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Una settimana intensa: Van Damme, Celentano e la vendemmia, Conte e il Covid-19, la Meloni e Voci.fm, un altro libro, amore immenso, rapimenti, ostaggi, detenzioni, divieti, proibizioni e L’Impero della mente!


28 Apr

95183327_10222790043678498_3704161679345451008_n

95189656_10216376438106409_3288884040274280448_oOddio, non si capisce più nulla.

La gente fu colta… dal panico più totale. Anche le persone più colte, coloro che presupponemmo, ah sì, che fossero più preparate ad affrontare il Coronavirus schiacciante, mortale, inarrestabile e deprimente, furono assalite da crisi simili a quelle patite da Paul Vitti/Bob De Niro di Un boss sotto stress.

Le persone anziane passarono dall’Aerosol e dall’essere sempre più sole, eh sì, a non poter andare neppure al circolo Arci per poter giocare a briscola o a scopa.

I giovani, castrati e castigati, in casa segregati come animali, asfissiando fra tenebrose pareti domestiche angustianti e, per l’appunto, soffocanti, dopo aver creduto erroneamente, soprattutto gli studenti, di aver anticipato le vacanze, furono sottoposti a nevrosi peggiori di quelle che accadono, per la tremarella, prima dell’esame di Maturità. Vai di sciolte, di diarree e di grida incontinenti, no, di estenuanti deliri incontenibili, paragonabili alla nenia più insopportabile di Roberto Saviano. Autore di Gomorra, sempre sotto scorta ma, da circa vent’anni a questa parte, più ripetitivo di Conte. Il quale, con aplomb imperturbabile e calma olimpica, va detto, assai invidiabile o solamente inconsapevole dei danni, non tanto economici, bensì emotivi, la prende con filosofia, incitando la gente a rimboccarsi le maniche. Che stile!

Promettendo che dal 1 Giugno riapriranno i barbieri ma intanto avremo perso tutti i capelli. Persino un tronista della De Filippi, con tanto di toupet de no’ altri, malgrado il suo robusto, pilifero impianto, comincia adesso ad avere dei devastanti rimpianti. Poiché la sua bellezza da modello per parrucchiere, eh sì, non può essere accarezzata da Rosanna, ragazza un po’ troppo da rosario, eh sì, immancabile frequentatrice della parrocchia, essendo parruccona bigotta con bigodini e tanti psicologici nodini, sì, doppie punte da sciogliere col balsamo, a cui però piace lui, sì. Che di nome di battesimo fa Salame. Presto lui e lei si sarebbero dovuti sposare di Grande amore da Il volo. Lei, sconfiggendo con la sua purezza acqua e sapone tutte le altre pretendenti strafighe e forse sciampiste, probabilmente solo sciapite, gli chiese la mano ma ora è chiusa pure la chiesa.

Ah ah.

Una prova nella prova, una signora riguardò annoiatamente una vecchia puntata de La piovra.

La gente perse la speranza. Quella che giammai smarrì Rutger Hauer in Ladyhawke. La gente non crede oramai più che rivedrà la luce di giornate solari. Cosicché, dandosi alla cinefilia un po’ complottistica o forse tragicamente realistica, riguarda sino allo sfinimento, assai sfinita, La città verrà distrutta dall’alba o E Venne il giorno.

Un mio amico mi consigliò di guardare il misconosciuto, premonitore, seguente film.

Giorgia Meloni approfittò della situazione per fare campagna elettorale, strumentalizzando non poco l’immane disagio creato dal Covid-19 per un populismo peggiore del Movimento 5 Stelle da Cetto La Qualunque.

Salvini non dà più la colpa ad Albanese, no, agli albanesi. Mentre Sabrina Ferilli, oggi come oggi, si sognerebbe di reclamizzare Poltronesofà.

Chi si fa ‘sto sofa? Scritto in francese senza accento da salottiera burina.

I ristoranti quando serviranno a Verdone Carlo un po’ di bucatini? E, coi suoi amici, Carletto pagherà alla romana? O, al posto suo, lo farà Alvaro Vitali/Pierino che la butterà in vacca dinanzi a non aver fatto bene con l’oste il conto?

Ah ah.

Eh sì, forse Conte fece male i conti… Ma Sergio Leone fu amico di Verdone anche se Carlo e Sergio si conobbero dopo Per qualche dollaro in più…

Intanto, Sara di Antonello Venditti non può incontrare nemmeno Jep Gambardella de La grande bellezza.

Mentre Ferrari Isabella non può andare in giro per la Capitale con la sua Mercedes.

Un sacco bello, un cazzo! Mah, mangiamo un Saccottino e non crediamo più alle famiglie perfette da Mulino Bianco. Meglio la trattoria vicino casa mia, Il Mulino Bruciato.

La mia prima ragazza fu di Trieste e conobbi anche due tizi di Este. Questa ragazza non fu giammai una mula, come si suol dire da quelle parti, ma bruciò solo con me, forse un po’ asino o stallone più dotato di un mulatto. Per quanto riguarda i miei due ex… compagni di Este, secondo me uno dei due si sverginò con una dell’Est.

Ah ah, oddio, fermatemi. Le sparo grosse. Ma che dico? Grossissime! Non potete spezzarle/mi con un grissino torinese!

Di mio, conservo un certo fascino cazzuto e un po’ cazzone alla Jean-Claude Van Damme recuperato o forse da bisbetico domato à la Celentano Adriano. Che, a mio avviso, eccome se andrebbe rivalutato.

In questa settimana, finii un libro totalmente alla mia amata dedicato.

Che mi crediate o no, a parte gli scherzi, è un capolavoro romanticamente infuocato da erudito, imbattibile letterato.

Pre-acquistai anche il Blu-ray in Limited Edition di Inland Empire, dunque per il mio cortile camminai con aria allampanata dopo una vita strampalata a guardare solo la tv come chi segue i conigli… del Presidente del Consiglio.

Tempo fa, Voci.fm propose ai suoi iscritti, per l’appunto, di dare il buon esempio e ottimi consigli.

Improvvisai, pensando che non sarei stato selezionato. Parlai di rime baciate ma, al solito, gigioneggiai un po’.

Tyler Rake è un bel film. Poi, sapete che vi dico?

Ben Affleck, in Tornare a vincere, è inaspettatamente da premio Oscar.

Sì, sono un po’ melodrammatico ma fa parte di me.

La dovremmo anche finire con post che oramai fanno ridere solo i polli.

In effetti, molta gente non sa usare i congiuntivi, altri hanno la congiuntivite, alcuni pure la meningite ma perché si scrive con l’accento così… Vi pare una domanda retorica?

Quindi, vedete di non rompere i coglioni, altrimenti potrei diventare uno strano incrocio fra Rambo, John Wick e Chris Hemsworth. Ora, se è vero il detto… fra due litiganti, il terzo gode, di mio me ne fotto. Mi trastullo, recito la parte del grullo, non do retta né a Beppe Grillo né a quello parlante di Pinocchio.

Se volete due sberle, ve ne posso dare una e basta. La sberla migliore la prendo io.

di Stefano Falotico

Coronavirus, stato di fascismo, Sean Penn che delira in modo autoritario, rinnegando Mystic River, Pasolini e tutto questo gran casino per colpa di chi, come Macron, tacque… lavandosene le mani


22 Mar

Richard+Gere+IFC+Cinema+Society+Host+Screening+b7-VLGcbr1Bl

In stati di forza maggiore, anche la gente più menefreghista si raccoglie giustamente in preghiera.

