Posts Tagged ‘Michael J. Fox’

Non scherzo, scaricatevi la sceneggiatura originale di JOKER e, a parte gli scherzi, molti di voi soffrono di licantropia clinica


23 Jan

voglia di vincereAbbasso i topos. I topos, chiariamoci, sono i topi detti al plurale greco, forse anche inglese.

Non so comunque se amino il bacio alla francese. Sarebbe da chiedere ad Alain Delon, uno che certamente non era brutto come un topo di fogna ma, diciamocela, era un tappo.

Sì, cliccate a questo link, scorrete in basso e cliccate ancora. Avrete in pdf la sceneggiatura originale di Joker firmata da Todd Phillips e Scott Silver.

Se cercherete nell’archivio di Deadline, troverete anche molte altre sceneggiature, compresa quella di The Irishman. Non v’imbufaliate di orgasmi da cinefili eccitati poiché non vi vedo nei panni di Russ Bufalino.

Siete solo delle viventi bufale. E, secondo me, confondente Buffalo Bill de Il silenzio degli innocenti con Balla coi lupi e con quello veramente esistito, a differenza di quello di Ted Levine del film suddetto, in una scena particolarmente svestito. Sì, scaricate e, se non sapete come fare, rivolgetevi a Salvatore Aranzulla. Se invece non sapete come farvele, scaricatevi un porno e scegliete quello che fa più al ca… o vostro.

Sì, è diventata una società di senza palle.

Tutti e tutte vogliono essere tributati di qualche merito, alcune si accontentano solo di un marito che a colazione mangi un maritozzo, altre si fanno i selfie per sembrare fighe come Ted Levine del Silenzio… E ho detto tutto.

Sì, la gente si scanna per una maggiore leccata. Elemosina piacere virtuale per due mi piace in più ma non ha gli attributi per scrivere, che ne so, un libro o anche una sceneggiatura. Insomma, molta gente vive solo di sceneggiate. E non sono solo napoletane. No, no, no. Ci sono anche le palermitane che mangiano solamente grissini torinesi per piacere a un uomo più magro del prosciutto di Parma, ci sono le fiorentine che amano la bistecca al sangue su carne di maiale di un ragazzo sardo che è pure sordo. Alcune donne sono belle come Ornella Muti ma vogliono un uomo mediocre come molti personaggi interpretati da Alberto Sordi. Sì, è un’umanità di Manzotin, una macelleria di persone affettate, no, poco affettuose, insensibili, vanitose, egoiste e golose, peraltro affette da licantropia clinica.

Patologia di cui soffrì il protagonista di Voglia di vincere, ovvero Michael J. Fox.

Il quale, dopo essere riuscito a far scopare suo padre in Ritorno al futuro, prima di ammalarsi di Parkinson, capì che a forza di fare il nerd non avrebbe fatto qualcos’altro. Per anni, non vide La luce del giorno. Appartenne alle tante Vittime di guerra alla Arthur Fleck. Gente traumatizzata sull’orlo della crisi psicotica. Poi incontrò un tipo cazzuto come James Woods di Insieme per forza e qualcosa, finalmente, andò per il verso giusto…

Sì, vedo la gente che non gliela fa più. Al che, la gente manda a puttane ogni valore morale e si dà al puttanesimo, appunto. Ragazze diligenti e pudiche scolare che studiarono doverosamente per avere un domani un posto come dirigente, cazzo, ora si prostituiscono sul web in cerca di olive non solo ascolane. Vedo maschi arrapati dopo un’adolescenza ad adorare il Cinema metafisico di Terrence Malick. Vedo pure il papa che, dall’alto del balcone del Vaticano, urla:

– Amatevi tutti, d’altronde Santa Chiara seppe benissimo che San Francesco non parlò solo agli uccelli. San Francesco, da animalista però giammai zoofilo, soffrì infatti di licantropia clinica. Lui parlò a tutte le passere, ai bisonti e a ogni donna che ne ebbe bisogno.

 

Joker è una storia che ritrae appieno l’espressione celeberrima contenuta nelle fave, no, nelle favole di Esopo.

Se non vi piace, pigliatevi la fave di fica, no, di Fuca e, se siete frustrati/e, cantate con Luca Carboni. Uno che fece faville con Ci vuole un fisico bestiale e riuscì a mandare in estasi, soprattutto in Ecstasy, tutte le ragazzine di ragioneria e delle magistrali col ritornello… Luca si buca ancora.

Morale della fava, no, della favola: parafrasando Terence Hill di Lo chiamavano Trinità. Non ci avete capito una minchia, eh? Se volete, ve la rifaccio.

Di mio, comunque, ora bevo un po’ di latte.

 

 

di Stefano Falotico

A volte ritornano: sono Undi di Stranger Things mischiata allo sceriffo Jim Hopper di fenomeno paranormale da mogwai


09 Jul

strangerfalotico

mogwai

Ecco, state guardando la terza stagione di Stranger Things?

Avete notato la didascalia che compare e poi subito scompare, in alto a sinistra dei vostri schermi, all’inizio di ogni episodio? Cioè quella che fa riferimento ad alcune scene fortemente intermittenti che potrebbero turbare la vostra sensibilità?

Ecco, io nella mia vita turbai un cretino, essendo un uomo fotogenico, di altissima percettività e sensorio talento inaudito, diciamo un enfant prodige da Millie Bobby Brown, preso da tale ignorante per uno schizofrenico congenito, probabilmente pure per un demogorgone ebefrenico.

Ah, questo qui mi fa davvero ridere.

Adesso, eh già, ho un nuovo stalker indefesso, invero fessissimo, che su YouTube urla ai quattro venti che sono matto e solo come un cane.

