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Potrei essere Bruce Campbell de L’armata delle tenebre e l’a(r)matore di ogni tenerezza, volando nella brezza con far da Poe-ta?


19 Apr

Army of Darkness

 

20200419_125703Ah, Franco Battiato.

Nella vita fui associato anche a lui poiché la gente pensò che fossi matto e malato di metafisica.

Di mio, so per certo che giocai a Calcio sino a 18 anni e credo che la mia pubertà, normalmente, iniziò a 12 anni. Durante l’adolescenza vissi attorniato da quasi coetanei che furono, sono e rimarranno bambini.

Sì, liceali damerini, abituati a scansionare il prossimo secondo modelli etici di estetica distorta.

Li vedrei bene assieme ai ragazzini del club dei perdenti di It.

Mi fanno morire. Pensarono e pensano delle cose assurde sul sottoscritto. Per loro fui sempre una sorta di manichino da trattare come clown di Pennywise poiché sono più geniale di Stephen King.

Ah ah, questa è bellissima. Anche quella là. Però è stupida. Quando avrà un figlio, gli mostrerà Stand by Me a otto anni. Poiché, essendo già vecchia, proietterà le sue nostalgie alle nuove generazioni. Che, in verità, dovrebbero invece darsi a Carla Gugino de Il gioco di Gerald.

Veramente, non se ne può più dei nerd.

Il nerd è colui che, essendo impossibilitato a esser bello per via di una genetica, purtroppo per lui, difficilmente aggiustabile, s’imbelletta nel fare il patetico simpatico, ribaltando il senso dell’esistenza a suo piacimento. E vive di atroci dicerie, insomma, rimarrà a vita nel reparto “giocattoleria”.

Indubbiamente siamo stanchi anche delle zie cattedratiche, ah, nauseanti. Piene di buoni consigli maieutici atti a educare i ragazzi a un falso e fatuo perbenismo ipocrita, gigioneggiano da sapientone. Sono abuliche!

Non vorrei dirlo, invece lo dico. Oltre che cornacchie, so’ proprio racchie.

Sì, invero credo che, essendosi dissanguate troppo presto a livello emozionale e sensuale, abbiano riversato ogni loro frustrazione in quella che chiamano, pedagogicamente, “cultura”. Che non è cultura, è solo in realtà e squallidamente una ripetizione mortificante di nozioni apprese a menadito, recitate a pappardella e servite ai loro studenti per infornarli e indirizzarli a una morigeratezza dolciastra e mortifera.

Donne spente che forse sperarono, tra un Foscolo e un Carducci, di volare a Hollywood. Sì, recitando il ruolo, in parrocchia, di Meryl Streep de Il dubbio.

Oddio, perdonatemi, questa è cattivissima. Sembra Anjelica Huston de La famiglia Addams. Quella là invece è bonissima. Sì, assomiglia a Amy Adams.

Per piacere. Allora, sono pronte le strapazzate uova o devo diventare veramente pazzo?

Ah, queste sognatrici sono solo delle indottrinatici. Sono delle domatrici. Uomini, abbiamo bisogno invece delle dominatrici, così non potranno accusarci di sessismo.

Ah ah, questa fa morire dal ridere. Quella là invece farà morire te. Sei cieco? È più inguardabile di Freddy Krueger.

– La amo. Combatterò con gli artigli per possederla anche da sotto il letto.

– Sì, sei la personificazione del detto Dio li fa e poi li accoppia. Se è contento Dio, è per questo che sono ateo.

 

Siamo stanchi perfino di psichiatri che, in quattro e quattr’otto, cioè assai sbrigativamente, appioppano ai loro pazienti delle diagnosi esecrabili. Trattandoli da Anthony Hopkins di Proof quando invece non s’accorsero d’avere di fronte quello de Il silenzio degli innocenti.

E i divieti aumentano, viviamo nell’era del “proibizionismo”, siamo regrediti a una barbarica, ecumenica società fascista. Pericolosa in quanto castratrice e mentitrice.

Livellata su standardizzate omologazioni di massa atte a rendere il prossimo una persona robotica, una merce di consumo a cui affibbiare un prezzo meritocratico.

Ah, ho ancora molta gente che mi disprezza. Ma, si sa, la gente è ossessionata dal rispetto. Non è che faranno la fine di Bob De Niro del secondo Padrino? Ah ah.

La gente dovrebbe invece essere ossessionata dall’avere dei buoni pettorali, miei polli zenza ali.

Ah, quanti bigotti, quanti gianduiotti. Per farla breve, il mondo sta andando a mignotte.

Invece, in una periferia remota, dapprima per lui agonica, oggi parsimoniosa e non più laconica, staziona un uomo che, con discrezione massima, senza dare nell’occhio, ridacchia beffardamente, in quanto poeta romantico e uomo giammai antico, bensì ammodernato e, va detto, gustosamente mitico. Ah, dovete sfiatare, forza, respirate. State soffocando nelle vostre mentali pareti stagne di cervelli annacquati.

Il Falò, in verità, è un uomo che ne sa una più del diavolo. Egli disserta di Cinema senza prosopopea pur essendo qualche volta prolisso, dunque malato di logorrea.

Siamo stufi dei critici che fanno venire la diarrea, abbiamo bisogno di un personaggio che indossi il mantello e sgusci tra la foll(i)a non rinunciando, talvolta, a fare volontariamente l’idiota per dare spettacolo e intrattenere la gente moscia.

Comunque, adoro la pelle di camoscio.

Durante questa quarantena, allentai la tensione, parlando amabilmente non solo coi cinefili e gli amanti di Rocky, bensì amando misteriosamente anche di notte.

La gente è artefatta e arretrata, non evolve, non sa cambiare non solo le sue opinioni. Nemmeno il loro look.

Poiché non tutti, anzi, quasi nessuno può essere camaleontico come il Falotico.

E questo è tutto.

Speriamo che, quanto prima, Scorsese giri Killers of The Flower Moon e non fatemi la fine del personaggio che interpreterà Bob De Niro, vale a dire William Hale.

Psicopatico duro a differenza dei geni puri.

Comunque, sulla purezza, non vi metterei la mano sul fuoco.

Anzi, metterei oltre alla mano anche qualcos’altro.

Ah, fessacchiotti, per Natale vi regalerò un ciucciotto e un orsacchiotto.

Ah, guardate. Ho dovuto fare pulizia di molte mie conoscenze su Facebook.

Tempo fa, per esempio, divenni pure “amico” del Misischia, regista di quello che è, senz’ombra di dubbio, uno dei peggiori film del mondo, ovvero The End? L’inferno fuori.

Ebbe ragione Francesco Alò a distruggerlo impietosamente poiché il suddetto film, oltre a essere un horror che avrebbe girato meglio mia nonna Rita, grande fan de La notte dei morti viventi e non so ancora per quanto vivente, ecco, è un obbrobrio dei più repellenti. E non mi riferisco, certamente, agli orribili trucchi del sangue finto che fanno ribrezzo pure a uno senza gusto come Michael Myers di Halloween.

Ecco, questo Misischia fa il sapientone. Dice a tutti i giovani che, per diventare grandi attori e registi, non basta la passione e la bellezza. Bisogna farsi il culo.

