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L’esclusione di Bob De Niro ai Golden Globe è vergognosa quasi quanto la mia dai premi e dalla socialità borghese ma presto pubblicherò un libro più bello della sceneggiatura di THE IRISHMAN, ah ah


09 Dec

irishman de niro

 

Chiariamoci molto bene. Sì, questo sarà un pezzo infervorato, forse scritto dal fu Silvio Pellico incarnato in Bob De Niro di Cape Fear. Sì, dev’esservi stato un imbroglio. A Bologna dicono… un “manino”, cioè un intrallazzo meschino per obliare De Niro di The Irishman. Uno schifo!

Forse, sarà stata colpa di Nick Nolte del primo film scorsesiano menzionatovi. Ora, Bob De Niro, escluso ingiustamente, deve appellarsi a qualche speciale editto, oserei dire emendamento. Demandando al suo avvocato una lettera di risarcimento, ah ah.

Ma non disperare, Bob. Fra un paio di giorni, saranno annunciate le Screen Actors Guild nomination(s) e te ne fotterai poiché candidato sarai.

Sì, di solito, i candidati agli SAG Awards sono poi quelli che, in linea di massima, vengono uniformemente candidati anche agli Oscar.

Già infatti i Golden Globe t’esclusero per Il lato positivo ma, se non fosse stato per quell’inglorious bastard di Christoph Waltz di Django Unchained, avresti ora tre Oscar.

Invero, già un’altra volta, diciamo che t’oscurarono. Quando, per Risvegli, fu il compianto Robin Williams a ciucciarsi e cuccarsi la candidatura ai Golden. Ma venisti però agli Oscar nominato tu. Eh sì.

Sono contentissimo invece per Todd Phillips. Tutti i pronostici sostenevano che non sarebbe entrato nella lista dei nominati come miglior regista. Invece c’è in maniera ficcante.

Il Falò, qui sottoscritto, promette invece faville e grandi fighe. No, figate.

Egli siede sempre in prima fila e tutte gli fanno il filo ma, spesso, non ama farsi i cazzi suoi e dunque non dà a nessuna donna la sua statuina dorata, preferendo fare il prezioso come Timothée Chalamet.

Fra l’altro, a me Scarlett Johansson non dice una minchia e Adam Driver, più che un attore, mi pare un ferrotranviere.

Infatti, Paterson docet.

Sì, uno di quei piccolo borghesi che, dopo un lavoretto mesto, rincasa e litiga con la moglie. Al che, si reca nascostamente su YouTube per ammirare le cosce di Serena Garitta e compagnia bella.

Invece, io scarico tutte le puntate di Tagadà con Tiziana Panella quando scoscia. Ma non sono sposato né mai mi ammoglierò. Mia moglie non mi permetterebbe di essere abbonato ad adultdvdempire.com. Ah ah.

Insomma, sono stufo di questo porcume, di questo miele, di questa gente laureata in Scienze dell’Educazione, di queste giornaliste pusillanimi che ora parlano di “clima natalizio” e, nelle loro trasmissioni, prima eccitano col loro paio di cosce “lampeggianti” ma poi al contempo inalberano la stella dell’uomo da Natale in casa Cupiello, sono nauseato da questi film intimistici come Storia di un matrimonio.

Di queste vicende (extra)coniugali ove lui si lava i denti col Colgate e lei intanto piange lacrime amare dopo aver smacchiato le stoviglie, incapricciandosi dopo essersi incipriata, questa donna casa e chiesa e tanto di cappella, mica tanto, che si dilania per il dolore straziante di non essere da nessuno inculata. Che si crocifigga pure e mi dia una frittata. Sì, donnetta giammai felice bensì annoiata, chiama il dottore per farsi curare dai suoi mali immaginari. Solo pene avrà ancora!

Ma vi sono di mezzo i figli e allora facciamo/fanno finta di niente. Sì, lei continua spudoratamente a fingere a letto, lui non gliela fa proprio manco con la pompetta. Però suona la trombetta.

Il figlio piccolissimo rimane da solo a casa, riguarda Mamma, ho perso l’aereo e non gliene importa una sega. In città avvengono dei crimini. Il garzone picchia le Barbie, il macellaio non ama Alba Parietti, la Parietti esce con un nuovo libro in cui racconta di come lo prese in quel posto anche da quel salame di Christopher Lambert.

Poi, arrivo io. Cammino con aria spavalda e caccio pugni allo stomaco più potenti di quelli di Frank Sheeran. Quindi, fischiettando, ordino un altro caffè e me la fumo tranquillamente. Sparando qualche scoreggina col silenziatore.

Sto lavorando per voi, poveri cazzoni.

Presto uscirò con un altro libro.

In quest’Italia di sposati, soprattutto spossati, di spaesati e di paeselli, di pasta e piselli, delle vostre reprimende non tanto belle, del cattolicesimo borghese me ne stra-frego e sputo in faccia ai bulli.

E quelli che fanno gli avvocati? Ma che vogliono dimidiare? Ma che vogliono sentenziare, ma che vogliono emanare di verdetti!

Qui c’è una “capa rossa”, come dicono in meridione, un uomo Falotico che ne sa una più del diavolo, cioè De Niro di Angel Heart.

E, mentre tutti vanno in palestra per divenire i Mickey Rourke di The Wrestler, io ficco nel lettore dvd la scena iniziale del film Onora il padre e la madre in cui Marisa Tomei viene sodomizzata in maniera “Happiness” da Philip Seymour Hoffman.

Questa è dignità, è verità.

Se non ti sta bene, pensa alla salute, cumpa’, ti servo una pizza capricciosa e non fare il permaloso ché, dinanzi alla mia strafottenza, puoi solo dire che devi lavorar’. Sai solo scuse accampar’. Bevendo il Campari e tirando a campare.

In realtà, vai ben a caga’.

Pigliati quella racchia e portala a ballare.