Vari miei amici sono intervenuti in mio soccorso, innanzitutto per smentirlo e restituirgli pan per focaccia ma quest’individuo, uomo che agisce nell’ombra per farmi infuriare, provocarmi e distruggere la mia reputazione, così come ha sempre fatto da malfattore mai visto, infatti è un criminale invisibile, provocandomi subdolamente per indurmi a reazioni scomposte e scriteriate tali che, agendo io così, in maniera cioè ingenuamente istintiva, scompensato psicologicamente, lui possa asserire per l’ennesima volta, denunce alla mano, che io sia in effetti, indifendibilmente, un soggetto instabile e pericoloso, ovvero un maniaco delirante paranoico e che, senza alcuna ragione, lo attacchi villanamente e attenti alla sua incolumità integerrima, ecco… questo vile, malvagio personaggio, forse peggiore dei russi gerarchi fascistoidi, appunto, di Stranger Things 3, si diverte col sottoscritto a sperimentare i miei livelli di criticità mentale, insistendo come un animale affinché io crolli e lui possa divertirsi come un matto alle mie (s)palle.

Oramai, questi suoi giochetti infantili da malvivente ridicolo, sono stati scoperti da un pezzo. Qui c’è un solo pazzo. Cioè costui. Il quale, dall’alto della sua prosopopeica codardia, continua a gettare fango sulla mia persona al fine che, come sopra dettovi, io esploda, perda la pazienza e mi metta nei guai.

Sì, per incastrare questi Jeff Daniels di Debito di sangue, questi Dente di fata, altresì denominato/i epiteticamente ma poco epicamente Fatina dei denti, vale a dire Tom Noonan/Francis Dolarhyde di Manhunter, bisogna adottare la strategia da Actor’s Studio di William Petersen dell’appena menzionatovi capolavoro di Michael Mann.

Oppure, semplicemente, senza spappolarsi il fegato e spremersi le meningi, immedesimarsi sempre in Tom Noonan di un altro capolavoro di Mann, Heat.

Acchiappare le notizie dell’etere e consegnarle ad Al Pacino/Vincent Hanna.

Cioè a psichiatri legali che ora gli daranno davvero l’inaspettato, freddissimo ben servito.

Sì, dietro la tastiera di un pc, gli psicopatici vanno fortissimo, oggigiorno. Ed è difficile, una sfida senza regole, beccare questi falsissimi doppiogiochisti “amici” come Al Pacino, però di Righteous Kill.

Le sue offese sono inequivocabili. Le capirebbe anche Gaten Matarazzo…

Non v’è bisogno infatti di conoscere impensabili equazioni trigonometriche da Einstein, forse conosciute soltanto dal Dr. Clarke/Randy Havens di turno, né sussiste la necessità di rivolgersi a Christopher Lloyd di Ritorno al futuromasterpiece zemeckesiano immortale, per capire che costui si sbellica, come Biff Tannen, a blandire, offendere il mio da lui (pres)unto George McFly.

Sì, costui va ancora a dire che io soffra d’incurabili patologie psicofisiche, tipo morbo di Parkinson alla Michael J. Fox, perché non gli va giù che io sia uno scrittore appunto come George McFly, un uomo fantascientifico e iper-immaginifico, forse magnifico, mentre lui è rimasto il Kiefer Sutherland di Stand by Me e un mezzo pervertito pagliaccesco come Tim Curry/Pennywise dell’It in due puntate televisive di Tommy Lee Wallace.

Invero, assomiglia anche a Tim Curry di Legend ma non è simpatico come il Curry di Mamma, ho riperso l’aereo: mi sono smarrito a New York.

Credo che uno dei film preferiti della sua infanzia sia Piramide di paura. Sbaglio?

Dunque, io sono Sherlock Holmes?

Elementare, Watson…

Ecco, a essere proprio sinceri, costui sembra infatti fermo alle elementari.

A distanza di tempo immemorabile, continua a credere che io sia uno del “club dei perdenti”.

Non solo io, pure i miei amici. Tutti, senz’eccezione alcuna.

Lui dichiara che ha vent’anni e che io e i miei amici, da lui pubblicamente derisi e di cui, senza vergogna, fa nome e cognome, siamo dei falliti perdigiorno, degli uomini soli come se cantassimo, dalla mattina a sera, il celeberrimo ritornello dei Pooh…

dio delle città e delle immensità…

Secondo quest’esimio genio degli stivali, figlio della cultura più stolta dell’italiano stivalone, tutte le persone, eccetto lui naturalmente, sono dei poveretti. Lui li apostrofa così: vi si vuole bene, tenerezze.

Gli ho replicato con misurata delicatezza, ricordandogli che, se è vero come (non) è vero, che lui ha vent’anni, per permettersi di trattare chiunque in questo modo superbo, insultante e plebiscitario, deve essere indubbiamente figlio di Trump, dato che nella vita non dovrà mai lavorare un solo giorno e potrà dunque concedersi il lusso della sua smodata arroganza, oppure è un idiota.

Secondo voi, la seconda possibilità è più attendibile? Optiamo tutti appassionatamente per un insindacabile sì, fermo e deciso?

Chiediamo a Tonino Di Pietro.

Inappellabile!

Ora, vi racconto quanto segue, sperando di non tediarvi.

Ecco, può succedere che l’adolescenza sia un periodo difficile, anzi lo è per tutti. Basti vedere Stranger Things 3.

Allora, può anche accadere di cadere, cascare in depressione. E, se vieni preso di mira dal Billy Hargrove/Dacre Montgomery di turno, il quale a sua volta si attornia di bimbette incoscienti che si credono già arrivate, cioè Erica Sinclair/Priah Ferguson, capitalisticamente furbissime, tant’è che sembrano dei mandingo decerebrati, ah ah, non è facile uscirne…

È il bullo quello che comanda, che detta legge, che plagia i deboli suoi succubi, è lui il leader. Il manovratore di tutto il gioco. E tutti gli imbecilli come lui gli danno retta. Che catena di Sant’Antonio…

Allora, se si diventa la preda di tale bamboccio malcresciuto come Hargrove, uno che vuole fare il figone e risultare macho agli occhi tristi di donne bone e navigate come Cara Buono (donna in crisi di mezz’età che non sa manco lei cosa dalla vita voglia e brama solamente le sue cosiddette voglie), ma a conti fatti è un coglione che se le fa nelle mutande perfino col padre, è capace realmente che le persone geniali vengano scambiate per dementi e invece il demente suddetto passi per grande uomo.

