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IT Can’t RAIN All the Time – Pioggia eterna e micidiale per i dementi and VERS Un AVENIR RADIEUX!


04 Jun

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Terribile, devastante presa di coscienza per ogni mio hater ottuso e deficiente. La serie a cui mi riferisco, verso la fine del video, è When They See Us. Comunque, Hollywood bianca è venuto prima di Noir Nightmare. Buonanotte ai ritardati e ai tonti. Per la cronaca? Loro, assai nera, oso dire agghiacciante.

Tutto ciò che è successo al Joker negli ultimi anni da saggio Holden ma voi non avete mai osato chiedere, epico!


30 Apr

Ora, vedo molti giovani iscritti alla scuola di scrittura creativa Holden che non hanno mai letto il capolavoro di Salinger.

Cazzo, questa scuola però non è tanto per eterni adolescenti. Il costo d’iscrizione viene più di 5000 Euro.

Fidatevi, con 5000 Euro, piuttosto che seguire questi corsi didattici tenuti su da gente frustrata, potete comprarvi una miriade di libri e farvi da soli una cultura che vale l’enciclopedia Treccani.

Ecco, ora vi racconto cosa mi è successo negli ultimi anni. Anzi, cosa non è accaduto.

Tanto tempo fa, fra le brughiere del bolognese, in questa landa della pianura padana ove abitano pure delle padovane, ove va ancora alla grande Samuele Bersani con le sue piadine romagnole, ah no, scusate, Bologna è in Emilia, io mi comportai esattamente come il mio idolo, ovvero Walt Kowalski/Clint Eastwood di Gran Torino.

Sì, quegli scapestrati arrogantissimi meritavano una lezione morale davvero indimenticabile. Mi fermarono per il mio coraggio da leone e cercarono di rimbambirmi, ficcandomi nelle cliniche psichiatriche. Posti comunque più sopportabili del novanta per cento degli uffici comunali ove il grigiore è all’o.d.g. e tutti si fingono brave persone che votano Democrazia Cristiana quando invece non hanno l’anima per apprezzare quel povero cristiano del Joker, uomo della DC.

Sì, in questi manicomi, la vita assume la levità della malinconia più euforica, la gente, in preda a urla devastanti, canta liberamente di rivoluzioni sessuali e sogna un mondo egualitario ove non avvengano più segregazioni da CasaPound.

I matti soavemente son sedati, imbottiti di psicofarmaci mentre gli psichiatri son più pazzi di loro e imboccano le apprendiste psicologhe su pratica applicata all’Eros freudiano, forse solo ano, con infermieri che vagheggiano la cuoca della mensa sul riso bianco dei loro sorrisi di plastica abbottonati ai loro camici intonsi.

Si tirano su le maniche ed effettuano depot, vale a dire punture a base di sostanze chimiche altamente nocive all’organismo umano, ficcate insomma a scopo contenitivo, al fine di alleviare le sofferenze psicologiche dei presunti malati di mente attraverso arbitrarie somministrazioni intramuscolari di neurolettici che li paralizzano, rendendoli catatonici, impotenti in ogni senso.

Sì, questa è la cura. A scopo, diciamo, propedeutico. Una cura che ti castra se vuoi scopare. Sessualmente parlando. Peraltro, così distrutto, dopo che ti hanno dimesso, non trovi lavoro neanche per scopare i pavimenti delle stesse cliniche ove ti hanno raso al suolo.

Come la vedete?

Insomma, una vergogna mondiale effettuata in quasi tutti gli Stati del mondo liberali e progressisti, tranne nelle regioni sottosviluppate dell’Africa. Ah ah.

Questa è bella, è bellissima. Segnatevela, ragazzi, quando qualcuno oserà dirvi che, visto che non legate coi vostri coetanei, schizofrenici e maniaci sessuali, soffocati da genitori più infantili di loro, siete socialmente pericolosi come Léon soltanto perché non leccate il culo a nessuno, amate una vita appartata e discreta, simpatizzate per la nevrotica Natalie Portman e siete dei Ronin, mercenari senza padrone che non si prendono la Laurea per scrivere sotto dettatura al fine di riscuotere uno stipendio puttanesco elargitovi dal caporedattore fascista che vi obbliga, peraltro coattamente, a redigere articoli di Spettacolo ove venite corretti, no, costretti, sennò vi licenziano, a dire che Luc Besson è uno affiliato a Cose nostre – Malavita.

