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Immagini pirandelliane della realtà, anche piramidali del Cinema


25 Sep

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Scusate se, essendo io “anomalo”, nel panorama odierno disserti delle maschere e dei vol(t)i con sfacciata (pres)unzione. Ma è un compito che debbo assolvere per ottenere, da parte di molta gente che mi denigra, una cosiddetta assoluzione.

Come già ribadito in più sedi, e questo pensiero sedimento in quanto essere possedente una mente non di demenza, in passato molto peccai. Ma credo che, al di là dei castighi “inflittimi” dalla religione e dalla mia “sacra regione”, peccherò ancora, in quanto come tutti gli umani piccante, no, volevo dire peccante.

Ecco, assisto impotente, pur non soffrendo d’impotenza, a Bob De Niro che, davanti a Obama, presidente tutt’ora in carica (e sua moglie è cara), ha recitato estratti di poeti afroamericani, recitandoli con un piglio da uomo imbolsito, di panza più che di creanza, lontano anni luce dal Max Cady che fu. Un pingue settantenne che ha sciorinato con poco ardire e molto di labbra salivare. Ma è Bob De Niro. La gente lo ammira estasiata e qualsiasi stronzata faccia lo applaude. Se così avesse recitato un “disadattato”, l’avremmo preso per coglione.

Questo per entrare pian piano, molto alla larga, nel mio discorso.

Uomo che son lontano dai cori, di mio cuore spesso remoto anche da sessuali corpi. Da anni, professo (inde)fesso, la volontà di essere libero. E scrivo libri. M’accorgo però che questo mio (pro)cesso d’intellettualizzazione sortisce l’effetto contrario. La gente mi tratta da persona “alta” e dimentica che ho anche (bi)sogno di scherzare, di “schizzare”, di esser ilare, giullare e d’ira talvolta sbandare. Essendo uomo e non macchina. Così, vengo “uni-dimensionato” in un’infinitesima parte di me “apparente”, ove Stefano è il dotto, il saggio, quasi uomo che, ieratico, indosserebbe bene il saio. In verità, possiedo solo un bonsai e so quel che (non) so. Per il mio compleanno, un caro amico s’è ricordato dei nostri glory days in cui, io mezzala e lui difensore “mezzo pollo”, giocavamo nel Lame Ancora, spadroneggiando di tiri micidiali e “palle” fra le mutande. Poi mutammo. Lui non so che lavoro svolga, io non svolto.

Eppure per me lui resta un difensore e io un semi-attaccante. E in quest’immagine di noi legata ai ricordi si fa il mio discorso. Viviamo di etichette appioppate al prossimo. E vediamo di lui quel che la nostra mente s’è costruita nel farsi l’idea di chi lui (non) è.

Molta gente pensa, ad esempio, che George Clooney sia un brav’uomo. A me ha dato sempre l’impressione di essere un ma(ia)le. Ma è un mio George, il suo Clooney è forse diverso sia dal brav’uomo che dal porco.

Detto questo, vi benedico e vado a vedermi Inter contro Bologna. Sperando di beccare la scommessa.

 

di Stefano Falotico

 

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George Clooney attacca tutti, io glielo stacco, attaccando il bugiardo al muro con tanto di chiosa, senza buonismi da chiese ma di chiodo! Inchinati, cheto pietà chiedi!


13 Nov

Da Il Corriere della sega di George:

L’armonia nel massimo campionato degli attori a Hollywood è finita: a rompere la quiete del buon vicinato nell’industria cinematografica è stato George Clooney. Se finora l’attore si è sempre trattenuto dal criticare i colleghi divi, stavolta è stato un fiume in piena. Tanto da stupire gli osservatori più disincantati. Il colpo più duro lo ha sferrato a Russell Crowe.

«UN VENDUTO» – Sogghigna con Brad Pitt, passeggia mano nella mano con Julia Roberts o sottobraccio con Sandra Bullock: George Clooney – è cosa nota nella terra dei sogni cinematografici planetari – è «l’amico di tutti». Mai una parola fuori luogo, mai una critica esplicita, né davanti, né dietro la cinepresa. Cambia compagna una volta al mese, ma le sue amicizie restano ben salde, da anni. Tuttavia, il 52enne è pure capace di altro. Ha detto basta alle buone maniere e con un’intervista a “Esquire” ha buttato giù dalla torre alcuni colleghi superdivi del grande schermo. Ha raccontato dell’alterco col Gladiatore Russell Crowe. Ad iniziare sarebbe stato l’attore neozelandese naturalizzato australiano, sostiene Clooney. La lite tra i due era iniziata qualche anno fa da un commento poco lusinghiero di Crowe che, facendo riferimento ai diversi ingaggi pubblicitari del collega, lo aveva definito «sellout» («un venduto»). Da allora i due si sono dichiarati guerra.

