Archive for August, 2013

Sexy beast, sono il materasso e quanti ass-i di bastone! Che bestiaccia che striscia!


22 Aug

Miei tassi a voi che interessa di come lo “intesso?” A te, fesso che hai il chiodo fisso, a te, di fessura, ecco come batte il ferro del mestiere. Fra una giarrettiera e un tirarmelo di doppie punte con permanente cotta a puntino!

Allegria, via dagli allergici “letargici” e letali, sono lor il letame, amate, io sono il Testamento e t’incorno di “sacramenti” per elargir la “viva” ipocondria e, nell’evviva il parroco, sul barbiere delle Barbie! Su, belate pecorine!

Con pachidermica epidermide, navigo nel vostro stagno, oh sì, io vi stano e affloscio la proboscide da elefante nel “laghetto” d’una Donna prominente, come la corna… musa ispiratrice delle mie profumate narici, aspiranti i suoi mestruali dolori anestetici al sessual godimento per sciacquarla… in divorante “ottovolante” su e giù a mo’ d’aspirine rilassanti. D’un rilascio prolungato, un depot depositario del seminar il “panico” con tanto d’impregnare e tutte “bagnare”. Sì, mi copro d’impermeabile sul panno (s)porco e mai in panne montate d’atimia montantissima a tutto “tiro” ma dura tutta la Notte e non solo un attimo (in)dimenticabile, anaffettivo eppur “infettando” i buchi biliosi di biliardo e poi estraendo l’ossobuco nello scarnificarlo a issar il mio per la figa conturbante! Quanto in buca, non sbocca!

Sì, guido a velocità supersonica, rallentando solo in prossimità delle “curve pericolose”, per una sosta “disse(s)tante” e di tambur battente con tanto di gonfiar il pneumatico martello del “radiatore” da (ri)caricare a reiterata umidità ancor solare, mai ritirandolo anche nella mu(l)ta! Anzi, con me parlerà di bolletta.

Sì, uno psichiatra vorrebbe castrarmi di sedativi ma sua moglie, nel sedere, inchiappettai e or sta solo che seduto, mentre io, come il Toro indiano, fumo la sua pipa e schiaccio il (ta)bacco. Lei lo imbocca e il bocchino è a monito “freudiano” dell’inconscio infilato a sue cosce sconce del nostro dottore ché, mostro, è or “tranquillizzato” nel mio frenarla su accelerate di tutta che s’allarga, spingendo nella gemente su elargirglielo con giravolte e “avvolgibili” tanto “melanconiche” quanto “agonica” struscia la gonna e poi dondola nel marino mio “gondoliere”. A remi calmi, da Sospiri veneziani e Ponte “festivo” e da carnevale veneziano per altro baccano e ani “bisestili” ad anal su una di sesta e quindi altri dotti di astio, carnalissimo sguaiato, in gola e a canal “Glande”, trionfante come modellarlo a maniera di Murano, previo troppe sue urla da insonorizzato muro di cint(u)ra.
Inasprito è solo per una di Astio, mangusta è per il gusto anche della puttana di Gustavo, pugliese che non la fa ragliare nel succhiarla a cima di rapa. Io, di vongole, vengo sgusciante ché scudiscio quelle lisce.

Ah ah, tu stai lì, lo stallone sta qua, mio baccalà. Il pesce moltiplico in forme poliedriche d’altezza perpendicolar nello scender, di cerniera slacciata, in “basso” ventre danzante con tanto di seno latteo negli amplessi arrapanti.
Di poppa polpante! Grondan i capezzoli da me morsicchiati e, di mordente, Lei spela il pelin d’orsacchiotta a “lupara” dell’ararla in poi arido “inacidir” costei quando l’abbandonerò per altre bone  a cui lo “abbono” .
Che bombolone!
Io rimpinguo la vacua che poi di grida evacua e d’acqua è (ga)vetta d’altro (s)premerla sul grilletto lavico di slavato e quindi ad altre lucidarla. Basta che non sian vacche e lo ficco. Me la danno, che “danni”, e do ridondante a rose d’iosa giocose.

Non porgo mimose, eppur amo anche le more e di nessuna m’innamoro. In quanto Iago contro il Moro che, geloso del mio goloso, a Venezia appunto “sbianca” in me anche nelle nere.

A raccolta, tutta la congrega inci(n)ta la mia statua greca affinché affili il coltello spartano per altri “spartiacque” liberatori come Mosè a comandamento contro le leggi dei dementi. Ai faraoni, preferisco la faraona di “spaccata”, ai polli il mio “pollo” arrosto su carne contornata di patate abbrustolite. Son Sansone di capelli e spello anche quelle magre come uno spillo per “appigliarlo” ove nel culo lo piglieranno. Pigiando, vado “vendemmiando”, lo vendo a grappoli per l’uva alla quale aggrapparlo, che grappe,  mentre voi “volpi” non addiverrete al venir nella vulva.

Abbasso i lamentosi e sopra le ardimentose!

Ecco una bionda, domani una birra.
Ecco il Guinness del “primate”, ecco la scimmia che t’ha fatto anche la scema della tua fidanzata babbuina. Bamboccio, io spolpo fin alle ossa. E di pompelmo premo se, formosa, Lei me la regala di limoni rossi. Come la Sicilia a tanti culi del mio mai (e)mettere la sicura. Stai sicuro che son più siculo di te. Soprattutto di suoi sì per altri culo e seni. Ecco il mio asino.

La cavallina va matta per il mio “matterello” che scopa fantino a “sfoglia” e di caldo si scioglie nella Macedonia!

Io mi rado, nessuna risparmio, barba e lavaggio inclusi nel p(r)ezzo.
E taglio-cucio se t’agiti di troppo “topa”.

Il troppo è troppo, il topo tappa.
E tu non stappi. Son io che strappo le palle.

(Stefano Falotico)

“Heat” di Mann, calore di mani!