Costui, comunque, assomiglia a Orson Welles. Sì, la panza da infernale Quinlan c’è tutta.

Quasi pari a quella di Vincent D’Onofrio in Ed Wood.

Eh sì, Misischia, non si arrabbi. Alcuni nascono come Johnny Depp e altri come Tim Burton.

Per questa mia direttiva da sergente istruttore da Full Metal Jacket, mi sparerà come palla di lardo?

Sì, al Misischia preferisco la pornoattrice Brooks Mischa.

Devo esservi sincero, da giovane non avrei mai pensato che sarei diventato uno stronzo come Bruce Campbell de L’armata delle tenebre.

Adesso, per fortuna, ne sono convinto.

Comunque, al reparto ferramenta, preferisco una donna di buona carrozzeria per mostrarle tutta l’acciaieria.

Saranno cazzi se mi chiederà però soldi per comprarle l’argenteria.

Le regalerò, al massimo, un film di Argento Dario e continuerò a volare sulle ali dorate.

Statemi bene.

Fate sogni d’oro e non fatevi i film.

Tanto non sapete farvi non solo i film, bensì neanche qualcosa di più corposo e cremoso.

Per quanto concerne Edgar Allan Poe, molta gente lo considera un genio.

Ma, come detto, la gente è formata da ritardati.

Io sono molto più bravo di Edgar. Avete ancora dei dubbi?

Ah ah.

Poi, Poe era veramente brutto.

Di mio, ho una discreta faccia da culo, diciamo.

Insomma, voi siete diventati vecchi, marcescenti, orrendi e scheletrici nel cuore.

Io non sono Brad Pitt ma non voglio neppure esserlo. Sai che palle?

Ah ah.

 

di Stefano Falotico

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Prince of Darkness sentenziò: chi si ferma è perduto ma almeno sogna. Chi va avanti è sempre più disilluso. E super audiolibro del Falò! La prigionia della tua levità


15 Jan

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83348946_10215463238076979_177663886294515712_oSì, credo che sia proprio così.

Chi s’arrende, in fondo, non s’è arreso e arrese davvero. Anzi, fu ed è un resiliente che, ben conscio dell’orrore quotidiano, preferisce dormicchiare, aprendo gli occhi a fasi alterne per non spalancare la vita e la vista completamente alla putredine del mondo.

Un mondo ove a imperare è la competizione, ove impazzano le rivalità più meschine e in cui chi non s’attiene a tali precetti di conforme, oscena lotta da uomini e donne nell’animo deformi, eh già, rischia di rimanere fuori dal carrozzone poiché non (in) uniforme.

Meglio, meglio rimanere, orsù, un orsacchiotto e una pagliacciata vivente, un Joker brillante che non sale su nessun carro di pazzi sbraitanti. E che, in mezzo alla strada, ammicca pure ai bambini con fare da clown di Pennywise saltellante.

A differenza però del Pennywise di Tim Curry, non è un pedofilo, mentre l’It di Muschietti piace solo ai non cresciuti maschietti oramai putrefatti.

Il Joker balla col sorriso oggi amaro e domani lieto di offrirvi altri amaretti. Da gustare, bagnando nell’amarezza d’un mondo dolciastro che crede ai buonismi all’amarena e invece è una macedonia acida ove non dovete alzarvi per lavorare di buona lena. Evviva solo l’altalena!

Il Joker conosce la verità e sa che molta gente, i più perlopiù, ah, che pena, vanno a messa di domenica e recitano il mea culpa al calar della sera, (s)confessando le loro colpe settimanali in maniera insincera, quindi al mattino dopo ritornano ridenti peccatori irredenti e aprono bocca coi cariati denti oltre che imputridirsi nel vomito costipato dei loro stomachevoli fegati amari da megere.

Chi va avanti, oh sì, s’illude di amare quando invero vi dico che, forse durante le estive vacanze al mare, trovò una tipa da spiaggia e insabbiò ogni suo calore nel tepore d’un coniugale ombrellone alla penombra dei suoi nuvolosi pensieri e del faro.

Raffreddando il tempo climatico dell’ormone che, in realtà, abbisogna sempre d’un pedalò per prendere il largo e alla(r)garle nel surfare. Scivolando nello stantuffare e in tutte tuffarsi.

Gli uomini innamorati sono quasi tutti naufragati, dunque fregati come una nave fregata oramai affondata. Vivono di retoriche e bacetti, di abbracci e di orizzonti al tramonto del loro Sole sbiadito, scivolato nell’oceano della notte fonda già immalinconita e nella tristezza cupa sdilinquita.

Date loro una scialuppa mentre io andrò al galoppo e un’atra leccherà il mio Calippo.

Notte, vieni a me, nessuna donna più si sfonda ma si sta a galla per non affogare, sì, così è in fondo. Poiché l’uomo libero viene gettato in acqua, mentre l’uomo falso è asciugato nell’essere non più surriscaldato.

Sì, tanto le mogli vivono di fantasie erotiche poco eroiche. Sognano Brad Pitt di Troy mentre il marito va solo a troie.

La vita intera è una troia e allora le persone guardano i porno nelle loro intime biancherie nascoste, dunque nei loro panni sporchi lavati fra le pareti domestiche di disfunzionali famiglie, poi celebrano la candida bontà dopo avere, per l’appunto, magnificato e imbiancato solo una bona con tanto di (can)dito. Non so se bianca o nera ma io sono realista e detesto il manicheismo in quanto sono obiettivo e perciò vi alzo le medie dita.

Imparatelo a menadito, altrimenti sarete squagliati e vi farò divorare dagli squali, oh, miei infingardi bastardi fraudolenti assai inauditi.

Amo anche una cinese con ogni suo difettoso crisma e canto con gli Hare Krishna.

Evviva Mishima.

Sono depresso a morte, al che comunico a un mio amico l’intenzione di suicidarmi.

Lui imperiosamente mi dice:

– Va bene. Prima però passami tutti i tuoi libri non pubblicati. Così, come Cuba Gooding Jr. di Analisi di un delitto, posso scoparmi Ashley Laurence.

Mors tua, vita mea. Non sei Clive Barker ma io sono il demone di Hellraiser!

La vita è un gioco cabalistico, è una (s)montabile cavalla, evviva Cabal!

Sì, i sognatori vivono più felici. Non hanno la preoccupazione che la propria compagna possa mettere loro le corna come quelle del diavolo.

I sognatori non hanno bisogno di affermare che credono a dio per non farsi escludere dagli amici falsamente cristiani. Poiché quest’ultimi, se così non fosse, li considererebbero persone ignominiose non degne d’essere figlie di Gesù.

Scornatevi, mangiatevi vivi in questo atroce jeu de massacre (c)a(r)nale.

Un testo si scrive e si recita così.

Per quanto concerne il resto, divertitevi.

Il vostro mondo non fa per me. Ma chi fa da sé se ne può fare, fidatevi, più di tre. Non ha da rendere un cazzo a nessuno, a qualcuna, sì. Ah ah.

La mia vita rimarrà eternamente (in)finita.

