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Sfatiamo i miti e i sex symbol: Brad Pitt ha avuto solo 27 donne, meno di Fonzie e del meccanico vicino casa mia. Io, invece? Qualcheduna, di qua e di là ma sto bene ora con lei


15 Aug

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Sì, a conti fatti e rumors inclusi, il tanto decantato e magnificato, dal gentil sesso, Brad Pitt, ha avuto soltanto 27 cosiddette relationship(s).

Peraltro, alcune di queste donne sono donne solamente a livello ormonale. Alcune di loro, difatti, sono delle malafemmine, delle donnacce, in parole povere delle poverette, dette altresì bagasce, baldracche, ovvero donne come Gwyneth Paltrow. Una che vinse un immeritatissimo Oscar per un film stra-romantico e iper-brutto-super dolciastro, cioè Shakespeare in Love, dandola ad Harvey Weinstein, produttore della pellicola e, come sappiamo, oramai celeberrimo “caimano” di Hollywood che fa un baffo a ogni Berlusconi di sorta, diciamo pure di sorca.

Al che, rinnegò il suo fallo (inteso ovviamente come errore, vero?, non pensate male), sì, ripudiò e insabbiò il fattaccio, sputtanando il tycoon succitato, sempre maniacalmente eccitato.

Affermando che all’epoca amò Brad Pitt, il quale assomigliava ad Erik Everhard, celebre pornoattore canadese, mentre oggi, dopo averla data a bere e vedere a tutti, la sventola e svende sul suo sito con tanto di calco vag… le da merchandising come adultdvdempire.

Una donna veramente con le palle, cazzo.

Poi, nel carnet di donne carnali e scarnificate dal premio Oscar di C’era una volta a… Hollywood, compaiono in prima linea la sua ex storica, Juliette Lewis, Demi Moore e Thandie Newton.

Allora, la prima è una mentecatta che distrusse psicologicamente Lenny Nero/Ralph Fiennes di Strange Days e fu imboccata, in Cape Fear, da De Niro.

Sì, da allora in poi, Ralph Fiennes interpretò Spider e i film più melensi di Wes Anderson.

Vedete? Una donna può ridurre un uomo puro da poesie di Umberto Saba, un cattivone di Schindler’s List in un povero coglione peggiore di Woody Harrelson di Natural Born Killers.

Demi Moore non la consideriamo neppure. Solo un Die Hard come Bruce Willis poteva accettare di avere le corna in testa da oh Sole mio sta in fronte a te e a me. Eh già, un altro sarebbe già precipitato nel vuoto e nella notte più nera come Alan Rickman…

Sì, da cui Unbreakable. Film incentrato su un uomo inc(r)edibile da Trappola di cristallo, simil-Glass, della sua invulnerabilità. Emotiva e fi(si)ca.

Quindi, Thandie Newton. Una che, in Crash di Paul Haggis, si lasciò palpare da un Matt Dillon più pervertito rispetto a La casa di Jack.

Alla fine, Dillon fece pure il Padre Pio della situazione ma, come uomo redentosi, fu meno credibile di Elias Koteas nel Crash di Cronenberg.

Dunque, nel “curriculum vitae”, anzi figae di Pitt, compaiono tre donne che, malgrado le loro discrete filmografie, io non assumerei nemmeno, tramite agenzia interinale Adecco, a pulire i cessi della stazione dei treni di Lecco.

Donne che comunque devono aver leccato parecchio per arrivare lì. In alto? Ma, più che altro in una zona intermedia dell’anatomia umana posizionata sia in zona frontale che simmetricamente posteriore. Diciamo anale?

Sì, credo che tali ex donne, per modo di dire, del Pitt siano pure sostanzialmente frigide e intrinsecamente lesbiche.

Brad scopò anche Claire Forlani. Una che, dopo averla data nella finzione a Nic Cage di The Rock, venne… pure a Bologna per interpretare la parte di una donna sbattuta, cioè sbadata, sbandata e molto drogata, in un videoclip dei Mistonocivo.