20 Aug

Heat, videorecensione: reportage al “calore” di una giornata “indimenticabilissima”, molta bile e anche un salto nell’immondizia da bidone, almeno c’è scappata la figa(ta)… anche la faccia(ta)

 
La carriera letteraria del Falotico è un Daniel Plainview de Il petroliere. Emersi dal pozzo nero per espandermi a macchia d’olio. Ah ah! Salvo complicazioni, causa fortunosa di “miracolo” e annesso “a rotto della cuffia l’inascoltabile, ”indimenticabile Antonello Venditti” che mi turba in radio, a cui preferirò sempre irradiare di mio Pacino mischiato con un De Niro da all night long! Bang! E anche il radiatore della mia macchina scassata in mezzo a questo Mondo “solare” ma senza raggi neuronali.
Io sradicai il “ragno” e di pari morsa fui mossa strategica! Ah ah!


Appena mi accorgo che mi sto rilassando troppo nel dormir sugli allori, mi reco in quel della Torre Asinelli, ubicata in centro del culo di Bologna, assieme a due “amici” che odio, Stefano Accorsi e Pasotti Giorgio.
Essendo Accorsi leggermente più simpatico per via del nome omonimo, non lo rendo “anonimo” in memoria dei posteri. Mi spiego meglio. Saliamo le scale che conducono in “alto”. La “piazzetta” dell’“attico” è “disabitata”. Solo noi tre, il Buono, cioè me, il Brutto, Accorsi che però sta con Laetitia Casta (stia “bona”, altrimenti solo la sagrestia, altro che sangria francesina, cintura strizzata!), il Cattivo, il “figo” semi-castrato Pasotti, un mezzo bassotto che, nonostante sia penoso, sta “salendo”, soprattutto nel collezionismo di “carne”. Sì, oggi si fidanzacon una vacca dello spettacolo, domani in un filmetto sbattuto lì. Lo vedremo a prezzemolino. Va fatto a pezzi. Ma quale pezzo d’uomo è mai costui? Al che, lo piazzo nel mezzo di “comunella” con Accorsi, gli sputiamo sul visetto e, “buffetti”, lo gettiamo giù per un volo “libero”, incluso urlo “emiliano”, cioè “Socmel, Dio bonin, finirò come un tortellino in brodo”.
Al che, Accorsi e io andiamo al bar del corso, ove io strappo i corsetti dei pants d’una da corsette in Via Indipendenza nel tradimento a suo marito di “cornetto” e “ripieno cremoso”, “pendendolo” torridissimo di “vasca” a diagonale della decumana nell’ano perpendicolare, e lui stappa un bignè con un omosessuale in pantaloni aderenti simil Carrie Anne Moss di Matrix, una che di fisico attizza, di volto ambiguo ti rende androgino in un frame “immobile”, nello scatto (ir)reale che stava saltando addosso, regalandoglielo”, ed è rimasto invece immortalato nello stop su “mozione” di sfiducia al tuo “frammentato” di “Chi cazzo è questa, una Donna di uccello volante, me lo mozzicherà?”.
Sì, Stefano lo lascio col “lascivo”, un mezzo debosciato con la “S” strascicata da bolognese DOC “alla besciamella”, io mi credo Al Pacino. E faccio bene. Anche il ragù. Pacino non è originario di Siracusa né di Ragusa, i suoi vengon da Palermo e il “mio” ti viene “vulcanico” come l’Etna di “Tieni qua la lava dello sperma”. Canto con Beppe Maniglia vicino al Nettuno, prendo una scema che applaude e la gonfio di polmoni da “scaldabagno” col forcone. Emulando Beppe, cantante “pompato” su muscolo “dilatatore” e infil(z)ante.

Perché incastrai De Niro nelle mie iridi. Sono freddo, meticoloso, e mi affeziono solo se il mio… può sganciarsi in 30 secondi netti quando m’accorgo che è troppo cagna. Una così va sfinita subito, altrimenti finisci male.
Sì, in questo film, De Niro s’impunta col traditore, poteva scappare e scoparsela per sempre. Invece, per manie vendicative da “perfezionista maniacale” come a proverbiali suoi puntigli attoriali, cazzeggia troppo di ripicca e si becca da Pacino il due di picche. E pure il finale commovente, quasi gemendo.

Problemi col Kindle, meglio di un Kinder con la “R” moscia dei bimbetti “dolci” come da educazione di genitori “buonisti”

Sì, la generazione attuale crebbe con Nicole Kidman ad adorarla. Ma, perdendosi in fantasie, ha perso pure Nicolina e le affiliate women semi-monche. Sul canale “di scolo” 66trombato di Sky, programma “Appuntamento al cupo”, danno in onda puttane su cui inonderai. Se non ti piace, c’è il Dvd di Kids, Larry Clark per uno da Clerks, come te, nerd del caz’.

Recatevi su Amazon.it, e comprate “Lucifero è vergine”, opera del Falotico, naturalmente.
C’è però il però, non il Perù né Piero Pelù, di un Much Ado About Nothing, la clausola “rompiballe”, detta papale papale ti scassan per boicottarti.
Vengo contattato dallo staff, che mi segnala il “contenuto” della revisione:

“Abbiamo notato che alcune parti del Kindle son già presenti nel web. Provengono dal suo www.geniuspop.com/blog”.

Poi, confermo e loro: “Allora, va bene, il sito è suo”.

Io: “Gentili saluti, sì, il sito è mio e tua sorella, con me, non si contiene come il fiume dell’Amazzonia”.

In poche parole, la vita è come Heat di Michael Mann. (S)fatta di relazioni interpersonali, depistaggi, chi ti fuorvia, i furbi che te lo voglion ficcare, traditori, donne balorde un po’ da fottere e un po’ da farti piangere, casini, puttanate, io sparo a te se mi dai il fucile perché quella fedifraga non m’ha dato la figa e non ha rispettato la “patta”, lotte intestine, “patatine” e ketchup,  inseguimenti, sospetti, “Porco Giuda quant’è bona Ashley Judd!”, una pistola scarica e tuo marito come Danny Trejo, il che sarai una palindroma. Fidati.