Parafrasando il grande Victor Wong, il mago di Grosso guaio a Chinatown, e il fisico quantistico de Il signore del male:

– Vi avevo avvertito, miscredenti.

Ora, avete risvegliato una forza che voi, piccoli nani umani, non potete più gestire.

Qualcosa che ha distrutto tutte le regole psichiatriche, qualcosa di devastante che ha macellato ogni vostra certezza.

Vedo che forse non capite o forse siete talmente stupidi da voler non capire.

A voi piace prendervi in giro, scherzare, burlarvi del prossimo, blandire, accoppiarvi e sguazzare nel porcile.

A lui no.

E adesso non potete più fare nulla.

Si è spinto troppo oltre. Nell’arcana opalescenza fulgida della più alta trascendenza.

Nell’ectoplasmatica, metafisica potenza di un altrove da cui vi manda questo messaggio a mo’ di monolito di 2001: Odissea nello spazio e di perpetuo moto dell’esservi da misterico, assoluto monito.

Eppure, fra il dire e il fare, tra fanfaronate e mascherate, andate a cagare poiché io sono nessuno ma domani potrei essere Nettuno.

V’infilerò il forcone, riemergendo dalle acque, quindi m’inabisserò ancora ove il Joker Marino conosce Atlantide poiché odio le donne mantidi e tutti gli arroganti.

Sono il principe delle tenebre e non delle cos(c)e tenere, sono orrifico e ancora un’altra faloticata mostruosa qui vi ficco, ah ah, non so se abbiate ben l’antifona capito e, per piacere, non fate per me il tifo.

Cammino e vi benedico. In men che non si dica, nuovamente m’eclisso in maniera giammai da uomo inaridito, bensì ardita da essere oggi fallito e domani fenomenale e sbalorditivo.

Ora glisso, abbasso le glasse, evviva Gotham City e pure Dark City. Ah ah!

Sì, i Modà partorirono un’altra bella canzone. E ricordate: questo non è un sogno. Tu vedi quello che succede realmente…

Che volete farmi? Calma, non vi accapigliate. Sono un uomo che sa creare le giuste atmosfere, un uomo carpenteriano e lynchiano, adoro Kenneth Branagh e Shakespeare, sono pure bello.

Questa è la mia notte.

Ce la vogliamo dire senza fronzoli? Sì, basta con le invidie. Riesco a essere Jon Bernthal di The Punisher, Arthur/Fleck/Joker e anche un grande romantico.

Credo che sia così.

Oggi si piange, domani si ride, domani ce le si dà. E questa è la vita senza se e senza ma.

E questo è il mio falò delle vanità, ah ah!signore del male 4kult

 

di Stefano Falotico

JACK TORRANCE meets JOKER: peccato che non diano più ZELIG, volevo incontrare Vanessa Incontrada ma andrò a vivere in altre contrade


03 Nov

abatantuono ecceziunale veramenteTutti pensarono che fossi timido ma con una bella voce alla Ermal Meta, insomma, non un metallaro con la voce da orco, invece devo solo tirare a campare per poter mangiarvi tutti. Ah ah.

Avete letto l’articolo sui migliori film tratti da Stephen King di Pier Maria Bocchi su FilmTv? Leggetelo perché questo mio pezzo lo sbrana, ah ah

Non vorrei che, Pier Maria, se mai sia dovesse leggere questo mio articolo, dalla rabbia ululasse come in The Howling di Joe Dante.

Come dico io, chi ha il pane non ha i denti e chi non è Alighieri Dante, alla pari del sottoscritto, non potrà mai trasformarsi, dopo la mezzanotte, in un Gremlin.

Poiché, quando scende la notte, l’uomo comune in maniera animalesca s’accoppia e fa le pecorine mentre io, essendo insonne, mi alzo dal letto e vado a mangiare un pecorino.

Sì, non m’è mai piaciuto accodarmi al gregge di pecoroni.

Sì, sono un cabarettista, un comico nato. Trasformo ogni quotidiana disgrazia in qualcosa di grazioso. Anche grinzoso. Sì, mi arrabbio e divento lupesco, quasi un animale ecceziunale veramente come Abatantuono Diego.

Poi mi calmo e divengo adorabile come un cagnolino tenero e delizioso. Ma sì, non dovete allarmarvi quando do di matto, sono il Jack Nicholson italiano. La mia non è pazzia, è istrionismo, versatilità, polivalente fare apposta il deficiente. Almeno, se reciti la parte del demente, tutti credono che tu lo sia davvero e puoi goderti il dolce far niente. Ah ah.

Jack è oramai in pensione, io al massimo, coi pochi soldi che ho, posso passare le vacanze in una pensioncina.
Dunque, a tutti quegli scellerati che continuano davvero a credere che io sia pazzo e da curare, prescrivo immediatamente una visita.

Non dallo psichiatra, però, bensì dal cardiologo. Devono avere davvero la panza piena e un appetito poco da ludri e lupi per trattarmi da agnellino.

Di mio, posso solo dire che Lupo solitario è il miglior film da regista di uno dei migliori amici di Nicholson, Sean Penn.

E col Jack de La promessa ho poco da spartire.

Sì, scioccati da questa mia licantropia benevola, potreste avere un infarto, guardandomi così. Ovvero più in forma di Michael J. Fox di Voglia di vincere quando diventa wolf.

Io sono specializzato nei mostri. Io stesso sono un attore monstre di me stesso. A volte, infatti, mi specchio e vedo un uomo piacente, spesso invece gli altri non si rispecchiano in me poiché, dinanzi al mio fascino da camaleonte, rimangono impressionati. E per invidia mi urlano che sono un porco quando i maiali sono loro.

Ah, sono persone facilmente suggestionabili. Pensare che si terrorizzano a guardare L’esorcista.

Anzi, vi dirò di più. Sconvolti da quello che reputano un mio cambiamento scientificamente inspiegabile, pensano che sia stato il demone Pazuzu a entrare/penetrare nella mia anima.

Suvvia, è gente superstiziosa da Esorciccio.

Di mio, per molto tempo volli spalmare Vanessa Incontrada. A una spagnola non si dice mai di no? O no? Ah ah.

Da quando ho iniziato a fare lo scrittore, sebbene i miei libri vendano poco e dunque non siano dei bestseller come quelli di King, appena una grassona alla Kathy Bates di Misery non deve morire, su Facebook, mi dice che ha comprato un mio libro, le dico di non provarci. Poiché, potrei essere un playboy come James Caan ma anche con lei molto cane.

Lei, di fronte a un mio rifiuto così terribile, capisce che oramai la sua vita sessuale sta vivendo L’ultima eclissi.

In questi anni, vi devo essere sincero, ho incontrato molti ragazzi simili ad Andy Dufresne de Le ali della libertà.

Sulla parete della loro cameretta, hanno affisso il poster non di Rita Hayworth ma della ragazza dei loro sogni. A volte, di nome fa davvero Rita, a volte è solo una bollita che ancora sfoglia le margherite.

Fatto sta che loro sono innocenti ma non riescono a uscire di casa poiché sono legati al letto come Carla Gugino de Il gioco di Gerald.

