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Pasolini era un genio ma anche un uomo troppo polemico – I quattro gran pagliacci più belli e duri della storia


15 Aug

Falotico

Pier Paolo Pasolini non si discute. Però, fra molti suoi film e libri eccezionali, fra molte sue parole straordinarie, a ben vedere e leggere, vi ravviso anche molta frustrazione.

Basterebbe questa sua storica frase a dimostrazione del mio Teorema:

Li ho visti, li ho visti in folla a Ferragosto. Erano l’immagine della frenesia più insolente. Ponevano un tale impegno nel divertirsi a tutti i costi, che parevano in uno stato di «raptus»: era difficile non considerarli spregevoli o comunque colpevolmente incoscienti.

(Pier Paolo Pasolini)
Ecco, a Pasolini che fregava della felicità degli altri? Talvolta, era invidioso come Michael Wincott de Il corvo? Secondo me, sì.

Detto questo, in Italia abbondano i luoghi affollati a Ferragosto? Anche. Soprattutto, abbondano i luoghi comuni…

Vi faccio un esempio. Se un uomo ha una vita non diversa, sessualmente parlando, bensì solamente diversa dalla massa, la massa gli vuole far credere di essere, in ogni senso, un diverso. Poiché imperano, ahinoi, ancora le discriminazioni omofobiche e razzistiche.

Di mio, solo perché non mi sveglio la mattina e svolgo un lavoro mediocre, ricevo offese bulliste delle più vergognose e deplorevoli.

Non sono omosessuale ma la gente ignorante si dimostra più burina del Pelosi e ti dice che devi avere più pelo sullo stomaco. Scusate, se sono abbastanza glabro, devo diventare uno scimmione?

Non capisco.

Fatto sta che ci tengo alla mia “diversità”. In un mondo cinico, sono romantico come tutti i “grandi pagliacci”. Sono “stupido” come loro, eterno adolescente come loro, sono quello che sono e vi dirò di più, spesso non prendo sonno.

Semplicemente perché soffro d’insonnia? No, perché è finito ferragosto ma non si riesce a dormire.

Dei tamarri, sotto casa mia, all’una di notte fanno casino. Ah ah.

Amo Joker, Eric Draven, Cheyenne di This Must Be the Place e Robin Williams de La leggenda del re pescatore.

 

di Stefano Falotico

Racconto di Natale da Paul Auster, da Dead Poets Society o da Smoke: Keanu Reeves è da venerare come la Madonna, mitico in Constantine e in John Wick, io mi propongo per la parte dell’Uomo Tigre


17 Dec

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Be’, chi non conosce il Tigre? Chi, Vittorio Gassman?

In effetti, ne I soliti ignoti, Vittorio fu un pugile un po’ suonato, anche semi-analfabeta. Forse handicappato, ritardato, disoccupato? E Totò lo apostrofò e redarguì con la leggendaria, super epica:

– Sei stato in Cina?

 

A essere sinceri, Totò è un grande. Sì, uso il tempo presente poiché de Curtis è immortale. Fucimin? Ah ah. Era molto colto, malgrado le origini umili e nonostante, a prescindere… da ciò, si auto-denominasse Principe.

Be’, sicuramente fu Dante Cruciani nel capolavoro succitato di Mario Monicelli, probabilmente però non fu erudito come Dante Alighieri…

A proposito, si può dire ma però? Certo, è rafforzativo. Anche se… senza se e senza ma forse sei un vorrei ma non posso? Ti caghi addosso o è la solita storia della volpe e l’uva?

I ragazzi timidi sono paragonabili agli struzzi? Mentre i bulli agli stronzi?

Si può dire invece a me mi piace? No, ma Gigi Proietti disse: sì, non si può dire ma a me mi piace…

Sì, una calligrafia da uomo, diciamo, non molto acculturato, quella di Gassman/Giuseppe Baiocchi, detto Er Pantera.

Insomma, questo Vittorio fu un mattatore, fu il tigre e pure una pantera?

Molte donne sono oche, altre solo sciocche. Quasi tutti gli uomini sono degli animali. Di mio, adoro ancora la serie tv Manimal…

Di mio, me medesimo di persona, inoltre credo di scrivere bene quando m’impegno, quando non leggo Diario di una schiappa per (non) prendermi per il culo da solo e quando so di essere più intelligente del furbo Marcello D’Orta che “scrisse” Io speriamo che me la cavo.

Pearl Harbor, no, peraltro non voglio scendere a una prosa gergale da ragazzini che, alla mia epoca, giocavano agli “sparatutto”. Roba come Duke Nukem 3D, Doom e altri videogames per pc, forse per piccini. Sì, anch’io ne fui patito. Poi patii e basta. Il mio cervello, comunque, non è ancora partito. Neanche qualcos’altro.

Mi spararono addosso, fortunatamente a salve. Salve, buondì, buonanotte! Anche se impiegai vent’anni abbondanti per ricucirmi le ferite. Rambo non fu un impiegato comunale ma impiegò assai meno tempo per fare il bracciante? No, per cucirsi il braccio. Dovetti abbisognare di molte letture di filosofia orientale per sublimare il patimento abissale e carnale scagliatomi contro, per curarmi da un mio evidente, incontrovertibile disagio sociale abbastanza inspiegabile e madornale. Guardate, fu un calvario approfondire tutti i libri concettualmente ascetici di Banana Yoshimoto, non farmi fregare dalle carinerie di Osho, continuare a reputare Kundun di Martin Scorsese una pellicola sbagliata, amando invece Mishima, soprattutto quello delle sceneggiatore di Taxi Driver.

