Posts Tagged ‘Morando Morandini’

L’ultimo imperatore è la storia di ognuno di noi, che vi piaccia o meno: io sono bello come il Sole d’Oriente, forte come John Lone


01 Dec

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Ah, il grande John Lone, protagonista di questo film iper-oscarizzato di Bertolucci, nei panni di Pu Yi adulto, e splendido Joey Tai del magnifico L’anno del dragone di Michael Cimino.

Morando Morandini si è così espresso nel suo Dizionario, oggi ereditato dalle figlie Laura e Luisa:

Tragitto di un uomo dall’onnipotenza alla normalità, dal buio della nevrosi alla luce della quotidianità, ma anche parabola di un attore coatto, di qualcuno costretto – bambino dai compatrioti, adulto dai giapponesi invasori – a recitare una parte che, in fondo, gli piace. Cinema alla grande e talvolta grande cinema.

Praticamente, la parabola esistenziale di chiunque di noi.

Ah, per anni son stato trattato da principe machiavellico e anche come Principe Amleto. Ma, in verità, uno dei miei film preferiti è Il signore del male. Ah ah.

Nella totale libertà, nella grandiosa “prigione” di un’educazione troppo permissiva da parte di genitori che non ti hanno mai obbligato a scelte forzate e ti hanno donato l’immenso regalo dell’anarchia-autarchia strepitosa di neuroni slegati da regole comportamentali conformistiche, improntate soltanto alla squallida efficienza sociale, la gente, superficiale e falsa, ipocrita e malvagia, vorrà vedervi follia. Perché, si sa, la folla ama i luoghi comuni e non tollera chi ragiona a mo(n)do suo.

I prìncipi senza precisi princìpi istruttivi, pensò questa gente, o son già pazzi o impazziranno. Perché la vita, soprattutto occidentale, prima o poi ti farà soccombere. E le persone libere saranno sempre invise, ricattate, messe alla prova. E, se si azzarderanno a trasgredire ogni principio di “normalità”, le si sbatterà in manicomio, le si educherà oscenamente a ripartire da capo, anzi, dai capi di quest’organizzazione gerarchicamente nazista, le si ficcherà in qualche centro di salute mentale al fine che, in seguito a devastanti lavaggi del cervello, a farmacologiche sedazioni, a contenzioni repressive, possano morbosamente riequilibrare le loro personalissime, immense “diversità”, sviluppate nei loro vuoti fortilizi, nelle loro solitudini bergmaniane, nelle loro immense atipicità emozionali, cosicché verranno destrutturate della loro autenticità e saranno rese provate. Se, dopo questo trattamento, continueranno a comportarsi in maniera anticonvenzionale, le si taccerà di essere pericolose e si farà di tutto per incriminarle, con qualche scusa, così come s’è fatto con Oscar Wilde, affinché agli occhi delle persone comuni, mediocri e stolte, gli ignoranti funzionali, tali persone discriminate, offese, a sangue picchiate nell’animo, costoro, sì, tali “impostori” appariranno come dei criminali da La piovra.  O come Renato Vallanzasca. Un angelo del male..., il bandito gentiluomo.

Noi tutti, voi soprattutto, siete degli attori coatti. A cui prescriverei un bel TSO coattissimo.

Dei poveracci che, dietro maschere da voi ostentate per ottenere la compiacenza bugiarda dell’accettabilità sociale, avete rinnegato i vostri intimi sogni più puri a favore di un allarmante adattamento buonista, insincero, infingardo, a mio avviso criminoso. Perché questo vostro atteggiamento comodo e menzognero, davanti al vostro specchio, ha incrinato e già inquinato l’essenza del vivere.

Com’è straordinario il delirio onnipotente dell’innocenza mai perduta, la limpidità romantica della bellezza, della verità. Orientale e a infiniti panorami orientata.

Questa è poesia, questa è la vita, questa è la giustezza.

Questa è la giustizia.

Firmato John Lone,

un genio alone in mezzo a un mondo di volponi e opachi aloni

 

Space Cowboys di Clint Eastwood? Anche di Falotico


06 Jul

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Nel 1998 quattro vecchi ex piloti collaudatori infinocchiano la NASA e, con due “riserve”, si fanno mandare in orbita a riparare un satellite russo di telecomunicazioni, in realtà carico di sei testate nucleari. Per salvare la Terra e i compagni, Hawk, uno dei quattro, porta il satellite verso la Luna. Gli altri ritornano su uno Shuttle avariato che il vecchio Frank fa atterrare pilotandolo a mano. Sul classico tema della “seconda occasione”, cimentandosi in un genere per lui nuovo, il settantenne regista-produttore C. Eastwood pilota ammirevolmente un altro film con l’abituale understatement, mescolando con sapiente leggerezza i toni, dall’umoristico al drammatico. Coerente con la sua concezione artigianale del cinema, ricorre agli effetti speciali subordinandoli al racconto e rivendicando la centralità delle doti umane (manualità, intuito, libertà di scelta) contro la supremazia della tecnologia. Melanconico e genialmente retorico epilogo lunare nel nome dell’amicizia in cui “Hawk vi si è riappacificato col suo destino, dopo un’attesa durata quaranta anni.” (A. Piccardi). Scritto da Ken Kaufman e Howard Klausner.

 

Tratto dal dizionario Morandini, deceduto forse sul Pianeta Rosso.

 

Con (pensiona)bile non so cos(ci)a, rammento la mia vita da trapassato e coniugo il futuro prossimo a memoria delle mie or(g)e già scadute, probabilmente non ancor “venute”. Da capitan di ventura del mio uccello, no, vascello, debbo ammettere che, alla mia placida, tormentata età di 36 anni suonati, non ho trombato molto, ma mi trombarono, metaforicamente, nel for(n)o della mia melanconia, facendomi tutt’or pa(r)tire.

