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Jimmy Bobo


03 Apr

e t’appallottolerà nell’head più “rimbombante”…

… di “botte” esaltanti, anche saltando addosso, di “botta”, con tanto di “cerbottane” alle tue puttane.

Da che ho memoria, Sly è sempre stato uno stronzo pirotecnico. Ovunque c’è la sua faccia da schiaffi, volan “da orbi” di pugni alle facce di merda.

E così lo voglio. Incazzato in giacca e cravatta, un po’ nudo e crudo nei guantoni e un po’ guanti di sfida a spiattellarti che sei uno sfigato cronico, su andatura dinoccolata, un po’ scimmione e preso per “scimunito”, invero di palle “a munizione” per ammonirti e poi espellerti!

Ne vogliamo parlare di questo qui?

Mi ricordo la mia infanzia, da Principe inaudito. Tutti m’additavano in quanto “viziato”, e io oziavo di più, “trastullandomi” nel Rocky ispirato a Marciano, per conservarmi puro e non marcio fra questo fascismo italico da “bellimbusti” tutti in riga, righelli e quadernetti. Andavano subito defenestrati con “charme” e tante “carezzine”. Fin da piccoli, i miei coetanei furono “educati” da maestrine logorroiche e poco ad attizzare il “durevole”. Queste megere costringevano i bimbi al fanatismo della più bieca e ricattatoria “debolezza”. Ne soffocavano, appunto, la durezza.
Così, anziché crescere una generazione di “duri”, “quelli” che, “tiranti”, te “la sbattono” in non pochi secondi netti nell’attrattiva consistente che dura, “carburandolo” di burro d’orgasmi prelibati alla Donna tua d’allibire, “impallidendola” su luci rosse spingenti tutta la Notte a iosa, di tanto “rossore” senza roselline, allevarono una marmaglia di nerd da spulciare subito, così come lo scimpanzé più “erudito”, fra i trogloditi, ingoia i rigurgiti delle vostre amarezze “colte” e precotte, quindi sbuccia la “banana” nella giungla, “menandosela” da Tarzan, a cui ruba Jane… Fonda su “pilates” sempreverdi di glutei “bioetici” nel suo specialista da nature allo “sfogliarla” nel King Kong “mastodontico”, dondolandole “equatoriale”-accalorato su sua quercia secolare “inalberandolo”. Altro che Naomi Watts, buona a preparare i tortellini, il toro vuole la torta di Sharon Stone!

Sì, Stallone è sempre stato questo. Un “tamarro” che va al bar, ordina un caffè amarognolo, mescola il cucchiaio e guarda, intanto, le mutande dell’impiegata statale, suggerendole un “cappuccino” per scremarla…

In Rambo, c’è tutta la mistica! Quest’Uomo traumatizzato, scarnificato, di cicatrici da patibolo e mandibola, che incontra uno sceriffo bastardo, una sorta di “tutore”.
Lo vorrebbe incriminare solo di “sospetti”. Ritiene che i reduci del Vietnam siano “socialmente pericolosi”. John voleva solo gustarsi una colazione nutriente alla tavola calda.

No, invece lo sceriffo ottuso insiste per piegarlo ai “ricostituenti” della sua “costituzione”. Ora, sano e robusto lo è, quindi non necessita(va) di “piegamenti” né di spiegazioni. Solo perché gli puzzava l’alito? Un alibi aleatorio!

Ribelle recalcitrante, all’ennesimo abuso di potere, afferra un “manganello” e sferra calci volanti, con tanto di guardia su “volo” spaccavetrata.

Fuggitivo, viene ricercato dalla cattiva coscienza sporchissima dei “porci”. Le guardie, ecco, sfidano il suo star sulla difensiva e l’attaccano in modo poco guardingo. Sì, dei tizi della “previdenza” da minority report.

Più che dei precog, dei preti in abiti da poliziotti, molto coglioni.

Già, lo sceriffo finirà trivellato nei suoi “attributi”.

Sorvolerei sul Cobra, versione Callaghan estremista. Da ricordare solo perché Sly incontrò Brigitte Nielsen, all’epoca davvero “modella(bile)” e non chirurgia plastica di boobs “pompate”.

La causa di divorzio iniziò col quarto episodio del Balboa. Brigitte era già “sposata” a Dolph Lundgren. Un russo da “Ti spiezzo in due”. Oh, che vi devo dire? In Russia, a forza di campar fra le steppe, e a stento, tutte le bamboline “matrioska” pre-tendono l’oca più “industriale”.

Dietro la “spazzola” di Ivan Drago, forse “spruzzava” tosto tostissimo. Poco di redditizio, rudissimo, da dai Donna che ti prude.

