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Nella mia vita fui guardone, guardiano, guardingo, e non rinnego quest’eterno guardare i c… i altrui


05 Oct

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Cazzi o culi? Scegliete voi? Io opterei per la seconda, e se ha una quarta (sì, mi accontento, non esageriamo) va benissimo.

Vita da guardone

Durante la mia fase post-puberale, incominciai con “accanimento” a registrare VHS unicamente a un solo “scopo”, volerle scopare. Sì, tanto mi facevo di Cinema d’autore quanto, tradendo le ambizioni alte, “scendevo” laddove sognavo di farmele.

Ecco, non so se avete visto il trailer di Wonder Wheel con Jim Belushi. La prenderò “larga”, al suo “lardo”, per “penetrare” poi nell’argomento… ecco, James ha sviluppato un’indubbia panzona e sono lontani i tempi in cui in Filofax, per via del suo sguardo furbesco da lupacchiotto non di primo pelo, riusciva a concupire Loryn Locklin. Loryn, un nome che a voi dirà poco o niente, una perfetta sconosciuta, insomma. Eppure, io “la” conobbi perché in quel periodo così “produttivo” divenne, eccome se “venne”, una delle mie prugne preferite. Quando esce dalla piscina, in quel film, in bikini nero, mozza il fiato e induce inevitabilmente a un’erezione incontenibile. Oggi, Loryn è davvero appassita, il tempo passa e non è più quella gran passera. Ma vorrei ricordarla anche in 2013 con “Cristo Lambretta”, pellicola fra le più brutte della storia, d’altronde c’è il Lambert, che a parte Greystoke e Highlander, è specializzato nelle stronzate. In una scena di flashback onirico, però, il Lambert rimembra di “membro” che pare non patire la prigionia, o meglio se ne consola di dolci ricordi…, gli amplessi che aveva con colei che gli fu sposa, sempre appunto la Locklin. Una scena memorabile, che non ti fa dormir la notte.

Sì, rimpiango quegli “osceni”, ingenui onanismi. Oggi sono più “centrato”. Ma forse non è un bene. Si demonizza tanto la masturbazione, un momento invece “notevolissimo” in cui impariamo continuamente a prendere confidenza coi nostri pudori nascosti, con le nostre sessualità, con la parte più “delicata” e “lieve” del nostro poi avanzare nel reale “indurimento” della vita adulta… osate, dosate e con calma, nelle vostre indiscusse, inalienabili intimità, giovatene. Non abbiatene timore.

Parola di un peccatore che non ha più “cosce” da celare…

Vita da guardiano

Nella mia vita di “toccato”, svolsi anche per circa un anno, forse due, lavoro presso la Pinacoteca di Bologna. Ove, di guardiania museale, dovevo star attento che i turisti, soprattutto i ragazzini mai “fermi con le mani”, toccassero i seni di quei dipinti “cristologici”.

Parola di un santo…

Vita da guardingo

Eh sì, state sempre in guardia. C’è sempre qualcuno che vorrà mettervelo nel culo. La sa bene la Locklin, a cui “glielo” comunicai di fax che “filava”. Ah ah.

 

Insomma, ragazzi, non abbiate paura dei vostri desideri, enunciateli come meglio vi (con)viene, non reprimetevi, non c’è nulla di sbagliato nel sesso, sia esso virtuale, trasognato, masturbato oppure con una donna che vi spillerà tanti soldi da non farvelo più “inalberare”, se non di rabbie, ma solo il conto in banca “prosciugare”.

 

Oggi, tornando dal bar, dopo la mia lieta passeggiata per i cazzi miei, ho visto un padre elegantissimo che “ritirava” il suo figlio da scuola. Questo padre era contento. Ma non credo, posso anche sbagliarmi ma non penso, fosse felice di suo figlio in sé. Insomma, non credo voglia la sua felicità. Col suo sguardo già severo, questo padre pareva volesse prematuramente inculcare al figlio dei falsi valori per adattarlo a una vita che sogna per lui. Che non è una vita fatta di scoperte, del voler che il figlio nella vita faccia ciò che gli piace, mi “parse” piuttosto un padre che voleva che il figlio diventasse “qualcuno”. Un povero stronzo come lui, capace di andare a milf fra una ca(u)sa e l’altra.

