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Frusciante recensisce AD OVEST DI PAPERINO, io invece recensisco Rocco e i suoi fratelli?


16 Aug

frusciante ovest di paperinoLe citazioni sono importanti. Siete ignoranti e dunque, come disse Totò, informatevi. Sapete ben poco della mia vita e delle mie emozioni, trascorse o presenti. Io sono onnipresente, sono da presepe ma non sono forse onnisciente, miei falsi sapienti. Non affibbiatemi nessuna patente. Ah ah. Siete tanto belli, evviva la topona e anche i topolini. Eh eh.

https://it.wikipedia.org/wiki/Niccol%C3%B2_dell%27Arca

https://www.comitatobsa.it/compianti-pieta-bologna/

Buona settimana e lunga, felice estate: vi presentiamo alcuni cortometraggi nient’affatto malvagi, siamo The Untouchables?


09 May

intoccabili kevin costner

Ebbene, la pandemica situazione ingeneratasi e innescatasi per via del famelico, mefitico, mellifluo e mefistofelico, tetrissimo e angustiante, mortificante e mortifero Covid-19, c’ha logorato, oserei dire spossato, sfibrato, angosciato, represso e incatenato in lockdown forse estenuanti e un Tarantino, no, un tantino esagerati.

Avevo scritto Tarantino? Mi son sbagliato? Ah, me giammai invero sbadato. Io tutto ho capito nella vita e azzeccato. Come no… In passato, come tutti, molte volte ho metaforicamente sbadigliato. Ancora sbadiglierò? Mi pare ovvio. Lo sbadiglio è un moto involontario del tutto congenito e incurabile.

Anche lo sbaglio. Come dice il detto, sbagliare è umano, perseverare è diabolico. Ma io, essendo Falotico, voglio nuovamente sbagliare, su una donna sbavare, forse ammirarla quando, di rossetto sbavato, stringe le labbra per sottintendere a qualcosa di entusiasmante, vicendevolmente a venire… spumeggiante!

Ebbene, vogliamo qui mostrarvi una scena d’antologia, tratta da uno dei massimi capolavori intoccabili della Settima Arte. Eh sì, Gli intoccabili… ah ah.

Detto ciò, il verbo tocciare (sì, non toccare, bensì toccare con la i di Imola nel mezzo) non esiste in italiano.

Ma a Bologna, forse anche nell’imolese, si suole dire gergalmente… hai tocciato stasera?  Espressione volgarissima… che avete capito benissimo…

Vi presentiamo, dunque, due veri masterpiece indiscutibili.

Il primo ad opera d’un uomo amante di Spielberg, di Harrison Ford e di Sean Connery.

Certosina opus di montaggio perfettamente bilanciato alla musica di Morricone di The Hateful Eight? No, de La cosa? Macché, del succitato capodopera di Brian De Palma.

Il secondo firmato invece dal David Lynch della pianura emiliano-romagnola, autodefinitosi il Genius-Pop.

Essere anomalo, visionario e creativo inimmaginabile, spesso un cretino sesquipedale e inenarrabile, a suo modo l’unico uomo capace d’incarnare il miglior Cinema di Cecil B. DeMille e la faccia da schiaffi di Stephen Dorff di Cecil B. Demented.

Il Falò, ladies & gentlemen. Un uomo angelico che però ne sa una più del diavolo. Egli volteggia nel mondo con levità mansueta, egli si gongola, dondola, va al Festival di Venezia e ama le gondole, anche le vongole. Odia però i mongoli ma non quelli della Mongolia. Eh sì, egli esemplifica l’ossimoro vivente, la contraddizione incredibile più splendente.

È un uomo a volte del volgo, talvolta dei borghi, conosce Borgo Panigale, conobbe anche un tipo dal cognome Paganelli, da non confondere con l’ex celeberrimo violinista Niccolò Paganini.

Da piccolo, collezionava le figurine Panini ma state buonini. Lui ama un panino di Burger King ma anche Pannofino.

È un uomo assai fine, un uomo sopraffino. Un uomo, osiamo dire, oltre l’umanità, un uomo disumano, in passato sfigato abnorme, forse oggi un uomo abbastanza piacente e piacevole, diciamocela!

È un piacione!

Nella sua vita, s’impiegò per essere brutto ma non riuscì a vincere la sua natura indubbiamente, ciò è evidente, molto concupente… odiamo dire concupiscente.

No, non è un deficiente, è un man travolgente. Soventemente sganciato dalla mediocrità della gente.

di Stefano Falotico

Le coppie mal assortite del Cinema e della vita “re(g)ale”: da Tom Brady & Gisele Bundchen a Gisele con DiCaprio fin ad arrivare a Leo con la Morrone (?!)


08 Feb

tom brady bundchen

Sì, DiCaprio con Camilla Morrone fa veramente schifo. Fa ca… re come quella più marrone. Non si può vedere. A questo punto, il bel Leo poteva pure mettersi assieme alla burina Emma Marrone e avrebbe fatto più porca fig… a. Sì, un fig… ne, sì, figurone.

Sì, a Bologna sono sempre andati di moda, in maniera da pass… na, sì, superlativo di magnifica passer… la, espressioni decisamente volgari da tromboni. A uso e costume, anzi, a malcostume del dottor Balanzone di turno. Uomo fintamente saccente, il Balanzone, specializzato più che in cultura, eh già, in arte culinaria. Buongustaio e ottima forchetta imbattibile, uomo geloso (anche goloso) a morte delle donne altrui, affetto dunque da marcia bile indelebile.

Il vocabolario dell’uomo al prosciutto, mica tanto magro e crudo, di Parma, bensì à la mortadella della città in cui giocò il grande Loris Pradella, ovvero Bologna la grassa, è alquanto limitato. L’uomo felsineo della generazione sessantottina, post scudettata del ‘64, amante del 69 virtuale e poco pratico della rivoluzione sessuale da lui tanto predicata quanto mal razzolata, è perfino smemorato.  Manco ricorda chi fu il mitico Villa. No, non Claudio Villa, bensì il difensore dall’identico cognome dello squadrone non dell’anno dell’ultima vittoria del Bologna Football Club 1909, bensì delle annate in cui molti bolognesi confusero Lorenzo Marronaro con Giancarlo Marocchi. Maronna! Maradona! Madonna dell’Incoroneta!

Ora, il nome Rocco, femminilizzato, diventa Rocchina. Molte donne del sud, emigrate dalla Lucania nel capoluogo emiliano-romagnolo, sì, felsineo, aventi il “ridicolo” nome Rocchina, dai razzisti tifosi rossoblù furono “simpaticamente” apostrofate così:

– Mah, Rocchina, vieni dal Marocco?

leo dicaprio bundchen

Io militai sino ai Pulcini nel Bologna, quindi mi declassai nel Lame Ancora. Ove, prima di fare il militare, no, l’obiettore di coscienza, giocai con Perdisa. Centravanti infallibile quasi uguale a Pascutti. Pascutti, non Pasquale. Anche se, ne L’allenatore nel pallone, Lino Banfi, all’anagrafe Zagaria Pasquale, fu effettivamente scambiato per Pascutti. Perdisa, nella prima partita del torneo annuale, segnò sette reti fenomenali. Ho detto 7, sì. Nelle rimanenti giornate di tutta la competizione agonistica e provinciale, mise a segno zero goal. Ho detto 0.  Veramente un uomo da Internazionale, un fenomeno speciale. Comunque io lo battei e lo batto ancora. Durante quella stagione, pur giocando da mezz’ala destra alla Pier Paolo Pasolini, di reti… ne segnai una quindicina. Oggi come oggi, invece, posso attestare che trascorsi tutte le fasi da “bamboccione” alla Leo DiCaprio. Dopo violentissime delusioni, non solo in campo calcistico, soprattutto amorose, divenni poco amorevole nei confronti del mondo. E mi dilettai, inconsapevolmente, a imitare Leo di Buon compleanno Mr. Grape. Diciamo che, in tale stato da mezza sindrome di Tourette vicina alla schizofrenia ebefrenica da idolo delle smorfie, non emanai molto sex appeal da Johnny Depp dei tempi d’oro quando stava con Winona Ryder. Col tempo, però, migliorai. Uscì Titanic e divenni amante di Kate Winslet di Holy Smoke, conducendo una vita da uomo-donna scambiato/a per analfabeta di The Reader. Incontrai dunque la mia prima ragazza, bionda come Kate di Revolutionary Road. Lei sostenne che ero bello come DiCaprio de Il grande Gatsby ma, nella testa, assomigliavo a Michael Shannon.  Non soltanto a quello dell’appena succitato film di Sam Mendes, bensì appaiabile a livello, ripeto, comportamentale e non fisionomico, allo Shannon di My Son, My Son, What Have Ye Done. Non potevo darle torto. Non comprendeva, infatti, perché avevo tutte le registrazioni delle sfilate di Victoria’s Secret ma, con lei, a parte qualche volta quand’ero in buona, così come dicono a Bologna per esprimere i momenti in cui si ha voglia, diciamo, non è che fossi così voglioso di togliermi la biancheria intima. Per giustificare la pulitissima faccenda, assai pudica e affetta da ritrosia ben poco scostumata, mi giustificai alla bell’è meglio. Dicendole che non potevo cazzeggiare e che dovevo salvare il mondo come Shannon di World Trade Center.