Al che, ascolto il programma cinematografico condotto da Guido Bagatta

Cambio “stazione”, Guido perse il treno dalla nascita, ecco le ragioni…

Solo una, sua moglie non lo ama e adesso s’è dato alle colonne sonore d’associare a “Secret Garden” di Jerry Maguire.
Anch’io amo Springsteen. Ma c’è una differenza fra me e Guido. Lui è Renee Zellweger, io sono la palla da football.
Comunque, Jerry Maguire è l’unico film decente di Cameron Crowe.
Per gli altri, han utilizzato sempre i Pearl Jam. Cattive an(n)ate.
Se scelgo il Boss è perché incula Eddie Vedder con il mignolo del “catarro” roco, davvero rock, senza “alternative” di “chitarrine” mielose. Quando si suona, si carica. Lo sa Patti Scialfa. Di Notte, Bruce diventa rossa Luce.
Il resto è una stronzata. Fidati. Beccati la musica della minchia e non la userai.
Sì, il Mondo è peggiorato. Si è rallentato di ritmi. Siam passati, rimanendo in ambito italiano, da Luigi Tenco a Mengoni. Fra i due malinconici, scelgo uno coraggioso. Luigi si suicidò, Mengoni da me otterrà solo che lacerati coglioni.
Poi quell’altro ritardato, Jovanotti.
Adesso il tormentone estivo è la conchiglia…
Di mio, voglio pulire Sandra Bullock a mo’ di Demolition Man con la conchiglietta.

Questo sono io, uno Stallone. Beccati la “leggera”, ché io spingo pesante son “spumeggiante”.
Beccati la piuma, io la rimpinguo sotto il piumino.

Ecco il “bambino”.
Puro come il duro, idrocarburi e carboidrati e Lei s’idrata, dal freddo assiderante al sedere con la “serenata” e il mio “idrante”.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Heat La sfida (1995)
  2. The Canyons (2013)
  3. Motel (2013)

Altro breve omaggio a De Niro


20 Aug

>

Robert De Niro loses his shit, come me, fuori di testa tante volte in this life!


18 Aug

 Robert De Niro loses his shit, tutte le volte che ho perso la testa nei miei 70 anni a 33, presto trentaquattro il 13 Settembre prossimo, come “classe non è acqua” del 1979, grande an(n)o a novanta!

Beverly Hills, “sezione” Mulholland Drive, assieme al Bob con Jack Nicholson “lynchiano” nel “tracannarsi” Laura Harring.
All’epoca, Laura era d’amplessi con tanto di (l)auree, adesso sembra Alba Parietti ancor più “pienotta”. Si chiama rifatta. E chi non se l’è fatta? Compreso il marpione David nel “triangolo” Inland Empire “sogno a occhi aperti o son desto fra le lebische di sveltina a Salisburgo delirante, burrosa-salendo” un po’ “timida” alla Naomi Watts di 21 Grams. Sì, quella Naomi prendeva un po’ da Benicio e un po’ dal toro Sean Penn. Per un “Del dandola” che ora è Lady Diana. Mah, roba da pazzi, cazzo… ragazzi. Non datelo alle principesse sul pisello “ricco”. Meglio Laura Dern. Si accontenta di Nicolas Cage. Ho detto tutto.
Potrebbero inseguirvi nel “tunnel” parigino e incocceranno il vostro sceicco… Sì, stavan convolando a nozze, invece vicino Nizza s’ammazzarono. Comunque, Dodi Al-Fayed è ora “Finché morte non lo separi” con Diana lassù fra i “beati” dai comuni mortali. Vi paio immor(t)ale? No, sono Dio e li ho “sposati” io. Tanto, qui in Paradiso, non possono scopare. Sono permessi rapporti sessuali solo se “benedetti” di ius primae noctis.
E (D)io, essendo giusto…, pretendo l’assaggio e anche i “massaggi”. Una volta ripassata di “Dai la cera, togli la cera” come il Maestro Kesuke Miyagi, tu domani puoi vincere la “spossata” d’“eterno riposo” ivi in-castrato fra le nuvole. Karate Kid? No, ecco il cartone animato manga al tuo mongolo spastico lì.
Sì, Diana me l’ha data e io, Dio, per sempre sia (lo)dato!
Per “(di)venire” Dio, occorre la “divinazione”. Prima di tutte le fighe “celestiali”, devi faticar in modo infernale. Prima degli anali qui “religiosamente” silenziati con altarini, devi lavorar zitto zitto sulla Terra, camminando come un verme a strisce. Devi annacquar la rabbia se desideri che quella di “sedere” si bagni… Ah, gli scheletri e un amante che è un armadio. Non ci son problemi. Vesto Armani, come un bravo ragazzo.
Tanto deve piovere prima di “ascendere” su, sopra, dall’alto. Anche se, quando mi cavalca, mi sento il Diavolo.
Simpathy for the Devil con tanto di “linguaccia”. Rolling Stones e colonna sonora a suonar la “carica”.
E, come De Niro, per meritarti la fama, dunque la fame, qualche volta sei costretto a perder la pazienza, dunque t’incazzi, “perdi” i testicoli se non “tasti” di educato “tatto”, appunto, una che vuoi “testicolare”.
Ma, oltre a quelli renali, devi calcolare lo “scazzo” di Gil Renard, uno da fegato spaccato e gastrite che fa il botto. Gil sbotta, Gil non accetta i duri colpi delle botte di tal nostra esistenza, e svacca! Spacca!
Uno sbroccato, uno bocciato dalla società o se ne fotte… che gli dan dello “schizzato?”. Non ha più nulla da perdere, oramai. Quindi, dai, bisogna darci giù! Che casinò!
Dopo aver incassato il divorzio senz’affidamento del figlio, il licenziamento in tronco e pure il suo beniamino messo in panchina, Gil va a ruota libera e gli saltan le rotelle. Quindi, tutti “accoltella”.
Annesso il già citato Benicio Del Toro in una sauna tanto “afosa” che qualcuno s’è scaldato troppo e l’ha buttata nel sangue a iosa. Come Joe Pesci ucciso dalle mazze da baseball.
Ecco, mio (AlCapone!
Volete biasimarlo? Ha ragione da vendere! Qualcuno ha tradito. E non starò a dirvi chi! E qua son Pacino! Un Serpico che non vendeva! Un profumo di Donna che la incula senza compromessi. Senza prediche da falsi della Domenica! Se non ti piaccio perché ho la croce sul petto, e dunque mi consideri tamarro, solo promontori della paura. Avvocato di finta Holy Bible. Che bella babbuina è la bimbetta Juliette Lewis. Lecca il ditino di zuccherino.
E la tragedia è imminente! Suicidio od omicidio?
Solo Dio lo sa… come cazzo andrà questa storia!
Sì, talvolta, mi cresce la pancetta, non son più atletico ma incontro una cretina che mi fa il filo come quella della Florida, Bridget Fonda. Mangia bacon, però è magra e appetibile.
La “sfonderei”, l’entrerei di “feticismo” sul divanetto a divaricarla nel crudo. Sì, son tutte chicks who love guns e io, come Louis Gara, ho baffetti da Gengis Khan, son cagnaccio e, se mi provochi di chewinggum, ti raddrizzo nelle gambe. Sono inglorious bastard alla Tarantino! Puttana, non ti basteranno mai!
No, Louis non è un “dritto”, soffre d’eiaculazione precoce, eppur è tardivo di mente. Rincoglionito…
Già, gli giran presto le palle anche se non è svelto di cervello. Sarà per “quello?”.
Il resto delle cene, e delle cagne, “sparatevele”, come da video.
Oggi, la vedete, domani non vedrete neanche il vostro cazzo.
Fidatevi. Sono come De Niro. Se mi fai incazzare, sono cazzi.
L’importante è che il mio sia sempre al posto giusto.
Cioè attaccato lì, ficcato nel culo.
Sono cresciuto nel Bronx? No, ecco la crescita nello stronzo. Mah, forse è solo colpa dei buchi negli ozoni delle zone erogene.