Il classico tipo “vincente” che guadagna un sacco di Euro e poi va a mignotte, dicendo ai suoi amici che è felicemente sposato.

Insomma, siate falotici, non siate come questo qua.

Godetevela!

di Stefano Falotico

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Nonno scatenato (Dirty Grandpa) è stato stroncato a man bassa, essendo bassissimo eppur durissimo, ah ah ah!


22 Jan

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De Niro, pork…Misery”… “non deve morire, allor che sia “insozzato” da “Nonno scatenato

Ebbene, oggi, 22 Gennaio, cioè 22nd January di tal 2016 infreddolito, quasi “in Febbraio”, De Niro e il “suo” Dirty Grandpa è/son stato/i massacrato/i.

Critiche “piovigginose”, scese a catene(lle) per imprigionarlo a ch’inneggia che si ritiri. Invece, lui, barbuto e pronto per The Comedian, da girarsi fra poche settimane, persevera “intelligentemente” a “smantellare” la sua carriera, offrendosi “full frontal” in tutto il suo nudo “splendore” con tanto di pene… esposto/e (ma fa pena!) in questo da noi, appunto, ribattezzato Nonno scatenato. “In memoria” dell’Oscar che fu scorsesiano e adesso Dan-mazeriano. Ché, inizialmente, tal film(accio) doveva, in modus più “filologico”, intitolarsi proprio Nonno zozzone, sì, guardone, gigione, cagone, “schifoso”, impudico, oramai in vacca, voglioso, capriccioso, “rizzo” e brizzolato”, volente o nolente laPlaza delle sue (mal)sane perversioni da old man sui “viali” della monta…

Di questo film, ancor prima che uscisse, De Niro s’è stra-vergognato, tanto che è stata annullata laPremiere americana, non si è sottoposto a nessuna intervista ufficiale e sbarcherà forse solo a Londra, lontano dal puritanesimo degli USA, stato/i così puttaneschi da poi moralizzare con tanta ipocrisia, perché definiscono il film una mostruosità che non ha il coraggio di esserlo “fino in fondo”. Insomma, un film senza capo ma di “cazzo(ne)” né coda di Aubrey, che gli fa “codino”, un film di pisello, montato “a culo”, oltraggioso, raunch, dove De Niro parla come uno sboccato cowboy e sogna una cowgirl di horse cock, bestiale, che non fa ridere nessuno ma fa (rim)piangere il De Niro che fu. Cari cocchi alla Efron! Zac, e De Niro “tira” fuori “quello” che non ti aspetti.

De Niro, infatti, “in fallo” di un film (in)guardabile, se ne fotte e ha già pronto il seriosissimo The Wizard of Lies, egli “la” tocca perché sarà Ray Arcel in Hands of Stone, mani di pietra, e lo vedremo inThe Irishman?

De Niro accetta tutto, “la prende” così come “lei viene”, ci dà, si dà, son dollari, son “affari (s)porc(h)i”.

Ma a me De Niro piace anche rincoglionito, con l’accenno robusto d’una pancia pasciuta eppur non grassa/o che cola, a picco, a tacchi a spillo, en travesti.

 

Dite quel che volete, basta che la diate.

De Niro, per riprendersi dalla botta(na), deve “sudarsela”. Adesso!

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di Stefano Falotico

Tiziana Panella, la giornalista in gamba a far gli sgambetti ai politici con poco garbo ma molta barba al pelo


17 Sep

Tiziana Panella, ogni anno, il suo sex appeal, raffinatamente, lievita in modo ragguardevole di mondovisione in sgabello sempre più simil Alba Parietti dei tempi doratissimi. E, accavallando domande ai politici miopi, il nostro (mal)occhio vien spronato, dalla sua sgambata cavalla indomabile, a seguire queste noiose tribune elettorali con più vogliosa affiliazione (s)tirata per voler scoprir gli altarini che stanno dietro gli sgambetti di tal vita italica, sempre più in crisi, ché ci rimarrà solo da guardar uno sfacelo inevitabile, scalzante, di (r)esistenza meno bella e in gamba di lei, Tiziana.

