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Sfatiamo i miti e i sex symbol: Brad Pitt ha avuto solo 27 donne, meno di Fonzie e del meccanico vicino casa mia. Io, invece? Qualcheduna, di qua e di là ma sto bene ora con lei


15 Aug

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Sì, a conti fatti e rumors inclusi, il tanto decantato e magnificato, dal gentil sesso, Brad Pitt, ha avuto soltanto 27 cosiddette relationship(s).

Peraltro, alcune di queste donne sono donne solamente a livello ormonale. Alcune di loro, difatti, sono delle malafemmine, delle donnacce, in parole povere delle poverette, dette altresì bagasce, baldracche, ovvero donne come Gwyneth Paltrow. Una che vinse un immeritatissimo Oscar per un film stra-romantico e iper-brutto-super dolciastro, cioè Shakespeare in Love, dandola ad Harvey Weinstein, produttore della pellicola e, come sappiamo, oramai celeberrimo “caimano” di Hollywood che fa un baffo a ogni Berlusconi di sorta, diciamo pure di sorca.

Al che, rinnegò il suo fallo (inteso ovviamente come errore, vero?, non pensate male), sì, ripudiò e insabbiò il fattaccio, sputtanando il tycoon succitato, sempre maniacalmente eccitato.

Affermando che all’epoca amò Brad Pitt, il quale assomigliava ad Erik Everhard, celebre pornoattore canadese, mentre oggi, dopo averla data a bere e vedere a tutti, la sventola e svende sul suo sito con tanto di calco vag… le da merchandising come adultdvdempire.

Una donna veramente con le palle, cazzo.

Poi, nel carnet di donne carnali e scarnificate dal premio Oscar di C’era una volta a… Hollywood, compaiono in prima linea la sua ex storica, Juliette Lewis, Demi Moore e Thandie Newton.

Allora, la prima è una mentecatta che distrusse psicologicamente Lenny Nero/Ralph Fiennes di Strange Days e fu imboccata, in Cape Fear, da De Niro.

Sì, da allora in poi, Ralph Fiennes interpretò Spider e i film più melensi di Wes Anderson.

Vedete? Una donna può ridurre un uomo puro da poesie di Umberto Saba, un cattivone di Schindler’s List in un povero coglione peggiore di Woody Harrelson di Natural Born Killers.

Demi Moore non la consideriamo neppure. Solo un Die Hard come Bruce Willis poteva accettare di avere le corna in testa da oh Sole mio sta in fronte a te e a me. Eh già, un altro sarebbe già precipitato nel vuoto e nella notte più nera come Alan Rickman…

Sì, da cui Unbreakable. Film incentrato su un uomo inc(r)edibile da Trappola di cristallo, simil-Glass, della sua invulnerabilità. Emotiva e fi(si)ca.

Quindi, Thandie Newton. Una che, in Crash di Paul Haggis, si lasciò palpare da un Matt Dillon più pervertito rispetto a La casa di Jack.

Alla fine, Dillon fece pure il Padre Pio della situazione ma, come uomo redentosi, fu meno credibile di Elias Koteas nel Crash di Cronenberg.

Dunque, nel “curriculum vitae”, anzi figae di Pitt, compaiono tre donne che, malgrado le loro discrete filmografie, io non assumerei nemmeno, tramite agenzia interinale Adecco, a pulire i cessi della stazione dei treni di Lecco.

Donne che comunque devono aver leccato parecchio per arrivare lì. In alto? Ma, più che altro in una zona intermedia dell’anatomia umana posizionata sia in zona frontale che simmetricamente posteriore. Diciamo anale?

Sì, credo che tali ex donne, per modo di dire, del Pitt siano pure sostanzialmente frigide e intrinsecamente lesbiche.

Brad scopò anche Claire Forlani. Una che, dopo averla data nella finzione a Nic Cage di The Rock, venne… pure a Bologna per interpretare la parte di una donna sbattuta, cioè sbadata, sbandata e molto drogata, in un videoclip dei Mistonocivo.

A Bologna, se andate alla Montagnola, ritrovo di fattoni e di donne strafatte in ogni senso, anche nel loro seno, potete trovare una barbona molto più presentabile di tale sciroccata indubbiamente zoticona.