Finalmente, discolpandosi dai suoi oscurantismi e dalla quarantena mentale che la ibernò e imprigionò in schematismi a quanto a pare ancora non debellati. Difficilmente sbudellabili, no, superabili nonostante, da più di vent’anni, sia sopraggiunto il nuovo millennio. Per cui io presupposi che, superando la data fatidica di questa sogliola, no, soglia che corrisponde alla cifra 2000, le persone rinsavissero e moderassero i loro preoccupanti, ahinoi incurabili, eh sì, squallidi bigottismi.

Molta gente vivrà sempre nel coprifuoco delle anguste pareti soffocanti delle loro mentalità retrograde, ottuse, facinorose, stupidamente e vi(ri)lmente vigorose, incriminando il prossimo per adattarlo a uno stile di vita ignorante e pusillanime, basato su una falsa competizione assai pericolosa.

No, non sono nei riguardi di persone così, oh no, nient’affatto screanzato, maleducato, cafone o testardo.

Nemmeno voglio sottoporle a un j’accuse tremendo quale si meriterebbero. Anziché sbraitare e inveire in modo disordinato e sguaiato, chiedo cortesemente loro che si guardino allo specchio, recitando in modo sacrosanto un mea culpa potente, abrasivamente annerente ogni loro giammai sconfessata sconcezza arrogante e, sinceramente, da malati di mente insanabilmente.

Siamo di fronte a una tragedia annunciata.

Sì, i più competenti organi della sanità mondiale avvertirono e avvisarono, anzitempo, i capi di governo degli stati più economicamente sviluppati. Mettendoli in guardia in merito ai possibili, per l’appunto, nefasti sviluppi che tale contagio ferocemente non arginabile avrebbe scatenato non solo negli equilibri socio-politici stessi, bensì nei confronti del bene dell’umanità tutta così come pensammo, erroneamente, potesse essere. Un’umanità lesa nel suo amor proprio. Eppure non ancora arresa.

Venderemo cara la pelle, anche le palle. Anzi, avete le palle o cazzeggiate?

Il coronavirus sta mietendo vittime sproporzionatamente, ora dopo ora, incessabilmente. Cosicché, i metodi restrittivi e gli assai tardivi, inutili provvedimenti attuati oltre tempo massimo, ahinoi, si stanno rivelando fallimentari e forse ancora peggiori, dunque più immondamente deleteri di questo morbo che non si può prevenire con un vaccino da morbillo. Parliamo di un morbo che provoca sintomi come la poliomielite.

Per superare questa crisi, non solo respiratoria, dobbiamo spremerci le meningi. Dobbiamo arrivare a un’idea costruttiva che non ci provochi dolori inauditi come la meningite.

Molti medici errarono. Erranti o erronei? Nel senso che peregrinarono a vuoto o che sbagliarono? Sì, lo furono…

Fallaci! Ci vorrebbe Oriana!

Dopo l’impazzare di tanti virologi che, nelle ultime settimane, si affannarono a fornire spiegazioni più o meno plausibili, inerenti gli stati d’uno statuto, no, stato così oramai allarmante e forse irrecuperabilmente pazzesco, avremo lo spopolare e il pullulare, come funghi, di psicologi per sanare gli scompensi generati presso le persone che, distrutte e destrutturate dal terrore indotto loro da decreti legislativi effettuati, eh sì, ripeto… tardivamente, stanno addirittura pensando a un imminente suicidio (in)evitabile.

La gente, oh sì, sta impazzendo. Senza la sua consueta, normalissima uscita il sabato sera, si sente morire.

Asfissia(re)!

Conobbi un ragazzo che perse la testa per Consuelo, comunque. Non per le uscite consuete. Anche se poi è la stessa coscia, no, cosa.

Senza Consuelo, non usciva (per) niente… Al che si diede all’onanismo appartato, libero da sguardi indiscreti privo di oltraggi al pudore. Ah ah.

Forse non ebbe tutti i torti quest’uomo deluso, non so se peloso. Gli vidi il viso e basta, Consuelo gli vide, spero per lui, qualcos’altro.

Chi ammazzò Pasolini? Giuseppe Pelosi?!

Io vissi periodi inimmaginabili di solitudine, la seppi gestire, anzi no. Quindi posso comprendere tutte le persone che, limitate nella loro inalienabile libertà personale, si sentano oggigiorno sperdute e onestamente asfissiate. Una vita, donne e uomini miei, da reclusi, una vita sprofondata nell’agonico dolore della tetraggine più silenziosa e cupa. È tutto chiuso!

Una vita da lupi, anzi da agnellini sgozzati. E se, metaforicamente e non, emettendo lamenti, vorrete slegare le catene angarianti che vi stanno immobilizzando in una vita pantofolaia e casalinga, triste e mortifera, prevedo per voi altre reprimende.

Che vita, in una parola, straziante.

Bando alle ciance!

La gente infatti, angosciata e divorata dalla più allucinante paura tremenda, grida mortificata. Rimpiangendo perfino già la sua vita di merda dalla nascita.

Sì, molti pensano… mah, prima non è che andasse benissimo. Lo prendemmo sempre in culo. Ci chiudemmo nei riguardi del mondo. Adesso, va peggio. Almeno prima c’incularono. Adesso manco quel godimento masochistico. Comunque, cuciniamo. Tanto al ristorante non possiamo andare. Ora qualcosa mastichiamo.

Obesità a gogò, à gogo.

Aspettando Godot!

Capolavoro di Samuel Beckett su pazzi che aspettano la manna dal cielo.

Speriamo che almeno non chiudano pure i supermercati. Quella, sì, che sarebbe un’inculata. Più che altro, un suicidio di massa lento e terrificante. Per l’appunto… Vai di anoressia, di bulimia! Vai di abulia e di apatia!

Sì, chiusero le elementari, le scuole medie, le superiori e le università. Fra poco chiuderanno anche i negozi di alimentari.

Sta andando a puttane la catena alimentare! Perché prima, no? Gianni Agnelli, dall’attico del suo essere avvocato, padrone della FIAT, mangiò tutti e soprattutto tutte.

– Donna, vuoi lavorare? Prima, fammi il lavoretto!

 

Ah, la gente della famiglia Agnelli, quindi tifosa della Juventus, no, la gente anela disperatamente un tempo isperato che spera che avvenga quanto prima, in cui uscire di casa, festeggiando allegramente.

Brindando appassionatamente, esorcizzando gli orrifici, finalmente scongiurati timori dissoltisi come neve al sole dopo tanto rigido inverno.

Sì, sarete sghiacciati e potrete ritornare ad amoreggiare calorosamente di giorno come si confà a ogni uomo che vuole vivere un po’ di salubre normalità. E che cazzo! Ah ah! Amoreggiare per modo di dire.

Vi dico subito che, se siete poveri, dopo i trent’anni non credo che amoreggerete molto. No, non dico che dobbiate andare a troie. Ma le donne vogliono i soldi. Anche gli uomini. Ah ah.

Il Falò ne sa una più del diavolo. Poiché il diavolo è lui. Egli è Lucifero, l’angelo cacciato dal Paradiso.

Tanto in paradiso stanno sempre in quarantena. Non si può scopare, non si può bere, non si può neanche andare in bagno per praticare la minzione.

Sì, in paradiso vi sono solo anime beatificate. Beatificate di che? È un’esistenza al di là della vita. Cioè, è una vita inesistente. Ah ah.

E che cos’è quel film? Paranormal Activity? Una di queste sere piazzerò la mia fotocamera in direzione del mio letto. Filmerò me che dormo. Poi, andrò in cucina. Tornerò con una faccia da Marilyn Manson e il mio film, girato in dormiveglia da semi-sonnambulo, sarà campione d’incassi.