Lei mi prendeva per il culo, gridandomi: – Bona lè!.

E io: – Socmel.

 

Socmel è come… eh, la Madonna di Renato Pozzetto. Anche se, letteralmente, equivale alla stessa cosa che dice Harvey Keitel de Il cattivo tenente alle ragazzine… Comunque, più d’una volta crollai come le Torri Gemelle quando lei, bruciando più di Ground Zero, mi “bombardava” a ciel sereno. Oggi come oggi, la mia attuale lei è più bella di Gisele. Non ho fatto, insomma, la fine di Jonathan Pryce di Brazil e, alle brasilere e ai giocatori di football americano, preferisco ancora Leo DiCaprio di C’era una volta a… Hollywood. Sì, alla pari di Leo/Rick Dalton, mi tornò la memoria. Difatti, ricordai e rammemoro che, ai tempi delle scuole medie, le bambine (a Bologna dette sbarbine) andavano matte per Luke Perry di Beverly Hills 90210. Pace all’anima sua. Anche alla loro. Devo esservi sincero, non ho rimpianti. Potevo diventare geometra, frequentando il Pier Crescenzi Pacinotti. Invece, già all’epoca, amavo di più Al Pacino e la crescenza. Ai ruffiani come Harvey Keitel di Taxi Driver, ho sempre preferito quelle delle Rubbiani. Sì, un po’ ignorantelle e ingenue come Jodie Foster dell’appena menzionatovi capolavoro di Scorsese. Col tempo, nessun problema, state tranquilli, si sarebbero fatte…

Torniamo però a Perdisa. No, parliamo di brisa. Non perdiamoci con le perdenti e/o ripetenti. Sapete che significhi brisa? E bazza? E balotta? E burdigone? E busone?

Sì, la mia lei è più bella di Diane Keaton de Il dormiglione. Ecco, Woody Allen e Diane Keaton furono la coppia più brutta del mondo. Fortunatamente, non sono brutto come Woody. Forse, non ne ho lo stesso cervello. Ma, a proposito di Al Pacino, Diane affermò che con Al non le serviva quello… Comunque, a Tom Brady preferisco Tom Cruise. Se non vi sta bene, riguardatevi Eyes Wide Shut e rendetevi cornuti anche soltanto col retro-pensiero dei vostri deliri. Sì, credo che Instagram possa creare un Doppio sogno alla Schniztzler kubrickiano. Non solo le coppie, infatti, impazziscono per un cuoricino sospetto, ho visto anche una donna bella come Claudia Cardinale dei tempi d’oro, eh sì, sospettare di suo fratello Tiberio Murgia/Ferribotte de I soliti ignoti:

Scusa, ma quello lì, che cosa mi rappresenta?

 

Di mio, sono Falò Le Mokò misto a Dante Alighieri e a Dante Cruciani. Dunque, sono letterato ed ex calciatore di Calcio smidollato. Se ancora mi vorrete rompere la Marrone, no, Morrone, no, i marroni, vi spezzerò la noce del capocollo con tanto di fratturarvi i crociati e i coglioni. Non fatemi la fine di Andrea Roncato/Bergonzoni e di Balanzone. A Pulcinella, invece, preferisco il cinema Arlecchino, situato in via Lame, a due passi da Azzogardino. All’ex numero 9 del Bologna, Alberto Gilardino, preferisco Brighella e Pantalone. Mentre ai lupi, preferisco la festa di Cappuccetto Rosso che si svolge a Brisighella con tanto di vostre macchiette e maschere carnevalesche e carnascialesche da Gianduia, Meneghino e Colombina.

A dire il vero, è tutto vero quel che qui vi scrissi anche se… Per anni, non socializzai nemmeno con me stesso e non mi guardai allo specchio. Fui un fantasma. A volte, non sapevo dove e come toccarmi…

Ne vidi di tocchi…

Ora, Kill Bill non è un capolavoro. Lo trovo troppo frammentario, anche spezzato in due parti troppo scollate. Ma ricordiamo che Tarantino sa bene chi fu ed è Uma Thurman. Diciamo anche che Uma non è che sia purissima.

Perché sono una persona cattiva.

No, tu non sei una persona cattiva. Tu sei… fantastica. Sei la persona che preferisco. Peccato che, di tanto in tanto, sai essere una gran troia.

 

Di mio, fui sempre molto volenteroso. A scuola, mi applicavo.

Appena mi applico, tutto funziona…

Ecco, so per certo che Tarantino è molto bravo a scrivere le sceneggiature.

So che, se m’impegno, lo distruggo senza neanche toccarlo.

Ricordate il mitico Ving Rhames di Pulp Fiction…

Marsellus Wallace: Penso che ti ritroverai, quando tutta questa merdata sarà finita… penso che ti ritroverai ad essere un figlio di puttana sorridente. La faccenda è… che in questo momento hai talento. Ma per quanto sia doloroso, il talento non dura. Il tuo periodo sta per finire. Ora questa è una merdosissima realtà della vita, ma è una realtà della vita davanti alla quale il tuo culo deve essere realista. Vedi, questa attività è stracolma di stronzi poco realisti, che da giovani pensavano che il loro culo sarebbe invecchiato come il vino. Hmhm! Se vuoi dire che diventa aceto, è così. Se vuoi dire che migliora con l’età, non è così. E poi… Quanti combattimenti credi di poter ancora affrontare? Hm? Due? Non ci sono combattimenti per i vecchi pugili, eri quasi arrivato ma non ce l’hai mai fatta e, se dovevi farcela, ce l’avresti già fatta. Sei dei miei?

Ora, se vogliamo dire che la mia vita è oramai fatta, è così.

Qualche donna me la sono fatta. Nessuna di queste era rifatta e una fattona. Questo mi fa onore.

Insomma, non incontrai Mia mai, no, mai la moglie di Wallace, cioè Mia.

Se volete dire che io non sia più bravo a scrivere di Tarantino, non è così.

Se volete invece dire che ho avuto meno figa, cioè più sfiga, è così.

Se volete invece dire che la mia lei è più bella di Uma Thurman, è così.

Adesso però state morendo di crepacuore come David Carradine.

E questo è quanto.

gary oldman uma thurman

uma thurman de niro mad dog glory uma thurman datingthurman tarantino

 

di Stefano Falotico

Spiragli di luce in mezzo alla foschia dopo le tenebrose quarantene a fosche tinte, il “grande” Cinema caloroso, da riscoprire, di Sergio Martino e non sole, no, non solo… il Mereghetti 2021


27 Nov

mereghetti 2021

martinofaloIn questo strano, strambo, variopinto mondo spesso ottenebrato, anzi, ingrigito dalla schietta e volgare arroganza degli uomini di panza, rimango sempre rimasto atterrito dinanzi all’ignoranza.

Ecco, dopo questo lungo aforisma di mia buona creanza, passiamo alla questione che attualmente ci preme con maggiore attualità, cioè alle nuove (in)disposizioni legislative, decisive affinché, con nuove istanze, possiamo tutti uscire nuovamente di casa, allegri e festanti vita-natural-durante in maniera non più deprimente, bensì ilare e brillante. Cioè stiamo onestamente aspettando con asma, no, con ansia, le news non solo dell’ANSA che verranno ufficialmente emesse nelle prossime ore fatali che c’auguriamo possano essere risolutive, in buona sostanza, riguardo i vari lockdownlight” messi in atto dal Governo al fine che non staremo più tutti segregati fra quattro mura. Anzi peggio, in un’asfittica stanza.

La vita è fatta d’imponderabili circostanze ed è fatuo credere e attenersi a un indecifrabile, scherzoso, meschino oppure generoso fato che, in passato, ci fu spesso sinceramente infausto.

Molti uomini, delusi dalla vita, non solo da questa…, vendettero l’anima al diavolo come il Faust di Goethe.

Mentre il disperato eppur dispettoso Checco Zalone di Sole a catinelle confuse volutamente Hegel con Eva Henger per far ridere la “bella” gente.

No, non ce la siamo spassata e passata, in questi mesi, tanto bene. Sebbene debba io ammettere, di tutto cuore, dal più profondo della mia anima accalorata, in passato invero assai (raf)freddata, che incontrai di nuovo l’amore…

E, dopo tanto Mare d’inverno, non so se della Berté o di Enrico Ruggeri, la mia esistenza è oggi di nuovo splendente come il Sol levante che ad oriente sorge a sua volta come un mattino che, asciugatosi da ogni rugiada intorpidente i nostri cuori appannatisi, di raggiante baldanza, festeggia illuminandoci nottetempo.

No, non sono un illuminato, non sono della scienza un luminare ma forse sono solo… innamorato splendidamente d’una mia lei più focosa di un’estate non più offuscata da decreti detergenti le nostre capricciose voglie sanamente, umanamente travolgenti ed appassionanti.

Sono estaticamente cotto o forse, dopo molte delusioni cocenti, sto rivivendo in modo rifulgente. Assai amante della mia lei eccitante… Stemmo per stingerci nel buio più scolorito di un albino non tinto, stemmo per rammaricarci per sempre nella fosca tenebra d’una eterna vita senza più luce, sì, incolore di Forza Oscura e non più fulgida. Non in volto scuriamoci, non ci oscureranno mai più. Giammai! Ne sono scuro, no, sicuro. Ah ah. Abbronziamoci.

