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Basta coi Licaoni & Frusciante e le loro chiacchiere da bar su Casinò e Insomnia: insomma, siamo stufi!


14 Jun

casino de niro rothstein

TENET, il trailer del nuovo film di CHRIS NOLAN: era meglio se fossi rimasto un coglione, adesso tutti vogliono carpire il segreto della mia INCEPTION, un macello!


20 Dec

inland empireshowgirlstwin peaks

È uscito il trailer di questo espionage thriller sofisticatissimo in puro stile nolaniano.

Chiariamoci subito. Christopher Nolan a me non sta simpaticissimo. Come altresì da me espresso ieri.

Trovo che realizzi grandeur per celare alcune sue palesi incompetenze che a me, invece, risultano piuttosto evidenti.

Infatti ribadisco che, nella sua crudezza, nella sua semplicità narrativa oserei dire aristotelica, Insomnia sia il suo miglior film.

No, per piacere. Non linciatemi. Sì, gli preferisco David Lynch.

I sogni non hanno la consistenza futuristica di Inception, bensì sono deliri squinternati in stile Inland Empire.

A Napoli, grazie alla Smorfia, la gente scommette i numeri al lotto, recandosi dagli psichiatri freudiani, affinché sviscerando le loro cabalistiche visioni di natura junghiana, possano salvarsi dalla povertà.

Semmai, dopo la vincita miliardaria, potranno permettersi la villa a Beverly Hills, precisamente a Mulholland Drive.

Sì, già me lo immagino lo sfigato partenopeo Gennaro. Anziché aspettare il miracolo della reliquia omonima, dissanguandosi tutto l’anno pur di tirare a campare, grazie alla cabala fortunata, riuscirà a vedere dal vivo le gambe accavallate di Laura Harring e di Naomi Watts.

Sì, Gennaro, uomo san(t)o, amante di Padre Pio, remissivo, malinconico e a ogni piacere restio, uomo schivo che, per necessità economiche, dovette adattarsi a una vita da schiavo. Ma, grazie al colpo di culo impensato, riuscì a leccare le fighe di Naomi e di Laura in modo sconsiderato.

Grazie a un colpo idilliaco da Joker, Gennaro disconoscerà ogni repressiva morale cristiana. Cosicché, divenuto più ricco della Watts, la costringerà a genuflettersi, facendosi amare da King Kong.

Sì, prima Gennaro divenne demente come Dougie Jones di Twin Peaks – Il ritorno ma, come Dougie, urlò Hello!, non solo al casinò.

Sbancò tutto e ora cena assieme a Kyle Maclahan, il quale gli presenta pure Elizabeth Berkley.

Liz ora è sposata, felicemente maritata e sempre dal suo consorte montata. Ma per Gennaro farebbe comunque una lap dance, come in Showgirls, cioè si prostrerebbe a lui tutta effervescente e sudata. Svaccata e lubrificata.

Gennaro, da squattrinato e scalognato che fu, dopo essersi ottenebrato, dopo essersi reso invisibile agli uomini cattivi e bulli, dopo essere stato mobbizzato e gambizzato, dopo aver vissuto un’esistenza soffocata da elephant man, ora accarezza ogni velluto blu…

Ma Gennaro, malgrado si sia dato al più scostumato, ignominioso essere vizioso e lascivo, giammai dimenticò i suoi cari. Nonostante essi abitino in catapecchie piene di acari.

Quindi, gli telefona suo fratello poiché sta morendo…

Gennaro, allora, in modo melodrammatico come ogni napoletano che si rispetti, s’imbarca per Una storia vera.

Ad aspettarlo, sotto il Vesuvio, l’ex Raffaella Carrà di Carramba! Che sorpresa e la Milly Carlucci che fu di Scommettiamo che…

Suo fratello, però, è morto. Sì, Harry Dean Stanton è morto e il fratello di Gennaro pure.

Allora Gennaro, distrutto dal dolore, rinuncia a ogni sua agiatezza e si trasforma rabbiosamente in Sailor di Cuore selvaggio.

Alla ricerca del suo amore giovanile perduto di nome Antonella Ponzipappa. Una che scambia Bobby Peru per Piero Pelù e che non si rade, lì, mai il pelo.