 

 

di Stefano Falotico

Il grande David O. Russell dirige ancora Robert De Niro, Jennifer Lawrence e Bradley Cooper in “Joy”


12 Nov

di Stefano Falotico

De Niro Lawrence

Torna la coppia di scopa De Niro-Lawrence, dopo il meritato, strepitoso successo de Il lato positivo, per David O. Russell, un regista che a me piace tantissimo, checché ne dican gli ostinati detrattori, i quali, superficialmente, l’accusano, a “tortissimo”, prendendolo a “torte in faccia”, d’esser “retorico” e “buonista”, troppo “(ir)ragionevole”, che assurdità immonda… questa (s)vi(s)ta tremenda del fraintendere il suo Cinema dolce-amaro alla Frank Capra del nuovo millennio per banale “qualunquismo” registico, quand’invero, appunto, O. Russell “cucina”, da “buongustaio”, film sapientemente miscelati d’ingredienti “piccanti”, pungenti, cau(s)ti(ci), “al vetriolo” nel far intelligentemente a fette l’American Dream, questo sì furbo e lezioso, “disgustoso”, falso e “vanaglorioso”, promettente faville, raccontante favole da “fumo negli occhi”, stuzzicando quindi quell’Hollywood purtroppo odiernamente proprio tristissima delle patetiche “reiterazioni” a presa in giro dei suoi spettatori creduloni. O. Russell, di “contraltare”, ci regala film deliziosi, tanto spesso col lieto fine quanto realistici, poeticamente obiettivi, ove i “cattivi” perdono ma i buoni, appunto, vincono a metà. Della serie… e (non) vissero tutti felici, un po’ cont(ent)i e un po’ (non) scontati col conto dei rimpianti, con l’orlo argenteo delle nuvole, in silver linings playbook ove ogni apparenza inganna e l’hustle è la faccia della m(ed)aglia sociale imbrogliona, “ridicola-tragica” di states che combatterono in guerra e si ritrovarono, melodrammaticamente (di)strutti, nei three kings del non sai se ridere del destino beffardo, sogghignar sotto i baffi, pensando che la vita è un bellissimo, stupendo scherzaccio, oppure se ber una birra in compagnia, consapevoli che (non) tutto cambierà, che la vita va e ognuno di noi è “seg(n)ato” (in)evitabilmente da un percorso (s)fatto, (r)esistente, (s)composto, “a posteriori”… di tanti eventi scombussolanti, che il tormentante passato tutt’or “duro” t’incula, quel pas(sa)to che c’eravamo (dis)illusi d’aver abbandonato alle (s)palle, veemente, rattristante veramente e anche però inducendoci-indurendoci a riflessioni importanti sul chi fummo, su come sfumò ma ce la “(s)fumiamo” da tener(on)i, sul chi siamo, su cosa saremo, torna “violento” a bussar(ci), “picchiettando” ancor le ansie che credemmo fossero non più angosciate ma asciugate… (t)erse in effimera frivolezza “canterina” da “Ma sì, è andata così, non tutto il male è venuto per nuocere, spacchiam le (g)nocche, altre patate e soprattutto palate, siam (s)venuti, abbiam goduto se ci ripen(s)iamo, pigliamola a cu(cu)lo per quel poco che ci mancò, che ancora manca tanto, mica tantissimo, minchia, cazzi amari, andiam di manico, da (o)nani(smi) ché è tutta, in fondo(schiena), una costruzione mentale, ma quali giganti, i Giants, pizzi e fichi, tanta (s)figa, sempre (di)speriamo per un colpo di (s)fortuna che ci par(l)i nei momenti no, su e giù, scopiamo, sgobbiamo, da ingobbiti ci rialzammo, in piedi rialziamoci, applaudiamola, e vai, vai, non va per niente, forse sì, forse poteva essere, ma ove andò, tu dove andrai, balliamo assieme, eddai, spinge… suvvia, su con la vita(mina)”.

Questo è il magnifico Cinema di O. Russell e chi non l’ha capito, chi non vuol capirlo/a, be’, si tenga i botti, gli spari, le bottane e la botte piena con la moglie ubriaca. Da cui Jennifer Lawrence, sempre “pazza”, isterica, adorabile, un po’ troia e un po’ bambina, un po’ a leccarti il culetto d’ammiccamenti a (non) dartela, con quella faccia da sberlona nel (su)darti un ca(l)cio e a non cagarti, poi subito a frignare, “sfrigolare” da fregnona per (s)tirarti il “cravattino” del tuo farti… il “pisolino”, una “topa” in “forma”, va infornata, è ignorante e non s’informa, fornicarla bisogna al (bi)sogno, lei ti serve la “serva” d’un suo gran sedere che a noi maschietti alza i pisellini, dunque severa a fartelo se non le servi il “dolce” ma comunque (non) è nella “crema”, è proletaria verissima, e su “questa” non ci (s)piove perché ti fa pen(ar)e, non darti pena ma mangia la “pasti(ccio)na”. Che casino, che (pastr)occhietti…

Che “gioia”, che Mangano Joy. Mannaggia! Non te la mangiavi così, vero? Che lupa mannara! Che fig(li)a di puttana, che stronza della “malora”, per la Madonna che tettone! E tu rimani un babb(i)o(n)e alla De Niro Bob, presenza oramai “cameo” come la tortina dell’omonima “sweet home” aziendale (s)fondata dal farmacista August Oetker…

Sì, un De Niro “dolcissimo” come padre di Pat Solitano, un (im)prevedibile Victor Tellegio e ora capo “familias” dei Mangano e di questa figlia Jennifer… “scop(pi)ante”.

Sì, una che divenne famosa, da disoccupata affamata, inventando la magica scopa…

Solo in America, poteva diventar una “grande”. Da noi, una così avrebbe continuato a far la casalinga di Voghera, cantando, come Claudia Pandolfi di Quando la notte, Gianna Nannini a tutta “frustrata” in “permanente” per una vita da nel “bludipinto di buuuhhh, che schifo” un po’ Modugno e “meraviglioso/a” alla (Negr)amaro.

A sgobbar, “scopando”, come una negretta e aspettando il “cocktail” dei Negroni, freddissimo, “(s)calda(to) con ghiaccio” del sabato sera “allegro-vivo/a” con altre “mani(ache)” delle “pulizie” su sbirciar il “tronista” del tavolo di f(r)onte “ecceziunale”. Che capelli, indossa il pellicciotto, non mi son tagliata le unghie ma, “volendo(lo)”, alla mia vogliona servirà la “penicillina”. Sì, dovrò curarmi da un’altra mia “inculata” perché ho scoperto che quel “piacione” è pure ricchione.

Torniamo a casa, prepariamo le orecchiette con cime di “capra”, di rapa e scopa magica…

Sì, la “classica” donnetta a cui tutti porgon la “gentilezza” del “Ti voglio bene, cara, non sei affatto bella ma come fai tu la besciamella neanche io che faccio (li)evitar le la(sa)gne di quelle più bo(mbo)n(ier)e, regalando loro i (miei) gioielli e ciucciandomele mentre tu fai la cann(ell)a”.

Miracle Pop(pe)! Evviva la pappa col pomodoro, è morto il Papa?! Papà! Questa Mangano non è Silvana ma come Rita Pavone. A me non sta(va) simpatica.

Gian Burrasca!

Sì, questa vita è un “cannolo”, salato/a di “dolcezze” e allora scalda i cann(ell)oni, son tutti incazzati, nel sen(s)o che c’attacchiamo tutti al “cazzo”, volevamo una vita migliore ma ci rimane il “mascarpone”, quella racchia col mascara, le maschere, e le (s)penn(at)e all’arrabbiatissima (ri)cotta “al sangue”.

Questa è “pura” Joy!

E ricordate: come vi (s)fotto io, neanche David O. Russell.

Ve la siete meritata!

La società di oggi è il (rit)ratto di quel che siete.