Molte pellicole sottovalutate. E dir che Sly si spellò, mostrandosi sempre asciutto e levigato, con tanto d’olio per le “massaggiatrici”.
Fra l’altro, per alcune produzioni, spillò di tasca sua.

Comprese le altre regie del pugile di Philadelphia. Sì, come la sottiletta nostrana, una cheesecake fra il cagasotto a farsi umiliare dai “piscialetto” e un po’ per la sottana, color “fragolina”, di Adriana “tutta panna”. Da espugnare, vincente, mai buttando le spugne. Apollo, in fin dei gong, era uno da pugnetta! I polli van infornati! Creed, sei un avaro, sì, son Greed!
Fatti avanti! Spilorcio, che gridi!?

A parte gli scherzi, il primo e l’ultimo della saga valgono il “pezzo” del “biglietto” dell’Italian Stallion, uno che ti fa a fette, mio oste teppistello. Non è carne da macello, ma manzo-romanziere della sua “cucina” e “farina del suo sacco” da romantico antico.

Scrisse, infatti, la sceneggiatura da sé, cucendosi addosso il successo.

Scusate per la digressione, quest’Uomo merita la statua, da “Redentore-erezione” a Mus(e)o.

Gli dai del cagnaccio e ti ficca in bocca la museruola!

Pigliamo, ad esempio, Sorvegliato speciale. La storia non cambia. Patisce più del “debito” già saldato. Così, non risparmia di “saldi” al direttore aguzzino. E riscuote, di scosse, il torto, torcendogli i capelli di tortura “sedia elettrica”. Un Sutherland manierato da due soldi.

Cliffhanger è una vetta in mezzo alle tette di Sandra Bullock Demolition Man.

“Firmato” Marco Brambilla. Sì, l’unico “masterpiece” di un bauscia milanese emigrato negli Stati Uniti. Sandra, però, rimane una da “nero” alla Wesley Snipes. Fidatevi, all’epoca era “sweet”.
Una squisitezza per “rilassartelo” in “sauna”.

Ci sta anche John Landis, l’Oscar solo nel titolo. Trattasi della peggiore commedia, involontariamente ridicola, di tutti i tempi.

Lo Sly attore torna alla grandissima in Cop Land. Per ingrassare, prende lezioni dal vecchio toro scatenato… Bob De Niro.

Pare che la lezione non sia servita, anzi, che l’allievo abbia superato il “maestro”.

A fine anno, vedremo i rivali rancorosi in All’ultimo pugno.

Domani, esce con un Walter Hill veramente cazzuto.

Mancava Lui all’appello del “Planet Hollywood”. Schwarzy con Danko, Willis con Ancora vivo.

E pare che il nostro mercenario sia stato molto più bravo.

Diciamocela. Arnold è oggi un rammollito con le mollette ai capelli, Willis un puttaniere buono a tutto e a nulla.

Sly spacca maggiormente il culo.

Perché “spinge”. Invecchia di volto, di fisico regge.

Il resto, non solo della sua carriera, ma anche della sua “carrozzeria”, mi pare una stronzata.
Se non avesse “sfondato”, carrozziere sarebbe stato. Riparando le macchine dei borghesotti ammaccati.

All’inizio, quand’era povero, se la faceva con le “cozze”, adesso gira in carrozza.

Sly m’assomiglia.

Il “colpo” c’è tutto.

Jimmy è Falotico. Coglie ogni criminale alle s-palle, obbligandolo alle pal(at)e, e ogni idiota alla s-provvista.

Bang, preso, steso!

A parte le sparate, di mio faccio un gioco migliore del tuo.

Scrivo, cerco di migliorare le teste di cazzo.
Compresa la mia.

Più di questo, cosa voglio dalla vita?
Un completino intonso.

Non è mica esigere tanto. A quanto viene? A poco? E quanto sarebbe il poco? 2000 Euro. Gli Euro son stati una porcata! Han taglia-to nel decurtare lo stipendio!

Non sono mica Sylvester Stallone che veste Armani, è un armadio dai modi spiccioli e viene, appunto, alle mani! Picchiando, Sly va guadagnando come un pazzo mentre se ne spupazza!

Intellettualizzandomi, non va mica tanto.
Alla spicciolata, sì.

Non sono sul lastrico, da lavanda gastrica sì.
Quella mentale la lascerei ai dementi.

Ho detto tutto.

Anzi, no.

Il lavabo, altro che Bobo, non è un bulletto né un Bullet, ma son lavaggio alla vostra sporcizia, anche se mancano perfino, e per segno, le uova al tegamino!

Donna, dammi un obolo, volevo dire un bacio!
Insomma, cosa bolle in pentola?

Sfodera tutta la gallina!

Rendimi un galletto. Andate in malora! Tutti in galera!

