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In My Letter To You, a mo’ di Bruce Springsteen, attraverso i trailer dei film con De Niro dell’ultima decade, vi racconto che (non) sono andato a letto presto


22 May

de niro truffa hollywood

Credo, in tutta sincerità, che l’ultimo album di Springsteen sia molto bello, mai sdolcinato, sempre ottimamente bilanciato fra sana retorica, un pizzico di rabbia da lui giammai persa, sebbene asciugata nella maturità che voi scambiate per patetica vecchiaia che v’induce a brutti, screanzati detti come ok, boomer…

Sì, credo che di Bruce ce ne sia soltanto uno, un po’ forse stagionato ma per niente obsoleto od annacquato.

Bruce Willis gira oramai, infatti, soltanto filmacci dalle trame più prevedibili dei film, per modo di dire, col pornoattore Bruce Venture.

Quest’ultimo non può rivaleggiare con me. Per purissimo pudore e contegno morale, non desidero sfidarlo nelle sue performance ma credo che, da un eventuale confronto nudo e crudo, ne uscirebbe spompato e assai ridimensionato.

Insomma, duri come Mark Wahlberg di Boogie Nights mi fanno un baffo da Tom Selleck d’annata, ah ah.

Ecco, sino a un paio di anni fa, mi misi alla ricerca di Jack Kevorkian, detto Il Dottor Morte, interpretato da Al Pacino in un omonimo (almeno nel sottotitolo italiano) biopic per la HBO.

Ma non si doveva parlare di De Niro?

Sì, scusate. Vedete, a volte il mio cervello abbisognerebbe di essere spento. Staccate la spina, per piacere, ah ah.

Detto ciò, non sono però la protagonista della canzone Janey Needs A Shooter del Boss e neppure Hilary Swank del finale di Million Dollar Baby.

Debbo riconoscere che son un vecchietto niente male, eh già, Walt Kowalski di Gran Torino se la suderebbe non poco contro di me. Ah ah.

Spesso, sapete, ho l’impressione di essere invece il ragazzo che, alla fine del succitato capolavoro ineguagliabile di Clint, malgrado ogni tragedia e tante amarezze occorse a lui e specialmente a sua sorella, memore dei film di Sergio Leone e soprattutto della battuta pronunciata da Lee Van Cleef in Per qualche dollaro in più, ecco, parafrasandolo/a… sei diventato ricco e te lo sei meritato.

Ribaltata, diciamo(la) più francamente: sei diventato povero e non te lo sei meritato, ah ah.

Ecco, nel periodo soprastante, ho volutamente tentennato in merito al perfetto italiano ma, nel periodo riguardante i miei ultimi dieci anni di vita, devo confessarvi che fui estremamente sicuro che mi sarei suicidato. Vedete come passo, con grande facilità, dal passato prossimo a quello remoto? Sono un verbo imperfetto e in me incarnato?

Procediamo con un calmante? No, con tutta calma.

Che io mi ricordi, ho sempre voluto fare il gangster come Henry Hill/Ray Liotta di Quei bravi ragazzi?

No, non volevo essere pazzo ma, a causa di bullismi esasperanti, mi svegliai un bel giorno, insomma, bel giorno un ca… o, eh eh, in una suite del Baglioni di Bologna, no, su uno scassato letto di ospedale.

In quel periodo in cui fui attorniato da infermieri ignoranti e da discutibili medici col camice bianco ma con l’anima poco immacolata, per compensare i miei psicologici scompensi, rividi in continuazione il trailer di Sfida senza regole. Dal primo sguardo rivolto a esso, compresi subito che non mi trovavo di fronte a Heat di Michael Mann. Ma la speranza, come si suol dire, è per l’appunto l’ultima a morire.

A meno che non vedi il suddetto film pronto e impacchettato, malamente doppiato e distribuito, in una multisala dalle parti di Faenza.

Al che, comprendi che tanta febbricitante e delirante (è il caso di dirlo) attesa, potevi risparmiartela. Risparmiando, peraltro, anche gli 8 Euro del biglietto strappato da una maschera più brutta di quella indossata da Robert Pattinson in The Batman di Matt Reeves.

A voi pare figa come una delle attrici con cui lavora Bruce Venture? No, a me pare rifatta. Insomma, è poi la stessa cosa, no? Ah ah. Sì, è tutta plastificata.