Un tempo, la gente si faceva il culo per tirar a campare, oggi invece si fan tutti i “culoni”, “tirandosele” a Campari.

I professori professan di esser stati dei fessi, che Stato è, e i meridionali, senza lavoro, ammetton che volevan solo la “fessa”.

Ci siete rimasti?!

Ora, scop(i)a(mo)!

Da cui Eyes Wide Shut.

Cioè, preferisco O. Russell a quel falso di Kubrick. So che mi lincerete ma ho ancora molti sogni, sempre meglio degl’ipocriti da “Doppio sogno”.

Sono Hitler? No, sono un sognatore alla Schnitzler.

Il Mereghetti 2014, stelletta vuota della sua testa da riempir di pallini! Oh caruccio, cariatide Paolino!


24 Dec

 

Il Mereghetti 2014 “dimezza” Friedkin e Killer Joe: io lo distruggo! Io ti brucio!

Il Falotico e la sua “banda”… di cinefili, per Natale, han assediato Paolo Mereghetti, bruciando il suo nuovo “Dizionario”, partorente stroncature e critiche della mutua

Ebbene, raccolgo i miei prediletti, agli ordini del mio imperatorio voler mai “disciplinato” perché dell’accademismo ce ne freghiamo “in tribuna(le”), platea(l)-mente in curva di chi s’emoziona di Cinema e non ne parla da trombone per irretir i lettori nel pigliarli a balle e “stellette”. Mereghetti, sì, crede che tutti gli spettatori sian degli imbecilli sfigati solo da bollette e che considerino quindi la Settima Arte come mero intrattenimento da “ignoranti?”. Lunga bruciatura alla sua (pres)unzione, raschiatelo di “mani pulite”, ed evirate Paolo da tal scellerato credersi al di sopra della Legge uman(istic)a!

Paolo è un giudice troppo frettoloso e (D)io gli sarò, assieme a voi, punitore biblico!

Spedendolo nella fossa dei leoni, riducendolo come Boldi di Fratelli d’Italia.

Perché merita solo che gli faccian il popò da faccione del cinepanettone vivente ch’è.

Mereghetti è latta e merce avariata, buon ad allattar da fottuto imbonitore perché al “Corriere” lavora da giovane raccomandazione dilatatasi su pesanti pagine noiose del suo pessimo, pedante stile eppur “rilegato” di finitura tanto sottile ché, a sfogliar il suo “manuale”, a mo’ di “breviario” (s)granato, si strappan i fogli. Per fortuna, sia lodato l’editore! Ci ha avvantaggiati nell’opera di distruzione!

Dell’ultima stagione, anzi delle ultime che giudica appunto da “ultimi” filmetti, stronca pressoché tutto. Salvando solo un paio di capolavori che, invece, non lo sono.

Hugo Cabret non è da 4 stellette. Sì, è un meraviglioso omaggio al Cinema ma non possiamo ritenerlo “assoluto”. E io, Mereghetti, non l’assolvo per tale esagerazione così come proporzionalmente annienta film anche maggiori nello sminuirli con sua “cura” delle minchi(at)e.

Lei è il minuscolo! Cucitegli la bocca “al massimo”.

Fategli il culo! Cazzo, inculatelo!

A Killer Joe “lei” egregio appioppa due stellettine? E a Il lato positivo una e mezza?

Non capisci un cazzo! Ma non solo di Cinema! Pisciategli in faccia!

Della vita, vecchio barbogio delinquente, ha frainteso il senso. Sì, lei è il più grande criminale italiano, peggio di Vallanzasca! Perché sta manipolando anche le giovini coscienze sul suo “fronte-retro” di fotina ammiccante eppur furbetta. Lei è demagogia, lei celebra solo i soldi della sua auto-elettasi agiografia del “bel” a suoi pareri (in)discutibili ma a me lei non piace.

Lei è una merda!

Così è, stia zitto e impallidisca! E ora accerchiatelo di pallino vuoto e poi gettatelo in pasto al trash…

 

Ira! Vot(at)i al rivoltare! Avanti, di balestre e rivolte, di archi e frecce a scagliare, spaccarli e non scagionarli!

 

Ora, arriva la bufera, il freddo nelle ossa dopo la “scossa” di ustione, l’allargar il discorso all’umanità totale da disintegrare, bruciare, invertire a comando della nostra alterità ché, se siam naufraghi, è colpa della loro generazione di borghesi col tè in mano e pantofole al posto dei neuroni.

Come si è permesso, “lei”, borghesuccio “adulto” con due grammi a dir “pene” di cervello e uno striminzito uccellino a far del malaugurio il suo “insindacabile” verdetto?

Le poteva andar bene coi beoti che si bevon belanti ogni pastorizzarli, con me no, ché son berretto verde anche di rabbia. Io sono il lupo!

Lei s’è “diplomato” alla scuola tradizionalista dei luoghi comuni, della strategia di marketing più bieca e criminosa, e io (in)giustamente la punirò, asserragliando la sua casa, dilatandole le pupille a “manierismo” di Arancia meccanica! Apra gli occhi e nessun collirio. Da me, solo un collare a strangolarla con la sua stessa “calma”.

Ecco il piombo e il suo “aplomb”. Il suo dolore si sta acuendo in un “plof” acutissimo in mio spinger acuminante ma con souplesse, caro “professore” dei nostri italici stivaletti da donnette con le tettine rifatte e di ragazzotte che succhiano i “brufoli” dei cazzoncelli coglionazzi, pettegolanti altrui!

Lei ha un modo di vender(si)a me assai infastidente!

E si pulisca i denti prima di farsi fotografare in “primo piano”. Stia a posto sulla “mensola” del suo urlante ponte gengivale. Ecco la “biblioteca” di fancularla nel polverizzar il “povero”, invero ricchissimo Paolo. Non esibisca questo sorrisetto da Paperino, oh oh “nostro” Paolino.

Lei s’è inventato la furbizia, altro che leccate alla Steven Soderbergh, per accaparrarsi i “voti” di tutti e tutte. E io non la rispetto. Ha perso ancor più capelli dall’ultima “posa”, io la spettino lo stesso.

Non ha dotato il suo “Dizionario” di CDROM per non farsi masterizzare e ha da ridire anche su The Master! Ecco il mio Mastro Lindo, oh mio ipocrita “pulito”.

Conosco la sua tattica. Si spaccia per “critico” di tatto, invero è un ratto (s)porco come il debito dei piatti da lavare! Io la st(r)ucco! Io la luciderò finché vedrà “co(s)m(et)ico” il suo volto allo specchio nello spaccarsi in mille pezzi del suo (pu)pazzo.

Solo cartaceo, eh? Così, se qualche cinefilo è curioso, è “obbligato” a comprarselo!

Lurido figlio di puttana! Farabutt(an)o(ne).

