Posts Tagged ‘Adam Driver’

Amo THE DUELLISTS, Re Artù, i puri, gli intrepidi condottieri battaglieri e RIDLEY SCOTT, miei duri


12 Oct

last duel posterSe non mi credete, comprate questi miei libri. Che state aspettando? Credete ancora alle megere fattucchiere e alle brutte, frustrate streghe che, a causa delle loro esistenze insincere da donne putride forse frigide, accusano di stregoneria i ragazzi e le ragazze malati soltanto di forza sovrumana delle più epiche? Ah, siete allora dei fascisti del neo-oscurantismo ritornato attualmente di moda, ahinoi, in modo apparentemente invincibile, in verità vi dico solamente assai triste. Avete mai letto I tre moschettieri e adorate il celeberrimo motto: tutti per uno, uno per tutti? https://www.ibs.it/ultimo-dei-romantici-libertini-libro-stefano-falotico/e/9788891194008 https://www.ibs.it/bologna-polar-io-non-voglio-libro-stefano-falotico/e/9791220360715?inventoryId=347377017 Che vi debbo dire? Sono un maledetto come Rocky Balboa e come John Rambo. A tal proposito, miei nemici inarrendevoli e più ottusi di una capra cornuta, vi ricordate il consiglio, cari miei conigli, dato ad Apollo Creed dal suo manager? Detto Duke? Ah, disse Totò, eh sì, Duca dica, dica Duca. Ah ah. Cioè questo? Non è l’uomo che fa per te, Apollo. Io t’ho visto batterlo e non ho mai visto nessuno prenderne tante in quel modo, eppure continuava ad attaccare come un maledetto. E uno così non ci deve entrare nella nostra vita. Lascialo stare quello! Lascialo stare quello! Il campione sei tu: è questo quello che conta!

Dunque, dalla vita ne presi tante ma, così come cantò Vasco Rossi, eh già, sono ancora qua, miei quaquaraquà. Dunque, miei draghi, anzi, finti machi come Ivan Drago, vi posso garantire che è molto difficile mettere al tappeto uno come Sly. Vi sfido a singolar tenzone. E, a proposito di Matt Damon, non quello di The Last Duel, non fatemi la fine di Teddy KGB di Rounders – Il giocatore. Ok boomer? Vero? Ah ah. Quindi, orsù miei prodi, si facciano avanti tutti i porci e anche i proci. Quando ritorna Ulisse, tutti quanti lui distrugge e col suo genio affossa, oh, issa. Mi raccomando, vi prego, vi supplico in ginocchio, dai su, non di scherni subissatemi. Bensì, in gloria issatemi. Avanti, scatterà la rissa. O forse scatteranno le vostre risa. Chissà, io sto qua. E non mi muovo da qui. Hip hip urrà. Voglio anche il tifo da ultrà! Eh eh.

di Stefano Falotico

La questione Ridley Scott: perché mai costui alterna capolavori a film improponibili, marchettari e odiosi come House of Gucci?


01 Aug

lady gaga house gucci

Be’, dopo averci deliziato con lo squisito trailer di The Last Duel, con tanto di Matt Damon inedito in veste di sfregiato, un Ben Affleck biondo e stronzo, un ponte levatoio degno di Camelot e dei Cavalieri della Tavola Rotonda, malgrado l’uso pesante della computer graphics forse esagerata e posticcia, come volevasi dimostrare e come io già profetizzai (da fata Morgana, ah ah) in tempi non sospetti, nemmeno oscurantistici da caccia alle streghe, Ridley Scott, forse stregato dalla sua attuale compagna, ovvero Gian(n)ina Facio, donna cinematograficamente medioevalistica, cioè non molto acculturata sul vero valore della Settima Arte, lasciandosi “caldeggiare” da costei, cioè nientepopodimeno che l’ex di Fiorello, vale a dire una popolana come Katia Noventa dei tempi di Karaoke, eh sì, care oche, ecco che ci propina House of Gucci, pastrocchio mostruoso già in pole position per vincere cinquemila Razzie Awards. De Niro fu inizialmente approcciato da Scott e dalla produzione per interpretare la parte poi andata a Jeremy Irons. De Niro gentilmente declinò, girando invece la nuova, attesissima opus di David O. Russell. Bravo, Bob. Così si fa. Scelta sacrosanta. House of Gucci si palesa infatti immantinente come un film gossiparo e marchettaro dei più deprimenti. Al che, Jared Leto, testimonial anche di Armani, si presenta con un look da mio zio Rocco, similmente paragonabile al compianto John Cazale, ex grande amico di Al(fredo) Pacino. Povero, Al, perché accettasti di girare questo film stracolmo di color corrections inguardabili? Il cinematographer è Dariusz Wolski?! Dico, scherziamo? Sei un grande direttore della fotografia ma ti assicuro, Wolski, che il grigio-perla virato al blu plumbeo sarebbe venuto meglio con Sony Vegas Pro del 2013. Cioè il programma che utilizzo io. Adam Driver continua a non convincermi. Assomiglia a un mio ex amico delle scuole medie, G. Tedeschi. Se non mi è più amico, ci sarà un motivo, no? Sì, Adam, classico stangone magrolino con faccia da volpino e dai modi da perfettino. A cui offriresti subito un buon cioccolatino e del buon vino. Poi nient’altro. Ma che ci sta a di’ con Lady Gaga, la matrona di origini italiane il cui reale cognome è Germanotta? Lady, Adam è un gagà, tu sei una poker face. Non ti vedo proprio nei panni di una che mangia panzerotti e si fa il segno della croce come una mia zia di Ferrandina, paesino dell’entroterra lucano ripieno di gente che non ha i soldi per andare sulle Dolomiti. Infatti, molta gente, dopo aver trascorso tutta la giovinezza a sognare di essere come i divi di Hollywood, intanto sfogliando, al bar Triunfo, Il Corriere dello Sport e sputtanando ogni economico rimasuglio alla SNAI, dopo le vasche in via del Corso a guardare le cosce delle donne sposate, finisce suicidata oppure cassaintegrata. Fra una crisi psicotica e l’altra, fra una scena di gelosia da sceneggiata napoletana, no, tipicamente della Lucania, detta altresì Basilicata, fra un tuffo estivo dal pedalò a Metaponto e una canzone maledetta di Jim Morrison, dopo tante nottate in bianco in tetre e anguste abitazioni rustiche, ecco che vede comparire lo spettro di Giovanni Verga, della Cavalleria Rusticana e di compare Turiddu! Uomini meridionali, non siate veristi, siate realisti. Dopo i trentacinque anni, non vi sono rimaste molte opzioni per sopravvivere in questo mondo pieno di falsità, corruzione, avarizia, anche liquirizia e avidità, lussuria, lotte fratricide e intestine, spappolati intestini, detti anche fegati amari, impudicizia e sporcizia. Opzione 1) Fatevi passare per invalidi psichici e, con meno di 300 Euro al mese, più qualche extra dei vostri parenti non abbienti, però generosi, non tanto comunque danarosi, invero spilorci e porci, riuscirete a navigare non in Costa Azzurra ma almeno in Internet? Forse sì. Bene, vi piace Lady Gaga ma non gliela vedrete mai? Non disperate. In American Horror Story, Lady si mostra nuda. È andata così, non vi ammazzate, suvvia.