Sì, malavitosi e nerd odiosi, villani adulti bavosi ed attentatori ignominiosi, affamati a morte della mia anima più pura e intonsa della neve a Natale, eh già, provarono a sporcarmi in maniera vergognosa. Accusandomi addirittura di essere la protagonista di Hardcore. Roba da mattti. Mi beccai pure la patente di disadattato quando in verità fui amante solo del libro De måske egnede.

Uhm, film sopravvalutato anche First Reformed sempre di Paul Schrader. Meglio Il ladro di bambini di Gianni Amelio. Meglio Lamerica o Così ridevano? Anche Il ladro di orchidee di Spike Jonze.

Se Dio esiste, deve sostituire suo figlio, che siede alla sua destra, con Spike. Her è un film paradisiaco.

Spike stette con Sofia Coppola. Il giardino delle vergini suicide è un bel film, Kirsten Dunst è da suicidio, anzi da infarto ma credo che sia più bella la pellicola La vergine dei sicari di Barbet Schroeder.

È anche più bello Mickey Rourke di Barfly, malgrado sia appesantito, rispetto a quello di The Wrestler in cui è palestrato ma pure invecchiato. O no? Ah ah.

Detto questo, guardi questo filmone di Aronosfky ed è meglio, fidatevi, del virtual sex sparato sopra… un vecchio dvd con Jill Kelly.

Jill era magnifica. Non solo nei porno. He Got Game docet.

Comunque, non può piovere per sempre disse Brandon Lee ne Il corvo. Ora, Jill ha la sua età e usa non solo l’ombrello, utilizza le mutandone da tardona. Cioè, non è più una milf. Ah ah.

A James Deen di The Canyons, continuo a preferire James Dean di Gioventù bruciata.

Invece, a Liz Taylor de Il gigante, preferisco Kendra Lust.

Ultimamente, direi che mi sono riallenato parecchio. Possiedo infatti un cuore zen, pugnace, inarrendevole, combattivo e al contempo riflessivo, dotato innatamente di una ferrea disciplina auto-regolatrice delle mie emozioni spesso rabbiose. Seppi soffrire infatti con zelante “abnegazione”, tenendo tutto dentro a mo’ di Rocky Balboa, giudicato troppo presto un cocone così come Tommy Morrison nel quinto capitolo dedicato al marito di Adriana/Talia Shire. Però, a forza di contemplare l’apollinea perfezione del mio essermi reincarnato… in Keanu Reeves, omone forse bisex di sicuro con grossi ormoni, uomo scultoreo il cui carisma fa rima con perdizione, no, perfezione, persi di vista Charlize Theron de L’avvocato del diavolo. E saltai pure la colazione…

Per di più m’inflissi pene… corporali non certamente eccitanti alla pari della Theron nel vecchio spot del Martini, veramente tanta roba… storica.

Sì, Charlize è sudafricana. Insomma, una terrona. E io, ammirando la sua bellezza da extraterrestre, no, forse mirandogliela da Incontri ravvicinati della terza t… pa, non poco in passato, avendo origini meridionali, vissi all’equatore anche quando, nella mia città, la temperatura scese di tantissimi gradi. Persi quasi la vista e ora mi manca mezzo grado all’occhio sinistro.

Comunque, non date retta agli oculisti. Aveva ragione Checco Zalone… io ci vedo (quasi) perfettamente.

So inquadrare la vita, non solo questa, da cecchino infallibile. In quei momenti tostissimi come l’attività dei fachiri più stacanovisti, no, facchini, fui molto provato e feci la figura del tacchino. Il giorno del Ringraziamento! Sì, provai molto calore ma persi qualche caloria. Insomma, mi diedi da fare. Un lavoro durissimo, sapete. Bisogna esperirlo da uomini che non devono chiedere mai al fine di poter un giorno esseri orgogliosi davanti allo specchio dopo una rasatura con le lamette della Gillette. Massimo Giletti non mi è mai stato simpatico e non vado matto per il gilet.

Vogliamo dircela tutta? Senza balle? Ero un cesso o solo sul divano me la tiravo di brutto? Non lo so. Fatto, sì, ho detto fatto… sta che i genitori hanno un’unica fissa. Desiderano per i figli una sana occupazione, ovvero il posto fisso. Non vi fissate, andate crocifissi. Di mio, posso dirvi che non ero sistemato ma per le feste combinato. Ripeto, mi facevo il culo, anche solo onanisticamente, e vi garantisco che era un lavoro stabile e duraturo…

Rimasi spesso (s)teso ma ugualmente ebbi molto freddo, quasi morendo morto di quella… o solo assiderato, oserei dire allupato. Non molto, di spirito vitale, slanciato. Rasato, sì, depilato metaforicamente più della piattezza degli 0° Fahrenheit. Temperatura allineabile, non so se a livello del mare o del male, alla mia autostima raffreddatasi più di colui che, nell’incipit di Basic Instinct, viene morto ammazzato e assai trucidato di tritaghiaccio dopo essere stato da Stone Sharon (?) cavalcato.

Vissi in modo stoico da vero eroe. Più che altro di autoerotismo veramente sfigato…

Che poi anche questa panzana degli sfigati e dei dogmi inerenti l’essere tali, ecco, appartengono alla “cultura” adolescenziale. L’adolescente medio ragiona così, essendo malato di mente. Sì, nel cervello, non solo…

se uno vuole apparire figo è uno sfigato.

Ecco, in Constantine, Keanu Reeves è fighissimo. Anche in John Wick. Avreste il coraggio di dirgli in faccia che non vale una beneamata min… ia? Non credo, eh. In John Wick, Keanu viene definito Baba Jaga. Ha una forza incredibile, specialmente interiore. Mah, forse praticò molto yoga oppure meditazione trascendentale. Piccolo Buddha docet.