Io subordino la vita reale alla grottesca danza “senile” d’una gioventù, appunto, ancora da (s)venire e rimembro Antonio Conte che perse la semifinale con la Francia ai rigori con la Germania, mentre Luca Carboni ha approntato due versioni della sua “Happy”, una in cui celebra il Calcio nazionalistico, dandolo in pasto al popolo, un’altra in cui afferma di contraltare di detestare i confini nazionali. Una contraddizione bolognese tutta sua.

Ma non me ne dolgo e misuro a (di)letto le doghe della mia periferia. Poche fighe vedon le mie ossa eppur mi (ri)poso. Poca carne al fuoco! Non avrò mai una (s)posa e questa è “bacata”, bella poesia. Così sia, io non son il messia ma che dice del mio pisello sua signor(i)a? Non ne vuole e allora sì che duole.

Cosa? Clint Eastwood (non) le dosa e sa quando volar sul nido del cu(cu)lo e del satellite nostro amico, cioè il mio man on the moon.

Questa dicasi stronzata da rincoglionito eppur è un coglione che ne ha due come Tommy Lee Jones.

 

di Stefano Falotico

Il Morandini 2013/2014, alcuni voti inaspettati


21 Mar

Alcune delle sue votazioni più o meno discutibili.

Gli amanti passeggeri

Los amantes pasajeros

Sp. 2013

GENERE: Comm.  DURATA:90′  VISIONE CONSIGLIATA: T

CRITICA: 3 PUBBLICO: 3

REGIA: Pedro Almodóvar

ATTORI: Javier Cámara, Pepa Charro, Cecilia Roth, Antonio de la Torre, Antonio Banderas, Penélope Cruz, Paz Vega

 

Opus n. 20 di Almodóvar, prodotto dal fratello. Sul volo 2549 della Compagnia Península da Barajas a Città del Messico un guasto tecnico mette a rischio la vita dei passeggeri. Dopo 90′ quelli in Economy sono tutti addormentati (drogati con ansiolitici), mentre quelli in Business, molto tesi, intuiscono che sta succedendo qualcosa, ma l’equipaggio ha l’ordine di tacere. In questa commedia irrealista e metaforica, che è anche una commedia morale, succede di tutto. Almodóvar recupera il suo strambo umorismo degli ’80, aggiornandolo in vari modi con la Spagna del primo 2000. I personaggi non cambiano, rimangono uguali a loro stessi. Fotografia di José Luis Alcaine. Musica di Alberto Iglesias. Da non perdere i titoli di testa.

Gangster Squad

USA 2013

GENERE: Gang.  DURATA:113′  VISIONE CONSIGLIATA: G

CRITICA: 3,5 PUBBLICO: 3

REGIA: Ruben Fleischer

ATTORI: Josh Brolin, Ryan Gosling, Sean Penn, Nick Nolte, Emma Stone, Giovanni Ribisi

 

Prodotto e distribuito da Warner Bros, il film era già pronto all’inizio del 2012, ma ne fu rimandata l’uscita al 2013 (tagliando una scena di violenza in una sala cinematografica in seguito alla strage avvenuta alla prima di Il cavaliere oscuro – Il ritorno). Mickey Cohen – personaggio realmente esistito –, nato a Brooklyn nel 1913 con il nome di Meyer Harris Cohen, di famiglia ebrea ortodossa di Kiev, pugile in combattimenti illegali, fa carriera nei primi anni ’30 con i mafiosi italiani, a Chicago con Al Capone, infine a Las Vegas. Sfuggito a diversi attentati, a Los Angeles con la violenza e la corruzione trasforma la città nella metropoli più mafiosa e redditizia degli USA. 6 agenti del Los Angeles Police Department, al comando del sergente O’Mara, valoroso reduce di guerra con moglie “di carattere” e incinta, sono indotti ad agire come criminali per ristabilire la legge. Il film è basato sull’omonimo libro di Paul Lieberman, giornalista del Los Angeles Times, e abilmente sceneggiato dall’ex detective Will Beal: uno dei più dinamici e divertenti gangster/polizieschi dei 2000.

Red Lights

USA-Sp. 2012

GENERE: Thrill.  DURATA:113′  VISIONE CONSIGLIATA: G

CRITICA: 2,5 PUBBLICO: 2

REGIA: Rodrigo Cortés

ATTORI: Robert De Niro, Toby Jones, Cillian Murphy, Sigourney Weaver, Elizabeth Olsen

 

Le luci rosse del titolo sono gli indizi più o meno evidenti che possono razionalmente spiegare i cosiddetti eventi soprannaturali. Margaret Matheson e il suo aiuto Tom Buckley sono investigatori di questi fenomeni. Il loro lavoro consiste nello smascherare coloro che fingono di possederli. Tra questi ultimi c’è Simon Silver che da anni campa sulle sue finzioni. Scritto dal regista spagnolo che già si era distinto con Buried – Sepolto (2010), il film si affida esplicitamente alla dicotomia illusione/realtà che è, in fondo, uno dei princìpi fondatori degli audiovisivi, cinema e televisione. A livello tecnico-narrativo, il film è ingegnoso quanto e forse più di Buried. Manca però di spessore sociologico e perde di credibilità se si tiene conto in quale misura sia diffusa tra la popolazione degli USA la ricerca, o la speranza, di un nuovo messia. Distribuisce 01.



				
				

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