Comunque, sebbene Righteous Kill sia un film più che mediocre, lo riguardai altre mille volte per convincermi che fosse avvenente come Carla Gugino.

Be’, non si può dire che sia attraente come Carla in Sin City e in Jet.

Però, Sfida senza regole è carino, tutto sommato, come Jessica/Trilby Glover.

La Glover non è sexy come Jessica Alba di Machete, dai!

Inoltre, dalla mia situazione d’impasse, me la cavai come Ed Norton di Stone?

No, fu un periodo di ménage à trois non fra De Niro, Milla Jovovich e Norton stesso. Bensì fra me, la mia immagine allo specchio e un rendervous col prossimo film con De Niro.

Che vita, eh? Ah ah.

Per superare la mia depressione abissale, dovevo assolutamente diventare Bradley Cooper del secondo tempo di Limitless. Comunque, non mi drogai.

Potei solamente duellare virtualmente col mio acerrimo nemico e rivale storico à la Stallone de Il grande Match per illudermi di essere De Niro palestrato, non rovinato, di Toro scatenato.

Comunque, mi assunsero come stagista inaspettato per dare lezioni di vita non ad Anne Hathaway di The Intern (magari, eh), bensì a Jennifer Lawrence di Joy.

Che culo!

No, a parte gli scherzi, per molto tempo pensai di essere un ciarlatano come De Niro di Red Lights, invece, con mio sommo stupore, scoprii davvero di essere un fenomeno paranormale a cui piace Elizabeth Olsen.

Volete, per questo, rendermi cieco? Ah ah.

Sì, lo so, non sono Travis Bickle di Taxi Driver & Rupert Pupkin di Re per una notte, non sono né Bill Murray né Joker. Neanche Franklin Murray.

Forse sono però davvero il protagonista di The Comedian.

Sì, la mia lei è come Leslie Mann.

Quindi, andate a dire a John Travolta di Killing Season che la guerra è finita e non deve portarmi rancore se lui non capisce Il lato positivo di David O. Russell e io dunque severamente lo sgrido.

Presto, uscirò col libro Bologna Hard Boiled & l’amore ai tempi del Covid.

Secondo il mio editor, ho detto editor e non tutor, questo mio libro è qualcosa d’immane. Invero, per far sì che non mi montassi la testa, ho detto testa, mi disse “solo” che è l’opera di un genio.

Sì, credo che sia un grande libro. Io sono però realista… venderà dieci copie.  Dunque, se qualcuno non mi reggerà il gioco, cioè la mia lei o un vero amico, vi scriverò una lettera d’addio…

 

di Stefano Falotico

Lo statista aspettato: come, à la De Niro, (s)fottei una signorina “tu mi stufi” alla Hathaway, ridendo poi da Dracula/Oldman


19 Jun

Non avendo un cazzo da fare tutto il giorno, compreso il mio, che da tempo non “pilucco”, stasera verso le “calende” ho provocato “gratuitamente” una donna su Twitter, “confutando” la sua scrittura a mio avviso “sgrammaticata” e poco italian(izzat)a.

Sì, secondo me non si scrive à la ma alla, for example si dice un neo alla De Niro e non à la Bob.

Lei, essendo io intervenuto in modo rozzo e molto informatico, m’accusò di essere ignorante e poco “informato” riguardo le espressioni francese ereditate dal nostro linguaggio “parlato”, webwriterizzato.

Infatti, con tanto di “cornice”, si permette di dedicarmi circa tre minuti netti della sua vita in(f)etta per “crittografarmi” in un retweet. Con far astioso, quantomeno permaloso, osò provocarmi a sua (s)volta, “abbellendo” la bacheca di questa sua “uscita” che si crede(tte) intelligentona.

alla

 

Ecco, io, in tutta (ris)posta, “glielo” posi in maniera altrettanto irriverente, e partì la chat “scontrosa” e scont(r)ata:

– Ora che rispondi, babbeo?

– Ho sempre sostenuto che, a proposito di Barbara, è sempre meglio per gli uomini “viaggiare” a dorso di mule…

– Bella battuta.

– No, è una battona. Sono un genio. Credo sia inconfutabile. Non lo confuti. Non obietti, non si dimostri abietta, sii/a obiettiva.

– Bel gioco di parole ma sei un mentecatto.

Ah, pensavo di poter “mendicare” nella tua gatta.