Opzione 2) Emigrate al Nord come mio padre che si è fatto il culo affinché potessi io permettermi di non prostituirmi al sistema, a differenza di Ridley Scott, il quale continua a svendersi ignobilmente.

Opzione 3) Passerete tutta la vita a cantare Vasco Rossi. Contenti voi…

Ridley Scott, capisco, vieni dalla pubblicità e, infatti, persino in Blade Runner ficcasti la Coca-Cola… Fatto sta che qualche buon film l’hai fatto, il resto sono porcate come aver castrato Kevin Spacey.

Lady Gaga, in House of Gucci, è (ac)conciata come una donna di nome Carmela che andava sempre a tagliarsi i capelli da mia nonna, ex parrucchiera oramai purtroppo defunta. La Vedova NeraMah, a me pare una comare di Matera. E ho detto tutto. Patrizia Reggiani fu davvero la mandante dell’assassinio del marito? E chi fu invece il mandante dell’omicidio della Black Dahlia? Chi fu l’assassino di Assassinio sull’Orient Express? Tutti. Certo, avete mai letto il libro di Agatha Christie? Voi non leggete mai niente di buono. Al massimo, sfogliate Ciak. Mia nonna paterna invece è ancora viva. Ha, in cucina, a tutt’oggi una piastrella con la scritta: la vipera che morsicò mia suocera morì avvelenata.

Mia nonna paterna non deve aver goduto molto nella sua vita. Oltre a quello di mio nonno, leccava solo il gelato crema e nocciola. Dai, basta, sono veramente un Genius. Nel mio quartiere, mi chiamano il detective. Al volo, capisco se una persona mente. Mi basta fissarla negli occhi soltanto per tre secondi. Dunque, non vi conviene mettervi contro Hercule Poirot. A dircela tutta, non sono Ercole, sono Pierrot. Ah ah. Ammetto che, a volte, gli intrighi sono torbidamente sfaccettati e gli enigmi da risolvere sono molteplici e di non facilissima decifrazione immediata. Ammetto anche di essere Kenneth Branagh di Hamlet. Avete capito la battuta? No, eh. Non avevo dubbi. È per questo che io, alla pari di Al Pacino, sono l’unico uomo dalle origini meridionali a saper recitare Shakespeare. Al Pacino è un genio. Mi ha sempre scioccato, nel Padrino, la sua trasformazione. Apparentemente, sembrava il più debole di tutti. A un certo punto però alla sua famiglia combinarono qualcosa di veramente sporco e cattivo. Lui diventò Michael Corleone. Cioè, il bacio di Giuda a suo fratello sarebbe arrivato solamente dopo. Soltanto quando sarebbe tristemente diventato un “uomo d’onore” come volle, vuole e sempre vorrà la società della minchia, che è mafiosa e puttana. Prima di allora, invece, essendo un puro, ragionò così: siamo tutti fratelli ma, se ammazzi uno dei miei fratelli, nessuno mi sarà fratello. Non posso fidarmi di nessuno. Neanche di tua sorella. Fidati, sei mio fratello. Tu, non fidarti della tua fidanzata perché non sai che lei non è fidanzata, in verità, con te, sta con me ma anche con altri tre. Ha preso dalla madre, è una zoccola, mio figlio di troia.

Il mondo è questo.  Dunque, ragazzi e ragazze, se pensate che, comportandovi bene, vivrete felici, ricchi e potenti, è meglio che vi suicidiate subito. Di mio, credo di stimare poche persone sulla faccia della Terra.

Infatti, sono tutte morte. Cioè Kurt Cobain, Mishima e Chris Walken de Il cacciatore. Anche Clint Eastwood di Million Dollar Baby e di Gran Torino. In quanto, quando il troppo è troppo, solo in quel momento ci vogliono le palle. Tornando ad Al Pacino, però quello di Scarface: tu ce l’hai, le palle?

Cercheranno di ammazzarmi ma non possono uccidermi, sono già morto. Non lo sapevate? Io esisto solo nei vostri incubi peggiori. Sì, voglio terminare con una freddura alla Eastwood.

È vero, non sto mentendo. Non avete sognato, l’altra notte, Freddy Krueger o Eric Draven de Il corvo.

Avete sognato me, miei uomini e donne. Poi sono scomparso. Lo so, ci siete rimasti male, soprattutto voi del gentil sesso. Non era un incubo. Inoltre, so che non ci vuole sinceramente molto per essere più belli di Krueger, per quanto riguarda invece Brandon Lee, la vedo più dura. Per te, forse, assomigli al Ridley Scott odierno. Sei un po’, in tutta franchezza, un pochino rincoglionito.

Comunque, se Ridley volesse regalarmi dieci Euro, mi tornerebbero utili. Domattina, devo comprare due pacchetti di sigarette. Morirò di Cancro ai polmoni, sempre meglio che morire malati nel cervello come voi. Ricordate, se non va bene il cervello, saranno cazzi e (s)fighe vostre. Al povero personaggio di Driver, andò benissimo il suo uccello con Camille Cottin. Un bel coglione, porco dio.

Vogliamo mettere la Cottin, questa francesina insipida dai piedi puzzolenti, con la Gaga?

Fanno entrambe cagare, avete ragione. Di mio, avrei scelto Mădălina Diana Ghenea.

Poi avrei appreso che sarebbe stata Sophia Loren, altra villana mai vista. A quel punto, sì, mi sarei suicidato. Ah ah! Anzi no.

Ci sono molte cose per cui valga la pena vivere.

Innanzitutto, aspettare che esca al cinema questo film, sperando che smentisca tutte le mie misere aspettative. Dunque, ammazzarlo con una critica omicida? No, micidiale.

Avete ragione. Tanto si sa già che farà schifo. Allora, potrei continuare a vivere per mangiare dei buonissimi tiramisù. E se non mi tireranno su? Se invece non tirerà più? Non importa, come sopra dettovi, mia nonna paterna campa ancora, nonostante non riesca più, avendo ora il diabete, a leccare il gelato crema e nocciola. A mia nonna piacciono le fiction. Andrà matta per House of Gucci.

Mia nonna non capisce un cazzo di Cinema.

Forse, a stento capiva quello di mio nonno.