Ho deciso io.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Jimmy Bobo – Bullet to the Head (2012)
  2. The Tomb (2013)
  3. Bingo Bongo (1982)

Schwarzenegger e Stallone


31 Jan

Fra i due culturisti, scelgo il mio culo

Prefazione di cottura ai culi marmorei del marmittone, poi ci daremo a questi due o(r)moni, Schwarzy e Sly, Bruce Willis è un terzo incomodo da Church moralista


Sylvester Stallone, è Lui the last stand, non Schwarzy, nel caos d’un movie movimentato d’autore ma in confusione fra muscoli rugosi e inquadrature lisce-sgommate senza Jimmy

L’attesa del comeback di Arnold sta terminando. L’Italia, oggi, sarà “aggredita” e invasa da quest’ultimo “sopravvissuto”, ancora in piedi, sceriffo che torna dal nulla e farà piazza pulita degli insetti divoratori, nel crimine da sbudellare, dentro una cittadina polverosa, westernizzata nel Kim sbarcato a Hollywood di budget stracciaincassi. Sì, come la Kardashian. Un’esotica adesso miliardaria per sedere esposto nell’erotico-diuretico. Che culona di sederino peggiorato. Kardashian, il lassativo rassodante-ginnasta con tante can-aste.

Rientro “in stile”, già controverso, attaccato da una nostra Critica un po’ cattivella che non ha affatto risparmiato a Schwarzenegger dei colpi bassi, del tipo “Vecchietto, piglia la pensione, lascia che la banca venga assalita da ragazzi coi riflessi più pronti. Non giocar al ruolo del punisher vendicatore ex Governatore, la California è meta della bagascia Alessia Marcuzzi che, dimagrita d’anca, causa troppi addominali regularis-panche dei suoi dominatori bifidi col baffone, barcheggia sulla sdraio, abbronzata di due pezzi neri più tre neroni a spalmarle la cremina nel rassodarla dai dolor de’ panza del cattolico italiano catodico, suo Fratello Grande, la cara suorina”.

Arnold, dopo esser stato tempestato da questi infami, “pompò” d’olio ai loro testoni, spezzandone col piombo i testicoli su graffio “sdradica-braccino e braccialetti nelle dita malsane di zoccolette a cui donaron stilografiche per addobbarle col figo che non s’ingroppano, sebbene l’inchiostro sia mostruoso d’offese in fila nelle mutande lor rifiutate”.

E resusciterà da the tomb, proprio con Sly, icona marcia e anche immarcescibile che, sulla sua antica icona, sta ora plasmando il mito expendable di chi sa ben spendere le cartucce prima d’espirar il colpo fatale.

Av-verrà in  Grudge Match, fra una Kim Basinger sfatta però ancor d’accalorare per stenderla al tappeto. Infoiato nella foga, Lei ora monachina, delle cosce da settimane e mezzo metro di manzo da pochi centimetri presto “annoverandole” ché ancor provoca per il sessanta-nove.
Sessanta, pressappoco la sua età, 9 sta per “tombola-tombale-tombino ché il pisellone è ora poco trombante” di Mickey Rourke (mercenario che non le cena più di fame, il posacenere) coetaneo da capricci “plastici” su chirurgia “viver sani e belli-sempreverdi” nonostante mangiamo solo verdura per non ingrassare, colpa che non confezionamo più “confetture” a letto a base dei tal “denti-gengive”-tali ingredienti, ex ricostituenti: fettuccine al sangue con fornicate inforchettanti, forbici “taglierine” nel triangolino e aromatiche per il sesso “amorevole” dei cazzi non più durevoli ma “sformati, di palle esplose, dai microonde scop(pi)ati, patonza ora solo appiattita senza neanche un gonzo da lavare”.

La Basinger è come il regista di The Last Stand. Prima c’illuse con dei capolavori “aerobici”, coreografie snodate da “urlo” eccitato, adesso s’è ammosciata nel p(i)attume.

Ora, ripeto: lanciatemi e slacciate una stallona e lo prenderà Rocky. Di pen’-igirici e prese al suo culo.
Che sono questi film che ci girano “intorno?”. Accade di tutto, poliziotti che son “manganellati” da teppisti senza pistola, bar scalcinati con calcio al frigorifero dei gelati, Peter Stormare pelato più di Bruce Willis, bravo a esserne parodia quando Peter fa il serio, strade assalite, inseguimenti nei campi di grano con l’ombra-scia dell’emulo di M. Nyght Syamalan che scatta foto signs, segnaletiche senz’etica, violenza senza briciolo d’autoironia e automobili troppo comiche.

Ridatemi Conan. Egli sapeva essere Terminator senza ammiccare, cinefilo, con occhiettino a mandorla.

