Posts Tagged ‘Moon’

“Gran Torino” – Recensione


31 Oct

I ricordi delle rughe giovani, eterne nell’immacolata innocenza dei sogni da salvaguardar guardinghi

Ora, sfila davanti a me, sempre una costante insonne, il volto levigatamente “cavernoso”, appassito, ischeletrito di Walt Kowalski, un monumento di bionda asciuttezza argentata nel Clint Eastwood della sua feroce malinconia “senile” solo di parvenza “sparviera”. Di sparatorie “fraintese”, di rese dei conti d’una metropoli sgangherata nei volti “bendati”, o troppo “scoperti”, di piccoli gangster in erba…

Walt, con la sua storia alle spalle, sepolta nel cassetto delle illusioni “perite”, deperito, affranto, perduto dopo un’altra delusione. La morte della moglie, nel decoro della sua medaglia al valore “tatuata” nelle fessure, tessuto roccioso nelle “fenditure” dei suoi occhi ancora vivi e scattanti di secolare grinta non ancora raggrinzita. Una quercia che non scalfisci, che non abbatti. Ma è avvilito. Torna a casa, con la bandiera che sventola ingrigita, sedata da piogge che han spento il sorriso, scandita dalla monotonia imperterrita d’un morto dentro che sogghigna, sbuffa, laconico è più eloquente di mille parole.
Si “scheggia”, disarmato e soprattutto disamorato, ancorato al Vietnam e ai cuori infranti di quel fango polveroso, incancrenitogli demoniacamente, anzi “all’ammoniaca”, in un’anima che non spolvera più.
Così, pulisce il cortile, sbevazza e sputacchia, annoiato e infastidito dai vicini e dalle coetanee tardone.
Ma il vecchio leone (non) s’è addormentato, e invece ringhia “sottobosco”, nella foresta dell’enigma irricucibile, della ferita che fa male, ticchetta nel boato spaventoso della Notte.
Luna torpida di violenze, proprio dietro l’angolo. Una “canaglia” inacidita, incagnita, già “incagliato” nei suoi dolori personali, che suona la carica a “colpo di fucile”.
Smalta il vento delle ingiustizie con la mordace furia di chi addenterà, cacciatore, i bambini troppo “dispettosi”, “educati” a “sbrigarsela” sporca.
E così, dalla fortuita disavventura, nasce l’amicizia e l’affinità insospettata con uno “scemo”.
All’apparenza tale. Poco reattivo, poco appunto “in guardia”. Il Mondo è un posto perlopiù schifoso che non guarda in faccia proprio nessuno, anzi, ti punta il dito e ti “mitraglia” se sgarri, se non premi il “grilletto” quand’era il momento fuggente. Ti arrugginerai se non ti lavi dalla merda, se non te ne “levi dalle palle”. Se non ti dai una mossa prima che ti ruberan la “merenda” e anche le ragazze che sogni ma non tocchi, che guardi ma hai paura di baciare. Che sfiori di sorrisetto timido e poi scappi per non scopartele. Che c’è di male in una sana scopatina? Te lo dice Walt. Un pezzo grosso, un mandrillo “stanco” per chi la testa l’ha appoggiata sul comodino del “legnoso”. Del palloso. Han tante palle gli “uomini” che le han appallottolate nel saccheggio ruffiano e nella domestica “bontà”. Parenti che son capaci di “regalarti” un ospizio per “rabbonirti” e macellarti del tutto. Per macerare quello spicciolo di vanità che ancora hai, quella melodia jazz che tu hai sempre respirato nel frenetico gran casino che non vuole “auscultare”. Se la cantan…
Guarda un po’ Walt il “bestione” che tutti allontaneranno e disprezzano, trattan da “signore” ma poi odiano e lo relegano alla sua solitudine di (rim)pianti da non urlare per non disturbar la quiete cheta-“acquetta”. Per non dar “problemi” ai pantofolai veri. Ti spaccan il vetro di ricatti e intimidazioni, prendono in ostaggio il tuo Cuore per quattro risate in compagnia.
Per divertirsela “allegramente”. Tenendo in pugno quella famiglia di “cinesini”.
E tu, proprio tu Walt, che ti affezioni a Thao, il “tardo”.
Ah non è tardi per far piazza pulita e metter a posto chi l’ha fatta grossa.
Adesso, siamo arrivati allo stupro.
Il prete ti consiglia di perdonare, tu confessi i peccati di tutta la società, sei un Pennywise formato King of the Night.
E il Diavolo ha bussato alla tua porta, distruggendo la calma e i tuoi equilibri sonnolenti, già pronti a tirar fuori le unghie e l’artigliera “pesante”. No, non reagire, lascia stare, ecco la vocina della coscienza.
Ma tu non la vuoi sentire, vai avanti di “testona” tua.
Smonti “baracca e burattini”, t’incammini a casa dei lestofanti, e li sfidi. Estrai una pistola che non c’è, e t’ammazzano a sangue freddo.
A chi vuoi raccontarla? Alla polizia scesa sul luogo del delitto?
All’assistenza sociale? Alla tua pensione?
Ai figli “buoni?”.
No, tu sei andato lì apposta, con un chiaro intento. Stendere le loro vite da maiali.
Ma l’hai studiato bene, con l’istinto dello spietato…, duro a morire davvero.
Volevi incastrarli col tuo assassinio.
Perché il Mondo arrestasse chi ha ucciso, chi s’è spinto troppo oltre.