Comunque, non lo tradì mai. Mio nonno era un contadino, ammazzava i polli.

A voi invece piacciono le galline?

Io non sono un uomo.

Sono un uovo.

 

di Stefano Falotico

GUCCI di Ridley Scott con Lady Gaga, Jared Leto, Al Pacino, Jeremy Irons, Adam Driver e forse Stefano Falotico: ho inviato la mia candidatura come “comparsa”, vedremo…


17 Feb

lady gaga gucci

Gucci+Arrivals+Milan+Meanswear+Fashion+Week+enDtKpTYg6Fl

Sì, in passato, feci sempre la cosiddetta comparsata in mezzo al parterre de rois.

Fui una presenza immancabile in tutte le feste della crème de la crème dell’alta società felsinea in quanto molto richiesto dai signorotti frustrati ed elitari a cui offrii un po’ di sano divertimento da jolly e allegro menestrello in grado, soltanto con la mia faccia simpatica, di allietare e allettare le loro vite più imbalsamate della sagoma di Valentino. Lo stilista, non il tronista.

Gigioneggiai a mo’ di Al Pacino de Lo spaventapasseri, muovendomi con disinvoltura, invero con fottuta imbranataggine di scuola finissima però, districandomi fra persone altolocate e vicoli abbandonati.

Serpeggiando fra Corte Isolani di Bologna e via Indipendenza, giocando nel frattempo, forse in qualche frutteto e nei cespugli dei Giardini Margherita, ad essere il Mike Patton dei Faith No More della situazione o della mia situation comedy non sempre figa come Lady Gaga. Che sarà Patrizia Reggiani.

A Bologna e a Reggio Emilia, comunque, condii ogni pietanza non solo con selvatiche spezie, perfino con le mie movenze da uomo giammai di panza, bensì da bravo per l’appunto in ogni danza in quanto più magro del prosciutto crudo di Parma, sebbene gradisca non la tabaccaia di Amarcord, miei vitelloni come il Fellini che nacque a Rimini. Godo nello spargere la formaggia, no, il grattugiato formaggio, sì, il Parmigiano Reggiano su ogni trombone ed uomo maccheronico che, alla pari del dottor Balanzone, millantò di conoscere ottimamente l’inglese quando in verità vi dico che fu ed è solo un filibustiere ignorantone e gran cafone.

Sì, non sto schizzando, no, non sto scherzando, miei furboni.

Mi sono proposto, qualche ora or sono (adesso ho sonno), come comparsa per la nuova pellicola di Ridley Scott. Sarà un filmone o incontrerò un figone? Ai posteri, no, al poster l’ardua sentenza. Mi dimostrerò solamente un fifone? So per certo che, se incontrerò dal vivo la Gaga, Jared Leto, per l’appunto Al Pacino e compagnia bella, farò la figura del coglione oppure, se dio me la manderà buona, riuscirò nel behind the scenes a farmi da gigolò, un po’ gagà, la Germanotta bonazzona. Ah ah.

Non credo. Eppur non crepo, neppure mi dispero.

Un uomo deve farsi la gavetta, mie pugn… te, prima di arrivare… Non bisogna mai mollare e gettare la spugnetta.

Il fazzoletto, invece, è consigliabile usarlo se non userete le giuste precauzioni… Eh sì, miei cazzoni.

Sì, io m’intrufolo in ogni dove, so io dove. Con eleganza impari, eh sì, miei marpioni e porcelloni. Non sono mica un normale bambagione, un topo di fogna o una zoc… lona.

Sono L’omo in più e Jep Gambardella de La grande bellezza, sono Peter Sellers di Hollywood Party, sono Checco Zalone di Cado dalle nubi. A volte recito apposta la parte del bambinone ma, statene sicuri, sono davvero bellu guaglione. Sì, sono u’ saracino di Renato Carosone. Sono un uomo che non riderà mai dinanzi a battute scotte, no, scontate come quella sulla burrata nel film con Checco appena eccitato, no, succitato. Non sono omofobo, dunque non ce l’ho coi ricchioni e nemmeno mi piacciono le tamarre che vanno a Riccione e si fanno anche i bigodini, no, i più bruttoni.  Molte donne sono racchie, meglio le orecchiette. Son solo, no, so solo che non rimedierò una figuraccia. Poiché, se Dino Abbrescia, no, lo chef della mensa in cui, durante la pausa pranzo delle riprese di Gucci, mi domanderà: com’è la pasta?, ecco… a differenza di Zalone, testualmente copiandolo, gli risponderò… è cotta, è cotta, sì, se il cuoco vorrà sapere da me, buongustaio, quando potrà scolarla. Invece, gli risponderò… è buona, è buona quando Lady Gaga si toglierà lo slip, io crollerò e tutto decollerà fra suoi collant.

Al che Golden Lady, no, la Germanotta tutta cotta, se lo incollerà, me lo scrol… rà e scolerà ardente o solo al dente con tanto di Patrizia Reggiani, no, di formaggia all’acme del momento più bollente.

Scusate, volevo dire che, col sugo o senza la parmigiana, macchiata da lavatrice a 90° o pulita dopo una doccia assieme molto bagnata, speriamo che lei con me dormirà senza pigiama.

Su questa batt… na, no, battuta tremenda, detta anche freddura storica, vado ora a mangiare un gelato. Fa caldo.

Diciamoci la verità.

Io darò un tocco in più al film grazie al mio viso alla Jeremy Irons. Un viso piacevole come un pizzico di olio piccante.

Son un uomo ambiguo dal fascino torbido, un uomo che non farà la fine del pirla a mo’ dell’Adam Driver di Storia di un matrimonio.

A proposito, Jared Leto fu transgender in Dallas Buyers Club? No, no, questo ebbe e ha più palle di Matthew McConaughey, cazzo.

Insomma, farò la mia porca fig… a.

Mi pare ovvio.

Se Jared Leto, con la sua faccia enorme da culo, arrivò a Hollywood, perché io non dovrei arrivare con la protagonista di A Star Is Born?

Sì, abbiate pietà di me se spesso casco nel triviale e nel pecoreccio.

Sono un uomo che però non segue il gregge di pecorine, miei miopi.

E ama alla follia il pecorino sordo, no, sardo.

Per il resto, sì, non solo per La Repubblica e Il Corriere della Sera dell’epoca, bensì anche per Il Resto del Carlino, la Reggiani fu una mignotta. Marina Ripa di Meana, invece, amò tutti i cani, anche i carlini.

Ecco, piuttosto che essere ricco come l’ex marito assassinato e cornuto, sì, di/a Patrizia Reggiani, preferisco rimanere all’asciutto e mangiare un po’ di ricotta.

Voi, voi datevi al puttanesimo, prevedo solo pene.

Sì, pene integrale.