La mia lei ha la chioma bionda o fulva, è una donna furba oppure io sono completamente fuso?

Non lo so. So che s’è fuso il mio lettore Blu-ray. Ma io non mi fido di nessun tecnico del computer e provvederò da me anche a riparare la scheda madre della mia natura informatica? No, informata di e da me stesso riformato? No, in smagliante forma lontana da ogni stolta retorica, remota da ogni demagogia bigotta.

È uscito il nuovo Mereghetti. Voglio comprarlo per arricchire nuovamente quest’uomo che ha l’ardire di assegnare pochissime stellette agli ultimi film di Tarantino. Molti cinefili vorrebbero che Paolo all’inferno, infinitamente, possa ardere infelice, imperituramente.

Io gli sono invece clemente poiché Paolo reputa The Irishman un film paradisiaco.

Anche se, soventemente, nel suo vademecum non si adatta tutt’ora al linguaggio giovanile corrente e, nei riguardi di film, da lui reputati indegni ingiustamente, non apporta alcun aggiornamento.

Lasciandosi ancora andare senilmente a commenti piuttosto ipocriti e fetenti nei riguardi di ex belle donne arrapanti.

Per esempio, nei confronti di un film imprescindibile nella formazione “culturale” di ogni bolognese d’origine controllata, ovvero l’impareggiabile, come no, Acapulco… prima spiaggia a sinistra, Mereghetti scrive testualmente… qualche fremito per le forme prosperose di Serena Grandi…

A parte il fatto che della Grandi non si vede niente, semmai la s’intravede… soltanto di cammeo molto velato…

Perdoniamo quest’uomo che, spesso e volentieri, molti falli commette, altresì chiamati refusi. Quest’uomo che continua a stroncare a tamburo battente Sergio Leone e lascia intendere che forse fu lui lo spettatore bonariamente dileggiato da Andrea Roncato nel cinemino… ci diamo nel martellino?

Che gl… de, no, che grande Sergio Martino.

Un uomo, potrei dire, transgender del Cinema di genere. Sì, un regista mutevole che sperimentò tutti i generi, girando film epocali per una generazione degenerata, film coraggiosi e avanguardistici come Giovannona Coscialunga disonorata con onore. Reinventando anche il poliziesco, anzi, il “poliziottesco” con Luc Merenda.

Consegnando a Lino Banfi ruoli più consoni alla sua “alta statura”… che attore, Lino, di levatura. Basso di altezza ma di godibile grandezza.

Sì, emancipatosi dalle commedie sexy all’italiana, scollacciate e boccaccesche, sboccate con Alvaro Vitali, glorificato da Martino in film nobilmente divertenti e non troppo sporcaccioni come Cornetti alla crema. Eh sì, miei cornuti, altro che Stanley Kubrick. Quest’ultimo, un cineasta che girava solo attorno ai soliti, pedanti temi. Un misantropo incurabile e un fanatico della forma insopportabile, forse solo delle forme di Nicole Kidman.

Sì, Stanley era solamente un esaltato, un frustrato, uno sfigato, un misogino arrapato. Dobbiamo rivitalizzare il Cinema verace anche di Ciro Ippolito, sì, evviva Arrapaho.

Mamma mia e Maremma maiala, quanto sono provocante. No, provocatorio. Forse, non mi eleggeranno a Palazzo Montecitorio. Sì, perché sono più “pazzo” di Klaus Kinski, ex storico di Debora Caprioglio. Una che, per dirla alla Roncato, secondo me va cotta non solo con del piccante olio poiché è ancora più burina, no, burrosa di Maria Schneider di Ultimo tanga, no, di Ultimo tango…

Siamo sinceri, siamo James Franco, no, franchi, sì, Franco Franchi di… a Zagarol. Sì, per molto tempo fui sottovalutato e considerato meno dotato… alla pari di Martino, cioè fui giudicato un cretino, un povero bambino. Io so solo che Spiando Marina non è del tutto da buttare nel cestino.

Sì, aspettiamo il 4 Dicembre, quattro giorni prima dell’Immacolata, per volare ancora alti, per rielevarci alla Grandi, no, alla grande. Poiché, come insegnò il Pasolini, siamo uomini liberi, dunque evviva Uccellacci e uccellini.

Se non capite la mia ironia, sfigurerete, rimedierete ignobili figuracce ed è dunque meglio che torniate a scuola come Pierino. Dinanzi a me, detta come va detta, fate tutti la figura dei disgraziati “fighettini”.

Così come dicono a Bologna, patria delle lasagne e dei tortellini, ah sì, miei uomini Fini… e amanti di donne che non sanno nuotare neppure a Rana… siete proprio una brodaglia infima e meschina. Non voglio appartenere alla vostra farisea risma, voglio conservare naturale il mio “pregiato” istinto, il mio devastante carisma. Non so se sono/sia carino, so solo che gatto Silvestro voleva papparsi Titti il canarino…

E che Lupo Ezechiele non fu in verità odiato dai tre porcellini, bensì amato alla follia in quanto uomo vero più di Wolfman.

Sì, non dovete giudicare da pervertiti, basandovi su imposizioni e retrograde supposizioni del tutto passatiste da fascistoni col piccolissimo cervellino da cog… ni.

Ci vuole un uomo, in questa società, dai grandi “marroni” come il mitico Margheritoni…

Non comprendo perché Mereghetti nutra da qualche tempo una stupida idiosincrasia per Quentin Tarantino.

Il grande Cinema non è solo The Irishman con Pacino.

Forse, va detto il vero. Bisogna essere obiettivi. Non sono e non siete Brad Pitt ma Leonardo DiCaprio non è un granché.
Gli preferisco ancora De Niro.
E, su questa battuta cinica alla Roman Polanski di annata, vi auguro che possiate incontrare, lungo la strada, la vostra Sharon Tate.
Dobbiamo tutti vivere ancora nuove estati.

Sì, sono demente come Mark Hamill, non lo sapevate?

Ne siete disgustati? Ah sì, allora andate a coltivare le cicorie e le patate.
Da me, alla prossima porcata, riceverete solo palate. Sono stanco delle ragazzine come Margaret Qualley e delle bambinate.

Sono Cliff Booth? No, Sylvester Stallone.
E, su questo cliffhanger, vi lascio alla prossima.
Godetevi la suspense, per ora ci fermiamo qui.
Sì, non dovete tenermi (in)fermo.

Sono più calmo di voi. Sono anche più caldo. Ah ah.acapulco roncato

 

di Stefano Falotico

Per curarsi dal Covid-19 e relative quarantene, bisogna creare e ricrearsi, fantasticare, sognare e “cinematografare”, comunque evviva Beppe Maniglia, rocker artista bolognese come me!


15 Nov

zabriskie twin peaks

beppe maniglia beppe maniglia 2diabolik poster marinelliIl Cinema e la poesia ci salveranno. E vi do un consiglio per gli acquisti davvero straordinario.

Le librerie, nelle italiche zone rosse, sono chiuse? E chi se ne frega.

Potete ordinare questo romanzo immenso, ah ah, anche online. Un romanzo che pulsa di vita nuovamente accalorata dinanzi alla vastità della vita stessa del suo autore, eh già, del tutto rinnovatasi, ah ah.

Vi garantisco che non è affatto una str… ata. Diciamo, più che altro, una superba faloticata!

https://www.lafeltrinelli.it/libri/stefano-falotico/leggenda-lucenti-temerari/9788855165785

Sì, siamo quasi tutti interdetti dal vivere normalmente, asfissiati tremendamente, strozzati in apnee polmonari da pesci quasi senza branchie, insomma, siamo abbrancati totalmente? No, abbracciati tutti assieme a cantare appassionatamente?

Macché, celati dietro mascherine da Batman, forse precipitati in un cinecomic perfino demenziale. Dato che impazzano disposizioni che non poco c’indispongono.

Queste governative “misure cautelari” per ottenebrarci nell’oscurità silente d’abissali solitudini immani, oh sì, ci costernano. E rabbrividiamo. In attesa di nuove direttive speciali di un Dpcm che sarà varato prossimamente.

Al fine che, sotto Natale, potremo di nuovo brindare finalmente e felicemente insieme, inondandoci di frizzantini… baci dolci come uno spumante squisitamente da gustare lietamente!

A Bologna, vive e vegeta, talvolta anche si mortifica, immalinconisce e poi inaspettatamente rivive straordinariamente un uomo rinascente. Stupefacente!

In passato, lui stesso si diede del demente, negandosi molte felicità socialmente godenti la vita maestosamente ardente.

Egli contraffò la sua anima, derubandola di molte gioie quotidiane. Nascondendosi in un’ermetica decadenza che visse di grigiore e spettrale “senilità” anzitempo.

Ma lui rinacque miracolosamente, risvegliato nella coscienza sua apparentemente dormiente. Ringiovanendo amabilmente in modo entusiasmante. Oserei dire euforizzante! No, non dategli più calmanti!