Tanto la gente dorme, dei film non capisce nulla.

Ma ci rendiamo conto? E quell’altra stronzata? The Blair Witch Project?

Sì, domani filmerò me stesso che uscirà/ò di casa…, sì, per chiedere lo zucchero alla vicina. Solo quello, però. È una strega. Almeno non è cattiva. Bona sicuramente non lo è, fidatevi. Non è bona, sì, è però almeno buona.

Oh, se dovesse chiudere la Coop, certamente la mia vicina saprà darmi da mangiare. Da cui il detto, vecchia gallina fa buon brodo.

Ah, umanità cinta in raccoglimento, così intristita e notturna, avvinghiata nella morsa tentacolare di robuste, castranti reprimende purtroppo analoghe alle assurde normative agghiaccianti più memori d’ere oscurantistiche, sì, oscenamente fascistiche.

Siamo cascati forse nell’era del proibizionismo. L’alcol non è proibito ma nemmeno quelli dell’alcolisti anonimi possono riunirsi da sobri. Kevin Costner inchiappettò Al Capone/De Niro in The Untouchables di De Palma.

Prevedo pochi culi che mostreranno le chiappe chiare a Palma di Maiorca.

Guarderemo il film L’orca assassina con Bo Derek e, dinanzi a lei, saremo Tarzan…

Ma quale orco! Ma quale porco! Sono un uomo che conosce Edgar Allan Poe più di come tua sorella conosca il tuo amichetto. Fidati. Io lessi tutti i racconti di Poe, anche a letto. Tua sorella volle sbattere l’amico tuo pisello, paesello, pischello… a letto, lo guardò negli occhi, s’accorse che fu incerto sul da farsi e pensò… va be’, cambiamo pagina. Con questo, è capitolo chiuso.

Ah ah.

Bandito tutto. Tranne i banditi che, fregandosene del bando emesso da Conte, furoreggiano ugualmente a briglia sciolta dopo aver gozzovigliato, tacitamente e criminosamente, alla faccia dei coglioni che stanno rispettando le regole. Chi tace, acconsente. Noi, giusti, acconsentimmo anche se è dura resistere. La notte si fa sempre più dolorosa, oh, miei puri! E che siamo più grulli, oh, miei brilli?

Ha ragione il Joker.

Che urla quel Donald Trump? La folla è in rivolta, la Francia si sta prendendo le sue colpe, i proibizionisti adesso capiscono che la situazione andava fermata prima.

È degenerata!

Di mio, riesco sempre a conservare un self control impeccabile.

Ci vuole karma e sangue freddo…

Bevo un caffè della Segafredo e me ne frego.

Sono un uomo che muove il cucchiaino, nella tazzina, in modo triviale come Bob De Niro di C’era una volta in America.

Un gesto talmente volgare da rasentare l’epico più memorabile.

Presto, figlioli, sarà in vendita il mio nuovo capolavoro letterario.

Almeno per Pasqua, se non potrete magnare come degli animali, potrete finalmente leggere e aprire… la vostra testa. Comunque, evviva le uova.

Abbiamo l’art. 650. Se si trasgredisce, si rischiano tre mesi di carcere o di arresti domiciliari, oppure un’ammenda.

Io fui fermato dalla polizia pur essendo in regola. Ma si abusa.

Ogni scusa è buona per far sì che un cittadino normale paghi multe assurde cosicché il governo avrà i soldi per sanare l’ingeneratosi debito pubblico mostruoso. I poliziotti sono stati incaricati da Alec Baldwin di Americani, eh sì, non di vendere coltelli, bensì di praticare ed emettere denunce sgozzanti gli stipendi, come se nulla fosse, per non essere licenziati e fare carriera in modo, per l’appunto, abusivo, illecito. Molto (dis)onestamente. Diciamocela!

Il capo della polizia:

– Bene, figliuolo. Sei di pattuglia sino a mezzanotte. Se, domattina, non avrò sulla mia scrivania duecento denunce, ti ficcherò in carcere.

– Sia fatto, comandante.

 

Cosicché, ben venga che siano fermati e semmai perfino arrestati i trasgressori più cretini che, sugli attici privati, organizzano rave parties da debosciati. Ma non puniamo e denunciamo chi, di certo, non ha i soldi di Sean Penn. Altro idiota che vorrebbe mobilitare l’esercito. Già in Mystic River commise un errore, anzi, un tragico orrore. Ammazzò il suo miglior amico poiché lo ritenne responsabile dell’omicidio di sua figlia. Qui si fa di tutta erba un fascio! Eh sì.

Pasolini ammonì in merito. Fu lapidario. Conte adottò l’estrema ratio e non il buon senso.

Ma prima avrebbe dovuta adottarla. Non ora.

E sapete che vi dico, miei poveri cristi? Richard Gere è un bell’uomo anche ora che ha una certa età. Ah ah.

di Stefano Falotico

In tempi di coronavirus, è tempo di fare i seri e di parlarvi del compianto Rutger Hauer, uno dei più grandi attori del mondo


20 Mar

Rutger+Hauer+Beverly+Hills+Film+Festival+Opening+GCVDFTRVvk_l

https://www.imdb.com/name/nm0000442/

Parte spiritosa, anche spiritata. Oddio, comparve il mio fantasma durante una seduta spiritica da Suspiria…

Sì, incontrai uno psichiatra, uno di questi ingannatori dell’animo umano che spesso usano l’ipnosi per strizzarti il cervello e obbligarti a confessare, sotto sortilegio perpetratoti, falsità abominevoli.

Lui mi chiese:

– Falotico, crede nei fantasmi? Ha scritto pure dei libri sull’argomento.

– No, non vi credo.

– Allora perché, nei suoi libri, parla di fantasmi?

– La gente vi crede. Volli aumentare le vendite.

– Ah, bella battuta.

– Non è una battuta, è la verità. Caro dottore, la gente crede anche ai misteri di Fatima.

– Lei non vi crede?

– L’unica cosa in cui credo, onestamente, è che alla fine di tale seduta avrò 100 Euro in meno.

– Allora perché è venuto da me se doveva economizzare?

– Perché io sono il fantasma cattivo de Il racconto di Natale di Dickens. E lei è un povero taccagno come Scrooge.

 

Uomini e donne non abbiate paura di questo virus temibile che sta schiacciando l’umanità in una vita oscura da pipistrelli silenziosi, acquattati al buio delle loro abitazioni anguste. Soffocati come siamo, in clima di quarantena, da una catastrofe che eviteremo, combattendo indomitamente, superando questo male che, ahinoi, tanta gente uccise, altra sta affliggendo e per cui tanti bambini innocenti, a causa sua, stanno patendo pene dell’inferno.

Il Falò è un faro nella notte che, ribaldo, rifulge sopra ogni dolore e medica ogni ferita del corpo, dell’animo, del cuore e dello spirito santo, se credete da poveri cristi a Cristo, grazie alla forza immaginifica della sua taumaturgica forza metafisica da super uomo a volte sfigato, a volte inculato, soventemente evitato ma giammai evirato.

Mi accusano, ultimamente, di fare troppo il figo. Dunque, gufi più stronzi di quello che occhieggia malevolo, in Blade Runner, nella magione del Dr. Eldon Tyrell, il quale viene accecato da Roy Batty a mo’ di The Punisher/Jon Bernthal, vorrebbero catalizzarmi nelle loro invidie fatte, per l’appunto, di malocchio.

