Posts Tagged ‘Cinema Verità’

Raramente, anzi mai, imparo come si sta al mondo: Pippo Inzaghi è una pippa, c.v.d., e una lunga riflessione sugli attori e su questo decantato, patetico amore


27 Aug
SCARFACE, Al Pacino, 1983

SCARFACE, Al Pacino, 1983

Sì, nonostante in tantissimi abbiano tentato d’impartirmi regole comportamentali atte a imborghesirmi, e dunque a intristirmi, per adattarmi alla frivola mercanzia impiegatizia di massa, come Spartacus spacco sempre le catene dell’imbecillità e della mediocre adempienza alla collettiva scemenza. Vivendo perennemente a modo mio, oggi con far altero e duro da Jon Bernthal di The Punisher, domani da amante di Dario Argento prima maniera. Chiudendomi nel mio loculo e assistendo dalla mia finestra al cimitero ambulante di questa società sempre più edonisticamente sciocchina.

E mentre voi vi funestate in patemi d’animo, e mi complimento coi vostri fegati, davvero tosti, io mi allieto con canzoni maledette, planando nel cielo delle vostre ansie per invogliarvi a qualcosa di piccante e dunque peccante. Sì, peccate pure, non abbiate alcuna remora e mostratevi nella nudità della vostra eterna fanciullezza, rinunciando alle vetustà delle vostre anime impigrite nell’adattamento più bieco, mentitore delle vostre istintive, innate pulsioni. Datevi di tutto cuore e voi, donne, datemele di gran ardore.

Come volevasi dimostrare, Inzaghi è un pippone…

Sì, dopo due partite di campionato, il Bologna ha totalizzato soltanto un punticino, segnando la bellezza di zero goal. Accontentandosi di un pareggino nelle scorse ore contro il Frosinone! Ecco, questa squadra blasonata, che un tempo faceva tremare il mondo, ora si è ridotta a chiedere la carità alle neo promosse.

Io in tempi non sospetti (e vi basta ripassare i miei scritti) dissi che Filippo, detto Pippo, Inzaghi ci avrebbe trascinato dritti in serie B. Sì, è l’uomo troppo magro di cui diffidava Giulio Cesare. Un uomo troppo donnaiolo per essere un allenatore “spirituale” alla Mazzone, incapace d’infondere ai giocatori il piacere vero del sudore, della passione, del furore! Uomo berlusconiano che, appunto, militava nel Milan scudettato, che si circondava di zoccole che non usavano bene il sapone! E dunque io dissi che un uomo così non può essere un trascinatore, perché è troppo pieno di sé. E nei suoi occhi vi è smodato, arrogante osé.

I falli, no, i fatti mi stan dando ragione. E stiamo assistendo, noi tifosi felsinei, a un orrore. Una difesa tenuta su con l’Attack, un centrocampo inesistente, un attacco fantasmatico.

L’altro giorno, ho beccato perfino Blerim Džemaili vicino alla moschea delle mie parti. Sì, nella mia zona, da anni hanno elevato una moschea e, ogni venerdì all’ora di pranzo, tutti i musulmani si riuniscono a pregare. Quand’è che inizia pure l’ambaradan? Ah no, scusate il Ramadan? Ah, capisco, ogni anno cambia in base alla luna crescente di Maometto che non sa se andare alla montagna o sui colli bolognesi. Sì, per tutto l’arco del Ramadan, i musulmani si tappano in casa, hanno il coprifuoco, manco se in giro ci fosse Dracula. I musulmani, si sa, non mangiano carne di maiale. Nella mia vita, ho visto cose da La cosa.

Sì, vidi un arabo parlare in greco antico, che per sbaglio azzannò un hamburger che lui pensava essere carne di pesce. E allora, distrutto dal suo gesto offensivo nei confronti di Ali Babà, no, Allah, emise un gemito gutturale come De Niro nel finale di Cape Fear, quando parla tutte le lingue di Babele, quindi si sbudellò simil Udo Kier di Cigarette Burns, estrasse il corpo del reato, e urlò: – Porco Dio, non mi fotti suino! Io mi reincarnerò in un babbuino ma non sarò condannato alla maledizione per aver mangiato questo bocconcino.