– Anche volgare. Scrittore dei miei baffi!!!

– Dei miei stivali, semmai. Come il gatto della fava, no, scusa della fiaba.

 

Stringi stingendomi, codesta non me la diede e io rimango alla De Niro di Taxi Driver con l’inconveniente di essere poco adatto al mondo, in stile bambina di Danny Collins, e qui c’entra Pacino, con l’uccello di Cannavale Bobby. Ché credo sia notevole come i suoi occhi strabici.

E me la rodo, no, rido alla Dracula di Coppola.

 

Firmato il Genius

Vanity Fair, Io Donna e Awardscircuit.com profetizzano come miglior attore di Comedy il grande De Niro de Lo stagista inaspettato


10 Dec

(Non) ce lo saremmo aspettato.

Invece, voi no, io sì.

Sì, sì, sì, vai Bob.

Per le donne, eh eh.

iodonna

Miglior film – Dramma
“Brooklyn”
“Concussion” (da noi Zona d’ombra, lo vedremo a marzo, con Will Smith nei panni del medico che scoprì il legame tra le botte e i danni cerebrali nei giocatori di football)
“The Revenant”
“Spotlight”
“Carol”

Miglior film – Commedia/Musical
“The Big Short” (La grande scommessa, con Christian Bale, Steve Carell, Ryan Gosling,gli outsider che intuirono le conseguenze della bolla immobiliare del 2000)
“Joy” (il 26 gennaio nei nostri cinema, di David O. Russell, con Jennifer Lawrence, Bradley Cooper, Robert De Niro)
“The Martian”
“Trainwreck” (da noi è uscito come Un disastro di ragazza)
“The Lady in the Van” (con una strepitosa Maggie Smith)

Miglior attore – Dramma
Leonardo DiCaprio (“The Revenant”)
Johnny Depp (“Black Mass”)
Michael Fassbender (“Steve Jobs”)
Eddie Redmayne (“The Danish Girl”)
Will Smith (“Concussion”)

Miglior attore – Commedia/Musical

Christian Bale (“The Big Short”)

Steve Carell (“The Big Short”)
Bradley Cooper (“Burnt”)
Robert De Niro (“The Intern”)
Matt Damon (“The Martian”)

Migliore attrice – Dramma
Cate Blanchett (“Carol”)
Carey Mulligan (“Suffragette”)
Saoirse Ronan (“Brooklyn”)
Alicia Vikander (“The Danish Girl”)
Cate Blanchett (“Truth”)

 

Per i circuiti, oh oh.

With SAG set to hand out their nominations this coming Wednesday, the Hollywood Foreign Press Association will announce their nominations for the 2016 Golden Globes on Thursday.  This year, more than ever, we’ll be looking at both organizations to get indications of support for certain films and performances.  The HFPA has already corrected certain campaigns submitted by the studios which include Rooney Mara (“Carol”) and Alicia Vikander (“The Danish Girl”) being moved to Lead Actress in a Drama, Jason Segal (“The End of the Tour”) moving to Lead Actor in a Drama, “Trumbo” switching to Drama, and a few other key cases.

Unsure how this can shake things out, but after SAG announces on Wednesday, with no reported category switches named thus far, we’ll have to attempt to assume “business as usual” and see where the support lies.  Before anyone jumps up and down about omissions of certain films and performances, remember that the HFPA hardly ever has a 100% translation to Oscar.  Ricky Gervais will be back to host and that will probably be the most familiar thing we know going in.  Check out the final predictions below, including the television categories:

Hateful_Eight_Payoff_FINALBEST PICTURE (DRAMA)

  • Bridge of Spies” (DreamWorks)
  • Brooklyn” (Fox Searchlight Pictures)
  • The Hateful Eight” (The Weinstein Company)
  • The Revenant” (20th Century Fox)
  • Spotlight” (Open Road)

ALTERNATE: “Carol” (The Weinstein Company)

  • The HFPA do tend to lean towards foreign productions as seen with surprises like “Rush” but they can sometimes make cool choices.  Will we have more than five this year?

martian_poster_damonBEST PICTURE (MUSICAL OR COMEDY)

  • The Big Short” (Paramount Pictures)
  • Grandma” (Sony Pictures Classics)
  • Joy” (20th Century Fox)
  • The Martian” (20th Century Fox)
  • Trainwreck” (Universal Pictures)