Insomma, questo Pitt non è poi, a coiti fatti, no, a conti fatti, questo gran bell’uomo di cui tutte le donne, soprattutto Jennifer Aniston, si riempi(ro)no sempre la bocca.

Epocale fu inoltre la relazione di Brad con Angelina Jolie.

Una che, a mio avviso, fu bellissima in Ragazze interrotte quando s’imbruttì per interpretare la parte di una ragazza malata di mente che forse curò le sue turbe psichiche tra un farmaco e l’altro, sognando un giorno di sposare l’uomo più ambito del mondo. Che ve lo dico a fare? Il Pitt.

Anche Amber Heard di The Ward fece una cosa simile, sognando Johnny Depp. Però, mentre Angelina sposò e scopò davvero Pitt, la Heard, sì, parimenti scopò e sposò Depp con l’unica differenza che, attualmente, con tutte le denunce sportegli contro, avendolo costei accusato di averle più e più volte alzato le mani (forse meno volte, comunque, di quelle per cui lui le alzò quello che ogni uomo normale, dinanzi alla Heard, alzerebbe e alza anche se non ne è sposato e altolocato), Depp finirà presto a reincarnarsi nella sua partner, no, a reinterpretare la sua parte de Il coraggioso.

Sì, sebbene sia ancora ricchissimo, fra una manciata di ani, no, di anni, il Depp si darà a uno snuff movie in cui verrà ammazzato dalla Jolie.

Pare che, sul set di The Tourist, ambientato a Venezia fra le notissime calli, Depp abbia urlato dopo mille ciak andati a zoccole, cioè sbagliatissimi, la catartica frase dell’uomo che non deve chiedere /la mai, no, che non gliela fa più:

– Sono cinque ore che ripetiamo questa scena del bacio pudico. Cioè che non porta a nulla!

Angelina deve cambiare pure il vestito bianco. È più bagnata di tutta la laguna. Siamo in piazza San Marco e volano piccioni a tutt’andare.

Solo il mio non può dentro svolazzarle. Se Domenico Modugno, cantò nel blu dipinto di blu, perché io non posso cantare a squarciagola profonda, il leitmotiv nel rosa-lilla dipinto di rosso? Scusate, devo tornare in albergo. Devo spararmene almeno dieci di seguito. Mi verranno i calli alle mani ma non preoccupatevi. Fa molto caldo, il clima è afoso, sono molto confuso in mezzo a queste atmosfere anche caliginose-pruriginose. Sì, è una giornata uggiosa, voglio in albergo essere rugginoso. No, di mio liquido libidinoso, piovigginoso, praticare un fortissimo autoerotismo da uomo caloroso.

Tornerò a rigirare la scena dopo il mio (im)purissimo metodo da Actor’s Studio. Sì, in albergo m’immedesimerò benissimo. Con tanto di dizione e diaframma da me respirato, i(n)spirato di erezione. Farò almeno mille prove allo specchio. Alla fine, sarò un provino, no, provato, spompato anche se avrei amato essere soltanto da Angelina spompinato. Non allarmatevi, sono un uomo duro.
Nessuno può sbattermi, no, battermi. Sono bello e dannato, sono Depp il maledetto.

 

Insomma, Pitt non è un grande amatore, il libro L’amante di Marguerite Duras non vale una beneamata minchia mentre l’omonimo film di Jean-Jacques Annaud è guardabile solo per Jane March.

Di cui vi consiglio anche Il colore della notte. Il film più brutto con Bruce Willis in assoluto.

Peraltro, in tale pellicola, Willis si mostra ignudo in piscina.

Perché mai una vacca come Demi Moore lo sposò?

Ce l’ha più piccolo di un lottatore di sumo.

Va be’, fate quel che cazzo che volete. E fatevi, soprattutto, i cazzi vostri.

Io e la mia lei siamo bellissimi assieme. Non siate gelosi. Anzi, andate a dar via il culo.

Detta come va detta, fottetevi. Non sono sgarbato né Vittorio Sgarbi. Sono solo qualche volta scortese e non Martin Scorsese.

Per finire con la mia freddura classica: Pitt interpretò Sette anni in Tibet. Io, invece, vissi mezza vita da monco-monaco. Non tibetano però, bensì oserei dire siberiano.

