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La morte di Luke Perry, Il nome della rosa con John Turturro e il mio carisma imbattibile da Sean Connery


05 Mar

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Siete rimasti tutti stupefatti e pietrificati dalla morte di Luke Perry, bello per antonomasia delle vostre fantasie pre-adolescenziali.

Quando voi, ragazzine con la fighella sulla rampa di lancio, trepidavate sia per Luke che per quell’altro viso spigoloso di Ronn Moss di Beautiful.

Poi sarebbe venuto il peggio. Crisi anoressiche, competizioni, semmai un fidanzatino che amava le gambe della tennista Monica Seles e, pensando al momento della limonata schifosa con tanto di foglie d’insalata fra i denti del suo sboccato ritardato e della sua sciocca da Fool’s Garden-Lemon Tree, perdevate ogni faith no more, amando Tarantino solo perché di Tarantino avevate capito soltanto la volgarità “cool”, ché fa tanto trasgressione da quattro soldi.

E, ascoltando quella povera pazza “istruita” di vostra madre, vi siete laureati/e alla facoltà istituita da quel trombone di Umberto Eco. Arrivando, col pezzo di carta, a voler fare il bello e il cattivo tempo su tutti.

Ma, improvvisamente, nel bel mezzo del cammino di vostra arroganza, il cielo vi ha flagellato con un “ictus” o qualche altra malattia debilitante.

E tutte le vostre certezze sono andate in frantumi in un nanosecondo. Tutta quella boria, quell’alterigia stronza, ops, è stata vanificata, distrutta da una botta, ho detto cazzo che botta…

E invece, ogni giorno che passa, io divento sempre più bello, più veloce, più grande come il leggendario, saggio Sean Connery.

Perché mai mettersi contro uno così.

E la bellezza non si può rovinare con le porcate, le invidie e le scemenze delle fattucchiere frustrate e frigide.

Ieri è morto anche Keith Flint, cantante dei Prodigy…

Cara la mia deficiente saputella, rimetti su, nei momenti di forte lutto, Smack My Bitch Up.

E non ci pensare. Su.

E questa è cultura! Anche una tua fregatura! Lo so, ora è molto dura.

Devastante!

Si chiama presa per il culo alla demente schizofrenica gelosona di merda. Oh, carissima, se ti senti gravemente depressa, all’assistenza sociale ti daranno un sostegno e qualche pillolina.

Ahuahuaha! Eh già. Coi criminali bisogna essere più stronzi di loro.

Sì, detto ciò, gli eventi occorsi ancor m’inquietano quando, all’alba, alle prime intonazioni del gallo e al suono angelico delle campane che odo provenire dalla limitrofa mia parrocchia San Martino, mi sveglio e la vita m’accorgo ch’è sempre un perenne combattimento, un travaglio perpetuo, un’infinita ricerca del vero e del Verbo. In tale società d’intrighi di corte e di sotterfugi biechi ove, se hai l’ardire e l’illuminazione, di scoprire le atroci verità nascoste degli ipocriti, ti fan passare per malato di mente, adducendoti psicopatologie figlie solamente dell’ignoranza più oscurantistica e bugiarda. E semmai, nonostante mille, superflue, evitabilissime indagini lerce alla tua anima, qualcuno, dinanzi alla verità tanto così cristallinamente rivelatasi, possiede ancora la malvagità, figlia delle sue mai curate ansie e cattive usanze, di dirti che soffri di manie di complotto quando, invero, è stato tutto soltanto un maligno, esecrabile e realmente ordito imbroglio per farti credere d’esser storpio e orbo, un grottesco, interminabile fraintendimento dettato dalla più lestofante superbia e dalla più sciocca, medioevalistica, arbitraria superficialità vanesia e vana.

Io perdono ogni strega che nelle persone superiori han voluto maliziosamente vederci qualcosa di sbagliato e non uniforme alla porcellesca gioventù ribalda fatta e sfatta di frivolezza marcia e non invece balda giovinezza non solo sana ma forse anche santa.

Sono triste e addolorato per quanto è successo, e piango ogni giorno l’idiozia di tale miserabile assurdità.

E le tragedie accadute.