Fidatevi, gli zotici san che tu devi zappare. Perché, andando con gli zoppi, finirai solo a zoccole.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Mission (1986)
  2. Cape Fear. Il promontorio della paura (1991)
  3. Ronin (1998)

 

Lucifero è vergine


17 Aug

 

COMPRARE!

Sinossi, cari asini che io interrogo

Lucifero è eterosessuale? O Satana non ha Sesso? Di S è maiuscolo o biforcuto nell’eunuco ambiguo?

Un dissacrante “vademecum” per imparare a ironizzare sul tanto osannato istinto primordiale dell’Uomo.

Pagine di raffinato intarsio ove i giochi di parola s’abbinan all’eccentricità “spiritata” della mia anima, oggi efebica, domani trasparente e incuneata a sensualità incarnata, domani forse non più pacifica, sprofondata negli abissi e nel Paradiso infernale d’altri demoni interiori, brillanti, giocherelloni, saltimbanchi tra fiamme pruriginose e peccaminoso sberleffo all’ipocrisia vigliacca delle ottusità di massa. S’inneggia sempre ai celebrati sensi ma poi, falsamente pudici, li si dileggia, schiavi dei castranti moralismi e inibiti da regole ferree quanto ridicole ad apparirsi “elastiche”, dunque orrende visioni retrograde di nascoste sfrontatezze! Meglio la trasgressività sbattuta in faccia. Ah ah!

Poi. Non mi dite che non ne so una più del Diavolo. Ah ah!

Perché la trasgressione è una posa di facile dizionario, la trasgressività invece è essere trasgressivi. C’è una bella, sostanziale differenza. E il sostantivo va usato in modo aggettivato. Siamo (s)oggettivi.
Fidatevi, compratelo. Subito, immediatamente o Lucifero vi punirà e sverginerà. Ah ah!

“Joe”, il ritorno di Nic Cage


17 Aug

De Niro 70 years old!


17 Aug

02021501

In attesa di tale stagione da De Niro travolta (infatti, c’è anche un film col famoso John…), non sarò pleonastico a elencarvi la marea di capolavori che ha superbamente interpretato. In modo Actor’s Studio prodigioso, tanto da divenire Egli, Egli stesso l’incarnazione dell’attore.

Di De Niro, stamattina… appena scoccata la Mezzanotte, quindi a Luna inoltrata estiva del Venerdì, 17 è già Sabato d’immensa celebrazione al più della Storia grande attore.
Già v’ho dedicato su “Cinerepublic” una mini-monografia di titanic’anniversario d’osannarne il valore.
Guai a disossarlo solo perché, per paghe alimentari, non ha alimentato la sua fama in film recenti di scarsa qualità se paragonata al ben di Dio che Lui, in quanto Eterno, ci donò per sempre, sinché morte non ci separerà mai, in quanto De Niro è immortale. E Dio c’è!