Questa è l’ultima volta che da me riceverà soldi soltanto perché il commesso de La Feltrinelli non mi permette di fotocopiare le sue stronzate!

Ora, grugnisca da maiale, come gli “uomini” più schifosi che scopano i portafogli del prossimo ben disposto, e poi tiran fuori gli “artigli” della cassa tutta piena.

Come la sua panzona!

Sì, è anche ingrassato!

E tagliategli pure questo disgustoso doppio mento!

Soffro di poteri paranormali


01 Apr

Issati a gemito e poderose membra nella dilaniata brace, a solfeggio di vigorie abissali ove l’alba, promiscua, piove ai docili profumi e odori neri

Indefinita è proprio la vaghezza, polmonare striscia aromatica e di romantiche guglie, assapora vette inarcate di ciglia mie tinte, e se n’estingue con disinvolti ghirigori ad aereo matto, flemma che luccica e, ammantata nell’armonioso drappeggio, grappolo d’uva a labbra mia color dissolvenza, con futile squittio s’affligge sinergica alle chiese morenti dal “cipiglio” oscurato in grotte ove s’attenta a incolumi innocenze, filastrocca ripugnante di rughe già assassinate di questa tenebra “mansueta”, omertà che scricchiola, bacia lembi sol lambiti e poi guasconi di risa e irto odore, nell’orrore che spegne le iridi e, ipnotico, così come si nutre d’essenza vanesia, n’opprime l’alcolico nostro gioire non più e già ocra di giallo svanire.

Udii singhiozzi e brama, straziato mio svenire e baci che tingono il pallore da sublimare, da soggiogare in pitture astrali o astratto Cuore.

Feroci assalti e scoppiati nitori, a bordo d’un roseo non esserci. Non più crepuscolo.

Potenza di fuoco, rispetto all’essere sé. In un Mondo mendace e bugiardo di vanaglorie e sospetti a uccidere.

Assedio. Porte cigolanti, scardinate, divelte da una furia che sposa la vendetta più raffinata, coltelli affilati, un occhio di vetro a febbre vorace, irreprimibile da tacere il mostro, soffocarlo in ogni mossa e tentazioni sue a “scolpire” altro nervo che s’infiammerà.
Un’arsa e magniloquente virtù ch’è mitragliatrice e cenacolo delle ingiustizie, “vinto” sangue al volteggiare come “ossidrica” morte, ché diluirà gli abomini per accenderli nei vagiti della lussuria, dell’incompresa anima ora eretta a santificarsi e mordere di famelico “feretro” reciso.

Scagliata dalla tomba a resurrezione e avido asfissiarli, casa nel bosco a stritolarli nella paura, nell’orlo luciferino del rapimento e del ri-morso.

Una vendetta paurosa, nel brivido tesissimo del grido agghiacciante, sparato in gola a ghigliottina del terrore e dell’arma non genuflessa al “pittarli” con baldoria goliardica nel rosso ammazzarli.

Tutti, tutti moriranno, nel taglio inferto, distruttore!

E la punizione sarà diletto e pari atrocità!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Red Lights (2012)
  2. Il lato positivo (2012)
  3. Hugo Cabret (2011)

Chi è Batman?


07 Mar

Non sei m(al)e, i film della settimana da gustare nella caverna

I film della settimana si prospettano sognanti e io propenderei sull’“anormalità”-anomalia d’un Bradley Cooper ammaliante e “malato” più James Franco di Sam Raimi “magheggiando” nel supereroe

Batman vive in Transilvania


Domani, cioè domani, pigliate carta e penna, è un Giovedì coi fiocchi.
Con un doppio Franco, versione “zucchero filato” e poi Harmony Korine bastardo.
Fra i due litiganti James, Lawrence Jennifer si “gode” lo “scemo del villaggio”, e De Niro applaude, da vecchio lupo di mare. Il Bob sa che tira più un pelo di figa che un carro di buoi e, ove v’è “
il lato positivo”, c’è anche l’amarezza-“dolce” che però balla il “liscio” in quello B “sedabile” e da “rassodare”

Ah, menestrelli, me ne sto nel castello. Giardinieri, il mio fiore fu reciso, e son Batman col maggiordomo che mi “dona” una cena “gustosa” di pipistrelli. Un pochino insipidi.
Tu, “donna”, rastrella l’uccello. Tu, mentitore, ficcati la mentina in bocca. Tu, minchione, sparati un altro “segone”. Tu, favolista, usa di più la fava.

Basta, ho fame!

Servo, metti su il giradischi, ho le palle girate. Togli Lucio Battisti, “spingi” con “Big” Jim Morrison.
E tu, della gleba, fai il letto, ieri ti “sei fatta nelle mutande”… col mastino dei Baskerville. Villana!

Accendiamo la Tv. Che cazzo danno? Vediamo un po’. Ecco, su Sky, c’è ancora Lucarelli Selvaggia. Come glielo darei io, nemmeno Nanni Moretti.
Sì, Nanni è un finto “papa”, per an(n)i volle papparsi solo Morante Laura.
A me non lo “dà a bere”. Inutile che filosofeggi di brioche, tanto Laura non sarà cornetto a suo marito. Ti tolgo il cappuccio, Nanni. Altro che i tuoi cappuccini! Sei un finto monaco! Tenete calmo il caos del Moretti, e tu, poveraFerrari Isabella, ti sei lasciata sodomizzare da questo sordomuto “provetto”. Che fai come Ornella Muti col Ben Gazzara? Che cos’è stato mai quell’amplesso-“tinello”-tieni qua simil Bukowski da La messa è finita in “pappamolla?”.

E io dovrei stimare il Nanni? Sì, meglio di Castellitto Sergio, un laido da Claudia Gerini per il “girino spermatozoico”. Almeno Daniele Luttazzi è onesto col “suo”.
Non si sposa la “Strega” Mazzantini per poi “spazzolare” le famo strane.

Non ho mai capito il Castellitto. Come attore serio, vale la calza della befana. Come bonaccione, è uno stronzo, come emulo partenopeo di Totò, no! Solo da popò di sculacciate.

Comunque, maggiordomo… hai registrato Selvaggia? Sì, sì, hai ragione. Stasera, ha scosciato poco. Scoccia sempre con le sue “menate”, almeno “vedessimo qualcosa” di più “spumeggiante”.
Maggiordomo, preparami un cosciotto di pollo. Puliscimi il piumino.
Rosolalo bene, poi telefona alla megera maniaca religiosa di Via del Rosario, per catechizzarla a far Quaresima solo se prima “cresimerà” l’amante suo arzillo con delle creme di cioccolato per la “veglia(rda)”. La sachertorte sa…

Bene, bene, nulla d’interessante. Spegniamo lo “zapping”. Allora, Cristo santissimo! Quanto devo aspettare per questo pollo? Voglio il contorno di “patate!”.

5 minutes later, dinner…

– “Mettilo qui”, adesso m’è passato l’appetito. Sì, ho anche un po’ di febbre, vaneggio sul (di)vano.