Questa non è l’opinione d’un italiano che suona il mandolino, ma d’un BalboaBobo che “strimpella” la chitarrina di tua moglie. Curala dal catarro, rendila anche tamarra.
Vedrai che ti amerà senza Cancro al fegato.

Il resto sono delle stronze.

Questo Schwarzy fa lo stronzo ma ci pare una stronzata.

Last Action Hero formato Arnold, quello del telefilm

Dovete sapere che uso i pannolini, spesso piangono i miei “assorbenti” neuroni frastagliati nel tragicomico dei manicomi sociali, fra il mio being che mi torna indietro al boomerang e vari splash dei fumetti mentali su viaggio tortuoso di vicoli “ciechi” illuminati dai miei sensi nel senza senno, soprattutto quando non ho sonno, cioè sempre col sorriso sgranato

Sì, di Notte, mi catapulto in cucina e acciuffo i biscotti della nonna, inferocito di fame “sessuale” inappagabile nel wafer che poi vomiterà la cioccolata “calda” nel water per indigestione bollentissima da “bollito”. Sì, mi son stufato di tutto quanto, anche delle tuffatrici che, di caviglie sinuose al placido “sciacquarmele” del Tempo-ral-anal-itico mio amato di mano, strangolavano nelle strabuzzate erezioni per rassodare i malumori dopo tante perniciose malelingue. Che ricordi, da “giradischi” inton(n)ato di volume “altissimo”. Quando Cagnotto Tania s’aggiustava il costume e io, scostumato, mi strappavo la “lampo” e poi, con calma moderata nell’andamento lento, coglievo il fotogramma mio più “sviluppato” da medaglia d’oro di “spruzzo”. Ah, come al mare, sul divano in pelle color giallo-oc(r)a, ecco che avviluppai tante donzelle per la mia, lì in mezzo, gazzella abbronzante di spiagge paradisiache ma salsedine.
La famosa “gazza ladra” del mio rossore alla Gioacchino Rossini, compositore incomparabile eppur così descritto, “buongustaio” da “Wikipedia”:  ipocondriaco, umorale e collerico oppure preda di profonde crisi depressive, ma pure gioviale bon vivant.

Più che altro “vivendomele” tutte bone nel “bonaccione”. Più che Gioacchino, direi fiacco ma di fianchi come Lui avvinnazzato.
“Sgozzato”, ad “aizzarmelo” nel rizzarlo, fra more, rossettine, corvine, nere e biondine, una merendina, un’altra “maialatina”, “Li mortacci tua quanto m’è diventato duro!”, i muri insonorizzati ché i vicini non potessero ascoltare i “potenti” miei godimenti ululanti (già, il fringuello volava bell’ bell’, sognando che codeste, a pecorina, belassero nella “bestia” voluttuosa), la stiratrice del piano di sopra che voleva “sturarmelo”, e i tiranti delle corde elastiche dei pantaloni Everlast.
Infatti, “insormontabilissimo” come l’Everest, orientato fra sudafricane, nordiche e svestite a Ovest del mio in “festa”, infestante, “fastoso” e, dopo l’apice dell’orgasmo, di nuovo stizzito e poco tozzo sotto il livello dell’acqua.
Altitudini prominenti d’una mente che, alla vista di tali svettanti donne dinanzi al mio sventolarlo, subivano scosse “tettoniche” nel terremoto ormonale del poi finale “detonare”. Abbassando la cresta da gallo sotto le mie croste senza vera “crostatina di mele”.
Un cocco all’albicocca, a-dorando gnocche da sgranocchiare con “gocce” delle mie adocchiate per il piccante, sempre su e poi afflosciato nel “Vai col liscio”. Che musica per le mie orecchie.
Però, l’onanismo alla “lunga” fa venire… due palle.
E, a furia di toccare, c’è il rischio di non “raschiarle”. E diventare solo un uomo che fischietta, “pigliandola” così come viene, non tanto “pene”.

Ogni mattina, mi son “prefisso” questi numeri… di telefono per contattarle al fin di tastarle, non di cavo, ma “strillando”-castrato prossimo: quello della dottoressa Levante Luisa, una a cui levar la Laurea per spingerla d’aureo, Ponente Sonia, donnetta che però sprona al tramonto, e Ghezzi Enrica, omonima di cognome del fuori orario al femminile, meno cervellotico ma più per l’uccello.

In fin dei conti, il coito è affar nostro.

Io sono il Conte, quindi nessuno sconto. Come dico io.
Mi sa che non ci sarà neanche un colloDracula morì di sete.
Meglio comunque di te, che hai le corna.

A masturbarsi si perdono le cornee. Può darsi, ricorda zoccola: “Non darmela”.