Alcuni mesi fa, in tempi ancor annoiati di mia “segregazione” domestica e giustamente asociale, come da nomea daTravis Bickle lo straniero, inserii sul mio canale “YouTube” una cinquina a Bob vincente.
Perché Bob fu Sam Ace Rothstein ma in Casinò fu perdente. Anche se io avrei scommesso tutto, simil amico di C’era una volta in America, sull’appunto suo asso!
Dalla manica, ecco 5 colpi a biografia immolata nel deniriano emularlo o forse esserlo:

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Taxi Driver (1976)
  2. Toro scatenato (1980)
  3. C’era una volta in America (1984)
  4. Quei bravi ragazzi (1990)
  5. Casinò (1995)
  6. Ronin (1998)
  7. Jackie Brown (1997)

Ferragosto e aragoste, il gusto della vita


15 Aug

Un altro Ferragosto senz’aragosta eppur sono un “fenomeno” nell’amplesso, sproporzionato per quanto riguarda le dimensioni di “cesso”, ove ti masturbi tu di “sasso”

Il malessere serpeggiante della mia “proboscide” tonante: scritto di “verga” a elefantiasi poderosa del pachiderma nella società dei “fanghi”, ove lui sta(g)na

Oh, la stalla e gli stalloni della fattoria degli animali.
Qui, Falotico l’intrepido, unicorno che scortica e incorna le vostre cieche cornee, a cavalcarle di peli bianchi per albeggiar “albino” ma eppur volpino dopo notti ululanti e quasi quasi latranti anche di Sesso animalesco nella latrina, “letargico”, mai spossato delle s-posate ma fraudolente nel mio “lento” che  incita le muliebri horses con “orzo” di amari cavallerizzi nel ritto aggrovigliato, poi abbandonar le sverginate a strofinarsi in nervosi (ah, la nevrosi) dolori di pelli ancor innamorate, eppur dello scudisciarlo-sciacquarla per altro scuoiar’ fra cuoi capelluti in nuovi capezzoli drizzissimi, roventi e “asciugacapelli” al sapor balsamico d’un profumato “inondare” d’“affogato” lindor, di fighe vellutate come pantaloni a caval Donato che non si guarda in bocca ma si pompa. Totoiano, affondo di ani annuali nel bisestile allungarlo e, quando Febbraio è quattro stagioni di “birra” prolungata, mi par giusto tirarmela con una di s(i)esta. Estiva? Tirami su, dessert!
Sì, l’incito ma non metto incinta, causa Estathé finito, immettendolo con furia del West, di cintura di castità son la chiave campestre, d’estro sblocco la timida e d’uva premo di “vendemmia”. A zoccoli di cowgirl fra puledre “mordaci” e insaziabili, salandole nel salir di salive e “disboscando” il frutto prelibato. D’appetito ingordo fra voi porci mischiati alle zoccole. Sono la salsiccia in questa “ciocca”. Anche nelle sciocche. Buona albicocca. Basta che sia gnocca.
Sprona la castigata a “castigo” del mai castrarsi perché in vena sua so che, sebben frigida, vuol venire, lo intuisco dai suoi occhi svenevoli e tanto desiderosi d’acchiapparmelo fra libidinose, liquide già chiappe. Lo stappo, gliela strappo, mi “sventra” e lo sventola. Ma domani altre sventole. A novanta e anche ad “alimento”.
Oh, son il cavalleggero dei venti leggeri, leggiadro la defloro in parsimonie di Lei smaniosa che corteggio prima di mimose e poi ad “arrossirla” di spine fragorose. Che fragolina da coglier in “fallo”, quando il languido tramonto s’eleva… a gaudio di me il Gallo l’alla(r)gante e di lingua nell’inguine aleatoria. Sì, bretone come i racconti medioevali di Artù, sfodero la spada fra i delinquenti, smalto le unghie d’avvinghiarle su girandola in ormonal ghiandola, e la forgio tergente nel detergerla acquosa con effervescenza di metallo pesante a pesce sgusciato. Premendo anche alla santa, che m’inquisirà ma, maledetto, altre inietterò da “Lancillotto”. Amante imbattibile che ruba Ginevra al suo miglior amico, scevro d’ogni fedeltà coniugale per mirar di “tiro” appunt(it)o su Ginevra d’arco sfrecciante. Ficcantissimo di bersaglio con Lei che, godendo tra la foresta di sveltina e il suo sbrogliato cespuglio, si spoglia di tutti i bavagli mentre l’arciere la cinge, lo intinge, l’abbraccia di bracieri caldi e lo “estingue” quando nitrisce sempre Ginevra di culo fatto a strisce nel ragliar’ come la Fata Morgana che si china a mo’ di Turchina nelle storie tese d’inchini a Lancillotto, figlio di puttana traditore e gran di nason da Pinocchio inculato alle ottiche di Balanzone. Ché Lancillotto è uccello picchio, orologio a cucù t’incul’.
Elio, Dio del vento, preferisco le Eolie, isole felici ove le spiaggianti puoi spalmare d’olio, ergendo il tuo Bronzo di Riace nel Ricino rancoroso dei fegati fottuti d’ancore (eh sì, quanti rancori) att(r)accate e daglielo ancora. Io pretendo… l’oro e non gli argenti. Berlusconi è passato da Arcore ai ferri corti.
All’Argentario schizza  il “bagnino” che nuota come un gabbiano a salutar i vostri frustrati dromedari “sollazzati”.
Io do aria di scirocco anche fra l’Antartide su eschimesi donne “a mandorla” che di glup dentro l’iglù aizzan la mia “gru” d’orso polare nel riscaldarle dai raffreddori e dai mariti “surgelati” mentre sgranocchio culi di mandolino fra i vostri spergiuri da mandarmi a fanculo.  Eh sì, mandarini. Ove infatti sto. Benissimo di pene.
Infernale t’infiammo, mentre tu ti lamenti da tanta carne senz’arrosto e già fosti nel fumo dei tutti infornati furono sul mio fornicante. Ah, rosichi di formicolio. Pigliatevi i formaggi, miei topolini, io lo sforno e Lei gode a lievitarmelo di “sformato”. Ecco la formica che scopa anche Vera Farmiga, ribaltandola  di scrivania e divano sul Departed del mio cazzo “partito” a razzo fra gli spari. Di ruzzole son lazo nei rodei rotanti del mio matto cavallin’ appunto matador anche di corrida incornante.
Tutte io domo, tranne le vecchiette scaramantiche che m’ammoniscon di cornetti e “coroncine”. Son acide e non più aromatiche. Bestemmiano Dio e la Madonna! Eh, si sa, se nessun uomo te lo dona, allora sii pentita e dalle labbra pendi del Papa.
Di tutto Cor’ scorrazzerò a incoraggiarlo d’amido e “ammoniaca”, Demonio e anche “cagnolino” sguinzagliato a Crudelia De Monattrazione fatale d’una Glenn Close niente male. Sì, molto buona ancora di atipica femminilità cattiva da invero gattona.
Glenn sembra un Uomo eppur le tette son sempre state il suo pezzo di figa anomala.
Androgina vaginona un po’ milf e un po’ cagna d’attrice sopravvalutata e soprattutto deve stare dentro con Lei sotto.
Perché penetrando entra appunt(it)o nell’antro e avanti un’altra.

