Archive for August, 2018

Attori rinati: Mel Gibson, l’arma letale dei suoi occhi azzurri come lapislazzuli


25 Aug

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Oggi vi parlo di Mel Columcille Gerard Gibson, più comunemente noto as Mel Gibson.

Chiariamoci innanzitutto molto bene. Molti lo considerano australiano. Sbagliatissimo.

Mel Gibson è in verità nato a Peekskill nello Stato di New York il 3 Gennaio del 1956. Sì, ha vissuto per molto tempo in Australia, ma lui giustamente si considera statunitense e non ha mai rinunciato alla sua cittadinanza USA.

Chiarito questo, andiamo avanti.

Gibson è il sestogenito di una famiglia numerosissima.

E, a differenza di quello che si possa credere, non si è imposto nel Cinema soltanto grazie alla sua bellezza, quella evidentissima dei suoi fotogenici anni giovanili, perlomeno prima che la sua fronte non si corrugasse profondamente e prima che perdesse molti capelli. Mel Gibson, infatti, si è diplomato a una prestigiosa scuola d’arte drammatica in quel di Sydney, e ha fatto tantissima gavetta.

Nel 1979, George Miller lo designa protagonista dello strepitoso Interceptor, che avrà due seguiti, uno più post-apocalittico dell’altro, e Gibson diviene subito nell’immaginario collettivo il giustiziere-vendicatore Mad Max, stupefacendo le platee mondiali. Gibson è atletico, scattante, con due occhi azzurri penetranti che non si scordano.

Come sapete, la saga di Mad Max sarà ripresa e reinventata dallo stesso Miller con Tom Hardy in Fury Road… ma questa è un’altra storia.

Gibson, nel frattempo, diventa amico anche di Peter Weir e con lui gira due splendide pellicole, Gli anni spezzati e Un anno vissuto pericolosamente.

Recita ne Il Bounty di Roger Donaldson con Anthony Hopkins, ne Il fiume dell’ira con Sissy Spacek e assieme a Diane Keaton in Fuga d’inverno ma è nel 1987, probabilmente, che Gibson si trasforma in una star vera e propria. Con Arma letale di Richard Donner, film che riscuote un successo pazzesco, tanto da generare tantissimi sequel.

E Gibson azzecca un personaggio indimenticabile, quello dello sballato poliziotto “pericoloso” Martin Riggs, ex reduce del Vietnam con pensieri suicidari, per cui gigioneggia spassosamente con Danny Glover. Arma letale diventa uno dei più originali, divertenti e trascinanti buddy cop film, una variazione sul tema di 48 ore.

E si concede perfino di essere il più “pazzo” principe di Danimarca della storia, in Amleto del nostro Franco Zeffirelli. Un Amleto singolare, molto fisico e americano, lontano anni luce da Laurence Olivier e Kenneth Branagh.

Quindi Gibson, cementata e consacrata la sua popolarità, decide di cimentarsi alla regia, dirigendosi ne L’uomo senza volto, film molto interessante ma parecchio imperfetto. Le critiche sono controverse, Gibson però non demorde e spopola con Braveheart, pellicola che vince 5 Oscar, fra cui la statuetta per la Miglior Regia.

A questo punto, Gibson abbandona per un bel po’ la regia e ritorna al puro Cinema d’intrattenimento e di genere, come Ransom di Ron Howard e Ipotesi di complotto con Julia Roberts sempre per Donner. Incrocia anche Wim Wenders per The Million Dollar Hotel, con Bono degli U2 in veste di produttore e autore del soggetto e della colonna sonora. Un mezzo pasticciaccio, ahinoi.

Gira pomposità indigeste come Il patriota di Roland Emmerich e We Were Soldiers, ma conquista una nomination ai Golden Globe per What Women Want – Quello che le donne vogliono e fa la sua bella figura in Signs di M. Night Shyamalan.

Poi, dopo una piccola parte in The Singing Detective con Robert Downey Jr., fra indubbi e da lui mai negati problemi di alcolismo, liti coniugali e cause di divorzio dispendiosissime, Gibson si ridà alla regia con gli ambiziosissimi La passione di Cristo Apocalypto.

Hollywood però pare averlo un po’ emarginato e lui si piglia la patente di rissaiolo, di uomo intrattabile, manesco e irascibile.

Tant’è che, prima di recitare ancora, fa passare molti anni, e ritorna performer soltanto nel 2010 con Fuori controllo di Martin Campbell, il regista di Fuga da Absolom e degli 007eiani GoldenEye con Pierce Brosnan e Casino Royale col primo e forse a tutt’oggi ancora migliore James Bond targato Daniel Craig.

Gibson se la spassa, recita nell’impegnato, drammatico ma irrisolto Mr. Beaver di e con Jodie Foster, e ancora fa il gigione a tutto spiano e a briglia sciolta nei divertissement Machete Kills di Robert Rodriguez, I mercenari 3 con Stallone e la sua “allegra” combriccola, e Blood Father.

La sua stella sembra tuttavia un po’ appannarsi. Decisamente.

E Gibson, oramai l’abbiamo capito, quando se la vede brutta, ecco che si ributta dietro la macchina da presa, anima e corpo.

Così, nel 2016 sforna La battaglia di Hacksaw Ridge con Andrew Garfield, film che viene molto applaudito al Festival di Venezia e, nonostante violentemente divida la Critica, si becca ben sei candidature agli Oscar. Gibson viene nominato ancora nella cinquina dei migliori registi dell’anno.

Gibson ha ritrovato nuovamente fiducia e gira film a getto continuo.

Prossimamente lo vedremo in Dragged Across Concrete dell’acclamato S. Craig Zahler (Bone TomahawkCell Block 99: Nessuno può fermarmi), in Boss Level di Joe Carnahan (NarcThe Grey) e in The Professor and the Madman con Sean Penn.

Assai presto inizierà le riprese di War Pigs con Colin Farrell, e sarà ancora director con un altro war movieDestroyer nel quale dirigerà Mark Wahlberg.

Insomma, questo Gibson, nonostante abbia superato da un pezzo la sessantina, e dunque non è certo di primo pelo, sta vivendo attualmente una seconda, prolifica seconda giovinezza.

Che uomo!

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di Stefano Falotico

 

Provocazione: i dieci migliori film italiani della mia vita, nessuno, tranne quelli di Sergio Leone. Ora, impiccatemi


24 Aug

De Sica Silvstedt

Sì, sono radicale, dobbiamo fare una selezione il più possibile stringente, come si suol dire.

Con buona pace di Nanni Moretti, a cui va il mio premio simpatia. Un uomo tracotante, un finto intellettuale di Sinistra che per anni ci ha ammorbato con le sue idiosincrasie, le sue polemiche retoriche, coi D’Alema dì qualcosa, che in Caro diario va in giro con la motoretta, con la lambretta, sì, la Vespina e la vispa Teresa, e brama Jennifer Beals. Ora, chiariamoci, Flashdance è una cagata pazzesca, e la Beals è molto più figa in Stress da vampiro e in Roger Dodger. La “mitica” canzone di Flashdance di Giorgio Moroder, cantata da Irene Cara, vinse l’Oscar ed è un hit di tutti gl’impiegati comunali frustrati. What a Feeling! Sì, mio padre, appena la sente tutt’ora in radio, diventa romantico e dimentica di essere un pensionato. E vola sulla superstrada alla ricerca del tempo perduto.

Sì, come critico, Nanni Moretti vale meno di quello del mio palazzo, l’inquilino del terzo piano, tale Cuomo, un mezzo mariuolo che però si porta sempre a casa delle gnocche straordinarie. Dev’essere uno schifo quell’appartamento. Detta fra noi, poi, quelle donne sono delle zoccole.

Sì, Moretti ha stroncato HeatStrange DaysHenry, e ha sempre avuto un debole per Laura Morante. Infatti, la scena de La stanza del figlio in cui le succhia le tette, c’entra come i cavoli a merenda con Brian Eno in colonna sonora e con la tragicità della vicenda. Ah, capisco, era per far capire che i coniugi, prima della tragedia, erano molto sessualmente affiatati e complici.

Bianca invece è la storia della mia vita. Io vorrei istituire una scuola chiamata Robert De Niro. Anch’io soffro d’insonnia e, nel bel mezzo della notte, anziché scucchiaiarmi il barattolone gigantesco di Nutella, mangio tre cornetti, alla stessa ora nella quale le vostre fidanzate vi rendono cornuti.

No, bannato Nanni.

Visconti? Ludwig è la storia della mia vita, sì, ancora, come d’altronde quasi tutta la sua filmografia. Ma io non sono omosessuale e non inserirei Alain Delon nei miei film per ciucciarglielo in privato. Scusate, eh.

Bannato!