Ma Gennaro da sempre la ama, lei è la sua donna imperituramente idealizzata. La Laura Dern eternamente porca ma al contempo pura nel suo essere rimasta una sempliciotta e non un’attrice rifatta e scafata, bastarda come la Laura di Storia di un matrimonio.

Bastano queste ragioni per poter dire che Lynch è un genio, un poeta, un visionario, un vero Mago di Oz, mentre Nolan è un cazzone?

Secondo me, sì.

E invece basta questo mio video per poter ancora dimostrare a tutti di essere indubbiamente un coglione invincibile?

Cioè uno che, con una mente così, poteva realizzare tutti i blockbuster più fastosi del mondo e invece è diventato il Kenneth Branagh della periferia bolognese? Un irrisolvibile enigma della sua complicatissima situazione?

Purtroppo, questo mio video basta per poter certificare, acclarare, incontrovertibilmente asserire che sia infatti così.

Ma il Genius-Pop volteggia nella notte nella sua incontrastata Eraserhead, egli è il famoso lupus in fabula.

Mentre voi vi masturbate già il cervello, immaginando quali misteri possano essere nascosti dietro la stronzata… che è successo, qui…?, non è ancora successo, il Falò sa la verità come James Blunt.

Così come sa che oggi siamo tutti dei cessi, domani forse avremo successo ma ora deve andare in bagno e realizzare una cagata migliore dei film di Nolan.

 

di Stefano Falotico

Oggi esce il teaser trailer di Tenet, il nuovo film di Christopher Nolan: meglio il Cinema di Michael Cimino e Christopher Walken de Il cacciatore o forse no


19 Dec

big jane cimino

Oh, fra poche ore uscirà la nuova, super Megan Gale. No, mega puttana, no, quella è Megan, no, mega puttanata di Nolan.

Ora, chiariamoci, la sparo subito grossa. Quindi, se volete picchiarmi a fine scritto, sarà troppo tardi. Fatelo subito, prima che possa risorgere come Christian Bale di The Dark Knight Rises.

Altrimenti, un pipistrello poi aleggerà nella notte e sarà il vostro The Punisher peggiore.

Ecco, dicevo… l’unico grande film di Nolan è InsomniaRemake di un film inferiore e non voglio sentire ragioni.

Insomnia, insomma, questo noir ambientato fra i ghiacci dell’Alaska con un Al Pacino macilento, emaciato, distrutto e un Robin Williams nel suo primissimo ruolo da villain. Dello stesso anno fu One Hour Photo.

A me spiace davvero tanto essere stato frainteso. Molta gente credette che il mio essere trasgressivo e anticonformista non significasse vedere la vita da altri punti di vista come Williams de L’attimo fuggente, bensì essere disturbati e invidiare le esistenze altrui.

Sono davvero rammaricato di essere stato scambiato per un voyeur alla Seymour Parrish.

No, giammai invidiai le vie degli altri. Altrimenti, più che invidioso, sarei stato masochista. Nell’uscire con persone, appunto, da me invidiate. Perché mai?

Per soffrire, farmi del male in maniera, questa sì, socialmente pericolosa soprattutto per me stesso?

Per farmi il fegato amaro?

No, più passa il tempo e più sono convinto di essere molto simile al compianto Robin Williams.

Come Joker, infatti, conobbi attimi di melanconia, anche di espressiva catatonia, figli di una depressione immane. Ma la buttai a ridere come Patch Adams.

Ci sono tanti bambini che muoiono di fame o di Cancro e non passeranno neanche brutti momenti di tristezza…

Moriranno troppo presto e allora mi piaceva fare ridere tutti da Sbirulino. Peccato che mi scambiarono per il clown di Pennywise.

So che ci sono le guerre. Fortunatamente, io non andai mai al fronte. Né credo che vi andrò. Obiettai infatti di coscienza e svolsi il servizio civile nella Cineteca di Bologna. Fu allora che approfondii la mia passione per la Settima Arte.

Conobbi tre ragazzi, pressoché miei coetanei. Con uno di loro legai parecchio. Si chiamava Marco… si chiama ancora, penso, anche se non lo sento più da parecchio. Da Facebook, però, ho saputo/seppi che ora è sposato e si è laureato. All’epoca, difatti, dopo le superiori, non essendo stato riformato né iscrivendosi all’università, fu chiamato alla leva…

Prima di allora, finito che ebbe di diplomarsi, suppongo che avesse avuto almeno un’annata dannata da Martin Sheen di Apocalypse Now.