A che ora danno domani il film di David O. Russell?
– Signor Bruce Wayne. Non so se è il film più indicato a Lei in questo momento “delicato”. Potrebbe scatenare brutti ricordi.
– Per questo me lo voglio sparare. Adesso, consegnami Catwoman.
– Ma sta facendo l’amore con Robin, sulla porta della stanzetta c’è la scritta “Do not disturb”.
– Ah, quel rompiballe di Robin. Allora, chiama il Pinguino.
– Anche lui è impegnato coi topi di fogna.
– Non farmi diventare Jack Nicholson. Finiamola con queste “tope!”.
– Heath Ledger non gradirebbe.
– Me ne fotto, tanto è morto.
– Abbia rispetto per i defunti.
– E il rispetto per la mia “maschera”, invece? Maggiordomo, sei licenziato!
– Non può. Poi chi la servirà e riverirà?
– Tua sorella.
– Sta delirando?
– No, dico la verità. Tua sorella non è una suora che va a letto presto.
Saprà come “rimboccarmi le coperte”.

Tua sorella ha un sorriso da restar “a bocca aperta”.

– A parte gli scherzi, maggiordomo. Torna qua. Hai scaricato da iTunes il trailer di Iron Man 3?
– Certamente. Sempre ai suoi servigi, mio marchese.
– Io sono il Conte, sono Dracula, devi solo “succhiare” i miei voleri.
Dammi qua la damigiana. Ficca la “conversione” sul lettore Blu-ray. Vediamo che “razzo” di roba ha combinato questo mio emulatore. C’è solo Batman, gli altri supereroi son delle merde.
A eccezione di Superman, che è sempre me stesso anche quando si pitta di doppia personalità da “mantello” nel tonto Kent.

10 minuti più tardi…

– Questo trailer è una stronzata!

Dice solo puttanate l’“acciaio”: Sono Tony Stark, costruisco cose eccezionali, ho una ragazza meravigliosa e, occasionalmente, salvo il Mondo. Allora, perché non riesco a dormire?

Parte così, con questa “leccata insonne”. Infatti, c’è pure Guy Pearce da MementoNolanInsomniacavalieri oscuri, scudetti, troioni, missili che volano, corazze, scoregge, tutto l’ambaradan, la banda, le esplosioni, l’artefice delle (auto)distruzioni, il bombardamento, chi incula chi, “Indovina chi è il cattivo?”, qualche chirurgo allegro, il Vinavil, il “Piglia la vita, fortificandoti”, l’emicrania, il casco, i motorini.
Con tanto di Paltrow Gwyneth palpata e slurpata. Gwyneth la conobbi quando andai in Colombia.
Lì, nella foresta amazzonica, “ammazzò” lo “stormo”.

– Cosa vorrebbe dire padrone?
– Niente, lascia perdere. Non ne vale il “pene”.
Sappi, ci tengo a ribadirlo, che sono Batman. Il resto è d’arrestare.

Poi, che significa questo Ben Kingsley “Mandarino?”.
Mah, secondo me, è meglio il cocomero.

A proposito, domani speriamo che Selvaggia mostri i meloni.

– Sì, è ora di coricarsi Wayne. Fra il dire e il fare, c’è di mezzo il mare. E s’è fatta Mezzanotte.
Domani, l’aspetta una giornata schifosa. Questo lo sa, vero?
– Ne sono cosciente. Sì, dopo questa cenetta da “ristorante”, un bel sonno ristoratore.

Ah, ecco, rimanendo in ambito di sogni. Tu ha studiato Psicologia prima di fare l’educatore in questa valle di lagrime, giusto?
– Sì, esatto.
– Ieri Notte, ho sognato questo:
mi catapultarono nel ruolo dell’ammaestraetore delle belve al circo ma una signora della platea mi trattò da pagliaccio. Al che, inferocito, aprii la gabbia dei leoni, che la sbranarono.
Poi, regalai al marito il babbuino di scorta che tenevo in un ripostiglio.

Come me lo interpreti?

– Che sei uno stronzo.
– Sì, credo che questa sia una vera “esegesi”.
Andiamo a dormire, va’.

Ci siam persi in chiacchiere, fra Selvaggia, cazzi, tendoni e trombate.

Sì, la Lucarelli, sexy come il “cazz’” delle guardie forestali. Tanto “la tira” quanto poco, a lungo andare, me lo allunga.
Dopo un po’, scassa le palle. Meglio la fionda. Meglio la liana.

Aggiornamento di stato, con poco “tatto”, alla borotalco

Selvaggia Lucarelli, stasera, intervisterà Rocco Siffredi, detto “Il glande”. Chiede ai suoi (pre)ascoltatori se hanno domande che leggerà mentre non saprà se saltargli addosso di sbattergliela o spaccargli il microfono.

Con “eleganza”, propongo “lei” tale “alto” quesito:

Selvaggia, forse da, appunto, “Stanza Selvaggia” di Twitter, te ne sarai accorta. Cominci a ossessionarmi. Sarà il tuo rossetto fuxia sucandido seno procace o il taglio dei tuoi capelli scodinzolanti, da intrecciar di baci e osar nel rossoche fa Malpelo. Sono Stefano Falotico, poeta e romanziere, cinefilo e artista. I miei libri troverai su ibs.it e lulu.com. Fanatico delle donne brillanti(na), argute, sagaci e anche ambiziose, porrei questa domanda all’homunculus che intervisterai in trasmissione “erotica”. Credete davvero che Marlon Brando sia così mitico come ce lo descrivono e come l’abbiamo filtrato? Ed è appaiabile a Siffredi Rocco, che ha sempre dichiarato quanto “duro” sia lavorare nel porno e più ostico quando s’è cimentato nel Cinema vero? Cos’è poi la finzione scenica? Un orgasmo simulato daMeg Ryan, Conner Ryan, o i cornetti alla crema di banfianesca memoria? Su questo dilemma arcano e amletico, vi lascio (ri)flettere.

Ponderate e “mescolatevi” bene. Il mio tram si chiama desiderio. E a tutti, da Batman, lo caccio nel seder’.

A parte le burle, pur essendo uno sfegatato a iosa di John Belushi, per immolare il Mondaccio violento a goliardia “piratesca” e pure, aggiungerei io, perché no, picaresca, mi concentrei, “deconcentrato”, accentrato e “Amo solo me stesso”, sulla depressione di Silver Linings Playbook

Voi non avete letto la “buona” novella del Quick Matthew? E avete fatto male. Non è giusta una cosa così, è sbagliata. Riparate al danno, comprate il libro suddetto, “sudditi”, e rattoppate pure le “topaie”. Cola acqua dal soffitto e le fitte si fan toste al fegato. Lo so, qui si accumulano debiti, e il saldatore dov’è finito?
Come? Non ci sono più idraulici perché son tutti laureati?
E chi ripara il Ministro del Gabinetto? I rubinetti? Ci son due pomelli, per quella bollente e per la doccia fredda. Ah, qui abbisogno, “alla bisogna”, d’esser un po’ bisonte in “vasca”.
Smettetela con Via Indipendenza, lì passeggian solo le vacche, io parlo delle “bollicine” del “manico di scopa”. Come? Tu sei solo una da scopone scientifico? Manca la briscola, siamo o no dei clandestini? Bische(ri)!

