Presto sarà Natale e io mi coloro malinconicamente da Ebenezer Scrooge

12 Dec

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Sì, festa forse pagana il Natale, o soltanto cristiana, in cui si celebra la nascita del bambin Gesù, a cui il destino avrebbe destinato l’immortalità perché si fece uomo tanto amato e miracolante quanto angariato, vessato e crocefisso perché volle diffondere il messaggio di Dio e morì sotto Ponzio Pilato secondo il “plebiscitario” voto del pubblico alla Grande Fratello che lo considerò un traditore della “patria”. Ciò non è successo a Berlusconi, il “re” del “miracolo italiano”, che s’immolò al sesso e al successo, ed eternamente il suo nome “valoroso” verrà affisso per le strade del Belpaese a intitolazione della sua memoria quando morirà sputtanato da Loro di Sorrentino. Invero, Gesù salì al cielo e siede alla destra del Padre, colui che vi giudicherà perché cazzeggiate troppo su Facebook e bevete il caffè senza gustar l’aroma dei vostri sogni perduti che illusoriamente credete ancor virtuosi, coccolandovi nell’idea che la vostra vita migliorerà e, leggendo l’oroscopo delle racchie megere, da allocchi abboccherete alla stronzata del futuro speranzoso. Realisticamente, vi dico che molte vostre vite sono già segnate dai vostri cuori impuri, e sono stigmate che non potete curare leccando il culo al prossimo in punto di morte. Io son figlio prodigo, nacqui prodigio(so) e spesso nel dolce far niente mi arenai. Ma, arenandomi, scoprii la mia pelle ignuda fra le malignità ignominiose che la mia anima escoriarono. Eppur son adesso ambito da donne alla Maddalena che di buona lena mi spronano nel continuare a essere uomo che spinge, e son bellamente piccanti come la Bellucci de La passione di Cristo del Gibson? No, di Malèna. Sì, a brevissimo saremo invasi da film religiosissimi perché viviamo in un Paese che affonda nella melma eppur ha tempo per credere a queste fiction tediose e angoscianti, che ammorbano col senso del peccato, ed “educano” il popolo all’oppio di una religione distorta in cui la “divina” Provvidenza è la chimera a cui si ancora l’uomo bigotto e timoroso, invero moralmente eccepibile, che si appella al Salvatore solo quando non ha più soldi per pagare le bollette e quando non ha la panza piena, combinando però ugualmente porcate di “purissima” penalità. A Natale tutti diventano buoni e le donne bone, che per tutto l’anno l’hanno data in giro a “voluttà”, si castigano in vesti che nascondono le loro vergogne, intingendo la manina nell’acqua benedetta dell’ipocrisia più (s)consacrata. Ecco che gli uomini diventano ecumenici e in questa comunione di buonismi falsi come Giuda esplodono in abbracci “sinceri” quanto la “lodevole” onestà intellettuale di Ridley Scott che ammette di aver sostituito Spacey con Plummer per rispetto degli spettatori “sensibili”. Tutti i soldi del mondo di un regista “filisteo” che adora il botteghino… e non vuole rovinarsi la faccia.

Di mio, vivo spesso in modo eremitico, danzando al buio con Jim Morrison che si reincarna per concedermi un ballo letizioso, soave quanto il mio sguardo (im)pudico e pruriginoso, regalandomi il Ver(b)o del nostro essere uomini blues, forse un po’ neri, sicuramente appunto veri.

E a Natale, come Scrooge, nonostante tutto sarò felice. Sì, poi ci sarà la notte di San Silvestro e il prossimo anno Stallone Sylvester sarà ancora Balboa. Contento il Silvestro, non contenta Titti perché troppi uomini la disdegnano, son carini ma cani, e preferiscono alle donne altri uccelli passeriformi. “Canarini!” Ah ah. E Totti come sta dopo essere stato il pupone? Ah, molti film sono pappetta, eppur tutti fingono di credere al papetto quando invero fanno i papponi.

Vorrei concludere con una puttanata di barzelletta.

La maestra chiama Natale e gli dice di fare gli auguri alla classe, prima delle vacanze.

Natale si abbassa i pantaloni e orgogliosamente mostra appunto le sue palle. Palle di Natale.
Ah ah.

 

di Stefano Falotico

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