A Bologna, se andate alla Montagnola, ritrovo di fattoni e di donne strafatte in ogni senso, anche nel loro seno, potete trovare una barbona molto più presentabile di tale sciroccata indubbiamente zoticona.

Insomma, questo Pitt non è poi, a coiti fatti, no, a conti fatti, questo gran bell’uomo di cui tutte le donne, soprattutto Jennifer Aniston, si riempi(ro)no sempre la bocca.

Epocale fu inoltre la relazione di Brad con Angelina Jolie.

Una che, a mio avviso, fu bellissima in Ragazze interrotte quando s’imbruttì per interpretare la parte di una ragazza malata di mente che forse curò le sue turbe psichiche tra un farmaco e l’altro, sognando un giorno di sposare l’uomo più ambito del mondo. Che ve lo dico a fare? Il Pitt.

Anche Amber Heard di The Ward fece una cosa simile, sognando Johnny Depp. Però, mentre Angelina sposò e scopò davvero Pitt, la Heard, sì, parimenti scopò e sposò Depp con l’unica differenza che, attualmente, con tutte le denunce sportegli contro, avendolo costei accusato di averle più e più volte alzato le mani (forse meno volte, comunque, di quelle per cui lui le alzò quello che ogni uomo normale, dinanzi alla Heard, alzerebbe e alza anche se non ne è sposato e altolocato), Depp finirà presto a reincarnarsi nella sua partner, no, a reinterpretare la sua parte de Il coraggioso.

Sì, sebbene sia ancora ricchissimo, fra una manciata di ani, no, di anni, il Depp si darà a uno snuff movie in cui verrà ammazzato dalla Jolie.

Pare che, sul set di The Tourist, ambientato a Venezia fra le notissime calli, Depp abbia urlato dopo mille ciak andati a zoccole, cioè sbagliatissimi, la catartica frase dell’uomo che non deve chiedere /la mai, no, che non gliela fa più:

– Sono cinque ore che ripetiamo questa scena del bacio pudico. Cioè che non porta a nulla!

Angelina deve cambiare pure il vestito bianco. È più bagnata di tutta la laguna. Siamo in piazza San Marco e volano piccioni a tutt’andare.

Solo il mio non può dentro svolazzarle. Se Domenico Modugno, cantò nel blu dipinto di blu, perché io non posso cantare a squarciagola profonda, il leitmotiv nel rosa-lilla dipinto di rosso? Scusate, devo tornare in albergo. Devo spararmene almeno dieci di seguito. Mi verranno i calli alle mani ma non preoccupatevi. Fa molto caldo, il clima è afoso, sono molto confuso in mezzo a queste atmosfere anche caliginose-pruriginose. Sì, è una giornata uggiosa, voglio in albergo essere rugginoso. No, di mio liquido libidinoso, piovigginoso, praticare un fortissimo autoerotismo da uomo caloroso.

Tornerò a rigirare la scena dopo il mio (im)purissimo metodo da Actor’s Studio. Sì, in albergo m’immedesimerò benissimo. Con tanto di dizione e diaframma da me respirato, i(n)spirato di erezione. Farò almeno mille prove allo specchio. Alla fine, sarò un provino, no, provato, spompato anche se avrei amato essere soltanto da Angelina spompinato. Non allarmatevi, sono un uomo duro.
Nessuno può sbattermi, no, battermi. Sono bello e dannato, sono Depp il maledetto.

 

Insomma, Pitt non è un grande amatore, il libro L’amante di Marguerite Duras non vale una beneamata minchia mentre l’omonimo film di Jean-Jacques Annaud è guardabile solo per Jane March.

Di cui vi consiglio anche Il colore della notte. Il film più brutto con Bruce Willis in assoluto.

Peraltro, in tale pellicola, Willis si mostra ignudo in piscina.

Perché mai una vacca come Demi Moore lo sposò?

Ce l’ha più piccolo di un lottatore di sumo.

Va be’, fate quel che cazzo che volete. E fatevi, soprattutto, i cazzi vostri.

