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Mank di Fincher, che film! Il fascino di Gary Oldman e di Orson Welles e la classe non è acqua, infatti è meglio la Coca-Cola


05 Dec

oldman mank

Insomma, questo Fincher è un bel provocatore. Quasi alla pari di David Cronenberg che nutrì riserve nei riguardi di Shining. Fincher critica Orson… Soffre di blasfemia?

Be’, nella mia vita non ho combinato nulla di buono. Non c’è che dire. Se vossignoria volesse recarsi su Amazon, IBS.it e sulle maggiori catene librarie online, dati alla mano constaterà che stiamo parlando (utilizzo il plurale maiestatico da buffone di corte e scemo del villaggio…) di una persona, cioè il sottoscritto, che nella sua inutile, “improduttiva”, fallimentare (in)esistenza anodina, “anti-emotiva”, asociale e accusata di essere affetta da chissà quali strane, psichiche turbe irrisolvibili da parte di gente “rispettabile” che sa come si st(i)a al mondo, ha scritto pochissimi libri… la cui quantità può rivaleggiare con l’ipertrofica verve letteraria, non so se lessicale, di Stephen King.

In tale mio annotabile excursus bibliografico-autobiografico-esistenziale spaventosamente abissale, non so se da annotare in qualche atto notarile o apprezzato dalla bella società di animali, sciacalli delle emozioni altrui che loro spolpano a mo’ di sanguisughe importanti a livello sociale, rilevanti nella gerarchica scala piramidale da squallida catena alimentare, spuntano libri altamente polemici contro i falsi apparati psichiatrici e para-istituzionali. Dopo la morte insegna…

Un libro “doccia fredda” a mo’ di J’Accuse à la Roman Polanski.

Compaiono altresì saggi monografici, anche tradotti in inglese, su Scorsese, il succitato Cronenberg e John Carpenter. Sono ravvisabili opere noir erotiche che certamente infastidiranno le persone bigotte che rideranno in modo ipocrita sulle modelle da me inserite nelle rispettive cover, dando loro la patente di mign… te.

E risalta un mio libro che ovviamente leggeranno quattro gatti, cioè La leggenda dei lucenti temerari.

Ah, che coraggiosi…

Mentre, in questi giorni, assieme al mio editor personale st(iam)o lavorando a Bologna insanguinata.

Be’, debbo ammettere che, specchiandomi, rividi me stesso (non tanto messo bene o troppo superiore agli altri per potermi rispecchiare nelle loro deficienze bruttissime), denudato di ogni falsa maschera appioppatami. E rinvenni, anzi riesumai il mio viso, ringiovanito di colpo, similmente a Gary Oldman del Dracula di Coppola. Una donna mi vide camminare per strada. Non le succhiai il collo, al massimo le guardai il c… lo, ma lei, quasi (s)venuta dinanzi alla mia beltà da “miserabile”, dirimpetto alla mia rinnovata, ancora molto bella età, volle vampirizzare qualcos’altro…

Oh me, povero tapino, oh, uomo meschino. Che ci fa in questa società infida e cretina?

Costei, non rimanendo fatta da me, bensì solo stupefatta, se la fece nelle mutande? Stupita, stupida o forse da me non cagata? Non lo so. Ah, sono un pis… letto.

Sono un uomo fedele e non posso tradire la mia lei.

Come sapete, la Universal realizzò molti film sui grandi “mostri sacri” non della recitazione come Oldman, vero attore monstre, bensì sulle creature orrifiche più fighe della storia, il cosiddetto Monster Universe.

Di mio, ho un emotivo universo da proteggere. Non c’è verso che qualcuno sappia scrivere meglio di me, maestro di tutti i versi. In passato, onestamente, fui solo… molto introverso. Alla mia lei dedicai e dedico tuttora poesie molto più delicate di quella eccitata, no, citata dall’Oldman di Mank, da lui recitata dinanzi ad Amanda Seyfried. La cui pronuncia esatta è “saifred”. Come per dire, donna, se hai freddo, ti scalderò col mio mantello.

E, giocando di associazioni “linguistiche” e di rime baciate, assai eccitanti e stimolanti, anche con quello… A Marion Cobretti, Brigitte Nielsen offrì la sua bellezza. E Stallone di Cobra seppe bene che le patate potevano affogare nella salsa. Forse anche nella Lambada. O no?

Ah, Stallone, uomo allampanato, assai invecchiato, incartapecorito e un po’, forse, in Rocky… un finto ritardato. Uomo pallido però palestrato, forse solo mentalmente appannato, che andava spronato o forse solo abbronzato al tepore di una lampada caliente. Ah, il calore! Stallone starebbe bene anche ossigenato, uomo proletario giammai patinato. Ma al Cinema spesso appare platinato. Gary Oldman è un attore esagerato.

Dopo aver furiosamente litigato con Uma Thurman e con Isabella Rossellini, pazza conclamata più del suo fu David Lynch, più violenta di alcune scene di The Irishman di un altro suo celeberrimo ex, cioè Scorsese Martin, lasciò Gary per andare con un Paisà. Sì, poteva essere sposata a un attore magnifico ma preferì ritirarsi a vita bucolica, quasi da zotica, bagnando nel latte i Pavesini. Solo quelli, però. Ah ah.

Di mio, sono camaleontico come Oldman. Infatti, sono l’unico uomo che, nei momenti miei più allucinati e duri, riesce a delirare più di Gary di Léon, riuscendo però a mantenere intatto un carisma da Jean Reno. Sì, in quegli attimi orrendi, cado in stato catatonico. Raffrontabile alla recitazione mono-espressiva del co-interprete di Ronin. Comunque, non guido una BMW, neanche una Renault.

Il mio primo libro fu pubblicato quando ebbi venticinque anni. La stessa età in cui Orson Welles uscì col suo epocale Quarto potere. A differenza di Orson, patii un calvario ingiusto identico a quello passato da Tim Robbins de Le ali della libertà. Entrai nella mia Rita Hayworth e, sotto una pioggia liberatoria, compresi che molta gente dovrebbe lasciare perdere le compresse. Se è cascata nel tunnel non di The Shawshank Redemption, bensì della droga, io posso aiutarla.