Ridestandosi immantinente, forse in una notte bruciante di emozioni riscoperte, lui tantissima preoccupazione destò e, per tale suo imprevisto ed allucinante risveglio inaudito e mai visto, la gente ignorante si allarmò. Ché codesta, sospettosa, volle indagare in merito approfonditamente. Oscurantistica, la gente non credette alla sua favola illuminata di vita rifulgente e lo perseguitò psicologicamente, domandandogli spiegazioni a riguardo, diciamocela, assolutamente meschine, stolte e superflue.

Egli, felsineo d.o.c.

Sì, di origine controllata come un grande vino d’annata. Un uomo maledetto, bellissimo, pronto a festeggiare di enorme rimpatriata. Oh sì, la sua vita è ritornata.

Un uomo dalle origini, onestamente, meridionali. I cui genitori emigrarono nel capoluogo emiliano.

Spesso, quest’uomo fu indubbiamente un disadattato e, a causa del suo risultare anomalo presso la gente più bigottamente sconsiderata e deficiente, fu a vista sorvegliato, francamente quasi indagato, soprattutto mal adocchiato follemente.

Egli è invece artista di strada la cui vita fu distratta. Fuorviata e forsanche sbagliata.

Ma, senz’ombra di dubbio, è una presenza carismatica ancora profondamente conturbante in mezzo alla plebaglia più conformista e nel cervello annacquata.

Un uomo diabolico, sì, forse è Diabolik. A Luca Marinelli, preferisce La canzone di Marinella del grande Fabrizio De André.

Un uomo che, l’altro giorno, ha inoltre terminato lo sterminato libro coming soon intitolato Bologna insanguinata.

Storia di mille storie del bolognese nel quale saranno presenti molti personaggi felliniani per glorificare un Amarcord magnifico.

Vi saranno Andrea Roncato, il Roxy Bar e certamente lui, l’idolo cittadino per antonomasia, il mitico Beppe Maniglia.

Ricordo, sì, io mi ricordo…

Perché lui parla così. Non si capisce nulla di quello che dice. Invece sì.

Egli adora Robert De Niro, egli delira, egli è.

Egli è un uomo modesto.

Sa di non essere Alain Delon, infatti è più bello.

Ah ah.

Ed evviva Beppone, Peppone, Balanzone, i volponi e il Vecchione. Abbasso i vecchietti, i boomer, Roberto Vecchioni e i falsi sapientoni! Poi ce la vogliamo dire senza se e senza ma?

Miley Cyrus batte Madonna in modo del tutto pazzesco. Così come Sylvester Stallone batté Bull Harley in Over the Top in maniera devastante!inland empire lynch

 

di Stefano Falotico

Francesco Totti presenterà il “suo” film alla Festa del Cinema di Roma, i più grandi film sul Calcio e la più grande ala destra di tutti i tempi, cioè il sottoscritto, vedere per credere


19 Sep

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Francesco+Totti+FC+Internazionale+vs+Juventus+nuzzXMGQD0blEbbene, puntuale come un orologio svizzero, in data 13 Settembre sono arrivati gli auguri di compleanno di un mio ex compagno di squadra che risponde al nome, anzi, al cognome Ceccarelli.

Terzino meno forte di Franco Baresi, probabilmente però più in gamba di suo fratello Giuseppe, e figlio di un bolognese, a differenza di me. Ché ho ascendenze meridionali malgrado sia nato al Sant’Orsola della città delle due Torri.

Un grande… il Ceccarelli. Solitamente, per via della posizione “arretrata” che svolgono in campo, i difensori hanno sinceramente poche possibilità di fare goal, azionandosi solamente in retroguardia, stando sulla difensiva, diciamo. Ma il Ceccarelli, durante un sabato pomeriggio di tantissimi anni fa, colse il pallone in contropiede, spaccandosi le palle, no, lo afferrò di contro balzo e, con una potenza micidiale, scagliò un fendente al volo da centrocampo. Cacciando, come dicono per l’appunto a Bologna, una sassata devastante. Che trovò assolutamente impreparato il portiere. Il quale, essendo stata tirata da metà campo, essendosi spostato dapprima al limite dell’area di rigore, fu spiazzato e scavalcato dalla botta incredibile, di conseguenza imprendibile del Ceccarelli.

Il quale, a sua (gira)volta, segnando una rete d’antologia, peraltro la sua unica rete in carriera, fu colto dall’estasi come se avesse scopato Dua Lipa. Ce la possiamo dire? Il detto… ma che hai visto la Madonna?, è falso.

Madonna è oramai brutta, Jennifer Lopez, sì, J. Lo ha la sua età ma Dua Lipa è paradisiaca. Andiamo avanti.  Suo padre invece fu colto da un semi-infarto con scivolata dagli scalini della tribuna da Paperissima o forse da triplo, oserei dire multiplo, salto carpiato con tuffo incrociato di legamenti sinistri spappolati in zona fantozziana da super imbranato di natura epocale.

Durante quella partita, per la cronaca, io segnai due goal stupendi. Ma gli onori e la gloria andarono tutti al Ceccarelli per via del fatto che le mie segnature meravigliose, in confronto alla sua rete bellissimamente mostruosa, sfigurarono. Suo padre offrì la cena e da bere a tutti.

E festeggiammo allegramente in compagnia. Cazzeggiando di brutto fra una birra Moretti e una bionda… matrona come Claudia Peroni? Donna dalle gran pere. Sì, fu di lì a poco che caddi in depressione letale, rimanendo a letto in posizione fetale, oserei dire quasi da ragazzo regredito all’infanzia da Store Prénatal. Roba che Javier Bardem di Mare dentro fu un dilettante, sebbene campione di nuoto. Comunque, a Javier non è andata malissimo. Adesso sta con la Cruz ma, a mio avviso, uno così poteva permettersi di sposare Tania Cagnotto. Dai, Javier, beviti un Chinotto e non ci pensare. La Cruz non è figa come Tania ma ci sta…

E debbo ammetterlo, non poco proverbialmente, immancabilmente m’identificai nel mio omonimo Stefano, cioè Accorsi di Radiofreccia. Per resistere alle umiliazioni inevitabili che patii a causa del mio penoso stato depressivo in quanto, si sa, i coetanei sono terribili se non appari come un bomber alla Marco Van Basten con le ragazze, per molto tempo elevai la coscienza (e non altro) in stato mistico-spirituale da coglionato chiamato er mitico.

Sì, ottenni la coppa Simpatia. Non giocai neanche più a calcetto ma la folla, dagli spalti sotto casa mia, mi urlò inferocita: finiscila di poltrire, fenomeno da baraccone alla Ronaldo, sia Cristiano che Luís Nazário de Lima, non fare il briccone, datti una mossa, riallenati alla vita, tira fuori gli attributi, meriti solo dei ceffoni e dei calcioni!

Molta gente, soprattutto sotto il Vesuvio, pensa che il più grande calciatore di tutti i tempi sia stato e sempre sarà, insostituibilmente, Diego Armando Maradona. Lo pensa anche Paolo Sorrentino ma non so se ne fosse convinto un uomo alla Lucio Dalla da Caruso… qui ove il mare luccica e tira forte il vento… il mare di Sorrento.

Sì, il mare di sorrata, più che altro. Fidatevi, è meglio Pascoski (di padre polacco) di Francesco Nuti.

Ecco invece il famoso monologo di Freccia…

Credo nelle rovesciate di Bonimba e nei riff di Keith Richards. Credo al doppio suono di campanello del padrone di casa che viene a prendere l’affitto ogni primo del mese. Credo che ognuno di noi si meriterebbe di avere una madre e un padre che siano decenti con lui almeno finché non si sta in piedi. Credo che un’Inter come quella di Corso, Mazzola e Suarez non ci sarà mai più ma non è detto che non ce ne saranno altre belle in maniera diversa. Credo che non sia tutto qua. Però, prima di credere in qualcos’altro, bisogna fare i conti con quello che c’è qua e allora mi sa che crederò prima o poi in qualche Dio. Credo che, se mai avrò una famiglia, sarà dura tirare avanti con trecento mila al mese, però credo anche che, se non leccherò culi come fa il mio caporeparto, difficilmente cambieranno le cose. Credo che c’ho un buco grosso dentro ma anche che il rock n’roll, qualche amichetta, il calcio, qualche soddisfazione sul lavoro, le stro**ate con gli amici ogni tanto questo buco me lo riempiono (qui ci voleva il congiuntivo, tirate le orecchie allo sceneggiatore… che me lo riempiano e di botte riempitelo). Credo che la voglia di scappare da un paese con ventimila abitanti vuol dire che hai voglia di scappare da te stesso e credo che da te non ci scappi neanche se sei Eddie Merckx. Credo che non è giusto giudicare la vita degli altri perché comunque non puoi sapere proprio un ca**o della vita degli altri.

Bonimba chi fu/è? Un centravanti di sfondamento vero. Mica Speroni de L’allenatore nel pallone. In Messico 70, Roberto Boninsegna, nella finale mondiale, segnò il goal della bandiera per il nostro Made in Italy… Io non ero ancora nato ma avemmo, cazzo, di fronte il Brasile di Pelé. No, non sono Lionel Messi e, a tutt’oggi, quando con la mia lei, in senso metaforico, sbaglio il tiro, lei disperata mi grida: ma come sei messo?!