Io e la mia lei siamo bellissimi assieme. Non siate gelosi. Anzi, andate a dar via il culo.

Detta come va detta, fottetevi. Non sono sgarbato né Vittorio Sgarbi. Sono solo qualche volta scortese e non Martin Scorsese.

Per finire con la mia freddura classica: Pitt interpretò Sette anni in Tibet. Io, invece, vissi mezza vita da monco-monaco. Non tibetano però, bensì oserei dire siberiano.

Anche se a dircela tutta, io non sono Brad Pitt, non sono Johnny Depp, non sono Nicolas Cage, non sono neppure Matt Dillon. Mickey Rourke, invece, sì. Eccome.

Non di Orchidea selvaggia, di Rusty il selvaggio.

Sì, la mia anima è come il pesce colorato di Pitt. Non può stare in un acquario.
Lo/a voglio tenere a mollo solo con la mia lei. In maniera poco molle.
Sì, mollatemene tante.
Senza dubbio alcuno, sono belloccio così come, detta come va detta, ho meno soldi del meccanico vicino casa mia e alle patate di Pitt preferisco i Fonzies.
Molta gente sostiene che mio padre assomigli ad Henry Winkler.
Ho preso tutto da lui.
Ehi!

di Stefano Falotico

De gustibus non disputandum est. Anche se i miei gusti son sempre quelli giusti, soprattutto in fatto di Cinema e di donne, tu invece sei una locuzione vetusta che meriti la distruzione


05 Aug

lambert greystoke

Distruzione, ostruzione, castrazione, istruzione, evviva il battaglione!

Sì, vedo uomini e donne che s’accapigliano per avere ragione ma in verità vi dico che la ragione appartiene a me, forse un coglione ma voi dovete occuparvi soltanto di altre regioni. Non solo geografiche ma erogene.

Sì, siete malati di sessuali attrazioni, siete dei materialisti perennemente fissati su quelle zone…, dunque non possedete ciò che dalla nascita iddio m’ha dato in dono. Il gusto, il tatto, la lirica sensibilità della magnifica vacuità. Nell’apparente vuoto, divento cosmogonico, orbito lungo scoscese valli del mio amore etereo e, nell’etere, smarrito fra lo spazio d’un tempo stellare delle mie tempie sorvolanti gli eccelsi, universali miei intimi aromi, me ne frego bellamente del vostro ipocrita concetto d’amore e di dignità. Volando laddove a pochi uomini fu permesso di addentrarsi. Ovvero nel covo del proprio cuore.

Io so guardare la vita nelle sue vaste profondità immense come la miriade di galassie ove certamente abiteranno razze superiori alla nostra, quella degli uomini. Vale a dire delle scimmie che rinnegarono la propria connaturata natura brada per aderire alla promiscuità più laida.

Tocco sponde ancestrali di trascendenza mistica in quanto, se oggi voglio fare l’eremita e l’artista, so che il Re Mida non è uno che ama la socialità frivola.

Adoro i corridoi energici della solitudine a me più sinergica, me ne avviluppo e me la ingroppo, facendovi l’amore per ore in silenzi contemplativi la vostra emotiva aridità oramai contraffattasi nella cenere di pelli e carni volgarmente mischiatisi al porcile più lardo. Siete arrosto, miei polli.

Mi do delle arie, sì, passeggio infatti spensierato e libero in mezzo a voi, schiavi d’un sistema amaro. Che v’ha castrato in sociali maschere da ruffiani nell’anima avari.

Sì, gozzovigliate e v’ubriacate come i proci ma io non nutro intenti vendicativi nei vostri confronti alla pari di Ulisse.

Non ho bisogno di combattervi poiché voi siete innatamente imbattibili nella vostra deficienza, da voi ogni giorno peraltro resa crescente, mangiando anche le crescentine, immarcescibile.

Sì, marciate, marcendo mentre io adoro Robert Altman di M*A*S*H in quanto uomo alto che non ha la pretesa di urlarvi alt, io sono adoratore della bellezza femminile più alta come fu quella, appunto, di Carol Alt e di Jane March.