Infatti, non ho mai fatto uso di stupefacenti. Sono stupefacente dalla nascita. Al massimo, me la tiro, fumo parecchio e adoro Dulcinea del Toboso del Don Chisciotte della Mancia. Insomma, dulcis in fundo, non sono Dracula. Forse Wolfman, detto anche lupus in fabula.

Sì, sono un favolista, un uomo favoloso. Dai tratti spigolosi eppur dolcemente schiumosi. Un uomo cremoso… Uomini, se litigherete con la vostra lei, regalatevi Intesa Pour Homme. Ci siamo intesi?

Che voglio dire? A me il dopobarba lo regala lei. Non sono omosessuale.

Dunque, fatevi i caz… i vostri. Oppure, fatevi una canna. Basta che non mi rompiate più la panna… Comunque, non voglio più appannarmi, nemmeno apparire Narciso… Lo sono.

Gary Oldman ed Orson Welles sono indiscutibili, invece. Beati loro. Di mio, metto sempre in discussione anche i miei libri più belli della sceneggiatura di Citizen Kane.

Sì, sono un critico di Cinema, soprattutto di me stesso. E rifletto sempre prima di riflettermi nelle altrui sceme(nze). Posso dirvi che se pensate di essere più bravi e belli di me, ne possiamo discutere. Sì, vi concederò trenta minuti al giorno in salotto. Siete felici? Nelle restanti ore, devo fare altro…

Debbo anche assistervi, no, asserire che, per un tempo infinito, amai Al Pacino e Bob De Niro alla follia. Non amai altro, neppure me stesso. Intanto, Al amò Diane Keaton e tante altre donne. Mentre De Niro pare che sia stato anche con Moana Pozzi durante le riprese di C’era una volta in America.

Non credo nei buonismi e nei buonisti. D’altronde, Non ci resta che piangere…

Sia Massimo Troisi che Roberto Benigni stettero con Moana. Ecco, se voi pensate che il direttore della RKO Pictures versò lacrime vere assistendo al funerale di un suo “amico” suicidatosi, non avete capito nulla della vita.

Nemmeno di Mank. Neanche dei monchi… che siete.

Comunque, se pensate che essere comunisti significhi il predicare banalità e bontà a buon mercato, accattivandovi le simpatie del popolo con video su YouTube in cui, facendo maieutica critica, v’illudete di essere dei divi, guadagnando soldi con le visualizzazioni, siete Mel Brooks di Che vita da cani! Cioè dei bastardi capitalisti. Se non conoscete invece la differenza fra socialismo e comunismo, ve la spiega Oldman/Mankiewicz nel capolavoro di Fincher. Fincher è uno stronzo e non è vero che Orson Welles fu immaturo. Va altresì però ammesso che Mank è un capolavoro. Non è al contempo Quarto potere.

Detto ciò, a Fincher preferisco David Lynch. E credo che, al posto di Peter Finch di Quinto potere, premiato postumo, avrebbe dovuto vincere De Niro di Taxi Driver.

Ora, se credete che Oldman sia più grande di De Niro solamente perché ha poco meno di vent’anni meno di lui e, a differenza di Bob, non ebbe la stessa fortuna, guardatevi Niente per bocca. Cosa voglio dire? Che avete, sinceramente, poco da giudicare le vite degli altri. E che De Niro rimane più grande di Gary. Sebbene entrambi siano doppiati da Stefano De Sando. Secondo me, se a doppiarli fossi io, tutt’e due sarebbero più grandi di Orson Welles. E ho detto tutto…

Amici, non è che mi farete la fine di Oldman in Air Force One? Più che un comunista arrabbiato e in lotta contro il capitalismo personificato dal Presidente degli Stati Uniti, Gary, in tale film, appare come un idiota che inserisce stories su Instagram in cui, atteggiandosi da mitico Oldman, pensava che sarebbe diventato un dio della recitazione grazie a due mi piace in più di qualche donna più deficiente della Rossellini. Cioè, il Gary identico alle donne e uomini che oggi imperano…

Vi do un consiglio da “coniglio” quale sono: i grandi attori e i grandi uomini, le grandi attrici e le grandi donne non si misurano dal ranking dei social network e dalla loro faccia da culo spiccicata a quella di Brad Pitt. Non so se di Fight Club… Ecco, di mio, se per qualche sfiga dovessi morire prossimamente, forse sui grandi schermi, la mia lei direbbe questo: a suo modo era un grand’uomo…

Comunque, la mia lei è più bella di Marlene Dietrich e io sono molto più magro dell’Infernale Quinlan.

Non riesco a capire per quale motivo sia rimasta affascinata da me. Non lo so. Credo che le piaccia Gary Oldman… E dire che pensavo di essere De Niro. Concludo con un piccolo grande uomo? No, aneddoto. Due mesi fa, un tipo grassottello alla Welles, insomma un ragazzotto pienotto con ambizioni da regista, mi contattò su Messenger:

– Lei è Falotico? Guardi, sono un futuro genio del Cinema. Le devo dire la verità, Falotico. Lei è uno sfigato come Mankiewicz. Ma ho letto alcuni suoi libri e vorrei che scrivesse la sceneggiatura del mio film d’esordio. Accetta l’offerta?

– No, grazie.

– Perché mai?

– Lei non è Orson Welles.

– Che modi sono? Le ho detto che io sarò un titano del Cinema.

– Va bene, lo credo. Al momento però non voglio rimediare altre figure di merda. Sa, non vorrei che venisse rovinato tutto…

– Guardi che lei è già rovinato…

– Non ha capito niente. Caro Orson Welles dei poveri, ho un breve messaggio. Glielo posso riportare? Amico, baciami il cu… il cuore…

Ora, non so se Quarto potere sia il film più bello del mondo. So solo che Non finirà di Enrico Ruggeri è magnifica. Penso che Shining non sia il capolavoro che si dice… questo, in work in progress, sarà più bello.

di Stefano Falotico

 

Spiragli di luce in mezzo alla foschia dopo le tenebrose quarantene a fosche tinte, il “grande” Cinema caloroso, da riscoprire, di Sergio Martino e non sole, no, non solo… il Mereghetti 2021


27 Nov

mereghetti 2021

martinofaloIn questo strano, strambo, variopinto mondo spesso ottenebrato, anzi, ingrigito dalla schietta e volgare arroganza degli uomini di panza, rimango sempre rimasto atterrito dinanzi all’ignoranza.