Un Ferragosto come un altro, né più né meno, manco un pompino, sono chiuse anche le pompe di benzina

Giro per la città, rincaso e son ancora le undici di mattina quando a Rimini stan tutti di culo all’aria nel “nudismo” dopo un’an(n)o davvero “duro” e “lavorativo”. Sì, non fanno un cazzo eppur guadagnano.
Prendi quel “direttore”. Sta lì nell’ufficio del (tele)comando, controlla di monitor gli impiegati mentre passa il Tempo fra uno spiegazzar i quotidiani e una sotto il tavolo che glielo morde ma non lo piega, perché chi sta su è sempre a inferiore che “spacca”.
Poi, feroce aggredisce gli impiegati al mobbing del “Se non tornano i conti, licenziamento in tronco… comunque quell’inserviente potrebbe tornar all’utile del modello 740 su 90-60-90 con dichiarazione senza redditi su suo reggipetto formato va rifatta di fotocopia sul desk al(la) top(a)”.
Già, il direttore del cazzo non indossa mai pantaloni con le toppe. Se la macchiolin cade lì, poi è “evidenziatore”. il bianchetto?
Meglio il velluto, è nato con la camicia. Vai tu quadro inquadrato a righe! Attento alla ruga!
Verso Mezzogiorno, come “alti” son orientati quelli… a Riccione fra le riccissime umide in calore, “spellate” di protezione “solare” nel dopobarba del “topo” da spiaggia, appunto, il mio telefono squilla.
No, nessuna squillo floreale. Un depresso come me che vorrebbe lo aiutassi a pubblicare un libro sulla fauna e sulle “farfalle”.
Provo a spingerlo… ma la butta sul paesaggistico. Già, lo sfondo aiuta se non (la) sfondi.
Comunque, in questo Ferragosto “che caldo fa e la Luna è un girarrosto”…, più che altro né Domenica né mica tanto di minchia, solo du’ palle (s)gonfiate a “materassino” di “menarmelo” annoiato-annodatissimo-loffio e di “cuffiette” casalinghe, meditai su come far l’amore con una “tedesca” buttandola sull’approccio da trecce bionde. Musichetta. Sono oca!
Ottenni una “tresca”, una mora che mi uccise solo con la morra cinese di sfottò sulla mia mano morta, ma il quiz è “ammorbidente”, tendente al sereno variabile previo “precipitazioni”. Sì, prevedo grandine e nessuna “granita” intesa in lato “seno” e neppur B ma solo “a sfera” di BIC. Caz’.
1) Un ragazzo, dinanzi a te, scoppia e la voglia di assonanze del verbo “orale” fan presto a sboccar di volgarità “sicula”. Che limoni? Vedo solo che monti uno che spruzza sui tuoi pompelmi. Mah, solita merda. Meglio la mia melma. Almeno, la marmellata “fatta in casa” è scontata e non devi pagarle l’aranciata.
2) Insicuro lo fui, adesso fumo per affievolire le infamie delle mie (s)fighe. Talvolta, ho fame per secchezza di bocca(le). E poco appunto sbocco. Scopo a terra come metodo rilassante del misurarla nei miei centimetri non andati a taglia di una da baciar di pizzetto al mio trancio. Mi pulisco i baffetti. Dammi un buffetto. Sono buffo per pasticcini da buffet?
3) Tranciami, se vuoi questo. Oggi son bontà a te apparecchiata di gourmet da gatto, domani sparviero e con le forbici per recidere il polsino da tennista sballato, gasato e completamente di fusa ad affusolato solo per un “rovescio vincente”. Quindi, il piatto scotta, i piselli non son cotti al prosciutto, potrei raffreddarmi e tu non sei da brodini, bavette, pappette e amanti col pannolino d’imboccarli nel liofilizzato. Aizza la forchetta nella panna, sii dolce e delicata, punta dritto al Cuore e mangialo a voluttà. Chi più ci dà, chi più è assetato. Speriamo in tovaglioli di seta.
4) Davanti a una bionda come te, dimentico le birre nel frigo e ti offro un vino del Chianti, famoso luogo ove Depardieu è chef alla francesina. Sì, quello francese è meglio. Più elegante nonostante il Bergerac e la panza. Gli italiani non sanno corteggiare. In Francia, c’è più Spagna di zuppa inglese. Fidati. Anche se i liquori, a malincuore del languor da guru troppo bagnato di mio ghiro, sanno che lo zabaione è scaduto. Facciamo un altro gir(in)o come Richard Gere. Tu sei, come dico io, una che, prima di gustartela, vuoi i panegirici e i ghirigori.
Sei da Giorgio Gori. Meglio Cecchi Pa(v)one. Se devi scegliere un idiota, meglio optare per uno più scemo. Che aquile di aquiloni!
5) Qual è il tuo attore preferito? Dimmi che sono io e muterò camaleontico come De Niro per interpretare la parte che più si confà all’adattamento. Bussa alla mia porticina, lasciami lasciva il copione. Senti che scie di “ripassatina”. Che passerino…
6) Sono Woody Allen? Sì, ho sempre preferito l’originale Zelig ai cabaret con Vanessa Incontrada. Anche se m’eclisserei sul suo seno vulcanico. Pentendomi di essere stato timido e non averlo mostrato per ciò che avrebbe voluto sapere ma non osai chiederla di osé. Forza, fai come Vanessa. Acqua e sapone. Il rossetto ci sta però. Sbavo per le tue pere.
7) Amo le donne, ma tu sei molto di più. Quindi, passo ora dall’amore all’odiarmi.
8) Otto più uno quanto fa? La prova del nove? Meglio sette per sette fa 69? No, fa venti in meno, quelli che dimostro anche se il mio cervello è pari ad Einstein nei 33 da povero Cristo. Come la vedi? Saranno cazzi.
Come i trentini che andarono a Trento trotterellando e sotto la panca la capra crepa.
9) Hai figli? Sì. Mi faranno il culo.
Ho imparato a giocare alla Playstation da quattro anni, loro saran più avanti di me a piazzarmelo. Fidati. Le nuove generazioni sono nel nostro didietro. La vita è un videogame. Se non la programmi subito, come puoi chiedere un lavoro da programmatore? Oggi, se non sai programmare, diventa un ologramma. E il genital organo dove cazzo va? In televisione, assieme alle ochette nel balletto che tutti applaudono.
Sì, la Tv condiziona ma poi si fan quelli loro. Meglio se “reali” nel Garko di fiction.
10) Sei bellissima. Tutto qua. Il resto è una cazzata. Ma dovevo dirtela.
Anche se dartelo mi pare bruttissimo. Suona diretto, suonerebbe magnifico se sfilassi la tua gonna attillatissima. Faccio schifo? No, solo da quando sono nato.
Bacio. Andiamo in gelateria?
Io lecco quello crema e nocciola, tu quello dello yogurtiere. Sì, fa più “stracciatella”.
Comunque, secondo me quel cioccolato è un merdoso. E poi non è neanche nero.
Poteva venir buono alle “bone”. Come Denzel Washington. Recita ottimamente, soprattutto con Eva Mendes di Training Day. Salutami tua sorella.
Sì, un altro Ferragosto in pantofole. A guardare un film del cazzo.

