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Michael Douglas, uomo sempre (con)teso


20 Dec

Sì, è vero, nel film Vacanze in America, Jerry Calà perde tutte le fiche(s). Comunque, cosa ne pensate del sottovalutato Chicken Pork, no, Park? Vi piacciono Old Boy & Lady vengeance di Park Chan-wook? Ah, lo so, a voi donne come Diane Lane, eh già, piace Josh Brolin di quel remake con Spike Lee. Cari uomini alla Larry Clark, vi piac(qu)e Ken Park? Da piccolo, mi piaceva Ken il guerriero ma Barbie, fra Ken e Big Jim, preferiva Alain Delon. Ah ah. Ne so una più del diavolo.

 

di Stefano Falotico

Glenn Close Michael DouglasMichael Douglas Sharon Stone Basic InstinctRivelazioni Douglas Moore VHS

Sarebbe finalmente ora di glorificare il grande Michael Douglas: attore rapace, sexy beast dal fascino immarcescibile, il man per antonomasia del suo stesso incarnare il vivente thriller più avvincente


08 Jan

Michael+Douglas+26th+Annual+Screen+Actors+VGhtfMxj5o_l

 

Michael+Douglas+BAFTA+Los+Angeles+BBC+America+Xgl3Sjha5tQl

Ecco, pezzo super falotico, prettamente adattato al mio modo unico e inimitabile di vedere il mondo e filtrarlo attraverso la beltà fascinosa dei registi, delle attrici e degli attori più carismaticamente portentosi.

Ora, se proverete ad andare in giro, domandando a chicchessia che incontrerete lungo la strada, non so se della via o della vostra tortuosa vita, quale sia/è il suo attore preferito, praticamente nessuno vi risponderà fermamente Michael Douglas.

Anche il cinefilo più incallito o presunto tale, invero forse un esaltato ignorantissimo in materia, vi fornirà banali risposte a glorificazione dei mostri sacri dati per assodati.

Al che, vi sentirete rispondere De Niro, Pacino, Dustin Hoffman, forse perfino Philip Seymour Hoffman dallo snob che ama gli ottimi interpreti trapassati, riempiendosi la bocca d’una necrofilia dotta, ah ah, Jack Nicholson, se il vostro interlocutore almeno una volta durante la sua esistenza si beccò un TSO che fa sempre “uomo problematico dal torbido sex appeal dall’occhio malandrino del lupo di mare che esperì la sofferenza dell’anima, restaurandosi o forse deturpandosi sensualmente da Joker di Tim Burton”, ah ah, probabilmente Marlon Brando ché è luogo comune definirlo il più grande… qualcuno opterà anche su Daniel Day-Lewis perché è il solo ad aver vinto tre Oscar come miglior performer protagonista.

Sì, Daniel, lui no. Al massimo tale mentecatto, il quale parla per frasi fatte e attori strafatti e ripetitivi, monotematici e melodrammatici, avrà recitato la filastrocca di Natale davanti allo specchio, solo come un cane dinanzi a una foto ricordo della sua prima comunione nel mentre di questo Covid-19 ammattente anche lo spirito più clemente.

Basta con le ciance. Io, fra i primissimi posti della mia personalissima classifica, ficco Michael.

Attore di allure estrema, figlio d’arte di cotanto padre che morì ultracentenario, marito d’una donna bellissima, ovvero Catherine Zeta-Jones, la quale ora fa la Lorella Cuccarini di Beverly Hills da casalinga della sua Scavolini losangelina.

Catherine, interprete di Prima ti sposo poi ti rovino. Una delle poche, peraltro, a non essere state a letto con George Clooney. Ah ah.

Catherine recitò con Antonio Banderas ne La maschera di Zorro ma pare che non fu attratta da Antonio e, finite le riprese del film di Martin Campbell, andò in bagno e fu una Piscina à la Romy Schneider mentre, sul water, a mo’ di catalogo PostalMarker per signore altoborghesi e non per ragazzini degli anni novanta, sfogliò l’album delle foto di scena di Zorro di Duccio Tessari con Alain Delon.

Arrivata alla terza pagina, ipnotizzata e arrapata dal tenebroso Delon dei tempi d’oro con tanto di spada affilata, la casa di Catherine assomigliò alla Diga delle Tre Gole, da non confondere col Triangolo delle (sue) Bermude.

Catherine conobbe Michael sul set di Traffic. E Michael avrebbe meritato l’Oscar al posto di Benicio Del Toro.

Ora, rividi Delitto perfettoremake di Andrew Davis con Douglas, per l’appunto. Certo, film mediocre, scialbo ed affrettato, efferato nel finale davvero tirato via e con un Viggo Mortensen che, prima di Cronenberg, assomigliava a Navarino, bidello del liceo Sabin di Bologna con velleitarie ambizioni da cubista-fancazzista in zona perennemente “succursale” del suo credersi un pittore d’alta scuola, semmai un giorno recensito da Sgarbi Vittorio, in verità vi dico… identico anche al Viggo di Lupo solitario.