Lino Banfi non pronuncia pane…

Al posto della a, ficca un’altra e.

La e di Empoli e di Ehi, che vuoi? Non ti darò una beneamata…

Sì, spesso cazzeggio, va detto apertamente. Va dato anche in modo di gambe aperte.

Su tale cazzata un po’ pepata, ben rosolata e infornata, vi lascio fornicare. Me ne fotto, ah ah.

Il film di Scott, diciamocela, sarà una stronzata. Detta altresì porcata. Dai, su, suvvia! Jared Leto nei panni di Paolo Gucci? E Al Pacino as Aldo?

E Lady Gaga, all’anagrafe Stefani Joanne Angelina Germanotta, che suona un po’ come Contessa Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare, che incarnerà la Reggiani? Scarnificando il marito e fottendolo a sangue?

Come disse il trio comico I Trettré, a me me pare ‘na strunzat’!

Ricordate: le stronze e gli stronzi ci sono, stanno dappertutto. Basta tirare lo sciacquone.

 

di Stefano Falotico

 

Chi vincerà l’Oscar come BEST ACTOR dell’anno? E se invece lo dessimo a questo… per accendere un bel falò?


15 Dec

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poltrona per dueSì, oramai i cosiddetti addetti ai lavori, gli esperti, per modo di dire, insomma quelli che bazzicano certi ambienti ove le soffiate sono all’o.d.g., i provetti doc, ovvero di origine controllata, vale a dire giornalisti ben sistemati e spesso figli di capiredattori che l’inserirono nel sistema, ah ah, sono oramai sicurissimi.

La lotta per il miglior attore protagonista, ai prossimi Oscar, sarà fra Adam Driver di Storia di un matrimonio e Joaquin Phoenix di Joker. Un testa a testa estremamente agguerrito. Come a Wall Street, le loro azioni salgono e scendono a velocità pazzesca.

Entrambi snobbati però al Festival di Venezia, ove si videro scippare, per colpa del campanilistico volpone Paolo Virzì, la Coppa Volpi, già vinsero molti premi importantissimi. Rivali dunque al massimo, al momento. Chissà se un giorno lontano, quando tutti e due avranno la statuetta, diverranno amici per la pelle come Dan Aykroyd e Eddie Murphy di Una poltrona per due.

Film che, sebbene sia inutile e pleonastico ricordarvelo, programmeranno puntualmente sulle reti Mediaset fra qualche giorno. Forse a Natale, a San Silvestro o il giorno della Befana, cioè l’epifania?

Su questo dubbio che non mi farà dormire nessuna notte con Scarlett Johansson, ah ah, io mi sveglierei invece il 7 Gennaio, giorno nel quale saranno chiuse le votazioni dell’Academy, con la speranza che proprio Eddie Murphy, però di Dolemite Is My Name, possa entrare nella cinquina dei nominati.

Sì, un personaggio simile al sottoscritto quello interpretato da Murphy nella pellicola suddetta. Un uomo che possedette una voce da Tonino Accolla ma si chiuse nel mutismo e fu scambiato per un semi-poveretto, mezzo pazzo e barbone…

Ma proprio dal pauperismo del suo essere preso per Paperino, per sfigato fantozziano imbattibile, dal cilindro del suo Cappellaio Matto, si reinventò genialmente e ora spadroneggia in città come La volpe/Adrian, suonandole a tutti gli allocchi a ritmo di filastrocca anche sciocca mentre, senza dare nell’occhio (non so se nero, ah ha), adocchia un’altra gnocca e dunque si scrocchia le nocche.

Mica noccioline, mica un qualsiasi coglioncino… Un uomo che tiferà per Bob De Niro di The Irishman, escluso dai Golden Globe e dagli Screen Actors Guild Awards, eppur candidato ai Ctitics Choice… Mica pizzi e fighe, no, fichi.

Un uomo, il Falò, che è mutevole nell’aspetto fisico in quanto amante del trasformismo più del camaleontico Christian Bale, un uomo dal carisma alla DiCaprio e dal fascino latino da Antonio Banderas melodrammatico. Un uomo che non si sa mai se “ci è o ci fa”, se qualcuna si fa, se un cazzo fa o si tira solo delle seghe, mentali e non. Un uomo, sì, masturbatorio, onanista del suo essere stato nano e poi equilibrista, resiliente e combattente, con mesi da fetenti e forse ancora una “fetecchia”, però che sa, appunto, il “fallo” suo. È amato dalle racchie con voci da cornacchie, è leccato o forse solo blandito dalle belle che però vanno poi con le bestie e coi banditi, dunque lo fanno incazzare come un bestione che, costretto ad arrendersi dinanzi a tope e tipi violenti, deve buttarla in vacca, per forza, nel recitare la parte del deficiente, gioendo del suo essere saccente ché non sai mai quando s’accende e perciò, in un attimo, è capace di spegnertela…

E quando gira la visiera del cappello, come Stallone di Over the Top, indossando il giubbotto di Ryan Gosling in Drive, la vedo dura un po’ per tutti. Le donne non lo vedono “duro” ma è invece durissimo. Tanto tosto che si spezza con un grissino. Ma fatto sta che il Falò, come dice lui stesso, serpeggia, volteggia, “lupeggia” e inevitabilmente un po’ cazzeggia.

Fuma, si brucia, si martoria, si affligge ma in verità vi dico che nessun ladrone lo crocifigge.

 

di Stefano Falotico

Dopo le nomination agli Screen Actors Guild Awards, abbiamo assistito a un altro ribaltone per la gara agli Oscar come miglior attore


11 Dec

predictions oscar

Ancora una volta, dopo la mancata candidatura ai Golden Globe, Robert De Niro di The Irishman, è stato spaventosamente escluso.

Alquanto raccapricciante. Sebbene forse, in questo caso, ricevendo il premio alla carriera, i votanti degli Screen… avranno optato per un altro nome da inserire nella cinquina dei candidati.

Scegliendo proprio Leo DiCaprio del film di Tarantino. Leo, a sua volta, consegnerà a De Niro stesso l’achievement award.

Le esclusioni “note” stavolta sono veramente imbarazzanti. Oltre a De Niro, è rimasto fuori dai giochi anche Antonio Banderas di Dolor y gloria.

Cioè, l’ha preso in quel posto.

A farcela a piazzarsi, eh già, è stato Taron Egerton di Rocketman.

Una risalita pazzesca. Nessuno avrebbe immaginato che potesse arrivare a tanto.

A quanto pare, gli americani sono andati giù di testa per la performance di Christian Bale di Le Mans ‘66.

Solamente Peter Travers e pochi altri son ancora convinti che Bob possa essere nominato alla statuetta degli Academy.

Mentre tutti sembrano oramai sicuri che a vincere l’Oscar come miglior attore sarà Adam Driver.