Paro i suoi colpi come Sylvester Stallone di Fuga per la vittoria? Fuga, giusto? Sì, pensavo di aver scazzato… In che cosa credo io, anzi, in cosa io creda? Credo che il film su Totti sia una stronzata universale ancora prima di uscire, credo che Ilary Blasi sia più scema della donna che portò al suicidio Accorsi in Radiofreccia, eh sì, una bella cretina a rifiutare un figo Maxibon della madonna, per l’appunto. Ilary sta con Totti ma, secondo me, poteva e potrebbe permettersi Javier Bardem. Credo che il Don Camillo con Terence Hill sia più bello di quelli con Fernandel e Gino Cervi. Credo che le roller skaters che ballarono con Terence nel film suddetto, eh già, mi eccitarono vent’anni fa ma ora sono un povero cristo, ah ah. E le teenager non m’attizzano. Volete farmene una croce? Ah ah. Credo che Mickey Rourke de L’anno del dragone sia un dio ma, oggi come oggi, la dovrebbe finire di avercela contro quel diavolo di De Niro… Rimanesse cornuto e stia/stesse zitto. Credo che un mio contatto Facebook, Arianna, sia più bona dell’attrice ed ex modella Koizumi, detta Ariane. Mentre la mia lei è più arrapante dell’ex pornostar Céline Tran, detta Katsumi. E credo che, se puoi fare ciò che vi mostrerò qui sotto, nonostante una depressione vicinissima alla follia più incurabile, non sei soltanto una grande mezz’ala destra come Pier Paolo Pasolini, significa che dio esiste e dio, a vostro avviso, chi è? Non sono il Pupone, non sono Peppone, non abbisognai di psichiatri con la pipa, non sono un boomer da caffè della Peppina, insomma, come si dice a Roma ma anche a Bologna, cari haters, me fate ‘na pippa. Non vorrei filosofeggiare troppo e non credo alle teorie aristoteliche. Mi ave(va)te preso per un coglione? Credo in Lino Banfi e in Aristoteles. Due uomini veri, due uomini con le palle… Basta quindi con la saudade. Il grande angelo Ayrton Senna morì a Imola? Sì, anche se fu dichiarato clinicamente morto al Maggiore di Bologna.

Credo in me perché, così come ben cantò Jon Bon Jovi, questa è la mia vita. Sicuramente non è quella di Totti o di uno uguale a tutti. Sì, quando riscendo in campo, l’arbitrò può anche fischiare la fine dei tonti.

Non c’è, come si suol dire, partita…

Il mio video ve lo mostrerò quando sarà pronto, pazientate, ah ah.

di Stefano Falotico

Diabolik dei Manetti Bros, la morte di Joel Schumacher, The Lighthouse e, dopo The Vanishing, il faro… no, il Falò a rilluminarvi nella vostra Linea mortale


25 Jun

diabolik teaser poster

Ebbene, abbiamo visto il promo poster di Diabolik.

Su Facebook, tutti a postarlo con hype a mille. Ma per piacere…

Innanzitutto, Luca Marinelli si dovrebbe vergognare di aver leccato il culo a Paolo Virzì, presidente di giuria della scorsa edizione del Festival di Venezia, per aver defraudato Joaquin Phoenix della Coppa Volpi.

Ah, un bel volpone questo Martin Eden.

Di mio, ho sempre preferito Il richiamo della foresta e Martin Scorsese a Martin Mystére.

Dopo Speculare ipnosi, ode romantica quasi selvaggia come i migliori scritti di Jack London, sto attualmente iniziando a imbastire un libro provvisoriamente intitolato Bologna insanguinata.

Un romanzo giallo con venature pulp mescolate all’hardboiled con punte di notevole, svergognato hard core. Scritte col cuor’!

La minimum fax me lo rifiuterà mentre la Newton Compton pubblicherà un altro tomo rieditato di Dostoevskij.

Bologna insanguinata, una storia di reminiscenze di ragazze che andarono a Rimini e, durante il viaggio, ascoltarono Mare mare di Luca Carboni quando ora sono cresciute e sono diventate più depresse di prima poiché passarono dal perdere ogni Riccione, su permanente del ritornello Silvia lo sai che Luca si buca ancora, alla cover di Elisa della suddetta canzone dell’uomo ché ci vuole un fisico bestiale per resistere agli urti della vita…

Sul cucuzzolo dei colli bolognesi, resi celebri dai Lùnapop, svetta il santuario della Madonna di San Luca, per l’appunto. A Cesare Cremonini, ho sempre preferito un buon Cremino.

Sì, dai bolognesi, Carboni viene considerato alla pari della statua del redentore di Rio de Janeiro. Sulle sui spiagge, il grande Andrea Roncato de L’allenatore nel pallone, anziché essere un procuratore di calciatori, fu un bel figlio di puttena per dirla alla Lino Banfi e volle forse solo commerciare coi culi.

Io incontrai un certo Calzolari. All’epoca era iscritto a Economia e Commercio ma voleva solo “uccellare”. Forse plagiando e circuendo qualche disadattata felsinea, descritta dal natio della città delle due Torri di cognome Pasolini, con gang bang da Uccellacci e uccellini.

Bologna insanguinata, un’intricata vicenda d’investigazioni private fra detective della narcotici che, corrotti, chiudendo un occhio, si riforniscono dai pusher di Piazza Verdi e della Montagnola ma un uomo alla Bob Montagnet se ne fregherà, sniffando ogni loro abuso di potere.

Una storia che si snoderà serpeggiante dal parco Talon a qualche nascosta toilette della Stazione fra uomini molto meno belli di Alain Delon e piccolo borghesi pseudo-adulti più tromboni del dottor Balanzone.

Al che, adolescenti palindrome, dopo i loro studi al Rubbiani, corteggeranno un ragazzo dell’Aldini soltanto affinché costui regali loro un rubino.

In Diabolik, vi è pure Claudia Gerini. Una che, dopo averla data a Gianni Boncompagni, fu accompagnata di Viaggi di nozze da Carlo Verdone a cui urlò: lo famo strano?!

Lei lo tradì con Fabrizio Lombardo e Carlo s’istupidì quasi quanto Federico Zampaglione.

Che coglione… come Zora la vampira.

In Diabolik, avremo, come se non bastasse, pure Miriam Leone. Ex reginetta di Miss Italia, la diede a Tiberio Timperi. No, non la diede della sua Vita in diretta a Tiberio ma a tutti gli italiani arrapati, sì, che la bramarono, vedendola quasi ignuda a Unomattina in famiglia.

Nel cast (non) comparirà anche un mio ex amico che, per anni, fece la comparsa per i film di Pupi Avati.

Sì, dopo circa tre decadi in cui cercò di essere il nuovo Marcello Mastroianni, adesso è stato “bannato” anche dai credits ufficiali della pellicola e sarà ricordato solamente come non accreditato.

Al Liceo Classico, ricevette comunque qualche credito…

Cosa penso sinceramente di Claudia Gerini? La stessa cosa che di lei pensò Keanu Reeves in John Wick 2.

Ma sì, è una matrona romana e bisogna liquidarla.

Uno scritto memore delle nostre memorie, miei smemorati e non più innamorati. Siete dei mori veneziani oppure delle bionde alcoliche? Amate ancora l’alcova o gatta ci cova?

Non fatemi, donne, la fine della Franzoni. Donna assolta da ogni colpa che forse nasconde ancora nell’armadio tanti scheletri o, nel paniere, molte uova. Donna che mise al mondo la prole, anzi, il figlio Samuele Lorenzi, a cui raccontò l’antica storia che i bambini vengono consegnati ai genitori grazie alla cicogna. Il delitto di Cogne!

Ma forse non fu lei l’infanticida bensì Michelle Williams di Shutter Island. Una troia mai vista che non uccise solo un bimbo, bensì tre.

Per questa qua, ci vorrebbe Leo DiCaprio di The Wolf of Wall Street, vale a dire il sottoscritto. Sì, magari…

Anche se, malgrado spesso io tutto marinai e rifuggii la vita da coniglio, a dispetto di panzoni che attaccarono il mio insospettabile John Rambo, detto il fuggiasco, da non confondere con Il fuggitivo con Harrison Ford e Tommy Lee Jones, tanti consigli agli altri io elargii da vero marinaio, ovvero da provetto lupo di mare, onestamente molto provato, che riuscì a essere anche un gran volpone senza neppure essere stato mai una volta in vita sua e durante l’infanzia un boyscout.

Eh sì, miei lupetti, voi perde(s)te il pelo ma non il vizio. Alcuni di voi si sono dati al Vizietto da Ugo Tognazzi, eh sì, Amici miei.

Ah sì, sì, sì, sì. Una settimana davvero infuocata. Talvolta infervorata, soprattutto quando ignobili calunniatori, malgrado siano stati anche istituzionalmente sbugiardati, smascherati integralmente da ogni loro vile, invero assai poco virile, menzogna delle più squallidamente inaudite e volgarmente smodate, ancora contro il sottoscritto inveiscono e insistono al fine che mi possa spazientire, perdendo la pazienza in modo assurdo. Evviva Totò Diabolicus e lei è un paziente che non ha pazienza!

Mi spiace, Delitto e castigo è un’opera stupenda e io non sono L’idiota di turno.