Stacy Haiduk, True Blood and sex


27 Jul

Alex Morgan Sports Illustrated Swimsuit


29 Jun

Sex anomalo, (a)normale, abnorme, oltre, superuomo o s(u)perato


24 Mar

Una calibro “30” per lo “specialista”: sette film ove la “sana” sessualità è andata giustamente a farsi fottere…

Ho sempre adorato il Cinema mieloso perché rappresento la zanzara “pungente” che del piccante fa un tangibile erigente…, succhiando il mio sangue pompante, le donne mi “coagulano” in loro prosciuganti capezzoli dati al mio poppante “lattante” e, asciugando poi dritto e secco il mio pungiglione da marpionissimo in altre d’alveari “dolci” che ne arpiona in quel che è un sacrosanto, mica tanto, ah ah, infilante a dolorino godibilissimo ché, trivellandole, son mie risorse minerarie d’aureo dorarle e dondolante, nei preliminari, inguinale s’insinua docilmente anche anale, sì, col passare degli an(n)i, non mi sono “accomodato” né “raddrizzato”, bensì tutto rizzo è sempre più lì… accomodante, scomodando però i mariti a cornificarli col loro “latte”. La lor “colazione da campioni”, miei “coglioni”. ‘Sti cazzi…

Applauso, e che sia sc(r)osciante, “sorseggiando” la donna è in me sorgente e, tergendomelo, questa scopatona è “pura” com’una libellula libera dalle castiganti ibernazioni dell’uomo medio a cui alzo le dita media, perché la toccatina “vien”…, divina, meglio con due mani, famoso gioco dello “squash”, da cui lo squacquerone del mio pastore, eh già, la pastorizia, datosi senza remissione dei peccati da timorato come voi, gli inculati, ma includente anche la missionaria inculante delle “pecorine” di farina della mia sacca scrotale, nel guascone mio senza paura ma con molte “macchie” loro in quanto son sessuale macchina.

Da una donna di Macerata, da me maceratissima, al macinarne altre di mio (in)affondabile (ma)cigno fra nere e bianche, aizzante e attizzandole nel sempre più alzato, poi, con doviziosa letizia, più ardente tizzone per scaldar perfino le cinesine come “ciliegina”, sgranocchiandomele di mandorlato “gigante”.

Sì, non mi vergogno e agognatemi pure, mettetemi a novanta per darmi dei calci nel culo ma io, da questa prospettiva piegata, posso meglio guardar sotto le gonne senza mutande, fatemi sgolare di punizioni e rinforzerete soltanto il mio (con)ficcato.

Sì, sono come la cantante Madonna, gli an(n)i suoi suonati, e sfondati, non la scalfiscono, bensì in tanti ancor di più la ficcano. Da cui la sui voce “like a virgin” sempreverde.

Ora, per tale mio ardire e perennemente arderlo hard, non datemi della merda, datemene altre. Sì, tante “botte”, ché voglio sia moglie piena e sia quella da riempire, ubriacandola come il far l’amore in gondola su mia anaconda perfin cattivella come Golconda. Con me, le donne ridon come la Gioconda, ah ah, anche quando, onanista tutto bello, io “me lo tiro” di brutto in autoritratto masturbatorio da ridente e irredento toro solo soletto ma bello come il Sol’, poiché il “mio” mai si ritrae eppur sotto la mia baffuta, da cui la donna sempre piaciuta, da cicuta, scopando come un “ciuco” in lor ciuccianti e cuccandolo, ah che (cuc)cagne, inumidisce di blu dipinto di blu e uh, uh, uh, che ululante lupo florido come l’albero di pioppo fra pupe di poppe che me le appioppano fra le lor sode, dunque morbide chiappe.

Ieri sera, ad esempio, mi recai al bar “Il por(ti)chetto”, situato in località limitrofa di Budrio. Controllate sullo stradario, esiste, non mento. E là la barista sa come servirti il “cappuccino” con del “burro”.

Quindi, dopo essermela “bevuta” in tanti bicchieri d’acqua, oh, questa sgocciola “incontenibile”, sarà l’afa primaverile però ti sa fare nel surriscaldarti come la temperatura “posteriore” di buco… dell’ozono in sue zone “forestali”, andai a casa di un mio amico a guardar il Clasico, derby fra il Real Madrid e il Barcelona.

E, al terzo ficcar di Messi, alla faccia di quel maiale di Ancelotti, godetti come un matto.

Sì, sono un torero e io le mato.

Rendendovi, come già “esternato”, tutti cornuti.