GUERRA E PACE – «La verità è che Crowe mi ha spedito un libro di poesia in segno di pace, ma è stato lui ad attaccarmi per primo. Non so perché si sia accanito contro di me. Ha acceso la miccia affermando: “George Clooney, Harrison Ford e Robert De Niro sono dei venduti”», ha spiegato la star di Gravity alla rivista americana. Clooney si è inoltre preso gioco delle velleità musicali del collega che canta nella band 30 Odd Foot of Grunts. «E poi ho detto in una dichiarazione – ironizza Clooney – “Probabilmente ha ragione e sono contento che ci abbia detto questo, poiché Bob, Harrison ed io avevamo proprio l’intenzione di formare una band”». George Clooney, però, pare inarrestabile e affonda il coltello: «Ma chi pensa di essere quel ragazzo? È un aspirante Frank Sinatra. Mi ha davvero scocciato!». Ciò nonostante, sarebbe in atto un tentativo di riconciliazione: Russell Crowe avrebbe spedito al collega un Cd in segno di pace. «Ha detto che hanno travisato il suo discorso», ha spiegato Clooney.

QUEGLI AMICI DI DICAPRIO – Clooney ha poi confessato di non aver un buon rapporto nemmeno con Leonardo DiCaprio, benché i due non si conoscano molto bene. Clooney ha raccontato un aneddoto poco piacevole accaduto durante una partitella a pallacanestro: non ha per niente apprezzato il tifo da stadio e le urla screditanti degli amici di Leo seduti in tribuna. «La discrepanza che c’era tra la qualità del suo gioco e i commenti fieri dei suoi amici al riguardo mi hanno ricordato quanto è importante avere qualcuno nella vita che ti dice la verità», ha sentenziato Clooney. «E non sono sicuro che Leonardo abbia qualcuno così vicino a sé», ha aggiunto. Quella partita era stata vinta dalla squadra di Clooney per 11 a 0. Solo complimenti, invece, per l’amico Brad Pitt: è senza dubbio l’attore di maggior successo al mondo, anche se cerca sempre di essere la «versione più modesta di Brad Pitt. Ho una grande ammirazione per lui», dice Clooney. Frasi che sembrano riportare di nuovo un po’ di armonia nel mondo di Hollywood.
Finalmente, Clooney si è rivelato lo stronzo che ho sempre sospettato

Da anni, sostengo che sia un puttaniere. Per sua stessa ammissione, hai i testicoli rifatti col lifting di questo cazzo. A praticarglielo, fu un chirurgo plastico che apportò, inclusa la fattura del taglio detto riporto (sì, Clooney ha il parrucchino col ciuffo coprente nel brizzolato di alopecia soffusa alla tinta color nero pece ingrigito che fa più figo maturo simil feci), varie parti del culo. Da cui la sua faccia simpatica quanto un deretano.

La finisse questo bauscia da Lago di Como a far la vita comoda. Ha veramente rotto. Un ex da Elisabetta Canalis. Non scordiamocelo mai e poi mai. Elisabetta io affogherei nel Canal Grande in apertura del Festival di Venezia.
Così, sommersa, imparerà a non schizzare di troppe umidità da sventolata con risotto in gondola. Ecco la passerella!

La finisse questo culetto di far il bello e il cattivo Tempo. Prevedo precipitazioni alla sua testa, e non sarò variabile di nervi, compresa la neve di un effetto va(la)nga se non accetterà la mia ver(g)a. Sono lo Yeti, stai attento.
Sei cascato nella mia rete e non in quelle delle tue donnine che usi come paravento della tua omosessualità incipiente eppur celata. Te lo gelo io.

Ecco il salto di quaglia, mio George di qualità. Poi, te lo prendo nel popò e ti porgo un identico sorriso paternalistico. Sì, sei rassicurante come un buon papà, pappone.
Ma io non credo al Papa e dunque ti castro, ti rendo un bimbo da liofilizzato, te lo infil(z)o e magnati questa pappina.

Che zuppa eh?

Testa di zucca!

 

“Gravity”, Trailer italiano: e questo sarebbe il nuovo 2001?


27 Sep

“Gravity”, Official Teaser Trailer


10 May

Genius-Pop

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