Posts Tagged ‘Daniel Craig’

Le mie previsioni ai Golden Globe(s), il mio prossimo libro, il mio nuovo racconto pubblicato, insomma Habemus Papam come John Malkovich e Jude Law… ho detto tutto, evviva 007!


04 Dec

Miniatura da Oscar, diciamocela.78234966_10215123068172944_2757590057408790528_o

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Non è tempo di morire

Sì, da oggi, alla fiera del libro di Roma, Più libri più liberi, allo stand D 05, se vorrete e voleste, pot(r)ete comprare I RACCONTI DI CULTORA 2019.

Sono tre volumi, ognuno dei quali raccoglie venti autori che hanno vinto il concorso letterario, indetto un paio di mesi fa da Cultora, per l’appunto.

In uno di questi volumi, vi è il mio Venezia, la città del Joker.

Questa la sinossi dei volumi:

la Sesta edizione del Concorso Letterario Cultora si conferma uno straordinario mezzo di aggregazione culturale capace di unire centinaia di scrittori, esordienti e non, di tutta Italia. Attraverso ognuno dei racconti inediti, gli autori selezionati offrono al lettore storie, sensazioni, esperienze che grazie al supporto cartaceo diventano eterne e condivisibili. In uno spazio limitato chi scrive riesce a svuotare il proprio spirito in forma espressa, diretta, e pertanto infinitamente entusiasmante.

 

Intanto, in questi giorni, sto editando assieme al mio correttore di bozze il mio prossimo libro, un noir erotico, una storia di detection macabra ma enormemente romantica con tinte fosche ma anche pulp da graphic novel, un trip di fumettistica immaginazione delirante ma squisitamente surreale e immerso nella metafisica ancestrale di un uomo, ovvero il sottoscritto, che oggi è davvero un uomo ma domani ancora regredirà all’infanzia, quindi esuberante si darà ad altri voli pindarici, sublimando ogni suo trauma e patita afflizione, psichica e non, sessuale e/o bestiale, grazie alla propulsiva energia della sua anima combattiva, giammai doma e ancor furente come il sole d’oriente ove un tempo, vicino persino a buddistici templi, il grande Bruce Lee dimostrò che la vita è un colpo tonitruante, una morte inaspettata e scioccante come la sua e quella di suo figlio Brandon, quindi può essere, perché no, anche rinascita folgorante.

Poiché, se non avrete sonno, anziché recarvi in cucina, mangiando Nutella o cioccolato bianco, accendete un falò e leggete, sotto il plenilunio, tutto Mishima Yukio.

Be’, sono più basso di Jude Law e, sinceramente, non ho il suo conto in banca. Tantomeno ho una casa che affacci sul Duomo di Prato come John Malkovich.

Prima, giravo in macchina. E, fra queste luci cittadine al Neon Demon, indossando il mio giubbotto di Drive, ho ascoltato due canzoni nostalgiche, una più bella dell’altra. Evocanti un tempo passato e dimenticato, forse scomparso ma che sempre, sino al giorno della mia morte, vibreranno acute ed emozionalmente acustiche nella mia memoria.

Innanzitutto, la controversa “canzonetta” di Alberto Fortis, Milano e Vincenzo.

Conoscete la storia, no? Alberto non voleva più essere trattato come Lupo Alberto, esatto, quello del fumetto, cioè come uno sfigato. Voleva diventare un artista ma il suo produttore discografico, Vincenzo Micocci, non si decideva a pubblicargli il suo primo album.

Alberto era incazzato.

– Cazzo, se mi fai aspettare ancora, sarò costretto a cercarmi un posto come impiegato del catasto!

 

Sì, se Louis Garrel non fosse figlio d’arte, non scoperebbe Laetitia Casta. Ma questo è un altro discorso.

E I Gatti di Vicolo Miracoli? Ne vogliamo parlare di Verona Beat?

Quattro amici liceali che misero su una piccola band.

Umberto Smaila, da allora, viene considerato un mezzo genio, Jerry Calà è a suo modo un idolo, Franco Oppini scopò Alba Parietti. Che poi… ma lasciamo stare, ah ah.

Nel frattempo, Francesco Nuti non sta bene.

Francesco piaceva molto a mio zio. Pratese, mentre Francesco è (non so per quanto potrò usare il presente…) fiorentino.