No, non hanno ammazzato nessuno ma sono semplicemente pazzi. Si sono rinchiusi da soli nella loro eterna adolescenza complessata da Carrie.

Comunque, sono simpatici. Quelli antipatici sono i cinquantenni frustrati che, non riuscendo più a scopare la moglie, ogni sera riguardano Stand by Me – Ricordo di un’estate.

Li comprendo. La loro moglie è più racchia di Shelley Duvall, appunto, di Shining.

Eppure, malgrado questi panzoni s’immergano nei lieti ricordi della loro infanzia felice per allontanarsi dal presente e, di patetiche reminiscenze passatiste, celebrare le loro melanconie, manco in questi momenti magicamente lirici sono realmente contenti.

Poiché ricordano che, in effetti, anche la loro infanzia fu uno schifo. Trovavano difatti sempre qualche bullo come in It.

Alcuni si sono salvati, sì, non hanno incrociato sulla loro strada un pedofilo come Tim Curry ma solo un pagliaccio come il clown di Pennywise della cagata di Muschietti.

No, questi qua non sono Tim Robbins di The Shawshank Redemption, nemmeno quello di Mystic River. Peccato però che non abbiano la fantasia di King e non sappiano dunque godere neppure del piacere delle loro esistenze horror.

Sì, molti di questi pseudo-adulti cazzuti si credono fighi come Matthew McConaughey de La torre nera.

Ho detto tutto. È la peggiore interpretazione di Matthew.

Queste persone però sono intimamente consapevoli di essere impresentabili. Al che, per fare i duri, hanno abbracciato le teorie filo-scioviniste di Hitler e compagnia non tanto bella.

Insomma, sono dei rincoglioniti come Ian McKellen de L’allievo. Di mio, che posso dirvi? No, non sono un tipo viulento al cento per cento come Diego, sono un giocoliere della mia anima come Maradona. Maradona non aveva bisogno di allenarsi. Cioè di stare assieme agli altri per migliorare. Anzi, a contatto coi brocchi, avrebbe perso il suo genio e avrebbe disimparato.

Gli altri si facevano il culo tutta la settimana mentre Maradona saltava tutti gli allenamenti.

Ed è per questo che Paolo Mereghetti è laureato in Filosofia e io no. Ma sono più bravo di lui sia come critico che come uomo.

 

di Stefano Falotico

nicholson shining

A volte ritornano: sono Undi di Stranger Things mischiata allo sceriffo Jim Hopper di fenomeno paranormale da mogwai


09 Jul

strangerfalotico

mogwai

Ecco, state guardando la terza stagione di Stranger Things?

Avete notato la didascalia che compare e poi subito scompare, in alto a sinistra dei vostri schermi, all’inizio di ogni episodio? Cioè quella che fa riferimento ad alcune scene fortemente intermittenti che potrebbero turbare la vostra sensibilità?

Ecco, io nella mia vita turbai un cretino, essendo un uomo fotogenico, di altissima percettività e sensorio talento inaudito, diciamo un enfant prodige da Millie Bobby Brown, preso da tale ignorante per uno schizofrenico congenito, probabilmente pure per un demogorgone ebefrenico.

Ah, questo qui mi fa davvero ridere.

Adesso, eh già, ho un nuovo stalker indefesso, invero fessissimo, che su YouTube urla ai quattro venti che sono matto e solo come un cane.

Vari miei amici sono intervenuti in mio soccorso, innanzitutto per smentirlo e restituirgli pan per focaccia ma quest’individuo, uomo che agisce nell’ombra per farmi infuriare, provocarmi e distruggere la mia reputazione, così come ha sempre fatto da malfattore mai visto, infatti è un criminale invisibile, provocandomi subdolamente per indurmi a reazioni scomposte e scriteriate tali che, agendo io così, in maniera cioè ingenuamente istintiva, scompensato psicologicamente, lui possa asserire per l’ennesima volta, denunce alla mano, che io sia in effetti, indifendibilmente, un soggetto instabile e pericoloso, ovvero un maniaco delirante paranoico e che, senza alcuna ragione, lo attacchi villanamente e attenti alla sua incolumità integerrima, ecco… questo vile, malvagio personaggio, forse peggiore dei russi gerarchi fascistoidi, appunto, di Stranger Things 3, si diverte col sottoscritto a sperimentare i miei livelli di criticità mentale, insistendo come un animale affinché io crolli e lui possa divertirsi come un matto alle mie (s)palle.

Oramai, questi suoi giochetti infantili da malvivente ridicolo, sono stati scoperti da un pezzo. Qui c’è un solo pazzo. Cioè costui. Il quale, dall’alto della sua prosopopeica codardia, continua a gettare fango sulla mia persona al fine che, come sopra dettovi, io esploda, perda la pazienza e mi metta nei guai.

Sì, per incastrare questi Jeff Daniels di Debito di sangue, questi Dente di fata, altresì denominato/i epiteticamente ma poco epicamente Fatina dei denti, vale a dire Tom Noonan/Francis Dolarhyde di Manhunter, bisogna adottare la strategia da Actor’s Studio di William Petersen dell’appena menzionatovi capolavoro di Michael Mann.

Oppure, semplicemente, senza spappolarsi il fegato e spremersi le meningi, immedesimarsi sempre in Tom Noonan di un altro capolavoro di Mann, Heat.

Acchiappare le notizie dell’etere e consegnarle ad Al Pacino/Vincent Hanna.

Cioè a psichiatri legali che ora gli daranno davvero l’inaspettato, freddissimo ben servito.

Sì, dietro la tastiera di un pc, gli psicopatici vanno fortissimo, oggigiorno. Ed è difficile, una sfida senza regole, beccare questi falsissimi doppiogiochisti “amici” come Al Pacino, però di Righteous Kill.

Le sue offese sono inequivocabili. Le capirebbe anche Gaten Matarazzo…

Non v’è bisogno infatti di conoscere impensabili equazioni trigonometriche da Einstein, forse conosciute soltanto dal Dr. Clarke/Randy Havens di turno, né sussiste la necessità di rivolgersi a Christopher Lloyd di Ritorno al futuromasterpiece zemeckesiano immortale, per capire che costui si sbellica, come Biff Tannen, a blandire, offendere il mio da lui (pres)unto George McFly.

Sì, costui va ancora a dire che io soffra d’incurabili patologie psicofisiche, tipo morbo di Parkinson alla Michael J. Fox, perché non gli va giù che io sia uno scrittore appunto come George McFly, un uomo fantascientifico e iper-immaginifico, forse magnifico, mentre lui è rimasto il Kiefer Sutherland di Stand by Me e un mezzo pervertito pagliaccesco come Tim Curry/Pennywise dell’It in due puntate televisive di Tommy Lee Wallace.

Invero, assomiglia anche a Tim Curry di Legend ma non è simpatico come il Curry di Mamma, ho riperso l’aereo: mi sono smarrito a New York.

Credo che uno dei film preferiti della sua infanzia sia Piramide di paura. Sbaglio?

Dunque, io sono Sherlock Holmes?

Elementare, Watson…

Ecco, a essere proprio sinceri, costui sembra infatti fermo alle elementari.