Varie fattucchiere, le quali sinceramente dovrebbero solamente acconciarsi meglio dalla parrucchiera, essendo parruccone, mi lanciano iettature poiché credono di detenere lo scettro della verità, celandosi da fate Morgana dietro una misera laurea in lettere. Che befane! E, non sopportando i miei poteri sensitivi da mago Merlino, vorrebbero pure suggestionarmi nel farmi credere di essere solo un merlo, cioè un cretino.

Estrassi, invero, Excalibur ancora prima di vedere l’omonimo capolavoro di John Boorman poiché, qualche anno prima, gustai La spada nella roccia della Disney ma tali donne infingarde mi diedero la patente di Superfantozzi.

Essendo io un enfant prodige, dunque un bambino “mostruoso”, fui perfino spacciato per Pietro Pacciani.

I miei coetanei mi gridarono che fossi un compagno di merende e che non sarei mai stato bello come Luc Merenda.

Io continuai a mangiare molte merendine mentre loro gustarono la marmellata, cioè la confettura di tante ragazzine che, nel loro futuro orrifico, avrebbero partorito immonde fatture poco fini e fighe. Sì, queste donne strafatte, oltre ad essere state delle streghe da adolescenti presto da qualche burino sverginate, si diplomarono a Ragioneria e si sistemarono subito. Rifilando a tutti delle pesanti bollette da pagare.

Meglio così, meglio essere bollato dapprincipio. Dio mi fulmini se m’innamorerò di tali bollite.

Tanto sanno solo tatuarsi, fingere di essere trasgressive, recitando la parte di fighe di legno un po’ dark, ché fa sempre donna misteriosa di ‘sto par de palle, ascoltando le peggiori lagne di Vasco Rossi.

Vogliono da ogni uomo la sua besciamella ma ho sempre preferito che non tutte le ciambelle, anche Clarabelle, vengano nel/col buco.

Sì, le donne hanno due buchi diametralmente opposti sotto la zona pelvica. Ma quale American Pie!

Di mio, persevero a vivere nell’inquietudine esistenziale del mio filosofeggiare con carisma magnetico da Rutger Hauer.

Fregandomene di ogni vescovo da Ladyhawke e di coloro che, gelosi della mia forza penetrativa dello sguardo che non deve chiedere mai, mi dicono che io facci, no, faccia loro tristezza.

Ah, per forza. Loro fanno ribrezzo. Stanno perennemente ad elemosinare amicizie false poiché si sentono soli e inscenano parti da disgraziati pur di trovare l’altra metà della mela, cioè una donna più marcia di loro che dolcifichi i loro fichi secchi.

Allora, chiariamoci subito, fringuelli. Molte donne sono ipocrite, va detto ancora e ribadito con stoica impavidità.

Leopardi scrisse… paventò la morte chi la vita abborria.

Di mio, rendendo transitivo a tiramento di culo il verbo paventare, scrivo… donne, cos’è tutto questo paventarsi di semplici avance che dichiarano la schiettezza di un uomo che forse mai lesse Cesare Pavese ma vuole con voi usare il Pavesino?

Siete forse delle bigotte moraliste figlie di qualche oscurantistico e superstizioso paesino?

Forza, campagnole. Venghino, direbbe Fantozzi, no, vengano a me le romagnole e anche le spagnole.

 

Va be’, facciamo veramente i seri. S’è fatta sera e quella ragazza, un tempo invece così spensieratamente allegra, ora è troppo seria

Di mio, per molto tempo fui serioso. Anzi, non fui un cazzo. Infatti, fui talmente invisibile che, paradossalmente, molte ragazze mi dissero che fossi un cazzone. Come poterono, anzi potessero constatare questa cazzata non lo so. Bisogna toccare con mano per sincerarsi dell’accrescitivo… Ora qui scrivo anche ma però. Ché si può dire poiché è rafforzativo. Scrivo anche… ah però, che pere poiché è vero.

L’attrice Elizabeth Olsen ha un viso da Lolita ma, in quanto a seno, ti fa arrivare subito alla frutta perché è meglio che tu sbucci un kiwi. Tanto sta ad Hollywood e non potrai offrirle la tua banana.

Leccati un tiramisù e non farti una pera per colpa della delusione.

Insomma, non fare il minchione.

 

Finalmente siamo arrivati al rutto, no, a Rutger

Esplichiamo il vero senza girarci attorno.

Nell’ultimo anno della mia vita da leggenda del santo bevitore, incontrai molti ubriaconi che pensarono di essere saggi e invece sono solo pazzi.

Sì, molte persone fanno ridere i polli. Cioè loro stessi. Poiché incapaci di confessare, dinanzi al proprio specchio, la limitatezza delle loro stesse ambizioni facete e ridicole, pagliaccesche.

Davanti alla loro immagine riflessa, scappano pure le stregone di Benevento!

Al che, abbiamo il trentacinquenne mantenuto dall’assistenza sociale poiché, essendo un fuggitivo della/dalla realtà, cioè un coniglio mai visto, nemmeno da ragazze che gli danno del cazzone, precocemente incassa i soldi della pensione. Poiché, accortosi dopo la maggiore età di non essere capace di far fronte alle asperità della vita adulta con tutte le sue annesse e connesse difficoltà, fa la parte del malato di mente. Dunque, in passato, si recò a un centro di salute mentale. E, per compassione, una psichiatra probabilmente più imbecille di lui, gli firmò un documento attestante la sua patologia da ipocondriaco incurabile.

Fin qua l’handicappato ci sta. Contento lui…

Peccato che vada in giro a pagare le Escort. Sì, quando gli tira, non è più invalido.

Inoltre, continua a dichiararsi poeta e musicista, fumettista perfino.

Spiace essere cinici o forse solo obiettivi. Costui obietta contro chi, in maniera oggettiva, lo ridimensiona.

Presentandogli il conto da pagare nella realtà quotidiana priva d’ogni fantasia da du’ soldi del mensile assegno statale.

In verità vi dico che dovrebbe ammettere che non ce la fece, non ce la fa e, al massimo, la sua vita è andata a zoccole.

Sì, a volte va con delle puttane niente male. Sì, fisicamente sono anche avvenenti. Nel cervello sono combinate peggio di lui. Sennò, a costo di morire di fame, non accetterebbero mai di fare sesso con uno che non vuole bene nemmeno a sé stesso.

Sì, in questi anni litigai con un sacco di gente.

Nel 2011, andai al cinema The Space Cinema di Bologna a vedere Il rito con Anthony Hopkins nella parte di Padre Lucas Trevant e Rutger Hauer nella parte di Istvan Kovak.

Fui accompagnato da un mio amico dell’epoca. Anzi, fui io ad accompagnare lui. Ora vi spiego perché.

Gli telefonai:

– Che ne pensi di andare a vedere questo film? – gli domandai io.

– Di che parla?

– I film non parlano. Comunque, è incentrato sull’esorcismo.

– Davvero? Grandioso. Sì, andiamo a vederlo.

 

Già scrissi qualcosa di simile, tempo addietro. Ecco, numerose volte mi recai a casa di questo qui. Spesso si sintonizzava sui programmi, a tarda sera, di Rai Tre. Molti di essi, vista l’ora proibitiva, parlavano… degli esorcismi di Padre Amorth. Peraltro, ora morto.

Quindi, gli chiesi:

– Sono curioso. Potresti gentilmente farmi leggere la diagnosi effettuatati dalla tua psichiatra?

– Ah, ma sono cazzate. Comunque, eccola qua. Non credere però a quello che v’è scritto.

