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La svilente natura del giornalista fake e sensazionalistico: adesso Scorsese odia i cinecomic e De Niro è accusato di violenza sessuale, che falsità!


04 Oct

scorsese

 

Mentre fervono i preparativi per il Festival di Roma, mentre trepidantemente attendo la conferma dalla Festa del Cinema per ottenere l’accredito, da me sudato grazie alle mie sempre più frequenti, puntuali e competentissime collaborazioni giornalistiche, sul web impazzano i titoli a mo’ di specchietto per le allodole.

Vi “allego” qui il video del canale YouTube L’Impero del Cinema. Sintetico, molto conciso nella sua brevità estremamente esaustiva in merito all’argomento. Oserei dire scottante, di pura attualità più delle sempre superbe gambe della telegiornalista più bella d’Italia, ovvero Tiziana Panella.

Donna dalla voce forse un po’ sgraziata, donna arrogante, faziosa e sin troppo elegante da risultare a tratti disturbante, ma eroticamente inarrivabile, sensualmente super affascinante e piccante, una donna perturbante, assai conturbante per cui mi taglierei un braccio seduta stante pur di baciarla potentemente quando la luna vien celata dalle nubi addensatesi nel vostro cervello non tanto brillante che, da tempo oramai immemorabile, ha smarrito la beltà calorosa dei piaceri più autentici e gustosamente smaniosi, cremosi e avvolgenti. O, dietro le avvolgibili, ficcanti. Permeanti.

Quei piaceri d’una volta, genuini come le gambe sfrontatamente sincere di Tiziana. Dio mio…

Questa cattiva tendenza di scrivere il titolo sensazionalistico per avere più visualizzazioni, eh già, impera da parecchio tempo.

Io stesso vi cascai e, a volte, per esigenze redazionali fui indotto a scrivere il titolo “acchiappante”.

Per esempio, il 90% dei titoli di libero.it sono esagerati, distorsivi, semi-bufale tremende.

Del tipo:

Scandalosa Susanna Messaggio! A 55 anni esibisce a Formentera un fisico da pinup e i maschi non vanno in down!

Al che, ovviamene incuriosito, non v’è niente di male nel voler ammirare subito il fisico mozzafiato d’una bella donna, non è voyeurismo malsano, neppure perversione da guardone masturbatore o da volpone coglione, apri il link e vedi soltanto la bellissima Susanna, figa immensa, sì, indubbiamente sexy, ma assieme ai figli e al marito mentre allegramente tutti assieme, in riva al mare, con paletta e secchiello son intenti ad allestire con scrupolo maniacale un castello di sabbia rigido e perfettamente allineato ai canoni geometrici della perfezione edile più esteticamente rinascimentale.

Sì, i mariti e i figli sono impegnati ad allestire il castello. Io, con la sabbia, dopo averla svestita anche dei due pezzi, sarei con lei follemente umido di calore bruciante come i raggi del sole alto a mezzogiorno su una spiaggia illuminata dal cocente ardore del mio maschio oramai senza più alcun pudore.

Ecco, questa società è un castello di sabbia. Sta crollando. Alla prima folata d’un leggero venticello, andrà a pezzi.

Già adesso, infatti, la gente sta impazzendo. Nuovi Joker spopolano per le strade e se la tirano pure da altolocati latin lover, credendosi Marlon Brando di Un tram che si chiama desiderio oppure Richard Gere dei tempi d’oro. Stanno freschi, anzi, li vedremo presto al fresco. Anche se, lo so, rimarranno impuniti e dietro le frasche combineranno irredenti altre porcate ardenti o “al dente”.

Prendiamo quello lì, sì, quel burino che fa tanto lo stronzino a briglia sciolta. Non paga le tasse, non sa chi sia Torquato Tasso ed è un tappo, non partecipa alle riunioni di condominio, non versa un solo Euro per la bolletta del gas ma, ogni sera, chiama la macchina blu per farsi portare a spasso per le zone più infime e losche di Bologna ove, con estrema probabilità, gestisce un sordido traffico di donne di malaffare. Donne bollite da cui riceve mensilmente il rendiconto delle loro “bollette”. Ah ah.

