Molti grandi attori sono degli “ignoranti”, ed è giusto così

17 Oct

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DONNIE BRASCO, Johnny Depp, 1997, (c) TriStar

DONNIE BRASCO, Johnny Depp, 1997, (c) TriStar

 

Nicolas Cage, che non so se sia un grande attore ma su cui spesi e non soppesai molte parole, tanto da dedicargli un libro che siete obbligati a comprare, disse che un grande attore deve avere alcune espressioni da ergastolano, da “patito”, da uomo sofferente e anche poi capace d’insospettabili sprazzi di euforia. Lui, maestro dell’overacting, funambolo degli eccessi, molte volte un cesso.

Johnny Depp ebbe un percorso scolastico alquanto anomalo, anzi, a dirla tutta non ebbe nemmeno una sufficiente istruzione, e si è sempre abbeverato all’istinto puro, senza regole di bello e/o sbagliato, ove lo conduceva il cuore, e fu maestoso quando apprese le lezioni di Marlon Brando, un attore coraggioso, favolista con Tim Burton e zingaro per Kusturica, prima che si dissipasse e svendesse nelle “piraterie” caraibiche, e s’innamorasse di mezze sciacquette per cui ha dilapidato la dignità in mercimonio della sua bellezza oggi un po’ sciupata.

Depardieu cazzeggiava con una gang francese per le banlieue parigine. In quei sobborghi imparò presto a fare l’uomo, senza contrattare con alcun tipo di “cultura”. Che poi la dovremmo smettere con questa fissa per la cultura “alta” perché, vista così, pare un moloch monolitico a cui possono accedere solo i “capoccioni”. Le cape de cazz’. Boriose, seriose, che non sanno mai ridere e son sempre sospettose del prossimo anche quando il prossimo è in bagno a “tirarselo” e a non tirarsela su un giornaletto “scostumato” libero dai moralistici “buon” costumi. Sì, al mare le donne non indossano nemmeno il costume, e questo invece è riprovevole perché svilisce oscenamente quel pudore delicato che la lor natura dovrebbe indurle a conservare. Ah, comunque non sono un conservatore, sono un liberale-radicale con le mie malinconie radicate sebbene non riconosca le mie radici.

De Niro, invece, abbandonò gli studi dopo le medie e superò ogni medietà possibile, giganteggiando con Scorsese e andando a letto presto con Sergio Leone.

Insomma, solo in Italia si crede che per fare gli attori e gli artisti bisogna essere laureati. La dovremmo finire con queste lauree, ché sono solo specialistiche di un settorialismo vecchio come il cucco, che servono solo a diventare metronomi della carta stampata, “dottori” delle comunicazioni più insulse.

Siate attori e, se una donna vi piace, fate capire che state recitando la parte dei timidi. Lei proverà a “sbloccarvi” e voi potrete “timidamente” incunearvi…

Ah ah!

di Stefano Falotico

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