Tenetela a mente quando qualcuno vorrà reprimere la vostra Nikita giustamente incazzata, lanciandovi offese perché siete ribelli rispetto a quelle della vostra età che a 18 anni hanno già 1 milione di followers di guardoni, delle gnocche, sì, ma anche palestrate oche e vuote, mica anoressiche stupende come Anne Parillaud, e insulteranno la vostra bella, raffinata magrezza perché i canoni di bellezza odierna esigono una bionda più formosa come Bridget Fonda di Nome in codice: Nina.

Be’, sinceramente, come quello “Zio Nino” di Bob De Niro di Jackie Brown, io spingerei a fondo sia su Bridget che su Anne. Anche sulla Hathaway de Lo stagista inaspettato.

Sì, The Intern, un uomo fuori tempo massimo il Bob. Sia nell’eiaculazione precoce con la femminona Fonda di Jackie Brown sia nella ricerca di lavoro interinale nel suddetto film di Nancy Meyers, una femminista.

Sì, un Nonno scatenato che senza vergogna spara battute vaginali a fica, no, a raffica.

Fottendosene… della moralità e del perbenismo. Si caccia una pippa su un porno e poi serve, con le mani ancora macchiate di sperma, al sano nostro Ted Bundy/Zac Efron una bevanda che mette calore.

Io adoro le attrici di Hollywood. Soprattutto quelle che non vinceranno mai un Oscar. Sì, attrici che venero, delle veneri secondo me comunque più oneste di quella rotta in culo di Nicole Kidman: Kendra Lust, Brandi Love, Nicole Aniston, Gracie Glam, Mischa Brooks. Per non parlare di una delle mie prime fiamme, Penny Flame, la quale infiammò la mia quaglia, squagliandola, di attimi impuri da puro Falò delle vanità. Sì, uno dei miei capolavori letterari è Hollywood bianca. Rieditato e ripulito dai refusi ma rimasto integralmente cattivo, arrabbiato, romantico e un po’ sporcaccione. Scorretto.

Quando qualcuno mi dice che sono una persona sola, gli consiglio Il fascino e la seduzione della solitudine. Quando qualcuno sostiene che sono innamorato di De Niro e non di quella scema di Scarlett Johansson, gli consiglio Robert De Niro, l’intoccabile su immagine di copertina, con tanto di diritti personalmente contrattati, di Jordi Ambro. Guardate i suoi lavori su YouTube e sappiate che io scelgo sempre i maestri.

Insomma, se mi mettete contro di me, sappiate che io sono più pazzo di voi. Ecco cos’è successo. E non vorrei che, alla prossima burla, miei sadici giocherelloni, potreste trovarvi di fronte Christian Bale di Batman. Un American Psycho che vi apre in due come una mela. A proposito, la dovremmo veramente finire con queste richieste d’amicizia inviate da tutta questa gente “carina”.

– Ho accettato. Chi sei?

– Sono una parrucchiera. Sei interessante e sembri una brava persona.

– Ah, ho capito, sei la solita zoccolona che vuole tirarmi a lucido le doppie punte.

 

Ah ah, poi mi contatta quell’altra vecchia conoscenza che giustamente mandai a farselo dare nel culo:

– Perché mi hai chiamato al telefono?

– Eravamo amici, ricordi? Possiamo tornare a esserlo. Ma prima devi dirmi se ora lavori. Ti sei inserito?

– Sì, sto lavorando veramente duro. Infatti, scusami, ora sono occupato.

– Ah, ottimo. Ci sentiamo dopo, ok? Ma puoi dirmi almeno subito che lavoro è?

– Va bene. Tua moglie mi paga per fotterla in tua assenza. È un ottimo lavoro. Fallo anche tu.