A distanza di tempo immemorabile, continua a credere che io sia uno del “club dei perdenti”.

Non solo io, pure i miei amici. Tutti, senz’eccezione alcuna.

Lui dichiara che ha vent’anni e che io e i miei amici, da lui pubblicamente derisi e di cui, senza vergogna, fa nome e cognome, siamo dei falliti perdigiorno, degli uomini soli come se cantassimo, dalla mattina a sera, il celeberrimo ritornello dei Pooh…

dio delle città e delle immensità…

Secondo quest’esimio genio degli stivali, figlio della cultura più stolta dell’italiano stivalone, tutte le persone, eccetto lui naturalmente, sono dei poveretti. Lui li apostrofa così: vi si vuole bene, tenerezze.

Gli ho replicato con misurata delicatezza, ricordandogli che, se è vero come (non) è vero, che lui ha vent’anni, per permettersi di trattare chiunque in questo modo superbo, insultante e plebiscitario, deve essere indubbiamente figlio di Trump, dato che nella vita non dovrà mai lavorare un solo giorno e potrà dunque concedersi il lusso della sua smodata arroganza, oppure è un idiota.

Secondo voi, la seconda possibilità è più attendibile? Optiamo tutti appassionatamente per un insindacabile sì, fermo e deciso?

Chiediamo a Tonino Di Pietro.

Inappellabile!

Ora, vi racconto quanto segue, sperando di non tediarvi.

Ecco, può succedere che l’adolescenza sia un periodo difficile, anzi lo è per tutti. Basti vedere Stranger Things 3.

Allora, può anche accadere di cadere, cascare in depressione. E, se vieni preso di mira dal Billy Hargrove/Dacre Montgomery di turno, il quale a sua volta si attornia di bimbette incoscienti che si credono già arrivate, cioè Erica Sinclair/Priah Ferguson, capitalisticamente furbissime, tant’è che sembrano dei mandingo decerebrati, ah ah, non è facile uscirne…

È il bullo quello che comanda, che detta legge, che plagia i deboli suoi succubi, è lui il leader. Il manovratore di tutto il gioco. E tutti gli imbecilli come lui gli danno retta. Che catena di Sant’Antonio…

Allora, se si diventa la preda di tale bamboccio malcresciuto come Hargrove, uno che vuole fare il figone e risultare macho agli occhi tristi di donne bone e navigate come Cara Buono (donna in crisi di mezz’età che non sa manco lei cosa dalla vita voglia e brama solamente le sue cosiddette voglie), ma a conti fatti è un coglione che se le fa nelle mutande perfino col padre, è capace realmente che le persone geniali vengano scambiate per dementi e invece il demente suddetto passi per grande uomo.

Sì, potreste diventare, in seguito a frequentazioni sbagliate, degli eterni Will Byers.

Quella che si chiama, appunto, in termini diagnostici una condizione d’impasse esistenziale, forse esistenzialista, una condizione (dis)umana di enorme passività, di mutismo apatico, addirittura di disagio ai limiti dello psicotico più apparentemente falotico…

Allora, potreste chiudervi, essere devastati nell’autostima e ammalarvi veramente.

Vi sarete fatti ingabbiare ma soprattutto gabbare la vita da uno che vale quanto un barattolo di senape…

Tale stalker, ad esempio, scrive nelle sue missive che, nonostante le sue violenze psicologiche da irredento impunito, sarà lui a denunciare di essere stato offeso, allarmando gli organi di competenza giudiziaria al fine benefico, oh oh, che i difensori della loro ligia umanità, cioè noi, siano penalizzati perfino con robuste sedazioni farmacologiche allo scopo pre-cautelativo, da Minority Report, di curarli dalla loro giustezza.

Insomma, un uomo che conosce benissimo, non c’è che dire, la parola giustizia.

Bisognerebbe però che, appunto, sanasse innanzitutto la sua ignoranza e la sua panza, nostro tenerone.

Gli organi giuridici, alla sua prossima mossa falsa, gli diranno che nessuno è in cura ai centri di salute mentale, che nero su bianco è stato attestato che ci son stati parecchi errori. E che il maniaco è appunto lui. Non viceversa.

E, se insisterà, psichiatri e polizia prenderanno il suo bel Gremlin e gli faranno un bel festone.

Eh sì, dinanzi ai testardi, forse ai tardi, una svegliata e una ripassatina è necessaria.

Ma leggiamo, con attenzione, cos’ha scritto.

Ha scritto, testuali sue parole, matto e solo. Non si può velare la cosa…

Ora, se uno definisce pubblicamente matto chicchessia, è passibile di denuncia gravissima.

Per due principali motivi che insegnano al primo anno di giurisprudenza.

Se la persona che ha ricevuto tale scellerata offesa è matta davvero, in virtù proprio del suo stato di psicologica vulnerabilità, non si può offenderla in alcun modo. Tantomeno a livello pubblico.

Se invece non è matta, trattasi semplicemente di enorme calunnia. Ancora peggio.

La pena per questo tipo di offese è devastante.

Soprattutto se ogni cosa è oramai stata svelata…

Vi ho già svelato, peraltro, in un precedente post, chi sia tale fantasmino tanto “carino”… che fa tanto lo stronzone.

Ripeto, gli andrebbe evidenziato, con tanto di sottolineatura in rosso, che nella vita si cresce così come i ragazzi di Stranger Things 3, mentre lui è rimasto un Cicciobello.

 

manhunter william petersen it stand by me sutherland piramide di paura holmes

Stranger Things SEASON Season 3 PHOTO CREDIT Netflix PICTURED Millie Bobby Brown

Stranger Things
SEASON
Season 3
PHOTO CREDIT
Netflix
PICTURED
Millie Bobby Brown

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Consigli per giovani scrittori intraprendenti e cinematografari di grandi speranze che non vogliono finire come il Pennywise Tim Curry


12 May

finding neverland depp hoffman

faloticoit

pennywise curry

 

 

 

 

 

Ebbene, partiamo dalla scrittura. Da cui si spesso si origina un film. Poiché un film, ovviamente, necessita pressoché sempre di una sceneggiatura di partenza.

Charles Bukowski, ad esempio, come sappiamo, è stato uno scrittore involontariamente innovativo. Cioè, la sua prosa cinica, irruenta, goliardica, perfino burlesca e dissacrante, incentrata sul quotidiano e sulle sue alterne sfortune, sui suoi disagi esistenziali di ogni giorno, ha avuto enorme successo e mietuto fan, generando proseliti d’imitatori a iosa, a dismisura.

Perché la gente comune, nelle sue autobiografie bizzarre e spassose, tragicomiche e irriverenti, in un modo o nell’altro si riconosceva e si riconosce tuttora. Basti pensare alle citazioni, tratte dalle sue piccole o grandi opere che impazzano, incorniciate, su Facebook sugli sfondi colorati.

Pillole folli di saggezza distillate con acume e gusto del sano sberleffo alla vita porca e miserabile.

Dunque, anche se non sei un barbone ma un commendatore di un’azienda con diecimila dipendenti, che ne so, sulla tazza del cesso leggi Bukowski e defechi con più scioltezza. Liberandoti di tutte le scorie, evacuando lo stress nell’immedesimarti, quasi corporeo, negli sfoghi di Charles. Stronzeggiando con più aplomb, diciamo.