Sì, potreste diventare, in seguito a frequentazioni sbagliate, degli eterni Will Byers.

Quella che si chiama, appunto, in termini diagnostici una condizione d’impasse esistenziale, forse esistenzialista, una condizione (dis)umana di enorme passività, di mutismo apatico, addirittura di disagio ai limiti dello psicotico più apparentemente falotico…

Allora, potreste chiudervi, essere devastati nell’autostima e ammalarvi veramente.

Vi sarete fatti ingabbiare ma soprattutto gabbare la vita da uno che vale quanto un barattolo di senape…

Tale stalker, ad esempio, scrive nelle sue missive che, nonostante le sue violenze psicologiche da irredento impunito, sarà lui a denunciare di essere stato offeso, allarmando gli organi di competenza giudiziaria al fine benefico, oh oh, che i difensori della loro ligia umanità, cioè noi, siano penalizzati perfino con robuste sedazioni farmacologiche allo scopo pre-cautelativo, da Minority Report, di curarli dalla loro giustezza.

Insomma, un uomo che conosce benissimo, non c’è che dire, la parola giustizia.

Bisognerebbe però che, appunto, sanasse innanzitutto la sua ignoranza e la sua panza, nostro tenerone.

Gli organi giuridici, alla sua prossima mossa falsa, gli diranno che nessuno è in cura ai centri di salute mentale, che nero su bianco è stato attestato che ci son stati parecchi errori. E che il maniaco è appunto lui. Non viceversa.

E, se insisterà, psichiatri e polizia prenderanno il suo bel Gremlin e gli faranno un bel festone.

Eh sì, dinanzi ai testardi, forse ai tardi, una svegliata e una ripassatina è necessaria.

Ma leggiamo, con attenzione, cos’ha scritto.

Ha scritto, testuali sue parole, matto e solo. Non si può velare la cosa…

Ora, se uno definisce pubblicamente matto chicchessia, è passibile di denuncia gravissima.

Per due principali motivi che insegnano al primo anno di giurisprudenza.

Se la persona che ha ricevuto tale scellerata offesa è matta davvero, in virtù proprio del suo stato di psicologica vulnerabilità, non si può offenderla in alcun modo. Tantomeno a livello pubblico.

Se invece non è matta, trattasi semplicemente di enorme calunnia. Ancora peggio.

La pena per questo tipo di offese è devastante.

Soprattutto se ogni cosa è oramai stata svelata…

Vi ho già svelato, peraltro, in un precedente post, chi sia tale fantasmino tanto “carino”… che fa tanto lo stronzone.

Ripeto, gli andrebbe evidenziato, con tanto di sottolineatura in rosso, che nella vita si cresce così come i ragazzi di Stranger Things 3, mentre lui è rimasto un Cicciobello.

 

manhunter william petersen it stand by me sutherland piramide di paura holmes

Stranger Things SEASON Season 3 PHOTO CREDIT Netflix PICTURED Millie Bobby Brown

Stranger Things
SEASON
Season 3
PHOTO CREDIT
Netflix
PICTURED
Millie Bobby Brown

hopper harbour

Sono diventato Michael J. Fox di Voglia di vincere, una tragica metamorfosi da licantropo sexy beast, da horror di Stephen King


26 Feb

MV5BZTc4MDNiZTktZDAzMS00YjgxLTkyOWYtNzU5ZTI0MjM3ZjVmXkEyXkFqcGdeQXVyODY0NzcxNw@@._V1_ MV5BNjM4NGJmN2UtYjY4MC00MDFmLWI4ODgtZmZiNTcyNTc5MTI1XkEyXkFqcGdeQXVyNjc3NDgwNzU@._V1_ MV5BMTUzMTk2MjM2Ml5BMl5BanBnXkFtZTcwMjgzMTM3NA@@._V1_

Sì, tutti i miei scongiuri in merito sono andati a farsi fottere. Con quale oculatezza e moderata scaltrezza cercai di divincolarmi per anni dalla morsa sessualmente predatrice di questa società ingorda che mi ha sempre fatto ribrezzo.

E, nella mia adolescenza cupa e solitaria, ai confini dell’immaginazione più raffinata, anche onestamente d’una sintomatica semi-demenza da annacquato, abbacchiato e allampanato, no, non mi ero giammai allupato.

Resistendo con garbo, con stile bergmaniano, alle imperterrite avance di donne e ragazze stronze e bastarde. Disincagliandomene con allure tipica da young pope/Jude Law. Uno che non saprai mai se è un figlio di puttana patentato, davvero un santo elevato, un profeta ascetico o uno che, zitto zitto, Ludivine Sagnier s’è piacevolmente, segretamente ingroppato con tanto di Cappella Sistina affrescata.

Oh, non mi fate pensare a questa finta monaca, Ludivine. Una che anni or sono, di Gocce d’acqua su pietre roventi, sì, col suo seno maestoso, roba che Eva Green è una poco dotata, col suo culo apoteotico, roba che Monica Bellucci è un’anoressica oramai andata, rese già ardente il prematuro mio “scioglimento” incazzato.

Sì, credo che partì da allora questa mia trasformazione travolgente. E da nerd, imbestialito da sfighe allucinanti, da auto-recluso esiliatosi nella fantasia immaginifica più lirica, divenni un amante animalesco delle più grandi, planetarie fighe immense.

Sì, ero uguale ad Arnie Cunningham/Keith Gordon di Christine ma, in un impercettibile battito di ciglia prodigioso, divenni il più fortunato di tutti.