Un sacco bello e sacchi di merda

Qui, Verdone spacca. Aiuta l’amico culatone a prenderlo nel culo in senso metaforico a mo’ di Sorpasso perché lo spinge troppo e l’amico non impazzisce, si sfinisce perché è passato col semaforo sul verde per troppi an(n)i.

Sì, gli amici servono nel momento del bisogno. Ad esempio, un mio amico bisonte fa sempre i suoi bisogni all’aria aperta e di “aiuole” piscia in testa da sessualità pornografica. Ce la diciamo? Più che pervertito, è un invertebrato. Quelle su cui piscia sono le tartarughe dei suoi addominali palestrati in senso asimmetrico al cervello bacato, con “tendenza” all’edonismo onanista nel “marsupio” delle palle rinforzate con del cotine…
idrofilo.
Comunque infila… se stesso, ed è un gran filantropo. Viene da me e mi dice “Sei solo un figlio di puttana come tutti. Sappi che ogni madre è stata con uno come te da zucchero filato”.

Rimango di stucco, penso che sia meglio il più analfabeta muratore di tal “a cul… scultoreo”.
Acculturatissimo, quasi “fine”. Tanto che mi vuol affinare.

“Quella è una troia. Ne sei innamorato. Fidati, ti tradisce con me… nelle mie fantasie, quindi so cosa vuole dalla vita. Proprio un cazzo”.

Capisco che gli amici sono gelosi anche quando lecchi un gelato. Sì, c’è sempre qualcuno che è montato e pensa di succhiarti a immagine del suo stecchino.

Di mio, posso garantire un co(r) Algida e semmai Sammontana. Tu credo invece sia stato sormontato.

E dire che volevi fare il mio bene. Io ho fatto il tuo pene e ora siamo fottuti come tutti.

Sì, la società oggi ficca te, domani me no.

Anche perché non ci sono. Sono dietro nell’avanti-alt-o.
Ciao…
Comunque, è meglio un Ferragosto a Viareggio che una maschera che vaneggia.
Io non ho questo problema. Sono il carro funebre.
Ho perso un altro contatto su Facebook. Lo chiamavo “L’origano dell’organo un po’ indeciso se entrare o farsi penetrare”. Lui si dichiara poeta. Di mio, credo sia un pio. Anche se ama sotto i pini.
Più che gaio lo fa anche nella ghiaia.

Sì, la gente è ipocrita. E io generalizzo da comandante… Gli omosessuali fanno i raffinati ma poi sono i primi appunto a sbattertelo là, senza eccezione (di) alcuna. Hanno delle lacune da riempire. Le donne citano i poeti russi, poi tu scrivi loro una poesia da reduce della guerra in Bosnia e ti scrivono “Addio, non voglio un uomo indurito, mi bastavo uno duro”.

Al che, penso a Chris Walken de Il Cacciatore. E sparo in testa a Bob De Niro. Urlandogli: “Ecco la roulette russa. Dammi Meryl Streep e non indurmi al suicidio”.

Diciamocelo. Walken è meglio di De Niro. Anche a letto.
Basta vedere come balla. Da quelle movenze di bacino, capisci che non dà bacini alla Innamorarsi ma maledetto a uccello sfibrarsi. Che poi (si o ti) ammazzi, non son cazzi che ti (ri)guardano.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Il sorpasso (1962)
  2. Ferie d’agosto (1996)
  3. Un sacco bello (1980)
  4. Agosto, donne mie non vi conosco (1959)

Nick Nolte è un good thief, fidatevi


15 Aug
Qualitˆ: Originale.  Titolo Del Film: Il Triplo Gioco/ The Good Thief.

Qualitˆ: Originale.
Titolo Del Film: Il Triplo Gioco/ The Good Thief.

Tre film che vedo, vidi a modo mio come vedrò sempre la vi(s)ta, più uno ficcante e non vedrai più nulla, psicopatico!

Ognuno fa dei film un’esperienza sulla base del retaggio culturale, del culo a filtrarli d’emozioni a seconda del grado fortunoso.

