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Joe with Nic Cage, first 5 minutes from this movie


30 Oct

70th Venice Film Festival – Joe


01 Sep

Sentieri

Dopo il successo ottenuto all’ultimo Festival di Berlino,dove ha vinto il premio per la miglior regia, David Gordon Green (Strafumati, Snow Angels, Lo spaventapassere) debutta nel concorso veneziano con Joe, il suo personale ritorno al dramma indie. Ad accompagnare il regista di fronte alla stampa internazionale c’era il cast del film, capitanato da un Nicolas Cage in forma smagliante. Dopo tanto cinema mainstream, cosa l’ha portata a tornare al dramma indipendente? David Gordon Green: Io amo le southern stories, forse perché sono cresciuto in quelle zone. La mia vita si è svolta principalmente tra il Texas, la Lousiana e altri stati del Sud, quindi quando ho il bisogno di tornare a casa, in un luogo sicuro, torno là. Il film, poi, è tratto da un romanzo di Larry Brown, un grandissimo autore che ho avuto la fortuna di conoscere. Secondo lei il tema centrale del film è la crisi socio-economica e morale che stiamo vivendo? Nicolas Cage: Sinceramente se lei ha visto questo nel film è giusto che rimanga nelle sue convinzioni. Per me è stata solo l’occasione di mettermi alla prova e di lavorare con un grandissimo cast e un ottimo regista che ammiravo da tempo. Signor Cage, anche nel film i conflitti alla fine vengono risolti con le armi. Perché voi americani pensate sempre di mettere mano alla pistola per risolvere i problemi? Nicolas Cage: Veramente lei vuole che sia io a rispondere a questa domanda? Non mi sento assolutamente in grado di parlare di questo argomento. Non sono un portavoce per il diritto al possesso di armi da fuoco. Cosa ti ha attratto del personaggio Joe? Nicolas Cage: Joe mi dava la possibilità di lavorare con delle persone fantastiche. La mia scelta dei copioni è molto selettiva, ci metto anche un anno per scegliere un progetto. Quando mi è arrivato lo script l’ho amato immediatamente. Inoltre sono un fan di David sin dai tempi di Snow Angels. Lei invece cosa prova per Joe? David Gordon Green: Joe è un personaggio che amo. Mi sento vicino a lui come lo è, nel film, lo sceriffo. Io trovo che i personaggi come lui, degni di ammirazione ma segnati da fratture fatali, siano grandiosi. Joe è coerente, ha un suo codice morale che non infrange mai, anche quando le conseguenze sono terribili. Mentre stavamo creando il personaggio con Nic ci siamo detti che Joe è un western sulla redenzione, un film dove un uomo prova ad espiare i suoi peccati diventando una figura paterna. L’attore che interpreta il personaggio del padre è straordinario. Sappiamo che è deceduto subito dopo le riprese del film. Ci vuole parlare di lui? David Gordon Green: Gary Poulter era una persona meravigliosa. L’ha scoperto per caso un direttore del casting e sin da subito ci ha aiutato portando sul set la sua umanità. Si vedeva che c’era in lui una forza che doveva esprimersi in qualche modo. Ha avuto una vita incredibile ma era pieno di speranza e di ottimismo. Era un volto da western, lo vedevo come il padrone del saloon. È stato un onore e un’avventura lavorare con lui. Nicolas Cage: Mentre lo guardavo sul set mi ricordava tantissimo Richard Farnsworth. Dopo Via da Las Vegas questo è un altro suo personaggio legato all’alcolismo. Si è rifatto al lavoro di preparazione di quel film? Nicolas Cage: Sono passati tanti anni, ero una persona diversa. Per preparare quel ruolo, come anche quello del Cattivo Tenente di Herzog, ho pensato molto a come mi dovevo comportare. Io non amo il termine recitare perché nasconde sempre una sfumatura di finzione, di menzogna. Io voglio regalare sincerità. Allora come oggi ho sempre puntato a ricreare le sensazioni e i sentimenti dell’euforia di quei momenti. Non significa che mi ubriacavo sul set ma se serviva dover girare per ore per stordirmi lo facevo. Sei d’accordo nel considerarlo un film su un loser? Nicolas Cage: Ripeto, non voglio condizionare l’idea che vi siete fatti di Joe. Io, personalmente, non l’ho mai considerato un perdente, ma un uomo coerente con la propria legge. Perché proprio Nicolas Cage? David Gordon Green: Io ammiro tanto Nic, lo considero un artista con cui ho molto in comune. Entrambi accettiamo le sfide, ci mettiamo in gioco, cerchiamo sempre di oltrepassare i limiti. Quando ho saputo che aveva accettato il ruolo, se il mio corpo me lo avesse permesso, avrei fatto un salto mortale. È stato un onore Nicolas Cage: Io invece, quando ho saputo che mi cercava David, stavo per fare un quadruplo salto mortale! Io faccio cinema da 35 anni ma questa è stata un’esperienza che non dimenticherò mai. Come inserisce Joe nella sua carriera? David Gordon Green: Se dovessi prendere singolarmente ogni mio film farei anche io fatica a trovare una logica nella mia carriera. Forse quando avrò girato più di quaranta pellicole sarà facile trovare dei temi comuni. L’unica cosa che lega tutti i progetti che ho affrontato è la passione con cui ho lavorato per renderli possibili. Joe era un romanzo che mi era entrato in testa da tanti anni e mi ha accompagnato per molto tempo. Realizzarlo è stata un’avventura resa possibile solo da un cast e una troupe perfetta. Come per le mie opere precedenti questa esperienza mi sarà utile per il prossimo film.