Fellini. Mi son già più volte espresso su questo provinciale riminese panzone. Ce la possiamo dire? Non spargete la voce in giro. Non ho mai finito di vedere un suo film. Queste storie vitellonesche, di dolci vite romane, questa Capitale da lui adorata, cafona, di donnacce grassone e laide, di uomini bifolchi, di puttane misericordiose, questi amarcord nostalgici sono quasi peggio del suo squallido imitatore bolognese, Pupi Avati. Uno che è meglio che si goda la forte vecchiaia, mangiando le lasagne al ragù e la smettesse di scomodare i cuori grandi delle ragazze.

Bannati entrambi.

E Marco Ferreri? La grande abbuffata, un film triviale, porcellesco, scatologico, apocalittico, di uomini che sparano dal deretano dei peti sesquipedali da terremoto di Haiti. E Dillinger è morto? Molto meglio (anche se molto meglio non si può dire) Nemico pubblico di Michael Mann. Ah ah. Non so se molti di voi capiranno questa mia battuta, ma ci sta. Siamo tutti donne scimmie!

Bannato Ferreri, Ferraro della Sampdoria e pure la Ferrari, perché non me la posso permettere. Anche se Michela Ferraru, di u sarda, è modella che meriterebbe il mio brum brum.

Bannato anche l’altro Marco. Bellocchio. Lui e le sue schizofrenie, le sue morbose ore di religione e i suoi Porco Dio! Film rabbiosi da pugni in tasca. Ma che vuole questo qui? Ancora non l’hanno rinchiuso?

Bannato pure Sorrentino Paolo. Con le sue indolenze, le frasi a effetto, i suoi Toni Servillo con la parlata strascicata romana-meridionale, i suoi napoletani alla Maradona, i suoi clowneschi piani-sequenza.

Ha stufato e con Loro ha toccato il fondo.

 

Rossellini? Meglio la figlia.

Salvatores? Si salvi chi può. Affogatelo nel Mediterraneo.

Tornatore? Nuovo Cinema Paradiso non è una sua pellicola Oscar, ma il Cinema idilliaco che lui non girerà mai.

Pasolini. Ottimo intellettuale, un po’ esaltato. Ha detto anche un sacco di fregnacce. E non mi son mai piaciuti gli uomini che amano i pisellini…

Bertolucci? Oddio mio. Ultimo tango a Parigi regge su Brando. È maledettismo programmatico, studiato apposta per far scandalo in tempi ancora casti. Un film semi-pruriginoso in cui sostanzialmente non si vede un cazzo. Un film sulla solitudine? Mah sì… so io cos’è la solitudine. Quella del barbone sotto il Ponte di Galliera di Bologna. Mica quella di un debosciato come Brando, coi capelli nel vento che fa tanto decadentistico uomo vissuto. Ma vai a dar via il culo, Bernardo, e non ci sarà il burro ad addolcire la “frizione”.

E tutto il resto è noia. Fa anche lui quello di Sinistra col culo parato.  Aveva ragione Dario Argento, o forse era l’allegrona della figlia. È un borghese marcio che disserta di amori fantasticati, di adolescenti viziati che si fumano le canne.

Sinceramente, non ho mai visto nessun adolescente sfigato tipo Pitt e Garrel che hanno come compagna di studi, soprattutto di giochini anatomico-erotici, quel pezzo di passerona della Green.

Che poi diciamocela. A seno va di brutto la Green, di faccia è meglio la commessa del Conad sotto casa mia.

Sì, è buona questa commessa qui. Un po’ depressa. A forza di fare lo scontrino fiscale sulle banane di tutti quelli del quartiere…

E Antonioni? Mah, so che moriva dalla voglia senile di spogliare Luisa Ranieri. Ma lei è andata con Montalbano/Zingaretti e Michelangelo è rimasto muto più dei suoi film.

Carmelo Bene? Un pazzo.

Sergio Leone? Sì, ci sta. Anche se amava troppo i bucatini all’amatriciana.

 

Via, bruciare tutto.

Ah ah.

Sì, adesso vado a filmare i tortellini in brodo, mentre la mia faccia si rifletterà nel bicchiere di vetro nella rifrangenza del lampadario di luce soffusa e una mosca cadrà nella zuppa.

Titolo del film: Cena con le mosche in una serata da dimenticare nella tetraggine del piatto che piange, che fa molto Wertmuller.

Ma voi davvero credete a tutte le stronzate che dico? Ah sì? Bravi, fate bene. Non sono peggio di tanti filmacci spacciati per “arte”. Ma Arte de che? Evviva Christian De Sica. Stasera va così.

 

di Stefano Falotico

 

Lei crede in Dio? No, sostanzialmente no, anche se ci vorrei credere, pensi che non credo neanche in me


23 Aug

Don Camillo Terence Hill

Quando si dice veniamo catechizzati.

Ma cos’è questa catechesi?

Molti di noi hanno fatto catechismo. Sì, erano giornate fanciullesche in cui ancor rimembro di come spruzzai il colore del pennarello a una bimba mia vicina di banco, accecando i suoi occhi per un quarto d’ora e intervenne l’insegnante, redarguendomi con parole infami, violentando la mia “innocenza del diavolo” e mi consegnò al parroco, tale Don Giuliano della Chiesa San Martino. Uomo tracotante, di ottima panza cresciuta a base di polli allo spiedo, che mi tirò le orecchie e mi trascinò in sagrestia. Ove io ammisi le mie colpe, confessando di essere un John Belushi in erba. Lui, per questa mia battuta perspicace da Satanello precoce, mi regalò un Vangelo e io gli consigliai di vedere il Don Camillo con Terence Hill, vero cult movie della mia infanzia, ove Terence, nella versione Fernandel aggiornata ai tempi moderni, scrutava le sottane delle pattinatrici in fiore, e poi giocava a Calcio assieme al grande Boninsegna, scontrandosi con Pruzzo e Carlo Ancelotti. E mettendoli all’angolo, strappando la bandierina da terra e dandogliela in testa. Per lo scoppio finale di una rissa fra angeli contro comunisti rossi e risate a gogo.

No, se mi chiedete se credo in Dio, vi risponderò NO. Un no secco, abrasivo come la pelle butterata di Klaus Kinski. Un demone da venerare in quanto pazzo meno di me. Io, in quanto a pazzia, sono il numero uno. Anche se, a dire il vero, sono un po’ il numero uno in ogni campo. Sì, mentre voi tirate a campare, io allevo i campi di grano, di ortiche, anche di fighe. Sì, non si può?

Io sono il burlone per antonomasia, gigioneggio, elargendovi il mio scibile in maniera sibilante come un povero Diavolo che abbisogna d’infamarsi, no, infiammarsi fra cosce femminili in cui avere “vampate”.

Sì, divampo fra vamp come un vampiro. E succhio, ma soprattutto lascio che succhino.

Eppur credo agli angeli. Sì, ne ho tre sopra il mio letto. Delle statuine Thun. Questi angioletti mi proteggono dai protettori, miei magnaccia, e mi coccolano, alleviando i miei patemi giornalieri col solo potere del loro sorrisetto di cera. E così, mentre una donna mi coccola, ho questi angeli custodi che incitano di brutto, come dei tifosi del Real Madrid.

No, sono cinico. Non credo in Dio. Credo, ahimè e ahinoi, che se in giro ci sono persone malvagie, degli assassini e stupratori, soltanto qualche volta saranno puniti e finiranno al fresco. Spesso invece continueranno a perseverare nel Male assoluto, e scorrazzeranno liberi come se nulla fosse. Perché non saranno mai acchiappati e le nostre onestà morali inchiappetteranno. Beandosi di noi agnelli che beliamo.

Beati voi i quali credere che, dopo questa vita, ci sarà quella eterna. È già un inferno questa, ci manca solo che io finisca in Paradiso a girarmi i pollici. Ah, lassù non si può fare niente. Se guardi una donna, arriva San Pietro che ti spacca la capa, se bevi birra, ti puniscono temporaneamente col Purgatorio, dandoti da bere le limonate… Se mangi troppi dolci, non puoi neanche digerirli e andare a cagare. Non esistono i bagni in cielo. Ah, il Purgatorio, una roba inventata da Dante Alighieri. Sì, Dante non riuscì mai a scopare Beatrice, e allora si strusse, sublimando tutto con la Divina Commedia. Poi, gliela fece leggere, a Beatrice non piacque, era una da Novella 2000, e allora Dante morì di pene… d’amore. Questa è la verità.

Sì, molta gente va a messa. Ah, questi messi, no, uomini da messe, come stan messi? Son più bugiardi delle messaline. Sì, vanno a confessarsi.

– Prete, mi perdoni perché ho peccato.

– Quali sono i suoi peccati?

– Ho ammazzato i miei dipendenti. Sì, dovevo fare dei tagli. E li ho licenziati. E loro si sono buttati giù dalla finestra.

– Be’, reciti due rosari.

– Tutto qui? Con due rosari sto a posto?

– Scusi, io faccio il prete. C’è il segreto confessionale. Non sono mica un giudice penale

– Grande.

 

La settimana dopo:

– Padre, son sempre io. Ho peccato.