Ecco, dopo questo lungo aforisma di mia buona creanza, passiamo alla questione che attualmente ci preme con maggiore attualità, cioè alle nuove (in)disposizioni legislative, decisive affinché, con nuove istanze, possiamo tutti uscire nuovamente di casa, allegri e festanti vita-natural-durante in maniera non più deprimente, bensì ilare e brillante. Cioè stiamo onestamente aspettando con asma, no, con ansia, le news non solo dell’ANSA che verranno ufficialmente emesse nelle prossime ore fatali che c’auguriamo possano essere risolutive, in buona sostanza, riguardo i vari lockdownlight” messi in atto dal Governo al fine che non staremo più tutti segregati fra quattro mura. Anzi peggio, in un’asfittica stanza.

La vita è fatta d’imponderabili circostanze ed è fatuo credere e attenersi a un indecifrabile, scherzoso, meschino oppure generoso fato che, in passato, ci fu spesso sinceramente infausto.

Molti uomini, delusi dalla vita, non solo da questa…, vendettero l’anima al diavolo come il Faust di Goethe.

Mentre il disperato eppur dispettoso Checco Zalone di Sole a catinelle confuse volutamente Hegel con Eva Henger per far ridere la “bella” gente.

No, non ce la siamo spassata e passata, in questi mesi, tanto bene. Sebbene debba io ammettere, di tutto cuore, dal più profondo della mia anima accalorata, in passato invero assai (raf)freddata, che incontrai di nuovo l’amore…

E, dopo tanto Mare d’inverno, non so se della Berté o di Enrico Ruggeri, la mia esistenza è oggi di nuovo splendente come il Sol levante che ad oriente sorge a sua volta come un mattino che, asciugatosi da ogni rugiada intorpidente i nostri cuori appannatisi, di raggiante baldanza, festeggia illuminandoci nottetempo.

No, non sono un illuminato, non sono della scienza un luminare ma forse sono solo… innamorato splendidamente d’una mia lei più focosa di un’estate non più offuscata da decreti detergenti le nostre capricciose voglie sanamente, umanamente travolgenti ed appassionanti.

Sono estaticamente cotto o forse, dopo molte delusioni cocenti, sto rivivendo in modo rifulgente. Assai amante della mia lei eccitante… Stemmo per stingerci nel buio più scolorito di un albino non tinto, stemmo per rammaricarci per sempre nella fosca tenebra d’una eterna vita senza più luce, sì, incolore di Forza Oscura e non più fulgida. Non in volto scuriamoci, non ci oscureranno mai più. Giammai! Ne sono scuro, no, sicuro. Ah ah. Abbronziamoci.

La mia lei ha la chioma bionda o fulva, è una donna furba oppure io sono completamente fuso?

Non lo so. So che s’è fuso il mio lettore Blu-ray. Ma io non mi fido di nessun tecnico del computer e provvederò da me anche a riparare la scheda madre della mia natura informatica? No, informata di e da me stesso riformato? No, in smagliante forma lontana da ogni stolta retorica, remota da ogni demagogia bigotta.

È uscito il nuovo Mereghetti. Voglio comprarlo per arricchire nuovamente quest’uomo che ha l’ardire di assegnare pochissime stellette agli ultimi film di Tarantino. Molti cinefili vorrebbero che Paolo all’inferno, infinitamente, possa ardere infelice, imperituramente.

Io gli sono invece clemente poiché Paolo reputa The Irishman un film paradisiaco.

Anche se, soventemente, nel suo vademecum non si adatta tutt’ora al linguaggio giovanile corrente e, nei riguardi di film, da lui reputati indegni ingiustamente, non apporta alcun aggiornamento.

Lasciandosi ancora andare senilmente a commenti piuttosto ipocriti e fetenti nei riguardi di ex belle donne arrapanti.

Per esempio, nei confronti di un film imprescindibile nella formazione “culturale” di ogni bolognese d’origine controllata, ovvero l’impareggiabile, come no, Acapulco… prima spiaggia a sinistra, Mereghetti scrive testualmente… qualche fremito per le forme prosperose di Serena Grandi…

A parte il fatto che della Grandi non si vede niente, semmai la s’intravede… soltanto di cammeo molto velato…

Perdoniamo quest’uomo che, spesso e volentieri, molti falli commette, altresì chiamati refusi. Quest’uomo che continua a stroncare a tamburo battente Sergio Leone e lascia intendere che forse fu lui lo spettatore bonariamente dileggiato da Andrea Roncato nel cinemino… ci diamo nel martellino?

Che gl… de, no, che grande Sergio Martino.

Un uomo, potrei dire, transgender del Cinema di genere. Sì, un regista mutevole che sperimentò tutti i generi, girando film epocali per una generazione degenerata, film coraggiosi e avanguardistici come Giovannona Coscialunga disonorata con onore. Reinventando anche il poliziesco, anzi, il “poliziottesco” con Luc Merenda.

Consegnando a Lino Banfi ruoli più consoni alla sua “alta statura”… che attore, Lino, di levatura. Basso di altezza ma di godibile grandezza.

Sì, emancipatosi dalle commedie sexy all’italiana, scollacciate e boccaccesche, sboccate con Alvaro Vitali, glorificato da Martino in film nobilmente divertenti e non troppo sporcaccioni come Cornetti alla crema. Eh sì, miei cornuti, altro che Stanley Kubrick. Quest’ultimo, un cineasta che girava solo attorno ai soliti, pedanti temi. Un misantropo incurabile e un fanatico della forma insopportabile, forse solo delle forme di Nicole Kidman.

Sì, Stanley era solamente un esaltato, un frustrato, uno sfigato, un misogino arrapato. Dobbiamo rivitalizzare il Cinema verace anche di Ciro Ippolito, sì, evviva Arrapaho.

