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Cosa ne sarà del Cinema?


05 Apr
SEAN PENN stars in Warner Bros. Pictures' and Village Roadshow Pictures' drama Mystic River, a Malpaso Production also starring Tim Robbins, Kevin Bacon and Laurence Fishburne. PHOTOGRAPHS TO BE USED SOLELY FOR ADVERTISING, PROMOTION, PUBLICITY OR REVIEWS OF THIS SPECIFIC MOTION PICTURE AND TO REMAIN THE PROPERTY OF THE STUDIO. NOT FOR SALE OR REDISTRIBUTION

SEAN PENN stars in Warner Bros. Pictures’ and Village Roadshow Pictures’ drama Mystic River, a Malpaso Production also starring Tim Robbins, Kevin Bacon and Laurence Fishburne.
PHOTOGRAPHS TO BE USED SOLELY FOR ADVERTISING, PROMOTION, PUBLICITY OR REVIEWS OF THIS SPECIFIC MOTION PICTURE AND TO REMAIN THE PROPERTY OF THE STUDIO. NOT FOR SALE OR REDISTRIBUTION

 

STATE OF GRACE, Gary Oldman, 1990, (c)Orion Pictures Corporation

STATE OF GRACE, Gary Oldman, 1990, (c)Orion Pictures Corporation

STATE OF GRACE, Sean Penn, Gary Oldman, 1990, (c)Orion Pictures Corporation

STATE OF GRACE, Sean Penn, Gary Oldman, 1990, (c)Orion Pictures Corporation

Non lo so ma mi par inutile indagare sul futuro dato che siamo, pressoché dappertutto, salvo poche eccezioni, in zona rossa.

Augurandoci che i cinema riaprano, al momento devo però esservi sincero. Non è la mia massima preoccupazione la riapertura delle sale.

Sì, ho altre preoccupazioni che mi allertano maggiormente, molto di più rispetto alle fake news che impazzano per terrorizzarci oltremodo. Premure mie prioritarie e imprescindibili, assolutamente da non dimenticare.

Se ripenso al mio ultimo anno di vita, penso questo. Anzi, già lo pensai. Credo altresì che, con le dovute precauzioni, no, correzioni, il seguente testo entrerà a far pare del mio libro prossimo, ovvero Bologna HARD BOILED & L’amore ai tempi del Covid, seguito del mio libro Bologna insanguinata.

Se quest’ultimo verté su una disamina amarcordiana della mia adolescenza da me sanamente rinnegata poiché non volli infettarmi non della malattia derivante dalla pandemia attuale, bensì della vicinanza ammorbante coi miei coetanei immaturi e ignoranti, Bologna HARD BOILED sarà un libro tristissimo, cioè bellissimo.

Sì, reputo la “tristizia” qualcosa di stupendo. Tutto ciò che è baldoria, mondanità, feste e donne di qua e di là, mi annoia. Preferisco la mestizia della mia metafisica ancestrale e sfiziarmi (neologismo verbale e me ne vanto), oserei dire letiziarmi, in maniera armonica, col mio animo innatamente dannato.

Comunque sia, è trascorsa un’altra annata. E ciò vergai nelle scorse ore. Ripeto, il pezzo a seguire sarà inglobato nel libro succitato…

FINE DEL Cap. 16:

Comunque, mentre scrissi queste ultime righe, dal primo e dal 3 Aprile siamo arrivati alla vigilia di Pasquetta di tale anno tremendo datato 2021, cioè manca circa un’ora alla mezzanotte del Cinque maggio manzoniano, no, del 5 Aprile odierno.

Il 5 Maggio è il compleanno della mia lei, peraltro…

La mia vita è stata, fin a questo momento, una Divina Commedia. Sono l’incarnazione, in effetti, della celeberrima battuta pronunciata da Arthur Fleck nel film Joker con Joaquin Phoenix.

Invece, ah, strana coincidenza imprevista, Dante Alighieri compose il Primo Canto del suo Inferno fra la notte di giovedì 7 Aprile del 1300 e l’immediato, susseguente Venerdì Santo dello stesso anno. Cioè due giorni prima di Pasqua che si rifesteggia oggi, cioè esattamente nell’anno del settecentenario della morte del Poeta Sommo.