 

 

 

Joe o Paul Schrader?


31 Aug

Ecco svelato l’arcano della rivalità fra due apparentemente agli antipodi

Se ciò che mi narri coincide con la realtà, rabbrividisco atterrito perché mai prima d’ora ho udito una storia dell’orrore di proporzioni così spaventose!

La memoria mi redarguisce, le guarnizioni dalla ferita si laceran in grido straziante. Avvolgo il mio “smunto” teschio in una preghiera delle più mistiche e ascetiche al mio inconscio. Lo penetro, l’affliggo per rinvenire l’odore dello smalto “corrucciato”, corrugato, d’apparenza levigato in sorriso ancor fanciullesco. Digrigno i denti, furibondo il mio viso si contorce in una raccapricciante smorfia d’adirati nervi allo spasmo.
Un’acquiescenza “torva” che mi scuote, sì, come una scossa. E rammento le tenebre dell’attimo rifulgente più cataclismatico a una miracolosa, luccicante resurrezione. Un tremito di lancinante “ribrezzo” che, a ebbrezza del me sbronzo dalle crudeltà inflitte, patite, sofferte a sdrucito “cuoio” dell’anima in raschiante morso al lupo che incarno nel noi tutti siamo animaleschi se feriti nell’intimo, rabbiosissimo divelle il sereno. E straccia, squarciante ossa a “car(tilagi)ne” di mia “adunca” nostalgia ischeletrita dalla viltà più ingiusta.
Fremito, odore di “cancrena” a rimbalzo termodinamico dai vulcanici polsi del mio Cuore reciso.
Evocazione del mio spettro… ove sparì e nella Notte espiò l’innocenza della cristallina adolescenza scheggiata, schernita, d’odio e insulti smorente alle baldorie del lor facile, superficiale “eloquio” di “cortesi” lodi?
Lordato, sì, piansi a tempesta del mio sonno o forse sol “dormiveglia” dolentissimo, oh dolenze segre(ga)te in nascosti sogni, desideri e propulsiva voglia romantica frenata, rapimento e incauto castigarla ché, casta, mi (in)castrò in un fantasma!
Ma il fantasma si rierse e allora io, l’ectoplasma, sentii i nemici-finti amici, che sin ad allora mi blandirono, urlare in allucinato grido di paura.
Fulminato… dai ricordi assopiti a scandirli cautamente in riesumata voce “muta” per innalzarla melodica a potenza ancor più (sof)ferente. A me, “masochista” dei carnali godimenti, e a loro punitrice di sottile, parimenti perfido sventramento.  Che svenimenti…
Loro… i “viventi” canterini, frivoli a balda “gioventù”. Ché già arsi esperiron sol già l’incendio delle tristi, mortifere abbuffate!
Brucia(n)tissima vendetta. Revenge “sregolata”, definitela voi “fini” così…
Che cos’accadde di così “orrendo” da stupire e tanto “ammattire?”. Che l’agnello, mangiato vivo nei suoi anni migliori, spalancò l’urlo degli assalitori. “Finemente”, d’inganni sbranarono ché m’arroventassi in melanconie stagne.
E ben loro sta eterno che il fulmine a ciel sereno, come un’aquila “ladra”, rubò per sempre il lor “bianchissimo” sorrisino smorfioso.
Così, questi peccatori moriranno dal tormento. E, uccisi lentamente dal ricordo della loro inaudita oscenità, durante una cena “festiva” rinverranno… domani l’Uomo che non (s’)aspetta(va)no.
Neppur mi mossi, camminai da Principe quella sera. E li vidi paralizzati in occhi trafitti.
Poi si scatenò il putiferio ma questa è un’altra storia…
Storia di “stupri”, violenze psicologiche, banditismi di teppistelli mocciosi che attentarono col terrorismo e videro undead man walking “bussare” fuori dall’uscio della lor mostruosa abitazione.
Così, mi recai loro solo per “intimorirli”, dopo tanto minarmi e intimarmi al suicidio, e loro affilaron le armi più cattive. Appiccarono il fuoco.
Una Gran Torino… reduce dal first blood.
Morto… lo sapevo in quale guaio di lupi, in quale tana-“gattabuia” mi sarei andato a caccia(to)re.
Ma non ascoltai nessuno perché proprio a nessuno posso permettere un orrore di tal “diabolica” architettura. Né allora né mai.
Il loro pian(t)o… pian pianino crollò. “Perfetta” elaborazione di quel che è ora l’impagabile, irrisarcibile lutto. Ritorsione ché non possono ripristinarsi.
Questa è stata la mia vendetta. A costo di pagar(n)e ogni sacrosanta “ribellione”.