Ma Bukowski, così come molti scrittori anche odierni, sì, scriveva i suoi testi con la macchina da scrivere.

Ma, va detto, che non era un correttore di bozze. Lui inviava i suoi manoscritti nella forma migliore possibile ma non credo che conoscesse le tecniche dell’editing.

A impaginare, allineare i suoi testi, a ripulirli dagli eventuali refusi ci pensavano i redattori della sua casa editrice.

Detto ciò, a tal proposito, un mio amico mi ha inviato un suo testo. Affinché, prima della pubblicazione, possa esprimergli un mio giudizio e aiutarlo già a correggere alcuni errori.

Nel suo testo, ho subito ravvisato tre sviste piuttosto comuni.

Ovvero, se si scrive un testo in Times New Roman, poi lo si seleziona tutto e lo si conforma al carattere che va oggigiorno per la maggiore nei testi pubblicati, vale a dire il Garamond, tutti gli apostrofi rimangono comunque in Times New Roman.

Un altro errore diffuso è scrivere i puntini di sospensione così: …

Mentre vanno compressi.

È facilissimo, digitate i tre puntini, poi premete Invio.

Poi, quasi nessuno usa le virgolette giornalistiche per aprire un dialogo, bensì inserisce il semplice trattino.

Inoltre, pochi scrittori alle prime armi giustificano il testo. Nei siti in WordPress, come questo, ci sta, anche perché alcuni sono sprovvisti della giustificazione. In un libro, è buona regola giustificare.

A meno che non si voglia fare gli alternativi.

Quindi, passiamo al Cinema.

Tutti vogliono girare il loro primo film come David Lynch.

Sì, vi siete impazziti davvero?

Bisogna partire dal molto piccolo, come diceva Victor Wong in Grosso guaio a Chinatown, per arrivare alla magia immensa.

Che cosa vi siete messi in testa? In linea teorica, potreste pure essere più bravi di Lynch, anche se fortemente ne dubito, ma dovete inizialmente partire coi cortometraggi, con storie semplici.

E vedrete che commetterete già molti sbagli. Soltanto sbagliando s’impara e si diventa grandi.

Dunque, vedete di non fare gli esaltati. Sennò, per voi, prevedo bocciature, inculate, batoste e figure di merda a volontà, malgrado il vostro lodevole impegno. Vi dovete, detta volgarmente, prosaica e poco sobria, farvi il culo! Per la madonna impestata, fradicia!

Tutti dicono che sono i nuovi Christopher Nolan. A parte il fatto che a me Chris fa alquanto cagare…

Sì, e Interstellar con quali soldi me lo girate? Chi ve li dà duecento milioni di dollari?

A stento arriviamo a fine mese. E mi sa che, se continuerà così, mangeremo pasta e piselli (o erano fagioli?) come ne I soliti ignoti.

Molte donne, invece, per non avere il piatto, come si suol dire, che piange, divorano solo i piselli. Ma si sa…

Vedete perciò di moderarvi, di abbassare quelle creste da galli e siate, per piacere, modesti.

Sento pure dire che, se aveste i soldi che la Warner Bros dà a Nolan, filmereste anche voi un capolavoro, semmai pure migliore.

Forza, l’asilo nido vi sta aspettando. Stasera, c’è la recita parrocchiale intitolata Luisa vuole bene a Luigi. Con una fotocamera comprata all’Expert, sì, potrete filmare discretamente i vostri figli per le memorie Total Recall di tutta una vita in famiglia. I figli so’ pezz’ e cor’. Anche se tu, donna fedifraga, fai le corna a tuo marito mentre lui è al bar che mangia i cornetti. Da cui forse il film Strade perdute.

Infine, finisco appunto con questa: molti sedicenti cineasti falliti adesso si sono dati al porno. Sì, da falliti che sono, ora son fallici e basta.

Sì, raccattano qualche baldracca da qualche parte e, sempre col cellulare, filmano i loro accoppiamenti con tal bagascia con la cellulite. Poi, vendono il materiale “pregiatissimo” agli allupati del loro rione. Per tirare… a campare. Sì, più che strada per l’Oscar e il Nobel, sono ambizioni andate a puttane.

 

In fede,

Johnny Depp di Neverland.

Uno che scrive una storia, il suo editore comincia a leggere le prime righe e, imbarazzato, pensa che sia una bazzecola. Poi finisce il libro e rimane incantato. Non sempre ma spesso sì. Sì, funziona. A me funziona, a te no. Ecco, ultimo consiglio prima di fumarmi un’altra sigaretta. Voi vi credete uomini adulti e arrivati, invece mi sembrate sempre più Tim Curry di It. Sì, dei mezzi pedofili pervertiti che spaventano i giovani e danno loro l’appellativo di bimbi-minchia. Che pagliacci!

Perché oramai non credete più a nulla. Vi siete parati quello con un lavoretto, è domenica, con chi gioca il Milan? E guarda quant’è bona quella sugli spalti. Ammazza, che super patonzolona.

 

E ho detto tutto. Siete da fognature, diciamocela.

di Stefano Falotico

 

Keanu Reeves, il trailer di IT: Chapter 2, proposte lavorative allettanti, sarà un’estate Stand By Me?


10 May

keanu reeves wikipedia reeves fan club

 

 

 

 

 

 

 

Non so cosa stia succedendo e non voglio saperlo.

Sono pervaso da una forza psicofisica imprevista. Io stesso me ne stupisco.

Sono oramai uguale a Michael J. Fox di Voglia di vincere nella versione licantropo.

Dopo anni di bullismi, prese per il culo devastanti, una vita da nerd fuori tempo massimo, fioccano gli apprezzamenti, le ragazze mi cercano, smaniano per me, sono dunque costretto a bloccarne molte per evitare casini, mi state facendo impazzire.

Prima, lo ammetto, fui un pazzo sui generis che aveva la sua dignità. Sì, rannicchiato nel buio asmatico delle mie ansie, trascorsi tutta l’adolescenza afflitto da stati mentali bergmaniani, fra nevrosi di self control asciugata in disturbi ossessivo-compulsivi, notti insonni da After Hours, sogni sbriciolati come neve al sole in albe crepuscolari come il Nosferatu kinskiano di Herzog.

Fui poi accusato di deliri allucinatori di natura uditiva. Insomma, la mia fantasia visionaria fu scambiata per malattia mentale quando, invero, vagheggiavo solo una pornoattrice, e non starò a dirvi chi, praticamente tutte, ah ah, che riscaldasse il freddo della mia anima pietrificatasi nel rigor mortis della mia catatonia espressiva.

Mi diedero dello schizofrenico, del ragazzo perduto nella solitudine della fobia sociale, quindi del misantropo hater che bazzica solo i social e i centri sociali.

Ah ah.

Uno schifo, davvero.

Fui insomma scomunicato ufficialmente dal mondo come Keanu Reeves nel finale di John Wick 2.

Solo come un cane, pensai anche di comprare un cagnone. Ma non avevo i soldi per curarmi i cariati canini.