Alighieri infatti morì nel 1321 e siamo o non siamo nel 2021 dato che, per colpa del Covid-19, pare che invece siamo precipitati in una dimensione onirica o solo ridicola, una dimensione lisergica e drammatica sganciata dal tempo, cioè sembra che siamo giunti all’immaginaria Frittole del quasi 1500 del film Non ci resta che piangere con Massimo Troisi e Roberto Benigni?

Quest’ultimo, inoltre, amante non plus ultra di Dante stesso Il cui figlio, nella finzione del suo film La vita è bella, si chiamò nientepopodimeno che Dante? Ricordo male? Necessito di errata corrige?

Sì, effettivamente ricordo malissimo, merito il Purgatorio, ah ah. Suo figlio, interpretato da Giorgio Cantarini nel film succitato e oscarizzato, si chiamò invero Giosuè Carducci. No, Giosuè Orefice.

Benigni fu Johnny Stecchino nel film omonimo in cui interpretò il sosia di Stecchino stesso, di nome Dante…

Ah, ricordo invero benissimo. Soprattutto quanto a me accadde in quest’ultimo mio anno e mezzo da girone infernale di ascendenza dantesca.

Un anno di transizione, un anno a suo modo davvero paradisiaco.

Anzi, del tutto idilliaco. O forse demoniaco…

Ma ora voglio andare a letto e festeggiare, nei miei sogni più allegri, non l’ascensione e la resurrezione di Cristo, bensì la mia discesa illuminante fra le mie memorie contorte, avvenuta in questi giorni tetri eppur profetici in cui pare che, dalle cripte delle nostre vite incarnatesi in una catacomba vivente, non vi sia via di fuga alcuna.

La luce ancora non vediamo chiaramente. Sono solo sprazzi di speranza, solo utopie da disperati.

Eppur io credo… nel ministro della Salute che di cognome fa per l’appunto Speranza ma a me pare solo uomo di poca sostanza.

Credo invece fermamente che nella mia vita passai molti traumi e penso di adorare a dismisura Mystic River. Al che chiunque s’aspetterebbe che il mio film preferito del mio regista, fra l’altro prediletto, sia quello appena nominato e a molte nominations candidato. Molto bello, certo, ma lo trovo imperfetto e retorico. Sì, ho detto retorico. Il capolavoro imbattibile di Eastwood è Gran Torino. Perché è quello, in tutta sincerità, più personale.  Walt Kowalski, l’unico boomer che ha le palle, dinanzi a un’ingiustizia immonda, di stupire tutti. Non ha più niente da perdere.

Mystic River è bello ma troppo studiato per piacere.

Comunque, tanto di cappello a Clint per la direzione degli attori, soprattutto per il casting impeccabile.

Tim Robbins, premiato con l’Oscar come miglior attore non protagonista, nella parte dell’uomo divenuto Lupo solitario, prima regia di Sean Penn nel suo titolo italiano. Che coincidenza assurda!

Robbins, regista di Dead Man Walking ove Sean Penn interpretò la parte di uno stupratore.

In Mystic River, il personaggio della figlia di Jimmy Marcum, eh sì, venne violentata alla pari del character interpretato non da Robbins, bensì dallo stesso suo personaggio incarnato da un bambino nel cuore scarnificato… Questo bambino infatti non fu ucciso fisicamente, nell’anima invece sì.

Mentre la ragazza che interpretò Katie Markum, ovvero la ninfetta oggi donna di nome Emmy Rossum, ammiccò a Penn non poco velatamente. Sean Penn è l’esemplificazione dell’uomo che fa veramente schifo da quanto è falso.

Un tempo, credetti che fosse un grande attore. Mi sono ricreduto.

