Il ritorno di quel genio (in)compreso di Benicio Del Toro: analisi seria e anche spassosa del suo comeback

30 Jun

di Stefano Falotico

Anche se fu da compresse.
Ah, già, ma da quant’è che il signor Benicio io non vedo al cinema? Neanche da molto, a dir il vero. Il suo “schizofrenico” in Jimmy P. è passato sotto ingiusto silenzio, uno scandalo “giudiziario” di proporzioni sesquipedali d’una critica e un pubblico superficiali, che hanno ignominiosamente ignorato la bellissima pellicola di Desplechin, un errore madornale quanto lo diagnosi, completamente erronea e campata per aria, dei “medici legali” che appunto, nel film suddetto, lo giudicarono da fermare col (non) visto dell’infermità. Ma quale matto! Un povero Cristo sbattuto prima in guerra e poi, della serie oltre al danno un “bellicoso”, “bellissimo” referto clinico da infermo di mente, cioè lo Stato riconosce ai reduci soltanto la beffa e se la ride sotto i baffi, alla faccia della pazzia invertita d’una società tutta sba(di)gliata. Del tipo, non sei morto sotto i bombardamenti in battaglia, bravo, medaglia al valore, non pensare di scampartela. Ora, verrai di farmaci bombardato e trattato da invalido. Che male aveva fatto? Non lo voglion salvare nonostante si fosse prodigato per salvar l’America. Alla fine, il film è proprio invece validissimo, nonostante i critici e gli spettatori non l’abbiano convalidato, anzi, lo condannarono alle seconde visioni soltanto dopo tre giorni di proiezione. Sbrigativa radiografia, occorreva maggior profondità, una migliore analisi, sì.

Fatto sta che, se volete (ri)vederlo, capirete che i “rivedibili” son stati proprio quelli che han snobbato questo film.

Ma Benicio è forte, non si arrende a botte del genere… (dis)umano. Anzi, insiste.

E, nella prossima stagione, è pronto a sbarcare di grandi film, qui citati nell’ordine, speriamo, cari militi, che Benicio rimanga un mito e forse, tra questi film, spunterà anche la pietra militare, scusate, volevo dire miliare.

I guardiani delle galassie, i sicari, Pablo e i titoli indovinateli voi, siamo (in)oltre fra Malick e poi Paul Thomas Anderson!

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