Ad esempio, uno guarda Taxi Driver e pensa che il Bickle sia un disadattato “idiota”.
Questo è lo “sguardo” del miope uomo “normale”.

Secondo me, è così il Bickle. Va dritto, lo prende e poi le dà. Il resto è un’esegesi da campagne elettorali allaPalantine.
Diciamocela. Se qualche pappone la combina sporca e macchia le innocenze delle minorenni, taglio il bulbo mio e pure i suoi “peli”…
Sono come Travis. Quando mi giran le pall(ottol)e, la tragedia mi rende un eroe della strada.

Non volevo diventare un eroe, mi hanno costretto.

E va da Dio adesso. Appunto. Come sa Paul Schrader in Martin Scorsese.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Triplo gioco. The good Thief (2002)
    Melville negli occhi “sghembi” d’un platinato Jordan. Sì, Bob è un ladro, un gambler che ha scazzato tutto.
    Compresa la fotografia troppo acquosa da finto figo delle atmosfere di Costa Azzurra. Roba da ricchi alla Paolo Villaggio. Anche dovessi ereditare una grossa cifra da un puttaniere benefattore di Parigi, preferirò donare i miei soldi da Charles Dickens, “illudendo” di grandi speranze i giovani. Fra una troia e un valore, scelgo di donarmi.
    Poi, semmai sbaglio. Regalo i miei “gioielli” a un amico di cui mi fidavo, il quale mi deruberà anche dell’anima appunto. Sghignazzando d’aver sfruttato il maestro a fini “orali” dell’incularlo sotto i baffi e di “occhiolino” nel come dirgli: “Ti ho fregato, mio Montecristo”.Mah, secondo me questo film è tale “esegesi”: Nick Nolte pianifica di svaligiare il casinò, all’ultimo momento ci ripensa. Forse per colpa di Kusturica, uno da zingarate che son diventate di maniera. Quindi, da non prendere sul serio come “confidente”. In quanto ti spelerà d’underground nel gatto nero su tuo “b(i)anco”.
    Kusturica è come Maradona, si è drogato per colpa dei troppi dribbling fenomenali. Alla lunga stancano e sniffano pure robaccia. Nick capisce che i suoi “fedeli” lo tradiranno, li abbandona allo “scippo”, allo scassinamento e si reca ai tavoli da gioco. Assieme alla biondina spronante che, sotto sotto, ci “scopò” un pompino nella dissolvenza a metà del film di “mela”, sequenza di lei vispa a intraveder’ nella “sfocatura”, vince al glande.
    Mentre gli altri ladri vengon beccati in flagranza di reato. Il ratto migliore è Nick, poiché appunto sgattaiolerà con la topina, tutto bello intappato di smoking nel felice smog di prima mattina sulle note di Leonard Cohen.
    La musica di Cohen serve a ribadire i titoli di “coda” ammiccanti: hai rivinto troppo tardi, sei un vecchione, ma almeno non ti sei bruciato come quei giovani rincoglioniti già da strapazzati. I tuoi testicoli son malinconici, eppur spingono liberi mentre loro “cantan” al fresco malconci.
  2. Ocean’s Eleven. Fate il vostro gioco (2001)
    Fa schifo tutta la serie. Poco da opinionare. Mi scoperei solo Zeta-Jones. All’epoca attizzava.
    Il resto ammoscia. Soderbergh a pecora.
  3. Solaris (2002)
    Tornando all’accoppiata con Clooney, Soderbergh si monta la testa e sfida un titano della fantascienza.
    L’esito è la sonnolenza. Più che trascendenze e ricordi orbitanti, du’ palle talvolta risvegliate da Natasha McElhone che però non mostra le mutande. Solo di striscio. Speravo si strusciassero.
    Ma è un amore “metafisico”. Già troppo una figa di “primi piani” e basta. C’era anche il rischio d’annusarla col telescopio.
  4. Non è un paese per vecchi (2007)
    Non ho mai amato questo sopravvalutato. La trama è questa: un pazzo, che non è mai andato dal barbiere, spara all’impazzata, “spettinando” l’ordine di tutte le contee. Tommy Lee Jones non l’acchiapperà perché Bardem inchiappetta tutti. E la racconta “giusta”. In un Mondo ingiusto, questo è il capolavoro che vi meritate.
    Scopre l’acqua calda ma la fa passare per sorgente viva.
    In quell’anno, era meglio premiare Il petroliere. Ho sempre preferito la nerezza del pozzo su stronzo puro al distillato d’Evian evirante e impura da punitore “biblico”.
    Ci vuole Rambo a fottere le stellette.
    La spiegazione è codesta. Confondono un genio traumatizzato per uno scemo e cominciano a torturarlo.
    Gli infliggono altre ferite nella pelle, anche dell’anima, lui si ribella spaventosamente.
    Diventa “pericoloso”.Lo sceriffo viene avvertito… eppure è “tosta” la sua testa di cazzo.
    Continua a ridacchiare, pensando che quel “fuggitivo” sia un decerebrato coglione.Sì, infatti, “in fallo”, nel finale John gli spara nei coglioni.

 

 

Charles Brandt conferma “The Irishman” di Scorsese


14 Aug

Charles Brandt is the author of several noted books including ‘Donnie Brasco: Unfinished Business’, ‘The Right to Remain Silent’ and the hot, New York Times true crime bestseller ‘I Heard You Paint Houses: Frank ‘The Irishman’ Sheeran and Closing the Case on Jimmy Hoffa’ — revealing the activities of the nation’s most notorious crime families. On this ‘ConciergeQ Conversations with Chantal Westerman’, which originally aired on EverydayOpera.com on July 29, 2011, Charles shares his career as the former Chief Deputy Attorney General of Delaware and trial attorney, details about ‘I Heard You Paint Houses’, which is being made into a Martin Scorsese film, starring Robert De Niro, and Al Pacino, Sun Valley, Idaho expertise, and more!

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)