Constantine assomiglia molto a Dylan Dog. Mentre Rupert Everett, in Dellamorte Dellamore di Michele Soavi e non di Tiziano Sclavi, non sembrò tanto “gaio” con Anna Falchi. O no? Sì, dovrei indagare sull’effettiva omosessualità di Everett a mo’ del suo inquisitore Bernardo Gui nella versione televisiva firmata da Giacomo Battiato ne Il nome della rosa.

Sì, sono un indagatore dell’incubo. Anche dell’intimo. Ma non sono un babau come Freddy Krueger di Nightmare.

Ragazzi, fidatevi, furono attimi davvero duri in cui mi diedi alla contemplazione e dunque nutrii una spiccata propensione verso l’elevazione. Non so se solo spirituale…

Ora, oggi come oggi vanno di moda i cinecomic.

Praticamente, per il piccolo o grande schermo, hanno trasposto i maggiori supereroi di sempre.

Ne manca però uno alla cappella, no, all’appello. Appello, ho detto appello. Cioè il protagonista di questa sigla indimenticabile:

Solitamente, sotto Natale mi auto-regalavo un Pandoro.

Quest’anno, ho regalato alla mia lei un anello di Pandora.

Sì, per tutta la vita mi presi la patente di Fantozzi.

La mia lei mi vide e mi chiese senza peli sulla lingua:

– Ne sei sicuro?

 

Voi, adesso, ne siete sicuri? Ah sì? Siete scuri o sbiancati? Allora vi meritate i falsi buonismi di John Lennon. Comunque, John Lennon era un genio. Anche Ken il guerriero. Pure Tyler Rake. O no?

Diciamo che più che assomigliare a Keanu Reeves, sono Al Pacino de L’avvocato del diavolo. Forse.

Dunque, a ogni ieratico, no, esaltato dico questo:

devi mantenere un profilo basso, innocuo, sembrare insignificante, uno stronzetto, emarginato, costantemente nella merda… 

 

 

di Stefano Falotico

TIMECOP: la dovremmo smettere con Marcel Proust e io non avrei mai immaginato che sarei ritornato in forma come Jean-Claude Van Damme


27 Apr

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Sì, da ragazzino fui un fan sfegatato di Jean-Claude. Non mi persi neppure un film con lui protagonista. Da puberale e semi-adolescente, fui talmente innamorato di una mia compagna di classe tutta bionda come la magnifica Leah Ayres di Senza esclusione di colpi, da credere che sarei diventato il nuovo Bruce Lee.

Quando si è innamorati, si perde di vista la realtà. Si mugola e si fanno i gridolini alla Bruce.

Sì, Bruce fu sposato a una biondina mentre all’epoca, sognando la mia biondona tutta ignuda, avrei spaccato, al solo toccarmelo, un mattone in un colpo solo. Infatti, da allora divenni mattone io stesso, ovvero accrescitivo della parola matto.

In Dragon, Jason Scott Lee sposa Linda, ovvero Lauren Holly. Io mi tramutai nell’ex compagno vero di Lauren, ovvero Jim Carrey. Sì, di The Truman Show. Che viene preso per il culo pure da sua moglie irreale… Laura Linney.

Oddio, non si capisce nulla. Donne quasi omonime, omoni senza ormoni, donne senza un uomo. Basta!

Mentre, ne Il corvo, Brandon Lee stette per sposare la sua bella ma fu ucciso alla vigilia delle nozze. E che cazzo! Oppure, non ricordo, furono già in luna di miele? Mah, fuoco e fiamme…

Sì, Brandon, sul set di questo film, oh sì, morì. E ancora da lassù gli bruc’…

Ecco, a differenza di quello che si possa credere, Jason Scott Lee non fu e dunque non è il fratello di Brandon e nemmeno fu, è e sarà mai il figlio di Bruce.

Non so se sia un figlio di puttana ma girò il seguito di Timecop.

Di mio, mi girarono molto le palle quando vidi Mia Sara fare all’amore con Van Damme, no, mi saltarono per colpa di quella bionda che mi rifilò una delusione più atroce di un calcio ai testicoli, semmai proprio mentre stetti per farle la spaccata…

Insomma, mi partirono i cosiddetti “gemelli”. In Double Impact, Van Damme interpretò due fratelli al prezzo di uno. Uno dei due si ubriacò di brutto quando l’altro, identico a lui, se la spassò con Alonna Shaw.

In verità, fu tutto un suo trip da paranoico. Il personaggio di Alonna non scopò affatto l’altro fratellino mentre all’eventuale cornuto omozigote s’arrossarono solo le gotine poiché un’altra birra scolò e soltanto s’incazzò. Cosicché, tutto paonazzo in volto, più arrabbiato di Frank William Dux di Bloodsport, di brutto ogni cosa spaccò.

Sì, credo che presi una botta in testa a quei tempi. Forse solo alle tempie. Non so se sia stata colpa di Chong Li ma certamente divenni la versione maschile di Gong Li. Sì, quella di Lanterne rosse. Che non si sa che minchia stesse aspettando…, forse Colin Farrell di Miami Vice?

Insomma, divenni abbastanza picchiatello come Ray Jackson/Donald Gibb.

Con puri occhi da folle oppure semplicemente un po’ innatamente incurabili da strabismo di Venere.

Sì, ne soffro. Per questo, ora mi mancano due gradi a un occhio. Poiché, essendo il corrispettivo, oserei dire antitetico ma identico, sì, gemellare occhio leggermente, asimmetricamente allineato rispetto a quello di Christopher Lambert, crescendo, una pupilla si sforzò troppo.

Lambert, invece, dopo essere stato Greystoke- La leggenda di Tarzan, il signore delle scimmie, s’imbestialì più di King Kong con Alba Parietti.