– Di che si tratta? Non ha dato da mangiare a suo figlio?

– No, non ho dato l’uccello alla mia amante. Lei si è arrabbiata e ha telefonato a mia moglie, rivelandole la nostra relazione.

– E quindi?

– Mia moglie mi ha spaccato i piatti in testa. E io le ho dato un pugno. Adesso è in ospedale.

– E quindi?

– Insomma, ho peccato.

– Mah, mica tanto. Pensi che l’altra sera io ho dato uno schiaffo a suor Gabriella.

– Perché?

– Perché mi ha cucinato male la quaglia.

– Lei mangia gli uccelli?

– No, è suor Gabriella che mangia il mio.

– Capisco. Dunque, mi assolve, padre?

– Sì, sì, dai su, devo andare a vedere Cristiano Ronaldo.

 

Ricordate: il Genius sta zitto, si muove con far all’apparenza indifeso ma non è un fesso.

 

– Stefano, ma tu credi in te?

– No, e tu credi in me?

– No.

– Quindi non siamo credenti l’uno dell’altro.

– No, io credo in Dio. Io sono credente.

– Sì, ma io non credo in te.

– Non credi in me?

– No, non sono Dio. Solo lui, che esiste soltanto nella tua mente bacata, crede in te. Nessuno crede in te.

– Io sono pieno di amici. Credono tutti in me.

– Perché sono dei leccaculo e tu hai cinquanta milioni di Euro in banca. Sarà per questo che credono?

 

Sono davvero un uomo diabolico, va detto.

 

 

di Stefano Falotico

Un uomo, il sottoscritto, nitido, deterso, teso, pulito, forse troppo. Un uomo troppo. Anche per Monica Bellucci


22 Aug

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Introduzione, sperando d’introdurlo in Monica

Sì, si nota che son dimagrito? Sì, il mio corpo, compresso da pasticche antidepressive sfiancanti, si era un po’ ingrossato, e io ero notevolmente ingrassato, acquisendo una fisionomia da tarchiato.

Ma la fiera abnegazione della mia volontà ginnica mi ha permesso, in un batter d’occhio, di perdere i chili in eccesso, ritornando quasi al mio peso forma.

Sì, sono stato invaso da molte malignità, tese a disfarmi. Molte donne, già sfatte, deluse dalla vita, hanno attentato alla mia purezza, negli ultimi tempi, proponendomi scopate alquanto squallide. Ho lasciato che rimanessero a mangiare l’insalata con l’aceto e il loro contorno insipido di frustrazioni giornaliere. Sì, andassero a raccattare qualche sguattero e guitto giù in instrada ché m’instrado io ove meglio il mio cuore vuole. E per queste non mi duolo, ché si può dire anche dolgo.

Ah, tutte queste lucciole non mi avranno mai. Prima dovranno ritornare alle loro perdute verginità e virtuosità e, solo quando avranno restaurato il lor lindore corrotto, potranno ambire alla pulizia del mio profumo orgasmico. Sì, queste son donne sporcamente vaginali, emanano cattivi odori e invece la mia anima è impregnata di “biancheria”. Ah ah. Son uomo intimista, come un film indie, e non ho da socializzare con le loro lerce intimità. Comunque, se la modella dell’Intimissimo volesse farmi “sbiancare”, togliendosi anche quel poco che indossa, denudandosi davanti a me, porgendosi delicatamente ignuda, potrei fare uno strappo… alla regola.

Ecco, io adoro le camere d’albergo. Ove, sapete bene, i camionisti bisunti s’accoppiano con puttane di bassa lega. Sì, quei motel in cui instancabilmente ogni autotrasportatore va orgoglioso del suo tir(o).

No, io amo le camere d’albergo per una ragione molto più igienica e meno sifilitica. Perché hanno la doccia. Sì, in casa mia ho sempre avuto una vasca. È scomodissima. Innanzitutto, prima d’immergermi, la pulisco col Vim Clorex, perché ancora contiene i batteri degli altri abitanti della mia casa che ne hanno usufruito. La sciacquo, strofino le sue pareti così come Ralph Macchio di The Karate Kid dà la cera e toglie la cera…, immaginando che sia il seno di Monica Bellucci.

Dunque la riempio… Chi? La Bellucci? Magari. No, la vasca. Attento a miscelare la giusta temperatura, azionando caldo e freddo così come quando vedi sempre la Bellucci del vecchio calendario Max e devi mescidare gli ormoni prima che tu possa schizzare fuori dal “recipiente”.

Comunque, sì, la vasca da bagnata, no, da bagno, è una gran rottura di coglioni. Innanzitutto, spendi un sacco d’acqua e poi ti arrivano bollette della Madonna, poi, se non sei magro e hai ottimi riflessi, potresti scivolare e prendere delle capocciate tremende. La classica “sbandata”… e perdi la testa.

Invece, la doccia è bellissima. Uno, dopo una giornata di sudori, si spoglia alla stessa velocità con la quale un uomo eterosessuale si spoglierebbe se la Bellucci ti facesse capire che vuole il tuo sudore, e si lascia riscaldare. No, rinfrescare. Soprattutto in queste giornate estive bollenti…

Sì, dovete sapere che l’altro giorno si è bruciata… Chi? La Bellucci? No, la scheda madre del mio PC del cazzo. La temperatura troppo alta, nonostante il condizionatore, ha fuso tutto. Fortunatamente non il processore e neppure il disco dati.

E dunque ho portato il computer, o meglio la CPU, al negozio di assistenza. Ogni volta, dimagrisco cinque chili. Perché mi piglia il patema d’animo che il computer, nel tragitto in macchina, possa subire degli scossoni e che io possa fare un incidente. Capito? Non me ne sbatte che si spacchi la macchina e neppure che io mi rompa in mille pezzi, mi frega del computer, oggetto col quale lavoro prodigamente e coccolo come un figlio.

Non deve subire rotture!

Il tecnico del negozio è un uomo gentilissimo ma un po’ debosciato. Mangia le crescentine e poi ficca le sue dita negli apparecchi elettronici. Ma comunque sa riparare come Dio comanda, come ben insegnavano Lucio Battisti e Mogol:

quel gran genio del mio amico. Lui saprebbe cosa fare. Lui saprebbe come aggiustare. Con un cacciavite in mano fa miracoli. Ti regolerebbe il minimo, alzandolo un po’.

Fatto sta che il computer è a posto.

Siete voi che non siete a posto.

E io vi sposto nel cestino. Non vi cancello però. Posso recuperarvi se volete.

Basta che non vogliate più sporcarmi con sozze illazioni.

Se invece voleste sporcarmi con la Bellucci, vi regalerò un PC nuovo di zecca.

 

Personalissima classifica delle super donne da infarto per voi, vecchietti bavosi, da mia crema spalmata sulla masseuse

La mia top ten delle massime tope, dalla decima alla prima, forse meglio dalla terza in poi, basta che non porti la settima perché non mi piacciono le maggiorate:

10) Shannon Tweed, moglie di Gene Simmons. Adesso è vecchiotta, ed è sempre stata rifatta. Immagino quante volte se la sia fatta Gene ai tempi di Body Chemistry 4: Full Exposure.

Nei panni della “dottoressa” Claire Archer, sì, quel suo seno sarà stato anche bombastico ma abbisognava subito del “mastice”. Qualcosa di sensazionale che neanche la Venere di Botticelli.

9) Julianne Moore. È migliorata col tempo. In America oggi esibiva il suo primo nudo integrale, ma era sinceramente un po’ bruttina. L’altro giorno, l’ho vista nel trailer di Bel Canto e “qualcosa” ha subito intonato da tenore un gemito in do minore.

8) Roberta de Matthaeis, speaker radiofonica ed ex “conduttrice” televisiva. Osservate questa posa e il modo con cui ammicca con la cannuccia… bisogna aggiungere altro?

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7) Tiziana Panella, giornalista e conduttrice del programma pomeridiano de La7, Tagadà. Una voce da cornacchia paurosa, una stronza clamorosa, una da Festa dell’Unità sebbene lecchi il culo a Salvini. Ma, quando accavalla le gambe, ti dimentichi di essere comunista. E vorresti con lei soltanto far comunella.

6) Alessia Pavese, bergamasca, Adidas athlete. Un corpo perfetto da fondista, un corpo su cui fiondarsi e in cui fondersi. Una ragazza che ti confonde, ti rende un Föhn. Sì, da definizione di Wikipedia, il favonio, più comunemente chiamato asciugacapelli, è un vento caldo e secco che può presentarsi, in differenti configurazioni bariche, su entrambi i lati della catena alpina e di quella appenninica.

Sì, ad Alessia soffierei tutto il mio calore da orogenesi! Una donna dolcissima più della foto di un bambino sui cartoni del latte della Granarolo. Con l’unica differenza che i bambini non vanno toccati, a lei succhieresti tutto, per un’ottima crème au caramel.