Mamma mia e Maremma maiala, quanto sono provocante. No, provocatorio. Forse, non mi eleggeranno a Palazzo Montecitorio. Sì, perché sono più “pazzo” di Klaus Kinski, ex storico di Debora Caprioglio. Una che, per dirla alla Roncato, secondo me va cotta non solo con del piccante olio poiché è ancora più burina, no, burrosa di Maria Schneider di Ultimo tanga, no, di Ultimo tango…

Siamo sinceri, siamo James Franco, no, franchi, sì, Franco Franchi di… a Zagarol. Sì, per molto tempo fui sottovalutato e considerato meno dotato… alla pari di Martino, cioè fui giudicato un cretino, un povero bambino. Io so solo che Spiando Marina non è del tutto da buttare nel cestino.

Sì, aspettiamo il 4 Dicembre, quattro giorni prima dell’Immacolata, per volare ancora alti, per rielevarci alla Grandi, no, alla grande. Poiché, come insegnò il Pasolini, siamo uomini liberi, dunque evviva Uccellacci e uccellini.

Se non capite la mia ironia, sfigurerete, rimedierete ignobili figuracce ed è dunque meglio che torniate a scuola come Pierino. Dinanzi a me, detta come va detta, fate tutti la figura dei disgraziati “fighettini”.

Così come dicono a Bologna, patria delle lasagne e dei tortellini, ah sì, miei uomini Fini… e amanti di donne che non sanno nuotare neppure a Rana… siete proprio una brodaglia infima e meschina. Non voglio appartenere alla vostra farisea risma, voglio conservare naturale il mio “pregiato” istinto, il mio devastante carisma. Non so se sono/sia carino, so solo che gatto Silvestro voleva papparsi Titti il canarino…

E che Lupo Ezechiele non fu in verità odiato dai tre porcellini, bensì amato alla follia in quanto uomo vero più di Wolfman.

Sì, non dovete giudicare da pervertiti, basandovi su imposizioni e retrograde supposizioni del tutto passatiste da fascistoni col piccolissimo cervellino da cog… ni.

Ci vuole un uomo, in questa società, dai grandi “marroni” come il mitico Margheritoni…

Non comprendo perché Mereghetti nutra da qualche tempo una stupida idiosincrasia per Quentin Tarantino.

Il grande Cinema non è solo The Irishman con Pacino.

Forse, va detto il vero. Bisogna essere obiettivi. Non sono e non siete Brad Pitt ma Leonardo DiCaprio non è un granché.
Gli preferisco ancora De Niro.
E, su questa battuta cinica alla Roman Polanski di annata, vi auguro che possiate incontrare, lungo la strada, la vostra Sharon Tate.
Dobbiamo tutti vivere ancora nuove estati.

Sì, sono demente come Mark Hamill, non lo sapevate?

Ne siete disgustati? Ah sì, allora andate a coltivare le cicorie e le patate.
Da me, alla prossima porcata, riceverete solo palate. Sono stanco delle ragazzine come Margaret Qualley e delle bambinate.

Sono Cliff Booth? No, Sylvester Stallone.
E, su questo cliffhanger, vi lascio alla prossima.
Godetevi la suspense, per ora ci fermiamo qui.
Sì, non dovete tenermi (in)fermo.

Sono più calmo di voi. Sono anche più caldo. Ah ah.acapulco roncato

 

di Stefano Falotico

Scorsese, i tuoi attori fan casino


15 Sep

Un ragazzo di Facebook chiede a un mio amico cosa ne pensa de L’ultima tentazione di Cristo e di The Departed…
Paolo, per ora ti rispondo io, se non ti spiace questa “intromissione”. L’ultima tentazione è un grande film. La prima volta che lo vidi non mi piacque. Rivisto con occhi più maturi, è forse uno degli Scorsese più “taxi driver”, non fosse altro che Schrader è di nuovo in “cabina” di sceneggiatura. Si avvale per di più d’un Dafoe in stato di grazia. Perfetta simbiosi dell’ambiguità carnale eppur metafisica di un Cristo “peccaminoso”, disturbante e straziato da perenni dubbi esistenziali. Alla Abel Ferrara. Non a caso, il Giuda/Keitel diverrà un pupillo di Abel che poi si affilierà proprio a Willem. Attendo con impazienza il Pasolini versione Ferrara con Dafoe… ho detto tutto. The Departed invece lo ritengo uno dei peggiori di Scorsese. Scandalo degli scandali, Scorsese vince l’Oscar come miglior regista per il film più “normale” e mainstream. Non che The Departed sia brutto, altroché. Però, in confronto al resto della filmografia di Martin, a mio avviso sfigura. Se lo firmava un “mestierante”, sarebbe rimasto un buon poliziesco e basta. Fra l’altro, essendo (ex oramai) fan di De Niro, posso svelarti, se non lo sai, due curiosità. Il ruolo di Gesù era stato inizialmente affidato a De Niro, che rifiutò per motivi tutt’ora mai riferitici. Dafoe, ripeto, incarna il “corpus” patibolare d’un Cristo umano, con le sue angosce sessuali, è scarno eppur “terrorizzante” nel suo viso “diabolico”. Quasi cattivo come tanti suoi villain. De Niro, lo sanno tutti, all’epoca era pappa e ciccia con Martin. Praticamente, ogni progetto dello Zio era pensato per De Niro come protagonista. Ritengo che sarebbe potuto essere un Cristo affascinante. Nonostante il nasone poco “evangelico” del Bob. Si rifarà parzialmente con Mission, grazie al suo nerissimo neo da Mendoza convertito al gesuismo. Mission, comunque, è di due anni prima. Eh eh. Poi, sia il ruolo di Martin Sheen che quello del nostro Jack Nicholson, fu offerto proprio a De Niro. Che dovette rifiutare per “tempistiche” d’impegni. Come dicono gli americani, scheduling conflicts. Nello stesso periodo, sta girando The Good Shepherd, il suo secondo film come regista. Ma m’è sempre sorta una domanda a cui non do spiegazione. Per il ruolo del “buon pastore”, De Niro scelse prima DiCaprio e poi Damon. DiCaprio rifiuta per girare The Departed, scusandosi con De Niro, dopo aver già sottoscritto il contratto, perché preferisce all’ultimo minuto il film di Scorsese. Damon com’ha fatto a girare entrambi? Poi, altro “dietro le quinte”. Per il ruolo del Butcher di Gangs of New York, Scorsese vuole De Niro. Al solito, rifiuta perché è impegnato legalmente nella causa dell’affidamento del figlio con l’ex moglie Grace Hightower. Che poi risposerà. Mah. Scorsese pensa a Dafoe. Dafoe non ci sta. Opta quindi per Nick Nolte ma Harvey Weinstein ripesca il jolly Daniel Day-Lewis che, nel frattempo, aveva deciso di ritirarsi dal Cinema, praticando la professione di ciabattino sulle colline toscane. Mah. Da noi dicono “mettere il piede in due staffe”. In America, quando un ruolo passa a un altro attore, “calzare le sue shoes”.