Certo che Keith, in questo film, è un coglione coi fiocchi. Si fa la bella macchina e la più bella del reame ma alla fine impazzisce come un povero cristo impalato.

Keith Gordon di belle donne, comunque, se n’è sempre (in)teso. Tant’è vero che ha diretto Jennifer Connelly in Waking the Dead. Quando Jennifer era all’apice del suo seno portentoso. Un seno delicatissimo, dai capezzoli perfino ispidi e rizzi, un seno meraviglioso come Sean Connery ne Il nome della rosa.

Che classe, Sean.

Sì, da monaco/Christian Slater, dopo la prima volta mia selvaggia e al contempo imbarazzata, acquisii piena coscienza di quel tipo… di potenzialità presto assodata. E ne godetti aizzato. Lei, e già vi ho narrato di quella notte tanto lercia e fradicia quanto estatica, notò immediatamente, e soprattutto sentì, fiorire in me l’uomo deflorato che, dopo aver con forza taurina fornicato, stava sviluppandosi in maniera mostruosamente irreprimibile e appunto selvatica.

Lei era infatti gelosissima. Abitava lontano, per l’esattezza a Trieste, e mi telefonava venti volte al giorno per appurare se realmente ero impegnato coi miei studi o, in sua assenza, mi stavo “impregnando” con qualcun’altra.

Era un assillo, roba da esasperare qualsiasi ragazzo e farlo regredire all’asilo.

Comunque, non aveva torto. Lo sa e mi ha perdonato. In sua assenza, intrecciavo relazioni non solamente intellettuali con fighe madornali, oserei dire monumentali.

Consapevole di essere provvisto di qualcosa, in mezzo alle gambe, di potentemente distruttivo in senso positivo. Qualcosa di enorme e mai visto. Uno spettacolo della natura al cui confronto il signor Rocco, e voi sapete a chi allupo, no, alludo, impallidisce e non poco.

Fu un involontario traviamento. Ci sta la rima di (p)orco? No, era smerigliata purezza! Altro che imbranato! Ero perennemente imbrattato.

Al che chiesi alla mia seconda ragazza perché mi voleva sempre a casa sua durante la ser(r)a:

– Guarda. Ti sarò sincero. Non abbiamo molto in comune. Io amo Robert De Niro e tu, invece, vai matta per Riccardo Scamarcio. Siamo un po’ tanto agli antipodi. E non è che parliamo molto io e te.

Quindi, dopo tre mesi di scopate, puoi, senza peli sulla lingua, dirmi perché vai matta per me?

 

La ragione, anzi, la regione, capirete, era ed è presto spiegata. Quando lei era a novanta, dirimpetto a me tutto (e)retto, si sentiva sconfinatamente appagata. Anche se poi mi diceva che la sua vita rimaneva quella di una sfigata. Mah.

Ora, voi penserete che, oltre a prendere per il culo lei, stia pigliando per i fondelli anche voi.

Invece è tutto, ma proprio tutto, tragicamente vero. Tangibile. Abbastanza evidente con tanto di (det)ergente.

Cazzo.

Insomma, qualcosa di totalmente inaspettato, sessualmente oramai poco immacolato.

E dire che mi ero cautelato così tanto. Così come vi ho raccontato. Avevo fatto di tutto per non farmele tutte.

Ma, una volta partito ed eiaculato, è stato davvero qualcosa di esagerato, di smodato, di sproporzionato. Di spericolato.

Se a questo aggiungiamo che potete darmi, oltre a quelle, qualsiasi testo, che sia di Biologia o Ingegneria, e io sono a pagina cinquanta quando voi siete ancora alla prima…, mi domando ora come ora…

Ma che cazzo campo a fare?

Sì, è una tragedia. Sapere che vai in giro e una, appena ti vede, deve chiamare lo spurgo. Perché provoca allagamenti che manco l’esondazione dell’Arno a Firenze.

Ora, se di fronte hai Jennifer Aniston, ben venga… lo straripamento.

Se dinanzi ti capita, però, Sally Hawkins, no, non avrà il mio “mostro della laguna”.

Quindi, se doveste voi vedermi andar per istrada con aria sconsolata e mesta e vi dovessi sembrare un cane bastonato, cazzo, è perché sto mentendo spudoratamente.

Se vi dicessi la verità, mi vorreste castrare immoralmente. E quindi per me non è conveniente spingermi troppo… platealmente. Infatti, il signor Guillermo del Toro mi ha appena scritturato per interpretare il suo prossimo film. Sapete qual è il suo prossimo film, vero? Eh già.

Adesso, scusate, mi devo occupare della traduzione in inglese del mio libro su Carpenter.

Per la ventura distribuzione globale. Sì, come un’ombra dello scorpione kinghiana, a mo’ di Sutter Cane, devo inseminare…

MV5BYjdkZWQ5OTUtMzhkZC00YWI5LTk3NGMtNWZiY2JmNDQxM2JjXkEyXkFqcGdeQXVyNTk1MzcwNTI@._V1_SY1000_CR0,0,926,1000_AL_

 

 

di Stefano Falotico

Il Genius-Pop, cioè il sottoscritto, detto anche Joker Marino, è davvero George McFly di Ritorno al futuro, vedere per credere


24 Jan

MV5BMTYwNzk3Mzc5MV5BMl5BanBnXkFtZTcwMjQxNDc0NA@@._V1_SY1000_CR0,0,659,1000_AL_vendite 3vendite 2vendite

Non pagato sta per da pagare. I pagamenti dipendono dal canale. Di solito, dopo uno due mesi arrivano.

 

Sì, questa mia vita è stata un Ritorno al futuro pazzesco. Secondo Francesco Alò, tale pellicola di Zemeckis è il più grande film di tutti i tempi sui viaggi nel tempo. Potrebbe essere.