E ho detto tutto…

Federico Frusciante considera il rifacimento di Davis una schifezza. Poiché, a suo avviso, Hitchcock non si tocca.

Sicuramente. Però io ho questo dubbio. Gwyneth Paltrow, dopo essere stata con Brad Pitt e Chris Martin, perché non fa più l’attrice? È proprio tocca. Che fa ora? Si tocca su Michael Douglas de La guerra dei Roses?

Infoiandosi nel pensare che Douglas sia invero l’idealizzato, invero mai soddisfacente, Ben Affleck? Col quale lei non andò d’accordissimo caratterialmente e con cui giocò al tiro al piattello, no, ai piatti dopo una cena a base d’inferocite urla non piccanti come il Tobasco più “caliente?”. Michael ebbe la fortuna di superare il Cancro. Il suo compagno Val Kilmer, sì, di Spiriti nelle tenebre, purtroppo invece sembra spiccicato a Patrick Swayze. Quest’ultimo protagonista de La città della gioia…

Sì, adoro Michael Douglas perché è come me.

Nei miei momenti di rabbia acuta, lo idolatrai in Un giorno di ordinaria follia. Dopo che mi sverginai, invece, rividi Basic Instinct e, in un attimo di auto-venerazione, pensai che arrivato io all’età in cui Mike fece all’amore, per finta, con Sharon Stone, io avrei avuto una donna più bella di Demi Moore di Rivelazioni.

Purtroppo, sono deluso e mi sbagliai di grosso.

La mia lei è molto più bella di Demi Moore.

Inoltre, pensai sempre che gli uomini affascinanti come Douglas, sì, sposino una come la Zeta-Jones, molto più giovane di lui, perché hanno i soldi. Non è vero.

In Last Vegas, Robert De Niro, capì subito che uno come Douglas non poteva sposarsi con una ragazzina ma doveva stare con Mary Steenburgen.

Be’, avrei da raccontarvene tante sulla mia vita. Mi ricordo che, ai tempi delle scuole medie, un mio compagno di classe, tale Alessandro Gravina, biondo, alto un metro e novanta e con gli occhi azzurri, mi prendeva sempre in giro, definendomi nano. Le ragazze andavano matte per Alessandro. E lo seguivano a ruota… libera. Dandogli manforte.

Durante una lezione di Educazione Fisica, Gravina mi disse a mo’ di sfottò:

– Nano, vediamo se riesci a segnare?

 

Sì, giocammo a Calcio e lui militava nella squadra avversaria. Ebbi fortuna e riuscii a segnare.

Mi sono però dimenticato di narrarvi un particolare. Se può interessarvi. Dribblai Alessandro e segnai? No, avete presente Maradona? Non era molto falloso, in campo. Però era davvero stronzo. Quando si adirava, faceva davvero piangere tutti.

Credo che Alessandro, quel giorno, non lo dimenticherà mai.

Non lo dimentica ancora in quanto lo umiliai? No, perché gli chiesi, già all’epoca, se gli piacesse Michael Douglas e lui mi rispose:

– A me piacciono solo le ragazze. Non me ne può fregar di meno degli attori.

 

Sì, oggi come oggi, Alessandro è sempre alto, biondo e con gli occhi azzurri. Però è sposato forse con una di nome Giuseppina Cannavello.

Forse Giuseppina è bella e intelligente? Secondo voi, Giuseppina ha mai visto Chorus Line? No, eh. Eh già, l’attore preferito della signora Cannavello in Gravina è Vincenzo Salemme. E ho detto tutto. Comunque, evviva anche Mario Merola ché I figli… so’ pezzi ‘e core.

Di mio, ho sempre preferito i figli di pu… na come Mike. Perché io amo Black Rain!

Quindi, se non vi piaccio, cari uomini, è meglio. Mi piace di più, rispetto a voi, Douglas ma non sono omosessuale. Se mi date del pazzo, credo che piangerete più di Gravina.

Voglio concludere con quest’ultima…

– Pensa te, questo qui. Si vanta di sc… re una tizia.

– Certamente. Non è mica tua moglie.

– Che vorresti dire?

– Tua moglie è la signora Cannavello e tu non sei l’unico, caro Gravina, che se la fa.

– Che cosa? Quindi, tu ti fai mia moglie?

– No, per carità. Se la fa il suo amante. Quindi, caro Gravina, sei pure cornuto.

E l’amante di tua moglie non è Douglas di Wall Street.

Mi spiace per te e per lei ma chi ti mette le corna assomiglia a Michael Douglas durante il Cancro. Però ha trent’anni e non ha il Cancro.

– Senti, Stefano. Andiamo a farci una partita a Calcio?