Un bicchierino e tutto va.

Comunque, io non la prenderei alla leggera questa storia della depression.

Tutti ne abusano. E dicono “Mi sento depresso”, e “roba” varia. Infatti, molti “finto depressi” si riforniscono dal pusher. Da questo “spacciatore di vista”, Mickey Rourke è un vero “lottatore”.
La sua faccia lo sa…
Mah, David O. Russell ha preso Cooper Bradley, giudicato da “People” un sex bomb. E l’ha trattato da bomboniera. Sì, un martire a cui son rimasti i bomboloni e masticarselo.

Appena poi si parla di depressione, spunta Hemingway. Questo “collegamento” non l’ho mai capito.
Hemingway se ne stava sulla barca, non era un tipo da barchette e aeroplanini da fringuelli paranoici.
Tutto il Giorno pescava, e poi sbucciava le “pesche”.

Che c’entra Hemingway? Da Francis Ford Coppola a Woody Allen, spunta sempre Ernest.
Secondo me, è più figo Borgnine.
In Fuga da New York, se ne sta, quatto quatto da tassista Travis Bickle con la pancia, a godersi la poltroncina tutta sola da Marty, vita di un timido, reminiscente Scorsese Martin. Nauseato, sartriano, non da salotto.
Il dottor Cassano non vi liberò dal Male oscuro. Il malessere, già, ha radici profonde.

Tempo fa, vollero “curarmi”. Presentandomi una stragnocca con due tette gommose.
Al fine che mi “svezzassi” come “Cristo comanda” e “Parla come te la mangi”.

Secondo voi, ha risolto il problema? No, l’ha “aumentato”.

In fondo, Franco Trentalance è uno che piglia la pastiglia.

Ho detto tutto…

Senza partyMartini George Clooney.

Perché dovrei stimare Giorgino? Meglio il vino della Georgia.
Fra quei colli, mi sento a mio agio.

Il resto mi sembra una tavola imbandita. Per di più, in campagna, l’unico bandito, che puoi incontrare, è il pastore tedesco.

Le cagne… che vadano a “zappare”. La mia “zampogna” non l’avranno.

Da anni, una famiglia di ebefrenici tormenta le mie notti batmaniane.
Come più volte, in altre vesti, v’illustrai.

Adesso, pare che il figlio, una sorta di “Enigmista” del circolo sociale degli handicap su giochi mentali “Scarabeo”, sta da sagrestano con un ex grassona che ha raccattato vicino al vicolo di Via Vendila di San Diego.

Ha affisso la sua foto da “tenerone”, col padre manesco recidivo a spettegolare della moglie, ex insegnante “Tu mi stufi” sulle croniche mestruazioni non appagate, nel dar la “mossa” al sangue suo venereo, non lo venera tanto, perché si sposi e metta la testa a posto.

Come diceva Totòa prescindere… la testa dove deve stare? Al solito posto, cioè sul collo.

I cretini s’innamorassero delle cricetine, di mio voglio essere un genio.

Sopra tutti e da ribaltare nel caso rompessero ancora. Con tanto di teste da dar in pasto alle zebre che vedono la vita grigia da fascisti.

Con questo vi lascio. Trascorso domani, tale famiglia riceverà altre querele.

Ora, per concludere questa Notte, tornerei su Rocco Siffredi, davvero identico allo stilista “Rocco Barocco”.

Sì, una cuoce, l’altro cuce. Uno le mette, “mettendolo”, a cuccia, l’altro veste gli abiti della casalinghe in cucina.

Siffredi è la vergogna dell’Italia. Tutti a “celebrarlo”, sì, ci mancano i candelabri e abbiamo completato l’anal orgy.

Di mio, al “digitale”, ho sempre preferito l’anal-ogico.

Oggi leggo “Senilità” di Svevo Italo, ieri lessi una scemenza. Probabilmente, non leggerò più. Di più.

Ho già letto tutto. Quindi vanno riletti. Allettiamoci nel lettone.

Sono l’eccelso per antonomasia. Rinomato e “mobile”.

Ricorda: ama il prossimo tuo e porgi la guancia. Devi essere amico del giaguaro.

Non è stata colta?
Infatti, va cotta a vapore.

Vivo fra le nuvole.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Spring Breakers (2012)
     Korine non è per chi ama il Cinema “carino”. A questo piaccion le ocarine…, dette più volgarmente mignottelle.
    La Sevigny sa il suo brown bunny.

    Il suo “cinemino” ricorda poco quello di Cimino. Tanto epico è Michael, quanto “profilattico”, malsano è Harmony.

    Ne vedremo delle “belle”, sì, delle zoccole.

  2. Il lato positivo (2012)
    Oggi, una scema ha postato questo su Facebook: “Il piagnisteo spegne i neuroni. Allontanarsi subito dai negativi…”.

    Sì, pressappoco così.

    Ora, una supposta alla donzella. Una bella r(e)azione ricostituente.

    Comunque, “concordo”. Mai scherzare sul depresso bipolare, buttandola poi nel balletto.

    Non è che meglio il bulletto Franco James?

    Sì, James se ne fotte.

    Franco, pane al pane e vino al vino, senza Avril Lavigne, ma “vendemmia” fra le vigne.
    Egli pesta, batte il chiodo del giubbotto quando è “calda”, è Tarzan anche in Jane… Fonda.

    Spacca il culo.

    Infatti, non è esperto di algebre relative.

  3. Il Grande e Potente Oz (2013)
    Mah, parto prevenuto. I primi film del Raimi mi facevan “venire”. Storie horror cazzute, di boschi, fragolette, orchi, occhiataccia, nottataccia, Bruce Campbell che tirava a campare nel reparto ferramenta, le campane dei campanili gotici, l’oscurantismo, le gambe aperte, il filo spinato, il porcospino nella figa dei nani bisessuali, gli scheletri nell’armadio, le soggettive, la suspense.

    Da anni s’è “fumettizzato”. Una versione Tim Burton edulcorata con un retrogusto “tagliente”.

    I presupposti per il capolavoro ci stanno. Quelli per la porcata, di più.