Anche le mie palle si sforzarono troppo a furia di adulti che, reputandosi cresciuti, non capirono quanto fossero ciechi a non rendersi conto che non furono nient’affatto dei giganti come Abdel Qissi/Attila di Lionheart.

Ah, la gente confonde Michel Qissi di Lionheart, il quale interpretò Moustafa, col suddetto attore di Lionheart dal cognome uguale spiccicato, come si suol dire, che per l’appunto fu Attila.

MaronnaViuulenza… Ci vorrebbe Attila, flagello di Dio, voleranno fulmine e saette, tuoni su voce da Abatantuono!

Invero, Michel Qissi fu Tong Po in Kickboxer. Mentre io scrissi pure il libro Kickboxing La maschera di Edgar Allan Poe. Sì, fui trattato da miserabile come Jean Valjean ma, adesso, donne più sexy delle maggiori pornostar mondiali pensano che io sia più muscoloso… di Jean Val Jean. Vagin’!

Insomma, la mia vita fu una tragedia. Va detto, senza se e senza ma. Fui scambiato per Fantozzi quando invece, a quarant’anni, sono più agile di Uma Thurman di Kill Bill.

E ho detto tutto…

Anzi no.

Morale della fav(ol)a: gli uomini e le donne, crescendo, si corrompono e, se sei troppo puro, ti dicono di non rompere.

Anzi, ti urlano che te la racconti. Te la suoni e te la canti.

Per quanto mi concerne, per quanto sia fantasioso e bravo a inventarmi storie, posso giurarvi che è tutto vero…

Nella vita, non esiste che resista chi è/sia più colto, più bello e più in gamba. Resiste chi ha i soldi. Poi, può essere pure un demente, non importa.

Ha il potere per fare quello che vuole. Non ci sono altre verità. Il resto è una grande balla retorica.

E tutto ciò è più agghiacciante del Covid-19. Lo so, è abbastanza inquietante. Ma, se vogliamo essere sinceri, senza nascondermi e celarvi nelle menzogne, non sono proprio il tipo da poesiole tenerine. Le mie poesie sono bellissime in quanto sono durissimo. Ciò può inquietarvi e starvi sul cazzo. Non sono cazzi che vi riguardano.

Eh sì, credo che la versione reale della vera storia di Frank Dux, no, della mia, sia esattamente questa.

Altro che follia e stronzate varie. Le persone sono più cattive di Chong Li. Sono pochissimi, nella vita, i veri amici che non ti tradiscono mai. Per esempio, Bolo Yeung e Van Damme furono e sono da sempre grandi amici, sebbene Bolo, in Senza esclusione di colpi, abbia voluto appannare la vista a Jean-Claude in quanto, leggermente invidioso, seppe sin dapprincipio che Jean-Claude/Dux fu ed è molto più forte di lui.

Allora, dovette usare uno stratagemma scorretto per abbatterlo. Per batterlo. Ma perse lo stesso.

Anzi, perse, perdendo pure la faccia.

Comunque sia, finita questa quarantena pallosa, andremo tutti assieme a mangiare una focaccia.

Questa vita è stata una faticaccia.

.

 

di Stefano Falotico

 

JOKER di TODD PHILLIPS con JOAQUIN PHOENIX – Dal 6 Febbraio di nuovo al cinema e in Blu-ray & Dvd, mamma mia che rinascenza questo Falò!


06 Feb

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Sì, sono indubbiamente un personaggio rinascimentale. Se abitassi nella Firenze degli artisti cullati dal mecenate Lorenzo de’ Medici, detto il Magnifico, sarei già celebrato come Leonardo Da Vinci.

Sì, più che altro come Paolo Bonacelli di Non ci resta che piangere. Ah ah.

Sì, come Massimo Troisi e Roberto Benigni del succitato film, credetti che avrei avuto una vita modesta, cioè bella che già fritta, invece finii a Frittole nel quasi 1500 del mio essermi rinnovato e, di colpo, ringiovanito come se avessi attraversato uno Stargate quadridimensionale.

Sì, la mia mente da James Spader, più che altro da ex Spider di Cronenberg, uh uh, mi permette questo ed altro. Di essere, cioè, l’incarnazione del Tempo ritrovato di Proust e di guidare una macchina su giubbotto di Drive alla Ryan Gosling futurista più di Miami Vice.

Sì, patii calvari interminabili, mi stressai talmente tanto da diventare perfino quasi calvo.

Ma non ne feci una tragicommedia come La cantatrice calva di Eugène Ionesco. Poiché, essendo per natura autoironico, essere falotico, quindi stravagante e burlesco, trasformai il mio Aspettando Godot, più che altro finalmente di godermela, ah, questa vita puttana che tutti noi fotte e che, lungo il cammino, presentò, presenta e ancora presenterà molte dure fregature, in una filosofia esistenziale mai come oggi così sicura.

Sì, da circa un anno a questa parte, dopo essermi inabissato nelle notti più melanconiche, diciamocela, tragicomiche e quasi da manicomio, mi ributtai nella mischia. Io sono un fan pure dell’ex pornostar Brooks Mischa.

Sì, il mio fu un culo pazzesco migliore di quello di Mischa. Più che altro di (s)figa mai vista. Ah ah.

Sin dalla prima adolescenza, professandomi io un uomo amante di Taxi Driver, estraniandomi dal troiaio generale dei miei coetanei straniti, drogati, frivoli e certamente dementi, fui scambiato per un disadattato alla Travis Bickle e per un mammone col complesso di Edipo come Rupert Pupkin di Re per una notte.

Ma rinacqui come O’ Sole mio. Ah ah.

Sì, dopo tanto tempo da God’s lonely man, cioè da uomo solo e poco solare, più che altro da metafisico come Solaris, anziché arrendermi e cantare a vita Uomini soli dei Pooh, decisi di diventare un dio delle città e dell’immensità. Ah ah.