Sì, il mio è di trenta e se qualche marito, così bellamente tradito, vorrebbe tagliarmi le “dita”, sfodero l’arma nascosta di pugni in faccia, oltre a quelli in sua f… a.

 

  1. La maschera di scimmia (2000)
  2. Ho sposato un’aliena (1988)
  3. Sessomatto (1973)
  4. Sesso & potere (1998)
  5. Parla con lei (2001)
  6. L’Esorciccio (1975)
  7. La moglie del soldato (1992)

Le gambe di Anna Tatangelo


21 Mar

Bar no Man


13 Feb

l bar dei Big Jim alla Barbie di lor (no)bili da lavoro ferroviario sul dopobarba

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Sottotitolo e sotto il tavolo:

La se(le)zione ero(t)ica di un uomo anomalo che preferisce il suo cappello “Canguro” ai cazzoni “duri” delle cappelle da mammarie, som(m)ar(i)e s(ed)uzioni da cammelli per le donnone da “Porca la Madonna!”, cioè le marsupiali di salivari ghiandole “avare” soltanto b(u)one per gli insultanti lor “sultani” da Marlboro a sputar nel piatto avido in cui magnano poi da (s)lavare… in “godibilissimo” (c)oro. Uomini di “cuore”, come si suol dire in lor lordante “brindare”. Sì, io sono l’erede di Alighieri Dante, loro se le scolano su alcolisti da Chianti!

Già, ieri sera mi sono inoltrato con la mia macchina, a tarda notte… nuvolosa, quando si dice il serale nottambulo sereno-variabile ficcato nel “posteriore” (u)morale, in quel di un bar frequentato da molte “birre” immorali fra tavoli da biliardo in mezzo alle “palle” dei bari con la bile e l’asta degli amari caffè in burrasca fra sbraitate bestemmie incontenibili nel buttar la cameriera in vacca. Sì, non molto colti ragazzi di barbina incolta con la brillantina per la moglie “barbona” del barista da servir col cazzon schizzante volgarità pesanti d’“apprezzamenti” fra i vecchietti “ridenti” al “cannolo”, goliardicamente gozzoviglianti in pelate talvolta di nere lacche brizzolanti.

Tumefatto da tal “maschi” orrendi di “cremosi cornetti”, ordinai un cappuccino per scremarli col “marrone” del mio star lì come un pesce fuor d’acquoline lor in bocca, sempre sgranocchianti salate “patatine” di “stuzzichini”, e grattandomi compiaciuto il mio “coglione”, preso in mezzo da codesti in maniera “ambidestra”. Anche a manca fra tirchie mance e peli fuori dalla sinistra manica.

Uomini villici davvero di pet(t)o in fuori e panzona villosa a mettermelo dentro in modo pe(rma)loso a lor piazzate di mancino tir(o)!

Al che, “onorato” di tanto mio trovarmi “agiato” fra tal mangioni di cozze e di “Ostrica, ficcala in buca, mica fichi”, uscii, pagando lo scott(at)o con in man lo scont(r)ino del “biscotto”, causa il “contante” del mio esser troppo conte ma non aver previsto l’oste bastardo e la sua “mostarda” di conto.

Intascai dunque il mio ferito orgoglio, su gargarismi di tosse nervosa, asciugata tra la mia fronte da questi spaccata e una sigaretta stronza ma più roca della barista racchia, eppur da tali esemplari molto “corteggiata” all’urlo di “Zoccola da Lavazza, quanto sei gnocca, e ora vogliam gli gnocchi, vaffanculo ai finocchi!”.

Infilai la “chiave” e accesi il motore, gironzolando ai 50 Km all’ora lungo la “superstrada” digerente il mio “multato” per eccesso di nobiltà. Sono un “dirigente”.
“Vincente”, lampeggiante…

E, divorato da una rosicante raucedine, alzai il volume dell’auto(radiografia) su mio coraggioso fegato… canticchiante.

Al che, improvvisamente, sostai in una piazzetta e dal cruscotto tirai fuori una “margherita” di piadina del mio viso alla piastra preso da ta(vo)li di puzza all’aglio nei pizzicotti dell’esser stato “brindato” per pazzo con tanto di lor mozzarella e pizzette alla faccia mia… al motto di “Osteria numero 8, chi lo dà in culo a Gianna, tu o Pinotto?”.