Incredibile anche questo. Negli ultimi giorni, il magnifico, irraggiungibile Joaquin Phoenix di Joker è stato infatti paurosamente scalzato, in “graduatoria”, da Driver.

Veramente assurdo.

Gli Oscar, si sa, sono spesso politicizzati.

Non devono essere affatto piaciute le dichiarazioni, sempre più potenti e cattive, di De Niro riguardo Donald Trump. E, ovviamente, Joker è un film scomodo per i capitalisti-edonisti del cazzo.

Molti statunitensi sono repubblicani. Di conseguenza anche i membri delle varie e più importanti associazioni cinematografiche adibite a nominare e ad assegnare i premi stessi.

Nel frattempo, finalmente qualcuno s’è deciso a distribuire Nonno, questa volta è guerra.

Il film di Tim Hill, con De Niro, sarà diffuso nei cinema italiani a partire dai primi di Marzo del prossimo anno, per merito della Notorious Pictures.

E questo è quanto, insomma, uno schifo.

di Stefano Falotico

L’esclusione di Bob De Niro ai Golden Globe è vergognosa quasi quanto la mia dai premi e dalla socialità borghese ma presto pubblicherò un libro più bello della sceneggiatura di THE IRISHMAN, ah ah


09 Dec

irishman de niro

 

Chiariamoci molto bene. Sì, questo sarà un pezzo infervorato, forse scritto dal fu Silvio Pellico incarnato in Bob De Niro di Cape Fear. Sì, dev’esservi stato un imbroglio. A Bologna dicono… un “manino”, cioè un intrallazzo meschino per obliare De Niro di The Irishman. Uno schifo!

Forse, sarà stata colpa di Nick Nolte del primo film scorsesiano menzionatovi. Ora, Bob De Niro, escluso ingiustamente, deve appellarsi a qualche speciale editto, oserei dire emendamento. Demandando al suo avvocato una lettera di risarcimento, ah ah.

Ma non disperare, Bob. Fra un paio di giorni, saranno annunciate le Screen Actors Guild nomination(s) e te ne fotterai poiché candidato sarai.

Sì, di solito, i candidati agli SAG Awards sono poi quelli che, in linea di massima, vengono uniformemente candidati anche agli Oscar.

Già infatti i Golden Globe t’esclusero per Il lato positivo ma, se non fosse stato per quell’inglorious bastard di Christoph Waltz di Django Unchained, avresti ora tre Oscar.

Invero, già un’altra volta, diciamo che t’oscurarono. Quando, per Risvegli, fu il compianto Robin Williams a ciucciarsi e cuccarsi la candidatura ai Golden. Ma venisti però agli Oscar nominato tu. Eh sì.

Sono contentissimo invece per Todd Phillips. Tutti i pronostici sostenevano che non sarebbe entrato nella lista dei nominati come miglior regista. Invece c’è in maniera ficcante.

Il Falò, qui sottoscritto, promette invece faville e grandi fighe. No, figate.

Egli siede sempre in prima fila e tutte gli fanno il filo ma, spesso, non ama farsi i cazzi suoi e dunque non dà a nessuna donna la sua statuina dorata, preferendo fare il prezioso come Timothée Chalamet.

Fra l’altro, a me Scarlett Johansson non dice una minchia e Adam Driver, più che un attore, mi pare un ferrotranviere.

Infatti, Paterson docet.

Sì, uno di quei piccolo borghesi che, dopo un lavoretto mesto, rincasa e litiga con la moglie. Al che, si reca nascostamente su YouTube per ammirare le cosce di Serena Garitta e compagnia bella.

Invece, io scarico tutte le puntate di Tagadà con Tiziana Panella quando scoscia. Ma non sono sposato né mai mi ammoglierò. Mia moglie non mi permetterebbe di essere abbonato ad adultdvdempire.com. Ah ah.

Insomma, sono stufo di questo porcume, di questo miele, di questa gente laureata in Scienze dell’Educazione, di queste giornaliste pusillanimi che ora parlano di “clima natalizio” e, nelle loro trasmissioni, prima eccitano col loro paio di cosce “lampeggianti” ma poi al contempo inalberano la stella dell’uomo da Natale in casa Cupiello, sono nauseato da questi film intimistici come Storia di un matrimonio.

Di queste vicende (extra)coniugali ove lui si lava i denti col Colgate e lei intanto piange lacrime amare dopo aver smacchiato le stoviglie, incapricciandosi dopo essersi incipriata, questa donna casa e chiesa e tanto di cappella, mica tanto, che si dilania per il dolore straziante di non essere da nessuno inculata. Che si crocifigga pure e mi dia una frittata. Sì, donnetta giammai felice bensì annoiata, chiama il dottore per farsi curare dai suoi mali immaginari. Solo pene avrà ancora!

Ma vi sono di mezzo i figli e allora facciamo/fanno finta di niente. Sì, lei continua spudoratamente a fingere a letto, lui non gliela fa proprio manco con la pompetta. Però suona la trombetta.

Il figlio piccolissimo rimane da solo a casa, riguarda Mamma, ho perso l’aereo e non gliene importa una sega. In città avvengono dei crimini. Il garzone picchia le Barbie, il macellaio non ama Alba Parietti, la Parietti esce con un nuovo libro in cui racconta di come lo prese in quel posto anche da quel salame di Christopher Lambert.

Poi, arrivo io. Cammino con aria spavalda e caccio pugni allo stomaco più potenti di quelli di Frank Sheeran. Quindi, fischiettando, ordino un altro caffè e me la fumo tranquillamente. Sparando qualche scoreggina col silenziatore.

Sto lavorando per voi, poveri cazzoni.

Presto uscirò con un altro libro.

In quest’Italia di sposati, soprattutto spossati, di spaesati e di paeselli, di pasta e piselli, delle vostre reprimende non tanto belle, del cattolicesimo borghese me ne stra-frego e sputo in faccia ai bulli.

E quelli che fanno gli avvocati? Ma che vogliono dimidiare? Ma che vogliono sentenziare, ma che vogliono emanare di verdetti!

Qui c’è una “capa rossa”, come dicono in meridione, un uomo Falotico che ne sa una più del diavolo, cioè De Niro di Angel Heart.

E, mentre tutti vanno in palestra per divenire i Mickey Rourke di The Wrestler, io ficco nel lettore dvd la scena iniziale del film Onora il padre e la madre in cui Marisa Tomei viene sodomizzata in maniera “Happiness” da Philip Seymour Hoffman.

Questa è dignità, è verità.

Se non ti sta bene, pensa alla salute, cumpa’, ti servo una pizza capricciosa e non fare il permaloso ché, dinanzi alla mia strafottenza, puoi solo dire che devi lavorar’. Sai solo scuse accampar’. Bevendo il Campari e tirando a campare.

