Le immani differenze abissali fra i “vecchi” di The Irishman e i vecchi rimbambiti della nostra Little Italy

15 Dec

escape from alcatraz

The Irishman non è un film sulla vecchiaia, puntualizziamo doverosamente.

Esigo silenzio e forse necessito anche di rivedere Silence.

In questa società, negligente all’ascolto delle frasi pronunciate da profeti come Pasolini, in questo caravanserraglio da carnevale ove tutti si pittano il viso da falsi Joker quando in verità vi dico che sono soltanto degli esibizionisti dei loro facilmente smascherabili trucchetti da mezze calzette, io uso solo il bagnoschiuma, repello il dopobarba e adoro tagliarmi le basette con un rasoio elettrico che fa pelo contro pelo alle vostre inestinguibili doppie punte. Quanto siete puntigliosi!

Vidi maschioni col mustacchio, eh già, leccare una donna più di un gelato al pistacchio soltanto per farle gustare il proprio yogurt… nello “sticchio”. Accipicchia!

Vidi poi costoro ficcare la testa a posto, come si suol dire, mettendo su famiglia ma, nel tempo libero, all’amante infilandolo di vedo-non vedo che io, appunto, ravvisai e ben avvistai. Ben vi sta!

Poiché non mi si può imbrogliare e so che tradiste non solo vostra moglie ma metteste le corna pure alla vostra amante poiché lei ama Gianna di Rino Gaetano ma a voi piace di più la sua brutta copia, Brunori Sas, uno che vorrebbe fare il Franco Battiato ante litteram ma scrive testi più banali non solamente di un neolaureato, bensì d’un illetterato del Bangladesh.

Sì, poi la dobbiamo finire pure coi Boomdabash. Conoscevo la tribù Apache, gente oramai (e)stinta che non lavò i panni sporchi in famiglia col Dash e non sa neppure chi sia il regista di Buffalo Bill e gli indiani, fregandosene delle occidentali satire da M*A*S*H.

Scusate, pausa da John Belushi con battute sulla “peluche”:

lo sa chi fa l’indiano come si chiama/i, forse come si chiavi, non da Altman bensì da Piccolo Grande uomo di Arthur Penn, la panterona del GF2?

Si chiama Ferri Mascia, una che uno prendeva e uno lasciava ne La casa nella prateria del suo seno non da valletta bensì da Vallelata per l’uomo nudo e crudo simile a Kevin Costner di Balla coi lupi che, di Open Range, la pasturò, pastorizzando di formaggio “alla pecorina” la popolana acqua e sapone tanto burina, appunto, mungendo di burrata le sue grosse tettone ma anche cavalcando l’imbattibile ignorantona grazie al suo peloso stallone.

Andiamo avanti…

Sì, Non è un paese per vecchi… l’Italietta.

Non è infatti vero che i vecchi siano rincoglioniti. No, assolutamente, di più.

Per esempio, acclamano Cristiano Ronaldo e compagnia bella. Adorano la Serie A e ancora tifano per Buffon, ex della Seredova. Cioè, spendono l’unico giorno libero della loro settimana lavorativa, ovvero la domenica, per ammirare giovani buffoni, a parte Buffon, che pigliano a calci un pallone e che, grazie all’accalorato tifo di tutti i coglioni, fanno le vacanze in Costa Azzurra ove, peraltro, si fanno sullo yacht tante mignott’.

Complimenti. La “CGI” del processo di ringiovanimento, attuato dai vecchi, è una deaging peggiore dei libri di Marcel Proust.

Sì, il tifo calcistico è lo sport nazionale. Ovviamente. Sì, vai di nazional-popolare, uomini depressi bipolari! Forse solo fessi stupidamente ilari!

Tifoni… non solo del nostro Belpaese, bensì di quasi tutta la Coppa del Mondo di un’umanità ottusa, quindi sferica, formata da pneumatici dementi assai cafoni.

Questi qui, capisci, mia Ilaria D’Amico, no, amico mio, riempiono gli stadi e soprattutto di soldi queste troie ma disprezzano la nostra Generazione di fenomeni da Stadio.

Ferrei, mangiano il cioccolato Ferrero e duri come Ferri Mascia, eh già, ascoltano pure Tiziano Ferro.

Uno che, con canzoni oscenamente lagnose come In mezzo a questo inverno, riuscirà ancora per molte quattro stagioni, la pizza preferita dall’uomo medio-puttanone, a comprarsi tante griffate magliette di lana e cotone, pigliando tutti pel culo da furbacchione.