– Bene bene. Qui c’è scritto… disturbo maniacale religioso, sintomatico di una depressione iniziata verso i vent’anni, aggravatasi in seguito al divorzio dei tuoi genitori. Sublimata in un fanatismo che, in maniera incosciente e autocompiaciuta, venera e idolatra la sua parte spirituale poiché non è sviluppata l’area cerebrale. Il soggetto, castano, virginale e dunque casto, non ha mai scopato e, a mo’ di compensazione-compenetrazione psicologica, ha somatizzato, nel suo essere somaro a livello sessuale condiviso, il suo essere a sé stesso in viso.

Sai, amico? Credo che la diagnosi sia esatta e che tu non abbia capito un cazzo del film con Hopkins e Hauer?

– Perché mai?

– Semplicemente perché lo leggesti e interpretasti a immagine e somiglianza, cioè in forma solipsistica, della tua turba mentale. E delle tue mancanze sociali e interpersonali.

– Ne sei sicuro?

– Sì.

– Perciò che dovrei fare per curarmi? I farmaci, a quanto pare, non bastano. Devo sottopormi a un esorcismo?

 

C.v.d., ovvero come volevasi dimostrare… costui, oltre a essere inconsapevole della sua malattia, non va neanche compatito. Poiché non è pazzo e non è neppure ritardato. Non è demente, nel senso di persona affetta da demenza, è solo scemo.

Edward James Olmos/Gaff, nel prefinale di Blade Runner, dice testualmente a Rick Deckard/Harrison Ford:

– Hai fatto un gran lavoro, signore. Ora hai finito, eh? Peccato però che lei non vivrà.

 

In originale è it’s too bad she won’t live. Dice dunque esattamente she.

Come sapete, il lei in inglese non esiste. Si usa sempre you anche in caso di terza persona maschile. Quindi Gaff fa riferimento a Rachael/Sean Young?

Guardate il final cut del film e poi ne riparliamo. Com’è che dei film e delle persone non capite mai nulla?

Ah, di me che posso dirvi? Sogno spesso non un unicorno, bensì me cornuto.

Avrei bisogno di un esorcista poiché sono il diavolo?

Oppure qualcuno m’impiantò non dei ricordi artificiali bensì due corna nei suoi sogni sulla mia persona?

E su quest’altro colpo di genio e, ovviamente, presa per il culo a ogni idiota che delira sul mio conto, vi lascio. Tanto siamo in “quarantena”.

State già impazzendo. Senza le vostre ruffianerie e i vostri sabati sera a far casino, cazzo, non gliela fate.

Siete dei nani. Vi capisco.

Avete sempre bisogno d’incularvi a vicenda.

Leggete di più, tonti.

Questo è un pezzo che usa vari tempi a genius mio, participio remoto e passato, presente, imperfetto sicuramente meno di te.

 

di Stefano Falotico

Nicolas Cage, idolo imbattibile più del coronavirus


11 Mar

Nic Cage

A parte gli scherzi, si prospetta una calamità mondiale: il mondo intero s’è trovato impreparato dinanzi al Coronavirus, siamo tutti in guerra

In data mercoledì 11 Marzo, cioè oggi pomeriggio, per l’esattezza alle 17 e 30 circa, la World Health Organization ha diffuso mondialmente, in modo scioccante, la notizia che non avremmo mai voluto sentire.

Oramai, è tristemente ufficiale. È pandemia planetaria.

Da tempo immemorabile l’uomo non si trovava dinanzi a una calamità di questa portata.

A quanto pare, oramai non è più tempo di scherzarvi sopra. Sì, inizialmente, noi tutti credemmo che si trattasse di qualcosa di facilmente superabile.

Io stesso, così come Vittorio Sgarbi e altri eminenti esponenti del pensiero “tuttologo”, mi scagliai contro i virologi più pessimistici, oserei dire allarmistici.

Basta anche coi complottisti e gli ufologi. Per troppo tempo la mia via fu presa di mira dai gufi, gelosi che io fossi un alieno, cioè non di questo pianeta.

Un uomo stellare. Comunque, dalle stelle finii, per qualche anno, nelle/alle stalle.

Sono infatti uno Stallone. Colui che, in Rocky, toccò il cielo con un dito, anzi col suo pugno sinistro.

Da allora, scopò Brigitte Nielsen, una vacca.

Sì, Brigitte lo munse e Sylvester, tutto (m)unto, cadde nuovamente in disgrazia. Oramai corrottosi per colpa di una rompiballe.

Lo dico sempre, uomini, non fatevi allattare, continuate ad avere i denti da latte. Non sviluppate mai i vostri canini. Le donne vi renderanno dei lupi.

E poi vi perderete nella brughiera. Ove, però, potrete gustare ottimi formaggi. Ah no, quello è il Gruviera. Comunque, al cioccolato svizzero preferisco una svizzera. Ben rosolata con sopra un po’ di ketchup.

A me parve, debbo esservi franco, esageratamente sensazionalistico questo “cazzo” del Coronavirus.

Cioè, come sempre s’è fatto, anzi, si fece, a mo’ di Essi vivono di Carpenter, mi sembrò una troiata per depistare l’opinione pubblica su una malattia irrilevante.

Insomma, pura, faceta distrazione di massa per (de)programmare, attraverso banali dibattiti politico-scientifici, l’interesse quotidiano dell’uomo medio catodico e (di)pendente dalle labbra di speaker radiofonici o televisivi piuttosto ridicoli, verso qualcosa che potesse occupargli il tempo.

Per far sì che dimenticasse l’orrore del suo cotidie vivere spesso noioso e imbarazzante. La cui noia, al massimo, viene per l’appunto distratta dalle stesse partite di Calcio adesso, di “diretta” non solo eurovisiva, bensì in mondovisione, sospese.

Hanno chiuso tutti i cinema, a teatro già non vi andava nessuno. Da me il primo. Che, da sempre, considero il Teatro una forma d’arte morta e seppellita, un’esibizione grottesca di morti viventi che recitano tragedie greche oramai superate quando invero dovrebbero migliorare la “dizione” delle loro recite giornaliere.

Fatte di corna, di gelosie fratricide, di squallide lotte da (non) ipocondriaci.

Ah, fui un malato immaginario non tanto alla Molière.

Sì, rimembro i miei tempi funesti in cui ogni due minuti desiderai gettarmi giù dalla finestra.

Poiché, sebbene dedicassi alle ragazze delle poesie rosate e regalassi loro più di una ginestra, loro giocarono a cavallina con ragazzi invero bambini, forse pure babbuini, spassandosela sulla giostra e poi leccando cremosi gelati, non solo quelli, alla yogurteria di un chiostro assieme a molti uomini mostruosamente libidinosi e uguali a Cagliostro.

Sì, fui un Orlando furioso alla Ludovico Ariosto. Più che altro, un pollo arrosto.

Fu allora che idealizzai il mio Inferno, vagheggiando la mia Beatrice. Cioè Cybill Shepherd di Taxi Driver. Poiché precipitai in notti insonni pure da Al di là della vita.

Notti metafisiche senza molta figa, a dirla tutta. Ma compensai il vuoto… da me non riempito, registrando tutte le puntate di Fuori orario con e di Enrico Ghezzi.

After Hours, sempre di Scorsese, mi provocò mille orgasmi.

Dopo essere scivolato in un incubo kafkiano, divenni all’improvviso Jeff Goldblum de La mosca.

Sì, in me avvenne un mutamento spaventoso, oserei dire rabbrividente.

Dopo essermi tolto tutto nel non essere, dunque immergendomi, anche sommerso, nel trasfondermi nel Cinema in maniera “immersiva” come James Woods di Videodrome, pigliandolo però in culo dal Woods/Max di C’era una volta in America, dopo Il pasto nudo auto-perpetratomi all’anima e alla mia carne divorata, dinanzi all’ennesimo, villano bullismo, reagii in maniera troppo brusca e sconsiderata come Viggo Mortensen di A History of Violence. Forse solo sacrosanta.