Anche se a dircela tutta, io non sono Brad Pitt, non sono Johnny Depp, non sono Nicolas Cage, non sono neppure Matt Dillon. Mickey Rourke, invece, sì. Eccome.

Non di Orchidea selvaggia, di Rusty il selvaggio.

Sì, la mia anima è come il pesce colorato di Pitt. Non può stare in un acquario.
Lo/a voglio tenere a mollo solo con la mia lei. In maniera poco molle.
Sì, mollatemene tante.
Senza dubbio alcuno, sono belloccio così come, detta come va detta, ho meno soldi del meccanico vicino casa mia e alle patate di Pitt preferisco i Fonzies.
Molta gente sostiene che mio padre assomigli ad Henry Winkler.
Ho preso tutto da lui.
Ehi!

di Stefano Falotico

L’insospettabile Dr. Falotico/Don Shirley à la Mahershala Ali vi scrive lettere d’amore se volete…


12 Feb

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Ecco, avete visto Green Book? Quell’illetterato di Tony Lip/Viggo Mortensen è costretto ad allontanarsi da sua moglie per portare a spasso in tour, appunto, il dottor musicista Don Shirley, interpretato da uno splendido Mahershala Ali.

Al che, sta scrivendo una lettera d’amore alla sua lontana consorte. Comincia a leggerla al dottore e lui gli rinfaccia che è semplicemente dozzinale e patetica. Perché a una donna innamorata, rimasta sola e dunque bisognosa di parole lusinghiere, amorevoli appunto, calde e ispiratrici di torbida malia metafisicamente erotica, sì, al pari di una donna inconsolabile che soffre una sessualità castigata perché fedelmente coniugata a un marito che sta al fronte, non si può scrivere che stai seduto a mangiare le patatine…

Come la donna del private/soldato semplice Ben Chaplin de La sottile linea rossa di Malick, per intenderci, una donna rimasta temporaneamente vedova, va protetta con effluvi epistolari che sappiano coccolarla anche soltanto col pensiero.

Ecco, detto questo, ora inframmezziamo questo mio scritto da Sturm und Drang, da Daniel Day-Lewis de L’ultimo dei Mohicani con un episodio che ha avuto alquanto del disdicevole. Io oramai non mi scandalizzo più di nulla, ma…

Un attimo e poi ci arriviamo, abbiate fede e non quella nuziale. Ché poi, se litigate, sono cazzi davvero col divorzio.

Cazzo, be’, dinanzi alla Madeleine Stowe dei tempi d’oro, d’altronde, un uomo non aveva molte scelte, o le diceva infatti sfacciatamente che era una figa mondiale che poteva (s)battersela con Jennifer Connelly, rimediando forse uno schiaffo in faccia o arrivando, fortunatissimo, a una botta di culo pazzesca, in senso lato B e non, oppure romantico lo diventava per forza. Con Madeleine, no, non avevi molte opzioni. Dovevi esserle morbido e duro allo stesso tempo. Certamente, se a lei ti fossi presentato come ingegnere astrofisico, non ti avrebbe cagato. A meno che, essendo ingegnere della NASA, quindi più miliardario di lei, poteva sposarti per poi farsi il viaggio sulla luna con un altro più terra terra. Ah ah.

Ora, l’altro giorno, a tradimento, diciamo, son stato contattato da uno su Facebook. Uno che mi ha detto di essere un produttore musicale. Dalle foto del suo profilo, infatti, tutto lasciava presagire a un uomo dai gusti raffinati, un amante della bellezza universale come Chopin. O forse Sean Penn? Sì, Sean Penn con Scarlett Johansson pare che abbia suonato bellissimamente, anche robustamente, la carica in maniera “grilletto-vivo” con preliminari da Preludio op. 28 n. 15, sterzando poi su Richard Wagner con una Cavalcata delle Valchirie, detta più volgarmente cowgirl.

Sì, questo qui si è presentato a me come un fine conoscitore non solo della musica ma di ogni ars amandi sofisticata.

Tale la conversazione fra noi due, davvero “altolocata”.

– Bene, ho visto che sei anche tu iscritto a un gruppo niente male.

– No, non suono in nessun gruppo.

– Ah, simpatico. No, volevo dire che sei iscritto a Dee VIP.

– Ah sì? Boh. Su Facebook, m’iscrivo un po’ a tutto, a casaccio.