– Va bene, tanto ora sei sposato. Ti lascio vincere…

– Ehi, ora stai esagerando. Adesso ti meno! – gridò Gravina per fare il figo coi suoi amici cassaintegrati.

 

Sì, me la cavavo a giocare a Calcio. Avevo solo tredici anni.

Ma, col passare degli anni, cominciarono a piacermi pure la boxe e il kung fu.

E ho detto tutto.

La signora Cannavello ha chiesto il divorzio. Pare che, al posto di Gravina, abbia scelto Val Kilmer. Sì, povero Val, passato da Cindy Crawford e Daryl Hannah e or a non avere una girlfriend da 20 years come da sue recenti dichiarazioni. Non è vero. Val mentì. Da tempo, si consola infatti con la Cannavello. Forse anche con Carmela o la cannamela. La signora Cannavello, eh già, che, a sua volta si consola con Kilmer dopo Gravina e il suo amante non tanto bello.black rain

 

di Stefano Falotico

Last Vegas, mini-recensione


23 Apr

Last Vegas

Commedia garbata, lentamente, pateticamente godibile, fra il deprimente e un euforico contenuto, schizzata in alcuni momenti bolsi, trita, sensualmente candida, moralistica, fascinosamente spinta verso la vecchiaia mort(ifer)a.
Con quattro attori in forma senile, ma gustabili.

 

di Stefano Falotico

 

 

Torino Film Festival, aprirà Last Vegas


16 Oct

Sarà Last Vegas di Jon Turteltaub ad aprire ufficialmente il 31° Torino Film Festival. Interpretato da Michael Douglas, Robert De Niro, Morgan Freeman e Kevin Kline, il film verrà presentato in anteprima italiana il 22 novembre all'Auditorium Giovanni Agnelli alla presenza del regista Jon Turteltaub.

I quattro amici Billy (il premio Oscar Michael Douglas), Paddy (il premio Oscar Robert De Niro), Archie (il premio Oscar Morgan Freeman) e Sam (il premio Oscar Kevin Kline) si conoscono da sempre; in occasione dell’addio al celibato di Billy, lo scapolo incallito del gruppo, decidono di partire per Las Vegas con il proposito di rivivere i loro giorni di gloria dimenticandosi della loro vera età. Billy finalmente si è deciso a sposare la sua compagna (ovviamente molto più giovane di lui). Ben presto però i quattro si renderanno conto che la Città del Peccato è molto cambiata da come la ricordavano e la loro amicizia sarà messa a dura prova. I Rat Pack possono aver calcato il palcoscenico del Sands e il Cirque du Soleil può adesso dominare la Strip, ma i nostri protagonisti la faranno ancora da padrone a Las Vegas.

Il film uscirà in Italia il 23 gennaio 2014, distribuito da Universal Pictures International Italia.

“Last Vegas”, second Trailer


03 Oct

“Last Vegas”, 4 clips with De Niro, Douglas, Freeman, Kline


01 Oct

“Last Vegas”, Tv Spot


23 Sep

Robert De Niro 2013-2014, qualcosa di buono, qualcosa per nulla!


21 Jul

l Cinema del prossimo anno si prospetta quasi pessimo, già visto, meglio dei personaggi televisivi! Panoram(ic)a sulle pellicole con Bob De Niro

Osservo e scruto nella filmografia di Robert De Niro, mio attore preferito per antonomasia nel confronto rivaleggiante, eterno col grande Al Pacino.
E gemo, perché ci son solo pochi Bob interessanti. Di Pacino neanche l’ombra…

Di Being Flynn, vedremo il Dvd italiano anche di “straight”. No, manco di striscio. Film troppo “barbone” per piacere al pubblico d’oggi che si fa distrarre da Gabriel Garko con la r moscia. Da cui il detto: “Guarda com’è bono Gabriel ma donna ricordati che sei figlia di Maria, non toccarti troppo altrimenti l’Arcangelo ti sarà sgarbo”. Già, Vittorio Sgarbi urla “Capra” e intanto va a Capri.
Eh sì, accendo la Tv e vedo la semi-scosciata Daria Bignardi di tacchi basculanti nell’oscillar su microfono “virilizzato” all’intervistato di turno, per patetici “Scambiando quattro chiacchiere, io donna con le gonne lunghe, tu ospite di questa trasmissione noiosa, ma pigliamola al balletto, è bella così”. Secondo me, rimane una racchia, nonostante il taglio di capelli che vorrebbe accennare al tuo ciuffo al gel di Tutti pazzi per Mary. Sì, sì, se fosse la mia donna, mi romperebbe coi suoi quiz per risalire alla mia erezione anomala quando ammiro Bob De Niro. Mi consiglierebbe Jude Law, perché ama gli attori radicalchic con stempiature da maschi acculturati, quindi spremendosi il cervello han perso qualche capello. E tutto ciò fa gnocco. Mah.
A uno come Jude Law, darei solo la parte del mio calcio nel culo raffinatissimo. Premiandolo di fermoimmagine ai suoi quadricipiti prima che gli si rompano i testicoli. Deve ringraziarmi, è grasso che cola, come il sebo delle alopecie androgenetiche.