Ora, a vossignoria, a voi dell’Inquisizione e a ogni altro bastardo mentitore, così come io confessai i miei sbagli, inauditi e ammetto giganteschi, chiedo altrettanto di riflettere sull’imbecillità della vostra fallacità e riconoscere, purtroppo, che avevo ragione io.

Adesso, con estrema clemenza, concedo per l’ennesima volta il perdono e spero finalmente di poter vivere libero, vivaddio, come ogni uomo dovrebbe, senza più perquisizioni, deportazioni e altre amene mostruosità idiote.

La mia e la vostra è stata una reciproca, importantissima lezione di vita indimenticabile.

E, nel procedere dei miei dì sin al giorno della mia fatale morte, serberò nell’anima mia eternamente la perfidia animosa del vostro distorto affronto, benedicendo le mie colpe e anche le vostre fino alla pace e alla giustizia infinita del Giudizio Universale.

 

Firmato

Gugliemo da Baskerville,

cioè il Genius.

E sul fatto che sia un Genius credo che non ci sia oramai più il benché minimo dubbio.
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Firmato

Gugliemo da Baskerville

La vita è una continua delusione, ma meglio così. Che gusto c’è a vincere sempre? Alain Delon docet, ah ah


31 Jul

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Uh, sai che noia. Essere belli come Alain Delon dei tempi d’oro, non aver bisogno di sapere niente, andare in giro per istrada, e le donne ti saltano addosso. Avere il cervello di una capra, non conoscere Mozart e pensare che Paola Cortellesi sia una brava attrice, e ricevere baci dappertutto, in ogni zona erogena del corpo, in un profluvio zampillante di potere attrattivo immediato.

Sì, un uomo alla Delon, che quella sera ha cagato storto e, mentre cagava, ha avuto un’erezione sul water ma, in quell’attimo, gli è scappato lo schizzo della pisciata per lo sforzo dell’evacuazione escrementizia, e allora ha “pittato” tutte le piastrelle di un bel giallo canarino. Al che, pulitosi, sciacquatosi, ha preso la spugnetta e ha disinfettato le pareti. Poi, si è pettinato, lavato il viso e ha indossato il suo cashmere.

Sì, appena ha aperto la porta, tutte le donne son “schizzate”. Non sapendo che Delon è invero un imbranato merdoso.

Perché di Delon vedevano soltanto il carisma a pelle, da uomo-lupo di mare. Un uomo che non importa non abbia mai letto una sola riga di Nietzsche, perché ha degli occhi che si guadagnano da vivere semplicemente per il fatto di essere i suoi occhi.

Sì, Delon, non me ne volere Alain, mi ha dato sempre l’impressione di non sapere un cazzo di niente. Il vuoto assoluto. Ma poi si apriva al sorriso e ogni Romy Schneider diventava Piscina…

Sì, La Piscine, eppur in bagno Delon aveva lordato le piastrelle di un’allegra pisciatina.

Pensate a Sean Connery. La sua ultima grande interpretazione è dell’anno 1990. In Caccia a Ottobre Rosso. Da allora, andate su IMDb se non mi credete, ha girato solo delle semi-schifezze.

Ma la casalinga di Voghera sfoglia la rivista FilmTv e nota che stasera danno il film Alla ricerca dello stregone.

– Guarda, zia, che è una stronzata cosmica.

– No, non può esserlo. C’è Sean Connery.

 

Sì, certa gente vive di rendita sul suo carisma.

E Alain Delon, adesso, se ne sta sulle colline francesi a schiacciare le mosche coi piedi a mollo nel laghetto e a scaccolarsi eppure, quando torna a Parigi, la gente lo acclama.

Ma il caso più eclatante è Andrea Occhipinti. Oggi, è un bravo produttore. Ma è diventato famoso perché aveva davvero gli occhi “pinti”… Ho detto tutto…

 

Di mio, che posso dirvi? Ho comprato una scatola di fagioli scaduti. Ma ho perso lo scontrino della COOP e ora o li butto oppure me li magno.

 

 

di Stefano Falotico

Nella tetraggine di Bologna, in mezzo all’incantato stupore, si eleva un uomo di estremo candore che il baffo fa a De Niro e, sbeffeggiante, sanamente vive nel suo ne(r)o poeticamente solfeggiante


16 Dec

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Sì, De Niro ha il neo sulla guancia opposta alla mia, come si evince da questa foto che può rivaleggiare di carisma con l’interprete di War with Grandpa.