Penso che sia una merda sia come attore che come uomo. Piace molto alle donne. Avevate dei dubbi? Vi fu un tempo in cui non ebbi alcun dubbio invece riguardo chi fosse il più grande attore di Cinema del mondo, cioè Robert De Niro. Un tempo in cui pensai, per l’appunto, che Sean Penn fosse molto più bravo di Gary Oldman, suo collega in Stato di grazia. Penso che Gary Oldman sia uguale a me. Essendo io amante di me stesso, fate voi… Sì, mi spiace risultare antipatico.

di Stefano Falotico

Discorso di Santo Stefano, dovremmo conservare la festa del Natale ma abolire tutti i falsi sacramenti, aborrire i battesimi, i matrimoni e anche i funerali…


26 Dec

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Sì, ieri son stato da mio cugino, a Prato. Quest’amena, buffa città dell’entroterra toscano, poco distante da Firenze. Che ha combattuto per tantissimo tempo al fine di diventare provincia e soltanto nel 1992 è diventata un capoluogo.

Sì, credo di avere imparato ciò da poco. E da altre parti, in tempi assai recenti, ho scritto che non è affatto provincia. Sì, sono sbadato, è la mia caratteristica. Ero rimasto indietro. Io sono del ’79 e, quando da piccolo spesso me ne recavo, Prato non era provincia di niente. Da bambino ci vivevo perfino. Mia madre, laureatasi in Biologia a Firenze, aveva trovato lavoro, non ancora di ruolo, da quelle parti e girava da un paesino all’altro ove insegnava alle scuole medie. Che vita eccezionale… di continui viaggi spossanti e quasi mai un attimo di riposo. E manco scopava molto perché, appunto, mio padre non c’era. E, semmai, mio padre nel frattempo si rallegrava da solo, guardando le vallette di qualche varietà in tv. Sì, credo che gli piacesse Milly Carlucci. E ho detto tutto.

Molti miei parenti materni stavano e stanno tutt’ora a Prato. In prima linea, i genitori di mia madre, ovvero i miei nonni. Mio nonno è morto una decina d’anni fa, mia madre due anni or sono. Forse tre. Non ha molta importanza. Dopo che l’hanno malcurata al cuore. Poteva vivere ancora ma i medici, omertosi e bugiardi, la operarono scelleratamente e, sbrigativamente, ricucendo tutto alla buona come il chirurgo Totò di Totò Diabolicus, quando mia nonna schiattò dopo giorni di sofferenza estrema, preferirono oscenamente glissare, sussurrando… abbiamo fatto il possibile ma comunque era già molto anziana, è morta oggi ma, anche se fossimo stati meticolosamente scrupolosi, non le restava molto da vivere.

Bello schifo. Inutile tentare cause in questi casi. I medici hanno sempre il cosiddetto coltello, anzi, bisturi dalla parte del manico.

Ecco, mia nonna, quando io neppure frequentavo le elementari, mi teneva a casa sua perché mia madre era al lavoro. E mio padre a sua volta lavorava intanto a Bologna. Ma questo l’ho già detto o accennato.

Così ho fatto l’asilo a Prato. E, ogni volta che mio nonno tornava dal lavoro nella pausa pranzo per poi riprendere nel pomeriggio a far la guardia in banca, io, già tornato dall’asilo, gli urlavo dal balcone… hai portato i soldi e da mangiare? Ah ah.

A Prato vivono anche alcuni parenti di mio padre.

Sì, i miei genitori, come i miei parenti, sono del meridione ma quasi tutti sono emigrati al nord in cerca di maggiore fortuna. E quest’emigrazione, questa specie di esodo biblico si è spaccato in due tronconi. Fra quelli che si son stabiliti e stabilizzati a Prato e altri, non tantissimi invero, che son venuti a Bologna, ove io sono nato. All’ospedale Sant’Orsola.

Di tanto in tanto, quasi mai a essere sinceri, torno appunto a Prato, soprattutto nei giorni delle festività comandate, come Natale o Pasqua, date pressoché inderogabili. Che palle…

Ma torno solo da mia zia e mio cugino. Mio zio, il padre di mio cugino, è morto assai prematuramente dopo che si era già separato ufficiosamente da mia zia, sebbene divorziati a livello legale non lo siano mai stati.