Ogni lunedì mattina gli chiedevo:

– Sabato sera, hai scopato?

– No, questo sabato, no.

– Ah, come mai?

– Non è andata bene.

 

Al che, lui mi chiedeva:

– Tu invece hai scopato?

 

Domanda retorica più di tanti film bellici assai brutti come We Were Soldiers.

Sì, a quei tempi ero vergine. Poi mi sverginai. Infatti, da allora successe un manicomio.

Ma chi se ne frega. Sono un giullare, ho una bella voce radiofonica e quindi Good Morning, Vietnam.

Chi se ne fotte se trascorsi anni da Williams de La leggenda del re pescatore.

In verità, tali anni miei di follia furono meravigliosi. Solo i folli possono essere poeti. Quando ti normalizzi come la maggioranza, prevale il lato edonistico, egoistico, carnale e oramai non più falotico…

Va a farsi friggere ogni stupendo delirio di superomismo e la vita diviene soltanto una cantilena di noie.

Dio è morto, diceva Nietzsche.

Sì, i primitivi inventarono Dio poiché spaventati dall’immensità dell’’universo a loro ignoto. Tale superstizione popolare crebbe e si evolse, generando la maledizione del cristianesimo.

La gente di oggi, comunque, non crede più a nulla. Soltanto a Natale fingono di essere buoni e parsimoniosi. Poi, il giorno dopo è un martire/io. Da cui, appunto, Santo Stefano.

Ove, ogni dì, leggi gli “spogliatoi” di Facebook. In cui tutti si mettono in mostra e in vetrina per non spararsi in testa.

Dunkirk è stato partorito da un matto. Poi, che c’entra Orizzonti di gloria? Perché vi ostinate ad accostare Nolan a Kubrick? Kubrick era un pessimista-umanista. Un misantropo amante dell’umanità.

Sì, Stanley amava l’uomo ma fu anche troppo realista per non poter discernere la verità.

La paura, l’orrore, le mostruosità come in Arancia meccanica, i padri orchi come in Shining o quelli talmente “educatori” da aver smorzato le ambizioni dei figli, tarpandone le ali, come in Barry Lindon.

Non andartene docile in quella buona notte,
i vecchi dovrebbero bruciare e delirare al serrarsi del giorno;
infuria, infuria, contro il morire della luce.

Benché i saggi conoscano alla fine che la tenebra è giusta
perché dalle loro parole non diramarono fulmini
non se ne vanno docili in quella buona notte.

I probi, con l’ultima onda, gridando quanto splendide
le loro deboli gesta danzerebbero in una verde baia,
s’infuriano, s’infuriano contro il morire della luce.

Gli impulsivi che il sole presero al volo e cantarono,
troppo tardi imparando d’averne afflitto il cammino,
non se ne vanno docili in quella buona notte.

Gli austeri, prossimi alla morte, con cieca vista accorgendosi
che occhi spenti potevano brillare come meteore e gioire,
s’infuriano, s’infuriano contro il morire della luce.

E tu, padre mio, là sulla triste altura maledicimi,
benedicimi, ora, con le tue lacrime furiose, te ne prego.
Non andartene docile in quella buona notte.
Infuriati, infuriati contro il morire della luce
.

Così recitò Michael Caine la poesia di Dylan Thomas in Interstellar.

Così invece scrissi io nel capitolo tre del mio libro Dopo la morte:

Inizio a ricordare e m’immergo in una nostalgia laconica

Un pervadente senso, quasi macabro, di solitudine sta insudiciando le mie ossa d’un languore che mi strozza in respiri affannati, e sembra che non sia più affamato, in mezzo a un mondo che inesorabile cammina indisturbato, avvolto dalle sue frenesie, e in mezzo a tal disordine che par organizzato e imperturbabile accuso uno stordimento inesausto. Al che, son costretto a riposare, a stendermi sul letto, accasciato, e la notte si fa fosca anche quando fuori brilla il giorno e s’illumina di gente che fa della giovialità, anche finta e mortifera, il suo senso all’esistenza. Io, invece, nel seno, sì, nel suo grembo profondissimo, affondo, poco empatico col prossimo e soffrente l’enormemente lacerata mia anima spaccata di confuse emozioni che furiose ribollono, e sdilinquiscono poi veloci in bramosa voglia di baciare una donna e profumarla col mio calore, d’inondarmi di letizia gaudiosa e festante, mentre devo constatare l’amarezza costante, i bagliori intermittenti d’un implacabile dolore, d’un disagio acuto che si fa acustico nella nera opacità di dì senza brio. Avvolto da un passato che squartante mi dilania e violento mi recide in un bagno di sangue della mia anima incupita e ancor sbadigliante. Sì, perché m’incendio nei dubbi permanenti, perenni, e soffoco senza forze in lacrime nervose d’una mia alterità inguaribile. Sì, diverso per nascita, o solo destinato a un cammino inverso, tra la folla che tranquilla gioisce e contro di me, non adatto a questo ruffiano corteo di pagliacci sempre sorridenti, arridenti, fetenti, stupidamente inveisce. E non si frenano i tormenti, la mia voce del cuore singhiozza negli attimi di bellezza in cui d’armonia umorale restauro quel che scorgo ancor pungente, tremendamente lacerante.

E la memoria rifluisce detonante perché nel seppellire i ricordi e non far sì che invece emergano, con tutto il loro carico di spine, il loro florido furore e il lor insopprimibile candore, rimembrando e soffrendo il tormentato passato, si può addivenire a una lucentezza catartica, e ripristinare il tempo che, immutabile eppur mutandoti visceralmente imperterrito, colpendo delicatamente meglio ti scolpirà e, nel non più batterti dentro fremebondo, acquieterà le tue voglie iraconde. Sì, ricordo, or che il mio corpo sta smaltendo il trivellamento, oh sì, lo è stato, farmacologico per cui la mia anima fu punita e sedata, affinché non più si ribellasse ma giacesse, imperfettamente linda e falsamente rappacificata, in un limbo sensoriale in cui danzai fra crepuscoli di rabbie sopite e risentimenti sepolti d’un dolore invero ancor nitrente nel suo furioso mortificarsi in questa paciosa e dolce ma falsa tranquillità che appare stupidamente gioiosa agli occhi di chi non sa. E adesso rinsavita agli occhi di chi bellicosamente osò.

E ricordo, e fa male, ma è necessario per acchetare proprio le brame mie vendicative e nel torpore mnemonico ritrovare il perduto mio ardore. Oh, rinnovato cuore, scalmanato t’infrangesti frantumato contro l’omertà pericolosa e fosti zittito nel tuo urlo smodato. Perché arrecava turbamento, perché fu accusato in modo menzognero di esser troppo sincero.

E così come si spegne un cero e poi ribrillando si riaccende, oh sì, rimembro che io c’ero, libero e cervo, anima nottambula in questo psichedelico viaggio ch’è l’esistenza nella sua inconfutabile, imbattibile dolenza.

Respiro con affanno, latro cagnesco in umori ammutoliti da una coscienza che si tacque per non dar disturbo e or veemente rinasce, fluente.

 

Vorrei tanto avere la grinta di Stanley White/Mickey Rourke de L’anno del dragone.

Non credo più nei giocattoli come Inception.

Ma Verso il sole successe qualcosa d’inimmaginabile.

Per voi.

Io l’avevo detto che sarei tornato.

 

Un anno fa uno psichiatria mi disse:

lei ha distrutto tutte le teorie di Freud e Jung. Come cazzo ha fatto?

 

Io sono io.

E sono ancora molto giovane, molto forte.

Avete sbagliato tutti.

Interstellar è un film. Einstein mi fa un baffo.

A proposito, pigliatevi Guccini e ficcatevelo su per il culo.

Siete lenti, siete vecchi, diciamocelo, siete spacciati.

Ah, comunque, ho mentito su Rourke.

John Lone è ora sepolto vivo in bagno e se la sta facendo sotto.

Perché quando arriverò, vedrà il diavolo.