Non è pretenzioso, lo adoravo quand’ero piccolo. Dopo scuola, me lo sparavo. Fra l’altro, vi confido questa. Avete presente lo scontro fra skateboard volanti dell’episodio 2? Una delle mie masturbazioni preferite era su una passerona con le calze con tanto di primo piano sulla minigonna attizzantissima. Avevo all’epoca un videoregistratore di prima mano, mettevo in pause sulla scena topa, no, topica, e prima di fare i compiti… era tutto un accelerare di manubrio come sulla DeLorean.

Avete presente la scena del “gel” di Tutti pazzi per Mary? Ero uno smanettone e, sul mio divano, in tutta comodità, a gran velocità, cambiando marcia e rallentando prima dell’orgasmo, quando all’acme dell’eccitazione sbalzi temporalmente nel cervello per almeno dieci secondi, con tanto di respiro affannoso, inzaccheravo dappertutto e talvolta lo schizzo incontenibile mi macchiava perfino i capelli.

Pura “lacca” naturalissima, condensata per uno styling da di L’Oréal.

Sì, DeLorean, Loredana, Lorena, Morena e anche su Milena. Ah ah, periodo puberale di veri onanismi magistrali.

Poi, impazzii. O forse divenni talmente timido che George McFly mi faceva un baffo.

Venivo sempre deriso da Biff Tannen, uno che, non avendo un cazzo di me, pigliava per il culo appunto il sottoscritto, trattandomi da Forrest Gump. A proposito di Zemeckis.

Sì, bullismo da porco.

E io mi persi nella mia isola felice, anzi, nell’isolazionismo pop come nel film Cast Away. Stando molto casto. Sì, fin da giovanissimo la mia massima ambizione nella vita era fare farfallina a Jessica Rabbit e scopare come un coniglio.

Ma con le ragazze in quel periodo non ci fu molto Contact, diciamo.

Poi, improvvisamente, feci una manovra azzardata come Denzel Washington di Flight e divenni un eroe.

Talvolta, incontro ancora dei nazisti come in Benvenuti a Marwen ma, si sa, La morte ti fa bella.

Io oggi, come McFly, volo alto di libri.

Mentre gli altri, parlo dei Biff della situazione, dopo aver raccontato puttanate per anni sulla mia vita, svelate che furono le verità nascoste, al massimo possono inviare dei commenti offensivi al mio canale YouTube. Beccandosi segnalazioni a gogò.

Mi pare che l’abbiano preso molto in culo.

Voi che dite?

Sì, Biff Tannen mi disse: – Ah, ti sei svegliato, coglione.

No, quello che è emerso, anche da cinquemila diagnosi del tutto non necessarie, è che sveglio lo sono sempre stato. Ma a Biff piaceva presentarmi ai suoi amici come “schizofrenico”, generando depressioni e godendo da matti sui “sintomi” generati dai suoi giochetti psicotici. Io, essendo troppo buono, non gli spaccai la faccia.

E, quando mi ribellai, passai anche i guai. Ma ora Biff mi pare che sia rimasto solo come un cane.

E alla prossima offesa lo sbattiamo in manicomio. Ecco cosa succede agli idioti, vero? Adesso, il “fottuto genio” cosa s’inventerà?

Possibile forse che un salto giù dalla finestra gli metterà la testa a posto?

Insomma, questo Biff aveva previsto tutto. Ma, come si dice in Trappola di cristallo, non aveva fatto i conti con John McClane.

Questo non è Zemeckis ma il “terrorista” comunque rimane un mentecatto come Jeremy Irons di Die Hard 3.

E ho detto tutto.

Bye bye, ebete.

Comprati un gattino, pensa meno alle te orride gattine e buonanotte.

A proposito, non sono mai stato Michael J. Fox e non ho mai sofferto di nessun Parkinson.

 

di Stefano Falotico

Back to the Future: non tutti possono essere tre personaggi incredibili, Superman, Fonzie e il Joker, io sì, e non avete incastrato nessun Roger Rabbit


04 Jan

rr15 sp05-1 49422667_10212803372902012_8698566701601521664_n 49210930_10212803392342498_5621406488682561536_n ft09-2

Sì, diciamocelo, senza peli sulla lingua. Vero, signora? Lei che, come sosteneva Andrea Roncato, di “peluche” se ne intende. E tutto, fra i suoi eccitati tendini, dietro le tendine, lo (s)tende. Sì, lo so, lei è una donna a luci rosse, una lucciola insomma. E, quando la luce di una vita armoniosamente romantica scende, allora la signora diventa una lupa mannara e inserisce annunci per cuori solitari come Ellen Barkin di Seduzione pericolosa. E, nella sua periferia degradata, sgattaiola dall’uscio di casa e sui viali lascia entrare uomini rabbiosi a sfogarsi in lei in ardimentosi amplessi schifosi per l’apoteosi di una vita andata a puttane e oramai logorata. Ché, il mattino dopo, si consola con le canzoncine alla radio, scopando a terra e stirando i panni sporchi. Tirandosela dopo averne tirati!

Ah, via da me, donna di malaffare.

Lo so, sono un uomo molto invidiato perché, da tempo immemorabile, vivo per i cazzi miei, solleticando il giorno con leggerezza inaudita, sorseggiando caffè macchiati caldi mentre molti di voi si affannano dietro una vita freneticamente spregevole. Dannandovi come dei maiali scannati a inseguire donne e sogni, io vi dico, frutto soltanto delle vostre fantasie da frustrati.

Sì, nella mia vita ho incontrato molti grilli parlanti ma del grilletto femminile io son maestro e perché accontentarmi solamente di Jessica, sciupata, corrosa adesso da troppi cinici, villani corteggiatori animaleschi che hanno corrotto la sua pura beltà adamantina, quando posso darmi anche a Jennifer?