Sebbene, ammetta che Le memorie del sottosuolo, ispiratrici di Taxi Driver grazie a uno Scorsese, un De Niro e, in particolar modo, a uno Schrader in grande spolvero, abbiano cementato la mia visione del mondo notturna e sana. Eh, come no…

Ché poi si apre a squarci di serena solarità più belli e sexy di Tatjana Patitz di Sol levante.

La prima volta che la vidi in questo film con Harvey Keitel, pensai di essere sporco come Sport del capolavoro scorsesiano appena succitato. Tatjana comunque non era minorenne affatto, a differenza di Jodie Foster/Iris, dunque peccai piacevolmente solamente di crescere…, tirandomene anche sulla ragazza reale dell’epoca che, indubbiamente, m’eccitava in maniera tremenda vita-natural-durante, oserei dire masturbatoria ma potente, Tiziana.

Il primo amore non si scorda mai. La prima cotta e la prima infatuazione non si dimenticano facilmente. Specialmente se Tiziana era patrocinatrice, alla pari di Tatjana, grazie alle sue magnifiche cosce da pattinatrice, cosce lisce che sghiacciarono la mia pubertà poco angelicata come la dantesca Beatrice, dei miei giochi onanistici da “pallavolista”. Poi, buttavo tutto in lavatrice e tornavo infelice. State tranquilli.

Sì, che f… a, T… a. In quel periodo, me la tirai di brutto. Pensai di essere Sean Connery dei tempi d’oro. Al che, a malincuore, la ragazza che mi sverginò molti an(n)i più tardi, eh già, comprese che ero più dotato di un nero alla Wesley Snipes, minchia…

Perché a malincuore? Perché ci lasciammo e lei ancora non riesce tuttora a trovare uno, non solo in quella erogena regione, rispetto a me… migliore. Qualche mese fa, ritrovandomi lei invece su Facebook, mi ruppe i coglioni. Che palle! Che giramento di “marroni”.

Attualmente, amo una bionda più bella di Sharon Stone.

Anche se, sino a un paio di anni fa, va detto, più che a Michael Douglas di Basic Instinct, assomigliai a quello di Un giorno di ordinaria follia.

Scegliete, ragazzi, il Michael giusto. Un po’ invecchiato, forse, ma senz’ombra di dubbio ancora affascinante. Vale a dire quello de Il metodo Kominsky.

Per molto tempo, amici o (a)nemici che voi siate, fui Il grande Lebowski misto al White Russian con scaglie di gelato al cioccolato da Pupo miscelate a Bukowski, ad Henry Chinaski e a dell’ottimo whisky.

Suvvia, non vi arrabbiate. Gigioneggio come Bob De Niro di Ronin quando prende per il popò Sean Bean.

Vissi un sentimentale-sessuale-mentale Coma profondo ma tutti pensarono che fossi solo un paraculo e uno più stronzo di Douglas di The Game. Ah, bella inculata…

Dovetti quindi farmi il culo per dimostrare a tutti di non essere un povero cazzone. Roba da schizzare veramente più di come eia… i per Tiziana, Tatjana e anche, qualche volta, per Moana. No, non la celeberrima, defunta e da voi compianta attrice pornografica qui in Italietta beneamata. Bensì una che trovai a caso, segando la scuola. Sì, la trovai a casa su un giornaletto del cazzo.

Non ci stavo dentro, sebbene dessi di matto parecchio e, spesso, ci davo (basta col congiuntivo) di qualcos’altro. Sì, tutto me lo lucidavo. Che cazzo volete? Non fate del moralismo castrante, odio la catechesi, Dio santo e Giuda bastardo e ladro! Cristo! Per la madonna! Ah ah.

Ora, padre, mi perdoni perché ho peccato. Dopo che mi avrà assolto e benedetto, stasera andrà a dormire con sua sorella, vero? Va bene, reciti tutto il Rosario e continui a dire alla gente di non mangiare carne di maiale il venerdì. Apposto? Che dio la benedica, lei è davvero un diavolo apostolico.

Sì, sono un maledetto. Volete forse impalarmi come Thomas Ian Griffith di Vampires?

Non facciamo porcate, dai.

Beccatevi questo scritto, una sorca, no, sorta di lettera di San Paolo Apostolo ai Corinzi e salutatemi vostra madre. Si chiama Patrizia e si laureò con una tesi su Atene e i patrizi?

Mah, contenta lei, contento lo spartano di suo marito.

No, non sono un ribelle come Spartacus.

Non credo nei partiti, a differenza dell’italiano medio, non guardo più le calcistiche partite, non so leggere uno spartito e, in passato, come già dettovi, fui non solo nel cervello… partito…

Ve le so ancora suonare, però. Preferite un ritmo allegro vivo o un’omelia funebre?

Ah ah.

Sì, nella mia vita mi suicidai più volte come Kiefer Sutherland di Flatliners.

Ma rimango Flawless – Senza difetti. E ho detto tutto. Ah ah.

Non sono Colin Farrell di In linea con l’assassino ma ogni stalker e ogni bullo, miei belli, sarà punito dal mio Farrell di Tigerland.

Se non mi credete, sparatevi il viaggio prima che sia troppo tardi. Poiché mi sa tanto, poveracci, che della vita non avete ancora capito nulla.

Usate il bianchetto perché con me sbiancherete. In realtà, voi sbancaste, io sbiancai e allo stesso tempo mi annuvolai ma in verità vi dico che non lavorerò mai in banca.

Ah ah.

Sì, me ne fotto. Anche se solo una donna, la mia, fotto.

Per quanto mi/ci riguarda, andate a farvi fottere.

Se continuerete nelle offese e nei colpi bassi, fate pure. Chiamate perfino un centro di mentale salute.

Sì, è meglio che lo chiamiate subito, altrimenti lo chiamo io per voi, oltre al traumatologico.

Nel Cinema, questo si chiama colpo di scena.

Nella vita reale, pugno allo stomaco. E, se non ti ha commosso, non solo a livello cerebrale, ti regalo anche un pugno in faccia.

Ah ah.

Ah, capisco, mi dai del depravato e del sociopatico narcisista?

Tutto qui? Sei veramente un gentleman.

Ti ringrazio, pensavo che volessi darmi la tua faccia da ipocrita mostruoso. Ah ah.

Orbene, orsù, ecco la verità. Consigliai a Tiziana d’iscriversi a Geometra. I suoi volevano che frequentasse il Classico e un tipo da film con Aldo, Giovanni e Giacomo, cioè da Ragioneria. Lei sopra vi ragionò, si diplomò al Pacinotti e poi si laureò in Ingegneria Edile. Io, nel mio isolamento, amai De Niro e Pacino, non ricevetti molti bacini e quando, alcuni anni fa, appresi che lei sposò un mio amico delle scuole elementari, divenni Christopher Walken de La zona morta e perciò sragionai. Più che altro, pensai fra me e me: è andata così, lei è andata con quello e non c’è un cazzo da fare oramai con questa.

Mi ricordo anche che un ragazzo che frequentai, non nel senso sessualmente malizioso che potreste pensare, eh sì, uomini malelingue, fu bocciato al Liceo Scientifico. Ove veniva giorno e notte bullizzato dai compagni poiché considerato ritardato. Gli consigliai non solo di cambiare liceo, bensì indirizzo. Spero che oggi, dopo che costui si fece i soldi e non solo quelli, mi ringrazi di avergli detto di prendere l’industriale…

Sì, cazzeggiai molto, troppo. Praticamente mi feci solo i cazzi miei. Manco quelli, in quanto mi rompevano tutti le palle, dicendomi di tirare fuori gli attributi.

Debbo ammettere che gioco a Calcio assai meno bene di prima, confesso di avere qualche capello in meno rispetto a John Travolta col parrucchino, ma rimango ancora più pazzo di Willem Dafoe di The Lighthouse e più piacente di Robert Pattinson di Twilight.

E questo è quanto…

Anzi no, beccatevi questa video-recensione e sapete cosa dice Macaulay Culkin a Joe Pesci in Mamma, ho perso l’aereo?

– Fanculo a mammata in puro stile Goodfellas su faccia da schiaffi da Ray Liotta.

 

Eh sì, va detto. Emano un certo fascino da Ray… Charles o da John Belushi coi Ray-Ban, miei Blues Brothers.

Salutatemi anche sorrata.

E ricordate:

– La signora Tarantella?

– No, Tarantino…

 

Non sono un ladro, miei puttanieri. Basta con Nanni Moretti, i nanetti e i Manetti, voi meritate solo le manette.

E spingo sempre più a manetta.

Forza, smanettoni, dateci dentro!

Sì, queste sono invece le offese che a 40 anni ancora devo ricevere da idioti.106185946_258186935282459_8545539789391667583_n

 

di Stefano Falotico

 

21 GIUGNO 2020: primo giorno di un’altra estate regalata a Sharon Tate da Tarantino o i migliori film dell’anno secondo la rivista FILMTV e il mio giustamente rivederla senza pazzi da Charles Manson?


21 Jun

sbirro boss bionda de niro thurman

1003978_4831360784764_66765104_npacino tarantino hollywoodOra, quest’anno cinematografico è stato certamente particolare.

Il COVID-19 ha bruciato almeno tre mesi abbondanti di possibili nostre visioni cinematografiche.

Molti di noi, però, durante la quarantena, hanno avuto modo di revisionare la propria vita, riflettendovi al fine di non farsi più pena.