Eppure lui spavaldamente cammina con aria da ganzo, è un fraudolento, non fa un cazzo ma gode di brutto come un matto, fischiettando pure un motivetto musicale allegro-andante.

Non avrai altro dio all’infuori di me…

Ecco che diventa, per Rolling Stone Italia, così.

 

 

Insomma, ragazzi o pazzi, sceme o idioti, non date più retta ai bulli e a Bull Harley.

Vi diranno faccia di porco per demoralizzarvi, intristirvi, immalinconirvi e in viso scoreggiarvi.

Perché, in cuor loro, hanno paura di perdere.

Infatti hanno perso e hanno rimediato una figura di merda/e.

Morale, forse immorale, ma comunque fa davvero male.

È un mondo di animali assai amorali, ognuno fa quel che cazzo che gli pare.

Non fatevi dunque più fregare e sfregiare.

Incominciate a dare meno e più a darne.

Siete senza danari?

Ma sì, che vi frega?

Non è da un dio De Niro, no, dal dio denaro o da Murray Franklin che possiamo farci prendere per il culo.

Molte persone sono ciniche e sentimentalmente avare.

Vogliono che tu vada solo ad arare. Che ti spacchi il culo a lavorare.

Sennò, ti mandano a cagare.

Ebbene, da me, pusillanimi e cretini ottusi, avrete d’ora in poi non braccia rubate all’agricoltura ma un po’ di cultura e un braccino spezzato se nuovamente arderete ad ardermi nell’animo.

In fede,

Falco?

No, il Falò.

 

P.S.: se non ti sta bene, chiama la neuro. Non per me, però.

di Stefano Faloticofalotico giornalista 2 falotico giornalista

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In Italia, i servizi giornalistici fanno schifo, molto meglio un bel servizio a queste ottime giornaliste


10 Dec

Selvaggia Lucarelli

Sì, in Italia, presso i giovani va di moda il lavoro del collaboratore giornalistico. Anch’io svolgo questo servizio, districandomi fra news e trailer, e dispensando, con originalità, acume irraggiungibile, competenza puntigliosa, efficacia stilistica e proprietà di linguaggio da sapido tuttologo, il mio utile quotidiano.

Sì, ambisco a un grande Quotidiano.

Nella mia vita, per molti anni m’è mancata la quotidianità. E mi reclusi in una vita da autodidatta molto sulle sue. Talmente sulle sue che persi perfino me stesso. Qualche mese fa, l’ho ritrovato. L’avevo appoggiato, per distrazione, su una mensola della cucina.

Sì, in Italia va forte il giornalismo. Perché, superate le lotte di classe, essendoci emancipati dal proletariato, ogni giovane ambizioso vuol far carriera, scrivendo articoli.

Sì, oggi come oggi chiunque, anche se non dotato di Laurea, desidera guadagnare soldi, scrivendo di tutto e di più.

Alcuni, pochi invero, sono seri e ben informati, dunque diffondono prestigiosa informazione coi fiocchi.

Altri, i più in realtà, scrivono fake news per gli allocchi.

Ad esempio, alla RAI sono una vergogna. Oramai non seguo più il “canale di regime” da una vita.

Sennò, mi devo sorbire V. Mollica che, visto che lo pagano profumatamente per fare pubblicità poco occulta, idolatra e magnifica ogni cazzata. E, mentre la sua panza cresce fra scarpette e molte molliche fra pizzaiole e pinzimoni, il Cinema va a puttane, a discapito dell’esaltazione di una cultura di massa per massaie.

Notizie date con estremo ritardo, pedanti, distillate con una retorica vecchissima ove ti vorrebbero far credere che l’ultimo film di Pieraccioni sia una pietanza raffinata da cineasta insuperabile.

Campare, scrivendo, è durissimo. Io aspetto ancora 800 Euro da un sito per cui ho collaborato, andato in fallimento. Dunque, posso prendere tutte le ricevute di prestazione occasionale e bruciarle assieme all’anno vecchio.