Sì, si professano tutte vergini queste professorelle. So io, invece, come sborsano…

Invero, sono un patito delle donne, collezionista, come pochi altri, delle ossa mie che un po’ rosicano, talora arrostiscono. Insomma, così è per tutti, a volte va, a volte non “entra”.
Pazienza, ci scapperà la sega, senza scopata, appunto, del John Travolta di Pulp Fiction, detto l’Eric Clapton delle sue “corde vocali” quando “stecca”.
Ne vado matto. Credo che il mio non “essere sociale” alla Jimmy Bobo, derivi proprio da un’alterata percezione che i miei coetanei ebbero di me. Quindi, per un certo periodo, si bloccò, insomma fu boicottato e nessuna “imboccai”. Non cresceva neppure, in zona “bavaglino” del tinello con la Nutella ad addolcire e poco “cucchiaino” a “smaltare” di glassa e di “grosso”.
Fu per colpa anche proprio delle piccioncine che “rimpicciolì”. Sì, loro andavano coi picciotti e io mi davo ai pasticcini mignon. Che mignotte!
E dire che la “cariatide” del Mickey Rourke, tornando a questo qui, “in erba” c’era “tutto”. Per la mia Carré Otis mi sarei tagliato il mignolo con tanto d’anulare sinistro per ambidestri amplessi anche solo per sfiorarle il mignolo.
Più che Otis, fu un Hostel. Già, tanti sogni a castello e molti nel cassetto ma, per di più, incassavo e il mio “bottino” scassinavo. Molti adolescenti si recavano al casino, sempre feste, Notte e dì di pe(pe)rine, di mio incasinai nel Sam Rothstein di Casinò. Sì, colui che vede lungo, pronostica le scommesse altrui, ma finì, per un po’, a far il messo, mentre le messaline, di Domenica “intingevano” e poi di “permanente” nelle mèche del “mescolarseli” ben n’eran “tinte”.
Tutti dentro alle liceali con ambizioni formato “conigli”.
Sì, la prima educazione “puritana” partì per colpa di Don Giuliano, parroco troppo parruccone.
Provocai la figlia della Rosselli, una già col rossetto a otto anni, oggi l’usignolo m’ha detto che sta con un nano da “Cappuccetto”. Ero già Max Cady, ma Giuliano volle rendermi candido.
Sì, bagnai di “bianchetto” una da “macchiare”, e le imbrattai il quaderno di tal “scarabocchio”. Solo perché imparasse a chinarsi in adorazione del mio “Altissimo”.
Giuliano mi portò in sagrestia, e mi costrinse a leggere il Vangelo.
Lo lessi da cima a fondo, ripetendo i passi più equivoci, come quando non si capisce se Gesù stava con Maddalena o davvero pensava solo all’Alleluja, predicando sulle altalene agli uccelli.
La “tensione” s’allentò, ma Giuliano mi cacciò un ceffone:

– Lurido porcellino, non fare l’Ezechiele se ancor prima non hai affondato nel miele. Altrimenti, sprofonderai all’Inferno, e saran, come disse Lino Banfi, volatili per diabetici, cioè cazzi amari.

In tutto stile, senza battere ciglio, gli posi una domanda che lo raggelò:

– Giuliamo, siamo uomini o no? Lei e suor Aquilina, quando “cala il sipario delle recite”, recitate sull’altare?

Giuliano bevve l’amaro Giuliani. E scoppiò a piangere perché avevo pronunciato quella frase d’intuizione che non pontificò ma rabbonì il suo nasino da “sorelline”.
Din don dan, suonan le campane!

In poche parole, credettero fossi fermo alla Cresima, invece ho sempre amato Roberto Da Crema, l’imbonitore televisivo che t’incita, urlatore, a scartare le “bomboniere”.

Oggi, una squinzia desiderò “deliziarmi”, e “sbandò” in chat. Fui colto alla sprovvista, era appena alba, ancora in ciabatte.

Le ho replicato così: “Ciao, sbandi per me? Questa storia delle sbandate è un’emerita puttanata, ma fa Piacere eccome, stimola l’autostima per alzare.

Sei molto carina, a giudicare dalle foto non mi sembri il tipo per un altro, eppur, scavando a fondo, nella tua minigonna pantacollante, i miei occhi incollano e subito ti vorrei chiedere una “cortese” amicizia, ambendo nella speranza di baciare le tue calze, permettendomi qualcosa che s’innamorerà.
Possibilmente potrebbe incalzare. Tu scalza, “lui” incazzato.
Ci stai? Se non ci stai, statt’ bon’.

Fra i due litiganti, il terzo gode?
Chi è il terzo?
Willis Bruce? No, Bruciato Luciano, uno lucano.
Eppur cucca.