ALTERNATE: “Spy” (20th Century Fox)

  • Mixed reviews for “Joy” won’t keep the HPFA back from pouncing.  A small film like “Grandma” could use this type of recognition but will the money-making “Spy” overtake it?

revenant1BEST ACTOR (DRAMA)

  • Johnny Depp – “Black Mass”
  • Leonardo DiCaprio – “The Revenant”
  • Michael Fassbender – “Steve Jobs”
  • Eddie Redmayne – “The Danish Girl”
  • Will Smith – “Concussion”

ALTERNATE: Bryan Cranston – “Trumbo”

  • Battle for the movie stars but is there a possibility for an indie player like Ian McKellen or Michael Caine to come up and steal a spot?

big_short_ver2BEST ACTOR (MUSICAL OR COMEDY)

  • Steve Carell – “The Big Short”
  • Bradley Cooper – “Burnt”
  • Matt Damon – “The Martian”
  • Robert DeNiro – “The Intern”
  • Al Pacino – “Danny Collins”

ALTERNATE: Bill Hader – “Trainwreck”

  • This is the category for the veteran leading men, hot actors in Hollywood, and anyone else they want to throw in the mix.  Is there a Chiwetel Ejiofor in “Kinky Boots” out there?

carol-posterBEST ACTRESS (DRAMA)

  • Cate Blanchett – “Carol”
  • Brie Larson – “Room”
  • Charlotte Rampling – “45 Years”
  • Saoirse Ronan – “Brooklyn”
  • Alicia Vikander – “The Danish Girl”

ALTERNATE: Rooney Mara – “Carol”

  • With category shifts for Mara and Vikander, are both making the cut?  Will it push out anyone else who will be campaigning there?  Can someone like Charlize Theron find some room?  Too many questions for this race.

joy_posterBEST ACTRESS (MUSICAL OR COMEDY)

  • Blythe Danner – “I’ll See You In My Dreams”
  • Jennifer Lawrence – “Joy”
  • Amy Schumer – “Trainwreck”
  • Maggie Smith – “The Lady in the Van”
  • Lily Tomlin – “Grandma”

ALTERNATE: Meryl Streep – “Ricki and the Flash”

  • It’s hard to believe I’m predicting a Meryl Streep miss but what a strong five it looks like ahead of her.  They could default to her easily and even megastar Sandra Bullock.

creed_ver2BEST SUPPORTING ACTOR

  • Paul Dano – “Love & Mercy”
  • Tom Hardy – “The Revenant”
  • Mark Ruffalo – “Spotlight”
  • Mark Rylance – “Bridge of Spies”
  • Sylvester Stallone – “Creed”

ALTERNATE: Michael Keaton – “Spotlight”

  • Taking a gamble on both “Spotlight” guys not making it but something is going to give in this race with Sly Stallone picking up steam.  Don’t be shocked if SAG and GG overlap by just Mark Rylance.

spotlight_ver2BEST SUPPORTING ACTRESS

  • Elizabeth Banks – “Love & Mercy”
  • Jennifer Jason Leigh – “The Hateful Eight”
  • Rachel McAdams – “Spotlight”
  • Kristen Stewart – “Clouds of Sils Maria”
  • Kate Winslet – “Steve Jobs”

ALTERNATE: Jessica Chastain – “The Martian”

  • With Supporting players out, it gives Jennifer Jason Leigh all the room to stretch her legs and get on a stage but could Kate Winslet or Kristen Stewart ruin the party?

bridge_of_spies_ver3BEST DIRECTOR – MOTION PICTURE

  • Todd Haynes – “Carol”
  • Alejandro G. Inarritu – “The Revenant”
  • Tom McCarthy – “Spotlight”
  • Ridley Scott – “The Martian”
  • Quentin Tarantino – “The Hateful Eight”

ALTERNATE: Steven Spielberg – “Bridge of Spies”

  • They love their big name directors but they can often go the “lone” director route and I’m seeing a possible “Carol” in Picture or Haynes in Director.  Not both.

steve_jobsBEST SCREENPLAY

  • Brooklyn” – Nick Hornby
  • Carol” – Phyllis Nagy
  • The Hateful Eight” – Quentin Tarantino
  • Spotlight” – Tom McCarthy, Josh Singer
  • Steve Jobs” – Aaron Sorkin