Sì, DZEMAILO che, da quando non sta più con quella super gnocca mai vista dell’ex moglie, si è spompato (e dire che doveva essere il contrario perché m’immagino quanto si facesse spompinare…), è di origini albanesi. E quindi può darsi che sia di questa religione tanto odiata da Salvini.

Il signor Blerim che, detta fra noi, indossava una tuta da metalmeccanico dell’osteria numero uno…, la dovrebbe finire di pregare il suo dio e pensare a giocare. E non fallire reti clamorose. Ce la possiamo dire? È un bidone!

E adesso vado a buttare la spazzatura.

 

Attori si nasce e io modestamente lo nacqui

Sì, Federico Frusciante è intervenuto sul mio post che ha incensato McConaughey. Sacramentando che invece, a suo avviso, nonostante le sue recenti, lodevolissime prove, Matthew rimane un mezzo deficiente.

Ciò fu causa di discordia nei suoi riguardi e gli consigliai di riguardare True Detective. Ma Frusciantone mi redarguì, sostenendo che un attore è sempre bravo se diretto da un grande regista. Al che, si è scatenata una discussione cinefila. E lui ha asserito che soltanto una decina di attori, che si contano sulle dita di due mani, anche perché tre non ne abbiamo, sono stati capaci di elevare materiale scadente e nobilitare film mediocri. E fra questi ha annesso Marlon Brando, Steve McQueen e Bob De Niro. Al Pacino, no?

La questione è invero assai complessa. Diciamo che ci vuole la faccia giusta al momento giusto. Voi ve lo vedete Carlo Verdone in Trappola di cristallo? Carlo è attore di razza, colto, classico, ma nel Die Hard ci vuole un cazzone come Willis. Vera faccia da schiaffi. Un culone!

Come dire. Voi ve lo vedete il Falotico in una commediaccia alla Porky’s con un’ambientazione da isole Bahamas e cinquecento zoccolone che gli ballano intorno?

No, il Falotico è uomo da film di Lav Diaz, di Jim Jarmusch, un man quasi woman da Bergman. Ma comunque se voleste offrirmi una cena “vivace” con qualche pornostar americana, mi “ambienterei” alla nuova situazione con versatilità da fragolina. No, da fregolismo. Da sfregamento, più che altro.

Il Falotico è mutevole, oggi ha l’occhio lesso e lo pigli per fesso, domani cuoce in padella tante “fesse”, perché a voi mette le corna, essendo scopante e scoppiettante come un oleoso popcorn.

Non sai mai che farà, chi si farà ma soprattutto come s’inculerà. Ah ah.

Insomma, un attore magnetico! Che catalizza gli sguardi e che buca lo schermo… sì perché, alle donne represse che fanno solo il bucato, fa schifo mentre ai drogati bucatissimi non può star simpatico. E dunque spacca di brutto! Soprattutto le nocche della sua mano, cara la mia gnocca!

 

L’amore è una bugia che vi fa sentire uomini e donne migliori

Uno dei grandi problemi dell’italiano medio è la sua ipocrisia. Può trovarsi la donna più bella del mondo davanti, lei ci sta, e lui:

– No, sai, sono sposato. Io credo alla fedeltà. E poi io non faccio mai sesso. Io faccio l’amore. E devo essere innamorato.

 

Be’, sì, pur di rispettare falsissimi codici etici, l’uomo e la donna italiani scopano solo quando sono innamorati. Anche se non mi spiego come mai l’Italia sia uno dei paesi a più alto consumo pornografico.

Ho detto tutto.

No, non sono cinico. Credo che se, nella nostra vita, incontriamo l’amore vero, siamo fortunati. Ma, tornando a Inzaghi, la signorina Alessia Ventura, all’epoca, ebbe proprio il culo sfondato a incontrare un miliardario come Pippo.

Sì, amore purissimo, “certissimo”.

 

Anche oggi l’ho sparata.