Nicolas Cage

Scusatemi tanto se v’ho annoiato con l’annotarvi ancora il “breve” resoconto della mia resa dei conti.
Quando credettero che mi sarei arreso, furono presi in trappola. E il “topo” mangiò “a gattoni” i “felpati” cagnacci!
Gnam gnam…
Leggo di recensioni entusiastiche in merito a Joe. In modo particolare, viene concentrata l’attenzione sulla “sorprendente” di Nic interpretazione. Piovon applausi meritati? E qualcuno lo paragona a Clint Eastwood/Kowalski.
Avevate forse dei dubbi che Nic non sia un grande?
Lo so, talvolta l’ho preso in giro. Talora esagera di eccessi, e altre volte invece ha occhi da fesso. Ma non è pesce lesso. Bollito affatto…
Nei suoi occhi, infatti, son sempre scorse le “vene” schraderiane del viscerarsi dostoevskijano.
Vi ricordate il suo Frank “Don Chisciotte” di Al di là della vita?
Oh già… non è Travis Bickle. Non possiamo paragonarlo a quel De Niro. Eppure io ravvisai un ottimo Nic, nonostante tutto e qualche suo “sbandare” da paramedico sovreccitato nella “Pietà” con qualche “caricarlo” di troppa “effervescenza”. E poco moderare in alcuni istanti quell’istantaneo spingersi sull’acceleratore che neppure Scorsese poté “ammortizzare”.
Nic Cage è un cazzone ma, quando vuole, sfodera performance da lasciarti secco. E che puoi fargli?
Ucciderlo? Ah ah.