Sì, chi si accontenta gode? Così così… cantava il Liga, uomo più bovaro di Russell Crowe ma che indubbiamente in questo pezzo, e non solo di (s)figa, aveva visto giusto.

Come d’altronde il Falotico, uomo nottambulo e insonne che s’incunea vigoroso in tante sode grazie armoniche, cantando loro quest’album di Bruce Springsteen fra un “tunnel” e l’altro.

Il Falotico, soltanto aggrottando la fronte con accigliato sex appeal imbattibile e sfrontato, penetra in tutte le grotte più arroventate e la notte si fa così… bollente in queste soddisfatte donne che, al risveglio, risplendono di vivaci, rosee gote floride e ancor di me frementi e brucianti.

Il Falotico riempie i buchi… delle vostre esistenze, nuotando sott’acqua con far ardente. Se n’addentra e lo addentano ma deve star comunque attento, nonostante in mezzo alle gambe stia sempre sull’attenti.

Le donne mi cercano, mi bramano, io riscuoto i loro favori grazie alla mia indubbia, invincibile, tenace intelligenza vorace.

I giudici sospettosi come quello di Mio cugino Vincenzo tentano, disperatamente, di carpire il segreto del mio aver successo, mi mettono perennemente il bastone tra le ruote, eppure le mie Marisa Tomei infil(z)ano il mio bastoncino da qualche altra parte, roteando in amplessi ginnici e poi ridendo di tanto sapore fottuto a lor mio (lor)dato godimento come Mona Lisa…, donna ridente, enorme passera stupefacente che però, nel vestire, è di dubbio gusto da tamarra leggermente, volgarmente troppo urlante. Eppure le sono ululante, ugualmente.

Sì, Mona Lisa Vito, la mia Marisa, con me s’avvitò in giochi spassosi e quindi, stappato che ebbe, eccome se crebbe e schizzò, il mio spumante, brindò alla vita! Entusiasta e sfavillante!

Sì, io sono come Superman/Christopher Reeve. Quando tutti gli idioti pensano di avermi superato con le loro menti da macchine luccicanti, io son già arrivato e li saluto con strafottenza bestiale e sorriso smagliante.

Non ho mai avuto bisogno d’istituzionalizzare il mio sapere perché, come Vincenzo e come Arthur Fonzarelli, il mio carisma è tutto farina del mio sacco… non ho molti liquidi in tasca ma insaccherò e inzacchererò a iosa tante rose perché, dalla scrotale sacca, densamente liquido è eccitante, fuoriuscente in brividi orgasmici altisonanti e di enorme tatto piccante so il fallo mio in altri diletti piluccanti.

E, allo spuntar del sole nel calar sempre più triste delle vostre insopprimibili tenebre, io ancor più m’indurisco quando serve e le donne me lo inteneriscono quando, colante e giammai calante, giustamente s’ammoscia esausto per poi ripartire in quinta di altro essere magnificamente “brillante”. Mi dispiace per Biff Tannen, io coi miei libri volto alto come Marty McFly e lui al solito ha rimediato una figura da demente. Roba che nemmeno Forrest Gump.

Ammazza che deficiente.

Questa è la mia vita.

E che sia, come dico io, sc(r)osciante.

Insomma, Falotico è scrittore, poeta e strepitoso amante e, se qualcuno è geloso perché, a differenza di me deve spaccarsi la schiena e ne inventa di cotte e di crude sul mio conto per demoralizzarmi, lo prenderà in culo.

Ancora, ancora e ancora. In modo esponenzialmente meraviglioso!

Che idolo! A suo dire vedeva sempre oltre.

Abbiamo visto. Ah ah.

02242342

 

di Stefano Falotico

Mezzanotte della vigilia


23 Dec

Da “vigilante” non conciliato nel Morandini 2013! Letizia! Attizziamoli!

Serenità uguale piattezza e piatti da divorzi coniugali del congiuntivo bestemmiato di stoviglie che “vaglieranno” il vaglia del notaio per apparecchiare altre “amorevoli” tovaglie!!! 
Io “raglio!”. Imbavagliamoli!

Tale è la borghesia “emancipata”, al che m’affilio a “Radicali” estremità, “intollerabili” e sgradevoli, più altisonanti del dollaro sonante, “filigranato” e più intonato al mio rombo di tuono dei frastuoni “silenziati” dalle sporche coscienze. Intima, inviolabile calamità del mio non esser “calamita” ma “eremita” di mio non remar nelle fogne di massa, violente e perniciose, pestilenziale e d’obbrobrio come il debito dei loro “brii”, ammanicati a intavolar discorsi retorici per dirigere poi anche le “veniali” questioni nelle “vene erettive”.
Eruzione! Ruggito! Ruggine da smaltare! Ammattisco io i vostri mattoni! Smaltito, ecco lo smacco dello smalto su miei malti di birra! Ne verserò a fiumi! All’impazzata!

Sì, meglio un rettile che non è ipocrita ed esige, urlando senza vergogna, le sue minate pelli “scuoiate” da chi sculacciò il suo fondoschiena perché s’incamminasse te(r)so ai piedi d’un camino inculato con tanto di posacenere già bruciato del suo Cuore venduto a qualche “ardente” abbrustolirlo e non aderente nel brusio d’una che, lasciva, glielo sfilò, con tanto di portafogli per una vita signorotta da “quadrifoglio”.

Ecco che la voce, dal profondo seppellito per Tempo immemorabile, “spaventosa” si duole di quest’umanità “assolata” da non assolvere e condannare d’imperdonabilissimo monito in battaglia contro le moine e schierato vigoroso verso e “ritorto” a questi “monaci”.
Un clero furfante e farfugliante, che ingarbugliò di bugie, ingannò scannando il tuo “canarino” e, quando poteva alleviare, allevò solo le sue leve omicide per “sparare” su una micina.
Ah, con me tal miccia non funziona. Son io ad appiccare e ad appiccicarvi al muro, nell’impeto poderoso che nessuno frenerà. Me ne freg(i)o! Franerete delle vostre stesse colonne imbastite su donnicciole a pilastro vostro “orgoglio” manicheo su(olo) “manico” maschio.
Ah, pastrocchi e impiastri, avete fidanzate che “pasticciano” e vi ficcan in bocca le pasticche.

