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Mi sono trasformato in una sex machine, ve lo sareste mai aspettato?


25 Jun

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Io invece ho sempre saputo che voi non eravate come ELVIS, neppure come il BOSS.

Sono un uomo immutabile nel vento che assolutamente non patisce gli strazi delle vostre quotidianità marcescenti. Vivo fuori dal tempo, spesso solo nelle mie tempie in quanto a me non mancano le rotelle mentre voi siete, oltre che ebefrenici, anche nel cervello paraplegici. Immobilizzati in una paralisi concettuale della vostra nana, onanistica, misera vita infame.

Siete però sempre affamati. Di che? Del sesso più materiale, schiavi del soldo più bestiale per cui vi prostituite con scandalosa immoralità micidiale.

Lo so, siete degli ilici, esseri che secondo la dottrina gnostica appartengono ovviamente a una categoria inferiore alla mia. Io invece viaggio a grandi modulazioni di frequenza, in quanto pneumatico che riempie di bellezza i vostri vuoti pneumatici.

Se non basterà, vi pago anche il meccanico delle vostre vite da uomini-macchine.

Siete ossessionati da quella che definite vita reale. Per vita reale, voi intendete omologarvi al piattume generale, la coscienza mai elevare, abdicare a uno squallido gioco triviale bassamente occidentale.

E v’incidentate in pericolose diatribe da animali, in rivalse sesquipedali.

Mentre io sempre più spingo e non solo sul pedale.

Sono fatto così. In molti, tempi addietro, provarono a fottermi nel didietro, scaricandomi addosso reprimende funeste ed esiziali.

Che, su di me, sortirono soltanto l’effetto contrario. Più la gente, tuttora, mi offende e più io non mi offendo ma caccio alle persone malvagie dei diplomatici fendenti.

Sono anche io comunque un bel fetente. Che vi credete? Sempre meglio dell’uomo comune, il quale si vanta delle sue inutili onorificenze ed espone bellamente i suoi titoli in cornice. Invero, siamo schietti, donne chiatte, beviamoci pure una fiaschetta, quell’uomo non vale niente. Lo faccio schiattare.

È un parolaio dell’aria fritta e non può assolutamente competere col sottoscritto. Spericolato giocoliere della mente in un mondo ammorbante stracolmo di deficienti.

Questi qua gozzovigliano, ridono screanzatamente e oscenamente deridono chiunque, guardandolo dall’alto in basso. Sulla base di una presunta superiorità della mi… a.

Adesso vi racconto questa. Ho nuovi hater sul mio canale YouTube, Joker Marino, esseri profondamente vomitevoli, infidi, calunniatori mai visti.

Anni fa, me la prendevo se gente di questa risma si comportava vigliaccamente così, godendosela cioè da matti nell’assistere che a morte m’incazzavo quando, trafiggendomi nell’amor proprio, si sganasciavano e infoiavano a farmi bullismi da ris(s)a per affossarmi e per far sì che in qualche casino m’infognassi.

Su di me avevano cattive fisse. Dei maniaci, insomma.

Desideravano distruggermi nell’animo e spaccarlo come un sisma.

Ma io leggo Mishima, miei scemi.

Costoro, degli impostori, godevano nel nevrotizzarmi per farmi passare per scemo del villaggio. Uh uh che ridere.

Poveri beoti, il Genius-Pop è come Bradley Cooper di Limiless. Sì, quando il signor Bob De Niro/Carl Van Loon pensa di ricattarlo coi suoi giochetti da asilo nido, Bradley/Eddie Morra gli fa capire subito che aveva compreso immediatamente che il pappone l’avrebbe provocato in quel modo.

E lo zittisce con un paio di paroline da crepacuore. Tanto che al Bob prende quasi un infarto ancora prima di potersi curare la valvola aortica.

Sì, durante la mia adolescenza, essendo io già stato lontano anni luce dai miei coetanei nerd e bavosi, rivoltanti e festaioli in fase acuta di demenza galoppante, fui coglionato a sangue con prese per il popò a tutt’andare di ritmo stronzo andante di gusto come un ritmo musicale in loop inchiappettante.