Sono “religioso” alla Martin, quindi vergo questa per voi…

Epistola di San Falotico ai “prepuzi”, 13 del 79…

Fratelli, so che v’affaccendate dietro meretrici da cui ricaverete solo una trombata con del salame in bocca di pesca, le pesche dei salmoni son terminate e i salmi son per i santi?
Non lo so. Il Tempo indietreggia, didietro te lo fa, tutto tutto ben scorre, e corrivo va ch’è un (dis)piacere. Lungo… medito da “profeta” non plus ultra.

Sine qua nondo not diturbatemi di Nott’ ché ho lo sturbo al mattino con l’or in bocca e colorato sempre vivo a “natura morta” di turbi non mi stuprerete.

Questa lettera non ha senso ma è meglio del letame.
Sì, apprendete da me e pigliatelo come si deve.
Perché, pregandomi, vi piegherò e nella “spiegazione” sarò piaghe di tutte le vostre donne appagate.

Ciao, salutami quella baldracca. Da me, solo che un cazzo.
Mi congedo, anzi, con questo racconto.
I poveri raccolsero le loro colite mentr’Ercole lo colò a colorante delle lor moglie poverette.
E, di “provetta” in quanto del muscolo provetto, “piovve” su cinquanta in una Luna mentre Lina va col barbone ricco
.
Meditate, minchioni e sparatevi se il ragionamento addiverrà alla vostra testa che non c’è mai stataRincoglioniti siete? Molto probabilmente lo foste come Dio.
E a Leonardo DiCaprio preferisco la mia di rap’.
Vaffancul’ a mammata! Ché le mammelle sue non saran insederet’.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Casinò (1995)
  2. Totò le Moko (1949)
  3. Totòtruffa ’62 (1961)

 

Rocky Balboa, la leggenda


07 Sep

La leggenda…

Son tempi oscuri, v’alleviate nell’allevar ipocondrie stagne, che io fervidamente vinco nel combattimento nervoso d’un sollevamento pesi ingigantito a mio Cuore barbaro. L’appendo in pelle futile d’un anacronismo meticoloso, antico, figlio di boreali albe oggi eclissate dal vostro tedioso, avvelenante e “gioioso” sterile sesso mendace.
Abbindolati da lorde sconcezze esasperate, poltrite miei porci della “nuova” generazione, dimentica di sé e del fu leggendario. Dell’ascetico scisma originario alla Bellezza or qui da voi avvilita. Quando i titani arroventavan il vento e se ne “guaivano” sanguinanti teutonica rinomanza sull’issare dardi scolpiti a montagne immacolate. Ove la neve si scioglieva nei solfeggianti, acquosi occhi speranzosi, intrecciato io di granelli alla religiosa (in)fedeltà più assurta e assoluta per approdare ai piedi sdrucciolevoli di sorgenti mistiche dell’immenso detonarsi dentro. “Illusi” o vividi d’ansia leggiadra, lucentezza dorata in aurore gravide di preghiere al Dio lor più amato ché, fors’invenzione delle fantasie animistiche, li rinforzava in “addolciti” valori proprio trepidanti sangue!
Sì, che bello, si strangolavan in balli ludici, inneggiavan a Satana il bastardo, incapricciati dal vizio “furbo” di coloro che, d’impudenza carnale, troppo in fretta desiderarono marciar verso l’ingannevole “piacere”, o a un bugiardo Cristo immolati mordevano le notti acute dei lupi coraggiosi, nel poi brutto tradirli a raggirar se stessi nel “raggiante” sorriso mortifero di tal pauroso oggi essersi arresi d’adorazioni ancor più demoniache. Oggi, invece? Si “catturano” in sbavarsi “cortesie”, si prostrano a meschina “istantaneità” del “godersela” di “scaltrezza”, deruban le gote del prossimo e lo puniscono con “fervore” davvero di lor “onorificenze”.
Avere? Non han nulla.