Io scelgo, d’acume ingegnoso, le parole a me più congenite al genio elevato, in quanto genetica “deviata” dai mortali comuni. Abbindolati d’ebete abitar “civili”. Sono l’abate e abito ove cazzo mi pare e piace!
Che austerità menzognera! Innalzate la pulsione a diritto vitale spaziale, sì, spaziate e spazzolate anche di pazzesco spezzar il pane senz’evangelico fingervi (?) angelici. Lo siete? Fate le finte?

La saturazione ora pretende le sudorazioni di chi, freddo “suinando” ma smutandato, fu scortese e irrispettoso, e barricò i “topi” d’altra fraudolente scappatoia, ove si rintanan scopando!

Ecco lo scoppio!

Leoni, su le criniere! Incrinateli! Se giungla è, allora ci vuole una scimmia migliore! Che di liane non sia giammai pecora da lana!

Ecco, io vi scovo, e ora voglio che nessuno implori ma, servile, scopi a terra il mio principio principesco. Da riverire anche se non converrete. Vi converrà, invece, se ancor vorrete “venire”, altrimenti “andrete”.
Arretrati, correte in ritirata! Io (r)innovo, disgelando la mia neve a vessillifera nave! Arredo!
Retrogrado moralismo, sarai iniettato del nettare “velenoso” al tuo sudicio altare.
No, non è immacolato ma già malconcio, perché da me otterrai solo una predica che t’indicherà la vi(t)a dell’inchino. Bevi il vino? Avvinazzati e sgozzati! Vano sarai in quanto mai divenir addiverrai! Io ti vanifico!

Aridi sarete asini ancor di più se di bu(gi)e volevate sbudellare.
Avete incontrato il “buio!”. Evviva la carovana!

Disgraziati, non vi saran grazie.

Ma solo il mio “amore!”

Recrimino, eccome, sui criminali, gente balorda dagli scempi inconcepibili di bile malsana e invidiosa. Accaniti in cagne che “caldeggian” le loro malvagie “fattezze” per cui provo inestirpabile “stupro” di me a osservarne l’orrido riflesso che non ha pena neppure della confessione a cui li forzeremo, agitando un po’, giusto un pochetto, di “ticchettio” appena udibile il lor mai attenuar le tenaglie. Cafoni e sguaiati nella stolta, stolidissima frivolezza che si fa beffe del prossimo, inchinati anzi di fronte ai bifronti frontali che infliggono in alcun sprezzo del pericoloso, essi stessi cagionevoli d’infelicità “soffusa” in palmo di mano a “lievitar” d’altre violenze che squadrano e incaselleranno per biologici esperimenti di carne da macellare.

Di tecnica “calcistica” piazzata lì, di forcing asfissiante saran cinti d’assedio perché i conti a noi, onesti, non tornan dirimpetto ai loro “tornanti scaltri” di “clitoride” e “c(l)oro”. Orgasmici noi siamo, natanti!
Di scatto furbo e malizia oscena innata, ancor attaccano e non si colpevolizzan d’ogni porcata.
A tambur battente, scalpitano “giocondi” del loro sorriso ameno, ché mai vien alle mani per “rispetto signoril” dell’ipocrisia più sottil e tagliente di “diplomazia”. Poiché non solo diplomati ma laureati con l’“aure(ol)a” squagliata di lode comprata con altre vigliaccherie, complotti e dunque codardo “dardeggiar” di “brillantina”.

Gente che assale il ragioniere, “fantozzizzandolo” per rincoglionirlo senza aver previsto la sua “calcolatrice” che potrebbe digitar loro in testa un cranio frantumato di studiati “calcoli… renali” a romper le reni.

Ah, mio padre che offrì generosamente la sua cortesia per regalar gioie ai poi vili delinquenti bravi a nasconder le refurtive d’altri balletti oratori e puttane orali al lor “orto”. Che orchi.

Allora, evviva il clown che t’ha sorpreso… con le mani nel sacco, “indossa” una pettinatura “cotonata” fuori moda e “fiera” d’anacronismo senza i Chrono deprimenti di tal vostro “cerebral” diagnosticare, masticando “illesi” e soprattutto illusi che il lupo, ammutolito, non sarebbe riscoccato in totale, possente forza distruttrice a chi sconfinò da cacciatore selvatico e, di barbarie, ne spel(l)ò l’anima, con colpi secchi e s-t-ud-iate “arti della guerra”. Dei “vincenti” già strangolati nel morto, brindando ad anni che sian augurio d’altra amarezza da ledere e scalfire con più “scafato fottuto genio stratega” che ficca nell’ano. Che schifo(si)!

Attenti, attenti!

Il comandante Che Guevara non tollera altri soprusi e lesto busserà alla porta degli impostori “condendoli” della detonazione “impuntata” nel loro bianco nerissimo.

Orsù, warriors, non permettiamo più a tali stronzi le frodi e affondiamoli!
Vendichiamo il sangue di stesso Taglione! Fuori i fucili dell’aguzza ripicca. Oh sì, impicchiamoli!
Ed eleviamo questi film paciniani a bandiera che non s’arrende.

1) Quel pomeriggio di un giorno da cani: Pacino da affissione in ottima compagnia. Voto 3,5.

Troppo poco, 6 stellette e una nel petto dello stronzo!

2) … E giustizia per tutti: Arthur Kirkland è un onesto avvocato di Baltimora. Giovane e intraprendente, tenta invano di fare pulizia tra giudici corrotti del Maryland. È un film di attori. Al Pacino recita con il piede sull’acceleratore senza mai perdere il controllo del personaggio. Voto 2,5.

