La maieutica di F. Frusciante e il suo accanimento, immotivato e troppo radicato nei confronti della nuova Critica e dei ragazzi esuberanti

22 Jun

frusciante

Ho assistito pressoché integralmente, lasciandomi emotivamente e sensibilmente coinvolgere in più punti, indubbiamente rimarchevoli e nient’affatto trascurabili, al video YouTube intitolato esattamente (NON) CRITICARE IL CINEMA:: LIVE SHOW :: feat. FEDERICO FRUSCIANTE.

Del quale subito, immantinente, oserei dire subitaneamente, essendo io sofista della Lingua italiana, ne obietto per l’appunto l’intestazione. Perché, infatti, dopo Cinema vi è uno spazio e poi ci troviamo due… :: Puntini di sospensione. Video trasmesso in live streaming non molto tempo fa, anzi recentissimamente, cioè in data 2 Giugno 2021. Video realizzato dai Licaoni Videoproduzioni che, nel giro di poche ore, ha ottenuto, ottenne, ah ah, la bellezza stimabile di ben 33.614 visualizzazioni. Destinate ad accrescersi spasmodicamente. Grandi numeroni, niente da dire e porgo dunque ai Licaoni gran complimentoni. Ospite di tale puntata suddetta, avvenuta all’inizio per l’appunto di tale Giugno dal clima precocemente torrido e afoso, dunque in questa condizione climatica italiana umidiccia e sudata, il solito esimio ed egregio uomo dai capelli tinti, naturali o dalla barba grigia, dalla parlata toscana non sempre forbita eppur forse, se non erudita, almeno schietta, verace e voracemente furbetta, vale a dire F. Frusciante, il quale deve molto del suo attuale successo agli stessi Licaoni, avendo lui pressoché esordito con loro da youtuber adesso ottenente tanti iscritti e migliaia di soldoni, no, di pecoroni che pendono inappellabilmente dai suoi labbroni? No, Fede è uomo-omone gestore d’una videoteca che fa del suo folclore gran calore e clamore, chiamata Videodrome, oramai in tutta Italia divenuta molto famosa e, parimenti, lui stesso è oramai diventato incommensurabilmente ma soprattutto incontestabilmente, eh sì, guai a contraddirlo, l’imbattibile fenomeno del web della cinematografica Critica fai da te. Egli è al di là di ogni generazione! Secondo il motto chi fa da sé fa per tre. Eh eh. Fede forse non ci appare, sempre e impeccabilmente, come un lord inglese da ora del tè (a differenza della breve descrizione a piè di video sottostante) poiché, a differenza degli uomini inglesi cresciuti a Regina d’Inghilterra, ortodossia protestante, calma olimpica infrangibile e altamente inconfutabile, detta altresì in forma esterofila di matrice anglosassone, appunto, self control inappuntabile, denominabile anche come morigeratezza incriticabile e assai lodabile, ecco… poiché spesso perde la pazienza e si lascia, come si suol dire, prendendovi, no, prendere la mano… seguitelo! Apprendete! Egli è il Messia! Ah ah. Lui, livornese di origine controllata, fece una comparsata in Bomber con Bud Spencer mentre, in questo video, indossa un giubbotto di pelle ricordante quello di Ghost Rider. Insomma, Frusciante è un metallaro dalla forza carismatica impressionante, non veste il blazer e odia Nic Cage/Johnny Blaze. A dire di Fede, sono solo 7 8 i cinecomic degni di nota. Considera Joker di Todd Phillips una monnezza e, come tutti sanno, non manca occasione per stroncare a tamburo battente tutti i film di Michael Bay & Zack Snyder, senz’eccezione alcuna. A volte, non ama neanche tanto Christopher Nolan. In tutta fede, Fede è uomo di ampia cultura da autodidatta con la terza media, è l’uomo che non deve chiedere mai agli altri un consiglio di Cinema e/o Musica, in quanto convinto di possederne sempre la verità in tasca, è un assolutista dei più comunisti-nazifascisti contro chi non la pensa come lui, è figlio della Toscana legata ancora, retoricamente e in forma tristemente passatistico-nostalgica, a un’era oramai scomparsa da lotte di classe a mo’ di Novecento di Bertolucci od Elio Petri, è un opinionista inopinabile dall’ego disumano, è potente e indistruttibile uomo di sostanza o è, sostanzialmente, uno con la panza che vive in modo senziente e non da deficiente anche ogni stronzata che spara svergognatamente da uomo, qual è, graniticamente ruspante, irriverente, immotivatamente saccente e presuntuoso al limite del Seme della follia di John Carpenter? Poniamoci la domanda in merito alla sua megagalattica “ignoranza” spacciata per sapienza cinefila delle più immensamente sconsiderate, no, interroghiamoci a riguardo di tale uomo che fa della Critica pura la sua ragione di vivere principale ma non è mai autocritico né autoironico per quanto concerne, sì, riguarda almeno il suo taglio di capelli poco ameno da Wes Studi de L’ultimo dei Mohicani di Michael Mann. Dopo questa, me mena… mi menerà ma quanto se la mena.