Paul Schrader e The Canyons

Tanti fischi, altri invece rimangono meravigliati, dichiarandolo l’apice, la silloge, il “canto del cigno” di Paul Schrader.
Perché v’ha turbato? Perché siamo in Italia, paesaccio di moralisti e “credenti”.
E il “porno” d’autore fa gridare!
Ma Taxi Driver cos’è se non la sceneggiatura… pornografica delle anime più “straniere?”.
Il resto è evoluzione… epigoni.
Quanta ignoranza!
Per voi, o meglio per molti di voi, la volgarità “ripugnante” consiste in un James… che sia Dean e non “storpiato” in Deen. Altrimenti ridete.
Che senso strano del ridicolo voi avete!
Vi dico io cos’è volgare in questo Mondo. Cosa mi fa ridere amaro.
Cosa mi provoca turbamento.
Io non vedo “orrore” nella pornografia. La pornografia ha un solo “obiettivo”. “Concretizzare” seppur “virtualmente” (ma cosa non è virtuale oggi giorno…?) le fantasie onanistiche. E quindi? Questa è cosa buona e giusta? Altrimenti, se non ce l’hai che fai? Te lo attacchi? Non te lo “stacca”.
… Ritraendo molto più “realmente” il sesso di quanto potreste immaginare… La volgarità è negli occhi di chi guarda e del come si guarda l’altro. Questo è volgare!
Prendiamo ad esempio una bella donna. Ben co(n)sc(i)a di essere appetibile. E allora fa la puttana ma la dà a un riccone con tre neuroni e però molti soldini…
Nel frattempo, spedisce le foto del suo culo ai suoi studenti. Sì, è un’“insegnante” della “buona” borghesia.
Sotto mentite “spoglie”. E sa che, negli spogliatoi dei maschietti con la bavetta, le sue foto passeranno di mano in mano… una passerona, leggermente più vecchia ma molto formativa. Molto formosa, più che altro.
Poi, uno degli studenti suoi più “fighi”, quando il riccone è in vacanza, lei seduce in casina… e glielo scassina. Incasinandolo come leggerete.
Gli alza… la media e lo “promuove”. Di tutta “interrogazione”. Un’orale da “maturità”.
Con la clausola che lo studente non faccia… voce d’esser stato, “in fede”, nelle “veci” del corpo… professorale.
Al che, lo studente però s’innamora. E la “perseguita” di letterine. Non è lei laureata in “Lettere” alla Bocconi? Una bocchinara di tal oratoria, eh… ha anche il “Master”. Aula Magna…
Lei lo denuncia addirittura per stalking… insomma lo fotte due volte. La prima “godibile” e alla seconda lo sgoleranno in carcere.
Questo è “elegante?”.
Eh sì, è una donna galante. Tutta sgocciolante…, truccante, scosciante e “croccantina”.
Come diceva Totòma mi faccia il piacere…!
“Quella” non ha né la faccia e diciamocela… neppure è fica!
Permettetemi di congedarmi nel ricordarvi appunto che la feccia vera è ove le cosc(i)e(nze) sembrano pulite e senza “neo”.
Ho detto tutto…
Questo è inquietante? Ti ha infastidito, piccolo borghese ritardato di merda?! Volevi da un “insegnamento?”.
Ma quale “segnalazione”. Non ci stai…?
Ah sì? E allora prenditi altre “botte”.
Ora, fratelli della congrega, tornerei alla parabola d’inizio “predica”.
Il Principe passeggiò tranquillissimo mentre l’idiota urlò.
Al che, il Principe a uno dei “nemici” si avvicinò proprio vicino al b(r)ancone. Vicini vicini da buoni amici…
– Ora, vi ammazzo tutti! – pronunciò il Principe.
– Non sei il tipo… – replicò il “prete”.

Il prete ascoltò, prima della tragedia, la “confessione” di “Una passeggiata perfettta”…
E già comprese…
Infatti, non sono il tipo. Segnai l’idiota in maniera terrificante. Quello è solo da fogna, da forca.
Sia lodato Gesù Cristo. Sempre sia lodato. Ora scambiatevi un segno di “pace”. Buona Notte.
Chi ha orecchie per intendere, intenda.

A noi intenditori… poche parole a vostro porcile.

Eh già… il “fucile”.

Agli altri, i tendoni da circo. Ora, scopate placidi nelle tende.

P.S.: andate a circuire vostra madre che v’ha messo “in tenerezza”.

Certo…

Ciao…

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Point Break. Punto di rottura (1991)
  2. Gran Torino (2008)
  3. Joe (2013)
  4. The Canyons (2013)
    Di mio, credo che la Lohan sia peggio di Lina.
    Ho detto tutto.

The Howl


28 Aug

>The Howl: meglio del “festivalino” di Venezia e dei giretti in gondola. Di mio, ordino i Sospiri e vivo nel pont(il)e tutto l’an(n)o, di marea alle merde

Lucifero crepitò in agonia silenziosa, nomade della solitudine, dischiuse le palpebre e spense i sorrisi “candidi” dei mostri, linciandoli a scagliar vetustà serena su torpor linciante della più “turpe”, sacrosanta”, esecrabile vendetta. Esangui urlaron sangue marcio, li torturò, avvizziti cosparsero pianti, gemettero inascoltati nel tuono dell’ira potente e morirono trafitti da una punizione divina!