E io, davanti a questo lor “divertimento”, sputo e picchio con più accidioso “cinismo”.
Perché sono romantico e rammento a tutti chi di essenza esigerò. Vicino a una panchina screziata che intreccio della mia sigaretta dal “grigior” plasmatico, vagabondo d’altra insonnia allegra. In Passione mia che vi svergina dalle orride vostre cene, di cera mascherata e colata di putridità orgiastica, son lo stronzo che infilza sghiacciante il tuo immondo star (s)contento. Odiami, d’insulti coprimi le “vergogne”, voglio agognar per la gogna e quindi sculacciami dopo avermi sfilato la “gonna”. Protrai offensivi attacchi e adira il tuo cazzo “robusto” nel conficcarmelo a tuo “adulto” gioco.
Poi, dopo che ti sarai cibato di sevizie, voglio pur viziarti con un leccalecca. Spoglio di me e a te “ateo”, mio “religioso” tanto “savio”. Sì, ti sanerò d’ogni mia fica ché mi piace giocar da “donna”, così come tu te n’avvinazzi e su un’altra da spupazzare “giocondo” quindi spruzzi d’anaconda. Salvifica è la mia vita, arrostiscimi e ingoierai l’odore del tuo vomitante sadismo. Ardo, aridi miei! E tu? Tu sei colui che “buono” giudica, impietoso castighi. Dunque, ai tuoi “umili” servigi, mi denudo in prostrazione. Prostituiscimi di tua salvezza. Di sal(i)va cura la mia indole selvatica, t’ordino d’assalirmi e salirai con me in Paradiso… lì, beccherai la Croce maestosa a te genuflessa.
Fesso!
Zampillo col mio cappellaccio, questa periferia odora ancor di fradicio bello, quel sapore oceanico che vien dai mari del Nord, ove l’America s’increspava lunare a mio battibeccar da “bullo”.
Invero, abito in un’altra città, non è Philadelphia ma l’incarnazione terrificante dello sterco di sanguisughe incrociate a spolparti su “decumane” mentalità immolanti motti nazisti. Dei più fraudolenti, diabolici nella “diplomazia” violenta, tagliata con le lor accette “sofisticate”, con la lametta dell’oratoria più affinata nell’ipocrisia di tal lor crasse caste. Mai son casti, amano “incastrare” per “incastonarti” nei loro perfidi giochetti da mosaico delle carni in scatola.
E il lor accanimento non ha mai tregua. T’etichettano e così “devi” vivere non azzardandoti neppur d’abbaiare.
Perché, se no, son guai. Rincaran carnali un maggior bruciarti caudini nella forca su indebolirti per loro “rafforzate” giostre dinanzi a tuo “incagnito spegnimento”. Se poi ululi, in crepitio tuo urlantissimo, ecco che adottan la tattica “stratega” della “ragnatela”. Prima attentano alla tua innocua incolumità con dosi sedative, non solo verbali, quindi “agguantano” la preda quando incattivita non si frena. Ragni, insomma, per telai… e trappole anche alle ambite “tope”. Ma io tanto lacero i miei muscoli, bicipiti d’olio lucido, quanto strappo! Questa è carrozzeria. Le mie donne vibran a corazze di carrozze principesche. E ne sono il Re! Amen, falliti da reami sciocchi.
Voi, loro non si dichiareranno mai colpevoli di reato né tantomeno arretreranno d’altre offese “velate”, dalla leguleia “ragione” coperte dietro abiti intonsi da bellimbusti, semmai “giornalisti” seduti nelle appollaiate, sgozzanti mucche di braciole e braccialetti per segrete segretarie “scrivanianti” col mezzo busto e totale bustarella. Le chiamano annunciatrici. Ah ah. La dicon tutta appena apron la boccuccia. E son anche analfabete delle novelle.
Evviva la carovana! Cavalchiamo!

Si reggon a vicenda, tra una ruffianeria, una leccata di culo “invisibile”, qualche “cortese” baciamano per ingraziarsi le grazie della pupa dal fondoschiena più spalmabile… di plagio e pipe, nei piallarti sui lineamenti disossati d’una maschera che decretan debba piangere e lagrimarsi dentro in “superfluo” lor godere ingordo che tu sia “guastato e lordo”, sciupato, corroso e nell’intimo dissolto. Ma i dissoluti son loro. Che lord… che lor signori(e).
Li conosco tuttavia, ebbi come tanti la sfortuna d’incontrar questi (rac)conti capziosi lungo il cammino mio mai da ozioso.
Gente “dabbene”, abituata a recider in fretta, di “fin(ale)” filetto, una coscienza se non allineata al borghese “istituzionalizzarsi” da ludri divoratori dell’affarismo più “vincente”. Sono proprio “lucenti”, s’affiancano di donn(acc)e statuarie, che han “conquistato” con il più “sano allungamento” dell’intelletto “perspicace”. Meglio la mia linea. Borderline vs tal bordello. Ho pochi dollari, miei cari(ni). Ma il canino è il tuo cannolo più canna fumaria a te che vendi fumo e anche arrosto. Troppa carne al fuoco. Quindi, vai essiccato. Son ricco dentro, tu arricchisci lei di ricotta.
Sì, lo spiccato portafogli nello “struscio” feudale, poco fedele, analmente al “miel’” di gioiellini da veri “damerini”. Che roman(tic)i…  identici a me, non c’è che dire. Tutte le cosciotte di polle addentano. Da bagnar con “tocchi prelibati”. Ardendole al dentino. Cotte… ammaliate…, servite a puntino del piccantone.
Ognun di questi “grandi uomini” ne ha “una” di cui vantarsi, un fregio di cotanto “arrivare”. Vengano, vengano… il circo è servito di “tavola calda”.
Sì, poi leggi proprio sui giornali che le han sfregiate e una lei chiede il risarcimento delle borse, non solo sotto gli occhi. Borsa di (lacrime da) coccodrillo. Volevi il riccone? E ora non arricciarti la pelle stirata del lifting…
I “cazzi” di oggi son maneschi, si ciban di “sesso” sobrio come i piedi sadomaso del caprin Mefistofele.
Hanno visi bianchi m’arrossiscono davanti a chi dice lor la verità. Eppur è sempre rosso il “peperone” per quella da “sbiancare”… ne son “maestri”. Tutte le indiane van ad accaparrarsi, vacanzina esotica per erotismo venezuelano, quindi mulatta di latticino italiano che poi razzista è sempre fermo al nazismo. Si sposa con la bianca, la tradisce a patto lateranense quando apre le gambe con la messicana. Famosa pizza di salsiccia al calzone.
S’augurano il tuo capitombolo e voglion spedirti nella tomb(ol)a, gridando “Vittoria, Bingo! Abbiam beccato un altro Bongo e sfruttato un’altra bona, alla faccia del bonaccione, enorme coglionazzo e scimmietta d’olezzi!’!”.
Non si fan ribrezzo? Meglio la mia zazzera ché al muoversi delle brezze si sbraccia. Corre a perdifiato, s’allena di metallo.
Ecco, talvolta capita appunto che qualcuno, nonostante la lor diffamazione, la lordante “fame” appetitosissima, nonostante il loro orco di urlo “A me tutto, a te il lupo spelacchiato”, qualcheduno non lo “calmi” facilmente.

Perde alla prima, alla seconda tremenda anche, poi aspetta il gancio sinistro.

Che vale il prezzo.

Rifilato “volgarmente” ai pezzoni di stronzi “eleganti”. Sì, glorifico l’elegia del mio cazzo, eletto. Pensavano di (dis)farsene in quattro e quattrocchi… ah ah, questi da “ottovolante” e “oculate” catene… non avevan previsto il montante. Sì, qualcuno spezza la di montaggio catena.
Ecco lo scatenato.