In realtà, vai ben a caga’.

Pigliati quella racchia e portala a ballare.

 

 

di Stefano Falotico

Prima degli Oscar, vi sono i Golden Globe(s): le mie previsioni dei possibili candidati come BEST ACTOR


11 Oct

driver marriage story banderas dolor y gloria pryce due papi

La lotta sarà principalmente fra De Niro e Phoenix. Infatti, non li ho inseriti in foto, ah ah.

 

di Stefano Falotico

VENEZIA 76: Joker, il Trailer mercoledì, intanto la mia video-recensione futuristica di Americani poiché sono un americano al Lido senz’alcun calo della libido


26 Aug

Prefazione: dall’età di 14 anni, vengo considerato pazzo, dall’età della mia ragione, cioè dal giorno della mia nascita, vi sto coglionando da attore “monstre

Sì, da tempo oramai immemorabile, la gente distorce tutto di me, soffre di teorema del delirio. Non riesce a spiegarsi come mai un talento come il mio, ammesso che lo abbia, certamente in mezzo alle cosce, sì, non si estrinsechi, diciamo, esplichi e svisceri più di tanto nella vita reale.

Ove oggigiorno impera la volgarità più animale.

Sì, fratelli carissimi, siamo attorniati da bestie selvagge indomabili.

Già vi parlai di Vanessa, giusto? Sì, qualche giorno fa. Trovate il suo splendido accavallamento di gambe, ah, gambe sinuose, delicatamente morbide come un unguento ripieno di disinfettante che si spalma sulle mensole della casa tutte impolverate, nel mio video trailer reaction di A Hidden Life. Un video che spinge all’erection. Ah ah.

Sì, gambe che inducono alla lustrazione da Ralph Macchio di Karate Kid, dai la cera, togli la cera, interminabilmente…

Ah ah. Sì, Macchio, smacchiando e verniciando la staccionata, dopo tanta fatica si diede ad Elisabeth Shue, grande figa tutta da imbiancare.

Ecco, ammetto che in effetti mi ammalai di manie igieniche. Ah ah.

Sì, divenni una creatura bergmaniana che respinse ogni tipo di fisicità e dunque anche ogni topa per momenti da gustare assieme di zuccherosa, schizzante felicità.

Infatti, nel 2005, un certo barbagianni di cognome Calzolari, convintissimo che io fossi matto, credendosi curatore d’ogni disagio psicologico, mi portò al cinema a vedere Crash – Contatto fisico di Paul Haggis.

Prima della visione, gli dissi:

– A te piace la scena di Crash del Cronenberg ove James Spader inchiappetta Deborah Kara Unger?

 

Notai il viso del Calzolari contorcersi in una smorfia di dubbioso raccapriccio come se, fra sé e sé, stesse pensando… ah, ma questo allora non è matto.

Comunque, non ancora persuasosi della mia sanità mentale e di conseguenza anche della mia super efficienza genitale, sicuro di essere pure un veggente cinefilo, durante la scena in cui Matt Dillon ferma Thandie Newton, mi sussurrò all’orecchio:

– Eh, ora l’arresta. Fa bene, uomo dovizioso e moralmente retto.

 

Io gli risposi:

– Siamo sicuri che sia moralmente retto o immoralmente ritto e che, invece, Matt già non faccia le prove generali per arrivare a livelli da figlio di puttana de La casa di Jack?

– Cos’è La casa di Jack, Stefano? Non conosco l’esistenza di questo film. È mai uscito?

– No, uscirà nel 2019.

– E chi sei tu? Nostradamus? Sai che ti dico? Tu non sei pazzo manco per il cazzo. Ora ti sbudello e ti squarto vivo!

 

Ho detto tutto…

Tornando a Vanessa, commentai una sua foto.

Al che, dopo 30 secondi, tutta la sua banda di amichetti, a mo’ di presa per il culo, mi scrisse(ro) all’unisono:

sei leggenda!

 

Ora, dopo 3 giorni, sono barricati tutti in casa perché si sono accorti che le loro stories di merda d’Instagram le filmo io a loro insaputa. Sempre con loro protagonisti.

Si stanno pericolosamente ammalando di disturbo paranoide. Alle merde bulle restituisco la sciolta.

Morale: se pensi di darmi lezioni di vita e di figa, l’hai preso in culo ancor prima di sfottermi.

Cap. 1: la mia condomina mi ha definito bellissimo, sì, ha quasi novant’anni, ho detto tutto…

Sì, nel pomeriggio presi l’ascensore, scesi al piano terra e stetti per aprire il portone. Nel frattempo, rincasò la condomina Bazzaco. Del terzo piano…

Le aprii il portone e lei mi stupì oltre l’immaginabile:

– Prego, signora. Si accomodi.

– Grazie.

– Arrivederci.

– Un attimo solo, Stefano. Aspetta due minuti. Ti devo dire una cosa. Hai fretta?

– Ah, mi dica pure (sì, io le do del lei, per rispetto della sua anzianità, lei mi dà del tu).

– Ecco, io non so quanto vivrò ancora. Sai, sono piuttosto vecchia, diciamo.

– Ma si figuri. La trovo in perfetta forma. Non pensi a queste cose.

– Comunque, prima di morire, volevo dirti questo. Te l’ho sempre voluto dire. Sei un ragazzo dalla bellezza mostruosa. Lo dico anche a mio figlio che, come sai, si chiama come te.

– Stefano, sì, lo conosco. Da tempo oramai abita con la sua donna. Sta bene? E sua figlia invece, cioè la sorella di Stefano?

– Ah, non sta benissimo. Anzi, le ho detto che, per riprendersi, dovrebbe stare con te.

– Capisco.

 

Cap. 2: col solo potere dell’aggettivo bellissima dato a una ragazza su Instagram, rovinai una coppia lesbo

Sì, non mi credete? Ciò avvenne nelle scorse ore. Già QUI ve ne accennai. Riascoltate l’audio.

Da qualche settimana infatti, son entrato in contatto con due ragazze.

Invero, a me ne piaceva solo una di nome Alice.

Ma, inserendole i commenti sotto le sue foto, la sua ragazza cominciò a insospettirsi. Dunque, giocoforza strinsi comunella anche con quest’ultima.

– Stefano, non mi fido della versione datami da Alice. Lei sostiene che tu e lei siete solamente amici.

Allora, se così è, come mai che quando le scrivi che è una gran figa e le porgi tutti quegli apprezzamenti abbastanza inequivocabili, lei non ti blocca?

Con gli altri si comporta così. Odia volgarità come frasi, appunto, sei una grande figa…

Appena uno le scrive questo, lei lo cancella. A te permette tutto. Quindi, che tu e Alice siate soltanto amici lo andate a raccontare a vostra sorella.