Mio zio è morto tanti anni fa, a soli cinquant’anni, dopo aver combinato un casino.

Il primo film di Francesco, come attore, è stato Ad ovest di Paperino del suo amico Alessandro Benvenuti.

Paperino esiste davvero, è un piccolissimo comune che mio zio mi mostrò quand’io ero piccolissimo.

Non è soltanto un personaggio celeberrimo della Disney.

Sapete, io sto antipatico a tante persone. Antipaticissimo.

Per demoralizzarmi e buttarmi giù, le hanno tentate tutte. Sono stato ingiuriato, calunniato, mi sono beccato anche dei ricoveri psichiatrici per colpa delle violenze psicologiche inaudite e immoderate da me subite semplicemente perché non mi sono mai attenuto alle fottute regole istituzionali assai fasciste.

Ove, se a sedici anni, non frequenti un cazzo di liceo di merda, devi essere meno dotato e avere il cervello e il cazzo di un nano.

Il mio lavoro è fare l’artista, dare emozioni a chi ne ha bisogno. A chi pensa che la vita non sia un campionato. Anche perché, se dinanzi a me, si presenta uno stronzo come Robert Loggia di Over the Top, io non accetto i suoi ricatti.

Avrei potuto perdere e rimediare una figura da idiota storico. Purtroppo, per voi, ho vinto. Dunque, non ho da chiedere scusa a nessuno di quelli che, se fosse stato per loro, mi avrebbero internato.

Non ho da redimermi della loro svista con tanto di offertami, superba, stupidissima svastica.

Non ho da abbassarmi al loro mendace concetto di “dignità” piccolo borghese, limitante, nauseante e ripugnante. Questa è la mia risposta. Devastante. Ed è giusto così. Poiché mi ricordo un tempo in cui divenni quasi muto e chiesi soltanto, avendo già tale mio difficile momento superato, di bere una birra in compagnia. Ma l’ottusità fu assurda, mostruosa. L’indifferenza, ah, qualcosa di scandaloso. Mi sentii solo dire… cresci, coglione.

Mi pare doveroso che i dementi imparino a stare al mondo e che i poeti vivano, perdonando gli abietti e gli inetti, laddove Michelangelo diede al Papa la sua terrazza, mie tenerezze, miei poveri peccatori irredenti. Nella soavità del temp(i)o senza fissa dimora della sua anima angelica o forse stupendamente diabolica.

Comunque, a dirla tutta, Daniel Craig non è un contadino ma Sean Connery rimane di un altro pianeta.

 

di Stefano Falotico

Maniac, su Netflix, non parte, Joaquin Phoenix è dimagrit’ come me, e saltello tutto bello nelle vostre patologie mentali, in quanto sono 009


21 Sep

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Joker dimagrit’

Un post condiviso da Stefano Falotico (@faloticostefano) in data:

009, colui che si fa il viaggio virtuale sino a Giove, va su Marte come Schwarzy in Atto di forza, e si scopa la tua Venere senza contrarre malattie veneree in quanto usa il profilattico, e su questo non ci piove.

Mah, non è che abbia una gran voglia di vedere questo Maniac. Del Fukunaga. Uno che adesso dirigerà James Bond 25 con Daniel Craig.

Ora, lo ribadisco, mi spiace che la pensiate in maniera diversa da me. Daniel Crag è il peggior 007 della storia. Mio nonno Pietro, ch’era un coltivatore diretto, aveva una faccia più elegante di Daniel. Uno a cui stringo la mano perché sta con Rachel Weisz, donna dalle cosce strepitose e dagli occhi ammalianti, ma che carismaticamente vale meno, appunto, di un trascurato agricoltore.

Sì, mio padre è ancora più cattivo di me quando gli chiedo cosa ne pensi di Craig.

– Ah ah. Chi, Craig? Quello del cantiere edile di Castel Maggiore (località limitrofa all’estrema periferia di Bologna, situata a nord rispetto al centro storico di questo capoluogo emiliano-felsineo) ha molta più classe.

 

Sì, concordo con mio padre. Craig ha una faccia da scaricatore di porto. Niente a che vedere col sex appeal maturo dello Sean Connery che fu, molto meno figo di Pierce Brosnan, che comunque faceva anche lui abbastanza cagare nei panni dell’agente segreto più famoso del mondo, più magro di Roger Moore ma assai meno simpatico. George Lazenby e Timothy Dalton neppure li prendo in considerazione. Ma, a loro modo, migliori del Craig. Una faccia da burino ch’è molto, paragonato a lui, più attraente Ricky Memphis.

