Capolavori, film e women

23 Apr

Sapete, è un periodo per me tribolato. Insomma, da un lato la mia vita ha preso una piega inaspettata, e non starò qui a spiegarvi l’evolversi di come prima ero involto al sapor agrodolce d’involtino, forse primavera e forse nel bel mezzo di un gelido inverno, amante di Kenneth Branagh e di ogni Bardo che oggi compie l’anniversario…, Dio benedica quel gentleman di cotanta drammaturgia a me oramai impressa nella memoria ché, come il grande Al Pacino, recito qui il mio Re Riccardo da “Un cavallo, il mio regno per un cavallo!”, domani indago da Looking for Richard a mo’ diShylock, sfidando Jeremy Irons in gara di bravura, da mercanti veneziani a mio carnevale (s)mascherarmi, riflettendo(mi, da cui la mia estrosa introversione da diaframma flessuoso, di nostri carisma allo specchio, monologanti l’essere io (non) sono il problema o tu il teschio del non esserci più, mio Jeremy? Ultimamente, eh sì, da M. Butterfly stai diventando un naked lunch sempre più magro, dalla pelle emaciata, secca, sei profondamente invecchiato e questo è cronenberghiano come il suo Frankensteinmorto e mai girato. Non quello di Kenneth ma quello che David voleva fare, regista di voi inseparabili, anche se ora ha scelto Robert Pattinson come alter ego a suo riflesso intellettuale su limousine sempre con qualche figa milf sbattuta da dietro da teen, sì, un Crash pornografo ma più sofisticato di quelli che girano su “YouPorn”, da cui Juliette Binoche de Il danno, caro Jeremy, una che ne voleva da te “grande e grosso” e anche da tuo figlio, svezzandolo da stronza che, tradendolo però col padre, perché poteva mantenerla a differenza del tuo pargolo solo studente-disoccupato eppur occupandola con entrambi, lo portò al suicidio giù dalla rampa delle scale, e ora Julianne Moore, una redhead più sexy di tante attrici a luci rosse. Da cui il film “proibito” Fallo-Man, supereroe cazzone, bangs la signora in rosso quando la moglie è in vacanza, film con Gene Wilder, uno a letto brocco ma amante della “cioccolata” da Willy Wonka un po’ pervert freak, riesumato avendo rivisto, da lassù, Marilyn Monroe nella sua  Kelly LeBrockdell’omonimo film che girarono assieme, una che fa… appunto resuscitare i morti, da cui il film Il paradiso può attendere. Non ho mai capito perché sposo Steven Seagal, una sega sia come attore e anche in senso lato (b), secondo me. Con quella panza, non credo potesse soddisfarla ma solo tirarsela di muscolino.

Ora, a parte le stronzate megagalattiche, da cui “Che figa spaziale”, pronunciato dal Fantozzi di linguetta ma anche di “salvietta” volendo ma non potendo averla, e il giramento inevitabile di coglioni senza però inseminanti “girini”, direi di non cazzeggiare di troppo girarci attorno e arrivare al punto G dei capolavori mai visti. Quei grandi film che, come le più belle donne, sognasti ma non (la) vedesti neanche di striscio.

 

Se Kubrick non girò Napoleone, Sergio Leone morì poco prima d’iniziare Leningrad.

Paul Verhoeven lasciò stare I Am Legend e Francis Ford Coppola il suo Megalopolis.

Ma comunque è stata una gran filmografia, a prescindere dalla ciliegina.

 

Ora, in questo giorno in cui si celebra il compianto Shakespeare, che fine ha fatto Iago?
Vuoi vedere che si è sposato con Otello? Eh sì, il negro attizza, da cui la gelosia.

 

Questa si chiama scrittura criptica. E John Carpenter gira un film su dieci che gli vanno a puttane per colpa dei produttori bastardi.

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