Sì, questa storia mi fa comprendere l’aspetto involutivo, anche “involtini”, della razz(i)a umana di selezione darwiniana.

Se dai di cultura all’umanità, i disumani t’inculano per “ottima” cottura di “qualità”.

Insomma, fai la fine del pollo arrosto? No, della quaglia. E devi prevedere anche il bavaglio.
Insomma, ti rendon pan per focaccia e non gliene frega un cazzo di aver solo la fissa delle figaccione per inumidire il pienotto lor penoso pene.

Cristo lo “prese” fra le dita e lo “spezzò”. Che cenetta di pen(n)a all’arrabbiata!

Poi, disse “Vogliatene e beviamoci sopra”.

Eh, a far del bene… Sì, era anche lui (di)vino…

Quindi, chiudendo(mi) del “lutto”, dopo tal porchette, in mezzo al parchetto, molto di me reso “parco”, riflettei nel pianto al tergicristallo su irreparabile retrovisore del mio gridare allucinato, a vita oramai danneggiata, “Autolavaggio, aiuto, da solo non ce la faccio!”.

Perciò, andai a far un (bi)sognino.

Ah, sì. Dopo che tal “umane” feci mi fecero in gastrite da fave di Fuca, smaltii la lor “fame” di gran cagata di liberat(ori)o “culo”.

Sì, sono un’araba fenice.

“Felice” di tante rabbie alla Moka.

The Bag Man


12 Jan

Sull’argentata statua della stupenda Rebecca DaCosta, fascino esotico su gambe vertiginose in guaina letale da pantera dei sensi, ecco questo aka Motel, cioè The Bag Man definitivo.
Film che viene annunciato in uscita negli States il 28 Febbraio. E di cui presto, scommettiamoci, vedremo il primotrailer ufficiale.
Official, invece, sinossi… eh eh.

THE BAG MAN is a taut crime thriller that follows JACK (John Cusack), a tough guy with chronic bad luck but human touches, and legendary crime boss DRAGNA (Robert De Niro). DRAGNA has summoned JACK and a host of shady characters to a remote bayou motel for unknown reasons, and over the course of a long and violently eventful night, Jack’s path crosses with the stunningly beautiful RIVKA (Rebecca Da Costa). All of their fates intertwine, and when Dragna arrives on the scene there are sudden and extreme consequences for everyone involved.

Le prime foto mettono assai l’acquolina in bocca. Trucide inquadrature roventi, viranti spesso al rosso “paludoso”, alberi (s)morenti in verde horror, un film che profuma di noirmistery con salsa splatter e una gran figa, appunto, (in)delebile, non amputabile.
Puttana! Whore da perderci la valigetta, il sonno e il posto letto. Con un posteriore di quel “bagagliaio”.
Credo in qualcosa? Sì, a una legge basica. Alla capienza della credenza. Se dentro non ci son “risorse”, leggi pane, anche la “fame”, leggi pene, ne risente. E, più che penare, patirai prima di crepare, sempre che ti salvi, nonostante sputi, salmi, clima salmastro e poco “salume”.
Avete visto questa locandina? In una locanda ove affittano le stanze, detto anche Motel, infatti questo era il titolo originale, De Niro viene rubato del suo neo ma gliel’appioppano sull’altro lato.
Ora, m’immagino che la storia sia questa. Un demente trova una ragazza, vanno mano nella mano a passeggiare lungo il parco, ammirando le oche, compresa lei col cocco, nel lago. Lui si bagna prima d’inumidirla, lei “glielo” pulisce con un fazzoletto. Lui piange ma è vero “amore”.
Mah, a me sembra solo un pantano e una vita da due palle “così”. Tutta colpa dei pantaloni.
Sì, ho sempre deciso di farmi i cazzi miei. Star “al largo” da una che potesse innaffiarmelo, e soffiarci sopra quando, da soffice, lievitandolo sul duro di mano a(r)mata, come dico io, si allungasse.
Non ho mai tifato per i cantanti roman(t)ici.
Li ho sempre considerati dei poco di buono per strappamutande alle bone.
Dei troioni.
Di mio, m’arrangio.