Però, per anni gli psichiatri dovettero appurare se, per via di queste mie reazioni esagerate, fossi schizofrenico come Keira Knightley di A Dangerous Method.

Mi arrabbiai ancora di più e fui preso, da parte di un Freud di turno, anche per Mortensen de La promessa dell’assassino.

Sì, m’indurii troppo anche se, a essere onesti, non è che come al solito indurissi molto qualcos’altro.

Anzi, tutta questa cosa s’intenerì, divenni un rammollito e fui nuovamente equivocato. Cioè, la gente cominciò a vedermi come un poveretto Stephen Lack di Scanners.

Insomma, fui scannato.

Varie teste di cazzo mi danno ancora dello sfigato.

È cosa buona e giusta esserlo, perpetrate, figlioli, la sfiga a iosa.

Poiché, come si suol dire, se Nicolas Cage sta con questa qui, è veramente arrivata la fine.

Sì, Nicolas Cage se ne fotte…

Del coronavirus. Adesso sta pure assieme a una che viene… dalle zone ove il virus si è diffuso. Tale Riko Shibata.

Sì, non stringete la mano a Nic. È un attore spesso inetto, adesso pure forse infetto.

Detto ciò, dopo la stronzata serale, se dobbiamo morire, tanto vale fottersene prima che ce lo ficchino in quarantena.

Fidatevi.

Cioè, fottetevi. Ah ah. Siate debosciati come Nic. E comprate il mio libro a lui dedicato. Cercatelo sulle maggiori catene librarie online.

 

di Stefano Falotico

 

Nicolas Cage girlfriend

A prescindere dal coronavirus, credo che siamo arrivati al punto più malato della società, siamo sprofondati nel porcile


11 Mar

Vi affiggo uno screenshot tratto dalla bacheca di un mio amico su Facebook.

coccia

Credo che si possano ampiamente condividere queste parole. Sì, non vorrei che, con la scusa del Coronavirus, si stia spostando l’attenzione pubblica su qualcosa d’irrisorio.

Mi paiono, infatti, esagerati i provvedimenti intrapresi dal governo. Piuttosto, a dire la verità, demenziali.

Detto ciò…

Sì, devo dare ragione a Federico Frusciante in merito all’edonismo andante di questa società finita totalmente a puttane.

Lui però sostiene che Mission con De Niro e Jeremy Irons sia un troiaio. Mah, ne dubito.

È un film profondamente spirituale incentrato sulla conversione di un uomo, Mendoza, cacciatore di schiavi, che ammazza suo fratello per gelosia. Ma si redimerà, perdonandosi grazie al padre gesuita interpretato magnificamente da Irons. Ah, che fatica di Sisifo!

Il film eccede spesso nella retorica e la colonna sonora di Ennio Morricone, per quanto meravigliosa, diventa un po’ pomposa.

Detto ciò, la Palma d’oro ci sta tutta e non voglio sentire ragioni.

Anche perché un film così ce la sogniamo, oggi come oggi. Qui si respira epica prodigiosamente illuminata da Chris Menges.

Invece, qui la società sta collassando.

Non sono un moralista come Stanley Kubrick ma il troppo stroppia, rende storpi.

Qui spopolano profili d’insospettabili ragazze, effettivamente studentesse universitarie, che ti contattano privatamente. Al che, inizialmente s’instaurano conversazioni piacevoli, spesso anche altamente culturali.

Ma, all’improvviso, ti mandano il link del loro “club privato”.

Sì, ti sparano… il link del loro sito personale. Oramai tutti e tutte hanno il proprio sito. Non è un grosso problema. Il problema sorge quando ti dicono:

– Lo vedi questo bottone? Spingici sopra. Al che, ti si aprirà la finestra con la mia mail PayPal. Dai, poll’, Mandami 5o Euro e potrai vedermi nuda.

 

Roba da matti. E io dovrei versare 50 Euro per vedere dieci foto di nudo di una pinco pallina? Peraltro, se proprio voglio lasciarmi andare, guardo un porno.

Eppure, maschi frustratissimi, dopo giornate di durissimo lavoro in cui non hanno fatto un cazzo, sfogliando il giornale con tanto di gamba accavallata, leggendo di uomini in mutande che prendono a calci una palla, dopo aver messo i loro bambini a scuola, ecco che si collegano al sito “mostruosamente proibito” e sputtanano tutto il loro stipendio.

Regalando cifre pazzesche a queste mentecatte per vedere due culi. Rallegrando, a notte inoltrata, misteriosa e libera da sguardi indiscreti, le loro esistenze quotidianamente mortificanti.

 

Intervengo io:

– Lei spende queste cifre per vedere e svelare tali Patreon del cazzo? Non potrebbe scaricarsi un porno? Impazzano i siti pure gratuiti.

– Sì, ma i porno che circolano, ah, sono pieni di attrici famose. Io invece sono perverso, desidero vedere quella… sì, mi fa sesso sapere che, dietro quel viso angelico da brava ragazza, si nasconde una maiala.

 

 

Continuiamo così, complimenti.

Di mio, posso affermare con estremo orgoglio e senza vergogna, che nella copertina del mio nuovo libro campeggerà nuovamente una modella molto fascinosa.

Con la quale concordammo la liberatoria affinché mi concedesse l’immagine che presto risalterà nella mia cover. Lei posò per me, immortalata da una sua amica fotografia assolutamente professionale.

Dunque, il pagamento che le versai, peraltro nient’affatto esoso, fu lecitamente stabilito a fini artistici.

Lei lesse dapprima il mio libro e, molto soddisfatta, in maniera consenziente mi concesse l’immagine a uso non commerciale. Bensì da utilizzare solo a scopo promozionale della mia opera. Legata… ai miei diritti d’autore.

Da non diffondere, in altri modi, da nessuna parte.

Se poi invece, una volta che il libro sarà disponibile, salverete la sua immagine e la diffonderete altrove, dovrete pagare la penale.

Ve la vedete voi, eh? Insomma, la mia prosa è fantastica, lei è una donna super attraente ma, se vi azzarderete a rubare e ritagliare la sua immagine per spargerla in maniera prosaica sul web, saranno cazzi vostri amari. E poi, quando vi arriverà a casa la lettera di risarcimento per aver trafugato tale materiale intoccabile, sopra il WC non credo che continuerete a farvi delle seghe.

Anziché sciogliervi, pagando studentesse coi link “s(l)egabili”, d’attivare dietro remunerativa attivazione, evacuerete sciolte. Dette anche diarree dovute al cosiddetto farvela sotto… poiché non avrete i soldi per pagarla. Anche perché i pochi soldi rimastivi, eh sì, li sputtanaste per pagare donne (in)visibili che non vi diedero niente se non mezz’ora di menate…

Vero? Siete veramente penosi. Poi, abbiamo anche quelli di contraltare. Come si suol dire.  Gente che guadagna cifre pazzesche dapprima comprando followers e poi, non solo ricoprono le spese, bensì di guadagni superiori, mille volte, eh già, superano il debito. Puro capitalismo, cazzo. Un po’ impuro, comunque.

Ah, ora capisco. Quella ragazza, sopra menzionativi, no, non è una puttana sotto mentite spoglie. Insomma, se la paghi, si mostra tutta spogliata… È una laureanda, scordavo, in Economia e Commercio.

Sa come vendere la sua merce, ah ah. Sì, abbiamo toccato il fondo. Siete quasi tutti toccati… Dovete redimervi e curarvi prima che il virus delle vostre porcate e idiozie corroda definitivamente ogni vostra residua difesa immunitaria.