 

 

di Stefano Falotico

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In questa ruota delle meraviglie, ci sta stroncare Allen, e io respiro profumo di me


14 Dec

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Giornate insonni oppure, “abbrustolite” da tanti pensieri alla rinfusa, nel guazzabuglio mio empatico, mi scopro ancora una volta apatico, e disdegno il nuovo film di Allen, concordando con Alò di Bad Taste che, senza mezzi termini, lo stronca platealmente. La Winslet sognava l’Oscar ma la Critica americana la “ingiuriò” e basta vedere le candidature ai Golden Globe e agli Screen Actors per rendersi conto che le sue sono speranze fatue come questa pellicola che molti italiani hanno già amato, perché guai a contestare il Maestro. L’Italia ha sempre sofferto di timori reverenziali e non sa oramai più discernere fra bello e brutto, fra compiuto e irrisolto, fra pasticciacci e opere che scambia per geniali svisceramenti di autori sopravvalutati. In questo “squittire” di opinionisti dell’ultima ora, in cui tutti si accapigliano per dire la loro, in quest’epoca di tuttologi del web, ecco che i pareri sono controversi, persino “convessi”, accentrati sui propri mal di pancia solipsistici, la gente si rende “concava” e, anchilosata da frustrazioni quotidiane, ecco che “smanaccia”, alza la voce nel chiasso isterico del volersi “elevare”. Chiunque, anche il fruttivendolo analfabeta, vuole esprimersi in materia di Cinema ed ecco che, dopo la visione “alleniana”, gocce di commozione lustrano i suoi occhi impolverati da una vita schiacciata, che mai mise a “frutto” il “coacervo” di sue idee insensate, e dissenna vagabondo e anche cogitabondo, abbracciando gli altri spettatori in un “ecumenismo” buonista che gioisce terribilmente della “levità” di questo film agro e amarognolo di Allen, che pare dirci che la vita è una merda ma dobbiamo apprezzarla nella “lietezza” dei piccoli istanti anche turbolenti, che dobbiamo giocoforza fustigarci, soffrire, urlare, dimenarci come pazzi per addivenire alla bellezza del mondo. Insomma, una poetica abbastanza deprimente che mal si sposa con la mia visione romanticamente cinica, freneticamente contemplativa del sapermi già vivo senza che qualcuno, con le sue prediche “artistiche”, mi voglia irretire a quella che potremmo definire una sofferenza del godimento, la catarsi dopo tanto mare in burrasca.

Al che, leggiadro, senza dare nell’occhio osservo le gambe di una donna al bar, sognando di essere la sua schiuma del cappuccino che, dolce e sinuosa, s’infila nel suo “interstizio labiale”, quella corpulenta materia appiccicaticcia e “densa”, penetrante nella sua lingua delicata e soffice nel mescersi alle nostre papille gustative al fiorir della sera rossa come la sua voglia incendiaria. Rosso/a di sera e bel tempo si spera. Un tempo di “ritmo” andante con moto, saltellante e sussultante, galoppante e “infervorante”, focosamente “liquidante”. Ah ah.

 

Al che, sempre stamane, chissà perché rileggo il mio libro Hollywood bianca e inevitabilmente capisco di essere un genio. Un po’ del cazzo ma avercene…

Un uomo avvoltolato dentro un camice di marmo, faglia bluastra che spacca la luce come il nevischio dentro la nebbia del mattino, quando le rondini volano alte ma il sonno dell’uomo sobrio non coglie il fruscio del vento. Un uomo venne nel mio sordido locale, aveva l’anima timorata di ap­parir fuori luogo, lui, uomo messianico delle conserve, uomo che compra i vetri che rinchiudono gialle sostanze liofilizzate, uomo che quando è notte va a dormire per essere in forma il giorno dopo, uomo che ascolta una canzone solo per il ritmo e poi riparte verso un ripostiglio buio in cui si alleva la polvere delle scarpe ferme, verso il lido decadente di un mare che ha perso il blu cobalto.

 

 

di Stefano Falotico

Genius-Pop

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