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MAURO BIGLINO è veramente un GENIUS? Cosa si nasconde dietro la verità?


08 Jul

Stando alle testuali, non corrette parole di Wikipedia, che in tal caso pecca in quanto a virgole, senza stare a corregger/la, copia-incollerò qui la sua pagina dedicata a Mauro Biglino.

Personaggio controverso dalla fortissima dialettica persuasiva, estroverso e conoscitore di antichi versi? Punto interrogativo di natura ancestrale e ignota.
Cosa si nasconde al termine della notte?
Notate bene:

Mauro Biglino (Torino13 settembre 1950) è uno scrittore italiano che si occupa principalmente di storia antica e Antico Testamento sostenendo tesi ufologiche legate alla teoria degli antichi astronauti.

BIOGRAFIA

Mauro Biglino, dopo aver frequentato il liceo salesiano Valsalice di Torino, fece parte del corpo di fanteria speciale degli alpini, ricoprendo il ruolo di infermiere[1]. A seguito degli studi condotti presso la comunità ebraica di Torino, divenne successivamente traduttore di ebraico biblico all’interno di un progetto editoriale delle Edizioni San Paolo per le quali eseguì la traduzione interlineare di diciassette libri del testo masoretico della Bibbia, ovvero i dodici Profeti minori e le cinque Meghilot, traduzioni raccolte nei due volumi I profeti minori e I cinque Meghillôt. Basandosi in parte sulla sua traduzione, che definisce letterale[2][3], Biglino affronta la Bibbia da un lato attribuendole una natura di cronaca storica, dall’altro desumendone ipotesi inseribili nel filone del neoevemerismo, della paleoastronautica, del creazionismo non religioso e assimilabili a quelle di Zecharia Sitchin, altro sostenitore della teoria degli antichi astronauti.

Ha interpretato sé stesso (recitando in inglese e poi ridoppiandosi per la versione italiana[4]) in Creators – The Past (2020), film diretto da Piergiuseppe Zaia che vede la partecipazione di Gérard DepardieuWilliam Shatner e Bruce Payne[5][6]; nello stesso film è accreditato come consulente storico e biblico.

È inoltre coautore di fumetti basati sui suoi libri[7].

IPOTESI E METODOLOGIE DI TRADUZIONE

Biglino propone una disamina dell’Antico Testamento – nella fattispecie la Biblia Hebraica Stuttgartensia – utilizzando un approccio alla traduzione del testo che egli asserisce essere il più letterale possibile ed esortando, in alcuni casi, a mantenere i termini originari, non traducendoli affatto poiché ritenuti intraducibili[8][9]. In particolare, pone in risalto quelli che reputa riferimenti alle conoscenze tecnologiche degli “Elohim“, i quali avrebbero “creato” l’uomo a propria immagine e somiglianza.

Biglino presenta l’ipotesi secondo cui, nell’Antico Testamento, il termine Elohim[9] non indicherebbe una singola entità, bensì un gruppo di esseri evoluti e non meglio identificati, che avrebbero accelerato l’evoluzione del genere umano avvalendosi di tecniche avanzate di ingegneria genetica, i quali si sarebbero spostati utilizzando velivoli (identificati come velivoli alieni) – o comunque a dispositivi dotati di tecnologie ignote e incompatibili con le conoscenze dell’epoca. Da qui la possibile presenza di esseri viventi giunti da altri pianeti o appartenenti a civiltà avanzate non riconosciute dalla storiografia ufficiale[10].

Biglino, seguendo le teorie della paleoastronautica, identifica tali Elohim con gli dèi dell’antichità come quelli egizi o sumeri, i quali erano difatti un numero di individui molto ampio. Tra gli Elohim sarebbe da annoverare lo stesso Jahvè – erroneamente identificato come “Dio” nella cultura ebraica e cristiana – il quale viene quasi sempre indicato come Jahvè Elohim Israel[11][9] (Jahvè, l’Elohim di Israele). Il termine Elohim non è in sé esclusivo di Jahvè, ma da Giosuè 24:15[12] è riferito anche ai falsi idoli adorati dai nemici Amorrei e dai padri di Israele residenti oltre il fiume mesopotamico[11], quali ChemoshMilkom e numerosi altri[9], che quindi sarebbero anch’essi Elohim al pari dello stesso Jahvè ma che nella tradizione e nella mitologia vengono identificati come “divinità pagane”.

Sull’identificazione degli “Elohim” con extraterrestri o comunque esseri evoluti provenienti da altri mondi, Biglino stesso riferisce[13]:

«[…] Io ho ripetutamente detto e continuo a dire che “non so chi siano gli Elohim perché la Bibbia non lo dice” ma quando mi si pone la domanda precisa io non mi sottraggo e dico sempre che “faccio finta” che gli antichi abbiano detto il vero e i popoli di tutti i continenti della Terra definiscono “quelli là” come “figli delle stelle”, per cui io applico il mio metodo e “faccio finta” che sia vero. L’esistenza di “quelli là” è inoltre sicuramente più credibile e statisticamente più probabile che non quella di quel Dio che i teologi hanno inventato partendo da Elohim. Se si scoprirà che “quelli là” erano E.T. io dirò “bene”. Se si scoprirà che “quelli là” non erano E.T. io dirò “bene”. L’importante è capire l’inganno colossale che si cela dietro l’affermazione “Elohim uguale Dio spirituale”.»
(Mauro Biglino, Mauro Biglino chiarisce 2 temi importanti!, su maurobiglino.it)

Al di là delle teorie ufologiche, le sue traduzioni – imperniandosi su sottili differenze semantiche e interpretative – differiscono in forma e in contenuto da quelle adottate dalle maggiori confessioni religiose. Nel volume La Bibbia non è un libro sacro, ad esempio, a proposito di concetti quali[9]:

l’autore illustra la propria tesi secondo la quale non sarebbero contemplati nell’Antico Testamento, mentre sarebbero il frutto di una traduzione errata e volutamente manipolata. L’argomentazione di Biglino passa al vaglio le plausibili modifiche apportate ai testi ed ai codici dell’Antico Testamento, e il ruolo assunto, nel corso dei secoli, da determinate figure chiave[18][19][20][21].

