De Niro ad Amici, il suo ingresso

06 Apr

Come De Niro andò ad “Amici”, elevato in gloria su poltroncina da “svaccato”, e rubò, “girandosi i pollici”, tutti i risparmi della vostra (non) vita

Chiedo ven(i)a se provoco giustamente come al sol(it)o, ma non sono, a differenza di voi, comatoso, eppur a malapena respiro in tal mondo grazie all’endovena, non da drogato ma da flebo

Abbiate fede, io ho la febbre oggi, domani sarò infreddolito, ieri fievole ma non frivolo eppur son fiero di non vestir “firmato” in quanto già “firmamento” d’asceso, prima di discensione vostra nel mio culo, e ora in cielo “lucido”, eppur credo, in modo crudo, alla trinità della mia bocca che non tace, dei miei occhi che vedono, del mio… che “spinge”, il carrozzone va ma preferisco il “trenino”, sì, ho paura dell’aereo, anche di ieri perché guardo al domani, sperando di rosso di sera, si spezza esangue…

Non ho bisogno di una trasfusione ma tu di un trans. Meglio il tram.

Sabato sera, De Niro non ha capito lo spirito del programma della De Filippi. Volontariamente non ha votato per nessuna squadra, assegnando i suoi pollici su a entrambe le fazioni contendenti. Insomma, con celeberrimo riso beffardo ha preso per il culo questa gente che gli ha dato più di un miliardo per partecipare a tal immonda pagliacciata. E non ha smentito la sua grandezza. Perché Bob incassa e, da toro scatenato, (s)fotte. Poi, torna a Los Angeles, e dice al suo amico, Joe Pesci, che come si fan inculare gli italiani neanche il suo Al Capone.

E assieme vanno a brindare alla faccia della nostra Italietta, che parla sempre disperatamente di crisi ma non dovrebbe lamentarsi se milioni di spettatori stanno incollati al piccolo, piccolissimo schermo, oserei dire minuscolo, per dare al Bob il loro poverissimo stipendio. La vita è questa. Tu dai a De Niro, trattandolo da untouchable Dio, e poi finisci sotto i ponti, solo perché non avevi raddrizzato le antenne del tuo cervello oramai scassato dalla società mediatica, anzi, di Mediaset. E non alzare il dito medio se prima ti eri sintonizzato sul Cinque. Ah ah! Ora, applaudi! E stai zitto.

Sette film ove De Niro, in modo pasoliniano, profetizzò l’italico “pisolino” da gente che prima votò Berlusconi perché desiderava un cambiamento godereccio, “grazie” ai suoi programmi pecorecci, e ora vuole sbattere il “povero” Silvio perché non ha più neanche i pochi Euro per comprare un pecorino sardo. Ebbe, come si suol dire, le traveggole illudendosi che avrebbero trombato le “belle” come Berlusca.

Eh sì, una verità assordante. “Vi meritate Alberto Sordi!”, parafrasando il Moretti “urlatore”.

Vi meritate di “(s)venir” nelle mutande per la Ferilli ancor “bona” coi boccoli da matrona dei bordelli “culturali” romani in quel di Milano da “giudice” che si gratta il clitoride fra una paletta e un “siparietto” con semi-inquadratura alle sue tettone, vi meritate Argentero Luca e l’ultimo posto, di medaglia di merde, come “Belpaese”.

È buono il “formaggio?”. E il format?

Sì, state (de)formando questi uniformati, omologati ragazzi “talentuosi” proprio alla “sana” pastorizia.

Che hai fatto in tutti questi anni?.. Non sono andato a letto presto, ho guardato la De Filippi.
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