Oscar 2013, Winners and losers


25 Feb

Nominations and winners of the 85th Academy Awards:

Best Picture
**Winner** Argo (Warner Bros.), Grant Heslov, Ben Affleck and George Clooney, Producers
Amour (Sony Pictures Classics), Margaret Menegoz, Stefan Arndt, Veit Heiduschka and Michael Katz, Producers
Beasts of the Southern Wild (Fox Searchlight), Dan Janvey, Josh Penn and Michael Gottwald, Producers
Django Unchained (The Weinstein Company), Stacey Sher, Reginald Hudlin and Pilar Savone, Producers
Les Misérables (Universal), Tim Bevan, Eric Fellner, Debra Hayward and Cameron Mackintosh, Producers
Life of Pi (20th Century Fox), Gil Netter, Ang Lee and David Womark, Producers
Lincoln (DreamWorks), Steven Spielberg and Kathleen Kennedy, Producers
Silver Linings Playbook (The Weinstein Company), Donna Gigliotti, Bruce Cohen and Jonathan Gordon, Producers
Zero Dark Thirty (Sony), Mark Boal, Kathryn Bigelow and Megan Ellison, Producers

Directing
**Winner** Ang Lee – Life of Pi
Michael Haneke – Amour
Benh Zeitlin – Beasts of the Southern Wild
Steven Spielberg – Lincoln
David O. Russell – Silver Linings Playbook

Actor in a Leading Role
**Winner** Daniel Day-Lewis – Lincoln
Bradley Cooper – Silver Linings Playbook
Hugh Jackman – Les Misérables
Joaquin Phoenix – The Master
Denzel Washington – Flight

Actress in a Leading Role
**Winner** Jennifer Lawrence – Silver Linings Playbook
Jessica Chastain – Zero Dark Thirty
Emmanuelle Riva – Amour
Quvenzhané Wallis – Beasts of the Southern Wild
Naomi Watts – The Impossible

Actor in a Supporting Role
**Winner** Christoph Waltz – Django Unchained
Alan Arkin – Argo
Robert De Niro – Silver Linings Playbook
Philip Seymour Hoffman – The Master
Tommy Lee Jones – Lincoln

Actress in a Supporting Role
**Winner** Anne Hathaway – Les Misérables
Amy Adams – The Master
Sally Field – Lincoln
Helen Hunt – The Sessions
Jacki Weaver – Silver Linings Playbook

Writing (Adapted Screenplay)
**Winner** Argo, Written by Chris Terrio
Beasts of the Southern Wild, Written by Lucy Alibar & Benh Zeitlin
Life of Pi, Written by David Magee
Lincoln, Written by Tony Kushner
Silver Linings Playbook, Written by David O. Russell

Writing (Original Screenplay)
**Winner** Django Unchained, Written by Quentin Tarantino
Amour, Written by Michael Haneke
Flight, Written by John Gatins
Moonrise Kingdom, Written by Wes Anderson and Roman Coppola
Zero Dark Thirty, Written by Mark Boal

Foreign Language Film
**Winner** Amour (Sony Pictures Classics), Austria
Kon-Tiki (The Weinstein Company), Norway
No (Sony Pictures Classics), Chile
A Royal Affair (Magnolia Pictures), Denmark
War Witch (Tribeca Film), Canada

Animated Feature Film
**Winner** Brave (Disney•Pixar), Mark Andrews and Brenda Chapman
Frankenweenie (Walt Disney Pictures), Tim Burton
ParaNorman (Focus Features), Sam Fell and Chris Butler
The Pirates! Band of Misfits (Sony), Peter Lord
Wreck-It Ralph (Walt Disney Pictures), Rich Moore

Production Design
**Winner** Lincoln, Production Design: Rick Carter; Set Decoration: Jim Erickson
Anna Karenina, Production Design: Sarah Greenwood; Set Decoration: Katie Spencer
The Hobbit: An Unexpected Journey, Production Design: Dan Hennah; Set Decoration: Ra Vincent and Simon Bright
Les Misérables, Production Design: Eve Stewart; Set Decoration: Anna Lynch-Robinson
Life of Pi, Production Design: David Gropman; Set Decoration: Anna Pinnock

Cinematography
**Winner** Claudio Miranda – Life of Pi
Seamus McGarvey – Anna Karenina
Robert Richardson – Django Unchained
Janusz Kaminski – Lincoln
Roger Deakins – Skyfall

Costume Design
**Winner** Jacqueline Durran – Anna Karenina
Paco Delgado – Les Misérables
Joanna Johnston – Lincoln
Eiko Ishioka – Mirror Mirror
Colleen Atwood – Snow White and the Huntsman

Film Editing
**Winner** William Goldenberg – Argo
Tim Squyres – Life of Pi
Michael Kahn – Lincoln
Jay Cassidy and Crispin Struthers – Silver Linings Playbook
Dylan Tichenor and William Goldenberg – Zero Dark Thirty

Documentary (Feature)
**Winner** Searching for Sugar Man (Sony Pictures Classics), Malik Bendjelloul and Simon Chinn
5 Broken Cameras (Kino Lorber), Emad Burnat and Guy Davidi
The Gatekeepers (Sony Pictures Classics), Nominees to be determined
How to Survive a Plague (Sundance Selects), Nominees to be determined
The Invisible War (Docurama Films), Nominees to be determined

Makeup and Hairstyling
**Winner** Les Misérables, Lisa Westcott and Julie Dartnell
Hitchcock, Howard Berger, Peter Montagna and Martin Samuel
The Hobbit: An Unexpected Journey, Peter Swords King, Rick Findlater and Tami Lane

Music (Original Score)
**Winner** Mychael Danna – Life of Pi
Dario Marianelli – Anna Karenina
Alexandre Desplat – Argo
John Williams – Lincoln
Thomas Newman – Skyfall

Music (Original Song)
**Winner** “Skyfall” from Skyfall, Music and Lyric by Adele Adkins and Paul Epworth
“Before My Time” from Chasing Ice, Music and Lyric by J. Ralph
“Everybody Needs A Best Friend” from Ted, Music by Walter Murphy; Lyric by Seth MacFarlane
“Pi’s Lullaby” from Life of Pi, Music by Mychael Danna; Lyric by Bombay Jayashri
“Suddenly” from Les Misérables, Music by Claude-Michel Schönberg; Lyric by Herbert Kretzmer and Alain Boublil

Sound Mixing
**Winner** Les Misérables, Andy Nelson, Mark Paterson and Simon Hayes
Argo, John Reitz, Gregg Rudloff and Jose Antonio Garcia
Life of Pi, Ron Bartlett, D.M. Hemphill and Drew Kunin
Lincoln, Andy Nelson, Gary Rydstrom and Ronald Judkins
Skyfall, Scott Millan, Greg P. Russell and Stuart Wilson

Sound Editing
**Winner (Tie)** Skyfall, Per Hallberg and Karen Baker Landers
**Winner (Tie)** Zero Dark Thirty, Paul N.J. Ottosson
Argo, Erik Aadahl and Ethan Van der Ryn
Django Unchained, Wylie Stateman
Life of Pi, Eugene Gearty and Philip Stockton