Che c’entra col film? C’entra quanto io che bevo in centro.
Di mio, preferisco la periferia e anche la mia e sola camera da (l)etto.
Ah, maialetti, non c’è niente di meglio di un pisolino col mio pisellone.
Care principesse sui “piselli”, meglio la pasta coi ceci.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. The Bag Man (2013)
  2. Il grande match (2013)
  3. Maps to the Stars (2014)

Definizione del nerd, asfissia e nessuna affissione, fissat(el)i!


27 Sep

Prefazione: illumino la coscienza dei nerd, allargando le cosce delle lor non loro…

Chi è il nerd?
Corsivizziamolo di grassetta merda. Egli “incarna” il nullatenente. Insomma, l’assoluto niente e non crede neppur al nichilismo “autostradale” di quel matto, senza un nichelino, che una volta scriveva ovunque “Dio c’è”, imbrattando la segnaletica delle strade nei suoi (ir)religiosi reumatismi sul ciglio del suicidio.
Essere asociale che vive perfin male delle sue stesse inedie, un inetto e nanerottolo totale, basso di statura il più delle volte, palindromo eppur, nella sua pachidermia a grasson che cola, ipertrofico di stronzate da debosciato. Con qualche “trofeo” da esporre, “vinto”… al concorso dell’ebete dell’anno. E qui va la proboscide! Davvero “lungimirante”, infatti presto si schianterà al suolo di volo “giocoso”. Fragoroso tanto come un elefante che spacca la “protezione” del suo “animale” pigro, quasi da pulcino Pio Pio. Protezione (in)civile di “rete” a sostenerlo, cioè l’assembramento di suoi “affini” pasciuti e “contenti”. Stuprato dai suoi stupidi e profondi conflitti psicologici irrisolti, spesso s’aggrappa a una visiera-visione multimediale e (video)ludica della vita per compensare il vuoto esistenziale e anche assai il vuoto che non riempie, cioè onestamente la figa, detta senza peli sulla lingua. Visto che, al di là delle pulzelle “a manetta” sul Tubo catodico e “colandolo”, poche ne vede il nostro “Ercolino sempre in piedi”, a prescindere se possiam considerare amore, o amar il suo auto-erotismo, nel gretto e “gravoso”, poco generoso, sedentario, sdentato, sedimentato eppur ossimoro “vivente” sul virtuale “baciamano”, accomunabile all’autistica più schizofrenica demenza vicin alla sporcizia.
I nerd sono una tribù più “demo-grafica” della popolazione cinese a Prato. In via irrimediabile d’espansione, il lor disagio lo respiriamo a pelle. Che palle! Van appallottolati e sbattuti in manicomio! A noi, “criminologi” di tali alterazioni obbrobriose, riman da constatare la concentrazione a macchia d’olio non sedabile ma d’insabbiare nel portabagagli di tal biliosi. Il tal dei tali chi lo conosce? Ossessionati e divoranti in recluse stagioni del cuore, impietrito e (s)lavato “a secco”, molti di essi son stati ex secchioni mai riesumati, che salme, in quanto non emersero a pelo d’acqua (Salma Hayek/Santanico Pandemonium?), detto (per l’)appunto squirt, nella vita solare della gnocca (o)micidiale. Si son fottuti, asciugando il peluche del lor s(t)esso orsacchiottino. Saccottino Mulino Bianco!
Dark maniaci, body “pantere” (pentiti non painting) di anime, non solo giapponesi, quasi sempre a gravitar nell’interland tetro (milanese da cotolette impan-n-ate), dunque Tetris a (in)castro, delle tediose asfissie più frustrate.
Il “fallo” gravissimo è che si fustigan da sé. Intessendo nuovi “amichetti” per scaccolarsi a “combriccole nasali” appaiatissime e da paio di mutande nei pali dei cocchini.
Prendetene coscienza e sparatevi una sega vera su questa dalle bone pere.
Buona (re)visione. Sincere condoglianze. La vostra vita è da becchini ma metteste il becco anche su chi è Dio. Chiedi chi è Dio!
Cioè io.
Ti stringo la mano, mia merda nerd. Mi toccherà pulirmela perché potrei ammalarmi, sfiorato dal dubbio della contaminazione “artificiale”.
Eh sì, Chiara la “giornalista” Perale ha quel “però” fra le gambe d’aperitivo Lemonsoda. E Claudia Peroni è morta? S-tette pur con Briatore! La birra, la sborr…
Ma vi rassodo io, il puro. Anche se, duramente, inculo.

Genius-Pop

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