il mutuo tal mula demente?

Ma, fra colli bolognesi alla Cremonini, varie limonate, tuffi in piscina, in saccoccia tornerà radiofreccia solo la “meccanica” della sua “arancia”. Non gli porse le guance ma dietro fu “gancio”. (Fondo)schiena(to).

Ah, la vita è una questione di “prospettiva”. Lo sapeva bene Cimabue, mica come il bovaro Luciano delle cosce e zanzare. Siate lungimiranti, nell’allungo potrete allungarglielo. La Donna scosciata è bonagustaia del chi “Va al sodo con pragmatismo senza gambe corte”.

Mah, se Kubrick fu il Giotto delle geometrie perfette, il Liga vale una Cappella Sistina quanto Michelangelo dipinto da Fantozzi Mariangela accoppiata a Loris Batacchi per la scopata volgarissima da “Me ne sbatto”. Insomma, come paragonare Andrea Roncato  all’“Orlando furioso”, anche se ci fu Stefania di skirt pelosi. Dicesi intermezzo pubico-pubblicità sublim(inal)e. Anche tortellini troppo culi… nari per la felliniana anale di “Gradisca” audience.
Si alza, si sbircia, si “sbriciola”. Proprio delle braciole, miei “salsicciotti”. Da piadina con “fondine” e alito d’aglio pesante.

Per la coppietta mondana della Bologna “bene” andata a puttane modus operandi-operai “cerniera”, ops, volevo dire, anch’io “ardere”, delle entrambe carriere da “Slacciami i pants dei miei jeans Carrera, guarda che carrozzeria, e quindi schizza nella bionda birra… ché il fil-metto è commediaccia all’italiana arrapaho nella fiondata, platinata, nuova Fenech su torta da fenomenologia erotica di massa, corporea soprattutto e ciliegina-cinemino rosso”.

No, il Frusciante s’eleva dalle sconcezze di quest’Italietta all’“Evviva il parroco nella parrucchiera”, Egli esige Cinema di tagliata qualità, ama recensire alla luce del Sole e, a ogni vis(i)one darà poi della s(c-u)ola sui calci in culo nel rivalutare il giro della giostra. Nel Futuro prossimo, sostituirà la fantascienza a Lina Wertmuller.

Prende pure a sculacciate le suore e gli scolaretti. Mah.

Ieri, ci mostrò Nolan Christopher, osannandolo d’insomnia cinefila, domani criticherà il prestige del suo cubismo lessicale da “illusionista” della Lingua nello sciacquarla in Arno su stile “dantesco” da “Cazzo di filmone, maremma maiala, boia d’un Giuda ladro, e tu(rpiloquio) sboccato alla Boccaccio”.
Ma non è “Volgare”, soltanto voglio scopare Rossella O’Hara. Datti al mare!

Frusciante non fa trucchi, fuma come un turco, miei tocchi, il Frusciante. Al massimo “ritocca” e non si trucca. Dica Duca, duca dica. Che fachiro! Tutta del suo sacco farina! Ma talora svacca!

Perché non posso fargli il ritocco, visto che non “riporta” esattamente, di pronuncia, il nome degli attori col riporto?

Un esempio su tutti: Ralph Fiennes me lo spela più dello stempiato Jude Law.
Nic Cage me lo stronca di “(c)rapa”.

Sì, prendere, “affittare” o lasciare. Il Frusciante non ti lascerà scampo, mia sciampista. Che scalpi, che capelli, scappellalo.

Non ne sei colta di “dadaismo” ma donnetta da dadini che sognan il “brodo” delle “Star”.

Frusciante invece sa mescere il purè, cucina giudizi mai manieristi, bensì manicaretti da chef della cinematografia onnivora. Checca, checché se ne fotta!

Egli è divorator’  delle tu(t)te… celluloidi nell’involtino anche ai suoi “fegatini”, s’arrabbia se incompreso l’offendono. Re-inventario!

Al che, diventa fottuto e il peggior Sylvester Stallone, che Lui “odia” sol di parvenza radicalchic all’occorrenza per non “tamarrare” troppo ma col desiderio d’ingravidare l’oramai francesizzata, non più alla francese, Bellucci Monica, mica una monaca francescana però d’affrescare pseudo(nimo-omin-ometto, nomen-clatura, creatura in clausura questo omen ignominioso, non “minuscolo” ma ce l’ha muscoloso) Vincent Cassel?

 

Sì, di feticismo alla Van Gogh. L’unico pittore che ha distrutto il famoso proverbio: “Quest’opera è fatta coi piedi”. Sì, Vincent fu un olandese-irlandese simil il mio piede sinistro. I suoi quadri volavano alto solo grazie all’alluce del suo genio impressionista. Pennellava meglio di Barbara Palombelli. Sì, quella è un’esaltata d’accavallate per Rutelli da impotenti sulle rotelle…

Quasi quanto il mancino di Rocky Balboa.

Il Frusciante non è un fruttivendolo, è l’Uomo che vogliamo in Parlamento perché “travaglia” i capolavori della Settima Arte come il Michele Santoro più incontestabile. Leader incontrastato del suo forum da pigliar a “testate”.

Non ha attestati di lauree ma è più aureo dei ricchi. Anche se fa le previsioni da “zingaro” come Iva Zanicchi.

Pender dalle sue labbra è Zecchi(no) Stefano… e non fategli Sgarbi. Vittorio? No, meglio Andreoli Vittorino, uno che difenderà sempre lo “spruzzo” sincero di un “matto” sedato solo perché voleva il sedere d’una vittoriana.

Frusciante!

Egli spacca testa e par una bestia quand’invece, in cantina, oltre a del buon vino e a scorte di preservativi formato “Chissà mai…”, ha tutta la compilation di Samuele Bersani. Mai aperta, ancora intatta.

Da custodire soltanto in caso d’evenienza se sarà accusato di “plagio” e dovrà giustificarsi da fan di Alberto Sordi, come il “bravo” Stivalon’.

Egli mette su i Doors, con Lui sfondi delle porte aperte ma odia Jim Morrison e anche Oliver Stone.

Un critico ambiguo, uno sleeper. Ma lecca il Mondo di slurp, fra una delusione e altri da strappar di cazzoni.

Applauso!

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