– Megan, ti giuro che fra noi non c’è nulla.

– Adesso, Alice è bisex. Prima di me aveva un ragazzo.

– Ah sì? Tu e Alice come avete fatto a conoscervi?

– Abbiamo frequentato la stessa classe alle scuole medie. Ma, all’epoca, eravamo troppo piccole per pronunciarci e vicendevolmente dichiararci. Inoltre, i nostri orientamenti sessuali non erano ancora molto formati, anzi, erano sulla rampa di lancio, sebbene già nutrissimo una reciproca simpatia. Poi, ci siamo incontrate nuovamente. Ora siamo più donne. E abbiamo trovato il coraggio di rivelarci i nostri sentimenti.

Ho letto, nel tuo profilo, che scrivi. Potrei leggere qualche tuo libro?

– Va bene. Se mi dai la tua mail, ti mando un paio di miei PDF.

 

Stamattina, parlai con Alice, rivelandole che io e Megan ci scambiammo delle confidenze.

Successe il finimondo.

– Stefano, bello mio. Volevo dirti che sei un pervertito. Perché ti piace Alice? È più piccola di te.

– Megan, Alice non è minorenne. È donna da parecchio. Sì, più giovane di me ma…

– Ma… un cazzo. Alice non è una donna, è ancora una ragazza.

– Ti dico che è una donna.

– Secondo te è una donna?

– Certo.

– Come fai a saperlo?

– Lo so.

 

Comunque, cercai di fare da paciere.

– Che cazzo state facendo? Siete una bella coppia. Non lasciatevi per colpa mia.

– Stefano, ci siamo appena lasciate, sì, a causa tua.

– Che cazzo c’entro io?

 

Cap. 3: me la spasserò per 5 giorni al Lido di Venezia ma poi sarà di nuovo uno schifo, un’alta marea

Sì, c’è una profonda differenza fra me e gli altri accreditati stampa.

Io, dopo aver visto i film, sarò cinematograficamente più ricco interiormente ma con meno soldi in tasca, dato il mio pernottamento in albergo e via dicendo, gli altri sono sistemati.

I soldi da loro spesi li recuperano in una manciata di giorni, scrivendo recensioni stupide per cui vengono pagati a peso d’oro.

Sì, la testa mi sta andando in pappa. Mi sta scoppiando. Saranno ore davvero coi “contro-cazzi”, son colto da spasmi d‘euforia mista a mia atavica melanconia, a sua volta miscelata nella cupa essenza della mia anima da viaggiatore futurista del suo cuore giammai qualunquista.

Devo limare gli ultimi dettagli. No, non debbo firmare alcun autografo. Non sono nessuno. Tu sei qualcuno? Meglio così. Te ne assumi tutte le responsabilità. Ah sì, ora sono cazzi tuoi. Vedrai a quanti dovrai leccare il culo. Tante ragazze vorranno ciucciartelo ma dubito che a te piacerà darlo a quella grassona là. Stai in campana, dunque. Anzi, in campagna. In campagna, nessuna racchia stalker può essere la Kathy Bates di Misery non deve morire.

Sto prendendo informazioni con la receptionist dell’albergo presso cui ho pernottato e ove alloggerò. Sì, intanto nel vento aleggio, un altro po’ cazzeggio e, fischiettando un motivetto musicale dall’autoradio emesso, solfeggio.

Allora, a mezzogiorno devo prendere il treno ma non sono ancora sicuro se andrò a Venezia in treno o in macchina, speditamente. Devo risparmiare ma i biglietti di Frecciarossa costano un occhio della testa. Sì, quella che non hai tu. Tu infatti, oltre a non possedere un buon cervello, non hai neppure lo sguardo cinematografico sufficiente per poter capire, di esegesi robusta ed efficace, un bel niente.

Sì, dubito che molti di voi siano intenditori di Cinema. Secondo me, detta come va detta, non v’intendete neanche di quella.

Sì, quella cosa al confine fra la cellulite, se la donna non fa palestra e un’adeguata dieta di carboidrati misurati, e la celluloide del sognarvela nelle vostre fantasie da rose purpuree del Cairo. Anzi, del cazzo.

Sì, sono Caronte, miei maniaci sessuali molto bisonti e bisunti, v’ammonisco dal perseverare in ogni vostro desiderio sconcio che, in verità vi dico, oh sì, giammai si concretizzerà.

Non isperate mai veder lo cielo’, io vengo e voi no.

Al Lido, vedrete Scarlett Johansson sfilare in passerella per il nuovo film di Noah Baumbach ma la fotograferete e basta. Immortalando l’attimo del vostro erotico capriccio lupesco come la faccia da Canis lupus Linnaeus, appunto, di Adam Driver.

Un attore che recita sempre coi capelli lunghi semplicemente per nascondere le sue orecchie a sventola da Dumbo.

Voi non mi pigliate per fesso. E non prendete neppure quella fessa. Fessa è il termine dialettale delle zone calabro-lucane per identificare, diciamo, quella parte altamente erogena, ubicata in mezzo alle gambe d’ogni donna normale, che induce l’uomo eterosessuale a ululati da Joe Dante.

Sì, poveri gremlins, non siamo più small soldiers. Basta fare i lillipuziani. Sapete che vi dico?

Una delle mie migliori masturbazioni puberali fu da me praticata su Antonella Ponziani. Ah, che culo quella donna nel film Verso sud di Pasquale Pozzessere. Un culo ciclopico, liscio e sodo che, combaciando con quello di Stefano Dionisi, in versione qui poco da Farinelli, la voce regina, ci regalò una scena assai sudatina. Eh, quando si dice infatti… cazzo, sei stato veramente bravissimo, per arrivare lì te la sei proprio sudata.

Ah ah. Sì, di nome faccio come Dionisi, essendo io uomo dionisiaco e dunque uomo che sa quel che fa anche quando pensi che io sotto me la faccia, invece lei sta sopra, cavalcandomi con susseguente montaggio migliore di quello di Thelma Schoonmaker. Sì, nell’amplesso non sono veloce come l’ex campione Michael Schumacher ma so quando spingere sull’acceleratore su ogni Gong Li come Colin Farrell di Miami Vice.

Ci vediamo a Venezia. Buon Joker a tutti, pagliacci!

In questo mondo stupidamente felice, vorrei portare un po’ di consolatrice tristezza.

joker phoenix

 

di Stefano Falotico

A volte, anzi spesso, penso di essere Robert De Niro e Spike Lee, un mio video che vi lascerà esterrefatti


26 Mar

denirofalotico

dav

Ora sento parecchie castronerie.

Ad esempio, sento dire che Adam Driver e Timothée Chalamet sono gli eredi di Robert De Niro e Al Pacino.

