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LE FOLLI NOTTI del dottor JOKER


25 Sep

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Joaquin Phoenix?

No, Jerry Lewis, anche alla regia. Poi reinterpretato nel remake anomalo de Il professore matto da Eddie Murphy a briglia sciolta, doppiato da Tonino Accolla.

Capolavoro della comicità pazzesca d’un Jerry Lewis super ispirato, titanico, travolgente, scatenato.

Che incarna due personaggi agli antipodi in un colpo solo, divorandosi il film con un carisma animalesco che stenderebbe qualsiasi malato mente, cioè ogni psichiatra affetto da cognitiva deficienza incurabile per via della sua ottusità an(n)ale, poiché interpreta un doppio character che sarebbe stato sbrigativamente individuato da tali strizzacervelli da camicia di forza, come sofferente di disturbo di personalità. Perfino, forse, socialmente pericoloso.

Che genio, Jerry Lewis. In questa strepitosa, cinematografica parodia del cupissimo, oserei dire lombrosiano, addirittura licantropo capolavoro letterario di Robert Louis Stevenson, Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde.

Eh già, ça va sans dire, libro d’importanza socio-psicologica quasi pari all’opera straordinaria e immane di Todd Phillips, vale a dire Joker. È ovvio!

Jerry Lewis, in questa sua prodigiosa pellicola devastante, demenziale oltre ogni dire, quindi anticipatrice d’ogni Mel Brooks e Jim Carrey futuri e immaginabili, veste i panni di un timidissimo, praticamente handicappato, iper-impacciato, fantozziano professore universitario di giorno, il coltissimo ma per l’appunto socialmente impresentabile, nonostante il ruolo cattedratico riservatogli in forma prettamente stimabile, prof. Julius Kelp.

Mentre di notte, assumendo le fattezze caratteriali di Kevin Spacey di American Beauty, cioè distruggendo ogni falso perbenismo e ogni moralistico puritanesimo da quattro soldi, impomatandosi come Little Tony, si diverte come un matto a corteggiare ragazzine stupende, bionde e onestamente molto gnocche. Puttanesimo? No, abbasso ogni chiesastico cattolicesimo.

Facendosi chiamare Buddy Love. Un uomo dal fascino, appunto, mostruoso, un uomo che… come dicono le donne, solo a vederlo fa sesso. Forse anche un po’ ribrezzo. Ma un uomo talmente convinto, nella sua imbarazzante sicumera sensuale così secca, diretta, senza filtri, perfino apodittica da dispensatore di zuccheroso, brillantissimo sex appeal lontano da ogni farmacologica pillola, che tutte le lascia stordite. Come si suol dire, senza fiato.

A bocca aperta. Una boccuccia che se ne fotte… di chi ancora alle stolte regole da tonti abbocca, un uomo che bacia e si spinge oltre senza battere ciglio. Anzi, con le nerissime sopracciglia da Colin Farrell di Miami Vice, osa di avance decisamente osé con estremo piglio. Cioè, ci dà. Senza risparmiarsi in fallo, no, fatto di qualità o quantità.

Tutte se le piglia, eh sì, senz’eccezione alcuna.

Buddy Love, un uomo che non abbisogna di guardarsi un porno con Brandi Love e compagnia bella per prendere coscienza di essere un uomo fortemente, follemente erotico alla Falotico.

Non ha alcuna consapevolezza della sua aggressiva, fin troppo virile sfrontatezza ed è per questo che piace. Di brutto!

Poiché è così sfacciato da meritare una simpatia contagiosa, oserei dire maleficamente irresistibile.

Un uomo senz’ipocrisie di sorca, no, di sorta.  Che va da una donna fighissima e le dice apertamente, sì, evidenzierei aperta-mente, che non gl’interessa se lei sia una commessa della Coop o una sfigata laureata in scienze educazionali, dunque una frustrata che lavora alle sociali cooperative. Poiché, visto che studiando come una secchiona, da nessuno cagata, giammai scolasticamente trombata eppur sessualmente nemmeno una volta scopata, ha fatto la fine di Arisa la cantante, da me ribattezzata la sincerità della sua psichica invalidità, adesso se la tira… d’acculturata. Da inculata, no?

Ah ah.