5) Sabrina Salerno. Donna che ha compiuto, a Marzo scorso, la bellezza di cinquant’anni. Ecco, secondo voi questa è una cinquantenne normale? Foto datata 20 Agosto 2018.

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4) Una pornostar di cui non rivelerò il nome. Lussuria pura. Da non vedere mai “in azione” se il giorno dopo dovete sostenere un esame di matematica. Scombussola, diciamo così, perderete parecchio in lucidità e potreste dare i numeri.

3) Sylvester Stallone, sì, a settantadue anni, fa ancora la bella figa su Instagram.

2) Robert De Niro. Nel giorno del suo settantacinquesimo compleanno, è stato fotografato al mare col panzone debordante e flaccido. Ma il suo carisma è qualcosa che non scambierei neppure con un harem.

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1) Monica Bellucci è un po’ invecchiata. Guardate che non è più bella delle altre, fisicamente parlando. Ci sono donne al mondo molto più formose. Ma ha uno sguardo che ti annienta.Monica+Bellucci+62+David+Di+Donatello+Red+CyWE2HjBkC4l

 

Ci mancava anche il “caga-cazzo” con la sua moralistica paternale

Sì, qualche volta, come chiunque, mi masturbo. Ma due mattine fa mi è venuto invece lo sturbo. Ero lì che controllavo le notifiche di Facebook quando, di punto in bianco, vengo assalito in chat da un napoletano cinquantenne, probabilmente in ferie, che ha pensato “bene” di rompere le palle a uno sconosciuto molto più giovane e figo di lui. Così, perché gli tirava…

Un uomo che ha messo la sua faccia da culo dappertutto, e si dichiara laureato in Relazioni internazionali col Master ma non credo sia specializzato in quelle interpersonali. E che, col prossimo suo, ha un tatto “finissimo” che neanche fosse una trebbiatrice. Sì, questo qui doveva laurearsi in Agraria. Per arare i campi della sua nullità. Un uomo sfiorito.

Dice anche che, come lavoro, si occupa di recupero crediti. Sì, un esattore. Annamo bene…

Questa la conversazione fra me e tale porcellino:

– Stefano, da un po’ ti seguo. Anch’io sono appassionato di Cinema. Ma toglimi una curiosità. Anzi, due. Tu quanto guadagni? È un guadagno che ti permette una piena autonomia economica? E poi da quant’è che non scopi?

– Mi arrangio come meglio posso. Per quanto riguarda la mia ultima volta, non sono cazzi che ti riguardano.

– Ho il sospetto che la tua ultima volta risalga a parecchio tempo fa. Puoi dimostrarmi il contrario? Non è che ti fai le seghe? Bisogna farsi il culo!

 

Bannato.

 

E voi vorreste venirmi a dire che non ho fascino? Sì, lo ammetto, sono basso, 1 e 68. Ma anche Tom Cruise è uno e sessantotto. Lui dice un metro e settantacinque. Sì, coi tacchi…

Ma mi trovate un altro che sa essere sensuale, strafottente in senso lato anche B, e che ha appena pubblicato su Kindle-Amazon una monografia su John Carpenter?

Se me ne trovate un altro, vi scopo.

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di Stefano Falotico

Idolo assoluto: Wolf Man, esibizioni canore “penose” di un uomo con una voce fuori dal coro


21 Aug

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Adriano!

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Sì, ecco la faccia “monstre”. Adesso, vi canto due hit rispettivamente di Pappalardo e di Adriano Celentano. Ma prima vi racconto un racconto. Sì, vi racconto un rustico racconto. Mio nonno era come me. Non ha mai voluto prendere ordini da nessuno e non si è mai attenuto a nessun precetto borghese. Gli offrirono un lavoro che poteva sistemare la sua famiglia ma lui declinò l’offerta e preferì essere il “boss” della campagna. Ove spennava le galline e strozzava i polli, così mia nonna, Rita, li cucinava assieme agli ortaggi che lui allevava. Era un uomo libero, senza inibizioni, andava a ordinare carne dal macellaio e camminava a testa alta. Mio padre e mio zio, fratello di mio padre, si son dovuti trasferire al Nord per non morire di fame. Ma mio nonno era questo. A suo modo, un genio. Si curò dal Cancro ma le metastasi si erano oramai propagate dappertutto. E morì proprio nella mia città Natale, Bologna. Perché gli avevano detto che qui, a Bologna, c’erano i medici migliori d’Italia. Lui sapeva che sarebbe morto, ma prese lo stesso il treno e morì col sorriso sulla bocca. Due giorni prima di morire, al paziente che stava con lui in camera d’ospedale: – Signor Pietro, mi tolga una curiosità. Lei che ha fatto nella vita? – Io sono stato uno dei più grandi commercianti di olio d’Europa.   E poi rise. Un grande. Capito? Non gliene sbatteva un cazzo di raccontare una stronzata micidiale, tanto stava morendo, il mondo è solo un enorme inganno.   E oggi mi va di cantare, “stonando”, con la mia voce di merda. Se vi sto antipatico, potete anche picchiarmi. Tanto io non cambio. Mi dispiace. Ci sarà tempo in Paradiso per andare a zoccole. Non c’è un cazzo da fare lassù.  

 

 

 

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di Stefano Falotico

Vampires: professione amatore, esperto di Cristiano Ronaldo, il mai morto, una faccia da culo epocale


20 Aug

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Imitazione di Bob De Niro al mille per mille su fascino alla James Woods. Testa di cazzo mai vista.

Sì, ricevo dalle 9 e 30 del mattino alle 19 e un quarto, salvo pausa pranzo. Gradite signore di ogni età per piccanti libagioni a base di sane ficcate.

Sì, dopo essermi disperatamente dato da fare in mille modi, ho scelto la professione più congenitamente a me appropriata, l’amatore, in stile Richard Gere di American Gigolò.

Per donne con scompensi psicologici da riempire… su doti da Mark Wahlberg di Boogie Nights.

Sì, son sempre stato conscio delle mie potenzialità… inespresse, ma le sviluppai… soltanto dopo la prima volta. Ella, nell’ardimento sconvolgente di fremiti inauditi, finito che avemmo di “desinare” coi nostri cor(pi), si mise a ridere, e sbottò:

– E tu non avresti mai fatto sesso sino ad ora? Ma vai a dar via il culo! Vai a prendere in quel posto tua sorella.

– Ti giuro, questa è la prima volta.

– Be’, sei davvero sincero?

– Sì, non si è notato? Sono diventato paonazzo quando mi hai slacciato la patta.

– Ah, e dire che molti uomini, appena li sbatto, no, sbottono, diventano pazzi.

– No, io solo paonazzo. Pazzo lo fui tempo addietro, in una galassia lontana ove cinguettavo con Luke Skywalker, ma mi accorsi che era solo forza metafisica e abbisognavo di usare la mia “spada laser” in qualche pianeta caldo.

– Capisco. Ragionamento un po’ cervellotico.

– Be’, sai, per anni ho cercato un personaggio del Cinema che mi assomigliasse. Ma tutti presentavano delle carenze, e non aderivano al mio ruolo. L’anno scorso, ho compreso che sono Dale Cooper/Dougie Jones di Twin Peaks. Il personaggio falotico c’è tutto. Rincoglionito forte in versione Jones, poi di colpo serio e adrenalinico come un detective coi contro-cazzi. Sì, sono come Mr. Jackpot, la gente viene da me. Mi sfrutta per il mio intuito alla Sam Ace Rothstein/De Niro e vince al jackpot. Sono una gallina dalle uova d’oro. Che raramente mette a frutto le sue genialate. Sì, le galline non m’interessano. Che stessero a covare con qualche gallo cedrone che le metterà incinte. Io sono uno che ama le uova al tegamino, con tanto di scarpetta.

– Ma che stai dicendo? Insomma, la questione è questa. Hai senz’ombra di dubbio un gran bell’uccello. Ciò è tangibile, eccome se lo tangei o, che dir si voglia, tangetti, me lo sognerò anche oggi pomeriggio quando sarò imbottigliata in tangenziale, il traffico mi darà alla testa e non vedrò l’ora di tangertelo ancora. Semmai, prima balleremo il tango.

– Ok, adesso levati dal cazzo.

 

Sì, era sabato scorso, e alle 18 c’era Chievo Verona vs Juventus.  Ecco, rendiamocene conto. Il signor Cristiano Ronaldo ha esordito nel nostro campionato contro il Chievo. È come se Marlon Brando avesse recitato, per la prima volta in Italia, in un film di Castellano e Pipolo.