Darai e “intonerai” in dono a Thao la speranza di una via migliore.
Rabbrividiamo. Di gelo.
Di meraviglia.

(Stefano Falotico)

 

Non bastavano gli “Hello, how are you?” e gli “I like” del Facebook? Adesso, ci siam pure imbastarditi nella “festa” dell’Halloween: secondo me, è meglio l'”allupato”, colui che…


31 Oct


… apre la bocca e chiede: “Would you wish?”.

Lei replica, “retorica”: – Cosa?
E il lupo: – Quel che liscio diventa “viscido”

Applauso!

Sì, stasera m’associerò alla demenza collettiva di questa celebrazione “celtica”. E dir che son centauro, afferro la mia moto con la “sella” della mora, e m'”inzucco” nelle sue “cavità” sorprendenti e vivaci, schiantiamo contro un muro ma prima Lei l’ha goduto tutto tutto duro, rallegrata dal “dolce” che non è stato uno “scherzetto“. Ah, come “la” screzio io neppure il Matto di suo “cappellaio“. Ah, Alice fu fornicata nel “bosco”, con Tim Burton a cazzeggiare d’esegesi personale nella versione “anemica” dai troppi colorini.
Ah, Tim è Uomo che “affabulò” affamato, da cui il detto lupus in fabula, per Burton rappresentato dalla sua fava nella fragola di Helena. Helena è Bonham, e Tim è mani di “forbice“.
Tim ne attinge, non “attenuandolo”.

Nella Bologna Tonight, diciamo “tonnata”, i nostri istrici si districheranno di pub(algia). Baluginando nel “balocco”, persi fra un Malt & Hops e lo “smaltirla” di sbornia “chimica”. Detto anche sperma “zoologico” d’iniettar nel nettare, da cui provien il famoso proverbio di tal “fattoni”: se ad Ognissanti le spezzi l’osso sacrale, ci sarà un Santo in meno in Paradiso.

Alla mia epoca, ti veniva grosso senza l'”alibi” di queste importazioni anglosassoni, da cui il “genitivo”, e quindi il “genitale”. Eh, sono albini. Un po’ scialbi. All’inzio di Novembre, è consigliabile la sciarpa, oppure lo scialle o lo Chalet delle “rose”.
Secondo me, gli ortodossi ce l’hanno magro, e le loro mogli vanno con gli indiani mentre Rob Zombie “Intona” i “flauti magici” della “zuppa inglese” al ritmo “zabaione” d’asce in pancia mentre le prostituite son’orientate in MoonSheri sarà una gran figa, ma io preferisco il Mon Cheri. Con tal “cioccolatino” ripieno, vai sul “sicuro”. Con Sheri, c’è il rischio di non sgranocchiare. Anche perché mi dà vagamente l’idea d’essere una di quelle zoccolone che, prima di “dartela”, pretende il lauto “responso” economico dei portafogli. Solo dopo il “rimborso”, apre la sua “borsa” e può usare il “detergente” degli “orsi”. Una “donna” raffinata come il Kleenex. Lei ne “usa” tanti, e Rob “lo” sa. Perché fu tradito anche da Eli Roth, in un triangolo con l’omonimo Eric, lo sceneggiatore di Forrest Gump e Insider. “Dentro la verità“.
Da cui l’Hostel…

Dopo il caffettino pomeridiano, ho avvistato il pensionato Ionata, accompagnato dalla sorella sullo “sguardo” indagatore del terzo piano d’un rumeno che, fra una prostituta e l’altra, rumina perché sogna una vecchiaia in santa pace del “Signore”.

Sì, Halloween è come uno con la dentiera.
Tutti aspettano il 31 per “addentarle”, ma non sanno che saranno “strappati”, brutalmente lacerati dal “cero” d’una che succhierà un verginello al fine di sposarlo dopo averlo “disossato”.

Per quanto mi riguarda, l’unica festa che va rispettata è quella del mio cazzo.
Che non si dà “da fare”.

Applauso!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Halloween con la famiglia Addams (1977)
  2. Niente dolce, niente zucchero (1991)
  3. L’inquilino del terzo piano (1976)
  4. Scent of a Woman – Profumo di donna (1992)
  5. Luna di fiele (1992)
  6. Alice in Wonderland (2010)
  7. La casa (1982)

I nostri attori “moon”, inamovibili – Si desse una “mossa” Ninì!