Sì, Driver e Chalamet sono molto giovani e indubbiamente molto bravi.

Poi, il signor Driver sta azzeccando un film dopo l’altro. Un’incetta di grandi pellicole.

Ieri sera, ad esempio, essendomelo perso al cinema, ho visto finalmente BlacKkKlansman.

Non so se sia un capolavoro ma Spike Lee, dopo qualche anno di appannamento, ha veramente indovinato comunque un filmone.

Cattivo, che ha il coraggio della verità. E aggira tutte le trappole delle retorica per inscenare un film che, sotto l’apparenza di un thriller molto divertente e scanzonato, diventa una chiarissima denuncia e una potentissima requisitoria, senza mezzi termini, contro il razzismo e ogni forma di linciaggio psicologico.

Driver è stato ottimo. Tant’è vero che si è cuccato la nomination all’Oscar.

A proposito, il signor Lee deve odiare molto Donald Trump che sta a Washington, alla Casa “Bianca”.

Però, dopo essersi affiliato per anni con Denzel Washington, ah, adesso ha beccato John David Washington. Va be’… ah ah. In effetti è il figlio.

Oh, il razzismo è brutto, orribile.

E questo film di Lee è anche contro il nazismo, soprattutto ideologico. Infatti, Driver interpreta la parte di un ebreo.

Davvero complimenti Mr. Lee. Se non ci fosse lei con la sua sana cattiveria giusta sempre sbattuta in faccia al falso puritanesimo e perbenismo bigotto, statunitense e non, il Cinema e non soltanto la Settima Arte sarebbe stato schiacciati dalla melensa scemenza di massa che oggi tanto impera.

Sì, è uno spettacolo sconsolante. Ti rechi ad esempio su Instagram e noti un fiorire d’idiozie da lasciare allibito anche un bambino di otto anni.

Una falsità talmente sfacciata e ipocrita da indurti al suicidio perché ti accorgi che viviamo in un’era di buonismi assurdi. E non abbiamo molti strumenti per contrastare tutto ciò se non opponendocene da intellettuali, da pensatori.

Ove modelle discinte si mostrano in tutto il loro indubbio splendore fisico, oh certo, non metto in dubbio che siano bellissime ma poi, nelle didascalie citano Shakespeare quando non hanno neanche mai letto in vita loro un fotoromanzo o, ancora peggio, su una loro foto inequivocabilmente provocante, mettono come sottofondo musicale una canzone della Disney.

Veramente, roba da rabbrividire.

Spike Lee non ha mai avuto paura di denunciare cinematograficamente questo sistema osceno di finte apparenze, di bugie, di edonismo e cervelli vuoti. Ove vince quello che più “forte”, l’ariano appunto, e tutti gli altri sono relegati all’emarginazione, allo schiavismo psicologico, all’apartheid, alle razziali scremature per colpa di mentalità ottuse, testardissime. Che combinano danni a tutt’andare.

Stamattina, in radio, ho ascoltato una battuta che mi ha fatto morire…

Salvini pesava 90 kg e ora ha perso dieci chili. Sì, e noi abbiamo perso dieci anni di vita…

Sì, Salvini ha fatto il lavaggio del cervello a molta gente. E stiamo tornando indietro al fascismo.

Ve l’ho già detto. Nel mio palazzo abitano vari neri. Tutti simpaticissimi. Sono fra i pochi che mi salutano sempre.

Gli altri, per via del mio stile di vita molto particolare e non allineato ai loro canoni borghesi, sì, mi salutano. Ma mi guardano anche male.

Insomma, che ce ne facciamo di questa gente bianca tanto agiata, piena di soldi e “acculturata” se poi non sa rapportarsi educatamente col prossimo o, peggio, è educata soltanto dietro finte gentilezze che invero, sotto la parvenza di sorrisini ipocriti e compassionevoli, blandiscono puntualmente, crudelmente la tua dignità con ammiccamenti e allusioni di pessimo gusto?

Figlie della loro educazione, appunto, fascistoide?

Ecco, invece tornando ad Adam Driver, sì, è bravo. Ma non avrà mai il carisma dell’interprete di Taxi Driver.

Inizialmente, Martin Scorsese doveva dirigere Clockers con Robert De Niro protagonista. Alla fine, optò per Casinò. Ma di Clockers rimase produttore. E, fra l’altro, lo sceneggiatore di Clockers è stato il grande Richard Price.

Sceneggiatore di alcuni film stupendi di Scorsese. E de Lo sbirro, il boss e la bionda.

Film che ha fatto incontrare Robert De Niro e la giovanissima Uma Thurman. Voi sapete almeno che De Niro è stato con la Thurman? Ah, questo lo sapete.

Una sua delle pochissime donne bianche. Ora, Bob e Uma sono rimasti soltanto molto amici. E li vedremo in War with Grandpa. Dovevamo vederli anche nella serie televisiva di David O. Russell, bloccata per il fallimento di Harvey Weinstein.

Avreste inoltre mai pensato che un uomo come De Niro, un BIANCO di origini irlandesi e italiane, ai tempi di Cape Fear potesse amare Naomi Campbell? Be’, a essere sinceri, una nera non tanto “normale”. Eh eh.

Sì, Bob ha sempre amato più le nere. Dicendo in merito a questa sua scelta sessuale: perché le nere sono più vere.

Quindi, d’ora in poi non voglio più ascoltare discorsi ipocriti contro i “diversi” da parte dei Nick Nolte di turno dell’appena succitato film col Bob. Sì, Bob in questo film non è esente da colpe, anzi, ma anche Nick, nonostante la Bibbia sul comodino, è un bel porcellino… Dunque, amici, se subite una palese ingiustizia immonda, partorita dall’invidia e dalla cattiva coscienza della gente, recitate la battuta di Max Cady a ogni ora dei vostri giorni…

Leggo meglio di voi. Imparo meglio di voi. Ragiono meglio di voi. E filosofeggio pure meglio di voi! E durerò più di voi! Ti credi che un po’ di botte mettano fuori combattimento questo vecchio montanaro? Dovrai fare uno sforzo molto più serio, avvocato, per dimostrare che vali più di me!

Insomma, per farla breve. Ho scritto un libro su Robert De Niro che potete trovare sulle maggiori catene librarie online.  Sì, molta gente gelosa della mia vita da uomo libero, di sana pianta, ha voluto farmi passare per una persona sofferente di disturbo delirante. Al massimo, posso soffrire di DISTURBO DENIRANTE. Se invece, qualche idiota è afflitto da disturbi di testa e d’intelligenza, si andasse a curare. E subito! Non si trovano, oggigiorno, molti uomini camaleontici come De Niro e con una voce più bella di Amendola. O no?SpikeLeeGuest

 

di Stefano Falotico

Genius-Pop

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