Risveglio. Mattina mia albeggi florida in tal “purezza” smorzata dai vili assalitori, prima (in)coscienti e poi a tenaglie roventi di guascona “euforia” della malizia più mendace, irresponsabile, di pugnali alle anime.
Apro il frigorifero, il latte gorgoglia entusiastico negli occhi “briosi” dei ciechi in allodola verginella stronzetta. La confezione, di bella stampa in “copertina lucida”, ritrae il volto angelico della pubblicità erotica più “cosmetica” della bieca putridità incastonata a subliminale, “smagliante” camicia sventolante aria “profumata” di rancida campagnola per “eccitar” di tette granulose da burrosa. Il fascino orrido della plastica. E la donna ridente, che inclina basculante il seno a grembo procace, non m’allatta di piacer materno o suadente. Colgo nelle sue gote un rancido saporin sdolcinato da puttanona in calore, così come la sessualità è oggi ingorda nei fremiti promiscui del becero porcile losco. Lo carezzi e sembra liscio, ma è varicoso e d’arterie come un “semifreddo”. Il cazzo amaro del vostro menzognero gridar amore anche se è solo scaduto liquore. Io illanguidisco le iridi per farvi vedere come vi liquido.
Donna, ove s’elevavan rizzi i capezzoli turgidissimi di fiera femmina d’allietar in scrosciarle sperma verace, s’erge qui invece al dì una meretrice, la troia pavoneggiantissima a incitar i cavalli ché la svacchino in virginal “Gioconda” lieta di finta apparenza ma, giammai contenta, s’accontenterà di berseli in un sol boccone, fra bicchieri scremati, borsello da caroselli e parzial scosciar per inguinale salivar anche l’ultimo degli asceti indomiti ed eterei. Ella, da lavandaia ed “educanda” cortesia, con le sue labbra pittate al bon ton illusorio, eppur molto allusivo e laido, sgorga all’intrepida carnagione arrossante su rossetto di fragolina del “bosco” in cui concupirà i lattanti nella Milf pregna di gravido profumo “bianco”, come l’arcata gengivale di denti splendenti da (s)porca “pulita”.
Una bovina nel gregge e anche il pastore s’aggrega alle odierne, “felici” leggi di tal in verità urna ch’adombra l’amor davvero notturno. Quindi lupo. Non cinico ma evoluto dai cagnacci. Ella, cupida e sobria, appar mansueta e dolce, ma io scorgo fra gli angoli della sua bocca uno sfiorito esser già sbocciata, di bocce aver spremuto troppo gaudio del limon più armonico e oggi ammuffita nella fisarmonica logorata a balorda ludra del proprio lercio utero. Zucchero (in)filato! Sì, una bocca che spalanca le fauci da diavolessa accalorata e sprona la “guerriglia” ad “affinata”, mascherata e sconcia impudicizia d’altre “eburnee” sporcizie.
Qui vibra la tua paura, piccolo borghese al qual sarò scortese.
Ti spruzzo di panna, ecco il gastroenterologo a entrarti come la speleologia che, via via, spela ogni corpo tuo cavernoso e lo sventra a picconate del rampicante spaccarti rampantissimo. Forse, sono Rambo. E, di diagonali scorciatoie, prega la croce per non incrociarmi, oh oh mio impaurito fuggitivo! Questa è la mia crociata. Questa è la mia guerra. Santini, fottetevi! Mitragliate e riceverete il rincarar, incagnito, della dose appuntita.
Io son l’entusiasta vanità di chi la faccia frattura e se una ragazza giovinetta, quindi di tettine, deride il mio sorseggiar misurato dalla giovial tazzina, l’erutto la “sordina” allo scaraventarla in spiaccicata come vitreo frantumar anche la mascella del bue suo a suini. Con tanto di saetta a setti nasali e a bugiardi nasini!
Sì, festeggiate di pasticcini a passerelle con passerone e di uccelli truccati a “trionfi” in passeggiar vostro “invaghito” del sempre più assopirvi nell’assaporar la superficialità delle “figate”. Questa dolcezza è cremosa quanto il mio mascarpone. Che ti fa colar, da erculeo quale quasi Dio sono, in una valle di lagrime giù dalla scarpata. E te lo piazza di rosse scarpette.
Sì, con tanto di sughino maleducato al tuo sanguinaccio.
Ecco la pellaccia. Salvati! Scommettiam che salterai?
A me l’onore di guastar la festa e ogni mondina a immondo vomitarle una giusta “mondanità”.
Perché quando si esagera, io son il primo a (s)montarti, poi non batto… ciglio e coltivo quadrifogli a sfoltir il giardino del tuo “vicino”. Uno sposato a una cagnolina ma il licantropo è il Diavolo nel peperone.
Salta in padella, ecco il mio “abbraccio”. Che braciola! Scotti nel braciere?
E, quando cala la Luna, l’ululato è urlo violento. Iroso e peli che raschio.
Or dov’è finita la tua spocchia, pidocchio? All’erta e in guardia di “occhiolini”, son dietro il tuo “spioncino”. Ah ah!
E, “pulcino”, oggi t’è spar(at)o in viso.
Morale della favola: allattate i bambini al perbenismo ipocrita ma se, quando dal branco gli agnelli fuggiranno e saranno macellati, un sopravvissuto potrebbe far Male nel suo silence of the lambs.
Quindi, dopo le sculacciate, (s)cuoio.
Di tutto “Cuore”. Ti sfondo il culo. Mentre te lo recido.