Ciò sarà accaduto, c’è da scommetterci, a molti di voi. I quali, “in odore” di eventuale, mondiale ecatombe imminente, hanno fatto mea culpa ipocritamente dei propri errori-orrori del proprio passato invero tuttora irredento.

Sì, davvero, roba da costernare perfino il Tarantino più cinico e disfattista, romanticamente pessimista o forse solamente genialmente realista.

Tarantino è un nullista. No, non credo che sia un nichilista, eh già, c’è una sottilissima differenza, bensì Quentin è uno che resetta molte falsità date per certe in questo mondo di merde. E reinventa la Storia a piacimento. Reinventandosi a ogni giro, rivivificando il Cinema o forse annacquandolo nel troppo suo esuberante fare il paraculo quando gli va a genio. Ah ah.

Ora, C’era una volta a… Hollywood non è un granché. E non me ne frega nulla dell’allure “indossata” da Anton Giulio Onofri di Close-Up che lo definisce così, appioppandogli cinque stellette “per difetto”. Poiché gliene avrebbe date un’infinità (http://www.close-up.it/cannes-2019-once-upon-a-time-in-hollywood).

Il pezzo di Onofri a seguire… Mia nonna materna, la quale mai ascoltò Mozart, morta da qualche anno, comunque ebbe un amico di nome Onofrio… ma suonò l’ottava, a letto, solamente con mio nonno.

«Il Nono film di Quentin Tarantino, inizia come l’ultimo movimento della Nona di Beethoven, che prima di lanciarsi nell’Ode alla Gioia, cita rapidamente i tre movimenti precedenti. Tarantino, prima di abbandonarsi alla sua smisurata Sinfonia Hollywoodiana in lode all’Olimpo californiano del Cinema del 1969, inserisce richiami ai suoi titoli degli anni passati: Jackie BrownInglourious BasterdsDjango, per introdurci nel mondo del cinema di serie B che da sempre corteggia, argomento centrale, stavolta, di Once Upon A Time In Hollywood, ode sinfonica e corale alla gioia, o meglio alle gioie (così come ai dolori) che il cinema regala sia a chi lo guarda che a chi lo fa. Quel cinema che nel 1969 conobbe l’irripetibile apice di un’età dell’oro, interrotta brutalmente dall’efferato omicidio di Sharon Tate, moglie incinta di Roman Polanski (che ai tempi era in Inghilterra per motivi di lavoro), barbaramente uccisa la notte del 9 agosto insieme ad altri quattro amici nella sua casa di Beverly Hills dai seguaci di un criminale imbecille (morto due anni fa a 83 anni) che gode ancora oggi di simpatia e ammirazione per le sue idee esoteriche da guru del Male Puro. Uno di quegli eventi paragonabili all’11 settembre 2001, dopo i quali, cioè, il mondo non è più lo stesso di prima.

È praticamente impossibile spiegare le autentiche ragioni dell’immensa grandezza del nuovo film di Tarantino senza rivelare l’idea che sta alla base del suo intero impianto narrativo, ma si farebbe un doppio torto sia agli spettatori (stiamo infatti parlando di uno dei più clamorosi colpi di scena della storia della drammaturgia universale) sia al film stesso, che da essa stessa trae la propria sostanza e ragion d’essere di evento artistico».

Innanzitutto, caro Onofri(o), questa sua recensione inizia assai male, sa? Dopo il soggetto, in un predicato verbale, la virgola non ci sta manco per il cazzo.

Quindi, lei, esimio-egregio-altissimo-aristocratico, avrebbe dovuto scrivere… Il Nono Film di Quentin Tarantino inizia…

Il resto della sua recensione è opinabile ma, stringi stringi, mi parse una mezza stronzata come il film stesso di Tarantino.

Il colpo di scena finale sarebbe clamoroso?

Macché? È super telefonato. Poi, la dovremmo finire con la storia… che Brad Pitt assomigli(a) a un dio greco.

Ma che schifo! Anche Il Nettuno, ubicato nella piazza a lui intitolata qui a Bologna, è un dio greco. Sì, ma sta sempre fermo impalato col forcone in mano. Qualcuna fornica?

I bolognesi, comunque, sono delle buone forchette. A Bologna esistono a tutt’oggi molte ochette e molti uomini, riferendosi a Brad Pitt, dicono… oh, quello lì deve avere una grande oca.

In Piazza del Nettuno si esibisce ancora Beppe Maniglia? Suonava bene la chitarrina.

Grande oca che non è grande Giove detto da Christopher Lloyd di Ritorno al futuro…

Tradotto… quello deve darci “dentro” come un matto. Sì, ci dà di martellino, parafrasando Andrea Roncato, felsineo di origine controllata, in Acapulco, prima spiaggia… a sinistra.

Attenzione, C’era una volta a… Hollywood contro i puntini di sospensione di… a sinistra.

Basta col mettere i puntini sulle i. La figlia della mia vicina di casa, da adolescente, ebbe i punti neri sul viso. Classica acne post-puberale. Mentre il film di Tarantino ha molti buchi nella sceneggiatura. Un Tarantino non all’acme, diciamo, propriamente più fenomenale. Semi-scoppiato a causa del suo egocentrismo puerile più da sé stesso scopato d’uno spomp… to teenager schizzato…

Tarantino ha annunciato Kill Bill 3. Scusate, chi sarà Bill, dato che David Carradine morì, non tanto ammazzato da Uma Thurman con mosse da Ken il guerriero, bensì semi-suicidatosi a causa di un giochetto erotico comunque più eccitante delle ultime porcate di Quentin?

Facciamo piazza pulita di questo film e buttiamolo nel cesso assieme a La casa di Jack.

In questo film di von Trier, peraltro, la prima donna a venir… assassinata è Uma Thurman.

Sì, Kill Bill 3 avrà come protagonista Matt Dillon che, salvatosi dall’Inferno alla Alighieri Dante, con un colpo di scena da Sex Crimes – Giochi pericolosi, riappare sulla “scema” e le urla Tutti pazzi per Mary!

Ecco, dopo questa mia puttanata, elenchiamo seriamente i film che valsero il prezzo del biglietto.

Ah, scusate, Henry è sempre di John McNaughton ma vale mille volte di più rispetto al film di Lars.

E Uma Thurman de Lo sbirro, il boss e la bionda è sicuramente più bona di quella di Nonno, questa volta è guerra!

Perché mai accettò di girare questo film di Tim Hill? Forse perché De Niro, non solo nel film di McNaughton appena eccitato, no, citato, se la bombò pure nella vita reale?

A Hollywood si scambiano i favori. Quindi, fatemi il favore. Non sapete un cazzo di Cinema, secondo me manco di figa.

Sì, mi spiace per voi. Ma sono ancora giovanissimo, forte, veloce e ho finito da un pezzo di annoiarmi con le elegie malinconiche anche se The Irishman è un capolavoro!

di Stefano Falotico

Bologna – La dotta, la grassa, la rossa, forse la stronza


15 Oct

mde

Che io mi ricordi, Bologna è una bella città anche se, oltre alla Torre Asinelli, vi sono molti uomini non so se pericolosi, certamente pericolanti come la Garisenda.

Eh già, non li vedo benissimo. Sono uomini in pericolo di crollo. Oramai, le loro panze da dottori Balanzone molto arroganti, eh già, si stanno squagliando nell’imputridimento più lascivo figlio della retorica più vecchia da Maurizio Costanzo fuori tempo massimo.

Ah, certo, saranno pure dei pesi extralarge nelle loro mansioni quotidiane, alcuni sui famosi colli bolognesi hanno pure delle mansion, ville che fanno invidia alla donna di Marilyn Manson.

A proposito, come sta Marilyn? Presto, lo vedremo in The New Pope. Insomma, questo è passato da essere un disadattato da Mery per sempre a una sorta divinità angelica come la vergine Maria, riuscendo a divenire l’oppio dei popoli, recitando la parte di Lucifero.

Rendiamocene conto. Ah ah.

Sì, quelli della mia generazione andavano matti per Manson. I loro padri andavano invece pazzi per Marilyn Monroe. L’avrebbero voluta strapazzare. Secondo me avevano e hanno ancora ragione i secondi.

Manson fu un trasgressivo anticonformista di maniera. Una volta, sul palco, uccise e squartò un gatto. Però, non riuscì a controllare la sua gattina. All’epoca fu Rose McGowan. Una che, mentre Manson si dannò a cantare The Beautiful People, andò con Harvey Weinstein. Per poi sputtanare quest’ultimo, rimediando però solamente la figura di Maddalena.

Sì, Manson s’è sempre creduto un dio delle acque… come Nettuno. Qui a Bologna, in memoria di Manson, questo dio delle folle oceaniche dei suoi concerti sconcertanti, no di Nettuno, hanno intitolato una piazza in suo onore con tanto d’uomo scultoreo col forcone. Mah, a Bologna sono soltanto pasciuti e dunque buone forchette.

Quando si dice… quello è bello come un dio greco. Visto che pettorali, che bicipiti? Quello è uno coi “marroni”, come dicono a Bulåggna, città capoluogo dell’Emilia-Romagna ove vanno forte le lasagne.

Ove molte donne si lagnano e, per consolarsi dalle quotidiane frustrazioni, mangiano i tortellini con la panna. Un tempo sognarono di scoparsi Beppe Maniglia. Un rocker lebowskiano che spingeva. Spinse!