Insomma, può anche suicidarsi. Povero John, si sta ammalando di fobia sociale.

insomnia

 

di Stefano Falotico79965097_10215239166715335_5422108250822672384_o

25 Aprile, festa di Al Pacino liberato


25 Apr

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25 Aprile per me non è festa di nessuna Liberazione ma compleanno di Al Pacino, uomo vero, uomo lib(e)ro!

di Stefano Falotico

Le migliori battute di Al Pacino


07 Jun

di Stefano Falotico

 

Un grande attore non è grande per quello che dice, anche perché quasi sempre le battute, che pronuncia, son state scritte dallo sceneggiatore, ma per come le dice.

Al le dice da Dio. Anzi, da Diavolo.

Ah ah!

L’avvocato del diavolo

Cambia tutto sotto pressione. Certe persone le spremi e si svegliano, altre crollano.

Scarface

È tutto qui? Si riduce tutto a questo, Manny? Mangiare, bere, scopare, fumare, sniffare. E dopo? Dimmelo. E dopo? Arrivi a 50 anni e ti ritrovi una pancia come un barile. Ti vengono due zizze come una balia, ma con i peli di sopra. Ti ritrovi un fegato mezzo disintegrato a forza di mangiare questa roba di merda e diventi come queste mummie del cazzo che stanno qua dentro.

Carlito’s Way

Sono vecchio per fare queste cose.

Heat

 E nemmeno vorrei fare altro.

Donnie Brasco

Allocco? Allocco a me?! Lo sai con chi parli amico mio?

Insomnia

Anche da morta doveva mantenere il segreto?!

Il padrino

Sì, rinuncio.

 

 

Al Pacino (not) starring


24 Jan

Ecco, grande è forse immenso, e continua a lavorare a getto continuo, “spargendo” il suo carisma come un Mida che, ovunque tocca, trasforma spesso i film in oro

Ora, a proposito di “era”, dobbiamo essere anche, appunto, doverosamente obiettivi.
Non tutto ciò che ha girato “vale”, parlo dei recenti, vuoi la senilità un po’ galoppante dei suoi monologhi non più incendianti di magic touch come un Tempo, vuoi gli zigomi più raggrinziti in una laconica, mesta fronte perennemente accigliata o d’arcate rugose a espressività dei turbinii emotivi più rilassati e meditativi, e molte pellicole sarebbero da scartare. Sempre d’ottima fattura, la cosiddetta “confezione” ma davvero meno incisive e capitali della sua passata produzione artistica. Pensiamo a La regola del sospetto, onesto spythriller sorretto unicamente dal suo gioco di sguardi, con annessa notevole attrice come spalla a movimentare le nostre “palle” oculari un po’ annoiate, ma ertissime appena modulatamente scoscia anche solo in pantaloni iperattilati da cardio”Brian De Palma”.

Un genio della recitazione, Al Pacino. A detta anche della nostra italianissima Margherita Buy che, in un’intervista ne ha lodato, invidiandone non poco d’ammirazione eroticamente “allusiva” come la moglie di Nanni Moretti in Aprile, la tecnica particolarissima, pressoché “identica” in ogni pellicola, eppur così sentita, mostruosamente nel bravissimo da incensarlo di sua, credo e non me ne voglia (più che altro era “tangibile a pelle” il suo desiderio di quelle “matte”) la Buy (che tanto sarebbe di “bue” al “buio” con Alfredo, ripetiamolo a scanso d’equivoci), tanto d’attizzarla parecchio e cambiarla dalle sue, invece, d’interpretazioni, invece poco rabbiose e metodiche da donna depressa sull’orlo dell’isteria frigida in pause di “battute” nella zona “mestruazione riflessiva con inclusa diga pronta a rompere gli argini e le acque”.

Qui, sfileremo, figliuoli, a cui soffio sulle gotine il mio calore “astratto”, tingendole di quel rossiccio ché le vostre donne non “spingete”, arrossandole, i ruoli gentilmente “rifiutati” da Al.