Che cazzo di voto di merda è mai questo?

5 stelle e una tolta allo stupratore da lavare di torta in faccia!

3) People I Know: un dramma urbano sugli intrighi criminali che s’intrecciano a quelli politici, entrambi basati sulle relazioni pubbliche, le conoscenze, il denaro. Film desolato e disperato, incentrato sul personaggio di un fallito, raccontato con il ritmo e le cadenze degli effetti di una pastiglia di ecstasy, è illuminato dalla presenza, breve ma che lascia il segno, di una K. Basinger crepuscolare, intensa, bellissima, unico personaggio della storia fuori dalle brutture di un mondo cinico e corrotto. Voto 3.

Sì, bello ma non giusto.

4) Scent of a Woman: due pezzi di bravura: la folle corsa su una Ferrari rossa guidata dal cieco attraverso un quartiere periferico e il tango che il grande A. Pacino (efficacemente doppiato da G. Giannini) danza con una giovane sconosciuta. Ebbe l’Oscar. Voto 2,5.

Sì, zuccheroso ma la sparata finale vale 10 stellone!

5) Donnie Brasco: l’epilogo è di una malinconia struggente, ma anche uno dei più lucidi dell’ultimo Cinema americano: entrambi i personaggi sono strumenti e vittime delle istituzioni cui appartengono. Straordinario Pacino, ottimamente doppiato ancora una volta da Giancarlo Giannini; Depp (con la voce di Riccardo Rossi) si conferma a 33 anni come l’attore più duttile ed espressivo della sua generazione. Voto 4.

Sì, un capolavoro. Chi non ha apprezzato la sceneggiatura, più che Attanasio sarà attanagliato! Pollo è, meglio Paul!

6) Pacino sono io: un tizio anonimo, scambiato per Dustin Hoffman, s’incazza e tira fuori gli artigli. Sconvolti, i calunniatori finiscono sbattuti in tutti i manicomi! Voto inclassificabile per bomba!

Masterpiece!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Voglia di vincere (1985)

Il “blues” dei “brothers” – Falotico e Marzani nelle rispettive vesti di Dan Aykroyd e John Belushi, parte seconda


29 Sep

 

Stamane “smadonneranno”…

In un fantasy “smielato”, “orde” di donne snodate s’aggrapparono a desideri avverati… e le “sverniciammo”, ripudiando ogni moralismo castrante e ogni cappio al Sesso, nel rodeo del “lazzo” schiamazzante fra gli allibiti che applaudirono stupefatti, e poi “addomesticaron” la cavalluccia più (s)galoppante, con facce di cuoio (anche “di culo”, anzi soprattutto, come “tasteranno”) che, a briglie sciolte, solleticaron il suo sellino, insederando tutti gli ipocriti nell’afferrarli per il collo e “sollazzandoli” nella polvere (da sparo…, anche), sul mo(t)to: “Cowgirl, ecco la stella di latta di questo tramonto alla John Ford. Il nostro sentiero selvaggio è un’erezione orogenetica più dura delle rocce dellaMonument Valley. Andiam di zoccoli!”.

Ore 5 di mattina di questo Sabato sera apatico, ove alcuni trentenni van a passeggino, con la mogliettina che intanto sbircia il barista per “ordinargli” privatamente, nel retro della sua “bottega”, all’occorrenza da “fornaio”, un po’ di “lievito” zuccherante per digerire meglio l’amar caffè del consorte “assorto” a leggere delle prodezze “balistiche” del Campionato di Calci(o).

Meglio Zeman con Osvaldo di smorfia “Già ero tamarro, ora son bur(r)ino a Roma”, oppure la Juventus del Buffon che “spapera” di “rilancio” su intervento (chirurgico…) pericoloso del maial’ Chiellini, “celeberrissimo” fallon’ delle aree di “rigore?”.

Su questo quesito “amletico”, “da non dormirci la Notte”, il tal “giovine”, già di pancetta “cassa-integrata-inter(i)nale”, trascorrerà le ore “liete” del pomeriggio pre-festivo, fumando nel suo terrazzon’ che “dà” su un parcheggio “pub(bl)ico”, e aspetterà “per miracolo”, fra un “tiro” e uno “sbuffar'”, che esca dalla macchina Blake Lively, di cosce “fenicottere”. E poi gli strizzi l’occhio, raddrizzando l’abulia d’un torso nudo “autunnale” da “immorta(de)l(l)are” ai post-eri(ori).

Ma facciamo un passo indietro nel Tempo, dunque avanti nel Futuro.
John/Gianluca suona alla mia porta, “incagnito” perché turbato dalla serata precedente della suora che tentò, tentacolarmente, d’amputargli il membro per “redarguirlo” in “morto” che non “lo potesse” più guarnire nei “guaiti” di “pantere” inguainate di calze già “succhianti”, già avviluppanti, già “sviluppanti”.

John se ne fregò… invece tante, dopo quella visita “barcollante”. Sì, prese su l’agenda e riprese immediato “contatto” con Tyra Banks, con Halle Berry e con una mulatta che ti “sbianca” più della “levigata” Kim Kardashian, con cui fra l’altro pare abbia “giocato” quest’Estate in riva al mare, al ritmo di Bruce Campbell/Ash, “reparto ferramenta“. L’arma(t)o-re delle tenebre…

Sì, John può diventare Sam Raimi in versione “Carpenter” da “carpentiere” che “esige” ed erige…
E sa ove “dirigerlo”.

Comunque, senza permettermi di “addobbarmi” secondo la consuetudine “sociale” (cioè, rimango “a mezze maniche” in pantaloncini-boxer su calzini scoloriti), mi trascina in città.

Che cosa successe?
Che cosa succederà?

Eccederemo?
Chissà…

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. The Blues Brothers (1980)
  2. Ritorno al futuro (1985)
  3. Mary (2005)

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)