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Credo al crudo


06 Jun

Panta rei? Credo al pantano, Pantani morì dopato, non cambia nulla, cambio solo senza Sole e il Cinema è peggiorato, spero in Paul Thomas Anderson, altrimenti mi sparo

È tutto qui? Si riduce tutto a questo, Manny? Mangiare, bere, scopare, fumare, sniffare. E dopo? Dimmelo. E dopo? Arrivi a 50 anni e ti ritrovi una pancia come un barile. Ti vengono due zizze come una balia, ma con i peli di sopra. Ti ritrovi un fegato mezzo disintegrato a forza di mangiare questa roba di merda e diventi come queste mummie del cazzo che stanno qua dentro. (Tony Montana, grande Pacino di Scarface)

Noi siamo un paese senza memoria. Il che equivale a dire senza storia. L’Italia rimuove il suo passato prossimo, lo perde nell’oblio dell’etere televisivo, ne tiene solo i ricordi, i frammenti che potrebbero farle comodo per le sue contorsioni, per le sue conversioni. Ma l’Italia è un paese circolare, gattopardesco, in cui tutto cambia per restare com’è. In cui tutto scorre per non passare davvero. Se l’Italia avesse cura della sua storia, della sua memoria, si accorgerebbe che i regimi non nascono dal nulla, sono il portato di veleni antichi, di metastasi invincibili, imparerebbe che i vizi di questo Paese – speciale nel vivere alla grande ma con le pezze al culo – sono ciclici, si ripetono incarnati da uomini diversi con lo stesso cinismo, la medesima indifferenza per l’etica, con l’identica allergia alla coerenza, a una tensione morale.
Pier Paolo Pasolini, «Scritti Corsari», 1975

 

– Stefano, c’è una festa. Vieni?

– Di mio, “vengo” da solo…

– Dai, su.

– Non devo dare proprio niente, credo al nulla vacante eppur tu va(gh)i.

– Suvvia!

– Vai via, sei da viali!

 

Così, deluso e arrancante, ammaccato e facendovi lo smacco quando, anziché darvi uno smack, io mi smoccolo, mi reggo il mon(a)co, sapendo che il pellegrin(aggi)o è un sant(uari)o alla mia accidia.

Molta gente per tale peccato vorrebbe uccidermi. Io rispondo loro che ho delle belle ciglia e dunque continuo a volteggiare nel nero (ar)cigno.

Viaggiando in macchina mentre borbottate nelle vitarelle quotidiane, alla faccia vostra sulla mia che è sfacciata.

 

E ballando vanno imbellettati.

Meglio il blu dipinto di “boh”.
Sì, sono cambiato. Prima mi masturbavo non solo mentalmente.

Ora il mio sguardo è pornografico, denudato dal regime alimentare dei vostri pasti nudi da rei eppur i principi voglion fregar la regina.

Sì, la torta è buona. Meglio di tua sorella che, a forza di mangiar dolci, è simile a una ciambella.

Tutte le (ciam)belle vengon col buco?

Non tutte, tua sorella fa un’eccezione. “Viene” guardando Hugh Jackman che lo sbatte invece a sua moglie, fottendosene, da grande schermo del Wolverine più glande.

E ricordate: come vi prendo per il culo io, solo me stesso.
Tutta glassa, a differenze di te, grasso, che coli.

 

– Che problema ha, lei?

– Mi hanno dato una fregatura.

– Si rilassi, ne prenderà ancora molte.

 
E ancora ricordate: Peter Boyle, Wizard di Taxi Driver, sa. Invece, non sa un cazzo, che volete ne sappia un tassista?

Una cosa come questa…

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