Botte nel popò e mi gridavano che avevo sempre bisogno di mamma e papà. Ah, per forza. Avete mai visto uno di sedici anni che ha la vita autonoma? Manco la figlia di Elvis Presley. E dire, cazzo, che suo padre le regalò la Porsche quando ancora era minorenne.

Tutti andavano a dire che io era un diverso. Certo, lo sono anche adesso.

Sicuramente diverso da quattro pirla che non avranno mai il mio carisma.

Sì, devo esservi sincero.

Gli altri, per andare a letto con una di nome Laura, devono prima prendersi tre lauree.

Io non abbisogno di troppi pezzi di carta.

Al pezzo di carta ci pensa lei, dopo quel che s’è firmato in calce…

E poi anche Silvana mi rilascia la quietanza.

Mi spiace per voi, uomini di panza e poca sostanza.

Non siete dei geni.

Io sì. Sono il re di tutti i letti e di tutte le stanze. Soprattutto quando sogno. Voi comunque ve la dormite di brutto. Su questo, anche gli zombi di Romero vi diranno che io non ho torto.

Quindi, ora fate i bravi bambini e andate a ficcarvi sotto le lenzuola.

Sì, sono come Maradona.

Mentre gli altri si fanno il culo per migliorare, allenandosi sul campo, io posso stare tutta la vita a cazzeggiare.

Tanto, quando scendo in campo, sono sempre il più bravo.

Mi date un libro di biologia e, mentre tu hai sbadatamente messo incinta una, la quale a sua volta sarà per 9 mesi ossessionata, prima del concepimento del neonato che fu dapprincipio nascituro, dall’amletico, polanskiano dubbio da Rosemary’s Baby, se il figlio (de)generato gli nascerà storpio come il novanta per cento dell’umanità, leggendo libri sulla mitosi e la meiosi, io frego il ragazzo di donne come Milena Miconi con far diabolico. Su una come Milena non sono mai dubbioso.

Sì, il suo uomo aveva la mucosa. E con me Milena è più rosea.

Dunque, miei minchioni, d’ora in poi non fate più gli stronzoni.

Io ve le suono come un clacson su tonanti cazzotti.

E queste sono grandi canzoni, miei cazzoni.

Sì, sono come Bradley.

Gli passa davanti una bella donna e lui guarda oltre…

Che buffone che sono, che gigione.

Invero, io amo una sola donna dalla pregiata carrozzeria. Di nome Christine. Con lei mi accoppio in Crash alla Cronenberg su movimento pelvico da James Spader con Deborah Kara Unger.

Sono un romantico-futurista. Che potete farmi? Aumentare il prezzo della benzina?

Sì, me la suono e me la canto. Mentre voi, attenzione, a forza di esaltarvi, non fatemi questa fine, eh?

 

di Stefano Faloticocrash james spader

christine

Ronaldo mi fa un baffo, e preferirò sempre il mio magro stipendio a questo robot impettito, sono cos(c)e della vita


17 Jul

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De Niro The Fan

 

Attendo il mio sogno con ansia, emozione | poi applaudo e mi sbraccio per la mia formazione. | È la prima giornata e la mia fedeltà | è premiata da un senso di gran voluttà, | ritorna il mio eroe ed illumina il giorno | dei miei guai per un poco si sfuma il contorno, | egli è grazia, armonia, che esalta lo stadio | e riporta i miei giorni e di orgoglio m’irradio. | Sono un fan che del baseball coglie ogni finezza. | Io giocavo, capite, e sarei ancora all’altezza. | Una volta ho battuto una palla alle stelle, | fui portato in trionfo, non stavo più nella pelle. | Sì, ce l’ho dentro il sangue e questa passione, | l’ho trasmessa a mio figlio, futuro campione. | Certo, lui è piccolino ed ancora maldestro | ma lasciatemi il tempo e sarò un buon maestro, | con un po’ di fortuna, ci sono ad un passo, | sistemo le cose e poi mi rilasso, | aiuterò la mia squadra a riavere la gloria | con un tocco imprevisto alla solita storia. | Dice oggi l’atleta: “Io gioco per me”, | ci sto male a sentirlo e mi chiedo: “Perché?” | Non è il fan, il tifoso che paga il biglietto | a far ricco e famoso il suo prediletto. | Se gli parlo, lui sente ma, in realtà, non mi ascolta, | mi dimostra freddezza per l’ennesima volta, | è attaccato al denaro in un modo inaudito. | No, così non va bene, io rivoglio il mio mito!