– Be’, quale è la tua donna dello spettacolo preferita?

– Ne avevo molte. Da parecchio non seguo il jetset televisivo. Ho cose più importanti adesso da fare che stare dietro alle oche della Radio Televisione Italiana e di Mediaset.

– Conosci però Diletta Leotta? Ti piace?

– Chi? La presentatrice, pseudo-conduttrice calcistica?

– Eh già. Non è male, no?

– Sì, in effetti è una donna bellissima.

– Ecco, te ne sei mai sparata una su di lei?

– Ma che domande sono? Come ti permetti?

– Su, dai, mi hai detto che ti piace. Piace molto anche a me.

– E quindi?

– Una di queste sere ci spariamo una sega (lui, anzi, ha detto testualmente ci seghiamo) assieme su di lei?

– Senti, pervertito, ti blocco subito. 1: non ho quindici anni e nemmeno a quell’età mi son mai segato, come dici tu, in compagnia. 2: sei una sega totale. Un nano onanistico.

– Ma sì. Non me la prendo. Era per chiedere. Non si sa mai. Sai… potevi anche starci.

– Ok, ora ti blocco.

– Fai pure, carissimo. Ma, prima di bloccarmi, posso farti un’altra domanda?

– Acconsento. L’ultima e poi sparisci per sempre dai coglioni?

– Il tuo di quant’è? È grosso, è lungo?

– Abbastanza. Trenta centimetri. Alla prossima domanda sconcia te lo sbatto in testa. Una bella mazza(ta).

– Uhm, trenta centimetri. Un ottimo arnese. Sicuro che vuoi bloccarmi? Sai, come si suol dire, una mano lava l’altra…

 

Orbene, nella vita, alla soglia dei quarant’anni, può succedere d’incappare in personaggi del genere. Un sottogenere, per così dire, alquanto “boschivo”.

Terminata la “pratica” mai avvenuta, per fortuna, con questo segaiolo omosessuale-bisex dai vizietti alquanto discutibili, passiamo al resto.

Un mio amico, da tempo, non scopa più con sua moglie. Lui è sempre lontano da lei per lavoro. E lei risponde ai suoi telegrafici ma passionali messaggi WhatsApp con deprimenti pollici su. E basta.

 

– Stefano. Voglio farle capire che per me lei è importante. Vorrei scriverle, come si faceva una volta, ai tempi di Leopardi, sebbene io non sia all’antica, una bella lettera d’amore. E chiederle la mano in maniera superbamente commovente. In modo tale che, dinanzi a una proposta di matrimonio, così magnificamente esposta, lei capirà davvero che io la amo sconfinatamente e mi sposerà.

– Va bene.

– Quanto devo darti?

– Niente. Non si fanno certe cose… per soldi.

– Sei un tesoro.

– Ti sei già portato avanti? Insomma, hai già buttato giù qualche riga?

– No. In verità, sì.

– Posso leggere la prefazione, diciamo?

– Non è un granché.

– Non importa. Fammi per piacere leggere.

 

Ciao Melissa,

son qui stasera, dopo essermi spaccato il culo, triste e solo come un cane. Sto leccando e succhiando… la melassa ma mi mancano i tuoi baci dolci come la più lieve glassa. Finito che avrò di leccare non solo quella ma soprattutto pene… d’amore, berrò anche una buona cioccolata calda.

Tu mi pensi? Ieri sera, so che hanno ridato, su LA7, 9 settimane e ½.

Adori quel film. E io adoro te. Sono dodici settimane e un quarto che non ti vedo, che non ti sento. Che non ti annuso.

Mi mancano, onestamente, le tue gambe profumate, vellutate come la seta. Di te ho fame e sete. Mi struggo nel rimembrare il tuo culo quasi da Kim Basinger.

Ti amo. Ma voglio dirti altro… Io ti darei tutto…

 

– Come inizio, prima poi di dichiararle che voglio convolare a nozze con lei, che te ne pare? È buono?

– No, fa veramente schifo al cazzo. So io a cosa convolerà se le manderai una troiata del genere. Non convolerà a niente, semplicemente volerà altrove e il tuo uccello, detta come va detta, precipiterà come un aeroplanino di carta, molto moscio. E non ti basterà bere mille Red Bull per mettere le ali…

Questo lo sai, no?

