Back to the Future: non tutti possono essere tre personaggi incredibili, Superman, Fonzie e il Joker, io sì, e non avete incastrato nessun Roger Rabbit

04 Jan

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Sì, diciamocelo, senza peli sulla lingua. Vero, signora? Lei che, come sosteneva Andrea Roncato, di “peluche” se ne intende. E tutto, fra i suoi eccitati tendini, dietro le tendine, lo (s)tende. Sì, lo so, lei è una donna a luci rosse, una lucciola insomma. E, quando la luce di una vita armoniosamente romantica scende, allora la signora diventa una lupa mannara e inserisce annunci per cuori solitari come Ellen Barkin di Seduzione pericolosa. E, nella sua periferia degradata, sgattaiola dall’uscio di casa e sui viali lascia entrare uomini rabbiosi a sfogarsi in lei in ardimentosi amplessi schifosi per l’apoteosi di una vita andata a puttane e oramai logorata. Ché, il mattino dopo, si consola con le canzoncine alla radio, scopando a terra e stirando i panni sporchi. Tirandosela dopo averne tirati!

Ah, via da me, donna di malaffare.

Lo so, sono un uomo molto invidiato perché, da tempo immemorabile, vivo per i cazzi miei, solleticando il giorno con leggerezza inaudita, sorseggiando caffè macchiati caldi mentre molti di voi si affannano dietro una vita freneticamente spregevole. Dannandovi come dei maiali scannati a inseguire donne e sogni, io vi dico, frutto soltanto delle vostre fantasie da frustrati.

Sì, nella mia vita ho incontrato molti grilli parlanti ma del grilletto femminile io son maestro e perché accontentarmi solamente di Jessica, sciupata, corrosa adesso da troppi cinici, villani corteggiatori animaleschi che hanno corrotto la sua pura beltà adamantina, quando posso darmi anche a Jennifer?

Sì, chi si accontenta gode? Così così… cantava il Liga, uomo più bovaro di Russell Crowe ma che indubbiamente in questo pezzo, e non solo di (s)figa, aveva visto giusto.

Come d’altronde il Falotico, uomo nottambulo e insonne che s’incunea vigoroso in tante sode grazie armoniche, cantando loro quest’album di Bruce Springsteen fra un “tunnel” e l’altro.

Il Falotico, soltanto aggrottando la fronte con accigliato sex appeal imbattibile e sfrontato, penetra in tutte le grotte più arroventate e la notte si fa così… bollente in queste soddisfatte donne che, al risveglio, risplendono di vivaci, rosee gote floride e ancor di me frementi e brucianti.

Il Falotico riempie i buchi… delle vostre esistenze, nuotando sott’acqua con far ardente. Se n’addentra e lo addentano ma deve star comunque attento, nonostante in mezzo alle gambe stia sempre sull’attenti.

Le donne mi cercano, mi bramano, io riscuoto i loro favori grazie alla mia indubbia, invincibile, tenace intelligenza vorace.

I giudici sospettosi come quello di Mio cugino Vincenzo tentano, disperatamente, di carpire il segreto del mio aver successo, mi mettono perennemente il bastone tra le ruote, eppure le mie Marisa Tomei infil(z)ano il mio bastoncino da qualche altra parte, roteando in amplessi ginnici e poi ridendo di tanto sapore fottuto a lor mio (lor)dato godimento come Mona Lisa…, donna ridente, enorme passera stupefacente che però, nel vestire, è di dubbio gusto da tamarra leggermente, volgarmente troppo urlante. Eppure le sono ululante, ugualmente.

Sì, Mona Lisa Vito, la mia Marisa, con me s’avvitò in giochi spassosi e quindi, stappato che ebbe, eccome se crebbe e schizzò, il mio spumante, brindò alla vita! Entusiasta e sfavillante!

Sì, io sono come Superman/Christopher Reeve. Quando tutti gli idioti pensano di avermi superato con le loro menti da macchine luccicanti, io son già arrivato e li saluto con strafottenza bestiale e sorriso smagliante.

Non ho mai avuto bisogno d’istituzionalizzare il mio sapere perché, come Vincenzo e come Arthur Fonzarelli, il mio carisma è tutto farina del mio sacco… non ho molti liquidi in tasca ma insaccherò e inzacchererò a iosa tante rose perché, dalla scrotale sacca, densamente liquido è eccitante, fuoriuscente in brividi orgasmici altisonanti e di enorme tatto piccante so il fallo mio in altri diletti piluccanti.

E, allo spuntar del sole nel calar sempre più triste delle vostre insopprimibili tenebre, io ancor più m’indurisco quando serve e le donne me lo inteneriscono quando, colante e giammai calante, giustamente s’ammoscia esausto per poi ripartire in quinta di altro essere magnificamente “brillante”. Mi dispiace per Biff Tannen, io coi miei libri volto alto come Marty McFly e lui al solito ha rimediato una figura da demente. Roba che nemmeno Forrest Gump.

Ammazza che deficiente.

Questa è la mia vita.

E che sia, come dico io, sc(r)osciante.

Insomma, Falotico è scrittore, poeta e strepitoso amante e, se qualcuno è geloso perché, a differenza di me deve spaccarsi la schiena e ne inventa di cotte e di crude sul mio conto per demoralizzarmi, lo prenderà in culo.

Ancora, ancora e ancora. In modo esponenzialmente meraviglioso!

Che idolo! A suo dire vedeva sempre oltre.

Abbiamo visto. Ah ah.

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di Stefano Falotico

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