Inoltre secondo l’autore il verbo “bara”[9] non significa “creare dal nulla” ma “intervenire per modificarle una situazione”[22]:

«Abbiamo esaminato i venti passi in cui viene utilizzata la radice ברא, bara, [qui sopra] e abbiamo rilevato, al di là di ogni ragionevole dubbio, che non vi si riscontra alcun rapporto diretto con il presunto atto creativo narrato secondo la tradizione nel libro della Genesi. Nessuna delle ricorrenze considerate e tradotte ha attinenza con il concetto di creazione, tantomeno nell’accezione di “creare dal nulla.”»
(Mauro Biglino, Lorena Forni, La Bibbia non l’ha mai Detto, Mondadori)

Se si accetta questa ipotesi, naturalmente decade il concetto di peccato originale in quanto gli adam, ovvero il gruppo di esseri che l’autore suppone geneticamente modificati dagli elohim, dovevano essere, sempre secondo Biglino, addestrati per servire i loro padroni, dotati di una nuova intelligenza, abili nella gestione degli animali e nell’agricoltura, a differenza dei loro simili confinati al di fuori del giardino dell’Eden – letteralmente tradotto come “giardino recintato e protetto”. Yahweh, che Biglino afferma essere stato tradotto erroneamente con “Dio”, è ipotizzato essere solo un figlio minore di uno dei capi Elohim; egli non sarebbe altro che un comandante militare a cui non fu affidato l’intero popolo ebraico, bensì il solo ramo della famiglia di Abramo, limitatamente alla stirpe Giacobbe/Israele, e che istigava a guerre fratricide per conquistare lembi di terra e piccole aree del territorio palestinese. Ben diverso era il compito degli altri Elohim più esperti che si occupavano di popoli come l’Egitto e la Grecia per i quali, ancora oggi, i sostenitori della paleoastronautica affermano di rilevare le cosiddette “tracce degli Dei”[23]; esempi ne sono i parallelismi con i poemi epici (IliadeOdisseaEpopea di Gilgamesh) per la tradizione occidentale.

Egli evidenzia l’aspetto puramente genetico dell’essere umano: unico essere vivente che non ha un habitat climatico a lui congeniale. L’essere umano, così com’è strutturato, ha sempre dovuto adattarsi al clima modificandolo e spesso adattandolo alla propria condizione. Le anomalie “genetiche” vengono segnalate in alcuni fattori congeniti, come i capelli e le unghie che, a suo dire[24] crescono costantemente. Nessun altro essere vivente sul pianeta, secondo la sua opinione[25] potrebbe vivere con queste limitazioni: un predatore avrebbe serie difficoltà a cacciare con i capelli e le unghie lunghe ma, allo stesso tempo, anche una preda sarebbe limitata nelle sue possibilità di salvezza. Facendo leva su questa personale constatazione, Biglino sostiene come tali fattori non possano derivare dalla normale evoluzione umana, ma siano tratti genetici scelti dagli Elohim durante i loro interventi sull’evoluzione umana. La sua metodologia di ricerca tanto nel campo filologico e storiografico, quanto in quello biologico evoluzionista, non presenterebbe alcun rigore metodologico scientifico. Lo scrittore si rifà ad autori dello stesso genere, citandoli come fonti autorevoli, così come ad articoli scientifici, dandone talvolta una propria rilettura divergente da quella originaria, come nel caso di Dario Bressanini[26][27][28], riportato di seguito.

VITA PRIVATA
Autore del volume Chiesa Romana Cattolica e Massoneria, ha dichiarato di essere stato membro della massoneria per una decina d’anni[29], e di esserne uscito verso metà degli anni duemila[30].

PROCEDIMENTI GIUDIZIARI

Il “crack Bersano” del 1990

All’inizio degli anni novanta, Biglino fu inquisito, assieme ad altre ventuno persone, all’interno del processo al finanziere torinese Aldo Bersano. I reati contestati agli indagati erano bancarotta fraudolenta, truffa[31], appropriazione indebita e violazione delle normative CONSOB[32], attraverso la vendita di strumenti finanziari (soprattutto a pensionati dell’area piemontese) e la realizzazione di una serie di operazioni finanziarie di facciata, volte a svuotare le varie società finanziarie. Biglino, in particolare, è stato accusato di aver ricavato, fra la fine del 1984 e l’inizio del 1988, circa un miliardo e 463 milioni di lire in provvigioni dalla vendita di strumenti finanziari[33].

Nell’ottobre del 1991 è stato condannato in primo grado a cinque anni e quattro mesi di carcere[34], ridotti in appello a due anni e quattro mesi l’anno successivo[35]. Nel marzo del 1993 in un ulteriore processo è stato condannato a due anni e due mesi dal Gip[36].

Lasciamo stare dunque le controversie e le opere, ah ah.

 

mauro biglino elohim alieni

NOVELLA 2021: Gucci, il nuovo film di Ridley Scott senza De Niro ma con Irons, Matt Dillon con la Mastromichele, Dafoe con la Colagrande, io sto con dio, voi state con chi volete o in pace di Cristo


12 Dec

exodus

brinnerSì, nel nuovo film di Ridley Scott, De Niro è stato rimpiazzato da Jeremy Irons.

Qui, ho espresso tutto. http://www.mulhollandlynch.com/?p=10865

Ho volutamente confuso il nome di Rodolfo Gucci con quello di Roberto…

Ce la vogliamo dire tutta? Gucci sarà un film piatto più del seno di Julianne Moore. Bellissima donna, “la” Julianne, per carità. Ma, a dircela tutta, io adoro Anne Parillaud. Sì, in Nikita, il suo seno non c’è. Ma ha le palle.

Piaciuta le freddura?

Gucci, un film platinato. Prevedo uno Scott più scotto di una pasta non al dente assaggiata da Checco Zalone

– Com’è la pasta?

– Uhm, è cotta.

 
Di mio, Cado dalle nubi e non amo la burrata con Dino Abbrescia.

Ora, non so che clima faccia a Brescia ma dalle mie parti fa caldo.

Quando mia madre assaggia il riso Scotti, guarda alla tv Gerry dal cognome identico. E soffre di celiachia.

Dunque, non può mangiare la pasta normale contenente glutine. Molte donne normali invece amano tutti i tipi di pasta. Soprattutto pasta condita con tale pianta. Vale a dire il pisum sativum…

E ho detto tutto.

Insomma, sarà uno Scott al minimo storico. Mentre Russell Crowe ne Il gladiatore fu al massimo, sì, al massimo fu Meridio. Al minimo fu nel film Tenderness nella parte di Cristofuoro.

Adesso, Russell ha più panza di Gérard Depardieu. L’interprete di Colombo Cristoforo in 1492 – La conquista del paradiso.

Depardieu, interprete anche della famosa pubblicità Passata Rustica CIRIO…

Il figlio di Sandra Milo si chiama Ciro, peraltro.