Secondo Frusciante, Daniel Day-Lewis è il più grande attore vivente e, sempre a suo avviso, gli attori non valgono un cazzo poiché è il regista quello che conta. E, senza Michael Mann dietro la macchina da presa, Tom Cruise non avrebbe mai recitato benissimo in Collateral.  Ok, boomer… Espressione, quest’ultima, che lui, non a torto comunque, critica… in modo sacrosanto. Ma, dall’alto di quale presunta superiorità deduttiva, costui fa della supponenza, della sua convinzione di essere il più intelligente in materia della Settima Arte più pregiata, la sua fiera ragione dogmatica del suo Credo inappellabile, Credo anche dei suoi seguaci irriducibili tenuto a immutabile FEDE, secondo il quale ammette di non aver mai capito nulla di Lirica ma di possedere un’innata e inaudita sensibilità per l’appunto divinatorio-artistica di natura cinematografico-esegetica-musicale profetica e lungimirante da Frusciante il più grande, unica e al di sopra della media generale? Egli detta legge ma non vuol essere un caporale, odia pure il capitalismo e non è un edonista. Odia Hitler, disprezza Salvini e urla che il Dams non serve a nulla se uno si laurei senza mai aver visto un film di Fritz Lang. Perché mai lui pensa che, ad esempio, Scorsese abbia girato Taxi Driver soltanto dopo aver guardato tutti i film del mondo?  Si stupisce anche che uno che si dichiari regista non conosca Arthur Penn, eppur partecipò a un cortometraggio di Daniele Misischia, director di The End? L’inferno fuori, prossimamente de Il mostro della cripta, quando Misischia non aveva, dati alla mano su Facebook, ancora Casinò… visto. Certo che Misischia, da me stesso contestato in passato in forma puramente goliardica e non cattiva, è un regista. Checché se ne dica. Ma ancora tanti importanti film non ha visto né forse vedrà. Si cresce, d’altra parte, s’involve e poi ci si evolve, si sbaglia e s’impara, questa è la vita. D’altronde, prima Frusciante dichiara, con orgoglio imbarazzante, di non voler prendere lezioni di Cinema da nessuno, in quanto, eh, si capisce… lui ne capisce ma gli altri no, eh sì, poi sostiene che a vent’anni non si può capirne, altresì asserendo che lui, a circa dieci anni d’età, aveva già compreso Peter Greenaway. Cazzo! Dunque, un’altra domanda sorge spontanea. È Frusciante il Dalai Lama di Kundun? Sì, egli è un illuminato piccolo Buddha bertolucciano-scorsesiano irrinunciabile ma, purtroppo, sebbene io ami tantissimo il nostro Scorsese venerato e già succitato, Silence non è un capolavoro esagerato. Semplicemente, trattasi, d’un ottimo film esteticamente molto affascinante, però sbilanciato, troppo studiato, troppo calcolato, troppo poco arrabbiato. È l’opera di uno Scorsese nemmeno più spiritualmente combattuto, bensì troppo appagato. Quindi, sa mio Frusciante che, a prescindere dai nostri accesi diverbi e incresciosi litigi, la stimo. Ma, per cortesia, lasci stare la borghesia e permetta che ogni generazione cresca pur sbagliando.  Così sia. Poiché, lo so, lei ne ha passate tante, caro Frusciante. Ma mi appare datato, ben lontano dai suoi tempi dorati, lei è adesso nell’anima arido e un po’ imbambolato. Anche un po’, sinceramente, frustrato. Lei ha già troppo vissuto, anche di suo interiore e virtuale vissuto in modo videodrome… leggermente di riflesso, introiettando troppo Enrico Ghezzi, “acculturandosi” di troppe teorie lette e date per assodate, giammai praticate, di troppe riviste e di troppo imbrodarsi infinito e autocratico, lei cita Craxi ma sta invecchiando spaventosamente da arrogante. Lei è Vittorio Sgarbi? Scusi, non voglio esserle sgarbato. Va rivisto. Seduta stante. Frusciante, mi dia retta, lei non ha nulla da dire? No, ci mancherebbe. Non ha niente da dimostrare. Viva! Cristo di dio! Il sottoscritto le porse, dal vivo, gli auguri di più immediata guarigione verso sua moglie. La quale, mi spiace veramente, che sia stata ammalata. Ricordi, Frusciante, la frase finale pronunciata da Nicole Kidman in Eyes Wide Shut. Ecco perché Kubrick è stato un genio. Inutile perdere tempo in spiegazioni rompicapo.  La vita e il Cinema, la Musica e la bellezza sono leggiadria e vanno vissuti con più soavità e armonia. Ah, evviva la poesia. Altrimenti, tutto diventa una patetica nostalgia, una sterile e controproducente, inappagante litania. Una precoce e preoccupante senilità mortifera. È un bravo ragazzo, Frusciante. La finisca però, per l’amor del cielo, anche se siamo sia io che lei atei, con le sue “meravigliose” monografie.  Usciamo tutti noi da un orrendo periodo nefasto e scuro cagionatoci dal Covid. Al che, un uomo, il quale parve già morto e sepolto, ovvero il Falotico, un bel giorno rispuntò e con questo libro fuori se ne saltò.  In effetti, devo dare ragione ai miei detrattori. Costoro, degli impostori, devono guidare il trattore e lasciare stare il Falò. Poiché, diciamocela, non c’è paragone.

 

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di Stefano Falotico

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