Spingo “tutto”… il telecomando su Sky, alla ricerca di qualche classic sul canale che dovrebbe proporcelo.
“Scelgo” di “mano morta” il film La videocamera Sony, sonnolenta, per l’ultimo flash innamorato di una Nikon. “Capolavoro” pulito in riprese sessuali sghembe, “guardone”, tendenti al virtual sex sgranato nel “digitale” e tanto dizoom vedo-non vedo perché hai scattato l’orgasmo mentre ho coperto l’inquadratura col mignolo sinistro, causa la fretta d’immortalare l’attimo. I protagonisti sono un “uomo” figlio di Tsukamoto, “robotizzatosi” nel “vivere” il suo uccello misogino, figlio della generazione dei cellulari touch…
L’antagonista è una “chiavetta” USB che ficca spesso un Macintosh rovinato dall’usura degli strozzini, a stampante di soldi estortigli con tanto di scanner alla Cronenberg.
Il film finisce coi due androidi ridotti come roditori.

Sfilo Bob De Niro, ma il suo neo è appannato.

Durante le riprese di C’era una volta in America, si disse che ebbe una “tresca” con Moana Pozzi.

Adesso, sta andando a puttane completamente una carriera da “Leone”. Poco serioso e per niente alla Sergio.
Da toro ex scatenato molto seduto, con ravvisabili macchie senili su capello nei capezzoli brizzolati della moglie nera con parrucca e tinture vicendevoli, durante le folate sumanti vicino al Lago di Como, ove passa le estati con George Clooney e si scambiano i “mutui” delle vill(an)e.
Tanto ne hanno da potersele regalare a vicenda. Una anche a Vicenza.
Elisabetta Canalis al Festival di Venezia, oramai sempre attricetta dopo la separazione dal Giorgino, con tanto di inculatina e forse anche lo scolo.
Sì, George non usa mai il profilattico, perché in verità è gay passivo.

Passiamo oltre. Sono cazzi suoi.

Ma Vincenzo non ha neppure un ponte sotto cui dormire. Da cui  il detto: “Paraponziponzipò, ogni tre passi in avanti finisci in un film di Pasquale Pozzessere con Antonella Ponziani, mentre Renato Pozzetto aveva la panzè e ora è panzon’”.

Non mi sento bene, noleggio Hi, Mom, lo studio attentamente. Domani un palazz(inar)o in meno.
Guardo la locandina di questo De Palma, con la manina del Bob strafottente a risaltar di primo piano che mi fa occhiolino.

Mi riconosco ancora in Lui, nonostante tutto. Sembra che ti dica “Salutam a sorrata”.

Comunque, trascurate le inculate e le esplosioni varie, del Cinema d’un Tempo è rimasta solo la litografia di molte fighe di legno e di qualche pezza al paraculo. I giovani pseudo registi di oggi son dei pezzenti.
Anche solo per girare uno spot del tappetino-mouse, venderebbero la loro madre ad Andrea Diprè.

Spezzaron i sogni, che di merda pezzi. Da me, solo che pugni.

Ma concentriamoci sul Bob.

Killing Season:

qualcuno l’ha già caricato full addirittura su “YouTube”. Me lo voglio gustare però in alta definizione Blu-ray quando ad Agosto riceverò la copia personale.
La curiosità è stata comunque troppo irresistibile. E ho “spizzicato” qualche scena.

Ora, il film ha una sceneggiatura “black list”. I cinefili san meglio di me che stavolta “lista nera” significa esattamente il contrario.
Si tratta di quel mucchio di sceneggiature strepitose che vengono “scartate” da Hollywood proprio perché, il colmo eh, troppo difficili per il grande pubblico.
Quindi, quasi nessun produttore si sente di spenderci dei soldi, anche se il materiale scotta, come si suol dire.

