La mia avventura al Lucca Comics

27 Oct

Sarà già (de)scritta in tali aggettivi “fantasy”: tragicomica, fumettistica alla X-Men, il mio pene in meno e un Batman oscurato dalle risate dei Joker

Festival del Carnevale vicino a Viareggio, ove i nerd non sono più costretti a mascherarsi ma posson giocare non più “soggiogati” dalle milf coi tailleur, liberando la forza furibonda dell’estroso essere finalmente se stessi nel toccar vette, anche “fitte”, lancinanti dal lanciarsi per aria simil Superman, per debellare le recrudescenze d’una vita ludica quanto “ingoiata”. Dall’apnea di soffocare alla Palahniuk a un flipper ormonale di cerebrale fantasticheria innalzata a ego solitario lì “affiliato” dentro sventrati-ventricolanti altri “ammanicati” del fegato trivellato, dunque ricreato a immaginazione incarnata nel Wolverine prim’arrabbiato poi pacifista nell’amore.

Quest’anno, dopo molti “ani” d’assenza (in)giustificata, tornerò sul luogo del delitto, come in L.A. Noire. Rinvenendo la mia natura Star Trek d’orecchie vagamente a sventola fra il Dumbo e lo Spock, indecisa se “naseggiare” elefantiaco alla Collodi sulle forme pinocchieshe d’un bugiardo cronico, oppure se, d’ilarità, “allattarmi” a un infantilismo del fottuto, bel fanciullo etereo.

In tal Paradiso, forse rinverrò il mio cadavere, io che decedetti or sono per qui fui, quindi affondato, incenerito e sparso ad affogar nel mar dei sogni.

Mi recherò allo stand dal nome “Superwoman castratrice in strapiombo taccheggiante i tacchi alla spagnola di Barcelona su Messi impallinato nelle calze a rete”, e la studierò da vicino con tattica, quindi anche tatto, “balistico”/a.

Le svelerò una verità. Il mio problema è il “nervo”, da cui l’origine d’ogni propaggine da nerd. Tutto (di)pende dall’inserimento (in)teso in senso “lato” B, non dall’integrazione sociale. Bensì appunto da come analmente sai “incassare”. Se non dai, la banca non offre e quindi t’abbranchi a gente migliore dei “branchi” volgari, quelli come noi.

Noi, creatori di storie, che preferiamo i livelli giocanti anche se un buon gioco d’adulti con la bona attrice Vahina Giocante non ci(s)piacerebbe. Perché con quel seno ce lo spiaccicherebbe. Insomma, se non crebbe  prima, ci siam sviluppati “issati” al candore bianco, forse happiness quasi alla Solondz. Un po’ sozzi e un po’ a ingozzarci ancora di (senza) ruoli.

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