Sì, come spacciarsi per Santa Maria Goretti semplicemente perché nessun fighetto volle farla godere nel retto.

Ed è anche rettrice dell’istituto manicomiale ove tutti i matti, oramai d’ogni bene spogliati, in senso lato… b e non, vengono (dis)illusi dagli psichiatri che siano persone speciali.

Infatti, a squarciagola cantano il ritornello splendido splendente di Donatella Rettore. Rinominata dal grande Diego Abatantuono as Donatella Erezione.

Ah ah.

Sì, Jerry Lewis fu un genio mai visto.

Irrise la schizofrenia del vivere quotidiano. Un Man on the Moon senza mask.

E torniamo a Re per una notte e Taxi Driver.

Vero?

Suvvia, poveri idioti, vi si vuole bene.

Non è colpa vostra se siete dei mammalucchi.

Ebbene, a distanza di circa trent’anni, alla Notte degli Oscar potrebbe vincere un “villain”, proprio Joker/Joaquin Phoenix.

Così come quando il leggendario Sir Anthony Hopkins, sconfiggendo Bob De Niro di Cape Fear e Nick Nolte de Il principe della maree, anche Robin Williams de La leggenda del re pescatore e Warren Beatty di Bugsy, con soli venti minuti di presenza ne Il silenzio degli innocenti, dopo dieci anni in cui, abbandonato da “chi contava”, meditò spesso al suicidio, dimostrò la sua classe al mondo intero.

Beccandosi pure l’entusiasmo incontenibile di Iris/Jodie Foster…

Uno dei momenti più emozionanti di sempre.

 

di Stefano Falotico

 

 

Il professore matto: perché essere Zichichi quando si può essere simpatici come Jerry Lewis, spiritosi come Eddie Murphy e sexy come Buddy Love?


15 Jun

pm09


Sì, ho un piacevole ricordo di questa scanzonata commedia con Eddie Murphy, attore che io ho definito bollito… Rinverrete lo scritto a tal proposito sul net. Eddie mi faceva morire dal ridere!

Ora, forse un giorno mi laureerò. Io soffro del cosiddetto coitus interruptus in termini istituzionalmente formalizzanti il sapere. Ecco che, spronato dalla mia innata carica travolgente, mi lancio e poi mi blocco, svicolo per altre vie, perché reputo tempo perso attestare il mio scibile. Lo scibile è una cosa diversa dalla cultura comunemente intesa. Per cultura, soprattutto nel nostro Paese di trogloditi e arretrati, s’intende la laurea, il basamento indottamente nozionistico invero assai distorsivo e fallace che comprovi un grado superiore di conoscenza. La laurea, mi spiace ripetermi, non sapete quanto mi dolga sottolinearlo per l’ennesima volta, certifica e parcellizza settorialmente una conoscenza in un certo campo, ma non rappresenta affatto un’autenticazione sincera e reale del nostro universale livello cognitivo-istruttivo. È semplicemente un attestato di “stima” formale in una determinata “materia” ma non so fin a che punto formativo. Soprattutto umanamente. Anche in materia della materia stessa.

Conosco tante stronze insegnanti di Lettere che conoscono a memoria, a menadito come si suol dire, i poeti ermetici e non hanno mai letto Cormac McCarthy, oppure laureati al DAMS che scambiano De Niro per al Pacino… Ah sì, De Niro, grandissimo in Scarface. Ah sì, Pacino, magnifico in Quei bravi ragazzi.

Ci sono tanti ingegneri che, ad esempio, non sanno cosa sia il fuorigioco nel Calcio, ma ancora peggio non sanno che le mogli li tradiscono con dei costruttori abusivi. E abusano del sovrastimarsi, perdendo di vista l’architettura della propria anima, smarriti in vite piccolo borghesi in cui inculcheranno ai figli un’educazione falsamente perbenista da “geometri” di piani regolatori falsi che non stanno in piedi.

Scollati dalla realtà, costruiscono case squadrate, ma non metton su mattoni alla bellezza e al loro cuore. Senza mattoni puri si diventa matti… e poi ci s’arrabbia come infoiati se qualcuno all’incrocio non ha rispettato la precedenza.