Non m’invento cazzate, d’altronde sono Dio. E, se non mi credete, siete degni della mia parola.
Poiché ognuno mi giudicherà a metrica del suo andarmi o meno a genio. Non mi menate. Ad alcuni piaccio, altri ne son compiaciuti, alcune ragazze mi stuzzicano, altre però mi smorzano. Leggere “amputazione” dell’apparato erogeno completo su occhi lapidari come le sfingi egizie. Sì, alla piramide del “triangolo” da vedere nell’ecumenismo poco a incularle, per esigenza di “forza maggiore”, dunque “minorandomelo” e poco lì io “mirandole”, come il “contemplativo” Pico della Mirandola (detto Il piccolo…) a proposito, e a “prostata”, del suo « […] Non ti ho fatto né celeste né terreno, né mortale né immortale, perché di te stesso quasi libero e sovrano artefice ti plasmassi e ti scolpissi nella forma che avresti prescelto. Tu potrai degenerare nelle cose inferiori che sono i bruti; tu potrai, secondo il tuo volere, rigenerarti nelle cose superiori che sono divine.- […] Nell’uomo nascente il Padre ripose semi d’ogni specie e germi d’ogni vita. E a seconda di come ciascuno li avrà coltivati, quelli cresceranno e daranno in lui i loro frutti. […] se sensibili, sarà bruto, se razionali, diventerà anima celeste, se intellettuali, sarà angelo, e si raccoglierà nel centro della sua unità, fatto uno spirito solo con Dio, […]. ». Sì, trattò, questo ne è un estratto, ma poco “tirato” dell’“Oratio de hominis dignitate”. Invero Pico si bevvaca solo dei due di picche e fu costretto a “ripiegarselo” di spiegazioni “Mannaggia, com’aggià fa’ se nessuna mi fa?”, e filosofeggiò la figa a “metrica” sciolta di quel che, poco “sciolto”, più che uomo fu omuncolo “decoroso”. Sì, non sviluppato nei testicoli, scelse il “testacoda” del cane “vizioso” da orso “elevato” di metafisica sui grandi stilemi senza però un fisico per infilarla nel doggystyle. Il suo naso, pinocchiesco, “la” dice lunga in merito al suo “metro”.

Torniamo ad Alfredo, uno un più lupo. Fu infatti l’unico che riuscì a provocare Woody Allen, rubandogli Diane Keaton, dispettosa-pruriginosa. Già ci fu una tresca da Godfather, poi estolse a Woody la Diane, da cui il film Crimini e misfatti.

Tutto attestato da “notstarring.com”, da non confondere col “Brodo Star”, condimento quando la vostra demenza, appunto, si rincoglionisce nel “brodino” e soprattutto nella brodaglia di vostri cervellini alle cianfrusaglie, con aggiunta di tovagliolino per non sbavare da bimbini “liofilizzati” nel “biscottino” che alla vostra “carina” non “bagnate” nel latte del suo madornale seno, a cui invece io fregherò, marpionissimo, la suzione istintiva del vostro complesso di Edipo, e massaggerò la cellulite “adiposa” della zietta infelice per spronarla a “mollare” assieme al consorte, celebre flatulente trombone che, nella vita, tanto volle “agguantarne” tanto che finì inguaiato dalla vicina, con l’accusa di “urla” notturne, causa manesche sue (com)pulsioni a percuotere i figli per “educarli” al lascivo solipsismo della sua visione alla cataratta. Sì, agghinda la zia sua sposa di carati, ma prima dovrebbe curarsi le carie dei neuroni e togliere le ragnatele alla prole, costituita di “sana” costituzione da nerd alla Spider. Non il supereroe, ma lo schizofrenico di Cronenberg.

Angel Heart

Alfredo rifiutò il ruolo del protagonista, Harry Parker. Andato a Mickey Rourke.

Apocalypse Now

Fu considerato per il ruolo di Willard. Andato a Martin Sheen. Forse Coppola non voleva inflazionare Michael Corleone con uno stress post-traumatico da Padrino “guerrigliero”.
Francis Ford ponderò, e alla fine optò per Martin. Togliendosi di mezzo Harvey Keitel dopo due settimane di lavorazione, perché lo ritenne troppo “cattivo tenente”. Leggere “litigi con risse sedate da Robert Duvall prima che impazzisse anche’egli con le tavole da surf”.

Nato il quattro luglio

Che Oliver Stone abbia sempre avuto una predilezione per Alfredo, si sa.
Dovevano girare assieme un film su Noriega, da non confondere con Norimberga. Noriega era uno stronzo stratega, non un assedio-assalto, attenti studentucoli. Se no, vi redarguirò con l’espulsione dai “campi” dei bagnetti ove infilate la “siringhina” all’amica di b(r)anco.
E v’impedirò di guardare le partite Ogni maledetta domenica. Giocando pesante da Tony D’Amato, e seviziando anche le vostre seghe su Cameron Diaz.