Di mio, ho origini meridionali e credo nel meridiano di Greenwich. Credo anche nel Grinch.

Per molto tempo, vissi da “matto” come Dillon Matt ne La casa di Jack. Con l’unica differenza che assassinai solo me stesso, praticandomi masochismo a mo’ dell’attore protagonista de Le onde del destino.

Sì, ora sto vivendo un Ritorno al futuro e vedrò che cosa mi riserverà il delfino…

Continuo spesso a navigare sott’acqua in mezzo agli umani squali, soprattutto squallidi. Mi metteranno forse in un delfinario. O più genericamente in un acquario. Non so se a Genova. Comunque, i testimoni di Geova non mi affogassero di angosce. Sotto Natale e Pasqua, stressano da matti… sembrano per l’appunto Dillon nel film succitato, con lui protagonista, di von Trier.

Sì, boccheggiai con le mie branchie, comunque. Non mi asservii mai alla legge del branco che desiderò la mia estinzione.

Non chiamai il Telefono Azzurro. Nemmeno il Numero Verde per denunciare i bullismi ma preferii optare per il WWF.

Sì, internarono tutti gli animali che tentarono di depredare la mia anima, soggiogandola alle loro porcate.

Sì, stettero per divorarmi vivo alla maniera di Sean Astin nella seconda stagione di Stranger Things.

Quando provarono a sbranarmi davvero, esattamente nell’attimo in cui attentarono alla mia purezza, esibii loro un sorriso da hobbit? No, da Sean Connery, ovvero James Bond.

Nel Cinema, ciò si definisce as colpo di cena. No, di scena.

Comunque, pare che John Cena sia stato con la mia pornoattrice preferita.

Insomma, per farla breve, rischiai di essere messo al tappeto come Rocky Balboa prima di scoprire il suo gancio sinistro. E i cattivi fecero la fine dei poliziotti contro John Rambo.

Ora, io non capisco tutta questa mitizzazione degli attori di Hollywood.

Sono persone normalissime.

Per esempio, uno dei più grandi attori viventi, ovvero Willem Dafoe… ecco, non sta con una modella di Instagram. Bensì con Giada Colagrande. Molte persone pensano che codesta sia sexy come Charlotte Gainsbourg di Antichrist.

Sono luoghi comuni. Molta gente, sedicente esperta di Cinema, crede che von Trier sia un genio.

Se citassi loro un film da me visto a Venezia, magnifico, ovvero Persécution del compianto (certamente non da molti) Patrice Chéreau, crederebbero che si tratti di una di quelle fiction RAI, a matrice “biblico-cattolica”, francesizzata per il mercato della massa nazional-popolare che adora fare l’esterofila elegante come Catherine Deneuve.

Ora, se vogliamo dircela tutta, ha ragione Paolo Mereghetti. Il quale assegnò una stelletta a Exodus.

Preferirò sempre Charlton Heston de I dieci comandamenti a un Christian Bale povero cristiano in tale film di Scott, brutto in modo diabolico.

Comunque, l’interprete di Rusty il selvaggio sta con una mezza scugnizza da Ragazze della 56.a strada.

Sì, l’avrà raccattata in Via Molino di Pescarola, vicino casa mia.

Ma chi sarebbe tale Roberta Mastromichele?

E ne vogliamo parlare di Silvia Notargiacomo? Pare che la sua data di nascita sia imprecisata. È almeno a. c. o dovremmo adottarle una “locuzione” latina da Ponzio Pilato? Sì, è una Maddalena, mettetela in croce.

Insomma, reciterei meglio di un attore hollywoodiano la pubblicità dei pelati… Yul Brinner docet.

Ma come mai tale Silvia, non quella di Leopardi, lavora a R 101? Forse perché non aveva bisogno di rinnovare la patente. Le bastò andare con Ermal Meta.

Io invece mi recai all’ACI. Sono rimasto acido.

Che poi… anche questa Storia romana, no, greca, no, poetica secondo cui il Leopardi amò platonicamente Silvia, non è vera. Diciamo che Leopardi amò solo Ranieri. Mentre Luca Zingaretti ha poco da poetizzare con Luisa Ranieri.

Chi sono io, invece?

Non lo so.

Vi voglio, prima di congedarmi, raccontare una novella:

– Sai, amico, debbo confidarmi. In passato, meditai spesso al suicidio.

– All’omicidio, no?

– No, mi avrebbero condannato alla sedia elettrica.

– Lei ha ancora questi brutti pensieri?

– No. Sa perché?

– No, non lo so. Mi spieghi, se vuole.

– Sì, le spiego. Sono in Paradiso.

– Cioè? Non capisco. Sia meno ermetico e non faccia le battute.

– Non è vero che se una persona si uccide, ecco, non otterrà la salvazione.

– Continuo a non capire.

– Bene, le sarò lapidario. No, esaustivo. Se avessi continuato a vivere come una persona mortale, sarei morto. Dunque, ammazzai me stesso per ascendere.

– Uh, è la stessa cosa che ha fatto Dante Alighieri. Ha elevato la coscienza.

– Esatto.

– Ha ragione. Lei, signore, eleva solo quella?

– Sì, ma non con lei.

– Che vuole dire?

– Ho gusti sessuali diversi. Inoltre, lei assomiglia all’angelo più bello del Paradiso suo che fu.

– Che vorrebbe dire?

– Quest’angelo, sa, è cornuto. Conosce il suo nome?

– Chi è? Chi sarebbe mai? De Niro di Angel Heart?

– Bravo. Ma io non sono Mickey Rourke. Nemmeno di Rumble Fish.

 

Piaciuta, amici, la novella?

Chi ha orecchie per intendere, intenda. Chi non ha orecchie per intendere, non ha occhi nemmeno per guardarla senza ipocrisie.

Ebbene, questo Covid-19 ha insegnato a noi umani che, per risorgere, dobbiamo soffrire, in quarantena, come Willem Dafoe ne L’ultima tentazione di Cristo?

No, ci ha insegnato che chi comanda e ha potere è dio, noi al massimo siamo Mosè.

Non credete che sia ora di nuove leggi?

Sì, spesso credo di essere dio. Cioè Nicolas Cage di Con Air.

A dircela tutta, Con Air è un film blockbuster piuttosto stupido. Ma la canzone è bella. Non solo quella…

 

di Stefano Falotico

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I’ll Remember You: la situazione, diciamo, eufemisticamente romantica della nostra generazione giustamente sbandata ed Elvis sarò io


08 Jul

racconti historicaEcco, come già avevo detto e scritto, sto aspettando la copia personale del mio racconto, risultato fra i vincitori del concorso letterario RuleDesigner, edito in una raffinata, prestigiosa raccolta antologica della Historica Edizioni, intitolato Disturbo denirante.