Inzialmente, a dirigerlo doveva essere John McTiernan. Anzi, doveva segnare esattamente il ritorno d’un maestro dell’action, schiacciato da quel flop colossale ch’è stato Rollerball.
Be’, PredatorTrappola di cristallo e Caccia a Ottobre Rosso vi dicono nulla? Cazzo, parliamo di un mezzo genio.
Secondo me, dopo questi tre film, può anche aver girato Last Action Hero ed essere benedetto lo stesso nell’osanna dei cieli.
Anche se questo eroe è last but not least, con tanto di citazione di Scharzenegger shakespariano, essere o non essere recitato, eh già, da Arnold. Ce ne rendiamo conto che stronzata meravigliosa è codesta?
Ora, John ha simpatizzato con Travolta Don Giovanni dopo Basic, fra l’altro il suo ultimo film a tutt’oggi.
Gli propone la sceneggiatura e John: “Cazzo, buona questa roba, molto buona cazzo”, detto simil Pulp Fiction. Forse, assieme a Face/Off e … Bobby Long un John coi controcazzi.
Per il resto, vedo molte porcate. Ma cagate secche, non si scherza mica, eh eh, robaccia tipo Swordfish,Phenomenon Michael. Insomma, roba da cazzone Travolta appaiato al Bruckheimer Jerry con West Simon pocomercenario ma assai marchettaro.
John vuole tornare a lavorare con “Quello a cui dà gusto mangiare la patata”, il troione Castor Troy, cioè quel puttaniere, attorialmente e non, di Nicolas Cage.
Per un altro scontro bifront(al)e.

Ma il produttore dice “No” e lo dice a bestia. Il film, così come lo vuol girare McTiernan, potrebbe sì rivelarsi un capolavoro ma incasserà quanto un negro al semaforo d’una periferia di Lecce.

Spunta Avi Lerner, il volpone della Millennium, casa produttrice che, ogni cinquemila film sotto la sua “egida”, ne azzecca uno prima ch’eleggano un altro Papa.

Avi è amico di Bob De Niro. Il Bob con Avi può “vantar” film che hanno dato davvero “lustro” alla sua carriera.
Righteous Kill è un fottuto film, molto poco stimato. Vale già per le tette di Carla Gugino.
Il resto è una minchiata ma Al “deperito” e Bob bolsissimo fan la loro “porca” figura. Bob si fa appunto quel figone di Carla in una relazione “impresentabile” e assai “verosimile”, Al tenta di farsela per tutto il film, ma non vuole tradire il suo amico.
Tanto che lo chiama, dopo un piatto di spaghetti all’italiana (o forse erano dei maccheroni?.. sì, delle penne…) ma, non essendo sazio, deve ancora scazzarsi.
Al bar, Al riferisce a Bob che ha trovato il modo per curare il suo male di vivere.
Annota sul taccuino tutte le pollastrelle coi tacchi che gli spaccan le palle. E ne soffre, non riuscendo a “entrare” nella loro “forma”… mentis femminista.
Insomma, quel taccuino è come il fazzoletto di un onanista. Lì raccoglie il “seme” della sfiga. Così, si “sfoga” e si svuota.
Adesso, rivelo lo spoiler. Bob lo tranquillizza senza prescrivergli i farmaci psichiatrici, ma il serial killer è proprio Al.
Su quel taccuino, ci son per filo, per segno e per “spago” tutte le “terapie”. Cioè, il numero delle persone che ha ucciso.
Bob lo scopre, vuole arrestarlo con la condizionale della sua amicizia ma Al gli grida: “Che poliziotto sei? Uno come me come me va ucciso. Sparami, dai, ribaltiamo il finale di Heat”.
Bob De Niro finirà solo come un cane, perché Carla Gugino intanto s’è messa (a novanta, eh sì, è la segretaria…) con John Leguizamo.
Mah. Secondo me l’assassino era una Carlito’s Way.

Torniamo a Killing. Ci sono tre “gatti” in tutto il film. Non è un modo di dire ma compaiono solo John Travolta e Robert De Niro con l’apparizione di Milo Ventimiglia che si sente senza padre alla Rocky Balboa.
Per il resto, una stupenda fotografia, un’ottima colonna sonora, qualche idiozia che dura due ore, la durata del film, e i Monti Appalachi con i cervi de Il cacciatore.
Voto: a prima vista 10, ripensandoci 8, mi tormenta e gli do uno zero assoluto.

Grudge Match: secondo voi è credibile un raging bull, che il 17 Agosto compierà 70 anni, nella parte del pugile  che si fotte Kim Basinger?
Secondo lo sceneggiatore sì.

Last Vegas: nel trailer compare anche la pornoattrice Kortney Kane. Per chi non la conoscesse, una delle più grandi super-zoccole della Storia.

Ecco, se Kortney avesse girato un hard con questi quattro mostri sacri, il video della Belena sarebbe finito “massacrato” in ultimissima “position”. Invece, Sara Tommasi ne girerà ancora, mentre Valentina Nappi esige Siffredi Rocco e Rocco dichiara che arrivare dove vogliono “tutte” è stata dura… Mah, può darsi che la prima puttana fosse meno tenera di Selvaggia Lucarelli…

The Family, Luc Besson da Festival di Venezia? Le aspettative, a giudicare dal filmato, ci stanno. Peccato che aprirà il solito Clooney col suo “figo” e martoriante 2001.
Già, c’ha distrutto Solaris…, non c’è due senza tre e il terzo sarà il remake di tutta la “sega” di Star Trek con lui nella parte dello spocchioso personal trainer di Spock.