09 Oct

 

Stanno tutti “bene

Ah, che strano viaggio, amici. Da un eremitaggio salingeriano a “rispaccarmi” dentro la realtà. E quante “botte”. “Roba(ccia)” da allestire un diario intitolato “Il cammino dell’Uomo senza più timore fu timorato ancora”. Afferrai il timone della mia nave, ma le mareggiate “scrosciaron” non solo di donne scosciate. Usai lo scotch, e anche il whisky omonimo da “Omino Bianco, lo smacchiatore perfetto e bucato“, per rammendare tutte le microfratture, ma il dolore “intercostale” si propagò alla già molto turbolenta nevralgia. E così, “impotente”, anziché rivangare, anche se le valanghe mi “sommersero”, m’innervai incazzato dopo tutta quella neve, appunto. Da quella montagna solitaria da Yeti, eccomi qua di nuovo nella “rete”.
E devo proprio “rammentare” il mio sciatore più alla Lionel Messi (Alberto Tomba no, Martina Colombari sa quanto “male” affondò nella sua “morbidezza”, infatti preferì Costacurta del “vivaio” diabolico da “biscione” come Rocco Siffredi, testuali parole della “dolce” Martina) per “scartare” tutti questi paletti di Slalom gigante e “dribblare” a mo’ di Sylvester Stallone di Cop Land per far piazza pulita delle corruzioni (anche delle mie “erosioni” e rotture di palle) e arrivare al traguardo.
Più che “destinazione”, un destino dall’epilogo incerto. Dunque, “riepiloghiamo”, le spiegazioni della mia persona mi “piegarono” in altra incomprensione e il pressing fu “asfissiante“.

M’isolai come Bud Spencer il bulldozer, e sviluppai un’aria da “underdog“.
Roba che al Mickey Rourke più smidollato farebbe venire la pelle d’oca.
Infatti, se Mickey aveva le zampe di gallina da troppi pugni “stigmatizzati” dalla “sberlona” in faccia di Carré Otis, io urlai “Toglietemi tutto ma non il mio brain!“.

Sì, più che Orchidea selvaggia, incontrai vari orchi alla De Niro di Angel Heart.

Sì, ci sarebbe da girare il quarto “anello” mancante della “quaterna” dei quadernetti psichiatrici. Dopo Prendimi l’anima di Faenza (la tua anima è mia!, gridò quel capellone di Louis Cyphre, uno dalle unghie lunghe quanto la “vista” da “ovosodo“, che avrei visto bene solo in compagnia di Marilyn Manson a cantare “Polanski ce lo sbatte sempre in culo! E pure la nona porta!“, brindando assieme ai vecchiacci di Rosemary’s Baby… sono infidi quelli lì, mettono il “dito” fra moglie e marito) e il dittico “SpiderA Dangerous Method” di Cronenberg (anche se non trascurerei tutto il “resto”, soprattutto La mosca), girerò il “biopic” intitolato carpenterianamente La follia della loro semenza, di cui sarò “brevilineo” per quanto concerne la trama.

Svolgimento-avvoltolamento fra gli avvoltoi e poi i loro involtini…

Un genio viene scambiato per idiota, mentre gli idioti veri stanno a ridere e trombare, pisciando in testa al prossimo, in “segno” di goliardie “spiritose”. Al che, dopo il violento, spaventoso trauma, il genio “deriso” si risveglia e comincia a “cagare” loro in testa. Sbeffeggiandoli d’altrettanto (s)fottere.
Continueranno a non capirci un cazzo ma, per i danni morali e psicologici del loro assurdo ribaltare le verità, saranno (s)montati in prigione, ove ogni mattina si sveglieranno al “suono” docilissimo del “gallo”, rintronati da un Lee Ermey che urlerà loro “Topolini, evviva Walt Disney!”

Quel “luogo” così “ambito”, infatti, si chiama “Porco giochi“, c’è anche un “logo” (vedi che torna?) alquanto divertente dalla tale, “sofisticata” scritta: “Il tunnel degli orrori“.
Ritrae la situazione di tale “grotta”, ove questi gretti perseverano d’idiozia inconsapevole, nonostante la “terapia riabilitativa” molto “soffice”, in un paradosso “meraviglioso”, “favolistico”, diciamo appunto “grottesco”.

Ho detto tutto.

I miei figli si riuniscono vicino al capezzale del mio “ospedale” e mi chiedono:
– Come stai?
– Ah, “benissimo”. Mi scioccarono con un infarto, per il resto Kate Beckinsale vedo che è ancora una gran figa.
Anche i capezzoli di Drew Barrymore non sono da prendere “a ridere”.

Applauso!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Stanno tutti bene (2009)
    Meglio di così…
  2. Moon (2009)
    Un honeymoon, sì, di “miele“.
  3. Cosmopolis (2012)
    Sì, questa città è una giungla…
  4. Total Recall – Atto di forza (2012)
    Colin Farrell, un grande.
    Un'”espressione” da merda.

    Come deve essere.

    Ciiisss!

    Cin cin!

    Ciccillo! 

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)