Posts Tagged ‘De Niro Travolta Killing Season’

“Killing Season”, rima recensione positiva da Widemovie


22 Jun

Chissà come lo stroncheranno? Invece no, a costui è piaciuto, e non poco. Stando alle sue righe, una sorpresa.

Killing Season è uno di quei film che non ti aspetti, è uno di quei film che se dovessi basarti sulle immagini del trailer, penseresti che è il solito thriller banale e scontato. Invece, la bravura dello sceneggiatore, Evan Daugherty che con questo lavoro ha vinto il premio “script pipeline” nel 2008, rende il film una sorpresa.

Benjamin Ford ed Emil Kovac sono due ex militari che hanno combattuto, facendo parte di fazioni opposte, la guerra in Bosnia a metà anni novanta. Il personaggio interpretato da John Travolta, Emil Kovac, va alla ricerca di Benjamin Ford, interpretato da Robert de Niro, per vendicarsi di un torto subito. Questa è la trama per un film molto più profondo e complesso, basato su rancori, ferite di guerra ancora aperte e tanto orgoglio di quello che può sembrare.

Il film si svolge,solamente, intorno ai due protagonisti che riescono a tenere la scena molto bene. John Travolta recita con un accento serbo che ne fa apprezzare ancora di più la bravura. Non lo vedevo così calato in una parte e così dedito al ruolo da “Una canzone per Bobby Long” del 2004. Robert De Niro d’altro canto, mette in mostra la sua bravura, ancora una volta, dopo l’apprezzabilissimo “Il lato positivo” dello scorso anno.

Tra i due verrà fuori un rapporto decisamente particolare, quasi un gioco, cruento e crudele che non lascia spazio all’immaginazione dello spettatore. Fino ad un finale che pian piano non sembra poi così scontato.

La regia non ha sbavature, semplice e lineare, probabilmente Mark Steven Johnson è a suo agio con un cast ristretto, con una tematica seria e con una sceneggiatura da seguire che non è sua. Basterebbe nominare due, tra i suoi pochi film, per evitare accuratamente la sala. Mi riferisco a Daredevil (2003) e Ghost Rider (2007) di cui è autore anche delle sceneggiature.

Una nota di merito per le location scelte in Georgia, USA e sopratutto per la canzone di Johnny Cash, Cash Don’t Take Your Guns To Town, che praticamente accompagna tutto il film anche per voce dei protagonisti.

Il film è stato presentato in anteprima ed in lingua originale al 59° film festival di Taormina nella splendida cornice del Teatro Antico.

Killing season sarà nelle sale USA a partire dal 12 Luglio 2013, non c’è ancora una data per il rilascio italiano; probabilmente il film sarà snobbato e mandato nelle sale in qualche periodo estivo di buco.

Italia assassina


30 May

In mezzo a questa gioventù stuprata, il Genius, angosciato, distrutto, mortificato, spaccato, di menischi fottuto, amputato ma non puttaniere, esclama: vaffanculo!

E se una cazzata dev’essere che almeno ci sia 
Bob De Niro sfatto con un Travolta!

Entrambi hanno origini italiane, ora combattono in Nord-America.
Ove, fra l’altro, non stanno tranquilli.

Secondo voi, De Niro e Travolta “odierni” sono due gay repressi? Tutte le ragioni per le quali (non) lo sono, in quanto non sanno più… recitare o animali da (tre)set(te)?

De Niro “fucileggia” fra gli Appalachi, fra reumatismi solitari e scoscesi della “carabina” che fu, armato del sessappiglio senile con “licenza di uccidersi”, Travolta è guardia giurata della sua Kelly Preston e, suonati, se le cantano di “mitragliate” nel boschifero addentar la Notte, fin alle zone buie del brad(ip)o invecchiando a braccetto, fra un arco imbracciato e qualche bracciata sui laghi dei cigni che furono.

Sparano ancora o non più spingono? La foresta, dormendo nello scroscio delle cascate, è a lor “cascamorta” e muove gli “orsi” a salm(on)e.