No, non mi sono sbagliato a scrivere. Non è delirante bensì denirante.

È un piccolo racconto secondo me assai sopraffino. Anzi, finissimo. Alcuni miei amici l’hanno già letto integralmente e hanno paragonato la mia prosa a quella del miglior Edgar Allan Poe.

Ecco, se ricevo un complimento così, mi commuovo e mi scendono profonde lacrime così come perennemente m’accade quando ascolto le canzoni immortali di Elvis Presley.

Spesso, non riesco perfino ad ascoltarlo poiché reputo la maggior parte delle sue canzoni così emozionanti, malinconiche e sinceramente stupende che, a confronto, alcuni capolavori del regista Wong Kar-wai, sembrano spazzatura.

Sì, Angeli perdutiHappy Together e In the Mood for Love, film bellissimi, lievissimi, angelici e dolcissimi, dinanzi alla voce paradisiaca di Elvis, paiono la signorina Silvani/Anna Mazzamauro dirimpetto a Naomi Campbell degli anni novanta.

Ho detto tutto.

Ebbene amici, è con enorme schiettezza che vi confido di essere così triste in questo periodo che sublimo ogni melanconia in libere esibizioni canore, poi scrivo libri di tutto core, in quanto della mia anima cantore.

Non sono più un innocente ma nemmeno mi sono corrotto, a differenza di molti adulti oramai goderecci che si son dati al pecoreccio, alle battute di scarso gusto e di grana grossa. Ingrassando in maniera laida e lercia.

Eppure, malgrado le batoste devastanti da me subite in questo mio falotico, strambo percorso esistenziale, talvolta disastroso, altre volte da apatico noioso, poi romantico armonioso tendente al parsimonioso, dunque nuovamente nervoso da nevrotico spocchioso, no, della vita non mi son ancora rotto.

Ancora vi credo, come si suol dire, nonostante tutto. Nonostante i miei tanti emozionali lutti.

Insomma, questo libro arriva a casa mia o devo mandare un’epistola al Vaticano affinché il Papa Bergoglio possa intercedere perché me lo cedano?

Sì, sono un uomo che viaggia fra mille progetti ed elevazioni spirituali per sopperire al materialismo, oramai mi conosce anche Gesù Cristo.

Di me sa vita, morte ma non tutti i suoi miracoli.

Eh no.

Al signor Cristo che siede lassù alla destra del Padre, eh già, andrebbe spiegato che oggi come oggi io l’ho ampiamente superato.

Poiché, se lui moltiplicò i pani e i pesci, io morii come Lazzaro ma resuscitai senza il suo aiuto.

Eh sì, non ho mai chiesto favori a nessuno.

Non sono uno che, per salvarsi, prega la Divina Provvidenza a messa.

D’altronde, sono un ateo-agnostico dal carattere ostico che da anni non prende l’ostia eppur spesso finì come un pollo arrosto.

Devo incrementare gli introiti.

Qui io creo, produco romanzi, scrivo recensioni, allestisco sceneggiature per eventuali cortometraggi ma m’occorrono molti più soldi.

Un mio amico di Castel San Pietro Terme, amena cittadina dell’entroterra emiliano-romagnolo, a dispetto del mio dinastico retroterra meridionale forse campagnolo, m’ha suggerito di candidarmi come bibliotecario, appunto, per essere assunto in qualche comunale biblioteca di questa nostra regione ove la nebbia d’inverno obnubila la vista.

Così, davanti a te, può passare la donna più bella del mondo ma, trovandoti in una situazione da Fog di John Carpenter, pensi di aver visto Jena Pliskken.

Da cui il famoso detto: ma che hai la benda sugli occhi?

Ah ah.

Ecco, questa è stata la mia lettera di presentazione. Redatta con piglio, intraprendente voglia di cimentarsi in qualcosa di economicamente soddisfacente, posta e soprattutto interposta con la congenita classe che, distintamente, mi contraddistingue innatamente a prescindere dalle mie depressioni spesso auto-inculanti e in particolar modo cazzeggianti.

Salve,
Laura…

Mi presento. Mi chiamo Stefano Falotico.

Probabilmente, si stupirà di questa mia mail.

Le spiego subito.

Sono da parecchi anni uno scrittore, dal 2013 selfpublishing. Le mie pubblicazioni sono tutte dotate di codice ISBN, di deposito legale e sono regolarmente in vendita nei vari formati cartaceo e digitale sulle maggiori catene librarie come Amazon e IBS.

E al mio saggio monografico sul regista John Carpenter è stato dedicato un ampio servizio alla pagina Spettacoli de Il Giornale:

http://www.ilgiornale.it/news/spettacoli/john-carpenter-genio-discusso-destinato-rinascere-1581202.html

Oltre dunque a scrivere romanzi, poesie, racconti e saggi sui cineasti, sono infatti un grande appassionato della Settima Arte.  E sto collaborando con due riviste online del settore.

Ovvero Daruma View e Ciao Cinema.

Questo, ad esempio, il mio archivio di recensioni, news e quant’altro pubblicati sin ad ora per Daruma:
http://darumaview.it/author/stefano-falotico

Detto ciò, arrivo al punto.

Sto cercando sinceramente un lavoro maggiormente retribuito perché, come saprà meglio di me, non si può vivere, almeno in Italia, di soli libri e piccole collaborazioni giornalistiche.

Parlando con un mio amico di Castel San Pietro Terme, lui mi ha detto che esistono molte biblioteche di rilievo, fra cui la sua della quale è responsabile, che sono sempre in cerca di nuovi bibliotecari o di persone addette al data entry dei libri. Ora, non penso che il mio amico mi abbia mentito. Non so se sia vero ma io le allego qui anche il mio c.v. nel caso aveste bisogno di qualcuno.

Se non fosse così e non v’interessasse la mia candidatura, nessun problema.

Grazie comunque.

Distinti saluti

 

Ho trepidato per una settimana, al che, poche ore fa ho ricevuto la risposta:

Gentile Dott. Falotico,

la ringrazio per l’invio del suo interessante curriculum.

Purtroppo al momento non abbiamo la necessità di attivare una collaborazione esterna nell’area di sua competenza.

Cordialmente,
Laura…

 

Il cognome ovviamente non posso rivelarvelo.