Sì, Craig è veramente una merda.

Quasi quanto Justin Theroux. Uno che dovrebbe fare un monumento a Lynch per avergli dato, a tutt’oggi, il ruolo della vita in Mulholland Drive. È grazie a questo ruolo ch’è riuscito ad accarezzare le coscione di Jennifer Aniston. Diciamocela! Ah ah!

Sì, c’è anche lui in Maniac.

Ma questa serie non mi parte su Netflix. Mi collego al mio account, vado su questo titolo, clicco e mi dice: disponibile dal 21 Settembre.

Scusate, non è oggi il 21 Settembre? Dev’essere una sorta di strategia occulta e subliminale per farti impazzire come Jonah Hill. Mah, riproverò domani.

C’è pure Emma Stone. Tutti sostengono che sia una buona passerotta, questa qui. Insomma. Ha un seno inesistente e spesso interpreta la parte di donne patetiche e lagnose, sì, la Margherita Buy d’America. E Maledetto il giorno che t’ho incontrato del Verdone docet. Sì, piace molto a Nanni Moretti che, dopo quell’altra isterica perfettina di Laura Morante, ha trovato in Margherita la musa delle sue frustrazioni. Pessimo il Moretti, un uomo tristissimo.

Molto meglio Andrea Roncato/Margheritoni. Uno che, in Mezzo destro mezzo sinistro, sapeva che da Isabel Russinova voleva solo una trombatona in una calda alcova. Uomo verace, Andrea, ruspante.

E non sfogliava le margherite… Di mio, son dimagrit’ e mi piacciono i quadri del belga René Magritte.

Questa è la stronzata falotica del giorno! Non c’è nessun Joaquin Phoenix che tenga. Il vero Joker sono io. Imbattibile!

Maniac

Maniac

 

di Stefano Falotico

Cary Joji Fukunaga sarà il regista del nuovo James Bond


20 Sep

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Finalmente, dopo una lunga ricerca, è stato trovato il regista del prossimo James Bond, il numero venticinque della serie. Si tratta di Cari Joji Fukunaga, autore della bellissima, prima stagione di True Detective e dell’imminente Maniac di Netflix con Jonah Hill ed Emma Stone.

L’annuncio è stato dato direttamente dalla MGM.

Già stabilita la data d’inizio riprese, a Marzo del prossimo anno. E il film uscirà nelle sale mondiali il 14 Febbraio del 2020.

L’accordo è stato raggiunto dopo un lungo corteggiamento e dopo il forfait di Danny Boyle, che inizialmente era stato designato come director.

James Bond, ovvero 007, l’agente segreto più famoso del mondo, sarà nuovamente interpretato da Daniel Craig.

Fukunaga, ricordiamolo, ha anche diretto l’acclamato Beasts of No Nation.

La MGM, prima del sì di Fukunaga, aveva vagliato anche altri registi, fra cui Yann Demange, David Mackenzie (Hell or High Water) e Edgar Wright (Baby Driver).

 

Fonte: Deadline.

 

di Stefano Falotico

Spectre 007, Official Teaser


29 Mar

Una società di fessi e di condomini col camino che, ogni anno, lo prende nell’ano


31 Oct

Quando m’annuvolo, mangio le nuvolette cinesi, dette anche “patate” da evaporare di “sgranocchio”. Gnam gnam, “entran tutte in bocca”