Mi diedero dunque, ingiustamente, del paranoico solo perché la scomunica, in effetti, ci fu davvero. Fui pigliato per un complottista troppo amante di Amleto.

Del principe perfino macchiavellico e attentarono alla mia purezza, inducendomi ad accoppiarmi bestialmente con la prima venuta.

Sì, nella vita incontrai vari Pennywise. Questi bulli/pedofili come Tim Curry, questi adulti con gli scheletri nell’armadio che spuntavano dai tombini delle loro esistenze tristissime poiché già infognatesi nella perdizione triviale delle loro bassezze più (s)porche.

Scappai, forse anche scopai, può essere e l’ex vicino del mio palazzo, il vecchio Ionata, non prendeva mai con me l’ascensore.

Perché mi riteneva appunto matto? No, perché reputava che fossi troppo timido e lui, nel tragitto dal piano terra al terzo, in cui abitava, aveva bisogno di qualcuno che lo ringalluzzisse. Dicendogli:

– Ah, visto che sole che c’è stamattina?

– Sì, sono vecchio ma questo caldo mi spinge a saltarle addosso.

 

Non vorrei scendere nei dettagli ma lasciamo perdere.

Al che oggi, dopo aver scritto più libri forse di Stephen King, li trovate tutti su IBS.it e sulle maggiori catene librarie online, dopo aver dedicato un intero saggio monografico al re dell’horror John Carpenter, presto anche in versione internazionale, tutti mi vogliono.

Mi bramano. Non so se mi amino o se siano solo leccate di culo.

Cioè, son passato dalle malinconie alla Luigi Tenco al fanatismo idolatrico della gente che m’ha preso per Elvis Presley. Ah ah.

Non scherzo.

I ragazzi m’inviano i loro manoscritti per ricevere consigli, dopo una vita da coniglio, son corteggiato dalle conigliette, il fan club italiano di Keanu Reeves ritwitta un mio articolo e la sua admin mi dice che mi farà conoscere dal vivo, appunto, Keanu. Ma devo andarci piano.

Mentre una signora molto altolocata mi ha fatto la proposta di lavorare per una cineteca molto importante.

Oddio, chiamate l’ambulanza.

Ah ah.

Oppure L’avvocato del diavolo.

Sì, ho molto del Reeves.

Avete visto come recita Keanu? Sembra Marlon Brando a volte.

Non dice una parola, come me, ma ha carisma a pelle.

Diciamocela. Keanu Reeves è un genius.stand by me sutherland

it skarsgardKeanu Reeves

 

di Stefano Falotico

I social e Facebook sono strumenti che distorcono la realtà e la gente “bluffa” dietro profili falsi? Secondo me è spesso il contrario, è la realtà falsa e troia a ingannare


07 Aug

Stephen King

Una delle grosse panzane e dicerie, che fa tanto felici i sociologi e gli psicologi della mutua, i quali par non vedano l’ora di poter demonizzare i social, additandoli come prodotto avariato di una società allo sbando e “senza valori”, è quella secondo cui Facebook sia ingannevole. Perché la gente, nascondendosi dietro profili falsi, può dunque bluffare e raggirare il prossimo, turlupinarlo e fargli credere cose assurde.

Sì, è così, infatti. Ma per gli idioti. Che raccontano frottole sul loro conto, si professano professori quando invece hanno appena la quinta elementare, e si spacciano per chissà chi. A vanto della loro pochezza, soprattutto morale e dell’oscena distorsione che praticano in particolar modo su loro stessi, nel contraffare la loro dignità per qualche Mi piace in più.

Sì, avrei da raccontarvene. Gente che scrive di aver frequentato le università più prestigiose, di possedere titoli accademici altissimi, che invero è moralmente, appunto, abietta, bugiarda, mentitrice e dunque “meretrice” su tutto.

Una settimana fa, ad esempio, mi contatta una ragazza. Mi chiede, come si suol dire, l’amicizia. Io ci vado sempre piano… al che, prima di concedergliela, scruto tra le sue foto per notare se gatta ci covava.

Mi sembrava, onestamente, un profilo vero. Una ragazza simpatica con tante foto di lei in compagnia di amici e amiche. E col suo gatto mentre lo massaggiava fra un risotto e un piatto d’insalata.

Ok, amicizia accettata.

Lei comincia dunque a scrivermi:

– Ciao.

– Ciao.

– Posso conoscerti?

– Conoscere ha un significato ampio e diversificato. Sì, possiamo scambiare due chiacchiere. Scusa, mi hai scovato nel Trova Amici? Sì? E perché mi hai inviato l’amicizia?

– Ho visto, per caso, un paio di tue foto. Mi sembri un tipo in gamba. E poi anche una brava persona.

– Brava persona… da cosa l’hai dedotto? Perché nel mio profilo non ci sono foto di me con un’ascia che sgozzo la gente? E, se ci sono, quello non sono io. È Michael Myers di uno dei miei film preferiti, Halloween.  Sì, comunque a conti fatti, sono bravo. Non vado però a messa la Domenica, qualche volta, se i miei ormoni non “ci stanno dentro”, mi faccio qualche seghina, ah ah, sempre che non possa “usufruire” della materia prima, non sono ricco come Berlusconi, quindi non sono corrotto perché la gente troppo ricca, fidati, o è Zuckerberg, che ha avuto l’idea geniale che ha sistemato lui e le sue tremila generazioni a vita, oppure ha delitto. Delitto non sta qua infatti per uomo derelitto e neppure per sinonimo di reato. Delitto, non molti lo sanno anche se hanno la cattedra alla Bocconi del cazzo, è il participio passato di delinquere. Che comunque è pur sempre un crimine.

Sì, Berlusconi delinquette. Delinquette è la terza persona singolare del passato remoto. Word vi darà errore perché “delinque” di approssimazione. E dunque Berlusconi è un delinquente. Che, in quanto uomo che ha delitto, e qui torniamo al passato prossimo, prossimo poiché abbastanza recente, si è fatto soldi a palate. E col suo potere corruppe tante donnette. Godendo di molti diletti e, traviato, debosciato, degenerato, scopò ogni zoccola “legalmente” di letto in maniera sghemba fra le gambe eppur mai troppo diretto, per sviare la legge sulla prostituzione minorile. Altrimenti, sarebbe stato inculato per direttissima.

Sì, un chirurgo può avere tanti soldi ma non così tanti da averne così tante…

Perché il chirurgo non ha delitto. E soprattutto, a differenza di Berlusconi, poco retto, che pagò avvocati e giudici, non ha “diritto”.

Sì, sono una brava persona anche se non navigo nell’oro.

Ho scritto molti libri ma non guadagno come Stephen King. Peraltro, se in uno dei miei libri, scrivo che in quella cittadina c’è il clown di Pennywise, interviene il centro di salute mentale per appurare se sono schizofrenico. Se lo scrive, come già in maniera celeberrima, lo scrisse King, ci fanno un sacco di film. E lui guadagna dieci volte di più coi diritti d’autore.