Sì, quest’uomo robotico, questo marziano col gel anche sulla tromba di Eustachio, mi ha emozionato. Sì, ogni volta che lo inquadravano, pensavo che stesse pensando: guarda, sono qui, nel Paese del ce famo du’ spaghi, io CR7, nel Paese più bigotto del mondo, ove le persone credono ancora che esista un Dio che le metterà all’inferno se non useranno la pillola anticoncezionale, un Paese pieno di reprimende, d’ideologie malsane e contraccettive, ove tutte le donne appaiono come delle sante coltissime, e in verità vi dico che diverrebbero davvero frigide pur di trombare da mattina a sera. Un Paese vizioso, falso, ipocrita, ove i giovani vengono ricattati da adulti troioni con la panza piena, che li definiscono ignoranti quando sono loro, gli adulti, o meglio adulteri, a non saper neppure l’abc dello stare al mondo.

Un Paese d’idioti, di Pinocchi, di gente che studia tutta l’adolescenza per poi trovarsi un lavoretto fisso, e fare battutine squallidissime a sfondo sessuale. Ove tutti e tutte sono fighi e fighe con l’encefalogramma di un pachiderma. Un Paese ove Enrichetta Blondel, moglie di Alessandro Manzoni, viene scambiata per una meretrice perché da Alessandro ha avuto dieci figli (!), e viene reputata tale da codeste donne che mangiano la crema di piselli… Bonduelle. Sì, Blondel, e anche i maschi si fanno blonde, sì, come Clint Eastwood della Trilogia del Dollaro.

 

– Non ho capito, Stefano. Si fanno la cantante Blonde?

– Ma che Blonde! A parte che quella si chiama Blondie.

 

Sì, in Italia equivocano, vogliono sempre prove alla mano.

Pensate che, stamattina, mi ha contattato un certo Cacciapuoti. Dicendomi che non crede che io abbia scopato.

 

– Hai qualche prova che attesti il tuo sverginamento?

 

Sì, l’Italia è questa, l’unico Paese al mondo ove è successa una tragedia immane, la caduta del ponte di Genova, ma la Serie A non si è potuta rimandare, perché Sky aveva già i contratti per la mondovisione del Ronaldo e spostare le partite a mercoledì significava perdere in audience.

Capisco…

Ove la gente, la prima cosa che ti chiede è che lavoro fai.

 

– Ah, dunque sei sposato, hai la donna…, fai l’impiegato. Bene, sei una brava persona.

– Be’, sai, di notte vado ad ammazzare le persone.

– Non m’importa, sei una brava persona, hai un lavoro di uno con la testa sulle spalle. Andiamo a farci una birra…

 

Sì, Ronaldo è venuto in Italia per sanare i suoi debiti fiscali, tanto Agnelli, anziché pagare gli stipendi di quelli della FIAT, deve “risparmiare” per il suo pupillo e parargli il culo.

Sì, Ronaldo ha scelto l’Italia. L’unico Paese al mondo ove un criminale assassino come Igor il russo ha potuto gironzolare per tre mesi a piede libero per le campagne di Budrio e zone limitrofe, e nessuno l’ha beccato, perché in Italia ci tengono tutti a indossare la divisa “autoritaria”, che fa macho con du’ palle da Benicio Del Toro di Soldado, poiché quando un carabiniere entra in un bar esige rispetto e la gente si ammutolisce, ma ha paura di beccarsi una pallottola perché ha una figlia che va cresciuta in questo Paese di merda.

Ronaldo ha lasciato la Spagna, ove Igor il russo è stato catturato in cinque minuti secchi.

E invece è venuto a vivere da noi, Paese di santi, poeti e navigatori mantenuti dall’assistenza sociale perché mandano a fanculo anche il paraplegico di novant’anni, in Italia se ne fottono… ché la vita è una e non si può perder tempo in “pietismi”. Però ammirano La Pietà di Michelangelo, e scambiano il tal Buonarroti col Caravaggio.

È un Paese l’Italia ove se dici una parolaccia ti dicono sardonicamente: – Certo, che tu hai studiato a Oxford.

In Italia tutti amano Tarantino perché adorano il McDonald’s e, ogni volta che stanno a mangiare patatine fritte, si credono nel Big Kahuna Burger. Atteggiandosi da Samuel L- Jackson, quando non sono neanche Tim Roth.

In Italia stanno diventando tutti influencer. Visto che hanno letto a malapena tre libri della bancarella, non trovando lavoro, a proposito della “fissa” del lavoro, non dicono che sono disoccupati ma ispiratori di mode e tendenze. E, fra una puttanata e l’altra, cacciano pure un rutto perché, sì, con questi video seguiti da milioni di lobotomizzati, sono adesso ricchi, ma non hanno perso il sapore “genuino” della goliardata.

Ad esempio, V. Vignali di Instagram. Figa della madonna, un culo che sembra una portaerei di Top Gun, sì, lei guadagna un sacco di soldi, fotografando le sue limonate col super tatuato troglodita con cui ci fa cis… E poi si fa… le “storie in diretta”, come la borgatara che manco Anna Magnani…

Comunque, se tale Vignali mi chiedesse di scoparla, accetterei la proposta “indecente” senza battere ciglio. Figa è figa, scema pure. Ma non è un Paese il nostro ove la parola più amata è figa? Quindi, volemose bene…

E allora accontentiamovi, no?

Sì, l’Italia è un Paese ove se sei un mezzo genio e vedi la realtà con gli occhi giusti, ti dicono che sei paranoico e soffri di fantomatiche teorie del complotto.

Certamente…

Così, semmai ti spediscono da uno psichiatra che sa come coglionarti ancora di più.

 

Sì, sentivate la mancanza dello stronzo che sono io? Sapete, giovedì scorso, per colpa del caldo, mi si è fusa la scheda madre.

Oggi mi hanno riparato il PC.

 

A molti di voi invece dovrebbero fare la manodopera dell’alimentatore delle cazzate che dite.

Amici, vi aspetto a brevissimo col mio libro su Carpenter.

 

Ah no, non dovevo scrivere questo libro. Mi diranno che acclamo film “aggressivi” e “violenti” come Vampires.

Sì, cari corrotti, siete stati morsi. E non credete più a niente.

 

Una delle scene più romantiche e belle di tutti i tempi! Capolavoro!

 

Posso mandarvi a fanculo per direttissima o devo timbrare prima il cartellino?

 


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Capolavoro

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di Stefano Falotico

Altra provocazione: molti 20/25enni sono indubbiamente dei ritardati che guardano solo serie tv sceme


15 Aug

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Questa è un’inconfutabile verità tremenda. E finalmente mi dà ragione anche Federico Frusciante. Su The Hateful Eight e su altre cose non siamo d’accordo. Su questo ovviamente sì.

Come si può negare questa tristissima ma oggettiva realtà?

È da anni che va avanti così. Tutto è iniziato coi nerd del cazzo. Che giocavano a sparatutto come Doom e Duke Nukem e altre sciocchezze per bimbi col ciuccio. Sognando di essere Schwarzenegger, un uomo con un quoziente intellettivo di una stampante B/N. Sì, lo accendi e poi si blocca, appena finisce l’inchiostro. Basta dargli qualche proteina, un paio di bilancieri ed ecco che continua a propinarci il suo Terminator. Ma la smettesse e andasse, piuttosto, a coccolare i nipotini, che ha cinquemila bypass coronarici e fra poco stramazzerà al suolo. E Linda Hamilton gli dirà: – Caro Schwarzy, te l’avevo detto che alla tua età era meglio se scommettevi sui cavalli. Mi dispiace, sei terminato.

Comunque è una bella lotta fra lui e Stallone. Un altro che non si vuole rassegnare al tempo che passa e va sempre dal barbiere a farsi la tintura corvina, allenandosi per Rambo 5! Ma la finisse. Che nei panni di John è sinceramente più credibile il mio vicino di casa Lucchi. Ha la panza ma è un vero duro. La figlia è stata una tossica per anni e se li girava tutti. Ma lui, il Lucchi, non l’ha mai sbattuta al SerT. Ha lasciato che la figlia diventasse completamente obesa. Tanto al Lucchi interessava solo guardare il Bologna la domenica pomeriggio. Un “grande uomo”. Sì, uno che non l’ammazza nessuno. Ah ah.

Ma torniamo alla questione iniziale, non perdiamoci in Lucchi. Sì, molti giovani si combinavano i capelli come l’ex pallavolista Andrea Lucchetta, un altro che avrei visto bene in campagna coi polli e i maialini a ballare nel calar della sera. Sì, è stato campione mondiale. Di che? Della pallavolo. Sport di bagher.

Sì, il bagher è bello se lo guardi eseguire da dietro da una donna. La donna si china, e il suo culo monumentale mostra tutto intirizzito. Prendete queste due foto della mitica super gnocca Francesca Piccinini. Ecco la vita vera! Ah ah. Se un uomo normodotato guarda questa posa e non ha un’erezione, be’, è meglio che continui a vedere Beautiful.

Questo per dire che questi giovinastri mi paiono abbastanza sul rincoglionito. Sono lentissimi, sono dei moralisti assurdi, roba che neanche la buonanima di mio nonno ch’è morto da un pezzo. Anziché amoreggiare e godersi la loro bellissima età, che fanno? Stanno in casa, con la Nutella in bocca, a vedere la trecentesima “puttanata” della serie televisiva per babbei mai visti.