Ci sono tante scienziate che, credendo fermamente che la Scienza abbia le risposte a tutto, non credono che la figlia si sia svegliata dal coma nella quale era cascata, insomma, confutano il palese miracolo e pensano che ci sia dietro questo risveglio una spiegazione razionale, dimostrabile a tesi…, cosicché, anziché rallegrarsi per il sopraggiunto prodigio della natura, paradossalmente s’intristiscono perché la loro laurea in Biologia non fornisce loro delucidazioni in merito. Allora, da esseri non più razionalmente scientifici, si affidano alla fede, e vanno a pregare un Dio solipsistico perché ha ridonato la vita alla figlia, data per cerebralmente morta da altri “dottoroni” inconfutabili, dimenticandosi che son sempre stati atei/e e in passato hanno permanentemente inveito contro quei poveri cristi “crocefissi” ai semafori.

Sì, la vita è un totale inganno. Molta gente ancora crede che se ha sentito una notizia in tivù… quella è la verità. L’ha detto quello del telegiornale per cui paghiamo il Canone. No, non può mentirci, non può essere stato superficiale, se ha detto così dev’essere così.

Al che, che ne so, un ragazzo si sente depresso, scarsamente voglioso di vivere.

Vai dallo psicologo, gli suggeriscono di rivolgersi a un “esperto”… così quel capoccione ti dirà di che soffri. Ha studiato la “testa”, testone!. Questa è bellissima. Un perfetto estraneo che non sa un cazzo delle nostre emozioni e del nostro vissuto in mezz’ora deve dirci, anzi, dirvi chi siete. Con tanto di diagnosi “accertata”, e prognosi riservata. E voi lo pagate pure!

Ad esempio, io sono uno che sa che il plurale di magnaccia è identico al singolare, non esiste in italiano magnacci o magnacce. Mannaggia. Mentre Triangolo delle Bermude, venendo da Bermuda Triangle, si può dire anche delle Bermuda, non viene considerato errore.

Secondo Mereghetti, La famiglia del professore matto è un film regressivo e petomane che mischia il banale con l’anale. Sì, e lui gioca di parole triviali per essere più triviale di C’era una volta in America che sempre lui, orrendamente, considera tale. Perché, come dice Morandini, a ragion veduta, è un film sull’analità e sulla golosità di bambini che diverranno uomini solo sul finire della loro vita. È questo il significato corretto del film.

Ora, io posso essere Jerry Lewis de Le folli notti… se le cose girano bene, anche i coglioni, divento Jerry Langford invece se qualcuno, come scrissi, mi ha tamponato e l’assicurazione mi dà solo 800 Euro su un danno che ne vale 5000 perché la “legge” dice che la macchina è del 2002 e quindi è un usato “invalido”. Da rottamare.

Ho detto tutto…

Statemi bene.

Eh sì, è tutta una squallida corsa “meritocratica” a premi. Puoi avere anche una grande anima ma nella società “moderna” conta l’efficienza e il grado potente della “forza” du’ caz!

Ah, guarda quello… ha le palle, maltratta gli handicappati e sfotte i vecchi, ma sa il “fatto suo”. Sì, potrebbe diventare il Presidente degli Stati Uniti, ha i requisiti “adatti” per governarci tutti quanti… e dirci chi siamo.

 

– Ah, e dire che ti facevo un tipo da Cinema di Bergman. Mai avrei immaginato che ti piacesse Il professore matto.

– Perché sei limitato.

– Non pensavo fossi così.

– Così come? Come una statuina? Pigliati questa scoreggina e pure questa scoreggiona!

Tu, essere sospettoso, volevi bruciarmi come fece Nerone, e invece a me piacciono tutte, bianchissime, cinesi e pure nerone, no, nerissime. Sarai tu il troione, e ora sei sbiancato.

Mi spiace, ho sbancato. Tu dividi il mondo in bianco e nero. Vai tu a ripulir la banca che io “ripulisco” Bianca di vero banchetto e poi “bianchetto”.

Ah ah.

 

© ABACA. DO NOT CREDIT. 19028-4. USA, 2000. Nutty Professor II: The Klumps, directed by Peter Segal. Eddie Murphy & Janet Jackson

© ABACA. DO NOT CREDIT. 19028-4. USA, 2000. Nutty Professor II: The Klumps, directed by Peter Segal. Eddie Murphy & Janet Jackson

 

di Stefano Falotico

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