E mio cugino ora abita dalle parti di Siena assieme alla sua compagna con la quale convive.

Ma, ovviamente, nel giorno di Natale, va a far visita a sua madre e pure io, a mia volta, faccio visita a loro.

Quando sono a Prato, mi sembra di essere precipitato in una realtà da Frittole, sì, l’immaginaria cittadina medioevale di Non ci resta che piangere.

– Ma veramente siamo nel 1400?

– Eh, quasi mille e 5.

Non che Prato, al di là delle sue costruzioni appunto medievali, non si sia modernizzata. Anzi, tutt’altro. È ora una delle città dalla cultura più fiorentina, no, fiorente. Culla di menti geniali, di fumettisti creativi, di artisti sopraffini.

Ma basterebbe il suo duomo, la sua cattedrale, ad attestare che Prato è figlia di un’altra epoca.

La cattedrale di Prato è stata eretta secoli fa ed è una delle costruzioni più antiche d’Italia. Pieve di Santo Stefano…

E la gente, nonostante oggi si sia globalizzata e internettizzata, ha conservato quel ruspante modo di fare schietto, alle volte anche fastidioso e troppo invadente, da amiconi, sì, un po’ alla Amici miei.

E tutti, a Natale, si abbracciano come fossero amanti, si salutano calorosamente, bevono e si ubriacano da compagnoni.

Una realtà ben diversa da quella bolognese. A Bologna, la gente è molto fredda. Forse più raffinata o forse solo più ipocrita. Non lo so…

Mio zio defunto, il padre di mio cugino, si chiamava Piero. Io avrei dovuto chiamarmi Pietro. Sapete bene che un’usanza tipica del meridione è quella di affibbiare lo stesso nome del nonno paterno al primo nipote maschio.

Dunque, mio nonno paterno, chiamandosi Pietro, anche lui morto oramai da un pezzo, ci rimase malissimo quando mia madre decise di chiamarmi Stefano. Distruggendo le tradizioni di famiglia… Pietro proprio non le piaceva. Ma, per dare il contentino a mio nonno, come secondo nome all’anagrafe mi diede Piero, sì, come il mio ex zio. Doppia presa per il culo, ah ah.

Sì, la Toscana si è sempre professata portavoce e detentrice della Lingua italiana, è stata la patria del Dolce Stil Novo.

Quindi, Piero, come Piero della Francesca, facevamo molto Santo Stefano rinascimentale. Ah ah.

Mah, la Lingua italiana è una balla che sia stata inventata dai toscani e dal Petrarca. Noi abbiamo origini latine, greco-romane, arabe, sicule, la dovreste finire con questi (capo)luoghi comuni.

Ché poi avrei da dirvene anche sul Petrarca. Sì, non il celeberrimo poeta del cazzo, bensì uno psichiatra da cui andavo, che aveva appunto lo studio a Firenze. Di me, come tutti, non capì una minchia e mi prescriveva farmaci totalmente sbagliati.

Mah, devo esservi sincero. Ho un’amica su Facebook, con la quale vorrei stringere qualcosa che vada oltre la semplice amicizia, con cui curarmi, ah ah, che si chiama M… a Petracca. Sì, Petracca, non Petrarca. E nemmeno patriarca! Secondo me, è molto più brava del Petrarca, ma soprattutto più bona… Che figa la Petracca, sono anni che cerco di scoparmela. Diciamocela! Ah ah.

Lei mi riempie di apprezzamenti ma ancora non si sente in grado, aggradata diciamo, di essere da me riempita di un duro appezzamento… Ah ah.

Sì, con questa salirei… di molti gradi ma devo procedere gradualmente. Ah ah.