American Hustle, il migliore dell’orgetta. Scusate, volevo dire della deniriana offerta.

Al che, afflitto dal mio Dio che m’ha abbandonato… mi pitto il neo, recito una mia poesia che fa…

Settebellezze Pasqualino va a Natale in tutte le lucine, Lucignolo lecca il mandorlato Balocchi, ti caverò un occhio, e abbasso chi picchia i finocchi.

Poi, mi chiedo che differenza c’è fra me e Robert De Niro. Nessuna.

Soltanto che Lui ha incontrato Martin Scorsese.

Diciamocela: la vita è una questione di nei. Se hai quello di Bob, a parte una filmografia con molte e recenti macchioline, sei un untouchable, se sei me, ti dicono che il tuo curriculum vitae presenta la pecora nera del suo neo e del suonato.

Ho detto tutto.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Re per una notte (1983)
  2. The Big Wedding (2013)
  3. Mission (1986)

Robert De Niro e (il suo) meta… Cinema


02 May

Il “metacinema” di (o con?) Bob De Niro: ogni “mostro sacro” deve, come tutti, rapportarsi alle analogie coi suoi trascorsi, “iracondi” o borderline, sulla “visione” anche “a venire” dell’intreccio in se stesso, camaleontico che (non) sia
Il Cinema, babbei, è come la vita.

La vita di ognuno di noi è da iscrivere in un intarsio di rimandi e citazioni, tante nostre “mimiche facciali” a espressione di chi ci stamperà sopra una (sovra)impressione, sembiante di quel che appariamo o sembrammo.

Capita all’impiegato del catasto, “fantozzizzato” da logiche coercitive del giudizio superficiale alla sua “mediocritas vittimistica” ma ingiustamente sbudellata d’arroganti carneficine, all’operaio, oberato da “debiti” per rimontare nella “cabina di pilotaggio” dei “comandanti” più “esperti” a volare di privilegi dello “schiavismo”, al disoccupato che non è (cancellato totalmente…) riconosciuto nemmeno nella sua dignità “in forma(le)” e non “viene” neppure preso in considerazione (in “integrazione” d’incassare, sì) del dargli credito (anzi, gli strozzini “usureranno” per altro usurpare nello strangolarlo a “pragmatico” sul far… “economia”), al notaio che passa le notti in bianco per colpa di cavilli legali della stessa “insonne” burocrazia che (non) studiò con dovizia e scrupolo dello “scrutinare” le clausole “contemplative” verso monache di clausura, lese nella loro incolumità violata sotto i colonnati di qualche cattedrale “losca-bianca”, e perfino all’intellettuale ché, più crea filosofia per accertarsi “calmo” dentro autoingannevoli serenità metodiche alla “disciplina” elevata, più invece, di “contraltare”, “contratto” non trarrà beneficio né fighe alla sua missione protesa in “suo” salvifico.

Molto “recluso”.

Capita anche ai registi, imbrigliati da un Sistema che in principi(n)o “appura” il talento poi ti “prova”, stremando le intuizioni più “indipendenti” nel fine corrotto d’adattarla a grossi ingranaggi per (s)premerti nel botteghino.

Esempio lampante: Christopher Nolan, più la Warner Bros gli dà soldi per “filmoni” e più gira filmetti da “pochi” milioncini al box office.  Però target coglioncelli.

Capita soprattutto agli attori.

Pensate ad Anthony Perkins, Hitchcock ingabbiò il suo “uccello” nella “donnapsyco che non visse più due volte.

Rimase Norman Bates, “battezzato” grandissimo solo per un ruolo di “ripetizioni” sul glande suo di Edipo.

Al che, intervenne “Il processo” di Kafka alla Orson Welles per salvarlo dal pregiudizio castrante ma non servì a ripagarlo.

Peggiorò del tutto, “marchiato” anche da una causa in tribunale a riconoscergli il torto oramai “impagabile”.

Il danno già avvenne infatti al suo s(t)esso perpetrato, (com)penetrato “fallo”, e Tony “sconsolato” morì mal sfruttato. “Maltrattato” in remake sempre più brutti e penosi.

Ma è capitato soprattutto a colui che interpretò Al Capone. Al Pacino? No, De Niro nella sua heat vs un’autoparodia da martellate con la sua “mazza da Baseball” in testa… coda.

Prima, a pronunciare il suo nome, ogni attore n’era intimorito. E raggelava nel sangue alla De Palma.

Ma, per sostenere il Tribeca e il suo “Sustengo” di Viagra, rincoglionito girò appunto ogni cazzata.

Un po’ si riprese? Mah.

Sfogliando qualche ultima “particina”, ravvedo un ghigno dei tempi d’oro, e son qui lieto a rammemorar voi come fu personaggio storico e oggi a ribadirsi sebbene un po’ sbiadito.