 

 

di Stefano Falotico

 

Nel giorno delle votazioni, abbiate memoria dei vostri sogni


04 Mar

Born to Win

MV5BODYwMGQwN2QtOGRlYS00N2U3LTk1MjMtZmY1OGI4OGU2YzI3XkEyXkFqcGdeQXVyMjI4MjA5MzA@._V1_

«Noi siamo un paese senza memoria. Il che equivale a dire senza storia. L’Italia rimuove il suo passato prossimo, lo perde nell’oblio dell’etere televisivo, ne tiene solo i ricordi, i frammenti che potrebbero farle comodo per le sue contorsioni, per le sue conversioni. Ma l’Italia è un paese circolare, gattopardesco, in cui tutto cambia per restare com’è. In cui tutto scorre per non passare davvero.

Se l’Italia avesse cura della sua storia, della sua memoria, si accorgerebbe che i regimi non nascono dal nulla, sono il portato di veleni antichi, di metastasi invincibili, imparerebbe che questo Paese speciale nel vivere alla grande, ma con le pezze al culo, che i suoi vizi sono ciclici, si ripetono incarnati da uomini diversi con lo stesso cinismo, la medesima indifferenza per l’etica, con l’identica allergia alla coerenza, a una tensione morale»

(Pier Paolo Pasolini, Scritti Corsari del 1975)

Ecco, non so se avete visto il film Il mio uomo è una canaglia del cecoslovacco Ivan Passer, con un ottimo George Segal e un Robert De Niro alle prime armi, già grande.

No, io non l’ho visto interamente ma ne ho recuperato stralci sul Tubo, e sicuramente è Cinema-vérité di grande dolenza e notevole impatto suburbano, degradato e incisivo, fotografia perfetta di un’epoca fortemente scossa da cambiamenti sociali, un ritratto sincero di un’America forse scomparsa, annientata da Trump e dai suoi fieri, stupidi sostenitori.

Ecco, guardatevi negli occhi e fatevi una domanda. Davvero, oggi voterete per la Destra? Darete ancora manforte a questo pazzo di nome Berlusconi, appoggerete le ideologie fasciste di Salvini, oppure, in preda alla vostra disoccupazione lamentosa, frignante, assillati dai circoli viziosi di vostre esistenze lagnose che non vedono scappatoie né vie d’uscita, vi affiderete a Di Maio, altro populista ignorantissimo che inizia i suoi discorsi con l’inascoltabile Io, personalmente…?

Al signor Di Maio, che ha plagiato un’intera fascia di popolazione poverella, illudendola con promesse a mo’ di zuccherini per addolcire la pillola, andrebbe spiegato che un uomo che vuole governare deve innanzitutto saper parlare. O dice solo Io o dice personalmente. E sull’uso abbastanza suo soggettivo dei congiuntivi mi asterrei dall’esprimere un giudizio. Non stimo Vittorio Sgarbi, è un isterico megalomane che si rifugia sempre nelle citazioni falsamente saccenti quando non ha argomenti, quando viene colto dall’ira, e non condivido i suoi insulti, che diventano volgari, oscenamente denigratori e irrispettosi. Ma, sicuramente, quando dice che votare 5 Stelle è decisamente “comico”, quando sostiene che il cambiamento, il vero cambiamento non può avvenire con la retorica e la demagogia spicciola, ha indubbiamente ragione. Perché i 5 Stelle, siamo seri, sono impresentabili.

Poi, votateli pure, e beati siano gli scemi…

Ecco, lo so. C’è molto di cui essere scontenti. Ai giovani d’oggi non vengono offerte molte prospettive, al che ecco che scattano le irrazionali paure e la gente si fa sopraffare dalla superstizione, e i moti oscurantisti attecchiscono su persone che son state circuite con le chiacchiere e le false garanzie di sussidi e tutele.