ALTERNATE: “The Martian” – Drew Goddard

  • HFPA likes their big name writers and the frontrunners of each category but they may be swayed in a different direction this year.  “The Martian” nominated here would show considerable strength.

anomalisaBEST ANIMATED FEATURE

  • Anomalisa” (Paramount Pictures)
  • The Good Dinosaur” (Pixar)
  • Inside Out” (Pixar)
  • Minions” (Universal)
  • The Peanuts Movie” (20th Century Fox)

ALTERNATE: “Shaun the Sheep” (Lionsgate)

  • Pixar and Paramount death match.  Round 1.  Fight!

sicario_ver5BEST ORIGINAL SCORE

  • Roque Baños – “In the Heart of the Sea”
  • Carter Burwell – “Carol”
  • Ennio Morricone – “The Hateful Eight”
  • Jóhann Jóhannson – “Sicario”
  • Thomas Newman – “Bridge of Spies”

ALTERNATE: James Horner – “Southpaw”

  • Are they feeling sentimental for James Horner?  Can they recognize the brilliant, unsung work of Michael Brook in “Brooklyn?”

concussionBEST ORIGINAL SONG

  • Concussion” – “So Long”
  • Fifty Shades of Grey” – “Earned It”
  • The Hunting Ground” – “Til It Happens to You”
  • Love & Mercy” – “One Kind of Love”
  • Spectre” – “Writing on the Wall”

ALTERNATE: “Creed” – “Grip”

  • The bigger the artist behind the song, the more likely to pop up.  Sam Smith, Lady Gaga, Leon Bridges, The Weeknd, and Brian Wilson.  Looks done.

sonofsaulBEST FOREIGN LANGUAGE FILM

  • Goodnight Mommy” (Austria)
  • Labyrinth of Lies” (Germany)
  • Mustang” (France)
  • The Second Mother” (Brazil)
  • Son of Saul” (Hungary)

ALTERNATE: “Rams” (Iceland)

 

Per le vanità, ah ah, come direbbe Pacino Al, che speriamo nominino per Danny Collins, ih ih.

Lo stagista inaspettato (The Intern) by Luca glispietati Pacilio


22 Nov

Un bel 7. Meritato.

theintern theintern2 theintern3theintern4

Lo stagista inaspettato secondo BadTaste e i recensori Francesco Alò/Gabriele Niola


18 Oct

Chi conosce la tendenza di molto cinema americano a realizzare commedie per la terza età sa già cosa aspettarsi. E sbaglia.
Inaspettato non è certo lo stagista del titolo originale ma l’esito di questo film scritto e diretto da Nancy Meyers, vera specialista in sciape commedie senili (Tutto può succedere, È complicato), e recitato dall’attore che più di tutti in questi anni si è lasciato andare: Robert De Niro.
Invece la storia di un anziano ex dirigente d’azienda ormai in pensione, con una moglie defunta e una grande voglia di fare, che accetta il lavoro da stagista in una società di internet, completamente diversa da quella che fabbricava elenchi del telefono in cui lavorava (paradossalmente nel medesimo edificio) è una miniera di sorprese.

Solitamente in queste commedie il vecchio trionfa sul nuovo, in un’apoteosi di buonismo e implausibilità che coccolano il pubblico coetaneo dei protagonisti, Lo stagista inaspettato non fa eccezione ma in esso il confronto tra presente e passato non è solo nell’età dei personaggi coinvolti, si misura ad un livello più alto. Permea ambienti, luoghi, mode, atteggiamenti e tempistiche. Quella diNancy Meyers è una prospettiva stavolta più ampia della questione. Quei personaggi che altrove sono pretestuosamente inseriti per dare possibilità ai protagonisti di emergere hanno un guizzo in più e le relazioni che stabiliscono non sono scontate. Ciò che accade tra lo stagista fuori tempo massimo (assunto in un impeto hipster di recupero vintage) e il fondatore di una startup di moda interpretato daAnne Hathaway (come sempre impeccabile), non è scontato, prende pieghe originali e nonostante abbia come missione i sentimenti più basilari, arriva al traguardo cogliendo più di quello che era lecito aspettarsi.