Va be’…

Sì, sono una brava persona. Ma non sono ancora “sistemato”. Sistemato nella nostra società equivale a non credere più nella forza della poesia e dell’immaginazione ma lavorare in comune. Parlare di Calcio per otto ore coi colleghi fantozziani, fingendo di svolgere le “pratiche”, e guardare di sottecchi il culo della segretaria del “capo”. Sì, la gente sistemata sta “bene”. Dei morti in vacanza…

Sì, sono un bravo ragazzo, non faccio parte della mafia ma mi piace Goodfellas.

– Ottimo, lo sapevo che eri una brava persona. Intuito femminile. Io sono una parrucchiera per uomini. Vieni a fare lo “shampoo” da me?

– Lo shampoo da te che vuol dire?

– Ecco, io ora apro la cam e te ne do un “(m)assaggio”. Me la rado tutta in diretta. Tu guarda. Se ti piace, passiamo a cose più “sostanziose” e reali. Sappi che appena accendo la cam, mi devi dare 50 Euro ogni 30 secondi. Ci stai?

– Sì, ci sto. Adesso chiamo la polizia postale e t’inculeranno loro. Dandoti una bella sciacquata e lavata di cap(r)a. Bagascia!

 

Questo per dire che siamo pieni di porci e porcelline… e io non ci sto!

Facebook è ingannevole per le puttane, per chi non ha niente da nascondere, no, non lo è. Anzi. Dai suoi scritti, dalle sue foto e dai suoi post, viene fuori tutta la splendida verità su una persona.

Ed è in questo caso che la realtà è più ingannevole di questo “tipo” di Facebook. Facebook, se ben usato, permette di stringere amicizie vere, è la realtà spesso stronza, ove se non indossi la maschera sociale e ti attieni alle etichette più farisee, vieni maltrattato, deriso superficialmente e “bannato”. Un macello.

 

Io vi benedico, figlioli e figliuole.

 

 

di Stefano Falotico

All’IT del Muschietti preferirò sempre il mio presepe col muschio, e alle canne dei gustosi cannelloni


19 Oct

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Sì, è uscito finalmente il film più terrificante di sempre, così dice la Warner Bros Italia, frase ad effetto che è un’iperbole di cattivo gusto e un chiaro specchietto per le allodole per i fessi che davvero possano credere a una sesquipedale affermazione di questo genere. Film che credo non vedrò al cinema, invero ho già visto in streaming sottotitolato. Mi stupisce la nuova stupidità di questa nuova “Critica” che davvero pensa che questa pellicola sia un onorevole omaggio al capolavoro di King, e ancor più rimango allibito quando King afferma che questa versione gli è piaciuta. Ora, patti chiari e amicizia lunga, sia la miniserie con Tim Curry che questo film del Muschietti non rendono affatto giustizia a King, che sarà stato pagato fior di quattrini, come se non avesse abbastanza, per dichiarare che ne è rimasto entusiasta. Personaggi abbozzati, massiccio uso fastidioso del digitale, scene splatter di rara bruttezza, sia emotiva che psicologica. Quando capiranno che i grandi film horror non sono quelli che mostrano le più brutali efferatezze, con qualche eccezione alla regola, ma quelli che trasmettono paura dal nulla, dal non detto, alimentando l’immaginazione e stimolando gli incubi più feroci?

Questo IT è palesemente un’operazione commerciale per teenager che desiderano qualcosa di “spicciolo” per cagarsi un po’ nelle mutande. Tutto qui, lasciate stare chi lo apprezza e ne scrive bene. Ora, non detestabile ma neanche questa vetta di cui molti parlano con poca cognizione di causa.

Meglio la mia casa, ove a Natale “allestivo” il presepio, con tanto di Pennywise che come un re mago dà al Gesù bambino un bacio sulla fronte, espiando i suoi peccati.

Francesco Alò, che più passa il tempo e più delira sui film, sostiene che il Pennywise della miniserie era un pedofilo, mentre questo è un bullo. Anche questa devo sentire.

In buona sostanza, qui c’è molta gente che ha fumato robaccia.

Mangiate invece i miei cannelloni, con la “besciamella” della mia mente saporita che ama le pietanze sostanziose, non le schifezze che lasciano insoddisfatti i palati fini.

 

di Stefano Falotico

 

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A grande richiesta, le mie considerazioni videoludiche su IT, sulla vita in quanto (f)essa


07 Aug

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Apprezz(i)ate, spero, me lo auguro di cuore mentre mangio un’anguria, questo mio video rimembrante un mio vecchio scritto, dunque “rieditato” in versione deluxe di mia voce sinuosa. Mentre l’umanità, in tal mondo opaco e di offese parco, più che altro porco, si affanna in bagni marini, attendendo il Ferragosto per la grigliata in boxer, io mi diletto nel solito (di)legg(i)o. Ieri come oggi, non cambio e proseguo nella mia vita spesso sola, meglio della vostra assol(a)ta, in punta di piedi, sciorinando saggezze degne di un uomo che vive sulla montagna dei pensieri. E in questo pen(s)ar continuo, in questo rimestio di incognite abrasive, mi rendo lustrante per il mio cervello collegato all’uccello pimpante, invero poco pompante e più spesso “poppante”, navigando a prua nel deglutir le rancide prugne, e sognando le poppe… del “sorbetto” mio intestinale. Mentre la società si danna, come ogni anno, a farsi guerra, io insisto nella vi(t)a fatta(si), eh sì, sfatta, persona di me immolato a capolavoro. Molti, non pochi invero, per matto mi scambiano, ma io quattro chiacchiere scambierò anche oggi pomeriggio con gli operai che nel pa(la)zzo di fronte metton su mattoni. Sono un paroliere che gioca con il ver(b)o e odio Anna Praderio, donna che tutto il giorno parla di Cinema senza capirci un cazzo, “obliterata” nel berlusconismo e nel gossip più ciarliero di cazzate. Una cazzona pagata a peso d’oro, inversamente proporzionale alla sua anoressia di bulimia stronzeggiante.

Perderò tutto ma so già dapprincipio che La Torre Nera sarà una cagata immane.

E ricordate: due al bue, sette e l’ospedale t’aspett’, nove e mamma frigge le uove. No, le uova, cari erotomani. Ah ah!

Evviva il Canova, compratevi una canoa e non pagate il canone, un cannone e un cannolo e tutto si fa più coglione.

Che sei tu, non io, forse lo è anche Dio.

 

di Stefano Falotico

In flebile attesa de La Torre Nera, qualcuno sostiene che tutti i film tratti da King siano mediocri


06 Aug

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Ora, non mi aspetto molto dall’accoppiata Elba-McConaughey e le negativissime critiche americane mi dan ragione e “stimolano” questo mio pensiero. Ma ho trovato quest’articolo che mi ha turbato come un Pennywise coi suoi palloncini “galleggianti”. Costui sostiene che, eccetto Shining, tutti i film tratti da King siano delle schifezze. Ora, concordo sul tv movie IT, che vale solo per il make up di Tim Curry, ma che bestemmia. C’è da dire che molte trasposizioni in effetti sono inguardabili, ma quanti invece ottimi film tratti dal maestro dell’horror.

di Stefano Faloticozona_morta_11 00048811

Genius-Pop

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