I lib(e)ri di Stefano Falotico

07 May

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Medito sulla putrescenza di molta gente che le mie genialità vorrebbe ostracizzare per catalogarmi in qualche compartimento, o “dipartimento”, “mentale”, e si danna in diagnosticanti etichette d’appiopparmi per svilire la mia creatività “veemente”, insistente, generatrice di una marea oceanica di libri che potrete in vendita trovare online se una ricerca effettuerete nell’indagare…

Spunta un fake su Facebook che mi “addebita” la malattia di allucinare sulle sue plateali, eppur criminosamente celate prese in quel posto. Avanzando l’ipotesi che m’immagini tutto e sia lui… “venuto” senza d(i)ritto nella mia privacy solo per “vivacizzare” un po’ la “discussione”. Io pacatamente, moderato, misuratissimo, poi con brio e giovialità euforica, gli anticipo i miei progetti letterario-cinematografici e lui, quando “scocco” la mia nuova freccia all’arco del mio esser vulcanico, presentandogli la mia prossima opera, Il cavaliere di San Pietroburgo, attualmente in fase di editing, m’apostrofa con un clamoroso, proocatorissimo: “Falotico, scriva il cavaliere di Roma nord”. Sbertucciando quindi la mia “precarietà” economica e dandomi, sempre nascostamente di chat pusillanime, irriguardosa, mentecatta, “rissaiola” e offensiva al massimo, la patente di “accattone” che si “prostituirebbe” pur di far valere il suo “millantato” talento. Insulto facile. Che sia appunto lui quello “facilone?”.

Io non ho da svendere il mio genio, da costui (pres)unto, e non biasimatemi se ancor i miei libri, di mente libera qual possiedo, desidero vendere. Perché mi par lecito voler che vengan letti. Cosicché possa scardinare (de)menti invece imprigionate/i da vetusti schemi (il)logici, che si nascondon “bene” dietro Laure(e) e altri pezzi di carta che, come Totò insegnava, se son solo il “baluardo” per definirsi “superiori”, posson servire solo per spazzarsi il culo. Meglio una serva che serve/a a questi “severi inservienti” delle banalità scolastiche… che piglian per il sedere.

Di offese come queste, più s’accresce la mia biblioteca di nuovi titoli, più dai detrattori, molto ratti invero, non a tratti ricevo. Sì, da costoro, impostori della verità, persone profondamente disturbate e in verità frustrate, le ricevo spessissimo. E son “pesissime”, enormi “prese” appunto. Un “gran” pressing alla mia dignità da questi saccheggiata, ripudiata e “apertamente” derisa.

Ma tali infimi “personaggi” poco meritano le mie attenzioni. Io mi rivolgo a coloro che possano apprezzarmi. Perché i miei lib(e)ri non han prezzo.

E questo è un gran pezzo.

Alla faccia dei mer(da) di pezz(ent)i.

 

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