La parte andò a Tom Cruise. Fu anche candidato all’Oscar.

Comunque, ha fatto bene Alfredo. Assieme a Platoon, è il film più retorico del Cinema “americano” sul Vietnam.

Incontri ravvicinati del terzo tipo

Pacino nella parte di Dreyfuss. Ah, complimenti Spielberg. E Al cos’avrebbe detto all’alieno? “Salve, sono incazzato come Tony Montana, voglio salire sulla navicella, perché sono un latitante alla Fabrizio Corona. Scappiamo nello spazio, ci sarà un’altra Rodriguez da scopare e spaparazzare nello spruzzo stellare!”.

Rambo

Pacino al posto di Stallone. Ci poteva anche stare. Cambiando “leggermente” il suo fisico da Riccardo il “gobbo”, Cruising a prescindere.

Sì, cos’avrebbe sparato allo sceriffo bastardo? “Il mio regno per un cavallo con la medaglia al valore?!”.

Johnny il bello

Antica leggenda voleva che Pacino fosse un “bruttino”. Certo, paragonato a quel Robert Redford, la “critica” poteva (non) reggere. Quindi, Walter Hill scrisse addirittura pezzi della sceneggiatura, assieme ad Al Pacino. Che poi, di punto inbianco e di puntini sulle “I”, s’impuntò e gridò: “Vaa bene non passare per il più figo di Hollywood, ma sfigurarmi di bifronte, questo no! Se proprio devo darmi a un frontale, allora meglio Misery non deve morire, altro ruolo scartato da Al.
Ve lo sareste visto torturato da Kathy Bates come James Caan? Come no! Alla fine, inferocito come un can’, afferra la malefica e le scrive questo: “L’eroina del mio romanzo preferisce una lesbica alle tue tettone. Metteranno su famiglia e tu servirai loro del tè, scambiandovi quattro pettegolezzi da Maria De Filippi, e il corredo nuziale tuo da Maurizio Costanzo in gonnella”.

Traffic

Il ruolo andò a Michael Douglas. Michael è più antipatico e borioso. Preferisco Insider.

Applauso!

Se non vuoi applaudirmi, ti consiglio questo sito “wwWC NETvaiadarviailcul”, sito “nobilissimo” che non merita che io mi prostituisca al suo “piacere”. Sono Ercole, non un culetto qualsiasi. E non mi svendo. Se, però, Lei si sveste, potrei fare un’eccezione d’erezione.

La regola amorevole…

Grazie, vossignoria ama codesto signorino?
Come? No?

Allora, a codesta/i consigliamo, invece, il blog “wwEvvivalavolpeeluva”, che si addice al suo volermi ma non può, e quindi preferisce offendermi senza vulva da volpina senza vagina.

Ah, basta con le polemiche. Ai polentoni ho sempre preferito Polly, una che non è allergica al mio polline. Polly, di Notte, scrolla l’ampolla dello scroto, e mi è “apologia”.

Ho detto tutto.

Sette film che non ho citato.

Sì, a Cheeta, la scimmietta di Tarzan, m’è sempre più piaciuto il ciuccio in bocca, soprattutto quando è Lei a succhiarlo.

Comunque, tornando agli “infantilismi” di Spielberg da close (da aprire…) encounters of the thrid kind, la mia “astronauta-esploratrice” me la racconta da favola.

Sì, mi scambiarono per un marziano-creatura immonda da Area 51, invece Lei, “scavando” a fondo, ha rin-“venuto” qualcosa appaiabile a due sfere interplanetarie per “planare” attorno a un “glande” Uomo alla Lincoln, anche al “Calippo”, da trenutun centimetri.

Il mio mistero rimane ignoto, a Lei noi. L’ha subito “notato”.