Sembra incredibile poterlo scrivere ma proprio questo atterraggio con stile nella terra del miele è merito degli interpreti. E se Anne Hathaway come già scritto è una vera garanzia, attrice giovane con la solidità e l’affidabilità di una veterana (sembra fare film da decenni), la meraviglia è vedere Robert De Niro tornare ad impegnarsi sul serio. Invece che limitarsi a sfruttare con pigrizia il consueto repertorio di smorfiette note, che rievocano nello spettatore ricordi di film migliori e illudono che stia recitando, crea un uomo d’altri tempi con un’aura quasi nobile, uno stile da Sinatra unito ad un’eleganza che pare naturale. Nel creare il fascino del suo personaggio De Niro crea anche il senso di un’operazione di affiancamento di vecchio e nuovo. L’attrazione che il pubblico stesso prova per quello che il Ben di De Niro rappresenta, il suo modo di porsi, fare, pensare e concepire la vita, è il punto di Lo stagista inaspettato. Vintage e imbattibile come la 24 ore di pelle che usa, virile con classe come il fazzoletto di stoffa che ha sempre appresso, Ben non è il solito vecchietto arzillo da commedia senescente ma la personificazione del contrasto contemporaneo tra corsa al progresso e passione retro per tutto ciò che viene da un’altra epoca, il senso della nostalgia e della mancanza di qualcosa che non è mai facile identificare ma che fa rima con una dimensione esotica dei sentimenti.

Lo stagista inaspettato è un bel film, critica alla “critica” di FilmTv.it: giunto allo sfinimento della mia vita fine, in quanto oltre-uomo, sputtanai il puttanesimo ruffiano de Il diavolo veste Prada


16 Oct

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Una tizia, forse tozza, ha su codesto, non so se oramai desto, sito, stroncato Lo stagista inaspettato. C’era d’aspettarselo che la furbizia della Meyers fosse scambiata per sdolcinata “c(ornuc)opia” del film con la Streep, sempre con la Hathaway.

Non mi penerei, pensante assai, troppo su questa che vistosamente, dopo non avergli dato il visto, eppur visionandolo, l’ha così mal giudicato.

Fa oramai parte di una “critica” che incensa, a torto (fosse per me, meglio in faccia la torta a gente esaltata ch’è meglio vada a “sfogliar” i tortellini), un cinema “autoriale” alla Fukunaga, altro abbaglio colossale, e stronca, a ragion (non) veduta, i “filmini”, come se ora declassare il puro entertainment fosse lo spo(r)t nazionale per far carriera in redazione. Altro che Meryl Streep e De Niro che non è l’Hathaway. Questa batte non solo le redattrici più finto-eleganti ma anche le battone, e non è una battuta!

Secondo me, è solo brutta, e Lo stagista inaspettato non è brutto come Maurizio Porro, un porco che la butta sempre sulla stroncatura “carina”, altro che le carinerie intelligenti della Meyers, de “Il Corriere delle seghe”…, “sfinisce”, in definizione che mi paiono sitcom umoristiche.

C’è tempo per giudicare, c’è un tempo per la pensione e io non ho voglia che qualcuno rida di De Niro.

Datemi un fazzoletto e, dinanzi alla mia grandezza, voi, che vi spacc(i)ate per critici, conoscere il pianto della mut(u)a.

 

di Stefano Falotico, appunto, il Genius

Nostalgia della Hollywood classica: Lo stagista inaspettato, di Nancy Meyers


16 Oct

Sentieri-andoggi Selvaggi:anne-hathaway-e-robert-de-niro-in-lo-stagista-inaspettato

di

Il rapporto tra Nancy Meyers e il cinema classico è sempre stato così stretto che The Intern non ha nessun bisogno di svelarlo ulteriormente. La regista sta cercando di saldare il suo debito verso il romance e sta provando a farsi testimone di una serie di formule che ormai sono considerate sorpassate. La questione non è solo un fatto di forma narrativa ma è principalmente un problema di ribaltamento delle gerarchie tra uomo e donna. Le tipologie dei rapporti sono evidentemente cambiate ma Nancy Meyers insiste nel sottolineare un sentimento di nostalgia verso la commedia rosa del passato. Il suo cinema tenta continuamente quell’opera di persuasione che riusciva ad Eli Wallach in The Holiday del 2006. Il vecchio sceneggiatore hollywoodiano in pensione convinceva Kate Winslet della necessità intrinseca di quelle storie d’amore che aveva scritto per tutta la vita. La regista si impegna in questa operazione in modo paradigmatico e la chiave per capire la natura del suo lavoro non è soltanto nel bellissimo omaggio a Singin’ In the Rain. La scena in cui un vedovo orgoglioso come Robert De Niro si commuove davanti a Gene Kelly che canta You Were Meant For MeDebbie Reynolds è semmai il punto di riferimento a cui umilmente sa di non poter arrivare. L’uomo ha appena sentito l’ennesimo resoconto diAnne Hathaway sul suo matrimonio complicato e l’ha consigliata sull’opportunità o meno di perdonare il marito dopo un tradimento. Il suo ruolo di secondo padre non gli impedisce di rimpiangere il suo tempo e le sue convenzioni sentimentali. L’epoca lineare in cui si era innamorato di una ragazzina di Brooklyn e avevano deciso di invecchiare insieme: lui aveva trovato lavoro e avevano tirato su famiglia.