Di netto, ecco l’inetto. Di denti da lattaio!

Le “tonne” son le colonne del sudor’, meglio il Canal del Glande al largo dal lagunar in questa mer…!

Sottotitolo: se una mi provoca, l’affogo.
E poi getto le ancore del suo “Ancora, ancora!”.
Ecco il “nodo” marinaio dell’aiuola “bagnata”.

Fine dei giochi…, il resto è una cozza. Una cagacazz.

Settantesima Mostra dei mostri in “Laguna”

Basta con le rassegne stampa, coi brindisi e chi stappa, mi strappo i capelli in segno di nazismo ai gerarchi e alle caste di Clooney. Io son la bancarella e mica come George, mai in bancarotta sul Lago di Como.
Al laghetto delle sue concubine, io capisco la “Gravity” del mio grave stato di reumatismi eppur remo finché la barca va… lasciala andare a far in culo alla balena. Ecco il “bikini” atomico! Che bomba “sexy”.
Che esplosione festiva, ah ah. Artificiali siete e morirete di goder in champagne altrui.
Baluginando, sì, vado a sfotter dal “faro” su scogliera di urlar “Evviva gli spaghetti allo scoglio!”.
E aggiungo il Sole mio del vino d’ottima annata, in anal fregata.

Sì, tutti già al Lido, mai al verde state miei ricc(i)oni, teste di cazzo prima a Riccione, eppur io passo col giallo, rosso di sera io spingo di “prua”. Avanti col motore, timonieri, assalite i timorosi del Cinema di Schrader. Fotteteli alla James Deen nella gioventù bruciata di questo porcil’ che han “costruito”. Di questa società che fa cagar eppur frivola scopa come Dio la manda a dir. Van tutti “a culo” oggi, son putridi, viziosi, guardoni e pur maneschi. Facciamoli a poltiglia.
Spremiamo il grasso che cola, ungiamo perché unge la vendetta! Più nera da Nerone!
Abbasso Venezia, va allagata subito. Ecco la metafisica! Bombardare sulla Parietti e sai che “gommone”.
Sgonfiate i seni rifatti e d’ago siate pagliaio a quelli che fuman le paglie sullo yacht di qualche stronzon’. Ecco la pancia a mollo!
Al mio comando, ardete le case dei villeggianti, i miniappartamenti dei turisti dell’ultima ora, sfollate gli alberghi, arriva l’arrotino dell’oceanico tempestarli di “frigobar”.
Basta! Non sanno nulla né di Cinema né soprattutto di vita! Ma che vita fate? Che volete (stra)fare?

Reportage d’un “normale” dialogo fra due “cinefili” di razza:

– Come ti pare l’ultimo film del regista Suka Minchia? S’intitola Tetsuo fatti i cazzi tua con la cibernauta cinesina androgina di Blade Runner e non spappolar u’ Asimov.