– A me pareva un buon incipit.

– Siediti qua. Scrivi.

– Non siamo alle elementari. Che fai il maestrino e io, sotto dettatura, scrivo come un bambino?

– Ah, perché? Cosa sei?

Scrivi!

Ciao Melissa,

è stato il compleanno di Jennifer Aniston. Ha la tua età, sai? Cinquanta, meravigliose primavere. Una donna bellissima. A cinquant’anni schiena tutte quelle di venti. Le sue gambe sono sensazionali, il suo sorriso letizioso è morbidamente allineato alla parola beltà. Sorridente estasi mastodontica snocciolata in un’eleganza sensuale davvero mozzafiato.

Jennifer Aniston mi fa impazzire, Melissa.

Ma devo dirti questo. Voglio esserti schietto.

Melissa, la tua voce par che io sensibilmente la oda da qui. Qui, ove ora dormo solo in queste notti buie e livide. E sterminatamente la tua voce, rocciosa, melodica, soffice e delicata come lo spumeggiante seno di Jennifer Aniston, sì, soave come la sua venustà femminile oltre ogni limite, divampa sublime nella fragile, incostante monotonia di queste mie giornate senza sole in cui m’accorgo di essere un uomo, senza di te, con tanti limiti.

Tu, Melissa, sei la mia forza. La mia luce e la mia potente energia dell’anima. Devi sapere che, se un domani Jennifer Aniston mi chiedesse di uscire con lei, questo non avverrà mai.

Ma non perché lei è un’attrice di Hollywood e io semplicemente un uomo comunissimo e neppure tanto bello e ricco.

Perché io, anche se Jennifer Aniston dovesse impazzire e mi domandasse d’invitarla a cena, preferirei passare la serata, guardando i tuoi occhi, Melissa.

Vuoi sposarmi?

 

– Ci metto P.S.: bacio ai bambini?

– Ma non avete figli tu e Melissa.

– Sì. Ma dopo questa lettera ne avremo molti.

– Su questo puoi starne certo.

– Sei davvero un grande amico. Non so come ringraziarti. Adesso però, scusami, devo andare.

– Dove vai così tanto di fretta?

– C’è una zoccola, a cui avevo chiamato un’ora fa, che sicuramente è già nel mio albergo ad aspettarmi. Ciao!

 

Ho detto tutto.

Ora vado ad ascoltarmi la Settima di Sciostakovic.

Mentre il mio amico suonerà con la bagascia russa, forse di cognome Davidovic, il suo “campanaccio” o solo campagnolo, nella spagnola della sua quarta con tanto di vodka e whisky naturalissimi…

Per farla breve, cioè sveltina…

No, non sono Day-Lewis de L’ultimo dei Mohicani, mi pare ovvio, neppure Mickey Rourke, mi pare altrettanto palese. Potrei essere Cesare Pavese? No, meglio un Pavesino.

I miei vengono da un paesino. E non sono Don Shirley né una leggenda del pianista sull’oceano.

Al che, torna a farmi visita il mio amico. Gli offro un caffè. Senza zucchero perché quello l’ha già mescolato alla russa.

– Però potresti diventare davvero uno dei più grandi scrittori italiani.

– Non esageriamo.

– Sai, amico. In ogni grande storia d’amore, un uomo quando va giù ha bisogno di una donna che lo tiri… su, e viceversa.

In ogni bella storia d’amicizia, ci vuole qualcuno di fidato che ti regga il monco, no, scusa, quello è mio zio, volevo dire il moccolo. No, scusa, quello non sei tu. È quel finto amico geloso di me ché sto con Melissa.

Hai bisogno cioè di un amico che ti regga il gioco.

Se ti fidi di me, lo diventerai davvero.

– Ma tu non sai scrivere non solo una lettera d’amore ma neppure la letterina di Natale.

– Questo non c’entra.

 

Su quest’ultima frase, peraltro, si riconosce, a seconda di come viene interpretata, la classe di uno.

Se il questo non c’entra maliziosamente viene visto come omosessualità, potete andare subito da uno psichiatra.

Perché soffrite di manie interpretative e non solo sessuali. Proprio di distorcimenti lessicali dovuti alla vostra scarsissima preparazione culturale.