Guarda la gente e s-fotte.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Last Stand (2000)
  2. Last Action Hero – L’ultimo grande eroe (1993)
  3. The Tomb (2013)
  4. Jimmy Bobo – Bullet to the Head (2012)
  5. I guerrieri della notte (1979)
  6. True Lies (1994)
  7. Ancora vivo (1996)

Mezzanotte e 0,001 secondo


26 Nov

“primo negativo, guardiamo al positivo, il male vien per nuocere tutto”, una play al Giorno toglie il tuo psichiatra di “torchio?”: I film dell’anno saranno…

… sentenza dogmatica, “(a)stigmatica” del Falotico addolorato eppur adorato, prossimo alla Beatificazione, a forza d’aspettar Beatrice ché “levi” l’ascesi…, soprattutto l’ascesso, via dalle palle, cessi!


– Stefano, mi sei sceso. Sei diventato uno scemo.
– Ah sì? Basta che “salga”, che m’importa della “cattedra(le)?”

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Django Unchained (2012)
    Tarantino realizza il sogno d’una intera esistenza. Unisce la sua antica passione per Sergio Leone, e la “rispolvera” fra le polveri del West a modo suo. Semi-Franconero, seminando gli avversari con un capolavoro che solleverà, appunto, un già classic polverone. Pistolettate, “saloonizzate”, gente appesa come salumi, stronzate, DiCaprio con la coda “caprina”. Ku Klux Klan, gente che si prende per il culo, vendette, tribalità, Clint Eastwood che, di cameo, spunterà e urlerà: – Che roba è? Ridatemi gli spaghetti! Manca il peperoncino a questa salsa!
  2. Zero Dark Thirty (2012)
    Kathryn Bigelow è innanzitutto una figa suprema. L’unica che ha superato la menopausa, riuscendo nellatitanic-a impresa d’essere una cinquantenne (60?) molto più sveglia di quel furbacchione dell’ex marito, Cameron James. Uno a cui va la mia stretta di mano per esserle stato “avatar”, “affogando” nel suo “point break”.
    La milf è più attizzabile di tante ochette dei college. Anche perché possiede una mente azionistica, che spara mitragliante con dei contundenti da “lupa”, dunque “condendo” su thrilleroni rosso cremisi come Jessica Chastain, una che “raderei” al suolo. Mi denuncerà per “terrorismo” da “integralista”, ma i suoi capezzoli son come le Torri Gemelle. Il kamikaze ci sta.
    Costi anche lo stalking.Joel Edgerton prenderà le sue difese, asserragliandomi in casa. Assieme ad altri marines, proverà ad abbattere il mio “bunker”. Sfonderanno la porta ma li “disarmerò” con la mia risata innocua “a salve”: – Volevo solo sfondarla, tutto questo bombardamento per una bombata?Joel riderà di gusto e anzi inciterà maggiormente da caporale:
    – Hai fatto bene Stefano. Comunque, non siamo qui per incriminarti di volerti fare Jessica. Anche perché noi ce la siam già fatta. Quindi, questo problema mi par ovvio. Noi maschi abbiam fatto due anni di militare a Cuneo, vero? Ogni fulva merita la volpe.
    Siamo qui perché c’è arrivata una segnalazione. Hai minacciato il suicidio. Dovevamo salvare il nostro soldato Ryan.
    Sicuro di sentirti bene?
    – No, voglio Jessica.
    – Ok, provvediamo subito. Componete il suo numero di cellulare (intanto, mi confida alle orecchie che ha messo però su un po’ di cellulite). C’è un uccello spompato. Va rimpolpato.- Pronto?
    – Sei tu, Jessica?
    – Sì, vuoi scoparmi?
    – No, non tocca a me. Vieni a casa del Dr. Falotico, quanto prima. La situazione è tragica.
    – Sì, agli ordini, Joel. Ma è carino?
    – A me pare un bell’Uomo. “Toccherà” a te “constatarlo” di persona. Una tastatina, nulla di che.
    Poi sarai libera per il prossimo film di Malick, La falsa metafisica d’una con un fisico da thin red line.

    Se avete letto, fin qui, e avete leggiucchiato la trama di questo film, dovreste aver capito tutto.

    Rappresento la legge di Murphy, “Se qualcosa può andar male, lo farà”. Appunto, mica tanto…

    Ma sono autoironico e beffardo alla De Niro da Oscar. E la butto a ridere, anche se vorrei sbatterla a letto, similTonino Accolla di risata inconfondibile alla Eddie…

    It’s Showtime!