(il grande Bob De Niro in The Fan!)

La realtà è così spesso abietta, piccola, puttanesca e miserabile che è un dovere morale distanziarsene!

Presto, prima che combini altri danni e poi vomiteremo tutto lo schifo di quest’umanità tristissima.

Sì, io ho sempre vissuto la realtà. Ho giocato a Calcio fino alla maggiore età! Checché ne dicano le malelingue e chi vuole, per pur diletto invidioso o calunnioso, dipingermi come un “clown” che vaga nell’interzona ai confini di Lovecraft. Ed è proprio, vi dico, il mio estremo averla esperita, mal digerita, deglutita a fatica, respinta, osteggiata e sovente ripudiata, ad avermi sempre più spinto verso l’isolazionismo pop, ove la mente puoi piacevolmente dissipare nel ghermirla di sogni e visioni incantate, laddove all’uomo comune, troppo preso dalle sue meschine rivalse competitive, non è permesso entrare e giovarsene. No, solo gli eletti hanno accesso all’immaginazione più fantasiosa, mentre ai comuni mor(t)ali solo troioni (di)letti. Ah ah, me ne beo!

E voi, pecoroni, belate. Sì, me ne sbellico e più passa il tempo e più divento bello. Questo è inconfutabile. Spesso Dio, dall’alto, mi fa degli scherzi cattivi per demoralizzarmi e imbruttirmi ma lo fotto con enorme savoirfaire un po’ da stronzo. Sì, che classe che ho, e me ne vanto, nel mandarlo a fanculo con totale, screanzata altezzosità da uomo che non vuole rotture di coglioni da parte di chi fa il burattinaio di quest’umano, anzi disumano, squallido gioco. Io faccio il mio e questo basta. Che sono queste pretese? Dico, che cazzo vuole questo Dio che pregate a messa e poi due ore dopo ripudiate per acclamare miliardari che delle vostre vite supplizianti se ne fottono “altamente?”.

Sì, non è populismo affermare, in tutta vanagloria dignitosa, che Cristiano Ronaldo è un pagliaccio. Lo è, e la dovrebbe smettere di camminare “intirizzito” come se gli avessero ficcato una traversa nel deretano. Di legno massiccio. Quest’uomo, datemi retta, è fritto e così abbronzato pare pure un immigrato!

Non sarò mai Cristiano Ronaldo né voglio esserlo. Che palle e che stress micidiale essere al centro dell’attenzione, coi riflettori puntati anche quando vai a pisciare. E, se ti siedi sul water, devi aver paura che un paparazzo possa esser nascosto nel buco del bidet per scattarti una foto nel momento “topico” dell’evacuazione, nell’attimo magnifico in cui, dopo una giornata di allenamenti sui prati, di palle roteanti, finalmente il tuo addome placido rilascia ogni escrementizia cagata che hai dovuto sorbirti.

E che sono quei finti sorrisi? Abbiamo assistito, ieri, alla caduta dell’Occidente. Con questo Massimiliano Allegri, a cui rideva pure l’ultimo pelo del buco del culo, allegrissimo a farsi fotografare col Pallone d’Oro.

Cinque volte, mica una! Dico, questo ha le palle, è cazzuto questo.

Ecco, perché a questo Cristiano Ronaldo non facciamo fare la fine di Mel Brooks in Che vita da cani?

Hai visto che cosce che ha Ronaldo? Che quadricipiti! Visto che portamento, che slancio, che stacco di uccello?

Di mio, sono un uomo pulitissimo e ti faccio anche il sorriso, con un po’ di dentifricio.

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di Stefano Falotico

Genius-Pop

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