Ma non roba cazzuta come The Night Of e Mindhunter, stronzate micidiali.

Del fesso sesquipedale che ama Laura la scema iper-gallina e dell’altro cornuto che invece vuole farsi Max, in un quartetto d’imbecilli che fa più paura di Jason di Venerdì 13.

A proposito, Jason fa davvero paura? Ma de che!

 

di Stefano Falotico

Spiace, duole dirlo, ma il sesso debole siamo noi uomini, lo siamo sempre stati


14 Aug

sesso debole

 

Sì, sono fieramente misogino e misantropo. Mi fanno alquanto schifo sia le donne che gli uomini, senz’eccezione alcuna. E non salvo nessuno. Un porcile apocalittico che cresce di ora in ora e si estende a macchia d’olio, corrompendo nel lerciume anche le anime più resilienti a quest’abbattimento delle coscienze.

Le menti più fervide della mia generazione, schiacciate da ricatti lavorativi, non valorizzate nelle loro creatività, trattate soltanto come dei coglioni perché, sino a questo momento, non si sono mercificate alla prostituzione di massa, vengono adesso oltraggiate nei pudori, apertamente derise. Tanto alla produttività capitalistica non sbatte un cazzo che abbiano letto diecimila libri. Vengono valutati per quello che “danno”. Che danno!

Il participio passato di soccombere non esiste, ma avete capito. Anche se arcaici della Lingua italiana dicono che soccombuto da qualche parte è contemplato. Comunque sia, questi ragazzi van soccorsi, li avete feriti a morte e sanguinano, lacrimano le da voi sbudellate viscere in un lago agghiacciante di dignità lese, infangate e infrante. E voi ancor più ridete, beandovi di loro, e urlando che sono degli infanti!

Sì, addivenite che soffrano persino di elefantiasi. Uno squallore morale che ha dell’osceno incommensurabile.

Berlusconi è l’uomo più triste attualmente vivente. Sì, forse neppure la Lario lo ha amato per il suo valore umano, tutte le donne, che con lui hanno giaciuto, son state col premier perché aveva e ha i soldi.

E quella lì, la Minetti, lo chiamava amore perché la riforniva di assegni di “buon cuore”.

Berlusconi, m’immagino la sua vita abietta, di merda. Ecco che, dopo una giornata in Parlamento, a raccontare barzellette, tornava a casa, col morale a pezzi. Telefonava a Tarantini che gli spediva due super zoccole mai viste perché lui, come disse Checco Zalone nella parodia satirica di Antonio Cassano, è Trombolo!

Le zoccole arrivavano a Villa Arcore, il maggiordomo le squadrava per appurare se potevano attizzare il “cavaliere mascarato”. Assentiva e le faceva entrare…

Silvio cenava con loro amabilmente, con tanto di ostriche e caviale. Poi:

– Come ti chiami tu, dolcezza? Susanna? Dai, gusta questa panna. Ecco, la vedi quella velina lì? Guadagna diecimila Euro al mese. Per due minuti che balla a Striscia la Notizia… è uno stacco facilissimo, devi muovere un po’ il culetto mentre scorre la musichetta ed Ezio Greggio e Iacchetti fanno sullo sfondo le faccette. Ti piacerebbe come lavoro?

– Certamente.

– Allora, cara, il mio maggiordomo ti accompagnerà nella stanza degli “ospiti” (leggi stanza degli orrori e degli abomini…). C’è un comodo, confortevole letto in legno massiccio, con delle molle di un materasso venduto dalla mia amica Patrizia Rossetti. Ecco, Susanna, io verrò presto a sbavarti… il rossetto. Aspettami. Ciao, a prestissimo.

– Tu, invece, Michela… mi sembri un po’ più colta della tua amica. La vedi quella? Si chiama Elena Guarnieri. Adesso conduce il TG5. Sai, durante questa cena, ho notato che hai un’ottima parlantina, sai argomentare davvero alla grande. Ti piacerebbe prendere il posto di Elena? Tanto oramai lei è quasi andata…

– Assolutamente. Che figo! Essere la conduttrice di un telegiornale in prima serata! Be’, la mia Laurea in Scienze delle Comunicazioni devo metterla… a frutto.

– Bravissima. Giovane, bella, ambiziosa. Mi piacciono le donne con le palle. Ora, fatti accompagnare, prego, laddove c’è già Susanna che ci attende. Vieni, vieni con me…

 

E poi Silvio grufolò, dimenticando la Sinistra e urlando Forza Milan!

E voi, uomini, vorreste forse dirmi che le donne non sono il sesso forte?

E basta con questi fruttivendoli che fanno le battutine a doppio senso! Sulle banane e sulle pere!

 

Sì, il mio post ha scatenato reazioni immediate. Un putiferio.

Partiamo da Federico Frusciante che esordisce così.

donne

 

Quindi, fra tanti maschi che mi danno ragione, ecco che arriva il gruppo femminista del cazzo a inveirmi contro. Dicendo altre puttanate assortite. Tipo questa:

Facilitate? Intanto, se una donna fa carriera o ha potere e magari è pure bella, deve sopportare tutte le battute e insinuazioni come chissà a quanti l’ha data e peggio… Se si è donne, si vien sempre e comunque giudicate come pezzi di carne riguardo l’aspetto fisico, qualunque sia l’’età e lo status. Se si viene molestate o aggredite, prima bisogna stabilire come eravamo vestite, perché magari ce la siamo cercata. E poi il ciclo, i pregiudizi duri a morire…, dovresti vivere un mese nel corpo di una donna e poi ne potremmo riparlare.

Dico? Stiamo scherzando? Prima volete la parità dei sessi, vi siete accapigliate per un tempo immemorabile per raggiungere la Camera dei Deputati, ma non vi va bene manco questo.

Volete vestire in minigonna e v’infuriate se un uomo vi guarda con desiderio. E lasciate stare le violenze, che è un discorso a parte. Che c’entrano gli stupri?

Anche gli uomini, peraltro, a proposito di violenze psicologiche e fisiche ne ricevono, ben più subdole. Un uomo, che ne so, omosessuale viene licenziato e si trova sul lastrico come in Philadelphia, e non può neanche denunciare l’accaduto che viene preso per un senza palle.

Stefano Cucci è stato massacrato in carcere perché reputato un “cacasotto” da dei lercioni maiali.

Un uomo diverso dagli altri in questa società non ha speranza. Dall’uomo si pretende produttività, efficienza, sicurezza in sé stesso e che sia anche un discreto “trombatore”. Uno col “fascino”.

Una donna “diversa” invece viene rispettata da gran signora. Trova uno che la mantiene, fa la bella vita e si spaccia pure per intellettuale. Va a fare la psicologa o la maestra, l’educatrice dei miei coglioni.

Via dal cazzo queste falsissime. Che fanno le chic e poi le vedi che sbavano dietro Day-Lewis non perché sia bravo come attore, ma perché ispira sesso! Il signor Daniel le manderà solo a cagare.

Noi uomini siamo onesti. Vediamo Monica Bellucci, almeno quella di dieci anni fa, e la diciamo tutta.

– Stefano, che cosa ti suscita Monica?

– La voglia di sbatterglielo nel culo. Anche se poi apre bocca e me lo fa diventare moscio. Recita come una dell’asilo nido.

 

Le donne invece no. Mentono in maniera spudorata. Per via dell’educazione cattolica della Vergine Maria e del fatto che son cresciute col mito della purezza e dell’essere angelicate.

Ma de che!? Che se vedono Fassbender a torso nudo in tv, devi chiamare l’idraulico perché hanno allagato tutta la sala.

 

Quindi, finitela, facciamo abbastanza schifo, noi uomini, e fate schifo pure voi.

Basta con le ipocrisie!

 

L’uomo, se rifiutato da una, al massimo le dice, stizzito, che è una cretina.

La donna del nuovo millennio invece è ferocissima. Se un uomo è un po’ timido e titubante, ecco che parte in quinta: ah frocio! Impotente! Coglionazzo! Idiota!

 

Stamattina, ero al bar, come sempre. Quando sono molto sereno, mi viene lo sguardo catatonico e sembro scemo.

A un certo punto, un ragazzino con la sua fighetta, ha cominciato a farmi le smorfie, prendendosi gioco di me.

Gli ho versato il cappuccino bollente in testa.

– Io ti denuncio!

– Ah sì? Ecco la brioche, zuccherino!

 

E gliel’ho ficcata in bocca, quasi strozzandolo.

– Tutto questo perché ti prendevo un po’ per il culo?

– Ecco, vedi di andare a prendere per il culo la tua troietta.

 

E comunque questa è una grande canzone!

 

Ma è una canzone razzista! Come il mondo!

Che poi, a me dei sessi, del sesso in generale importa davvero un fico.

Vedete di fottervi.
Fa CALDO, eh?