– Notevole, un po’ lecca lo spettatore ma c’è una giusta miscela tra furbizia e la malizia che non guasta, poi si scioglie raschiante verso la fine con troppe menate buttate via. Arrugginisce e non va liscio di olio. Un finale al burro quasi cac(a)o, diciamo, speravo in una botta conclusiva di natura robotica a distruzione nichilista del futurismo più sospirante. Pecca di retorica, eppur ha il suo retrogusto caldo, ti rimane dentro e te lo godi anche dopo essertelo sparato tutto giù. Comunque, verso la metà della porcata a muccio selvaggio-metallaro, s’avverte un non so che di disturbante tendente all’omosessuale col parrucchino in versione remake di look platinato.

Sì, un film che “inonda” come sperma del cioccolataio che meglio “guarnisce” il prodotto a metà fra il darsi via sul p(r)ezzo ridotto e uno stracciarlo nel pistacchio in stracciatelle di Nutella con yogurt all’amarena. Il tutto diluito con la paletta dei magnoni in Sala Grande.

Il miglior film sarà Joe. Perché io ho sempre ragione io, eh!

Storia autobiografica che sembra sfigata e invece ha capito tutto.

Più che far il viveur fra gli zombi, l’antieroe sceglie la montagna.
E pure la barba da “barbone”. Passando il Tempo a regredir, barbarico, con un “bambino” più adulto dei cosiddetti adulti. Guarderanno la foresta e penseranno che quella di Sandra Bullock è da radere al suolo.
Ad accetta “spazial” di come adesso la vedi sulla sedia a rotelle, mignotta? Ronzano i soldi. Oscar interplanetario.

Si rivelerà l’unico sano di mente in una società che fa onestamente schifo.

Sì, vanno un po’ tutti a puttane. Quindi, amputateli subito.

E vedete di non rompere più.
Altrimenti, oltre a cambiar casa, cambieranno pure il casco. Ammesso che non faccia cascar un masso di pugni sul cranietto da dementi.

Nichilismo? Solo credo nel mio Cristo, mio fascista! Son pazzo come Kinski, meglio di te che fai scopa con la scema.
Otterrai tre cicorie e la tua (c)oca forse nel papero.
Sputami un puah e stai bene qua. Datti alle zoccole, e nun scassar u’ babà. Ah ah. Io vivo a Londra, domani ne ho ben donde.
Ecco che onda! Ti urta!? E allora datti alla scialuppa con una di scaloppina. Da me, sol che groppo in gola e ti strozzo.

E ricordate: accattatevi al tram.
Non attaccatevi, penso io ad appenderti al chiodo.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Tetsuo: The Bullet Man (2010)
  2. Gli spietati (1992)
  3. Nosferatu a Venezia (1988)

Anche San Silvetro è stato celebrato celermente senza celerini, cerini e cerotti


01 Jan

Aspetto questi “capolavori” del 2013, definiamoli semplicemente “film stronzata”

 

Abbiamo festeggiato di panettone “salato” con tanto di salamoie e “salame” nell’augurio del bacetto d’una donna “apprensiva”, speriamo in un buon anno dai mille propositi e non da prostata.
Mi curai dal “Cancro”, sverginandomi nel “Pesce” di moltiplicazione “Gemelli”, ma rimango teso:

– Tesoro, cosa c’è che non va?
– La tensione si sta “ammosciando”.
– Ma ci sono qua io a “tirarti su”.
– Siamo sicuri?
– Sì, basta toccare nelle zone “affievolite” e malate, ferite e affrante, poi “tutto” sarà visto in modo positivo.
– Da quale posizione?
– Io sotto, tu sopra.
– Si potrebbero evitare questi “ribaltoni” da “zabaione?”. Preferisco il cornetto “croccante” senza “crema” che potrebbe “debordare”. Sì, precauteliamoci dal macchiarci. Già, c’han sporcato la faccia, “cioccolatizzandola” di “gelatina”. Quindi, sebben tu “voglia”, io non ne ho più.
Ho già dato, ora mi devo dar ad altre…
– Fottiti, stronzo.
– Sì, in mancanza di qualcuna, mi sa che finirò con l’autoincularmi. Tanto da una vita “va” così.
– Ecco, guarda le stelle.
– Prima la stall(on)a.
– Porco schifoso, a che vuoi alludere?
– Alla Luna?
– Non sarò la tua lupa. Ulula in altre “trapunte”.
– Voglio solo il tuo “firmamento”, non filmerò il nostro “video” per guardoni al “telescopio” che “microscopizzeranno” noi che scoperemo al “finissimo” di “scoppiarselo”. La galassia è lattea, tu alletti, sai?
– Il mio letto non l’avrai mai. Datti al gagà.
– Rosso di sera, bel Tempo si spera. Io ce l’ho sempre di questo colore. Quindi, mai disperare, mai bramare ma di porpora imbrunire…
Il tramonto incontrerà una da montare.
– Bastardo, basta!
– Puttana, svestiti!
– Come ti permetti?
– Mi permetto questo e “altro”. Dai, racchia, dalla a chi ti merita!
– Ti denuncio!
– Ma che vuoi denunciare. Tu vorrai solo il mio uccello dietro queste provocazioni del tira e molla. Ma, fra il dire e il mare, io non sarò il tuo amante amaro. Pigliati la cannuccia dell’aperitivo e sgonfiati quel canotto di seno siliconcello, mia cara coglioncella.
– Chiamo il mio ragazzo.
– Quale?
– Che vorresti dire?
– Manco solo io all’appello. Tutte le altre “cappelle” si son già “inginocchiate” nella tua “benedetta”. E, bene-dando, li hai maledetti.
Dio mio, che non si dica in giro. Ché non si dia se il dì vuoi che non ti dannerà per un ano che solo di fegato t’analizzerà.
– Sei proprio una merda.
– Di mio, lo so. Di tuo, non Credo.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Quello che so sull’amore (2012)
    Muccino Gabriele. Come ha fatto costui, che tartaglia, compra il Kinder e accavalla da Bruno Vespa meglio della Brambilla, a farsi “valere” a Hollywood? E soprattutto perché queste tre superfighe pazzesche (Biel, Thurman, Zeta-Jones) hanno accettato di rendere e ridurre il dur Butler come Silvio, il fratellin piccino?Il dubbio sarà sciolto nella melassa quando verrà “rilasciato” il 10 Gennaio.
  2. All You Need Is Kill (2013)
    Serial killerizza la famosa canzone dei Beatles sul “Love”, in una Guerra e Pace senza fine.
    L’andrò a vedere per una sola ragione. Ogni Giorno, Cage (come, Nicolas? Ah no, Tom Cruise… di nome Bill) ripete infatti la stessa battaglia. Fra le sparatorie, spero che ci ripropongano tutte le volte che si “bomba” Emily Blunt. Scena ripresa da vari “punti di vista”.
  3. Joe (2013)
    Ecco proprio il nostro Nicolino, in versione “fallita” come sempre.
    Ora, credo che potremmo trovarci di fronte a un signor Cage. Il migliore, quello pazzo e nevrotico.
    Se sopporterete due ore di frustrazioni e alberi tranciati, potreste reggere e brindare un “Andò così, domani sarà joe-viale, sui viali con Giovanna, ancora”.
  4. La grande bellezza (2013)
    Sono un fanatico patito di Sorrentino ma che c’azzeccano Verdone e la Ferilli? Mi ricordo di quando “calendarizzai” il culo di Sabrina nel mio “spogliarello scudettato mentre Lei, appunto, sculettava nei “fori” romani, e di come anch’io usavo il borotalco.
    Ma sono “cresciuto” e adesso amo Servillo. Come me, scrittore che bazzica un po’ qui e un po’ là.
    Con tanto d’ombra da Pasotti Giorgio a ricordarmi che non devo eccedere in quanto, come Giorgio, per molto Tempo senza ricotta.
    Sì, un pasoliniano.
  5. Terza categoria (2012)
    Tutte le donne accorrono quando c’è Stefano Accorsi.
    Anche quelle del “corso” A voglion passare al suo “piano” da lato B maschile eccitante su sorriso “Laetitia Casta”.Film infimo, d’ultima…
  6. RazzaBastarda (2012)
    Gassman Alessandro come regista.
    Peraltro, nella vita privata va a zoccole, e qui fa il reietto.Che ve lo dico a fare? Si può prendere sul serio uno così?
    Si desse alla Ferrarelle. Dai, dai. Bollicinizzasse!
  7. Passione sinistra (2012)
    Mah, più che sinistra, Valentina è una che va “politicizzata” nel “mezzo”.
    Senza troppe “elezioni” ma, appunto, erezione.

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