Ho intanto inviato la mia domanda d’iscrizione all’ODG. Ma non esiste più la DC. E pare che assumano, nei quotidiani “seri”, solo gente che vota il padrone fascista e che a stento conosce l’abc.

Sì, articoli redatti sotto dettatura, anzi, sotto dittatura.

A questo punto, credo che sia necessario da parte mia fare mente locale.

Il lavoro del giornalista cazzuto è qualcosa di molto difficile da realizzare. Non basta una laurea per arrivare a certi vertici, devi essere figlio del direttore, un raccomandato con tanto di timbro postale, oppure una bella donna con un paio di cosce da scriverci qualcosa nella sezione Spettacolo!

Sì, un belvedere, indubbiamente. Ma, a ben vedere, le giornaliste appunto più in gamba… e meglio retribuite sono quelle che, senza peli sulla lingua (mica tanto), disinibite sanno scosciare con eloquenza e non abbisognano di una dotta parlantina. Sì, che ce ne facciamo del colto eloquio dinanzi a queste cosce che parlano da sole?

Nel corso degli anni, che io mi ricordi, le giornaliste più “accreditate” son state anche delle fighe bestiali.

Verso i sedici anni, andavo matto per F. Bertelli. Quella di RAI 3. Adesso è invecchiata ma all’epoca, fidatevi, m’informavo sui morti nel Biafra solo per resuscitare dalla mia depressione galoppante grazie alle sue gambe allineate al mio volerle essere cavalcante.

La Bertelli era una figa sesquipedale.

Mi faceva impazzire anche E. Guarnieri. Una che iniziò, dopo averla data a Berlusconi, con Casa Vianello, ove appunto faceva la parte della passerona che il “tonto” Raimondo voleva trombarsi in assenza di Sandra Mondaini.

Poi è passata al TG5. Ma prima che dimagrisse troppo, ah, questa Guarnieri era tutta da guarnire…

Oggi, va forte T. Panella. Una la cui voce è peggiore di Crudelia De Mon ma le cui gambe sono più eccitanti di quelle di Sharon Stone.

Ma non perdiamoci in gambe e sgabelli.

Il chiodo fisso del mio “martellino” fu S. Aquino. Lei non mostrava molto le cosce ma aveva un paio de bocce che, anche se eri stato bocciato cinque volte, non te ne fregava un cazzo.

Anzi, ti fregava eccome.

È sempre quello a fregarci.

Lo sanno bene quelli che adorano Selvaggia. Scusate, non mi ricordo il cognome. Lei guadagna sui cazzi vostri.

E ho detto tutto.

Ma come cazzo ha fatto questa Selvaggia a diventare così ricca e famosa?

No, sbagliato. La domanda è: quanti c… i si è fatta?

Quando si dice una che lavora duro…

 

Morale della favola e della fava: la balla secondo cui chi guadagna molto è stato più in gamba degli altri, eh sì, non è vera. Devi essere stata solo più in gambona delle altre. Molto più brave, come ogni donna amante delle coccole, ma meno …ole.

 

Io, fratelli, vi dico la verità. Il resto è un troiaio.

Fidatevi.

Ed è per questo che molti vorrebbero mettermi in manicomio. Perché loro si vendono e io no.

 

di Stefano Falotico

Ci si stupisce delle fake news, dovremmo stupirci innanzitutto della schizofrenia di una società falsa e distorta


29 Nov

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Sì, in questi giorni non si fa altro che parlare delle fake news, come se scoprissimo l’acqua calda adesso. E, nel dare “notizia” delle fake news, i giornali “sensazionalisticamente” alimentano la fake news che ciò sia qualcosa di nuovo. Da sempre, sono state diffuse notizie inventate e false per vendere i giornali…

 

Wikipedia: le notizie false sono scritte e pubblicate con l’intento di attrarre il lettore o indurlo in errore al fine di ottenere finanziariamente o politicamente – spesso con titoli sensazionalistici, esagerati o palesemente falsi – la sua attenzione.