Acclarato ciò. Frusciante ha ragione su molti film ma di Mission non capì un cazzo. Masterpiece!

Ora, non per essere passatisti. Il Cinema di una volta era davvero più bello, più figo. E non voglio sentire ragioni.

 

di Stefano Falotico

Coronavirus: siamo in un film di Carpenter? Facciamo le corna…


08 Mar

carpenterRipeto, non credevo che la situazione degenerasse in questa maniera.

Sottovalutai parecchio la questione Coronavirus sino a qualche giorno fa. Quando seriamente e maggiormente me n’informai, constatando personalmente lo stato angosciante in cui quasi tutti gli stati del mondo stanno sprofondando.

L’altra sera, per esempio, mi recai a Castel San Pietro Terme e nell’entroterra limitrofo dell’imolese. Rimanendo agghiacciato dalle misure di sicurezza sanitaria/e intraprese dai locali pubblici.

I banconi transennati a delimitare le zone di pericolo contagio.  Come si fa quando è avvenuto un omicidio e la polizia perimetra severamente le aree interessate alle indagini. Affinché nessuno possa lasciare tracce o toccare, con le sue mani poco igienicamente pulite, anzi sterilizzate, gli oggetti deputati alla prelevazione, non solo sanguigna, del “DNA” metaforico dei possibili incriminati.

Al Gallo Garage di Castel San Pietro Terme, luogo ameno di conviviali bevute, spesso frequentato da ragazze da bersi tutte d’un fiato, senza usare la cannuccia, bensì mordendole di dolci baci aspiranti ogni loro svenevole respiro passionalmente polmonare, assistetti a un desertico panorama tetro e spettrale.

Stesso dicasi della mitica Accademia del Pomelo. Ove, secondo decreto legislativo del sindaco rigidissimo, furono applicate precauzioni da fiaba nera del Pifferaio magico.

Prima di poter solamente sfiorare il vetro di un bicchiere contenente un caldo cocktail, forse più liquoroso dell’ardimentosa cameriera, in cuor suo sempre focosa, indubbiamente sollecitante e solleticante le virili regioni erogene più cremose della morbida e lieve panna spalmata sopra un White Russian squisitamente delizioso, bisogna urgentemente recarsi in bagno per smacchiare le mani sporche ed eventualmente morbose… no, solo affettuose poiché smaniose di tangere i polpastrelli di qualche pollastrella ma probabilmente affette da tale morbo contagioso.

Forse insudiciate per colpa d’aver mangiato un panino col wurstel di salsa piccante gustosa…

E ne vogliamo parlare del LAB0542 di Imola? Che già il nome sembra un codice a barre apposto sopra le confezioni di latte impuro, forse scaduto.

Locale stupendo bazzicato da donne talvolta stupide ma spesso soltanto, a loro volta, stupende.

Che inducono a baci salivari e a limonate spremute come l’alcol più caloroso. E non mi riferisco a quello etilico e disinfettante, bensì a quello ad alto grado di temperatura che, a novanta gradi, potrebbe stimolare qualcosa al limite dell’etico.

Insomma, non ne avemmo abbastanza di Salvini con le sue salviette, no, fascistiche pulizie etniche? Coi suoi dettami altamente castranti le libertarie anche più consapevoli libidini giovanili?

Adesso pure il Coronavirus. Un morbo di cui forse soffrirono le amanti di Fabrizio Corona da lui infettate di edonismo lercio che corruppe le già precarie loro purezze (e)stinte e fetide.

Guardate, uno schifo.

E dire che mai come oggi mi sentii ammalato… di voglie capricciose per toccare la pelle d’una nuova mia vita camaleontica.

Io uscii dalle tenebre della mia notte perpetua da seppellito vivo, risorgendo in tutta estatica magnificenza infermabile anche di giorno come il grande Thomas Ian Griffith/Jan Valek di Vampires.

Un Corvo alla Brandon Lee risvegliatosi miracolosamente da un misterioso sogno primordiale di natura ermeticamente catacombale.

Invece qui sta succedendo un’ecatombe e, per bloccare questo morbo virale, questo virus letale, bisogna essere duri come James Woods/Jack Crow.

Già per troppo tempo, soprattutto in Italia, fummo repressi dalle bugie ad alto tasso moralistico del fariseo Vaticano davvero fascistico. Sì, molte teste e testicolo (s)fasciò.

Ché usò contraccettivi di natura dogmatica per frenare la bellezza dei piaceri più selvaggi, castigando gli stati liberi di coscienza affinché si reprimessero in una falsa, pericolosa giustezza monastica.

Attenendosi falsamente e regole icastiche, oserei dire più nazistiche di quei dementi che, anziché maledirti con l’aglio, ti porgono una svastica.

Atta a sedurre, no, a sedare, in modo orribilmente capzioso, questo sì, vizioso e impuro, i gaudenti desideri insopprimibili e non schizzinosi nostri più profondi che, purtroppo, perennemente resi infecondi dalla finta giocondità del buonismo stronzo, questo sì, blasfemo e inverecondo, si celarono nel buio empio, poco empatico né simpatico, nebbioso e permaloso del nostro dormircela nel gelo bergmaniano più remoto… da ogni contatto fisico caloroso, dunque figo. Più gioiosamente mostruoso.

Come in Fog, i fantasmi delle nostre ancestrali paure, messe in quarantena come Michael Myers di Halloween, riapparirono e riemersero in modo bestiale.

Rabbrividiamo dinanzi a tale pandemia da L’ombra dello scorpione di Stephen King.

Dirimpetto a questo Seme della follia forse troppo allarmistico.

Poiché non dovete, amici e (a)nemici, temere di ammalarvi. Non state chiusi sempre in casa, accarezzando solo un micio. Non spegnete le vostre salubri, godibili micce.

Se vi animalizzerete, no, ammalerete di depressione apparentemente incurabile, con un’altra mia magia di prestigiazione mentale, riuscirò a debellare ogni vostro oscuro male.

Lasciate stare le penose malinconie da Battiato con La cura e, come detto, non date retta alle balle che vi rifilano quelli della curia.

Poiché il qui presente Falò è uomo di sé molto sicuro poiché, checché se ne dica, egli non soffre di nessuna oscurantistica paura né più starà male per colpa delle mentalità più superstiziose fottute d’arroganza micidiale.

Non c’è niente da fare. È un bellissimo genio, statene sicuri.

E, quando vi entra dentro, non potrete più staccarvi da lui…

Anche i vermi lo amano. Poiché lui sguscia e vi penetra piacevolmente sin ad arrivare al ventre.

Quindi, con la sua giacca di nera pelle, vola ancora nel vento.

Sventolate quello che sapete. Avanti. Comunque, presto uscirà il mio nuovo libro dotato di uno spettacolare fronte-retro.

E ricordate: se lungo il vostro impervio eppur impetuoso cammino, incontrerete dei maniaci che attenteranno alla vostra bellezza, usate contro di loro l’ammoniaca.

E non ammoniteli. Vollero spellarvi e ora dovrete espellerli.

Rendiamo grazie a Dio.


di Stefano Falotico

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Coronavirus, un virus letale di pandemia mondiale – I migliori film sull’argomento


05 Mar
CILLIAN MURPHY in 28 Days Later Filmstill - Editorial Use Only Ref:FB sales@capitalpictures.com www.capitalpictures.com Supplied by Capital Pictures

CILLIAN MURPHY
in 28 Days Later
Filmstill – Editorial Use Only
Ref:FB
sales@capitalpictures.com
www.capitalpictures.com
Supplied by Capital Pictures

stefano falotico homeboyRiferendomi a FilmTv.it.