Quello che posso, senza peli sulla lingua, esplicitarvi con chiarezza inequivocabile è questo…

Ecco, tutti dicono che abbia una voce magnifica, che sappia perfino ballare e che sia piacevolmente pagliaccesco.

Dunque, la mia scelta definitiva è la seguente:

mi esibirò in qualche balera del bolognese, frequentata da delle donne balene, gironzolando fra il modenese e poi spostandomi al nord, amoreggiando semmai pure con una tirolese,
regalando gioie a gogò in pub ove impazzano le patatine con la maionese.

Sono o non sono il Genius-Pop?

Ovvio, no?

Comunque, l’esimia, oserei dire egregia capo-bibliotecaria di nome Laura, eh, non ha mica letto il mio curriculum vitae molto attentamente.

Essendo io uomo onesto, non ho scritto da nessuna parte che sono dottore.

Dottore di che?

Eh sì, so che questo può apparire incredibile, trovandovi al cospetto di colui ch’è, senz’ombra di alcun dubbio, uno dei più grandi geni di tutti i temp(l)i.

Eh sì, nella mia vita si è creata una condizione alquanto ambigua. Sono più intelligente e colto di Serena Dandini, la quale non è laureata, ma guadagno molto, molto meno di Checco Zalone. Non va bene. Eh no, eh?

Comunque, se volete il mio autografo, ve lo do subito.

Il libro comunque, dopo tanta spasmodica attesa, come si suol dire, è arrivato.

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 di Stefano Falotico

In questo rigido clima prenatalizio, mi sento Tito, sì, come Andronico, il cognome di un mio amico, un terrone sanguigno


23 Dec

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Ecco, partiamo dal mio palazzo. Una congrega di fattucchiere, di pazzi, di stregoni, di maghi e incantatrici. Me non m’incantano. M’incantavo solo sul culo della figlia del Fiorini, un culo incantevole. Prendevamo assieme l’ascensore e io, in quel frangente ascendente, respiravo l’odore lieve del suo farmelo salire imbarazzato. Camuffavo sempre l’evidente erezione grazie al mio giubbotto lungo di pelle che arrivava quasi fino al ginocchio. Ah, gran gnocca. Era timidissima con me, io ancora di più. Me la facevo nelle mutande, ah ah. Poi, chiavavo… la porta del mio appartamento. Ah, con quella non c’era speranza. Bella era bella ma, cazzo, era una moralista bigotta con tanto di cintura di castità nel cervello. Per sprangarla, dovevi chiamare Ash de L’armata delle tenebre, sì, quello del reparto ferramenta.

Il marito della mia vicina di casa invece mi è sempre parso Bob De Niro di Nascosto nel buio. Un lupo che pare un angioletto, educatore falsissimo di sua figlia. Ha sempre temuto, da troppo premuroso qual è stato, che la sua prediletta, unica pargoletta impazzisce. E, dopo Ragioneria, anziché invogliarla a studi più affini alla sua anima strappalacrime, la inibì completamente. Codesta, dovete sapere, era una patita di Claudio Baglioni, eh sì, l’avrei vista come laureata in Scienze Pedagogiche, come futura maestrina castratrice delle voglie adolescenziali sanissime dei suoi allievi libidinosi in piena crescita ormonale, inculcando loro in testa e nei testicoli canzoni retoriche da Strada facendo e ficcandoli… a vedere Piccolo grande amore con Raoul Bova, uomo sul quale si masturba ancora segretamente, immaginando di esser bona come la Snellenburg. Suo marito è invece creaturale, tenerissimo, già, è quello de La forma dell’acqua. Ho detto tutto. Sì, non scherzo, per non annegare, travolto dalle umiliazioni poiché dalla nascita dislessico, gli son venute le branchie. Mah, adesso fa la cura dimagrante e mangia solo il formaggio Leerdammer, ideale per i panini e la carne nuda e cruda della sua cultura bovina. Ma torniamo al padre. Accortosi che la figlia non gliela poteva fare, la sbatté dietro la scrivania, raccattandole un lavoro da mezza segretaria del cazzo. Contento lui, contenta lei, contenti loro che guardano Buona Domenica.

Sì, il marito della mia vicina è De Niro del film di John Polson. Con tanto d’impermeabile giallo e lui che spunta fuori dalla cantina coi barattoli di marmellata e incesti, no, cestini di frutta. Per ipocrisie familiari psicologicamente parricide a base di vite spremute e acide come il limone.

Ah, la figlia d’estate, dopo essersi depilata le cosce, spendendo tremila Euro perché durante l’anno l’è cresciuto un muschio da addobbo dal presepe, va a Riccione con tanto di ricciolini da Teresa Mannino e mangia, sulla spiaggia, pesche lisce come la pelle delle gambe di Diane Lane dei bei tempi. Ah, Diane Lane, era da riscaldare come la lana. Da esserle frusciante lungo tutto il corpo come Tarzan con le liane.

Appena però si tuffa al largo, la ritenzione idrica mette in mostra ogni smagliatura e lei appare davvero per quel che è, senza trucco e senz’inganno. Cioè Bette Midler di Hocus Pocus.

In fondo, comunque, è una buona famiglia. Potrebbe piacere a Robert Redford, paladino delle vite dolcemente democratiche. Anche a Patrizia Rossetti, quella delle televendite. Con questi farebbe una fortuna, Patrizia. Riuscirebbe a vendere loro anche un materasso coi chiodi, dicendo a costoro: – Oh, finalmente qui potete godervela.

Sì, si son comprati il lettino della Rossetti. Convinti che erano chiodi morbidi come L’Eminflex.

Tralasciando il mio palazzo, assisteremo ancora alle infuriate di Vittorio Sgarbi, l’unico uomo di cultura che, ogni tre frasi, urla vai a dar via il culo come neanche un camionista puttaniere del comune denuclearizzato di una cittadina lombarda.

Dal primo gennaio va in pensione. In manicomio, no? Non è che Vittorio farà la fine di Jeremy Irons in Die Hard – Duri a morire con Aldo Busi nella parte di Bruce Willis?

Con Vittorio che gli urla capra, capra, capra e Busi che gli dà del mentecatto e chiama la neuro?

Di mio, sono ancora Macaulay Culkin di Mamma, ho perso l’aereo. I ladri e gli adulti porci vogliono derubarmi, soprattutto l’anima, ma li fotto io e mi guardo pure i vecchi noir.