 

Siamo invasi da notizie false, anzi, la maggioranza delle notizie che leggiamo o che vengono trasmesse in tv, altro organo di regime stupidamente ingannevole, sono appunto false o ingigantite, create apposta per fare “audience” o appoggiare un movimento politico, oppure per cementare nella mente delle persone ideologie in tal modo erroneamente pubblicizzate, notizie strumentalizzate per i più svariati fini, date in pasto all’addormentata coscienza di massa che le prende ingenuamente per vere. Sì, perché l’uomo medio è superficiale, abbisogna di certezze figlie della cialtroneria, non ha tempo né voglia di approfondire e si limita oscenamente ad accettare ciò che gli fan credere sia reale…

In Italia, ci han campato per anni. Aveva ragione Bob De Niro di Sesso & Potere, non c’è nessuna guerra, ma se l’ha detto la Tv allora significa che la guerra c’è.

Quel Bob De Niro sapeva come ingraziarsi gli elettori. Così come Berlusconi, nella sua recentissima, orrida apparizione sulla RAI, con indubbia sfrontatezza senza vergogna, visibilmente rifatto e rincoglionito, continuò a declamare promesse assurde agli italiani. E poi il giorno dopo su Facebook leggi che in molti voteranno Berlusconi perché li ha “convinti”, si capisce, porterà le pensioni d’invalidità a mille Euro, ucciderà la disoccupazione, al sol potere del suo schiocco di dita si creeranno, come per magia, posti di lavoro favolosi, e vivremo tutti felici e contenti. Sì, Berlusconi azzererà il debito pubblico, risolleverà le sorti di un Paese fallito, grazie alla forza mediatica del suo lifting. D’altronde, solo in Italia, un uomo che era ammanicato con la mafia, che “giocava” con le minorenni, garantendo loro carriera, ville e divertimenti, può essere rieletto. Un uomo di mille letti che platealmente prende per il culo non solo le sue concubine ma anche l’ignoranza della gente dabbene. Insomma, nella sua vita di “proprietà privata”, (si) facesse quello/a che vuole, non sono un moralista, ma non fottesse noi.

Ah, io non mi stupisco…, no, non mi stupisco. Dovete sapere che sono una persona molto precisa, ponderata e meticolosa, insomma un “moderato”. E da gente folle vengo additato come persona maniaca-ossessiva. Eh sì, la ponderatezza, la cura dei dettagli, l’accuratezza nel parlare, la diligenza con cui cerco sempre “maniacal-mente” di scrivere in perfetto italiano, non mettendo mai una virgola dopo un verbo e scrivendo po’ al posto di pò, mi ha reso vittima delle più grosse falsità sulla mia persona. E il mio stile di vita libero, emancipato dalla piccola borghesia caciarona e arrogante, si è attirato addosso le peggiori accuse.

Al che, se guardo desiderosamente una donna, chi mi vuole male va a dire in giro che ho voglie “malate”, che sono un “insano”. Sì, agghiaccianti fake news di un mondo che vuole vivere tranquillo nelle sue idiozie e ama compiacersi nel reiterarle alla faccia dei fessi che vi abboccano.

Dunque, no, io non mi stupisco oramai più di niente.

Un tempo, d’altra parte, chi sosteneva che non siamo soli nell’universo e affermava che esistono gli alieni, veniva “scomunicato” e spedito in manicomio. Oggi, invece, se dici che non ti piacciono gli “incontri ravvicinati”, vieni preso per un alienato.

Insomma, alle soglie del 2018, la gente pensa che, dopo questa vita, un uomo che sta in cielo, con la barba folta e canuta, ci giudicherà nel Giudizio Universale, e che le nostre imprese in questa terra risuoneranno per l’eternità.

Di mio, so che il caffè da me bevuto stamattina era freddino. E che a Bologna fa più freddo di ieri.

Insomma, ci siamo capiti…

 

di Stefano Falotico

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