Prendiamo film alla mano di quel che di Lui (sempre maiuscolo, a prescindere…, rimane) vedremo.

Non so se godremo di belle visioni, ecco.

Malavita di Luc Besson

Il cineasta francese pensa bene di allestire una black comedy che mescola i suoi famosi gangster al Paul Vitti di doppia personalità. Stronzata “vera” sarà? No, du’ pall(ottol)e.

Sì, non può esserlo. C’è Michelle “Scarface” Pfeiffer. Una che a cinquant’anni fa ancora la sua “porca” figura.

Altro che la “terapia” del “Boss” sotto stress. Michelle te lo rende “lesso” e “catatonico”.

Quindi, che piaccia o meno, ce “la” gusteremo di “godibile”.

Amplesso “schermato” d’orgasmo ampless’ in 3D dinanzi al “sognarla” enormemente (ri)dimensionati.

 

Last Vegas di Jon Turteltaub

Michael Douglas “rimpiazza” (di letti a molte p-i-azze…) Jack Nicholson, inizialmente designato per tal senile Hugh Hefner nel desinare con le “conigliette” al sugo di “leprotto”.

Jack è sempre stato un mitico… anche puttaniere. Questo, “separato” dalla sua bravura interpretativa, è comunque un “birichino”. Tanti “bicchierini” a ochette per l’occhiolino del marpione da “piedino” nei mascara-mascarpone.

Douglas “lo” batte però. Prima di Catherine, ci fu Sharon Stone del Basic Instinct tremendo alle cosce “tremanti” d’infarto da Tramell.

La trama è “quella”: quattro figli di puttanazza, appunto, invecchiati in faccia, infiacchiti” ma non di voglia di fica da sfiancare, vogliono passare una Notte Hangover, eh sì da “vecchi” leoni, come si suol “dare”, proprio con delle passerone.

Passeggiando nella città del vizio. Occasione “riunione” per un celibato di (viv)addio molto “prelibato” su mignottine non “illibate” ma da sbattere.

De Niro che “cazzo” fa in questo film?

Sharon Stone fu Ginger del suo SamAceRothstein.

In quel capolavoro di Scorsese, finirono tutti “arrosto” per troppa carne al fuoco…

Più che un Casinò, un casino di porcate!

 

Hands of Stone di Jonathan e “qualcosa”…

De Niro è ossessionato dalla “pietra”, Sharon, John Curran con Edward Norton a fottersi in culo “vicendevolmente” e ora appunto “arrivare alle mani”.

 

La storia di un Robert(o) duro Durán, toro scatenato che perse contro Sugar Ray Leonard mentre LaMotta fu “smontato” da Robinson di “omonimia”. Come il nero “identico” della serie televisiva.

Insomma, cazz(ott)i da “uomini” un po’ “animali”.

Il resto lo capite da voi.

Se non c’arrivate, causa orecchie “famose” dunque restie all’ascolto.

Mia accolita, so che vogliamo bere a collo ogni “gonna”, per “imbevuta” di sazie “spremute”.

Ma la realtà non ce “lo” permette, la realtà “taglia” e fuori lo stesso esce…, birbante fra i delinquenti, la mia lingua castigata non sta(rnuta).

In verità, vi dico che sua Santità non vale San Pietro.

Pietro fu ligio al patimento ed ha le “chiavi” del Paradiso, “angeliche” donne che, dopo una vita passata in sacrifici da “farselo”, hanno avuto accesso ai “recessi”, eh sì, ancor più “profondi”.

Sono colui che sono, e predico dal “basso” dei cieli, dei miei (as)cessi e di te brutto come l’Inferno.

Ora, fratelli della congrega, raccoglietevi in preghiera.

Unitevi a Lei.

Robert De Niro sa quanto anim(aleggi)ò con Campbell Naomi, per poi smacchiarsi in fedina nuziale con un’altra nera.

Questo è tutto, tutto (rap)preso.

Ecco l’apprendimento!

Pigliatelo dentro e stai buono e b(o)varo.

La tua mula potrebbe (of)fendersi.

De Niro, all’ultimo pugno


13 Apr

Ah, ripasso in rassegna i film del Robert che mi sparerò, essendone the fan più di Renard.
Ed è uno spasso scorrer la lista di IMDb e trovar un gran bel po’ di roba, già pronta, allestita, alcune sesquipedali “schifezze” e nobile “tacche” invece d’annotare sul taccuino, ché la Notte non è del tacchino ma, mia Donna, il tuo “tacco” me lo stacca!

Che stacco di coscione! Sarò il tuo cosciotto solo se me lo prenderai pazzo da Don Chisciotte!