Portando la mente a un livello superiore della realtà. Ih ih.

Sì, da Principe della notte della mia Gotham City del cazzo, dopo aver scarrozzato tanti pagliacci per anni in lungo e in largo per Bologna ed essere stato preso per un mezzo handicappato, disgraziato, super sfigato tutto scassato e pure rompi-cazzo, durante un viaggio a Roma, avvenuto nei primi mesi del 2003, compresi dall’alto dei cieli di essere un illuminato.

Rivissi, ritornando a Roma, in pochissimi istanti quei gaudi amorosi della mia giovinezza smarritasi nella tetraggine più tenebrosa.

Improvvisamente, come Bradley Cooper di Limitless, riacquisii la vista e anche, di conseguenza, la vita.

Chi mi frequentò, non credendo al mio mutamento tanto repentino quanto incredibile, quando io provai a spiegare quello che successe e cosa provai, mi diede ancora di più del cretino e del provato. Ah ah.

Ancora qualcuno mi tormenta e, come un gufo, intimamente gode col suo pipistrello, sperando che io mi lamenti in mezzo a tante altre tormente, no, a miei atavici tormenti.

Ah, questo è solo un teppistello, un coglioncello a cui avrei da raccontarne davanti a un bicchiere di vino per confrontarmi con lui in merito ai nostri stupidi, reciproci duelli.

Gli narrerei di come mi sverginai ma lui, ottuso, ancora una volta non mi crederebbe e, se gli dicessi di chi mi oggi mi corteggia, di maggiore gelosia nel suo animo invidioso a morte, eh sì, creperebbe.

Oppure, piacevolmente sconvolto, assieme a me riderebbe a crepapelle.

Poiché That’s Life e la vita, fratelli della congrega, è ancora purtroppo lunga.

Lo prenderemo in quel posto numerosissime altre volte, avverranno altre svolte e c’illumineremo di nuovo come una lampadina di Alessandro Volta. Lo daremo a chi ce la dà ma l’importante è che come dice James Woods (o fu De Niro?) in C’era una volta in Americanoi siamo come il destino, chi va a star bene e chi va a prenderselo nel culo!

Sì, non so quante volte morii in vita mia. Quando pensai che fosse finita, cazzo, almeno mi sarei messo l’anima in pace, dio mi bussò a tarda notte e mi ricordò di essere lui.

Domenica notte, Joaquin Phoenix vincerà l’Oscar.

Entrerà nel mito. Come Brando Lee de Il corvo, come Marlon Brando di Fronte del porto, come Robert De Niro di Toro scatenato e forse come qualcun altro…

 

di Stefano Falotico

E se James Dean non fosse morto?


14 Mar
James Dean on the set of "Rebel Without a Cause" 1955 © 1978 Sid Avery

James Dean on the set of “Rebel Without a Cause”
1955
© 1978 Sid Avery

 

Mi son sempre fatto domande di questo tipo. Se James Dean, anziché schiantarsi col suo bolide, trafitto da una morte pressoché istantanea, fosse sopravvissuto? Se fosse semmai entrato in coma e, illeso, si fosse svegliato di colpo? Dapprima traumatizzato ma sostanzialmente intatto? E, dopo un’opportuna, duratura cura riabilitativa, avesse ripristinato le sue normali funzioni vitali?

Sgambettando in altri film? L’avremmo visto, che ne so, in un giallo di Hitchcock nella parte, che ne so, di un amante di fuoco.

E, stagionato, invecchiato, un po’ stempiato e brizzolato, nel Cinema della New Hollywood degli anni settanta. Nella parte, magari, di Marlowe in un hardboiled raffinato diretto da un maestro dei thriller torbidi ed esistenzialisti.

Poi, davvero, sarebbe morto. A settantacinque anni, solo, abbandonato in una villa isolata a Mulholland Drive.

Forse, avrebbe sbagliato tanti film e interpretazioni, si sarebbe notevolmente appesantito e sarebbe diventato più grasso e obeso di Marlon Brando. Passando gli ultimi giorni della sua vita servito e riverito da una badante, accarezzando il suo gatto preferito e ammirando il tramonto prima della sera da una finestra sul cortile…

E Brandon Lee, invece? Se non fosse schiattato per colpa di quel colpo di pallottola maledetto sul set de Il corvo?

Il prossimo 31 Marzo avrebbe compiuto la bellezza di 54 anni.

Probabilmente, dopo il successo del cult movie di Alex Proyas, anche lui si sarebbe fatto incantare dai soldi facili e avrebbe girato schifezze. Figlie dei rocamboleschi, spesso stupidi e superficiali anni novanta.

Forse, al posto di Nicolas Cage, in Con Air, avremmo avuto lui. Che poi, a dircela tutta, manco è brutto questo filmetto di Simon West. Un action adrenalinico rozzo e stronzo. Tipico, appunto, dei nineties.

Con un cast da paura.

Chissà. Avrebbe recitato nella parte del fratello di Johnny Depp in una pellicola di Tim Burton. Sì, una certa somiglianza fra i due c’era. E, a meno che il signor Brandon, parimenti appunto a Brando, non fosse ingrassato a dismisura, oggi sarebbe la fotocopia di Depp e viceversa.

E gli agenti di casting avrebbero avuto solo l’’imbarazzo della scelta. Chi scegliamo? Ah, ma sono identici. Be’ prendi Brandon. Johnny ha già firmato per un altro film e dunque è occupato.

Parlando invece d’icone e miti musicali. Ecco, se Jim Morrison non fosse crepato di overdose? Alcuni dicono soltanto per colpa di un attacco di cuore. Altri hanno formulato altre strambe, non del tutto attendibili ipotesi.