Sì, da sempre e fin dalla nascita ho vissuto nel pedissequo fottermene. Integralmente e integro, coi “valori” del mio fregar tutti in libertà quasi “scandalosa”. La mia libreria pesa di Cultura pura e valgo molte li(bb)re.
I miei genitori mi han sempre permesso che mi crogiolassi nel vuoto da giocosamente “ammorbidirmelo”, stuzzicar il mio pelo pubico riccio e vispo. Senza mimose, facili innamoramenti e morbidezze da tenerezza. Sono un duro. Remoto dalle ammorbanti risa lontane anni Luce del birbante tristarello e delle puttane a briglia sciolta. Orsacchiotto!
Fate pure… a rissa per il purè di “patate” e datemi del poveretto. Attento che non recida i tuoi (l)etti. Vai sempre a tette, ecco lo smottamento tettonico.
Così, in campestre virtù ghiotta di mio saccheggiar anche un sacco da prender a schiaffi, sfacciato passeggio e mai a bada sbaraglio. Ché i bavagli cuciranno la bocca di tua sorella, “laureata” al cucinotto con un segugio che l’annusa in sudori dei profumini come il manzo a suo maialino. Che femmin(e)a culinaria. Lei lo chiama marito, io la chiamo una che guarnisce la “panna” d’altrui maritozzi. Eh sì, più il suo nuovo amante è tozzo e più beve la “tazzina”. Che zuccherino!
Da serva che terga, da sfruttatore a cui l’erge. “Donna che tutti… li legge. Soprattutto li sorregge.
A cul di “acculturata”. Con tanto di “confetture” e buona marmellata. Lettura smielata, melina “smaltata”.
Devo svuotarmi le palle e liberarmi da queste “apparecchiate” e antiquate. Vanno “liquidate”. Di mio smaltimento e cioè di “mattarello” ammattite. La mia “matita” mata e Mal farà, mia Mafalda. Mi darai del malfattore, meglio dei peni dell’animal fattoria. Preferisco il fango, ove gl’idioti di spranghe gemon dopo che li buttai nella pozzanghera. Non son del mio O-rango Tango. Anche perché ho sempre odiato le ballerine.

Mi chiamano il buttafuori, meglio di te, (cer)bottana! Da me, avrete solo che “botte”.

Sì, credo che la società si sia involgarita e tentenna confusa. Ma, di mio, professo il libero arbitr(i)o, innalzando il “ramoscello” delle mie palle dure “fischiettanti”, a differenza di queste torri cittadine, oscillanti fra omosessualità latenti dello sbaciucchiarsi limitrofe, zoofile e finto-filantropiche per tropicali figate squallide, uno svettar di restauri “screpolanti” come le labbra d’una meretrice  da vettovaglie e cianfrusaglie depressive su alcolizzata che sogna erculee aste perpendicolari nel suo ano sempre annualmente, di chirurgia “plastica”, gonfiato con “curia”. Lei crede nelle “Chiesa”, ne chiede di “grazie” e ficca la manina nell’acqua benedetta, salvo scosciar in scrosciante quando dita altrui l’innaffiano di maledetto imbastardirla su e sotto lei bestemmiante gli orgasmi più cattolicamente immorali. Al Diavolo tutti e tutte quante!
Sì, viviamo in un Mondo pseudo cattolico, fra cristiani ortodossi spo(s)sati che se la fan addosso “in mezzo” alle timorate anche quando codeste galline da coccodè “riveriscono” i cocchi d’inchini non tanto castigati, ostie non tanto austere e le solite sceme diplomate alle magistrali, a cui rifilerei la “dotta” saggezza dello scibile più a lor “educativo” di sibilo, cioè il serpente alato quando vorrebbero insegnarmi dove infilzarle, fra uno stretto di Gibilterra, un circumnavigarle in sdraiato inaridirle del mio deserto affettivo e la lavagna di lor gastrite da lavand(ai)e.
Sì, le disprezzo, in quanto misogino a pieno fare sì che penino, scevro da regimi, regine, bacetti e coperto di ruggine ché son adombrato d’un “brioso” oscurarlo nervoso. Come lo Yeti, me lo dormo sulla montagna e, se ricevo visite sgradite dagli sciatori noiosi, li travolgo col mio colorito “pallido” all’aglio, dolcissimo di profumo “vaniglia” d’una valanga e il mio vergarli di pene mostruoso come il vampiro transilvanico.
Quando tiro fuori la lingua, contemporaneamente la Donna graffia di unghie. E io lo allungo. Che lupo.

Credo negli scenari apocalittici e attendo con ansia il primo bombardamento per la tanto “sospirata”, dai che deve avvenire come da Nostradamus…, Terza Guerra Mondiale. Già me lo vedo il Presidente nero assediato dai siriani con la salma di Fidel Castro che si scopa, semi-infartuante, una cubana brasileggiante.

Sono Rocky. E attento a non disturbarmi. Ai lavoratori di questa pigra società “produttiva”, offro un simpatico “Fottetevi” e un sano pugno quando si sganasciano. Ecco il mio “pimpante”. Ai poppanti un bel calcio (ar)rotante.

Per il resto, mi collego a un sito lietamente porno e lievita il mio “tiramisù” sui seni su(p)ini dalle ciliegine rosee e pellerossa con le mulatte nell’intercontinentale e “agguerrito” denudarmi come Dio comanda.
Non sono un moralista. Prediligo un culo “virtuale” ai delinquenti “re(g)ali”.
E non cambierò mai. Neppure la “mano”. Di solito uso la destra per “incendiarlo”. Il “sinistro” lo tengo per dartele. Si chiama colpo “gobbo”, mancino.

Sì, me ne sbatto della religione. Adoro il catechismo di lei quando si china, ubbidisce e i miei moniti s’erigono appunto d’erezione come un monolito “inespressivo” eppur di marmo. Vi servirà di lezione? Voi conoscete un cazzo che abbia più di una smorfia? Sì, è vero, dimenticavo…
Pare che tutte le madri ne posseggano uno nell’armadio. Ha delle “emoticon” con appiccicati dei cuoricini  sulla “faccina” da usare con cautela e “prevenzione” durante i momenti di pausa del marito. Cioè sempre, visto l’andazzo. Lui va a zoccole, poi scopre che il casino coniugale è gestito dalla consorte coi clienti marsupiali, una matrona davvero Mater, da cui il film La milf si fa il figlio tosto di pietra a Matera poi sassi testicolanti con le pere di Bari, “capodopera” a base d’incesti, di “tiri” da tre nel “canestro” venuto… col buco, di zuccheroni filati nel carnascialesco carnevale che la lancia così come va, in vacca per tal corteo funebre di carri mascherati. A quello di Napoli, preferisco il “veneziano”, gondoliere “anonimo” su remar d’ambiguità tremante come in Eyes Wide Shut. Potrebbe essere stato l’amico migliore, il dottore, il marinaio o semplicemente una lesbica nella fantasia non del tutto confessata. Oppur la comare coi suoi lutti. La comare cova, conosce le alcolve. Anche Hulk Hogan del terzo Rocky.