Visual Effects
**Winner** Life of Pi, Bill Westenhofer, Guillaume Rocheron, Erik-Jan De Boer and Donald R. Elliott
The Hobbit: An Unexpected Journey, Joe Letteri, Eric Saindon, David Clayton and R. Christopher White
Marvel’s The Avengers, Janek Sirrs, Jeff White, Guy Williams and Dan Sudick
Prometheus, Richard Stammers, Trevor Wood, Charley Henley and Martin Hill
Snow White and the Huntsman, Cedric Nicolas-Troyan, Philip Brennan, Neil Corbould and Michael Dawson

Documentary (Short Subject)
**Winner** Inocente, Sean Fine and Andrea Nix Fine
Kings Point, Sari Gilman and Jedd Wider
Mondays at Racine, Cynthia Wade and Robin Honan
Open Heart, Kief Davidson and Cori Shepherd Stern
Redemption, Jon Alpert and Matthew O’Neill

Short Film (Animated)
**Winner** Paperman, John Kahrs
Adam and Dog, Minkyu Lee
Fresh Guacamole, PES
Head over Heels, Timothy Reckart and Fodhla Cronin O’Reilly
Maggie Simpson in “The Longest Daycare”, David Silverman

Short Film (Live Action)
**Winner** Curfew, Shawn Christensen
Asad, Bryan Buckley and Mino Jarjoura
Buzkashi Boys, Sam French and Ariel Nasr
Death of a Shadow (Dood van een Schaduw), Tom Van Avermaet and Ellen De Waele
Henry, Yan England

 

    Non so… ma a me quest’edizione degli Oscar non è piaciuta molto. A partire da MacFarlane che, anziché gigioneggiare di battute sardoniche e “irriverenti” sui film e sugli attori, come da tradizione spettacolare a cui c’hanno abituato da anni, Bylli Crystal docet, ha “delegato” a “Star Trek” i siparietti registrati, e neanche tanto divertenti, di quello che dovrebbe essere invece “pure entertainment”, diciamo, “buffoneggiante” e giustamente sdrammatizzante. Sì, ritengo che un presentatore coi fiocchi debba calcare la scena “in diretta”, spararle in modo spassoso senza “abbellimenti” che possono appesantire quello che, alla fine, è un grande gioco e una “corrida“. Quindi, a mio modesto avviso, già una nota stonata dapprincipio. Da MacFarlane, sinceramente, m’aspettavo qualcosa di più originale e personale, secondo lo stile goliardico ma tagliente che lo contraddistingue. Alla fine, vuoi vedere che ha fatto più la sua “porca” figura il solito “cerimoniere” Hugh Jackman, quando ha cantato il suo “miserabile” personaggio “dal vivo?”. Eh sì, forse era meglio scegliere di nuovo Hugh, come presentatore.
Ora, qualcuno obietterà: “No, non si poteva perché era fra i cinque candidati nella categoria per il miglior attore”. Ah no? E quella “mummia” di James Franco due anni fa? Così eclettico e vivo in 127 ore e così, invece, imbalsamato quanto un’imbarazzante Anne Hathaway della manifestazione che fu di duetto terribile.

Poi, eh eh, il nostro Bob De Niro. Prima sorpresona, sulla quale credo concorderete. Perché, da quel che alcuni han scritto su Django, non credo che in molti abbian tifato per Christoph Waltz. Onestamente, ero sicuro che avrebbe vinto Tommy Lee Jones, sperando però in Cuor mio che, al rush finale, De Niro potesse spuntarla, come da “insospettabili” quote di alcuni scommettitori dell’ultima ora che avevano previsto una sua incredibile rimonta. Conoscendo il legame “affettivo” che mi lega al Bob, comprenderete bene la mia parziale delusione. Insomma, da ventun anni non si beccava neanche una nomination e stavolta poteva agguantare addirittura la statuetta. Eh sì, tanti filmetti trascurabili per il nostro Bob nella sua “recente” produzione, quindi quest’esclusione se l’è meritata. Ma la sua performance in Casinò era indiscutibilmente da Oscar, anche in “virtù” del fatto che, quell’anno, vinse Nic Cage per il ben più manierato Ben di Via da Las Vegas, sopravvalutatissimo. La Las Vegas di Mike Figgis, fra l’altro, e il suo alcolizzato, non sono neppure minimamente paragonabili alla tragedia shakespeariana di Scorsese e al molto più sfaccettato e universale Sam Ace Rothstein. Go Bobby, go! Alla prossima! Anche se l’età non è dalla tua.

I premi cosiddetti “minori” non fanno, come si suol dire, una piega. Tutto secondo, appunto, copione.

Vince Daniel Day-Lewis a man bassa, “a suffragio universale”. Ma, nonostante, era dato per imbattibile e ha, infatti, distrutto gli altri quattro, già consapevoli di essersi recati al Dolby-Kodak solo per “godersi” la festa da statuine, mi ha emozionato. M’è apparso, a differenza di quando vinse (sempre “di plebiscito”) per Il petroliere, visibilmente commosso. Come se diventare il primo attore a vincere tre Oscar nella categoria principale dei “performers“, per quanto sapesse di sbancare, quando ha sentito pronunciare il suo nome, già quindi entrato nei record, l’abbia lo stesso “elettrizzato”.

Ang Lee? No, non lo meritava. L’Academy nutre una simpatia sconfinata per Ang Lee. Non ne comprendo, oggettivamente, le ragioni, soprattutto quando aveva di fronte un Signor Spielberg come non accadeva da anni.

Non ce la fa la Riva. E neppure la favorita Chastain. Vince la Lawrence e inciampa “grintosamente”. Eh eh.

Vince Argo e Ben Affleck, il quale, in modo “implicito” ed educato, nel suo discorso veemente, quando dice “Ti buttano giù ma devi rialzarti”, fa intendere che, con l’Oscar più importante, manda “legalmente” a quel paese chi l’ha sempre ritenuto solo un sex symbol da soprammobile.

Eh sì, avete ragione. A decretare il Miglior Film, appunto, addirittura Michelle Obama. Che “pacchianata!” e che retorica.

Ecco, oggi, in tarda serata, sapremo chi ha vinto le elezioni politiche qui da noi. Non sono molto ottimista per il Futuro degli italiani, a prescindere da chi salirà al Potere.

Ma, se in America devono adottare queste strategie per far quasi “campagna elettorale”, devo credere che, nonostante le crisi e i nostri guai, conserviamo, a conti fatti, più stile degli USA.

Posso dirlo? Non ho votato Berlusconi. E, nonostante le mie forti antipatie per Silvio, ammetto che, per quanto si dichiari “Superman”, la cazzata d’annunciatore degli Oscar se la sarebbe risparmiata.

“Il lato positivo”, Trailer italiano


13 Feb

“Silver Linings Playbook”, Oscar race


15 Jan

 

Scommetto tutto su questo film. Instant classic?

Genius-Pop

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