Sì, Jim Morrison, se non avesse più cantato, non avrebbe avuto molte scelte.

La prima, quella più conveniente quanto lasciva, sarebbe stata quella di godersi a vita, appunto, i soldi delle vendite, facendo bagordi da mattina a sera a Parigi, ove si era trasferito. Per una vita maudit bohémien a Montmartre. Semmai comprando i dischi, tanto per simpatia, dei Queen.

E oggi, ancora vivo, un po’ rincoglionito avrebbe applaudito l’Oscar a Rami Malek per Bohemian Rhapsody. E, appollaiato sul divano, col panzone, avrebbe urlato… vai, sei forte, ragazzo!

Oppure Jim, insoddisfatto da un’esistenza ricca ma pigra, troppo piena di agi, si sarebbe dato al volontariato.

Andando nelle stanze dei nosocomi dei malati terminali, alleviando le loro sofferenza con la sua musicoterapia miracolosa.

– Ehi Jim. Sto morendo. Mi ricanti qui, senza che nessuno ci veda, Light My Fire?

– Va bene. Certamente. Aspe’. Dammi un attimo soltanto. Voglio controllare e appurare che non ci siano infermieri nel corridoio. Semmai, poi qualcuno di loro entra di soppiatto e rovina tutta la magia.

Oh, ecco. No, non c’è nessuno.

– Jim, me la canteresti anche ballando da Re Lucertola? Dai, fammi tutte le mosse. Ah ah.

– Ok. Sì, certo.

– Idolo!

 

E poi il malato sarebbe morto dolcemente cullato, nei suoi ultimi, fatali sospiri, con l’onda melodiosa di un sogno d’amore irraggiungibile e stupendo.

Quindi, detto ciò, io mi chiedo. E se il sottoscritto, invece, quando vari malesseri irrefrenabili mi colsero e davanti a me si aprì nuovamente la vita in tutta la sua bella ma anche crudele, ingorda magnificenza, in quegli attimi così scriteriati e folli, si fosse scelleratamente suicidato? Buttandosi dal quarto piano del mio palazzo? Cazzo, no, e se invece che morire… fossi finito offeso? Sulla sedia a rotelle? Pure peggio.

No, nessuno mi avrebbe fermato… E sarei ora altrove.

Invece, sono solo un intellettuale un po’ scassato, a volte insopportabile, lagnoso e al contempo burlone, anche troppo. Un antipatico giocherellone, insomma, che pedantemente, ripetitivamente vorrebbe far capire a ognuno di noi che fra 5 secondi potremmo tutti morire.

E perciò non val la pena farsi la guerra a vicenda. E dovremmo, dovreste una volta per tutte lasciar da parte le invidie, i giochetti, gli scherzetti cretini.

Basta un attimo e si scatena una tragedia.

Basta un attimo ed è la solita cantilena.

Basta un attimo e tanto niente cambia.

Come diceva Gesù Cristo, chi ha orecchie per intendere, intenda.

Chi ha orecchie e non vuol sentir ragioni, continuasse a ragionare da ottuso.

Ma poi, un giorno, se dovesse sentire e vedere con chiarezza la vita, non dica che è solo invecchiato e, come tutti i vecchi, è stanco di stare a sentire cazzate. E sciocchezze! Lui le chiamerebbe così. Scemenze! Bambinate!

Tanto era stanco pure a vent’anni. Lui faceva le cazzate, gli altri abboccavano e ora lui rinnega tutto, fingendo che lui sapeva come vivere e ha vissuto sempre da uomo retto e saggio. No, era solamente un ignorantone sputa-sentenze. Un grande stronzo. E, una volta vecchio, è diventato uno stronzo patentato, sì, con tanto di contributi pensionistici… Borioso adesso che ha 70 anni, idiota quando ne aveva cinquanta di meno.

Oh, io dispenso perle ai porci, stronzetti.

E, se davvero pensate che scrivere e guardare film sia qualcosa per falliti e senza palle, ritorniamo al discorso di prima.

Non vi possono essere in questo mondo altre vie e altre vite. A meno che non siate così meschini e stupidi da credere che la vita sia avere un lavoro da quattro soldi, aspettare il sabato sera e continuare a vomitare, giorno e notte, i vostri patetici lamenti retorici e, questi sì, vigliacchi e ipocriti.

Parola di un uomo che non ha niente da chiedere al mondo. Se non un altro bel film.

 

di Stefano Falotico

Credo, in fin dei conti, di essere davvero il peggior attore della storia, tranne quando recito davvero


25 Nov

Johnny+Depp+Fantastic+Beasts+Crimes+Grindelwald+rWmH2TtY5pJl

Sì, nella vita di tutti i giorni, sono l’attore peggiore che si sia mai visto nella storia.

A volte, anzi spesso, le circostanze esistenziali ci obbligano a recitare una parte. A fingere spudoratamente. Perché, se dicessimo la verità, chi ci vuole bene entrerebbe in apprensione e io non voglio allarmare nessuno. Dunque, mento e mento ancora mentre la mia mente sta vivendo, può essere, degli stati di demenza o soltanto, probabilmente, di profonda acquiescenza. E il mio sguardo si perde nel vuoto più abissale e insondabile anche se davanti a me compare una figa colossale.

Sì, in certi momenti, voglio starmene per i cazzi miei. E oscuro dalla mia vista perfino le cose e le cosce piacevoli. Sterilizzando le mie iridi a espressione acquosa di un apparente io deficiente e armonioso. Invero, nelle intimità inaudite della mia anima sgualcita, ribollono pensieri cupissimi. Quasi suicidari. Pensieri di uno che pare abbia avuto una vita secolare e invece è ancora uno scolaro.