Ricordate: se Saturno è in congiunzione con Venere, l’ultracorpo s’insinua nella sua pelle da Alien.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. …e giustizia per tutti (1979)
  2. Scarface (1983)
  3. Revolution (1985)
  4. Dick Tracy (1990)
  5. Donnie Brasco (1997)
  6. Insomnia (2002)
  7. People I Know (2002)

Anche i geni sbagliano, il perfetto” d’altronde è un difetto dei robot. Già, tutti voglion sistemarsi da prefetti, invece io pappo la mia fetta, che “filettona”, e non m’inf(l)etterete più


27 Aug

The Master

Se aveste letto in vita vostra Isaac Asimov, vi sareste accorti di come, la razza umana, sempre fin dai primordi alla ricerca d’un significato al mistero insondabile della vita, sia sempre stata ossessionata dalla “perfezione”, che ha idealizzato in Dio e poi in tante “icone” greche, le quali vengon studiate alle scuole “alimentari” affinché il grezzo si “plagi” nel plasmarci, Plasmon, alla società. Per una rigidezza mentale che spesso ottunde le libere scelte e anche quelle “discole” non da discoteca, ove spesso i nostri “parenti” di Neanderthal “gozzoviglian” di “carne in scatola”, graffiando di “graffiti” il murales “affrescante” della “gazzella” in cui “sguazzarlo”, “pennellando” su musica aizzante.

Sì, stavo risfogliando il mio “Dizionario dei film 2011” e il mio proverbiale, maniacale perfezionismo è stato turbato da un clamoroso “Porco Dio, che refuso pazzesco. Non me n’ero accorto, come cazzo ha fatto a sfuggirmi?”.

E dire che circa 400 pagine, sebbene ost(r)iche a rileggerle innumerevoli volte, eran già impresa leggendaria pubblicarle, considerando che, per tale progetto, ho dovuto “sbattermelo” da solo, assieme a Valerio.
Qualche “virgoletta” che (s)balla, qualche imprecisione lessicale e “combricola” con una “c”, anche se poi scopro che, addirittura, c’è tanto d’un sito “ufficiale” e pagine Facebook che riportan tale erronea dicitura.

Che dite? Lo debbo scrivere nuovamente?
No, pigliatelo così ché già mi son fatto il mazzo(lin) di “rosso”, perché tanto faticai che nessuna Donna poi, alla fin fine, mi “sculacciò” a dovere. E fui diligente, vacca boia.
Basta, che voglion queste vacche? Voglion “sgozzarmelo?”. Che s’ingozzin con Alessandro Magno, ché a paragon di Lorenzo il Magnifico, qual io sono reincarnato, non ha conquistato neanche un grammo dei suoi, dunque miei, neuroni.

Allora, siete pronti per quello del 2012?
Se sì, vedete di non fare i precisini, ché qui si “pompa” e talvolta, sbronzi, si sfasa un po’ di cervello, e gustatevi già i primi post del prossimo.
Che potrete trovare sul nostro “benianim” e, di legenda “posterizzato“, “Cinerepublic”.

E ricordate: se Fox era “malato”, la ragione era riconducibile solo al “fallo” che “nessuna” gli concesse, sì, eran solo dei cessi, il pompino perfetto non esiste, soprattutto se scopri che in mezzo alle gambe vale molto di più di questa “stramba” umanità nel “transessuale”. E Gabriele D’Annunzio “lo” sapeva…

Sì, i poeti spesso si “sollazzano” ma, a differenza del nostro “Lele”, farò la fine dell’Arcangelo.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. New Rose Hotel (1998)
    A dar retta al mio “amico” Dafoe, che intanto si scopava le “Asie”, sarei finito suicida senza “aiuole”.
    Che bel piano per salvare la mia vita. Lui, intanto, “appianava” e mi avrebbe ridotto a planare giù dal balcone.
  2. Ronin (1998)
    Hai mai ucciso qualcuno? No, l’ho “solo” offeso.

    Che hai fatto in tutti questi anni Noodles?
    Sono andato a letto tardi, perché rimanessi sveglio non è un “cazzo” tuo.

  3. Insomnia (2001)
    Qui, lo scrittore di gialli sono io, caro Robin Williams veda di nevrotizzare la sua follia in barca.
    Sì, lei è imbarcato da un pezzo di merda.
  4. I dieci comandamenti (1956)
    Non desiderare la donna d’altri.
    E se, di cognome, faccio “Altro?”.

Genius-Pop

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