Molti uomini vivono da mentecatti, io la stima altrui non accatto e spesso in angoli riflessivi mi accantono e abbandono, forse dignitosamente mi abbottono, e in quei cantucci canto da uomo candido. Eppur spesso m’accascio… Sì, mentre la putrescenza avanza, e la putredine è quasi un sinonimo di schifezze, il Falotico viaggia nella sconfinata poesia della sua anima ridente in mezzo agli irredenti. Egli sa come irridere l’uomo medio che mal lo sopporta e, fra una cattiva parola e l’altra che inopinatamente gli vien rivolta in modo rivoltante, singhiozzando borbotta. Con nessuno fa a botte e non va a bottane, eppur è uomo mirabile quanto un bersaglio “facile” in mezzo a maligne cerbottane. Si districa nella realtà con indubbia sfacciataggine e lascia che i vili deprecabilmente lo angarino per rinascere sempre più giovane di loro e, al chiasso di massa, non s’ammassa. E chi lo ammazza? Il suo volto, scolpito e levigato nella roccia, è di bellezza sopraffina, impietrente le donne che lo concupiscono vogliosamente, ed egli, pur ringraziando le loro gentili “offerte”, non se ne svende e fuorvia i corteggiamenti di malaffare, essendo amante impertinente, uomo un po’ di calvizie incipiente eppur ero(t)icamente molto ardente. Forse è uno spaghetto che va gustato al dente, e i suoi sogni ardimentosamente il Falotico addenta. Nella psiche malata di molte gente egli, irriverente, si addentra e, nel bagliore del suo esser giocondamente “invadente”, nell’avventura intrepida della vita non si arrende. Scrittore i cui libri sono in vendita nelle maggiori catene librarie, è delle emozioni un puro libraio e anche un libro aperto. Perché non parla come la carta stampata e sa denudar la sua anima con classe inusitata. Uomo astratto, non certo un comune ratto, alle volte si arrabatta e cammina in ciabatte, eppur schiaccia te, infame blatta, che di olezzi ripugnanti il suo combattivo spirito vorresti inquinare con illazioni di sporca iniquità d’accatto. Il Falotico è amico anche dei suoi nemici, in quanto uomo sanguigno di caliente onestà ed è un bene nazionale di patria potestà. Conosce, nonostante tutto, la verità e, se qualcuno oserà nel volerlo corrompere, il Falotico con sfrontatezza lo sfiderà e poi lo umilierà, al bastardo, sì, ben solo gli sta. Forse ci stava “gli starà” ma non faceva rima, ah ah. In quanto Falotico è uomo testardo che ha alle sue frecce molti dardi e di solarità, anche giustamente cupa, nell’oscurità dardeggia poiché uomo che talvolta anche cazzeggia. Se lo può permettere in quanto splendido joker dallo sguardo vero come il miglior De Niro poliedrico. Fra beffatori e malfattori, il suo baffo alleva ed è indubbio che, come Bob, sia uomo di mastodontica bravura, contro ogni cattura, iattura e falsa, bugiarda congettura. Il Falotico non ama gli amori alla marmellata di mielosa confettura ma è romantico di gran statura. Alle volte soffre e abbisogna che alle sue ferite vengano “elargiti” punti di “sutura”, eppur è uomo che va nella vita come gli “tira” e, nonostante qualche capello in meno e qualche chilo in più, è sempre piacente di ottima acconciatura. Il Falotico non ha bisogno nella sua anima di alcuna accomodatura ed essendo intellettuale si pone molte domande e con le banalità non è accomodante. Non voglio il De Niro scomodare ma il paragone è alquanto allettante.

Adesso, dopo queste filastrocche, auguro buon sabato alle gnocche e faccio l’occhiolino agli allocchi. Poi mangerò gli gnocchi e, dopo aver digerito, scrocchierò le nocche.

D’altronde sono delle veraci emozioni un nocchiere, ah ah, e ricordate: il genio va di notte in mezzo ai cretini col cervello rotto.

Ah, battiamo le mani e suoniamo le nacchere, dai, bella sgnacchera!

 

di Stefano Falotico

Genius-Pop

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