Sì, io ho molto d’apprendere. Non si finisce mai d’imparare anche quando credi di aver capito tutto e non sai prepararti neanche un panino. Ah sì, miei panini, farcitevi da soli, non ho tempo da sprecare nell’affettare il prosciutto, oggi voglio essere affettato e non posso perder attimi preziosi ché desidero affrettarmi per mangiar una buona patatina. Succosa, con tanto di salsa, ah, senti come si sgranocchia questa gnocca fra i miei denti e, sulla sua lingua abbrustolente, ausculta nel cuor succhiato le profumate sue papille gustative, poi si posa con letizia tutta la sporcizia… sì, un rimestamento schifosissimo di salivazioni puzzolentissime, nonostante il dentifricio, questa sua bocca carnosa quasi quasi mi rende un vegetariano e non voglio più mescere la purezza del mio alito nella gola del suo fetido smalto.

Che cazzo significa? Significa.

A parte la tal parentesi agra, agreste, silvestre e di orgasmi poco celesti, sì, sono un attore pessimo.

Un libro aperto. Posso simulare uno sguardo da monaco tibetano ma si vede lontano un miglio che la mia anima è funestata da preoccupazioni trivellanti ogni mia budella spappolata.

Oppure, rido fintamente euforico quando invero, amici, mi sento talmente triste che potrebbero usarmi a Viareggio come carro allegorico, sì, una maschera carnascialesca da uomo la cui parola preferita è malinconia. Con tanto di occhio pittato e la gocciolina nera simil Il corvo.

Un uomo zombi imbattibile, una sfinge lacrimosa eppur ingenuamente cremosa. Le donne mi guardano, s’inteneriscono e, mosse a compassione, desiderano che sia loro passionale, ché mi strugga nelle lor roventi coscione dopo tanta smodata, dolorosa alienazione e, nelle lor gambe ruggenti, mi devasti per orgasmi distruttivi e vulcanici in unte e congiuntesi esistenze prosciugate da sfinimenti resilienti a ogni dapprima piacere rinnegato, esistenze amareggiate che, in un frangente di cazzuta solidità, si compenetrino d’infiammata vacuità empatica, ma io mi sciolgo solo nel leccare un altro ghiacciolo. Quando delicatamente suggo ogni colorante di tanto gelo refrigerato e poi nella mia pancia riscaldato.

Sì, molte donne mi cercano, tumefatte dal mio viso angelicamente diabolico ma me ne sbatto Le riempio di complimenti per dar loro cinque minuti d’illusoria, masturbatoria felicità, eppur sostanzialmente me ne fotto.

E, sopra il ramo di un albero, con la gamba accavallata, suono la chitarra mentre un uccello, lindo e puro, sorvola le mie ansie e mi caga in testa.

Sì, anche in questo caso faccio buon viso a cattiva sorte.

Dicono che le cagate portino fortuna e, se mi avete letto fin qui, questa è una cagata che spacca il culo.

Fidatevi.

 

 

di Stefano Falotico

Molta gente pensa che morirà a 90 anni. Potrebbe morire anche molto prima, per s-fighe varie. Non ci ha mai pensato? Godetevela!


10 Aug
THE CROW, Brandon Lee, 1994. (c) Miramax

THE CROW, Brandon Lee, 1994. (c) Miramax

Sì, se vai da uno e gli chiedi quanto pensa che camperà, vi risponderà: – Spero di arrivare quasi a cent’anni.

E invece non sono pochi, anzi, la maggioranza, i casi di gente che crepa molto, molto prima.

C’è gente che nasce morta, il parto non è andato, come si suol dire, a buon fine. Come ne Il villaggio dei dannati. Altri, vivranno sempre invece nel villaggio dei “bannati”. Sì, nascono con qualche deformazione grave, cerebrale o fisica, e quindi son destinati, per via degl’innati danni irreversibili, a schiattare non molto più in là della loro “genesi”. E a essere vilipesi, umiliati, derisi, nella dignità saccheggiati e violentemente emarginati. Altri, appena puberali, muoiono per le pasticche di Extasy. Una vita poco estasiante, non hanno avuto nemmeno il tempo di gioire del sesso o d’innamorarsi che son stati tranciati per una crisi cardiaco-respiratoria che li ha stroncati mentre erano lì in disco a ballare con una super fregna. E, nell’attimo in cui hanno pensato, basculanti, ah ma che culo ha questa, ecco la “botta”.

Altri si ammalano di depressione e si suicidano, anche se hanno l’attico a Beverly Hills con tre “filippine” del New Mexico che, come diceva Totò ne Il turco napoletano, li servono (eh sì, la serva serve…) con alloggio, vitto, lavatura, imbiancatura e “stiratura”… Mia nonna, a questa battuta, guardava in faccia mio nonno e gli chiedeva: – Cosa intendeva Totò con stiratura?

E mio nonno rideva di “contraltare”. E le urlava di andare a stirare!

Pensate a Kurt Cobain, Courtney Love glielo “stirava” assai bene. Non capisco… Il figlio di Stallone, ad esempio, è morto a 36 anni, mentre il padre, ultrasettantenne, sbattendosene il cazzo, si sta allenando per Rambo 5.

Mors tua, vita mea.

A volte lo stesso di merda. A me poi non ha mai convinto la morte di Brandon Lee. Che significa che la pistola non era a salve?

 

– Zio, ma queste armi che si vedono nel film che stiamo guardando, Il corvo, sono vere?

– No. Nei film usano armi finte.

– Di cosa è morto Brandon?

– Gli hanno sparato con una di quelle pistole del film.

– Non erano finte, allora.

– No, in realtà solo le donne fingono con le “pistole”.

– Che vuoi dire, zio?