  3. Being Flynn (2012)
    Storia vera
    ,sì anche un po’ lynchiana. Può Paul Weitz prendere una novella sui barboni e ricavarne un film?
    Sì, another bullshit night in suck city. Nick Flynn diventa, appunto il titolo alla essere-non essere.Il libro, praticamente introvabile (all’uscita del film, le librerie però, ci scommetto, se ne ripopoleranno), fu uno dei miei regalini di due anni fa. Lo trovai dopo girovagare per tutta Bologna. Spesi circa mille Euro di benzina, solo per un “deca” del prezzo. Lo rinvenni in una botteghella, ove il padrone era un simil cinese dei Gremlins. All’epoca, svolsi “servizio” sottopagato, ipersfruttato in Pinacoteca, ove stavo seduto per ricevere circa 20 Euro per quattro ore di lavoro. Roba da finire come De Niro di questo film.
    Le agenzie giustificarono, dicendomi che non avevano di meglio per un genio della letteratura senza credenziali:
    – Ora, i suoi romanzi sono dei capolavori, ma non ha la Laurea. Quindi, o la sbattiamo in magazzino o a far il manichino ai “Grandi magazzini”.
    Saltai alla gola di tal fetente “referente”, fui deferito “infernalmente” e, dopo i “forzati”, obbligato a sforzarmi per non suicidarmi.Sì, questo libro, che leggiucchiai appunto mentre da “guardiano” guardavo i quadri, con indole “guardona” per le migliori Botticelli del “turismo” straniero, mi fu illuminante.
    Mi riconobbi subito nel Bob.Un genio paragonabile a Mark Twain, le cui circumstances l’hanno bloccato nella stanzetta.
    Neppure il figlio crede all’incredibile viaggio psichico di uno che si scopò Julianne Moore e ora è “murato vivo” e vorrebbe solo appendere al muro chi gli ha fatto perdere tutto.

    Si rimbocca le maniche, fa due conti (in tasca no…), e ritorna a scrivere, incontrando il figlio che, come abbiamo visto, l’ha (s)fottuto. Il figlio è un assistente sociale per i senzatetto. Gli homeless, quelli a cui preparano solo leomelette. E vengon trattati da “ominetti” perché, sotto il caminetto, non hanno una da riscaldare di tette.
    Il figlio comincia a commuoversi, e lo provoca perché si dia una mossa.
    Padre e figlio litigano, Jonathan (De Niro) “spara” a freddo, ipercongelato, “ficcando” altri colpi (ficcanti sessualmente no…), altri libri che nessuno leggerà, perché li riterranno solo freddure d’uno che (non) si scalda tanto.
    Invero, De Niro vorrebbe solo esser di nuovo rosso nelle lentiggini di Julianne.
    Invece, beve l’amaro Giuliani. Per digerire il fatto evidente (per il lettore e anche per lo spettatore, vedrete…) che, in effetti, è davvero un genio. Ma gli altri personaggi del film, come avviene nella vita “reale”, non lo sanno e non gli danno retta. E lui finirà solo che più inculato da “coglione”.

    L’importante è che lo sappia Falotico…

    Stenderei un velo (im)pietoso su gente penosa che, leggendo la mia prima opera, mi trattò a pesci in faccia e mi urlò: – Ah, allora, sei doppiamente scemo. Un genio che finge di essere depresso.
    Vai a dar via il culo! Ti strappiamo le palle. E pure le pagine.

    Siamo entrati in causa con tal malfamati, ora si son rinchiusi in casa per la vergogna.

    Vedi, a fare gli idioti da circo? Finiscono poi nelle stanze della stalla della loro testolina da bimbetti.
    E dire che s’eran messi in mezzo pure i genitori, gente molto “colta” e “cresciuta”.

  4. Jimmy Bobo – Bullet to the Head (2012)
    Ecco, si ficcassero in testa questo: sono come Stallone, prima o poi torno grande.
    E sono botte! Da guerriero della Notte!
  5. Flight (2012)
    Anni fa, incontrai una grassona fanatica di Denzel Washington.
    Le ero affezionato, anche perché Denzel a me piace. Un’affinità “erettiva” che se ne frega del razzismo.
    Le donne sono false. Non si sposerebbero, almeno qui in Italia, mai con un “nigger” ma, quando vedono il Washington al cinema, perdono la testa e, a bassa voce, pronunciano: – Se fossi mio, ti perdonerei tutto. Bruciamela come Nerone! Sono la tua bomba atomica d’Hiroshima!Come andò a finire con la grassona? Il “mio” non volò, ma la feci nera.
  6. Cloud Atlas (2012)
    Dicesi superstronzatona colossale di cast stellare.
    Tom Hanks rappresenta il grande attore che fa spesso la parte del fesso.
    Halle Berry rasenta il massimo, vero maialini?
    Come dico io, la mulatta allatta.
    Per il resto, mi sembra un “filmone” per quelli da latte.
  7. Killing Season (2013)
    Travolta ce l’ha con De Niro, che se ne vorrebbe solo stare in mezzo ai monti, dopo aver quasi lasciato le penne in guerra. Travolta ha un conto in sospeso col Bob.
    Si spaccia per amico ma se lo inimica subito.Ora, ve lo vedete il Bob, a quasi settant’anni, correre per gli Appalachi col fucilone in mano?
    Io sì.
    Per questo mi distinguo. Sfodero la cartuccia quando tutti pensano che non li colpirò.
    E fanno le giravolte come John, non capendo un cazzo del “loro” trivellato.Travolta: – Signor Falotico, l’ho scoperto. Lei fa il tonto di “richiamo della foresta” per non andare in guerra.
    Falotico: – Guarda che la guerra è finita. Posso leggere in santa Pace di Cristo questo “tomo” (in testa) di Marx, adesso?
    Travolta: – Cosa vuoi fare, il Rambo di turno?
    Falotico: – No, pensavo a un altro mercenarioChuck Norris. Un rombo di tuono nel tuo culo, razza di panzone!