Ma quali complotti e cospirazioni! Dobbiamo ribadire le ovvietà e non farci travolgere da atteggiamenti folli. C’è gente che sta bene, lo è sempre stata, e protrae, reitera i suoi privilegi a scapito di chi dalla vita ha poco o niente. Lo cantava anche Bruce Springsteen…

Everybody needs a place to rest

Everybody wants to have a home

Don’t make no difference what nobody says

Ain’t nobody like to be alone

 

D’altronde, chi non vorrebbe una vita appagante, soddisfacente e senza preoccupazioni economiche? Sì, qualcuno c’è, e infatti è chiuso in un manicomio. Ah ah.

Bando alle ciance, alle ipocrisie, e alle verità contraffatte.

 

Il signor Renzi non è l’uomo dei miracoli, a lui sono imputabili molteplici colpe, ma errare è umano. Certamente, non è il massimo che si possa esigere e pretendere, ma dobbiamo essere schietti, obiettivi, non bere dalle fiaschette e poi delirare sulla realtà. Il PD perlomeno promette equità e combatte le ingiustizie con la moderazione giusta, con la lucida neutralità, si pone in una posizione che, com’è sano e naturale che sia, trova nei savi dubbi la condizione veritiera per non dissennare.

Il problema dell’Italia non è nella politica. È nella gente. Meschina, egoista, che appena vede un giovane con ambizioni artistiche lo castra e gli sbatte le porte in faccia, perché le sue “velleità” vengono considerate azzardate, puerili, perché non vuole arrischiarsi nel dare voce concreta a un punto di vista, vivaddio, vitale, fresco, innovativo. Perché i cambiamenti, appunto, spaventano. Allorché preferisce che le cose vadano avanti come sempre sono state. Ah, lo Stato… delle cose.

Non mi stancherò mai di dirlo e di puntare il dito contro l’ottusità, contro i pregiudizi, contro la chiusura mentale.

Siamo un Paese afflitto da una concezione distorta della bellezza. Bellezza per molti, a cui son state inculcate sin dalla più tenerissima età, delle ideologie bislacche, equivale a credersi critici di Arte e di Cinema con in mano la rivista per Giovani Marmotte, giustezza per molti significa essere come Don Abbondio, cioè a stare sempre nel mezzo per non porsi incognite nella coscienza, a zittire omertosamente le verità per patetico, insulso, orrendo quieto vivere menzognero e canzonatorio chi non si adatta a regole, ahinoi, ancora ancorate al fascismo, a impostazioni e modi di ragionare schematici, classisti, anche narcisistici ove ognuno coltiva il proprio orticello e pensa di aver capito tutto.

Io, nella mia vita, mi son preso le patenti più aberranti e sfiguranti il mio vero io. Ho sempre saputo quale era la strada giusta ma non l’ho mai imboccata. Perché sono un cocciuto, perché adattarsi all’andazzo stolto non mi va, perché sono una testa calda e faccio sempre quel cazzo che mi pare a modo mio. E sono stato ingiuriato, “nanizzato”, mi hanno detto che per la mia visione ascetica sono impotente, omosessuale, maniaco, anche pervertito. Perché non concepisco una vita in cui debba alzarmi la mattina per svolgere un lavoro che non possa darmi niente umanamente, non sono uno che timbrerà il cartellino metodicamente per coprirsi dietro la maschera della brava personcina. Le “brave personcine” sono quelle con più scheletri nell’armadio, sono pettegole, invidiose, ciniche, fraudolente, stronze e badano solo ai cazzi propri. E ammutoliscono chi non si allinea alle loro piccinerie, alla loro visione fetida e menefreghista.

Sì, io voto PD. Perché so che è un partito di merda ma è l’unico partito al momento equilibrato in quest’Italia di paranoici, di esaltati, di cretini, d’inquisitori, di medioevali puttanazzoni.

Questa è la mia nave, questo è il mio destino, e voglio visitare la vita.

Pictured: Captain Jack Aubrey (RUSSELL CROW) and his Warrant Officer, Physician Stephen Maturin (PAUL BETTANY).

Pictured: Captain Jack Aubrey (RUSSELL CROW) and his Warrant Officer, Physician Stephen Maturin (PAUL BETTANY).

 

di Stefano Falotico

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)