Il fatto che Nancy Meyers ci creda o meno è relativo perché per lei la cosa fondamentale è che il cinema porti avanti questa situazione come archetipo.
In questo senso il momento veramente didascalico è quello in cui la protagonista rinfaccia ai suoi amici la loro scarsa virilità. Il suo personaggio gestisce un’azienda di successo e si lamenta che adesso le donne sono donne troppo presto mentre gli uomini restano ragazzi troppo a lungo. Non è un caso che davanti a sé abbia un campionario di trentenni che sembra un meltin pot tra la factory di Judd Apatow e una puntata di The Big Bang Theory. La presenza di Robert De Niro non rinuncia ai soliti e fastidiosi tocchi di autoironia che ogni volta gli impongono una rivisitazione del monologo allo specchio di Taxi Driver. L’attore si trova a suo agio con una collega che non ha problemi a declinare nel ventunesimo secolo la personalità di Katharine Hepburn. Il suo bagaglio professionale basta e avanza ad imitare quella di Spencer Tracy e a dare credibilità ad uomo che non dimentica mai di portare un fazzoletto nella giacca. Le donne prima o poi piangono sempre e la cavalleria non dovrebbe mai estinguersi: la domanda è quante siano disposte a dare ancora retta a Nancy Meyers. La risposta potrebbe dire se i suoi film sono anche efficaci oltre che ad essere piacevolmente retro.

 

 

 

In verità, vi dico, che Anne Hathaway non mi fa tenerezza ma durezza, ah ah


24 Sep

THE INTERN

Sana cattiveria, finiamola coi buonismi, esigiamo un uomo che non guarda in faccia nessuno, scal(ci)ando.

Finiamola con questo mondo di baci, cagnoline e bacetti da micine. Io sono tremendo, il terremoto, la persona non adatta a questo mondo piatto, assuefatto alle false armoni(ch)e, ai discorsi retorici, alla melensaggine alla quale son riluttante, vomitante, nel cinismo mi bardo, lord e al contempo balordo, non frequento il branco, voi, vittime, abbrancherò, nuoto sott’acqua di branchie sottili e le prede afferro… per il collo, in aria scaraventandole. Le ficco in culo! Non sopporto queste donnette che mescolano il caffè per minuti agonizzanti del mio pazientare prima d’affondar il cucchiaino nell’ingollarmele senza zuccherare di mio “cappuccino” scremante un sano orgasmo “macchiato”. Non sopporto questi doppiopetto azzimati, sbarbati, accompagnati dalle Barbie segretarie “tuttofare” nel “caramellarseli” con la “ventiquattrore” del loro stropicciante rimmel “lì” asciugante le frustrazioni lacrimose. Basta con le mimose, con le spose, col tranquillo riposo e con la gente (s)posata, basta, smettetela di propugnare questo sentimento fatuo che chiamate amore. Nessuno mi vuole, io, eremitico, non voglio loro, sogno un castello con molti lupi e ponti “levatevi” dal mio st(agn)o. Di mio, non cerco nessuno, scateno le risse, piglio a schiaffi un rincoglionito per “raddrizzarglielo”, di “picconate” son piccante, in pigiama me “lo” trastullo e non pig(l)io un cazzo. Ma così va, meglio del vostro, mostri!