Sì, io nacqui a Bologna anche se per molto tempo annacquai e basta. Non fui perciò Nettuno ma mr. Nessuno.

Sono un santo.

Sì, va detto. Ero innamorato di una ragazza, fallo anomalo, anzi fatto stranissimo, considerando la mia congenita misantropia dotata di cultura enciclopedica da topo di biblioteca senza topa.

Le consigliai, sul finire della terza media, di fare l’istituto per geometri, il Pacinotti.

Nel frattempo, io divenni amante di Al Pacino. Lei invece, dopo essersi diplomata, si laureò in ingegneria edile, sposando il mio compagno di banco delle elementari.

Sì, grazie al suo lavoro e al mio consiglio prezioso, si fece, s’è (s)fatta moltissimi soldi.

È molto richiesta, come si suol dire, sulla piazza. Non so se anche Piazza Maggiore. Ove c’è la basilica di San Petronio. Che abbisognerebbe d’una facciata restaurata.

Sì, è miliardaria, credo. È talmente ricercata che ha messo il suo c.v. su Internet.

Ha la mia età, è del ‘79. Ora, io passo le vacanze al Festival di Venezia, lei quasi sempre a Mirabilandia.

Detta come va detta, non vale un cazzo.

Sì, avrà sedotto e concupito, prima del suo matrimonio, anche molti pazzi, progettando centomila palazzi. Nelle cui camere, da lei stessa pianificate, si portò tutti gli amanti dei piani alti.

Ma, a vederla dalle foto su Facebook, ove appare dimagrita e traumatizzata dalla maternità, m’è passata la voglia di tradire il mio compagno delle elementari, cioè suo marito, con codesta.

Insomma, non so se abbiate apprezzato Rambo: Last Blood.

Onestamente, è penoso.

Ma io non mi sarei mai messo a fare una guerra da idioti contro John.

Rendiamoci conto. Gente che ascolta Lucio Dalla, pace comunque all’anima sua, vuole competere con uno così?

Sembra abbacchiato e infatti lo è. Poiché, se volesse smetterla di fare il principe e il signore, distruggerebbe ogni signorotto in trenta secondi netti.

 

di Stefano Falotico

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I miei primi quarant’anni da Joker-Lebowski con l’immancabile White Russian


14 Sep

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Sì, 13 Settembre 2019. Giornata estremamente felice, gaudente, tendente allo sfavillante.

Nella quale il mio amico Massimiliano di Civitavecchia giunse nella mia città natia, quasi in pellegrinaggio, per onorare la nostra amicizia.

Pernottò all’hotel Conte Luna, ameno albergo incastonato in una viuzza raggiungibile dall’uscita n. 5 della tangenziale bolognese. Albergo molto ospitale con una receptionist niente male. Con la quale prenotarei, subito, una camera matrimoniale.

Al che, lo andai a prendere alla Stazione. La Stazione di Bologna, da qualche anno a questa parte, è diventata labirintica più del dedalo ove Arianna si salvò dal Minotauro grazie al suo celeberrimo filo.

Infatti, la Stazione Centrale di Bologna, al fine di divenire più moderna e avveniristica, diciamo, s’è soltanto tramutata in una sorta di metropolitana da Un lupo mannaro americano a Londra.

Massimiliano, comunque, non incontrò negli scuri, tetrissimi sottopassaggi mal illuminati, angusti e iper-claustrofobici della stazione suddetta, da lui sudata poiché non si raccapezzò, nessun cannibale licantropo. E, anziché approdare a Piccadilly Circus, piuttosto che uscire dall’atrio principale, si ritrovò in via de’ Carracci.

Pranzammo al ristorante-trattoria-pizzeria Il Vaporino. Gustando il cibo fra chiacchiere più fragranti d’una calda pizza Margherita e del mio primo di garganelli con asparagi e funghi porcini.

Ritornando in tale luogo, vicinissimo a casa mia, eppur da tempo immemorabile lontano dai miei ricordi, nel frattempo sepolti dalla cinerea, talvolta funerea, celebre mia amnesia sto(r)ica, rimembrai i tempi in cui, nei campetti calcistici lì limitrofi, sfoderai la mia classe da incontrastabile ala destra fluidificante dal tiro micidiale e ficcante, dal piede magicamente vellutato come quello di Del Piero Alex, essendo io un Pinturicchio ambidestro e soprattutto polivalente non solamente nell’ambito delle polisportive e delle cinematografiche, magnifiche retrospettive.

La nostalgia, per qualche indistinguibile attimo triste eppur suadente, s’impossessò del mio animo cangevole, delicato e decadente. Ah, tempi nei quali, sguinzagliato e coi polmoni ardenti non ancor intossicati dai due pacchetti di sigarette che fumo oggigiorno, fui più veloce di una lepre.

Vi racconto, ivi, un goal straordinario che segnai. Qualcosa di disumano ed extraterrestre, roba che le palombelle di Pelé, la sua sforbiciata carpiata in Fuga per la vittoria e la serpentina di Maradona ai mondiali dell’86 contro l’Inghilterra v’apparirebbero roba da pulcini.

Ebbene, mi fu lanciata la palla a fortissima velocità. Al volo, la stoppai, la rialzai. Mi trovai da solo davanti al portiere.

Ma, si sa, io non amo le cose semplici. Adoro complicarmi il trionfo, correndo non solo nei prati, bensì allungandomi soprattutto nel rischio di rimediare soltanto un tonfo.

Eh sì, sarebbe stato troppo facile a quel punto calciare. Con enorme nonchalance, invece, aspettai l’arrivo del difensore. Al che, giunto a un metro da me, con un repentino scatto del tacco elevai la sfera con un cucchiaio da Francesco Totti.

Con una rapidissima giravolta, scavalcato il terzino che fu grazie alla mia inaspettata mossa spiazzante e devastante, io stessi mi riavvolsi contortamente di semi-giravolta, impattando la palla di pieno collo.

Roba che non vedrete neanche nelle repliche di Holly e Benji e ne La battaglia dei tre regni di John Woo. Sì, secondo Woo, il giuoco del Calcio non fu inventato dagli inglesi, bensì dai cinesi-giapponesi spesso anche coreani e pechinesi.

Che volete farci? Sono un uomo Face/Off.

Non sono un criminale come Nic Cage ma nemmeno un falso come John Travolta. E qui lo dico e giammai lo nego, eh sì, quella Lolita di Dominique Swain andava tatuata come io so sul p… o biondo-nero.

Fallo sta, no, fatto stette che, nella giornata di ieri, scrissi pure la recensione degli episodi finali di Mindhunter 2, recensione che presto sarà online, e assieme a Massimiliano gironzolai, appunto, non come Cesare Cremonini per i colli bolognesi, bensì fra piazza Santo Stefano, ovvero il sottoscritto, eh già, più martire di me neppure lo è il film Martyrs, Piazza Maggiore e Corte Isolani.

Da queste parti, abitava, non so se abiti ancora Mike Patton, (ex) frontman dei Faith No More.

Sì, quando mi guardo allo specchio e prendo coscienza di essere un po’ matto, mi viene in mente Mike Patton e mi tranquillizzo. E non abbisogno di artificiali calmanti.

Mike, in fatto di follia, mi batte infatti alla grande. Di mio, comunque, darei una botta all’attrice Laura Patton.

Da cui il detto, eh sì, patti chiari e amicizia lunga e anche il proverbio falotico da me coniato, vale a dire, patta slacciata e alla donna è tutto più chiaro.

Ah ah.

Infatti, uno dei misteri più irrisolvibili di quelli di Fatima è, a mio avviso, questo. Perché si usa l’espressione passare la notte in bianco?

Guardate che più bianco è più le lenzuola sono poco da Immacolata. Ah ah.

Dunque, cenammo all’ottima, rustica Trattoria del ragno, ubicata in via Murri.

All’inizio, mi sentii leggermente imbarazzato. Tale splendida trattoria è difatti frequentata da tipi in gamba. Tutti molto altolocati e vestiti in maniera molto elegante.

Mi sentii come un pesce fuor d’acqua. Al che, il mio amico mi tranquillizzò, dicendomi:

– Guarda, Stefano, che sono gli altri che dovrebbero sentirsi a disagio al tuo cospetto. Tu ti sottovaluti parecchio. Per esempio, osserva quel trombone che fa il figo con quelle tre damigelle. Cita I miserabili di Victor Hugo e Dostoevskij per fare colpo. Ma io dubito che abbia veramente letto una sola riga anche solo del suo portare sfiga.

 

Finimmo la serata, recandoci al pub Black Bay, vicino alla mia casa. Bevvi un White Russian come il mitico Jeff Bridges, alias Big Lebowski.

Nessun bulletto-pedofilo come Jesus/John Turturro può mettermi in buca. Io sono il Genius-Pop, essere inestimabile che supera anche il concetto di rarità, in quanto esemplare dalle molteplici qualità. Soventemente clown in gran quantità, involontario comico invincibile come Arthur Fleck, Joker di fascino e immane soavità.

Poiché volli una vita spericolata come Steve McQueenc’incontreremo come le star a bere del whisky Roxy Bar, sì, io sono ancora qua.

 

di Stefano Falotico

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