Caccia “spietata” lungo le pareti rocciose, fra “addiaccio” e pose “guerrigliere” da pagliacci, la carriera a puttane si ammazza e gli eremiti rincoglioniti si (con)ficcano di pallottole a residua, lacera “pallina”. Accette di characters ridicoli nel profluvio dello sperpero, mentre gli uccelli cantano briosi e un bambino piscia vicino alla rupe, “appioppandolo” al piombo di questi spompati. E menandolo piovoso come le burrasche equatoriali.

L’usignolo loro s’ammoscia, autunnale va il tramonto, e l’arcobaleno si colora di efferato fra gli sfiancati del reggersi il gioco e anche la zuppa coi “piselli”. Fianco a fianco, tiratori “franchi”.

Ci scappa anche una mezza scopata fra un “tiro” e un bersaglio, e la quaglia del più forte in branda vien… sbranata.

Mentre le colline amoreggiano, un Taxi Driver  delle “nevi” incita i maschi mandrilli ad accaldar le ermelline, mentre John fischia di “zampogna” su scarponi “carrozzati” fra una panzona al mascarpon’ e, da trombato, afflosciarsi all’ultimo Sole del pallore anziano nel De Niro dal neo peraltro “sbavato”. Stanchi, si cuociono un uovo sulle teste frantumate. Ma crepano, indigestione velenosa del minestrone.

Un pescatore li rinviene vicino alla riva fangosa, e li vende alla scema del villaggio.

In quanto da frittura impanata con tanto del “ridersela” sotto la baffuta. Cuoca dei cotti.

Finiamola con la mia massima:
Gli amici sono come le puttane, di cui mai ho fatto conoscenza, essendo uno che reitererò per non tirarmela.

Anzi no.

Vengo attaccato nella mia dignità di scrittore ed eseguo un sondaggio al “cardiopalma” sul prossimo caso umano da ricoverare alla neuro.

Non costruiremo nessun diagramma con crocette da cliccare. Per via del fatto che tutte le risposte sono effettivamente possibili.

1) Trattasi di asociale, sofferente di gravi turbe psichiche di natura ebefrenica derivate da un discontrollo percettivo in natura scimmiesca alienata.
2) Classico troll che sta a girarsi i pollici per 24h, comprese le ore notturne soprattutto, in cui da sonnambulo prega in stato catatonico per fighe vecchie con la cataratta (le uniche sue “prede”, a esser eufemistici , in grado di “aggradarglielo”), al fin di “rassodarsi” per amare se stesso, al di là dell’auterotismo da Woody Allen di qualche periferia ipersfigata, più che da profumo Manhattan da follia a manetta e Manetti Bros, con la pompetta idraulica di Super Mario videogiochino del suo pirullo fra bulloni di rotelle non solo neuronali ma paraplegiche.
3) Esemplare estinto degli australopitechi, indeciso se guardare Australia con la Kidman o mangiarsi un Kinder con un canguro.
4) Patito del feticismo, odia anche i suoi escrementi da alluce da “Duce” del degrado più da zone “basse”, per il grido “Perdermi e mi perderò|”.
5) Calunniatore, appunto a man bassa, forse è uno della Lega lombarda con sdoppiamenti nel Baron Cohen più fantasioso di una demenza precoce latente da emulatore del divismo attoriale in salsa italica con maionese impazzita dello specchio suo distorto a immaginarsi Star del brodino omonimo. Un omen di vero homunculus.

Insomma, una cinquina “vincente”.

Ogni giorno si leggono di ragazzi matti suicidatisi. Domani, leggeremo di questo.

In preda agli incompresi, anziché prendere una compressa, mi stresso e, innervosendomi, mi sento domato da te stesso, in quanto anche me.

Buona nottata.
Si spera non più.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Taxi Driver (1976)
    E qui era.
  2. Pulp Fiction (1994)
    Un John bello grassoccio ma non grassottello.
  3. Killing Season (2013)
    La fine di due (ere)miti.

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)