Vado da Anne Hathaway e le faccio capire che non è carina come vorrebbe apparire. Si spogliasse! Lei sa che, come tutte le donne, ambisce a una sola cos(tol)a, a quello fottuto in mezzo alle sue magre cosce.
Volevi la bicicletta, attrice? Allora, pedala.

di Stefano Falotico

Lo stagista inaspettato, il mio stronzo che spu(n)ta quando proprio sei ancora alla fase stage


19 Sep

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De Niro, all’inizio del trailer di The Intern, celebra il pensionamento, definendolo un periodo d’enorme, abissale creatività che, eppure, va riempito, nonostante tutti i palliativi possibili, come imparare il Mandarino, con qualcosa che dia spinta all’azione, insomma… datevi una mossa, rimbambiti.

Stamattina, ero in macchina con mio padre, un uomo che ha sempre amato Totò, un “napoletano” Principe che sapeva che al mondo non ci sono solo fessi ma ce ne sono comunque tanti, non lasciatevi fregare! Ecco, guidando sulla superstrada, siam passati davanti a un cerbiatto col cranio spappolato, che “fu” travolto da un’automobile imbizzarrita. A Straight Story docet. Tenetelo ben a memoria, anche accelerando di vita frenetica a mille all’or(gi)a quando, travolti dai debiti, mediterete sulla ex pericolosità delle vostre donne con le curve “tortuose”, donne che v’han fatto “penare”, oberandovi di richieste solo per una “sgommata” (t)rombante di figa “clacsonante” orgasmi un tanto al diesel, affliggendovi con un lavoro, Dio che schifo, che la potesse “soddisfare” di “pompetta”. Mica pompini, ché sono meglio!

Ragazzi, fatevi seghe mentali e non, meglio delle pippe, delle pupe, della popò e della pummarola in compagn(i)a.

Sulle pippe torneremo presto. Son Pippo! Voi gufate ma io non cambio dal Goofy.

Io non ho mai capito la gente (s)pos(s)ata. Queste coppie che prima paion felici e scopan a tutte le ore, appena lei “se la” lib(e)ra, con lui che “spinge” tutto “indaffarato” a non metterla incinta, usando l’“airbag”del profilattico “pneumatico”, spompato e poi di nuovo gonfio come l’omino Michelin. Scopano e poi scoppiano, con lei che finisce alcolizzata cronica e lui depresso marcio. Prima la “bolla” e poi è bollito, la gente pettegola affibbia loro la “patente” di (s)caduti in basso. Un “amore” piano-forte con andamento lento-allegro-tristissimo-fine della storia, della troia e dello “spararsi” il “viaggio”.

Ora, la questione (de)pressione. Quando sei a terra con le gomme, quando la vita t’ha “sgominato”, vai da una psichiatra. Lei ti “accuserà” di schizofrenia tosta, subissandoti di neurolettici per moderare e stabilizzare gli umori d’una caduta libera irreversibile, per frenarti un po’ dal tuo esserti creduto uno schianto ed esser c(r)ol(l)ato invece, a picc(hiat)o, come olio di aia che botta(na).

Lei ti rincoglionirà con delle sedute strizzacervelli per “bloccare” il tuo uccello, ha un bel sedere, ma i farmaci a stento non ti fan usare lo sfintere. Ti farà pelo contro pelo, ti darà la pillola e tu, di strafottenza, te la fotterai di pelli freudiane con tanto di ano su Jung del gnam gnam.

Sì, una frust(r)ata, ridottasi a far la dott(oress)a perché nessuno se la caga. Ha la puzza sotto il naso, guadagna ottantamila Euro all’anno ma sta sempre assieme ai matti, compreso il suo fidanzato, uno laureatosi con una corrotta esaminatrice di cento e una notte, che “lorda”. Insomma, un porcello che sta con una di lunga parcella, due che san usar la “lingua” per fotter… la gente, con la panza piena ma lei con la patata anoressica-bulimica e lui con l’enciclopedia Treccani per “acculturarsi” ancor di più con sovrastrutture nozionistiche vecchie come il suo (ba)cucco.

Fidatevi, l’unica ragione per cui vivere è Bob freakin’ De Niro.

Il resto è la solita puttana(ta).

Comunque sia, Anne Hathaway ha delle belle gambe.

 

di Stefano Falotico

The Intern TV Spot from Warner Bros


07 Sep

Invero la Warner, pubblicizzando molto questo film, ne sta sparando parecchi. Di filmati pubblicitari.
Ne metterò solo uno, quello più fresco, di poche ore fa.

the intern de niro

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