Di mio, voglio leccare le gambe di Naomi Watts, più principessa di Lady Diana, e issarle il mio “Empire State Building”, in maniera inland della Mulholland Drive più delirante al King Kong versione Lynch. Film che David mi regalò in totale “riservatezza”. Una copia ce l’ha lui, l’altra l’ho data da “mangiare” al mio cagnolino. Vive con me nel camioncino. Siamo entrambi dei campioncini.
Un boxer che macina la celluloide sul suo uccellone, uno schiacciasassi che scaraventa al “tappeto” Naomi e vien rotto nella mascella. Eppur nell’angolo la sgolante Naomi fu “sgolatissima”. Una gattona pericolosa.

Sì, sono un macigno in compagnia del mio mastino. Mastico senza mastici delle dottrine sociali, qualche volta mi do, come detto e (non) dat(tter)o all’onanismo, spesso son “schizzato”.
Divengo e, venendo, le sventolo.

E m’incazzerò oggi e domani. Dopo l’altra, un altro…
Io penso al futuro, tu non ce l’hai… te l’ho tagliato io.

Ciao panzone. Vai dal prete e fatti dare l’estrema unzion’. Ti servirà per scendere meglio all’Inferno.
Avrai l’attenuante da “garante”. Vedi? Tu non vedevi oltre le apparenze per via della tua bacata mentalità, e presto sarai in panc(h)i(n)a bucato. Anche un po’ più “in basso”. Ecco il “dotato”.

Sfinisco te, finendoti così, si definisce… del Taglione.
Piaciuta la cazzata? Datti a cose serie. Devi aggiustare il tuo cazzetto. Ma non ti dirò dove lo misi.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

Stefano Falotico cantante fra le donne


24 Jun

Sono persissimo, personaggio da Oscar e anche da studi della Preistoria

Questo va detto, non pretendiamo anche il balletto alla Justin Timberlake, alla Michael Jackson sì, oso di cascamorto nel postumo aver scoperto che ho il pelvico del piede accelerante nella mossa fenomenale

Sottotitolo: l’Uomo che ama le donne, le consola,” innesca” conversazioni per ingranar “nella quinta” ma vien frenato da una voce troppo particolare. Sì, l’insolita sensualità del roco mai bruciato ma da sigarette nella cenere che non crolla eppur s’attacca… alle labbra?

Aprire link per favore. Sono “sfavorito” ai pronostici per i prossimi Academy Award.
Mi dovrò scontrare con pezzi da novanta ma nessun problema: durante l’amplesso uso la “squadra”.
Sì, i miei amici, al “goniometro”, mi circuiscono per bandire pubblicità “occulte” nel “sostegno” virile dell’“alziamoci” in questo mappamondo di ladri che ci blandiscono ma non possono competere con la mia “interpretazione” più (contra)fatta nel suddetto film dal titolo “lunghissimo”: L’innamorato perso deperì assalito ma salì nell’incantarle da canti gregoriani, eccetto la Gregoraci ma compres(s)e tutta la Grecia nel suo… Ercole d’ugole sgolate su sesso mio decollato come il colon dell’idrofilo coton’ a mo’ di disinfettante dalle acari sgretolanti durante le intemperie con “temperatura” dello stemperarlo “appuntito” in erosive e anche delle mie “abrasioni” da digestione macerata in una macedonia fresca dopo il salmo(ne) infilato come il “cavolo” senza “merendina” e mio “prosciutto” spaccato nell’omero fra un’Iliade “eretta” ad Achille tallonato e a culo nudo… dentro l’Odissea assetata…, ancor assediato ma nel sedere non tanto sudato bensì sedato Toro seduto.

Per stasera, per questa sega, basta così. Mi pare già una sufficiente cazzata.

Insomma, Donna, la faccia da cazzo c’è. Che vuoi di più? Congiungo entrambi gli elementi “fighi” in un’unica sberlona…  accoppami. Sì, la Donna prima picchia di provocazione, quindi indurisce per “intenerirla” come modusdel “Te le do e poi me lo dai”. Detto scambio di “palle” per raggiungere un’accoppiamento (re)spingente.

Diciamocela… un Uomo così (non) dura…

Canto non malvagio, siate onesti. Ho solo modulato di “Reverb” per attenuare la “botta”.

Sì, l’ho registrata dopo che m’ha scopato…
sul pavimento.

Infatti, sto scrivendo dal Traumatologico, reparto “Reperti archeologici”.

Comunque, nessuna premura. La dottoressa mi sta “imboccando” di “dialogica”.
Lei è laureata in Geologia, io sono uno speologo in quel “luogo” che suo marito non (rin)venne.

I miei resti resteranno. Fidatevi, il Mondo avrà bisogno di una voce come la mia.

Quando tutto in malora sarà andato, mi pescheranno dal mare dei seppelliti, spolverando il Cd della mia anima.

Qui, fra gorilla che fan gli intellettuali, un Uomo vero per la rinascita antropocentrica del senso.

Della Terra?

No, nel senso che va messo dritto alle donne e piazzato agli stronzi. Ma non voglio ingravidarle. Adesso, pretendono anche il mantenimento delle uova oltre a non mantenere più il mio strapazzato come una frittata. E quelli del mio stesso Sesso, dei simili, mandano petizioni a Barack Obama perché mi eviri con una estinzione secca.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Moonwalker (1988)
  2. Jurassic Park (1992)
  3. Il pianeta delle scimmie (1968)

“Diverso Dagli Altri” alla Enrico Ruggeri


24 May

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)