Sì, fra l’altro, non so se avete notato, in quei film gialli ci son sempre delle fighe pazzesche. Rita Hayworth, Ingrid Bergman, Greta Garbo, Scarlett Johansson di Black Dahlia, storie di uomini duri e di donne coi reggicalze. Di prostitute ambite, di regine maledette, di femme fatales impertinenti.

Sì, sì, ce lo spariamo questo filmetto… perché, in questa notte buia e tempestosa, come si suol dire, ho bisogno di una vicenda contorta e di una passera solitaria un po’ puttana.

La gente è sempre stata preoccupata per me. Diceva… ah, ma stando Home Alone, tal Falotico diventerà scemo. Perché mai?

Da soli, senza rotture di coglioni, puoi scoparti chi vuoi, virtualmente e non, quando lo desideri e non devi timbrare neanche il cartellino per tirar su famiglia e semmai una figlia sciroccata, depressa, sciocca e demente.

Buon Natale a tutti gli scemi del villaggio, a chi a fine 2018 guarda C’è posta per te, a chi ascolta Giorgia che stupra Una storia importante di Ramazzotti in radio, a chi si crede intenditore di Cinema, recitando a pappardella le sinossi di FilmTv.it, e soprattutto agli idioti che dicono al prossimo di soffrire di disturbi psichici e dal cielo, di giustizia divina, gli è arrivata una mazzata che neanche un fuoricampo di Joe DiMaggio.

Lezione di vita numero quattro, dopo le prime tre di Ronin.

E dopo il Decalogo di Krzysztof Kieślowski.

Sono uno stronzo fuori di testa, cinico e porco? Magari, sarei ricco e invece spero che mi assuma la donna delle pulizie, appunto, del mio palazzo. È l’unica che salvo di questo stabile. Non sa leggere ma sa detergere… sì, come scopa lei, nessuna. E dovreste vederla, da dietro, come pulisce con lo strofinaccio le scale. Sì, lei è lì, chinata a novanta sulle scale e io, prima di pigliare l’ascensore, di occhio indiscreto della fotocamera, scatto impunemente un selfie che può sempre servire nel caso dovessero licenziarla. Ah ah.

È molto buona questa delle pulizie. Io di più. Ah ah.

La gente non ha avuto alcun rispetto delle mie passate, potentissime sofferenze fisiche e psicologiche. Sì, non ho vergogna a confessare delle mie paure e delle mie giuste angosce di anni e anni or sono. Anzi, se mi ammazzavo o mi sedavano come un cavallo, se tutta la mia rabbia, dovuta ad anni di menzogne, raggiramenti, prese in giro invalidanti, suggestioni sferzate senza sprezzo del pudore, attacchi alla sessualità e altre orripilanti bassezze simili, se in seguito a offese animalesche, mi fossi ribellato, come infatti furiosamente è avvenuto tragicamente, la gente, delittuosa e criminale, tanto criminale che, inducendomi a reazioni così scellerate, volle far passare me per delinquente, sarebbe andata a festeggiare, a brindare perché un coglione in meno s’era tolto dalle palle. E, mentre loro tracannavo come maiali, io me ne stavo solo al freddo come Kinski di Nosferatu. Con in mano solo le foto della donna delle pulizie. Ah ah.

E mentre loro ridevano, ballavano, si ubriacavano, scherzavano, io dovevo star accorto a zittirmi, imprigionato nella falsità e nella loro vigliacca omertà.

Per anni, durati un tempo infinito, sì, a molti non è importato un cazzo di me. Assolutamente. Ero solo l’autista, il diverso che diverso non è affatto, anzi è decisamente meglio, il pagliaccio da deridere perché accusato di superbia, il burattino con cui giochicchiare negli attimi di noia, il genio malato da mutilare, dimezzare, castrare e demoralizzare, da non cagar di striscio e al quale in faccia compassionevolmente sogghignare dietro le spalle, anzi, come dico io, per le loro fottute palle. E a nessuno è mai fregato nulla di quello che provavo, sentivo, se ero innamorato, se ero incapricciato, perfino, se ero appunto folle o se mi straziavo nella malinconia, se leggevo mille libri e fantasticavo da sublime poeta, se mi arrabbiavo, tenendo tutto dentro, o mi frustravo nel mutismo più avvilente e impotente. Nessuno, nella maniera più totale, sconcertante, agghiacciante, nessuno che sia venuto a casa mia a risollevarmi. No, nessuno.

A nessuno è mai, fra l’altro, diciamocelo, importato se mi piaceva Shannon Tweed. Oh, Shannon era una zoccola da avere.

Anzi, appena mi sono mostrato, appena ho avuto il coraggio di confessare il mio animo, giù di altre infamie, di altre porcate, di altre recisioni alla coscienza. Di altre superficialità, idiozie, banalità e amenità. Di altre scorribande vili e turpi perché da dietro un pc, con un ottimo profilo falso, si può sparare a zero e poi aspettare che il fesso di turno, in tal caso il sottoscritto, s’infuochi per addebitargli così qualche mentale disturbo. E continuare a ridere da matti. Uh ah, ah ah, che divertimento! Che festone!

E dunque, dinanzi ai loro mali, per quanto devastanti e orribili, non m’impietosisco. Di certo non gioisco ma nemmeno piango. Al massimo, rifletto.

Rifletto e soffro anche. Sono partecipe del loro dolore.

È anche il mio. Così è.

Parola del Signore.

Parola del Punitore.  Dei suoi sbagli.

Sì, in verità ho punito solo me stesso. Pensate, dopo esser venuto sulla foto di quella delle pulizie, andavo dal prete a dirgli che questa qui era il demone Pazuzu de L’esorcista. Cristo! Questa delle mie pulizie, pensate, mi ha posseduto totalmente.

Tant’è che, da una vita non ascoltavo più Zucchero e il suo album Oro, incenso e birra, mentre l’altro giorno, totalmente schizzato… ho cantato a squarciagola Diavolo in me!

Parola del Salvatore, cara società schizofrenica di merda.

Parola del più forte di tutti. Sì, qualche volta. Quando me la tiro… e me ne sbatto.

Del più immensamente cattivo. Del più autenticamente buono e che ha persino concesso il perdono.

Sì, sono cattivissimo. Mando le mie foto alle modelle troie da tanti uccelli su Instagram per ricordare loro che c’è un cazzone in più.

Del più spietato, del più bravo, del più veloce, del più vero.

Oddio mio, oh, Gesù!

Oh, Madonna santissima!

Parola dell’angelo sterminatore! Soprattutto di sé stesso. Scusate, ora devo mangiare un torroncino.