Fatto sta che, nei giorni di festa, mi sento sempre infelice. E mi son pure riguardato Changeling, uno dei film più cupi del mondo. Vi è John Malkovich. Non so se lo sapete. Malkovich, che ha aperto vari atelier di moda, si è comprato una casa a Prato, davanti al Duomo. Sì, Prato è famosa anche per essere all’avanguardia nelle industrie tessili. E, tra un film e l’altro, John va a Prato. Adesso, pare che sia a Roma a girare The New Pope del Sorrentino. Sì, vorrei essere John Cusack di Essere John Malkovich, per sapere che cazzo c’è nella testa di uno che, come il Cusack, fa John di nome e Malkovich di viso anomalo…

Malkovich ha sempre avuto la faccia dello psicopatico pedofilo. E gli hanno dato spesso parti da cattivo maniaco come Nel centro del mirino…

Invece, in Changeling, fa la parte di un prete che salva la Jolie dal manicomio e assieme a lei combatte affinché venga punito in maniera esemplare un pedofilo assassino.

Quindi, l’altro luogo comune secondo il quale dalla faccia di una persona capisci tutto… è una stronzata monumentale. Andate a dirlo a quel morto di fame del Lombroso. Secondo le sue teorie psichiatriche di merda, se uno aveva una faccia da lupo, era socialmente pericoloso… Per fortuna è crepato questo porco.

Insomma, dobbiamo evolverci. Perciò, facciamola finita pure coi battesimi e tutto il resto.

Un bambino non ha coscienza e invece i genitori lo battezzano, obbligandolo sin dapprincipio a diventare un cristiano. Lo portano a catechismo e lo indottrinano.

I musulmani, d’altro canto e di contraltare, ah ah, credono a quell’Allah e poi si radicalizzano, divengono fondamentalisti e abbiamo il terrorismo.

I buddisti sono poi quelli peggiori. Visto che, avendo creduto a Cristo, l’hanno preso in quel posto per essere stati troppo buoni, disconoscono il cristianesimo e si danno alla contemplazione. Ma andassero a dar via il culo.

Io abolirei pure il matrimonio. Ché poi, appunto, come mia zia e mio zio, si litiga e il divorzio costa un occhio della testa. E a rimetterci sono i figli.

E finiamola anche coi funerali. Il dolore è qualcosa di pudicamente privato.

Sono orribili i funerali. Muore un tuo caro, la persona a te proprio più cara e, anziché potertene star tranquillo a soffrire in silenzio, devi svolgere i preparativi per la messa, comprare la bara, contattate le pompe funebri e persino sorbirti parenti e amici falsissimi nel giorno dell’ultimo addio.

Sì, i parenti non si scelgono. Gli amici, sì. Le donne, anche. Sì, sono terrificanti i funerali.

Arrivano a farti le condoglianze delle persone a te apparentate solo per albero genealogico con le quali non hai mai avuto niente da spartire.

Che ne so, tu sei un prete come Malkovich e invece un tuo parente è un troione che fa turismo sessuale.

Ecco, vediamo di finirla con questi rituali, con queste falsità.

Di mio, ho appena ordinato l’unica copia rimasta in Blu-ray di Changeling. Edizione inglese con audio in italiano perché in Italia, un Paese d’idioti, il Blu-ray non esiste.

Qui da noi esistono e hanno successo soltanto le idiozie, le banalità, le festicciole, le scemenze.

E ho detto tutto… Ecco, dopo tutte le batoste che ho ricevuto, abiuro?

Io non abiuro manco per la Petracca. Grande figa, la Petracca. Ah ah.

jolie

La mia filosofia lebowskiana di vita lunga


04 May

Lebowski

Se vi dicono che siete degli sbandati, rispondete come Drugo Lebowski un sano, meritato ma vaffanculo.
Se vi prendono di mira per sporchi giochi mentali e ricattatori, opponete ai loro colpi un pugno secco in testa, (s)figurato, alla Bud Spencer.
Se qualcuno vi dà dello stronzetto, ricordate Al Pacino in tutti i suoi film. Specie nella parte del Diavolo!
Se vi rompono le scatole sino allo sfinimento, proponete loro la clip di Massimo Troisi e Benigni in Non ci resta che piangere, soprattutto lo sketch di Un Fiorino! Con tanto, appunto, di lebowskiano ma vaffanculo.

 

di Stefano Falotico

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)