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Il Falò della notte nell’Alba… Parietti


12 Aug

Alba Parietti 68621488_2249519295097384_6861666032994484224_n 69067234_2249571491758831_1592231800686510080_n

Cala la notte, i fari emanano la loro luce sulle onde del mare mentre il firmamento si copre di Fog e John Carpenter si lancia giù da uno strapiombo come Tania Cagnotto per immergersi negli abissi della sua grandezza oceanica.

Allora, carissima Alba. Chiariamoci innanzitutto su una cosa. Hai 58 anni. Dove? All’anagrafe, forse. Ieri, guardando le tue foto in bikini, spontaneamente ho avuto un’erezione enorme. E sono molto, molto più giovane di te. Dunque, 58 anni si fa per dire. Sembri una trentenne, hai un fisico mozzafiato, un culo portentoso, un viso stupendo che induce al dolce peccato più malizioso, gambe longilinee che ispirano ardori voluttuosi, insomma sei una grandissima figa scesa dal cielo per rendere paradisiaco ogni uomo ardimentoso. Nessun uomo non abdicherebbe dinanzi a te ignuda e libidinosa, strafottente nella soavità maestosa delle tue armoniose grazie erotiche incommensurabilmente seducenti. E lo sai.

Perché però reciti sempre il mea culpa? Pare che tu voglia scagionarti da qualcosa. Dall’essere una figa immensa? Che mi eccita da morire, con cui farei l’amore sino alla fine dell’inferno, no, dell’intero universo, bruciando fra le tue gambe e sospirandoti ogni atomica mia esplosione frenetica e ondosa, morbida, liscia e cremosa? Stai antipatica a molti. Anch’io, in alcuni miei scritti, ti avevo criticato, sai? Perché, appunto, pare che tu non sopporti di essere così bella. Sembra che per te sia quasi una colpa eccitare gli uomini e attirarti ovviamente le invidie delle donne. Non ho mai condiviso la tua scelta di rifarti le labbra, questo sì, ma stai benissimo lo stesso. Ti ho detto, se ti vedessi dal vivo, credo che nemmeno l’Apocalisse mi fermerebbe dall’avvicinarti e sfrenatamente corteggiarti. Spronandomi come un cavallo inferocito e imbizzarrito ad ardire per ardere, dentro di te, sospinto dalla lieve bramosia mia crescente fra le tue gambe lucenti.

Sei bellissima, per te il tempo non esiste. Anzi, più anagraficamente invecchi, più acquisisci fascino e sex appeal rifulgenti.

Smettila, perciò, con questi post in cui pare che tu debba giustificarti. Fellini ti definì una “mascalzona”. Sì, lo sei, nel senso positivo del termine. E allora? Io ti scoperei seduta stante e me ne fregherei, accarezzando anzi ogni tua caldissima fragranza. Non me ne fotte nulla, infatti, del giudizio della gente, vedo solo una donna desiderabilissima, magnifica, inaudita. Per fermarmi, bisognerebbe chiamare i marines, sarei un fuoco dinamitardo irreprimibile e sempre attizzato, una sex machine da guerra a letto come Rambo impazzito più di già come lo è.

Tu, Alba, hai coscienza di essere una delle donne più belle della storia? Sì, suvvia, non mentire. Cammina a testa alta, anzi, spogliati anche in strada. Mi fa piacere che in questi giorni tu stia inserendo tutte queste foto sfrontatamente provocanti. Tu incarni il peccato, tu sei la DONNA. Lo capisci?parietti

Adoro immaginare un culo e (non) mostrarvelo di (s)contro


12 Apr

– Ci sei voluto entrare? E ci sei rimasto! (Al Pacino, Heat)

Oggi pomeriggio è stato all’insegna, anche non rispettata stradale segnaletica di “guardrail”, del culo a (non) com-planarvi.

Uno di quei culi “sfondati”.