Ebbene, promisi che avrei scritto solamente un post a settimana. Ma, vista la gravità in cui incombe la sanità mondiale, per qualche giorno, non inserirò recensioni, promettendomi d’inserirle prossimamente.

Ora, dico che questo scritto potrebbe essere frainteso. Come dirò, nelle righe seguenti, ora dobbiamo sorbirci soltanto notizie, ahinoi, incresciose e purtroppo gravi.

Citerò qui tre pellicole che, in qualche modo, sebbene assai dissimili nelle tematiche, negli assunti e negli sviluppi narrativi, sono associabili al coronavirus.

Innanzitutto, Virus letale. Il coronavirus, a quanto pare, è molto simile al virus “ignoto” in cui si parla nel film di Petersen. Simile all’ebola ma non diagnosticabile del tutto. Poi… E venne il giorno. Nel film di Shyamalan, non si tratta di un virus vero e proprio, bensì di qualcosa ancora una volta simile però, per certi versi, al coronavirus. Cioè, qualcosa arrivato praticamente dal nulla che contagia le persone a velocità pazzesca e infermabile.  Una sorta di Seme della follia alla Carpenter.

Se avete visto il film di Shyamalan, sapete bene che quello fu un morbo virale, forse di origine sovrannaturale e non scientificamente del tutto spiegabile, che portò la gente alla pazzia. Il coronavirus sta invece portando anche a stati di impazzimento sociale e di panico. Quindi, 28 giorni dopo di Danny Boyle. Un film apocalittico.

Poi, non per sembrare pateticamente autoreferenziale per l’ennesima volta, personalmente vi fu il mio cosiddetto male oscuro. Cioè l’apparentemente insanabile mia depressione annale. Che stette per distruggere ogni mia difesa immunitaria dell’anima. Ma non mi abbattei e combattei per vincerla.

Debbo ammettere che sottovalutai la situazione sin all’altro giorno. Mi parve infatti che, fra le persone, incitate dai soliti eccessivi mass media sensazionalistici, si fosse diffuso un allarmismo esagerato.

Invece, d’estremo malincuore, debbo constatare che purtroppo ciò che all’inizio mi sembrò qualcosa di trascurabile, ahinoi, si sta espandendo a macchia d’olio.

In questi giorni luttuosi e tristi in cui tetramente si stanno avvicendando, a velocità pazzesca, morti su morti inarrestabilmente, non rividi neanche le repliche del programma pomeridiano di attualità dal nome Tagadà.

Poiché quest’anno la faziosa, assai antipatica eppur inoppugnabilmente sexy Panella Tiziana mostrò le sue magnifiche, inarrivabili gambe scosciate soltanto un paio di volte. Rimanendo castigata in abiti talari e repressasi sensualmente in una capigliatura e in un look da sessantenne monaca di clausura.

Per cui, perdendo facilmente interesse per questo programma, peraltro apertamente schierato discutibilmente su una linea politica dichiaratamente di parte e a radicale favore di un opinabile partito non appartenente a quello del compianto Marco Pannella, non potendo unire l’utile al dilettevole, cioè rifarmi gli occhi sull’insuperabile milf Tiziana Panella, ammirandone estasiato i morbidi, suadenti, meravigliosi e selvaggi accavallamenti “gambali”, nel frattempo gustando gli stuzzicanti, stimolanti discussioni fra ospiti spesso culturalmente provoca(n)ti, eh eh, pensai fosse doveroso non informarmi in merito a tale “malattia venerea” che si sta propagando, mefitica, nei nostri corpi più delle sane e consapevoli libidini del maschio eterosessuale sessualmente di robusta e sana costituzione.

Sì, è una tragedia in atto. Pare infermabile questo morbo pandemico sul quale neppure gli scienziati e i medici più in gamba delle superbe gambe di Tiziana non capiscono un cazzo.

Al che, affidandomi alla mia imbattibile, resuscitata memoria, rimembro… il tempo in cui, piccolo quasi quanto Christina Bale de L’impero del Sole, eh già (Christian è classe ‘74, io del 1979), forse una delle migliori pellicole di Steven Spielberg in assoluto, datata 1987, nel 1986 anche qui in Italia furono tutti spaventati a morte dall’esplosione della centrale nucleare di Chernobyl.

Mi ricordo che, a quei tempi, fui in seconda elementare. E, al mattino, sbraitai come un matto peggiore di Christian Bale di American Psycho poiché, deprivato della mia colazione dei campioni, in quanto i miei genitori, terrorizzati che il latte fosse stato, più che parzialmente scremato, totalmente dalle radiazioni infettato, bevvi solamente acqua al mattino. Prima di recarmi alla scuola D. Sassoli ove, con tanto di grembiulino, da bravo bambino fui obbligato a studiare le tabelline poiché, pur essendo io già più enfant prodige di Christian, la Seconda guerra mondiale e il liceo scientifico Enrico Fermi avrebbero potuto aspettare ancora parecchio. Peraltro, m’iscrissi al Sabin. Mollando quasi subito poiché preferii, alle pedanti lezioni di Chimica, le mirabolanti regressioni infantili da Hook.

A proposito di Robin Williams di Jack e del piccolo grande uomo Dustin Hoffman, potremmo accostare il coronavirus al Virus letale di Wolfgang Petersen?

Petersen, regista de La storia infinita.

Le madri sono giustissimamente preoccupate che abbiano chiuso le scuole. I bambini, meno. Potranno volare sulle ali della fantasia in casa, accarezzando le morbide orecchie dei loro animali domestici.

Sì, bambini, finché potrete, non crescete mai.

La vita adulta, infatti, presenta molte problematiche. Se sarete omosessuali, semmai vi licenzieranno come Tom Hanks di Philadelphia, trovandovi una scusa bella e buona. In quanto omofobi.

Se invece siete eterosessuali che amano i Queen e Freddie Mercury, vi diranno che ascoltate musica da checche.

Se amate Bruce Springsteen, invece, vi diranno che siete troppo machi.

Per esempio, non capisco perché andiate matti per Glass e invece disprezzate il film più bello e maturo di M. Night Shyamalan. Ovvero E venne il giorno.

Sì, concordo con Enrico Ghezzi che lo definì un capolavoro. Sebbene molti di voi non l’abbiano capito.

Difatti, su metacritic.com ha una scandalosa media recensoria bassissima.

Sì, che grande film che è 28 giorni dopo.

Anche se, a mio avviso, sebbene buonista, la miglior pellicola di Danny Boyle è The Millionaire. Praticamente, la storia della mia vita.

Ora, la questione è questa. Come Stallone di Over the Top, nessuno credette che avessi una sola possibilità di vincere.

Poiché sbrigativamente, a proposito di pugilato, tutti pensarono che fossi tocco nel cervello come Mickey Rourke di Homeboy.

Peccato che sia un poeta. Carezzevole e melodico come Eric Clapton.

Sì, sono leggermente freak come Mickey Rourke. Meglio, no?

Noi tutti potremmo morire da un momento all’altro.

Lo seppe bene Adriana del secondo Rocky.

Sognate, amici, fratelli della notte. Non ammorbatevi. Vinceremo anche questa.

di Stefano Falotico

tiziana panella coronavirus

88303455_10215855018831253_5822166918093602816_ovirus letale

An inexplicable and unstoppable event threatens not only humankind . . . but the most basic human instinct of them all: survival.

An inexplicable and unstoppable event threatens not only humankind . . . but the most basic human instinct of them all: survival.

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)