Sì, nottambulo me ne “pasticcerò”, amandoli e disgustandoli con una birra su trancio di pizza sin a Mezzogiorno “s’è fatto tira-tardi”. Capricciosa è quella del Sud, mai te la dà, quindi va mandata là. Quella del Nord, invece, è Algida, come il gelato omonimo. Nomen omen? Alla faccia! Per avere della figa poi dicono che dobbiamo fare i vegetariani. Sì, meglio un fico indiano che mettersi in fila alla cassa.

Vi citerò solo quelli che sto aspettando di più, mi paion di buon aspetto per il mio cinefilo appetito.

Allora, scartiamo questi ma vivisezioniamoli tutti, elencandoli poi “intitolati” da play che si rispetti.
Non spettiniamoli a casaccio. Ma a casuccia, se al cinema non volete sborsare, di stream basta attendere un paio di settimane… Anche se l’attesa si fa s-tremante, ché al neo nerissimo del De Niro non si comanda. Ed Egli illumina anche all’alba di 70 primavere, che festeggerà in Estate, due giorni dopo Ferragosto, il 17, non so se un Venerdì “Sfigatto” o in ricordo di Amendola Ferruccio che lo “doppiava” a Roma con delle fettuccine e una fettina del figlio da diseredare, nel sedere, quel rozzo del Claudio. Che invidio solo perché amò Monica Bellucci versione Deborah con l’ “Ah” di Colpo gobbo a Milano, da marpione della cotoletta nel Coloss(e)o giovanile. “Mitico”, un po’ come lo zotico Ricky Memphis di questa vanzinata, “valida” solo per mezzo seno della Monicona nazionale, più “monaca” del solito prima dei calendari e di Cassel a denudarla su alimentarla oggi bulimica.

Guarderò la novella di Nick Flynn versione Paul Weitz, a prescindere… un autore, buonista o dolceamaro, quel che importa è l’emozione. Non “importò” molto al botteghino e, per tale “ragione”, han deciso di non farlo uscire da noi sullo schermo. Speriamo nel Dvd. Il Dvd salva sempre capre e cavoli, toglie le castagne dal fuoco. Puoi leccare un piatto di maccheroni, senza lecchini. E tu donna che vuoi? La leccatina? Ma vedi di andare ove sai. Il Cinema non è per te, nemmeno il mio.

Poi, De Niro con gli arzilli hangover Douglas Mike, Freeman Morgan e Kline Kevin.

Un film Last vegas, un po’ alla “Las sfigas” di Jerry Calà. Sempre De Sica e un “regista” italico da far vergogna.
Ecco, Carlo s’è fatto tanti soldoni, vota Berlusconi e si fa pure tutte le mignotte dei suoi film che, per “aderire alla parte”, aderiscono… calzanti alle calze dei suoi “cazzoni”.

Il piatto forte è il Besson. Solo due capolavori all’attivo. Indovinate quali. Uno con la Parillaud e l’altro con Reno. Due più due fa quattro? No, sono 2 e basta. Reno è comparso in un’altra manciata di duetti, però, dilettevoli. Accoppiata storica.
Il film ricorda Ronin ma Jean non è della partita, stavolta.

Sì, meglio le BMW delle Renault. Meglio le forme della Pfeiffer, sebbene adesso sia spompata, del volto pneumatico francesino. Un francesismo. No. Un Luc-ky.
Ficcatelo in? Fa rima? Quasi.

Trascuriamo Mark Steven Johnson… questo Travolta “travolto dalle nevi” degli Appalachi, ci par solo da “palate”. Ucciderà bene il Bob a sparargli nelle palle. Non doveva “scassare” il caz’.
Valanga rabbiosa!

E poi? Ah, che godere. Stallone infila i guantoni e si piglian a ceffoni. Non è che sarà un film da Giffoni Film Festival? Sì, la bambinata ci sta.

Se non ci piacerà, ci “piaceremo”, sbatteremo un culo su Facebook, per “menarcele”… di brut(t)o. Anche di burro se il fondoschiena sarà reale di “botta”.

De Niro e Cusack, accoppiata storica mai avvenuta. Un po’ come quella col Travolta.
Di nuovo boss, cameo o valigetta? Chissà? La pulp fictionata mi sembra un’imitazione dei cavoli a merenda. Potrebbe essere una figata? Non credo. Sparatorie, after hours reminiscenti Scorsese, una miscela di parolacce “dure”, ladri, piedipiatti, figli di puttana e molte puttanone. Insomma, una puttanata.

Puntiamo già il pollice giù.

Il resto mi sembra una stronzata.

Comunque! La Comunione è un De Niro che lascia a bocca aperta!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Being Flynn (2012)
  2. Killing Season (2013)
  3. Last Vegas (2013)
  4. Motel (2013)
  5. Malavita (2013)
  6. All’ultimo pugno (2013)
  7. The Big Wedding (2013)
    E questo? Mah.La Heigl sa che il Bob, finita la telefonatina, la sculaccerà.

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