 

Sì, dopo un pranzo indigesto in quel del mio loco-“loculo” di via della Ca’Bianca, ove risiedo periferico di Quartiere Navile bolognese, con lo stomaco in subbuglio, a causa del pasto masticato con disgusto, decido di digerirlo nell’andar a prendere un caffè dall’altra parte della città, anzi nell’entroterra(gna) di Castenaso, frazione limitrofa “dotata” di Bar Centrale, ritrovo nevralgico, anche nevrotico, di gaglioffi senza un soldo che scommettono dalla tabaccaia amarcord lì ubicata a sperar di averla… non più questa (s)figa ma di botta di posteriore, un bar sordido gestito da un albanese schietto come le fiaschette dei suoi clienti vecchietti, i quali di fiasche ammiran i fondoschiena delle donnacce più ubriacone di quella “zona” anteriore, nei pressi della “rotonda” pericolosa…, sì, statevi (ac)corti, non “allungatelo” in curva.

Al che, bevo…, ottimo, aroma smaltito in 30 secondi netti su sigaretta Chesterfield aizzante il mio sbuffar in faccia alla clientela “elegante”, e rientro in macchina, sostata in una piazzetta vicino a un chiosco lì adiacente vendente birrette annacquate, gelati sciolti come la diarrea più “soffice” e “liquorosa”, e pizzette asportate dal fegato dei cani randagi che ne vomitaron la “mozzarella” ammuffita la sera precedente all’acquisto della medesima da parte del bottegaio. Uno che appunto vende cibo avariato, avvelenando gli acquirenti, da cui ora capisco perché ogni giorno Castenaso annota nel “Quotidiano” locale dieci morti per ragioni gastroenterologhe inspiegabili. La questione demografica della bile indimostrabile.

Ebbene, “spingo” la freccia, aziono la leva del cambio ma, all’improvviso, che schianto. Dinanzi a me, in tenuta attillata a ritto subito “ingranarmelo”, una ragazza ballonzolante di culo asciuttissimo che sta camminando impettita su gran contemporaneo “incazzarmelo” e volerla tamponare. A bruciar il carburante dei miei occhi nel suo “dolce” scroscio su e giù di glutei sodi come il duro… marciapiede da lei soavemente cadenzato su carezzarmelo seppur virtualmente (im)mobilissimo dentro la carrozzeria dell’automobile. Glutei duri dalla tenuta “che va sul bagnato”, indistruttibili come i mattoni del pa(la)zzo dirimpetto a lei “sui viali”.

In preda al “panico” e alla catatonia raddrizzante in mezzo alle gambe su sguardo mio al “tergicristallo” di polluzione eiaculante, non mi accorgo che, svoltando, sta nel frattempo passando una macchina. Freno bruscamente ma, nonostante la mia “prontezza di riflessi” e del mio “fesso” eroticamente all’olio “trivellato” fra le mutande “petrolifere” a (es)tenderlo di macchioline spermatiche, spacco di putiferio il suo specchietto retrovisore. Il conducente dell’auto scende più “incazzato” del mio, intanto, di sollevato “freno a mano” dato l’urto allarmante, lo blocco subito dal fottermi di fisting, cioè pugni tosti, ster(ili)z(z)andola in barzelletta, però densamente penso, fra me e il mio, che voglia incularmi ma preferisce una “sodomia” più delicata. Non vuole la constatazione amichevole bensì subito la “grana” per riparar al danno. Io, di malavoglia, son costretto al ricatto.

Ah, il didietro di una ricotta di (s)vista può farti pagare 100 Euro di “contravvenzione”, con la beffa che non sei venuto né sul suo ano e neanche da onanista sotto i baffi puoi dir d’essertela (s)passata davoyeur.

Probabilmente, codesta era una puttana. E i miei 100 Euro dati al “danneggiato”, serviranno a costui per pagarla. Lei gliela allargherà, elargendogli la “multa” se non userà la cintura di sicurezza, come esige costei, sadomasochista di quelle “forti” e resistenti.

Ricordate: sono un uomo ve(tr)o rotto, da rottamare.

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