Questa vita è stata una tragedia. Come quella di tutti. Era meglio se Dio, anziché creare il mondo, se ne fosse rimasto ficcato nel suo buco nero. Ma non quello della Vergine Maria. Pensate, la maggior parte delle persone a Natale festeggia uno che pensano che sia nato per inseminazione spaziale. Sì, Christopher Nolan, con la storia dell’inseminazione in vitro per Via Lattea, potrebbe girare una puttanata fantascientifica più figa di Anne Hathaway. Sì, tanto la gente si beve tutto. E abbocca alla favoletta di un mulatto della Palestina che si è fatto uomo perché così i centri commerciali vanno a nozze di spese, regalini e puttanate varie.

Ho detto tutto. Insomma, festeggiamo pure come sempre questo Natale. Se pensate che a Natale siamo uomini migliori e più buoni, non è così, se pensate che a Natale le lasagne sono più buone è così.

E sapete perché? Perché la domenica tua madre le fa tanto per farle, a Natale non vuole fare brutta figura coi parenti.

di Stefano Falotico

 

Peter Greenaway girerà un film ai Sassi di Matera con De Niro e Kristofferson? Boh, e io voglio inventare una storia delicata, col Bob che canta


11 Aug

True Detective chiesa
Sì, notizia di queste ore è che Peter Greenaway ha intenzione di girare un film ai Sassi di Matera su Gesù.

Sì, oramai i Sassi sono diventati la location pressoché obbligatoria per il Cristo. E Mel Gibson ne sa qualcosa quando Monica Bellucci non gliela diede durante i provini e lui le urlò: – Ah sì? Monica, allora farai la zoccola, sì, sarai Maddalena!

Ah ah.

Ora, Greenaway ha in mente da anni questo film. E il produttore dovrebbe essere Emanuele Moretti, che non è imparentato con l’omonimo Nanni, ha meno anni di me e in questi anni avrà prodotto almeno cinquemila film. Anche se lo vedo sempre su Facebook in riva al mare a mangiar gli spaghetti con le cozze. Va be’, sai che ti voglio bene, Emanuele, un giorno gireremo assieme un film con me nella parte di Marlon Brando de Il coraggioso, che dice stronzate micidiali sulla maternità ma le reciterò da Dio, con tanto di pause silenziose da Actor’s Studio clamoroso, e il mio monologo sarà studiato a Cambridge.

Sì, la Vergine Maria mise al mondo il Cristo perché fu partorita per divina “inseminazione” spaziale, sì, Dio dalle stelle, fluttuando fra una galassia e l’altra, “spruzzò” e il liquido finì nelle ovaie della Madonna, lì, in Palestina.

E Giuseppe rimase scioccato:

– Ciao Beppe.

– Dimmi, Maria. Sono molto stanco. Ho riparato il tavolo di Germana. Adesso, per piacere, cucinami due tortellini alla panna e poi lasciami riposare sul divano.

– Senti, devo darti una buona novella. Sono incinta.

– Incinta? Che cazzo significa? Io e te non abbiamo mai trombato. Tu non ti sentivi pronta e io ho avuto estremo rispetto della tua verginità. Nel frattempo, mi sono arrangiato da solo… Chi è stato il figlio di puttana che t’ha fottuto?

– Sono incinta di Dio.

– Non raccontarmi puttanate! Dai, su. Altrimenti chiamo il centro di salute mentale e ti faccio ricoverare.

– Non sto scherzando. Sono incinta di Dio.

– Ci sono le prove che possano attestare una minchiata colossale di queste proporzioni?

– Il fatto è questo.

– Sì, va be’. Allora, mi scaldi questi tortellini?

 

I mesi passarono e la pancia di Maria crebbe. Fu allora che Giuseppe, come Fantozzi, realizzò. E andò da uno psicanalista. Si rivolse anche a Matthew McConaughey di True Detective affinché appurasse il misfatto ma Rust Cohle gli rispose così:

– La nostra vita è una camera blindata, che si è svolta sempre nella nostra mente. Siamo soli a questo mondo, viviamo di fantasie, combattiamo il Male e, resilienti, andiamo avanti. Dobbiamo darci una missione, altrimenti prima o poi crolliamo. Non possiamo scoparci tutte le strafighe di Instagram, abbiamo bisogno di canalizzare le nostre rabbie, le nostre astinenze, i nostri desideri, assurgendo a paladini di un eroismo monumentale che sarà ricordato dai posteri, come Ugo Foscolo ben insegnava. Se vogliamo tutto, lo prenderemo soltanto in culo. Solo Dio può fare e farsi chi vuole.

– Sì, quindi sostanzialmente è stato davvero Dio a mettere incinta mia moglie. Ottima filosofia del cazzo.

– Sì, prendila così. Però tuo figlio diverrà il simbolo della cristianità. Un uomo dei miracoli ma la gente, puttanesca e cinica, che vuole e voleva soltanto ridere e scherza’ da troioni, lo inchioderà alla croce. Come la vedi?

– Quanto camperà?

– Trentatré anni.

– Be’, una buona vita. Jim Morrison è morto a 27.

– Sì, ma Jim Morrison scopava di brutto.

– Mio figlio non scoperà?

– No. Tale padre, tale figlio.

– Lei invece, signor McConaughey, è uno che tromba?

– In passato sì. Anche Sandra Bullock è stata con me. Adesso sto con questa Camila Alves. Sa, è una modella brasiliana. Dopo tanti giorni sul set, sono molto giù. Lei sa come tirarmi su.

– Insomma, questa Camila le prepara la “camomilla” sessuale.

– Sì, proprio una bella puttanina. Ci ho messo un po’ a trovarla. Ma io, che ho milioni di dollari, le regalo le collane e lei mi regala il sorriso. Capisc’ a me. Tanto la mia reputazione non va a puttane, sono l’attore premio Oscar per Dallas Buyers Club. Dove facevo il malato di AIDS. La gente mi adora. Sono bellissimo, bravo, e interpreto anche parti da malato terminale che, si sa, commuovono. M’imbruttisco e mi danno l’Academy Award. Una persona normale invece, se imbruttisce, viene emarginata e deve essere mantenuta dall’assistenza sociale perché nessuno le dà un lavoro. In questa società, la bella faccia tosta è un biglietto da visita inesorabile. Senza una doverosa faccia da culo, non ti danno una lira. Anche se hai letto tutto Dostoevskij.

– Di mio, sono un falegname.

– Davvero? Allora, lei se n’intende. Mi dica la verità, Beppe. Nel film Contact sono stato un po’ espressivamente legnoso, non è vero?