Sì, appena vidi Jane ne L’amante e ne Il colore della notte, divenni Tarzan e, combattuto, straziato nel capriccio della cupidigia da lei evocatami, non riuscii ad arrestare la voce del mio cuore erotico che sussurrò al mio membro… avanti, marsc’!

Sì, afferrai la mia liana, togliendomi la maglia di lana e accarezzai il mio sesso cotonato, immaginando di penetrare la March in quei ultimi giorni invernali di Marzo ove, alla vigilia della primavera, sentii già il calore sulla pelle, anche sulle palle, inondarmi e squamarmi di raggianti battiti ardenti e squaglianti.

Sì, non v’è niente di squallido nell’adorazione delle proprie nude intimità così dure.

Sì, il mio membro stava eretto, ritto come un militare sull’attenti e, per meglio gustare il mio onanismo da uomo sveglio e dritto, tirai pure la pancia in dentro, sollecitando il mio personale, surreale amplesso attraverso diaframmatici polmoni miei, appunto, illuminati interiormente da La canzone del sole di Battisti:

 

E l’innocenza sulle gote tue

Due arance ancor più rosse

E la cantina buia dove noi

Respiravamo piano

 

Sì, per questo iper-romantico mio atteggiamento, per questa mia soave, delicata, alienazione masturbatoria e ascendente, fui incriminato quando fui solo (im)puramente cremoso, fui tacciato di essere, a proposito di arance, Alex di A Clockwork Orange.

Sì, si scambia l’innocenza di una masturbazione densa per perversione violenta. Che società bugiarda di dementi.

Sì, gli adulti facinorosi e bigotti mi dissero che, per via di questo asociale, non compenetrante gesto mio autoerotico, ero toccato nel cervello ma in verità vi dico che toccai solo quello, miei fringuelli.

Le ragazze della mia età non potevano apprezzare il mio Infinito leopardiano. Erano troppo occupate a spassarsela, non solo in spiaggia, nell’andare con un tamarro col tatuaggio di un ghepardo, facendo con lui sesso da zotiche, anzi da zoo, sugli ermi colli…

e mi sovviene l’eterno,

e le morte stagioni, e la presente

e viva, e il suon di lei. Così tra questa

immensità s’annega il pensier mio:

e il naufragar m’è dolce in questo mare…

A me invece viene sempre più vicino l’inferno,

e le more a ogni stagione dell’amore, e la presente super figa,

e il suon di tutte.

Così tra questa carnalità,

s’annega il pene mio:

e il cazzeggiare m’è dolce in questo mio amarle…

 

Sì, donne di ogni razza, età e religione fanno carte false pur di avere il mio jolly.

Fra poker e scale quaranta, mi gioco le migliori a briscola per una scopa solo con quelle più regine, meritevoli del mio bastone.

Escludo invece quelle donne senza gusto e senza tatto. Io non sono un ipocrita. Bevo al Korova Milk Bar, come Malcolm McDowell, il latte parzialmente scremato della Granarolo, non sono Fabrizio Corona e dunque, sebbene adori fisicamente la pornoattrice Mia Malkova, incarnante la splendida gatta ci cova per mille e una notte di brillanti alcove, alle donne meretrici che, solo con un paio di gioielli fanno le signore quando invero son soltanto, appunto, troie, preferisco Andie MacDowell, zoccola pure lei ma almeno un po’ più distinta rispetto a voi scimmie che ragionate solamente di Basic Instinct.

Collateral di Michael Mann è quasi un capolavoro. Ma ho solo un dubbio. Visto che sono un uomo da buco nero, come me lo spiega il signor Michael Mann il bucone narrativo concernente il personaggio di Mark Ruffalo? Sì, indaga fino a metà film ma poi sparisce dalla scena. Per caso, nel frattempo, è andato a mangiare con Robert De Niro e Al Pacino di Heat al diner?


di Stefano Falotico

Genius-Pop

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