Poi, abbiamo ancora quel vecchione di Luciano Ligabue con le sue passatiste, quasi sessantottine, inascoltabili canzoni da gran cazzone. Uno che prima parlò di disagio giovanile in Radiofreccia e, da ipocrita volpone, ora vuole pure fare il figone in là con l’età d’addome piatto, i capelli brizzolati da George Clooney “de no-atri” ma scrive testi geriatrici ove si strazia e la gola strangola più di Dustin Hoffman de Il maratoneta nella scena della tortura dal dentista mascalzone. Cioè Laurence Olivier, attore scespiriano che sapeva, fra un monologo e l’altro, come riprendere fiato, anziché urlare alla Eros Ramazzotti, uno che abbisognerebbe di un laringoiatra.

Evviva invece Frank Sinatra!

Molti giovani comunque, ahinoi, dissero che The Irishman è un film lento.

Per forza, hanno venticinque anni e ne dimostrano settanta. Quando arriveranno a 103, forse, capiranno che Kirk Douglas nel cervello è più fresco e lucido di loro anche nell’uccello.

L’Italia è un posto ove la mafia sembra apparentemente scomparsa. Ma, a dirla tutta, qui da noi… se uno non saluta per distrazione, i vicini di casa gli praticano la castrazione. Sì, nelle riunioni di condominio decidono, ad assoluto plebiscito, che tale traditore vada quanto prima sbattuto in cantina assieme alle peggiori zoccole del palazzo scalcagnato più di un puzzolente scantinato, cioè tutte le condomine che usano soltanto, appunto, il Condom con l’amante che ha l’attico e se ne frega dei lamenti di Al Pacino di Quel pomeriggio da cani che, poco lontano, inneggia ad Attica, richiamando tutto il vicinato. Poiché l’amante è un finto trasgressivo “liberal” che fa sesso come Robert Redford de I tre giorni del Condor. Poi, queste brave mamme prendono il Concorde e sanno ogni dettaglio concordare senza conoscere invece che, in Home Alone, v’è uno che pare un bambino come Macaulay Culkin ma non lo può fregare manco Joe Pesci. Non solo di Mamma, ho perso l’aereo o il Bufalino di The Irishman, miei bufali da faide e western metropolitani. Costui lo chiamarono tutti Stefanino poiché sono ancora dei nani e, in maniera onanistica, si fecero un viaggio sulla vita di uno che, in realtà, è matto solo quando ammira un film di Scorsese e non vede l’ora che, il prossimo anno, zio Marty giri Killers of the Flower Moon. Per quanto riguarda il resto, come Bud Spencer, Io sto con gli ippopotami, sì, sono pachidermico a mo’ di Sly di Cop Land, ma non fatemi girare le palle, sennò sarete voi a perdere il senno, il seno e anche la faccia. Lo chiamavano Bulldozer e Bomber sono due dei miei film preferiti dell’infanzia. A esservi sinceri, la mia infanzia non è ancora finita poiché Fuga da Alcatraz è un capolavoro sconfinato.

Cristo, che razza di infanzia hai avuto?

Breve.

Sì, non dovete credere che io non menta, io mento eccome. Sono infatti malato di mente. Ho anche il cervello piccolo. Al supermercato, non so mai se scegliere le caramelle dell’Alpenliebe o una mentina balsamica all’eucalipto. Sapete che vi dico? Fatevi i pompini a vicenda, io lecco un Calippo e continuo a non sentire le vostre moralistiche filippiche e a non guardare la De Filippi.

Se invece, siete tristi perché Cameron Diaz si è ritirata, posso dirvi cheforse dalla vita volete una scema con la faccia di Nonna Papera e un discreto paio di gambe da The Mask.
Ma io sono stanco delle cubane, di Kurt Cobain, della Coin e pure del cubismo, delle cubiste e di film come In Her Shoes – Se fossi lei.

Anche perché a Nadia Cassini ho sempre preferito i mocassini.

Non sarò come Rupert Pupkin/De Niro di Re per una notte.
Poiché vissi-non vissi, diciamo sopravvissi nelle mie notti lontane dai vostri squallidi, pettegoli giorni monotoni (s)fatti di ero(t)iche fisse e di pseudo-intellettuali retoriche lesse.
E sono pure stufo della ripetitiva mia vita e vostra.

Fatevi il segno della croce, buon Pater Noster e ora, a mezzanotte e dintorni, lasciatemi in pace.
Altrimenti sono cazzi vostri.

Insomma, morale della favola nerissima: tutti pensarono di avere di fronte un debole e invece si trovarono dirimpetto al più forte.
Fa veramente molta, molta paura, cari miei mostri. E non vi basteranno punti di sutura.

Una paura oscura che vi siete andati a cercare finché morte tutti non ci s(e)pari a causa di questa fottuta fregatura che è stata la vita impartitavi al cul(t)o del più duro.

 

di Stefano Falotico

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