In poche parole, il succhiotto, no il succo è questo:

non ho mai visto un uomo bello farsi mantenere e stare alle Bahamas col cocktail in mano tutto l’anno. L’uomo, anche se bello, se non si dà da fare, è nella merda. Una donna senza qualità, se è bella e se la vede brutta, scusate il gioco di parole, si trova un riccone che la mantiene. È una triste verità, ma è così.

 

Chiedo venia al Frusciante per avergliene suonate quattro. Ma se la sta tirando troppo ultimamente. Cioè fa la bella figa. E questo non deve succedere mai più.

Adesso, scusate, devo bere il caffè.

39277200_10211878792908090_2653820877283524608_nVoi davvero credete a tutte le stronzate che dico?

, Queens, NY - 20180130Director Martin Scorsese watches Robert De Niro beat up a guy while filming a scene at "The Irishman" movie set in Ridgewood, Queens-PICTURED: Robert De Niro-PHOTO by: Jose Perez/INSTARimages.com This is an editorial, rights-managed image. Please contact Instar Images LLC for licensing fee and rights information at sales@instarimages.com or call +1 212 414 0207 This image may not be published in any way that is, or might be deemed to be, defamatory, libelous, pornographic, or obscene. Please consult our sales department for any clarification needed prior to publication and use. Instar Images LLC reserves the right to pursue unauthorized users of this material. If you are in violation of our intellectual property rights or copyright you may be liable for damages, loss of income, any profits you derive from the unauthorized use of this material and, where appropriate, the cost of collection and/or any statutory damages awarded

di Stefano Falotico

Mi vergogno di essere italiano, mi vergogno sostanzialmente di essere


14 Aug

"Rocky". Im Bild: Sylvester Stallone (Rocky). SENDUNG: ORF1, SO, 15.05.2005, 00:30 UHR. - Veroeffentlichung fuer Pressezwecke honorarfrei ausschliesslich im Zusammenhang mit oben genannter Sendung des ORF bei Urhebernennung. Foto:ORF/-. Andere Verwendung honorarpflichtig und nur nach schriftlicher Genehmigung der Abteilung ORF/GOEK-Photographie. Copyright:ORF-PHOTOGRAPHIE, Wuerzburggasse 30, A-1136 Wien, Tel. +43-(0)1-87878-14383.

Lionheart Bomber Spencer

Sì, aveva ragione Amleto, il principe folle a non essere, a scomparire nei bui tetri della sua anima angosciata. Titubando in continuazione perché sapeva che, nella realtà abietta e miserabile di tutti i giorni, sarebbe crollato e l’avrebbero intubato. Mostrando poi i video di lui, devastato, su YouTube per il ludibrio di gente che, ridendo a crepapelle, avrebbe deriso il suo dolore. Un dolore dell’anima, un dolore da chi non vuol per niente spartirsi con gli animali.

Sì, la realtà è spaventevole eppur io la sopporto, ma borbotto. Quante botte! E basta con queste bottane!

Tanta gente non ama sentirsi dire la verità e poi s’infuria, bestemmia, smadonna, in preda a deliri solipsistici di pura demenza.

Sono stanco… sì, innanzitutto sono stanco degli ipocriti, quelli che puntualmente rimproverano il prossimo, lanciandogli ammende e reprimendolo, elargendo sempre consigli da baristi, bravissimi a parole ma poi incoerenti, inattendibili nei fatti. Preti insomma nella tonaca sociale della maschera composta e sussiegosa, diplomatica da paraculi, e poi porci nelle loro intimità impudiche, volgarissimi e sprezzanti nei giudizi facili, nel loro suddividere il mondo in categorie, nelle ripartizioni manichee fra giusto e sbagliato, nelle superficiali scremature fra nero e bianco, e non parlo di razzismo, parlo di fascismo.

Mi hanno rotto il cazzo!

Dispensatori di chiacchiere, di aria fritta, integerrimi dietro un lavoro socialmente rispettabile perché così possono essere guardati con rispetto, e dunque facilitare il loro percorso nella vita, ottenendo applausi e consensi con la scaltrezza più lerciamente furba dell’etichetta ch’espongono in tutta boria autorevole e cattedratica. E la povera gente, pendendo dalle labbra di questi venditori di retorica, si fa ingannare, stoltamente, crocefiggendo le proprie volontà, castigando i propri intimi desideri, azzerando le proprie umanissime, naturalissime, normalissimi pulsioni e passioni nel farsi comandare a bacchetta, nemmeno fossimo alle scuole elementari, da tali maestrini faceti e insensibili, che continuano ad arricchirsi e ad accumulare fortune proprio sfruttando la dabbenaggine altrui. In un carrozzone che, protervo e tronfio, nelle sue iniquità mostruose, avanza carnevalesco in tal marciume e in tanta biasimevole, vomitevole corruzione.

Sì, la mia è florida eruzione! E non me fate incazza’!

 

Sono stanco dei lamentosi. Sì, ne ho frequentati parecchi negli ultimi anni. Sostengono che sono persone buone e non meritano le emarginazioni e le cattiverie che subiscono. Ma non fanno niente per migliorarsi. Hanno delle vite penose ove, appena si svegliano, inveiscono contro il mondo in un tripudio terrificante di oscenità. Ce l’hanno con quello e quell’altro, puntano il dito contro chiunque, affermando che è sempre e soltanto colpa degli altri se sono finiti nella merda. Ma nella merda comunque ci sguazzano, da quelle sabbie mobili pare che vogliano rimanere intrappolati. Perché è molto più comodo crearsi l’alibi, imputare al prossimo le proprie sfighe, tutto sommato vengono mantenuti dalle pensioni d’invalidità, e vai oggi con una canzone di Giorgia alla radio, negli attimi in cui si sentono romanticamente patetici, e poi vai giù col metallo pesante nei momenti in cui si sentono nichilisti, degli haters co’ du’ palle così.

Sono devastanti questi qua. Provi perfino ad aiutarli, a farli uscire dal loro inguardabile mondo di pietismi da latte alle ginocchia, l’invogli, offrendo loro stima e apprezzamenti, difendendoli nelle loro “guerre di trincea”. Ma poi, essendo matti incurabili, ecco che ricascano nelle solite, puntualissime, prevedibili invettive, gridando orgogliosamente che non hanno alcuna intenzione di cambiare e che sono sanissimi così. E se non vengono capiti, sì, se ne fottono. Rimanendo morti di fame, con le pezze al culo, e i loro mal di pancia che neppure un gastroenterologo svizzero riuscirebbe più a estirpare. Loro si “eviscerano!”.

Mi hanno rotto il cazzo. E dire che, con compassione disumana, tentai di umanizzare costoro. D’insegnar loro ad accettar le proprie sfortune, a farsene una ragione e a inseguire intrepidamente i loro sogni. Ma non vogliono impegnarsi, si lamentano e sbraitano perché hanno pochi soldi mentre quelli della loro età stanno tutti a ridere e ballare, e invece loro affondano nel fango, fra costipazioni diarreiche della loro arrabbiata logorrea e altre escrementizie accidie. Tanto ricevono comunque l’assegno mensile, non è molto, ma permette loro perlomeno di non finire sotto i ponti. Ove, sì, che verrebbero straziati dal vero, autentico dolore della perdita. Seguono tutte le trasmissioni radicali e s’infoiano appena sentono un politico da strapazzo che asseconda le loro inettitudini, le loro pigrizie, perché si eccitano nell’udire da un “pezzo grosso” che lavoro non ce n’è, viviamo in un periodo di profonda crisi, e perciò, nell’ascoltare populismi atroci, si esaltano, ritrovano la gioia di vivere, ricominciano a sorridere. Come dire, pensano questi qua, non sono soltanto io a passarmela male, c’è tanta gente che sta messa come me, se non peggio. La teoria del mal comune, mezzo gaudio. Anzi, si sentono “graziati” nel sentire che un innocente è stato ingiustamente condannato, ha scontato dieci anni di carcere per l’anima del cazzo, e alla fine è stato assolto perché vi è stato un equivoco giudiziario.

 

– Porco Dio, che sfiga! Be’, io vivo in una prigione psicologica, ma almeno posso far quel cazzo che voglio. Oh, vecchio, buttala via… stasera c’è comunque pane e cicoria e il collegamento Fibra. Così mi posso rifar gli occhi su du’ patonze d’Instagram. E daje! Che Domenica inizia la Serie A, con Cristiano Ronaldo! E ci può scappa’ ’na scommessina alla Snai, così ’sto mese, se vinciamo, ce lo passiamo un po’ più tranquillo. E vaffanculo a tutti. Sì, se vinco il SuperEnalotto, ve manno tutti quel paese! Ah ah!

Che vita “straordinaria”. Ci sono pure quelli di Napoli che non parlano più col vicino di casa perché il vicino ha un gatto nero, sperano nella Vergine Maria che faccia loro il miracolo, e urlano assieme allo speaker partenopeo Auriemma: si gonfia la rete!