 

“Bullet to the Head”, Trailer 2


28 Oct

 

Egli è il migliore nel business.

 

Stallone è un genio – Non scherzo, chi confuta il mio fiuto, è un bietolone!


11 Oct

Sì, che barba(bietole), che noia.
Basta con lo “zucchero!”. Piantatela con le vostre piantagioni di “cinema sdolcinato!”.
Adorai Stallone perché il suo oro merita solo un pugno… alla vostra faccia!

Sì, Sly viene invitato al Festival.
E i “cinefili” s’accaniscono. Preferiscono i film di “ruggine e ossa“, anziché i suoi muscoli.
Consigliano a Stallone e agli organizzatori di “dimettersi”.
Ma si dimettessero dalle loro teste!
Be’, be’ e sempre a mettere il becco di “beo(ti)”.

Sì, stavo pensando di noleggiarmi questo film: Le valigie del portaborse, film ad alto contenuto “esplosivo”.

Poi, emetto il “berretto verde” da “tenente-colonnello” alla Al Pacino!:

criticate Sylvester? Solo perché lo invidiate?
Questa signori miei, è una grande stronzata! Stallone ha girato un sacco di bischerate, dette volgarmente “porcatone”, ma Rocky, Rocky Balboa, Rambo e John Rambo sono dei capolavori. A cui (al)legherei  Cop Land. Anche il prossimo Walter Hill m’attizza.

Mercenari della carta (igienica) “stampata”, questo è il mio verdetto. Non si discute, è expendable!

Al che interviene Melisia, detta “La melassa”, e replica che, se sovra(e)ccitati film sono come io li definisco, “lei” aggiunge ‘Nù jeans e maglietta!

Sì, è proprio come Licia, “costei!”.
Non va “assoldata“, è da film di Silvio Soldini!
E gliele suoneremo!

Che cazzo vuol pretendere di sapere chi non ha mai visto neppure il logo della Nu Image?

Quindi, il direttore di questa “scuola di cinematografia” mi vorrebbe invitare alla calma:

– Ora, basta! Lei sta esagerando! Si moderi, Falotico!
– Analfabeta! Le faccio vedere io cosa sono capace di fare quando esagero!
Ed ecco il lanciafiamme!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Bullet to the Head (2012)
    Ti “entra in testa”, o no?
  2. Pane e tulipani (2000)
    Sì, ma io non sono “buono”.
    Gli olandesi stessero nei cavolfiori di Bruxelles.
    Io son appaiabile al “belga” Van Damme!
    Siamo delle belve!
    Forza, beviti questo. In pancia!
  3. The Tomb (2013)
    Sotto la panca, la capra crepa, sopra la panca il “caprone” si fa gli addominali delle caprette.

    Evviva DiCaprio!

  4. Scent of a Woman – Profumo di donna (1992)
    Preferisco il “mio”.

“Bullet to the Head”, il Trailer


17 Aug

 

 

Proprio nel Giorno dell’uscita de I mercenari 2, il mitico Sly debutta con questo Walter Hill d’annata.

 

Jimmy Bobo ha passato tutta l’esistenza ai margini della legalità come sicario professionista, muovendosi di soppiatto tra le vie di New Orleans, quando il misterioso assassinio del suo partner lo porta a dover unire le sue forze a quelle di un poliziotto di New York, mosso dalla rabbia e dalla voglia di vendetta nei confronti di chi gli ha ucciso il collega che lo affiancava. Sacrificando anche le loro vite private, i due si troveranno invischiati in una torbida e complicata faccenda che li porterà fin dentro ai corridoi delle stanze del potere di Washington. 

 

 

(Stefano Falotico)

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