Una peculiarità della mia anima è codesta: smarrisco la retta via per infilarlo nel retto a ogni ebete. E, dato che l’umanità è formata per il 90 per cento da tale categoria, credo che non mi rassenererò a insederarli. Mi dà gusto, sono provocatore dalla nascita, “uscita” extrauterina fuori dai canoni (ah lo so, vostra madre è la donna cannone che mangia il cannolo, detto anche “cagnolo”, del marito, un “babà”). Anni fa, una ragazza iperdepressa con “manie” smaniose di smagliature e annessa anoressia di bulimia da biliosa, provò a baciarmi stimolando il “telaio”. “Rettificai” subito: – Credo che la mia lingua ha poco da contagiarsi col tuo “adagiarlo”. Spero non ti arrabbierai se preferirò noleggiare un porno alla videoteca qui di fronte, aprir la portiera e farti scendere. Sai, ho bisogno, una necessità inesausta di salir di grado. Tu non m’aggradasti né ti gradirò. Ecco, alza il piedino sul marciapiede, e mostra le cosce ai “fruttivendoli”. Ragazzoni “dabbene”, ché puoi “berteli” tutti d’un fiato di mela cotogna. Sei una da Toto Cutugno. E anche da circo Togni. Quindi, levati dai coglioni. Mi diede una sberla, comprese che l’avevo messa alle berlina. Una povera matta da prendere giustamente a calci in culo. Una cronica tontolona come quasi tutti. D’altra parte che potevo aspettarmi da quest’Italia? Narro delle interpretazioni di Al Pacino e le “donne” mi porgon dei baci “affettuosi” in segno di tenerezza, mi siedo dinanzi alle pompe funebri e il becchino fuma la “pipa” di una che fa un pompino a un morto. Mah, non è un gran bel vedere. Dunque, ribadisco. Meglio prenderli per il sedere. Sì, m’accuseranno d’esser blasfemo. Ma sappiate che Ulisse sconfisse Polifemo perché non lo vedeva di buon “occhio”. Quante sceme a questo Mondo. E io le “piglio” tutte… Di Notte, mi camuffo da “negro” col monster cock, allupandole su Facebook ove esibisco un sorriso brillante da Eddie Murphy “pittato di fresco” nel ballo “pelvico” alla Michael Jackson. E poi, simil “leoncino” della Metro Goldwin Mayer, spalanco le “fauci” nel loro stupido stupore dal profumo “candore”. So che dall’altra parte dello schermo si toccan e non apron più bocca. Diciamo che ho “colto nel segno”. Per anni, fui pedinato da una famiglia di schizofrenici, un nucleo assai disfunzionale. Il padre era, fu e sempre sarà, spero che muoia prima di far un altro “botto”, un grassone repellente di flatulenti borie. In tutta la sua vita, ha combinato “parecchio”. Dopo aver sputtanato tutta la sua “gioventù” a mendicare dei “prosciuttini” felsinei, s’ammogliò a una sicula “combattente” che per un decennio fu solo la supplente dei ripetenti. Per consolarla dall'”insalata”, “la” (es)portava a teatro, ove ammiravano i commedianti per quattro risate a sdrammatizzare la loro vita quotidiana. Una volta, assunsero perfino degli attori “professionisti” quando la loro “magra” non ebbe i soldi per tale “passatempo”. Giunsero a casa pupolista loro, tutti “preparatissimi”. Ma, alla fine, l’isterica della moglie ruppe i piatti e scattò l’applauso del figlio epilettico che urlò “trionfante”: – Puttanazza di genitrice, adesso hai capito che non sai recitare quando mio padre finge di scoparti? Dovevamo assumere degli gigolò per farti capire che sei frigida? Sì, è sempre stata una famiglia d’idioti, da manicomio. Credo che, a ragion veduta, questi si meritino solo una “spremuta”. La famosa arancia meccanica della loro “bottanica”. “Concentrandoci” invece di nuovo sui figli, allarghiamoli al plurale, due esemplari di babbei come pochi. Anzi, come il loro babbo. Per quanto mi riguarda, “di mio”, i miei condomini sono dei deficienti. Quello del primo piano pretese che la figlia uscisse dall’università con la lode. Adesso è sposata con uno coi rotolini. Sì, le cucinò gli “involtini”. Quello del settimo piano ha girato tutti gli psichiatri di Bologna. Di lavoro era geologo. Speriamo abbia estratto l’oro minerario dopo aver sperperato tutti i suoi guadagni per finire alla Certosa della sua pensione da Lucio Dalla. Che volete farci? Sono uno stronzo. Non “raccontiamocelo” d’imbrogli e sotterfugi. Voi mai fuggite perché parlate sempre di figa, ma friggete d’invidia perché io me ne sbatto… Questa è la verità. Che a voi piaccia o meno. Come ve “lo” metto io, neppure il vostro amante più fantasioso e trasgressivo.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. 007 Skyfall (2012)
  2. Argo (2012)
  3. 7 psicopatici (2012)

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)