E vedete sesso dappertutto.

Insomma, la maggior parte delle persone. Che ficcano… il sesso in ogni gesto, in ogni espressione, perfino in ogni accentazione del parlare per sembrare più fighe e per fare colpo.

Persone mediocri, squallidissime. Che però si credono appunto sexy.

Se invece in… questo non c’entra ci vedete una semplice lealtà amicale fra due persone che, nonostante le loro diversità, e cazzo non parlo di quel tipo di diversità, hanno finalmente capito i valori della vita, siete a cavallo.

E stavolta cavallo sta anche a significare che di tutte le invidie, le subdole cattiverie e anche di qualcos’altro… ve ne fotterete.

– Stefano, perché prima di questo scritto hai inserito il tuo video su Bohemian Rhapsody? Sottintendeva qualcosa?

Ti piace Freddie Mercury?

– Sì, ho tantissimi idoli musicali e non. Mi è sempre piaciuto.

– Quindi, sei omosessuale?

– Perché mai?

– Beh.

– Vai a dar via il culo, idiota.

 

 

 

di Stefano Falotico

Brad Pitt è un demente conclamato, certificato, lasciò una con delle gambe così per una Jolie anoressica


19 Jan

Sì, dopo dieci diagnosi psichiatriche, è stato appurato incontrovertibilmente che Brad Pitt è insanabilmente malato di demenza acuta.
Malattia mentale che induce a una sorta di percettiva cecità, portando il soggetto che ne è affetto a distorcere la realtà e a non capire più un cazzo. Ma soprattutto a equivocare il sesso opposto, cioè la figa.

Vari medici, pagati da Pitt, insomma corrotti, dietro suoi lauti compensi hanno impugnato la schiacciante diagnosi, rilasciandone una in cui è stato scritto che il signor Pitt è perfettamente sano e integralmente, sessualmente perfetto.

La questione è stata dibattuta in tribunale ove Pitt, sporgendo denuncia contro gli psichiatri che, a suo avviso, lo avevano infamato, ha battagliato coi suoi avvocati portando come testimonianza, appunto, a validità inoppugnabile della sua sanità psico-fisica, la diagnosi che attesta le sue normalissime funzioni cognitive.

Un processo che è durato mesi. Alla fine, il giudice si è inappellabilmente pronunciato. Si è anche scappellato.

Il teste accusatorio ha mostrato queste foto al giudice. Il quale, guardandole e venendo subito nelle mutande, tanto da creare imbarazzo in aula, ha così emesso la sua sentenza:

– Sì, dopo cinque mesi in cui abbiamo dibattuto riguardo le condizioni mentali del signor Brad Pitt, vedendo io queste foto, e non fatemele più vedere sennò mi denuncerete per atti osceni in luogo pubblico, non posso che respingere la denuncia del Pitt medesimo perché non ha ragione di esistere. Infatti, come si può, dico io, cristo santissimo, lasciare una passerona di questa topa, no, tipo, per la figlia degli zombi di Romero?

Sì, non me ne voglia, signor Pitt. Lei è un demente. La seduta è tolta. 102313753-dffba80b-9afd-4c99-a9e6-582ee4ed0d4c 102318196-a5083d88-95d3-449c-a4c5-6f160260ce4c 102317158-c4f8e1d6-cc98-460d-8288-044bf15dcd9b 102319167-24c0fe05-da5e-4644-a8a4-a23630915fa1 102317833-b9d6c8bd-aa78-4a5f-a68c-9643b4b9831c Jennifer+Aniston+Open+Roads+World+Premiere+KJgwMz8dFm0l Jennifer+Aniston+Open+Roads+World+Premiere+NWzHRGQuVWwl Jennifer+Aniston+Open+Roads+World+Premiere+RhknXMG_3p7l Jennifer+Aniston+Open+Roads+World+Premiere+r1FNa1F08qbl Jennifer+Aniston+Open+Roads+World+Premiere+tzyKlJP35__l Jennifer+Aniston+Premiere+HBO+Leftovers+Season+r2o21m4XsvCl Jennifer+Aniston+Premiere+HBO+Leftovers+Season+RPNfEzAe6w6l Jennifer+Aniston+Premiere+HBO+Leftovers+Season+GM2otvknsOvl Jennifer+Aniston+Premiere+Netflix+Dumplin+EdaKlxQ1NBJl Jennifer+Aniston+Premiere+Netflix+Dumplin+mk3sW8rGBH_l Jennifer+Aniston+Premiere+Netflix+Dumplin+WEy0L1xVVrsl

 

di Stefano Falotico

Leslie Mann confermata per The Comedian al posto di Jennifer Aniston


20 Jan

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Stando a quanto riportato da “Deadline”, Leslie Mann ha sostituito Jennifer Aniston in The Comedian di Taylor Hackford con Robert De Niro.