– Che tua madre ti ha messo al mondo ma non ha mai goduto quando tuo padre se la scopava.

– Che significa scopare?

– Se non muori prima, lo scoprirai.

– Andrai da una e vorrete scopare assieme.

 

Il giorno dopo, il nipote di dieci anni è andato dalla sua compagna di banco:

 

– Scopi con me?

– Va bene, la scopa però ce l’ha il bidello.

– Andiamo a cercarlo…

 

– Bidello, buongiorno. Io ed Erika vogliamo scopare…

– Ah, cazzo. Precoci i ragazzi della vostra generazione. Va bene. Vi do le chiavi della palestra. Lì, potete scopare di brutto. Allenatevi.

 

Sì, il bidello è uomo che sa…

 

 

di Stefano Falotico

“The Raven” di Poe, il mio corvo di Falotico piace anche a Laura Lattuada


01 Oct

Su Facebook, la bellissima Laura Lattuada guarda il mio video e mi scrive testualmente:

Beh: la parte audio è perfetta…usi benissimo la voce e anche certe “sporcature” di dizione funzionano (forse c’è un “misteri” e “pensieri” un po’ troppo della bassa padana), sinceramente non mi fanno impazzire le foto che hai usato, le abbiamo viste e riviste, che dici? L.L.

Rispondo cortesemente così:

Be’, innanzitutto grazie. Sì, son di Bologna nonostante le mie origini meridionali, quindi talvolta “tentenno” in una strana cadenza, più che basso-padana, direi lucana-emiliana. Eh eh. Ma ti posso rivelare che sono totalmente autodidatta. Sto imparando a usare il diaframma e m’ispiro alle grandi voci del nostro doppiaggio. Ad esempio, adoro Giannini e sempre i suoi straordinari lavori su Al Pacino. Alle volte, è quasi meglio Giancarlo della voce originale di Al, te lo posso assicurare. Riesce a fornire delle sfumature tanto sottili laddove spesso un roco e “monotono” Al non è parimenti profondo. Le foto dici? Be’, nell’altro mio blog www.edgarallapoetale.info, è spiegato tutto. Invero, Il corvo è un film a sé stante. Non è tratto da “The Raven” di Poe ma da un fumetto di James O’Barr. Ma solo chi non conosce le logiche del Cinema e della Letteratura può cadere, vedendo superficialmente il mio video, in un tranello così banale. Pensare, come mi han fatto “notare” alcuni, che io non sappia appunto che il film e il racconto son due cose estremamente differenti, è peccare di banalità. Sono due cose diverse in apparenza, e loro sono degli “ignoranti”. Il film trae spunto dal fumetto, lo interpreta liberamente e, a sua volta, James O’Barr attinse alle atmosfere del racconto di Poe per disegnare e scrivere la sua storia gotico-romantica. Comunque, sono esperimenti personali. Con un paio di miei amici, lavoreremo sul file mp3 per sviluppare come dire una sorta di corto d’avanguardia, mantenendo s’intende la mia voce narrante a sottofondo.

Corvi che aleggiaron in Cooper, ma voleranno con un altro attore


13 Nov

 

Notte fonda, Notte che in te si fionda, e un giubbotto nero, nerissimo, a “ventricolar” fra una Luna “mesta” e un’altra “indagatoria”.

Forse, il corvo è una storia di detection o una revenge fra uomini spenti che gridan solo, imputriditi, “Fuoco & fiamme!“.

“Legenda” dal fumetto storico di James O’Barr, “mitizzato” da un Brandon Lee quasi già “postumo”.
Capolavoro ineguagliabile di Alex Proyas, nelle “taciturne” muscolarità atletiche del figlio eletto di Bruce.

Seguiti su seguiti, mai all’altezza dell’originale, per nulla originali.

Forse, val la pena, pensa Hollywood di “reoriginarlo”, un reboot in grande stile per ricelebrarne i fasti e la magniloquenza visiva. Quasi “opalescenza” candida, eppur atmosferica.

Ci stavano lavorando Juan Carlos Fresnadillo, regista, e Bradley Cooper, attore sempre più “rinomatissimo”, anche “in-jenniferlopezz(i)ato”… beato lui.

Ma, entrambi, per ragioni diverse (lo appureranno più approfonditamente i “biografi”), hanno abbandonato il progetto.

Il sito “Shock TillYouDrop”, sempre attento alle sfumature “baluginanti”, è andato a ripescare il concept art del film che “non vedremo”.
No, il film si farà, questo è sicuro, e per il ruolo del protagonista, l’indimenticabile Eric Draven, si fanno già due possibili nomi, Channing Tatum e Mark Wahlberg.
Non che la “scelta” mi paia pertinente.
Tatum è un “bamboccione con dei begl’occhi, un po’ allocco… gran fisico, ma oltre al fisico ci vuol la faccia giusta, e lui non ce l’ha, a meno che non lo (s)trucchino, anzi, devono “stuccarlo”.
Mark Wahlberg? Be’, già meglio. Lo vedrei bene “calzarsi” coi capelli lunghi, e i pettorali ben in vista sotto una sdrucita camicetta fra il jeans e il ruvido, con qualche tatuaggio sui bicipiti… che ne so… un dragone, una lucertola, anche un cerbiatto, perché no?
Ma sto chiacchierando e, al piano di sopra, il vicino panzuto, lavoratore stakanovista, “mesce” la moglie in letti “occhialuti”.

Vi mostro le immagini “esclusive”, tanto che le ho “rubate” per voi.

 

 

Secondo me, l’unico, insuperabile attore, perfettissimo per la parte, è questo personaggio…

 


La “dormienza” della “placidità” che s’innaffierà & infiammerà nella Notte.

 

Firmato il Genius

Genius-Pop

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