– Sì, non ha mosso un muscolo facciale neanche fosse stato piallato. È migliorato, sa?

– Le ho detto. Il merito è di Camila. Con lei, si muove tutto… Adesso scusi, Beppe, devo pubblicizzare The Beach Bum. Buona serata.

– Arrivederci, Matthew. M’invita alla premiere?

– Sì, fra pochi mesi, quando il film uscirà, sarà nato suo figlio. Porti anche lui. Perché ci vuole il patrocinio di un povero Cristo che venga a vedere questa merdata. Non se lo cagherà nessuno. Ma l’opera dello Spirito Santo potrebbe aiutare il marketing.

 

Sì, Greenaway girerà questo film a Matera, che sarà certamente meglio di Per amore, solo per amore di Giovanni Veronesi.

Sì, m’immagino Beppe a Betlemme, interpretato da Bob De Niro che, nel post-modernismo di Peter, a un certo punto, mentre i Re Magi fanno i regalini al pupo, prenderà un microfono e canterà Un’emozione per sempre di Ramazzotti. Entusiasmato da tanta umanità calorosa.

E Federico Frusciante, alla terza traversa di una cittadina limitrofa di questa Betlemme in festa, nella sua videoteca, ubicata in una grotta rupestre, dirà che la gente è andata tutta a vedere la nascita di Gesù e non ha noleggiato i film di Carpenter. Poi, desolato, chiuderà il locale e si recherà alla mangiatoia.

– Io sono un comunista così! Non credo in Cristo e la Madonna, porco Dio! Gesù è uno che si abbonerà a Netflix!

 

E questo è quanto, figlioli.

 

Sì, Cristo sarà un uomo che, non imborghesito nelle battutine della gente annoiata e tristissima, non riderà mai di fronte a questa boiata. E sarà accusato d essere schizofrenico perché ha sostituito il godimento pecoreccio della FIGA ai suoi deliri “mistici”.

 

D’altra parte, da un mondo che non sa neppure cosa sia Ordet, cosa potete aspettarvi? Se non porcate?

Ora mettete su la colonna sonora di Conan il barbaro.

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di Stefano Falotico

Presto sarà Natale e io mi coloro malinconicamente da Ebenezer Scrooge


12 Dec

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Sì, festa forse pagana il Natale, o soltanto cristiana, in cui si celebra la nascita del bambin Gesù, a cui il destino avrebbe destinato l’immortalità perché si fece uomo tanto amato e miracolante quanto angariato, vessato e crocefisso perché volle diffondere il messaggio di Dio e morì sotto Ponzio Pilato secondo il “plebiscitario” voto del pubblico alla Grande Fratello che lo considerò un traditore della “patria”. Ciò non è successo a Berlusconi, il “re” del “miracolo italiano”, che s’immolò al sesso e al successo, ed eternamente il suo nome “valoroso” verrà affisso per le strade del Belpaese a intitolazione della sua memoria quando morirà sputtanato da Loro di Sorrentino. Invero, Gesù salì al cielo e siede alla destra del Padre, colui che vi giudicherà perché cazzeggiate troppo su Facebook e bevete il caffè senza gustar l’aroma dei vostri sogni perduti che illusoriamente credete ancor virtuosi, coccolandovi nell’idea che la vostra vita migliorerà e, leggendo l’oroscopo delle racchie megere, da allocchi abboccherete alla stronzata del futuro speranzoso. Realisticamente, vi dico che molte vostre vite sono già segnate dai vostri cuori impuri, e sono stigmate che non potete curare leccando il culo al prossimo in punto di morte. Io son figlio prodigo, nacqui prodigio(so) e spesso nel dolce far niente mi arenai. Ma, arenandomi, scoprii la mia pelle ignuda fra le malignità ignominiose che la mia anima escoriarono. Eppur son adesso ambito da donne alla Maddalena che di buona lena mi spronano nel continuare a essere uomo che spinge, e son bellamente piccanti come la Bellucci de La passione di Cristo del Gibson? No, di Malèna. Sì, a brevissimo saremo invasi da film religiosissimi perché viviamo in un Paese che affonda nella melma eppur ha tempo per credere a queste fiction tediose e angoscianti, che ammorbano col senso del peccato, ed “educano” il popolo all’oppio di una religione distorta in cui la “divina” Provvidenza è la chimera a cui si ancora l’uomo bigotto e timoroso, invero moralmente eccepibile, che si appella al Salvatore solo quando non ha più soldi per pagare le bollette e quando non ha la panza piena, combinando però ugualmente porcate di “purissima” penalità. A Natale tutti diventano buoni e le donne bone, che per tutto l’anno l’hanno data in giro a “voluttà”, si castigano in vesti che nascondono le loro vergogne, intingendo la manina nell’acqua benedetta dell’ipocrisia più (s)consacrata. Ecco che gli uomini diventano ecumenici e in questa comunione di buonismi falsi come Giuda esplodono in abbracci “sinceri” quanto la “lodevole” onestà intellettuale di Ridley Scott che ammette di aver sostituito Spacey con Plummer per rispetto degli spettatori “sensibili”. Tutti i soldi del mondo di un regista “filisteo” che adora il botteghino… e non vuole rovinarsi la faccia.

Di mio, vivo spesso in modo eremitico, danzando al buio con Jim Morrison che si reincarna per concedermi un ballo letizioso, soave quanto il mio sguardo (im)pudico e pruriginoso, regalandomi il Ver(b)o del nostro essere uomini blues, forse un po’ neri, sicuramente appunto veri.

E a Natale, come Scrooge, nonostante tutto sarò felice. Sì, poi ci sarà la notte di San Silvestro e il prossimo anno Stallone Sylvester sarà ancora Balboa. Contento il Silvestro, non contenta Titti perché troppi uomini la disdegnano, son carini ma cani, e preferiscono alle donne altri uccelli passeriformi. “Canarini!” Ah ah. E Totti come sta dopo essere stato il pupone? Ah, molti film sono pappetta, eppur tutti fingono di credere al papetto quando invero fanno i papponi.

Vorrei concludere con una puttanata di barzelletta.

La maestra chiama Natale e gli dice di fare gli auguri alla classe, prima delle vacanze.

Natale si abbassa i pantaloni e orgogliosamente mostra appunto le sue palle. Palle di Natale.
Ah ah.

 

di Stefano Falotico

Buon Natale, Santa Claus


23 Dec

Se non l’avete visto, ecco ve lo sfodero ancora.

Brillantemente tutto mio, tutto per voi.

Beccatevelo!

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)