Il nome di Leslie Mann, invero, forse non dirà molto alla maggior parte di noi, spettatori italiani, ma in America è invece abbastanza famosa e ha preso parte, nonostante la giovane età (classe 1972), a numerosi show statunitensi e soprattutto a commedie ilari, spassose e fresche, come 40 anni vergine con Steve Carell, 17 Again – Ritorno al liceo con Zac Efron, oppure, fra le altre, Come ti rovino le vacanze.

Subentra dunque al posto di Jennifer Aniston, che all’ultimo minuto ha dato forfait per ragioni che non sono state però rivelate.

The Comedian, le cui riprese cominceranno fra poche settimane fra New York e la Florida, è un “passion project” di De Niro, come si dice “in gergo”, cioè uno di quei progetti che l’attore da tempo sognava d’interpretare ma, per altri impegni lavorativi e ragioni finanziarie, non riusciva mai a veder la luce. Produttore dell’opera sarà Art Linson, col quale De Niro ha già collaborato in pellicole importanti come Gli intoccabiliNon siamo angeliVoglia di ricominciareHeat – La sfida e Disastro a Hollywood.

Proprio, inoltre, come per Disastro a Hollywood, di The Comedian, Linson sarà anche sceneggiatore assieme al comico Jeffrey Ross, Richard LaGravenese e Lewis Friedman.

A dirigerlo, invece, come detto sopra, sarà Taylor Hackford, acclamato regista di film come L’ultima eclissiL’avvocato del diavolo e Ray. Anche in questo caso, c’è da notare, come lo stesso “casting” del regista sia stato travagliato. Inizialmente, si era pensato a Martin Scorsese (la trama, come leggeremo dopo, assomiglia per certi versi a quello che potremmo definire un sequel “ideale” di Re per una notte), quindi era stato designato Sean Penn (amico di Linson, che gli finanziò Into the Wild), infine Mike Newell. Ma a spuntarla definitivamente è stato appunto Hackford.

The Comedian vedrà De Niro nei panni di un “comico-intrattenitore”, Jackie Burke, sul viale del tramonto, paragonato a Don Rickles, che viene obbligato ai servizi sociali dopo aver preso a “microfonate” un povero spettatore. Durante un matrimonio, del quale è uno degli invitati, conoscerà come per magia Harmony (Leslie Mann) e fra i due scatterà subito, nonostante la differenza anagrafica, la scintilla e un fortissimo feeling sentimentale, che ridarà la carica a Jackie per tornare grande e famoso come una volta. Ma soprattutto gli ridonerà la speranza in sé stesso che aveva perduto.

 

di Stefano Falotico

Casting: Leslie Mann sostituisce Jennifer Aniston per The Comedian con De Niro


16 Jan

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Alcune volte, le cose non funzionano. Chissà perché, forse il motivo non lo conosceremo mai, la bella Jen ha abbandonato questo progetto di Taylor Hackford col nostro stupendo Bob.
Questioni di non feeling? Litigi, già prima delle riprese, col cast e la troupe?

Alla fine, Jen non si è sentita adatta al ruolo? Il mistero rimane, una nuova attrice compare.

E allora Showbizziamoci di questa notizia ufficiale freschissima come Leslie Mann.ù

Exclusive: Leslie Mann is stepping into Taylor Hackford’s “The Comedian.” Mann replaces Jennifer Aniston, starring opposite Robert DeNiro. The best comic in the business, Jeff Ross, wrote the screenplay. Art Linson is producing. When I announced that Aniston was leaving, her fans wrote in like crazy about who’s to blame, etc. These things happen all the time. Scheduling, chemistry, karma, who knows. There is no blame. It just ‘is.’ Each are terrific comic actresses.

 

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)