Sì, e la loro vita parimenti è sempre più sgonfia, superstiziosa. Cosa dice il Papa oggi? Com’è buono lui…

E De Laurentiis, dall’alto della tribuna VIP della minchia, si gode lo spettacolo, tanto diventa ricco a vista d’occhio, dicendo vetustità al posto di vetustà e producendo i film con Boldi.

 

Ci sono i finto-depressi. Quelli che non si danno mai da fare perché, poverissime vittime, hanno preso psicofarmaci per tanti anni e son stati “spezzati”, interrotti. Sì, però la forza per andare a troie e fumarsi le canne ce l’hanno. In queste situazioni diventano vitalissimi, con un’energia e uno slancio che nemmeno Jim Carrey al top del suo funambolismo istrionico e più “tosti” di Arnold Schwarzenegger ai tempi di Terminator! Qui sono indistruttibili!

 

Ci sono quelli “cresciuti”. Che dicono di non ridere alle battute “squallide” di Checco Zalone, perché è un uomo “basso”, loro non guardano mai un film con Van Damme perché il signor Jean-Claude è un “burino”, è uno stupido, un idiota. Non spacca nessuno con le sue spaccate. Loro sono “altissimi”, fotografano monumenti e panorami “suggestivi”, e citano i più misconosciuti compositori di Musica Classica, perché hanno “cultura”.

Sì, recensiscono sempre i film più “di nicchia”, ma le foto che scattano sembrano quelle di un minorato mentale. E non sanno neanche come si recita la letterina di Natale.

 

Ci sono quelli “sistemati”. Dopo un’adolescenza da cacasotto, son riusciti con un concorso truccato a farsi assumere in Comune. Ove, con le gambe accavallate, ammiccano “simpaticissimi” alla segretaria, ché ha du’ gambe… e qualche volta, senza sforzarsi troppo, timbrano…

A questi danno fastidio proprio gli adolescenti. A loro “fanno pena”, perché sono chiassosi, perennemente turbati, non hanno una “collocazione”, non sono “inseriti” e hanno pensieri “pericolosi”. Che vogliono? Perché ascoltano Jim Morrison, che era solo un pazzo drogato?

 

Abbiamo la “sofisticata” attrice Guerriero. Che non sta nemmeno su IMDb. Anzi no, c’è. Ha interpretato il film Il ricordo di una lacrima, di Marco Santocchio! Una che si fa i selfie su Instagram, attizzando gli sguardi “virili” col suo culo marmoreo. Molto “passionale”, crede nell’amore vero… Che, se la contatti, per complimentarti con la sua bellezza, ti risponde, inviandoti il link del suo svenderla. Sì, facciamole questo “piacere”. Rechiamoci sul suo “mercatino”, e compriamo un poster di lei discinta. Sì, nella vita codesta ha frequentato i più altisonanti corsi di recitazione…

 

Abbiamo i “laureati”. Così possono ricattare meglio gli “ignoranti”. Psichiatri che sedano i ragazzi con tutta una vita davanti perché sono un po’ troppo “vivaci”. E più uno è triste… e più loro diventano allegri…

Il loro “insegnamento” è che, se sei malinconico, con un potenziale enorme, non vale la pena darsi anima e corpo per valori a cui non crede più nessuno. Sono infatti i curatori dell’anima… mens sana in corpore sano…

 

Ci sono gli operai della FIAT, che han messo su famiglia dopo che, prima di sposarsi con la prima da “rottamare”, son stati per anni in vacanza a fare turismo sessuale con le svedesi. E oggi sono moralisti, “brave persone che si fanno il culo”…

 

C’è poi il peggio del peggio. Quelli che pensavano che sarebbero stati artisti, registi, cineasti. E vanno al Festival di Venezia, applaudendo a film che manco capiscono, basta che abbiano l’autografo da Chan-wook Park.

Gente che aveva visto lo stupendo L’assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford, e lo fischiò perché quei “cieli in movimento” facevano scialba imitazione di Malick.

E, dopo aver letto cinquemila riviste ghezziane, adesso:

– Chi firmerà i prossimi episodi di Mindhunter? Andrew Dominik. Cazzo, Andrew Dominik, un grandissimo! Un genio!

 

Chi sono invece io? Non lo so…

Sì, questa è la risposta giusta, come mi direbbe il mio “amico” Ed Kemper…

Avete fatto male, molto male a sottovalutarmi…

– Ho scommesso quello che avevo su Atilla!

 

 

di Stefano Falotico

Io e il mio correttore di bozze abbiamo terminato l’editing del libro monografico su Carpenter, che lavoro! Roba da Jena


13 Aug

Jena Fuga da New York

Ebbene sì, dopo giornate sudate nella fatica più inverosimile, ai limiti del disumano, il libro su Carpenter è finalmente stato editato.

Un lavoro, posso dirlo, davvero strabiliante, entusiasmante, monumentale. Roba che dovrebbero darmi la Laurea ad honorem.

Ora, più si scrive e più s’incappa nel refuso. L’ho detto mille volte e lo ribadisco. Soltanto chi non scrive e, supponentemente, senza aver versato sangue e anima, legge un errore perfino grossolano in un testo e sghignazza, è un mentecatto. Perché nessun uomo è perfetto ed errare fa parte del nostro “lapsus” geneticamente ineludibile.

Al che, come sempre puntualmente accade, ecco che ho consegnato il mio file doc al mio amico, editor di una bravura eccezionale, a cui non sfugge neppure una virgola, come si suol dire. E lui, dopo un’attentissima analisi del testo, scandagliandolo in ogni sua minima frase, rileggendolo infinitamente tante di quelle volte da impazzire, ha ravvisato “ben” 23 refusi.

Il refuso è sovente figlio della disattenzione. È come quando si svolgevano i temi scolastici. Tu rileggi il testo da te minuziosamente scritto e “redatto”, lo consegni alla professoressa e lei ti segnala in rosso degli errori, delle sbadataggini o dei “granchi” che a te, sinceramente, erano sfuggiti. Il refuso non è quasi mai figlio dell’ignoranza. Anzi. Si dice che la mente umana sia strutturata così: noi, quando leggiamo qualcosa, non leggiamo appunto mentalmente le singole lettere, a proposito di Lettere, ma leggiamo soltanto il concetto che esse esprimono, dando per assodato che quella parola sia stata scritta esattamente, sicurissimi che quella parola sia già stata impeccabilmente messa nero su bianco.

Così, sulla base del ragionamento inconscio, involontariamente acquisito dal nostro DNA, scriviamo incontovertibile e, sebbene leggiamo questa parola più e volte, non ci accorgiamo che mancava una r, incontrovertibile. Pur sapendo, ovviamente, che incontrovertibile si scrive incontrovertibilmente così.

Allora, può succedere che scrivi, nella recensione di HalloweenAnnie capisce che qualcosa non va… e il tuo correttore, una sorta di uomo coi raggi X, ti sgrida e naturalmente ti fa incazzare nel dirti la verità: semmai Laurie, Annie è morta!

Be’, certo, Annie è appena stata uccisa da Michael Myers. È Laurie (Jamie Lee Curtis) a essere l’unica sopravvissuta al massacro e a intrufolarsi in quella casa buia ove il babau Myers la sta aspettando, per una sfida all’ultimo colpo. Prima che sopraggiunga Donald Pleasence a defenestrare lo stronzone.

Allorché, proprio su FilmTv e altrove, nei miei Racconti di Cinema, apporto le doverose correzioni. Chi me la fa fare? Io e soltanto io.

23 refusi, pochissimi. Perché in un testo di circa 100 pagine, 23 refusi così “microscopici” sono nulla, considerando che, trattandosi di una monografia, i nomi propri, le date, etc,, sono tantissimi. Ed era quindi più facile farsi “distrarre” dalla digitazione approssimativa o peccare d’incautezza. Al signor Kurt Russell può succedere, mi perdoni mister Kurt, che una volta gli togli una l, Kurt Russel.

Poi, io sono un maniaco, ma non come Myers. Della forma, della precisione millimetrica kubrickiana. Perciò, se inserisco un termine in corsivo, per evidenziare che è una parola inglese o di derivazione straniera, come può essere suspense, nel corso del testo, dopo la prima volta, non la inserisco più “corsivizzata” per non eccedere in pleonastica ridondanza.

Mentre, nelle recensioni online, essendo ripartite singolarmente film per film, i corsivi vengono ripetuti.

Come dice il grande Chris Walken di Man on Firesa, un uomo può essere un artista in quello che fa. Tutto dipende da quanto è bravo a fare quello che fa. L’arte di Creasy è la morte, sta per dipingere il suo capolavoro.

La mia Arte invece non ha niente a che fare con la morte. È vita, è la mia vita.

E spero un giorno, quando il libro sarà pubblicato, di aver fatto qualcosa che nessuno ha mai fatto.

 

Se a qualcuno non sta bene, vi è sempre la discoteca con quattro bagasce.

di Stefano Falotico

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