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Dinanzi a un dramma, vi è solo silenzio


20 Dec

Film Title: Biutiful

Matthew McConaughey in INTERSTELLAR, from Paramount Pictures and Warner Brothers Pictures, in association with Legendary Pictures.

Matthew McConaughey in INTERSTELLAR, from Paramount Pictures and Warner Brothers Pictures, in association with Legendary Pictures.

Sì, per tutta la vita la gente mi ha detto che soffro di una sensibilità prodigiosa. Ed è stata questa la causa delle mie “distorsioni”.

Oggi, più che mai, sono convinto che io non sia sensibile, io sono un sensitivo.

Troppe fatalità son successe nella mia vita, troppi eventi razionalmente inspiegabili. E, di fronte a questo mistero profondissimo, rimango stordito.

Così come ieri mattina scrissi, ancora ignaro totalmente di un incredibile, commovente dramma purtroppo accaduto che ho appreso da mie fonti soltanto in tarda sera, che sono Chris Walken de La zona morta. Un uomo che dopo un lungo sonno si è risvegliato con poteri telepatici straordinari.

Due notti fa mi sono destato, che mi crediate o meno, in tarda notte e ho avvertito che qualcosa di tragico era successo. Avevo anche scritto che tutto si sarebbe risolto per il meglio. No, ciò non si è avverato, anzi. Sono un sensitivo, non un veggente.

Dinanzi al buio della morte, ogni rabbia si assopisce.

E si rimane increduli dirimpetto alla vita, anche davanti alla morte.

Questo dramma, del quale non posso riferire pubblicamente, nonostante tutto… mi ha scioccato.

È veramente assurda la vita. Nel momento stesso in cui ho appreso sconvolto questa notizia, su un sito è stata pubblicata questa mia recensione che su FilmTV.it io avevo già inserito.

Una vita finisce e un’altra si è risvegliata, dopo tanto trambusto, dopo che mi persi nello spazio per un tempo immemorabile, grande e tremendo come la luce. Che ha scatenato tanti episodi, ahimè, spiacevoli.

E io continuo a vedere parenti ed ex amici, anche quelli con cui ci son state delle brutte discordie, che mi lasciano. Credo che fra qualche anno vedrò morire anche i miei genitori, purtroppo.

Questo è il mio omaggio, credo il più sincero. In tale mattina di atmosfera pre-natalizia assai triste.

Detto ciò, la diagnosi che invece fu fatta a me tanti anni fa era totalmente sbagliata.

E questo è un altro mistero senza spiegazione.

 

di Stefano Falotico


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Interstellar #goodnight #bye #life

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La realtà non è mai quella che pensiamo, vedere questa foto per credere, incredibile


22 Oct

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Realtà

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Ecco, porgo questa foto su Facebook. Al che, la gente mi chiede: ma che è? Arrivano le congetture, la gente suppone…, ah, questi supponenti. Meglio il Sole a Levante che a ponente! Si avvicendano, sì, le supposizioni. Il mistero s’infittisce. 1) è un UFO. 2) è la spada laser di Star Wars. 3) è la luce rossa di un cinema porno. 4) è un uomo al momento dell’orgasmo nel buio della notte. Sì, nell’attimo topico della sua esplosività incandescente. 5) è la copertina della nuova edizione avveniristica de Il rosso e il nero di Stendhal.   No, la risposta esatta è il mio nuovo modem di Fibra, fotografato di traverso a tarda notte mentre tu, nel frattempo, l’hai infilato dritto a tua cugina. A cui è andato storto.   Sì, la realtà è mutevole, è nell’occhio di chi guarda. Ad esempio, Grillo è stato attaccato per le sue frasi sugli autistici. Ma avete frainteso. Non voleva offendere le persone affette dalla sindrome di Asperger. Avete strumentalizzato le sue parole. Grillo non ha offeso nessuno. Ha semplicemente detto che i fascisti sono come gli autistici. Tu cerchi un confronto e loro ribadiscono le loro idee sordamente, ciecamente, senza ascoltare il pensiero democratico altrui. Come dire: Falotico scrive un libro erotico e la gente pensa che Falotico sia un pervertito. E perché mai? Falotico non ha mica scritto che vuole andare in giro a stuprare le donne. Falotico, anzi, ha scritto che le donne vanno amate, desiderate, possibilmente scopate. Se poi siete femministe frigide, non è colpa del Falotico. Nemmeno del vostro ginecologo. Come dire: se tu pensi che Scorsese sia un genio solo perché ti ha divertito con Quei bravi ragazzi, non hai capito un cazzo di Scorsese e credo neppure della tua cattiva ragazza. E poi chi l’ha detto che un panino necessiti del ripieno, dell’hamburger e del contorno di patatine fritte? Un panino può star bene anche così. Ficcato in pancia. E chi l’ha detto che il Falotico è una specie di licantropo? Egli volteggia all’alba nelle strade appena illuminate di Bologna mentre quelli in villa dormono. E, fra il dire e il fare, Falotico lupeggia. Considerate questo mio scritto una puttanata? Sì, lo è. Come la vita. La tua, non la mia. Sì, la tua vita non è quella che pensi, è quella che peni, mentre la realtà di tua moglie è di un altro pene. Pensaci, su. 44506938_10212313535176375_6436844499850231808_n 44643387_10212317203748087_9081584639448973312_n

 

 

 

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Capolavoro Un post condiviso da Stefano Falotico (@faloticostefano) in data:


Ipotesi di realtà e teorie del complotto di tua sorella

 1) Realtà numero uno: siete crollati a pezzi e vi hanno macellato

Siamo, anzi, siete oberati da una realtà schiacciante dalla quale cercate di sfuggire con tutta la forza che avete in corpo. Ma più vi affannate, dannandovi come dei matti, per trovare le vostre stabilità, per raggiungere un po’ di omeostasi emozionale, di pace interiore, di serenità, detta come va detta, e più la downward spiral, appunto, questo circolo vizioso ineludibile, vi trascina sempre più nella melma. E, a ogni minuto che passa, assomigliate a Sam Rothstein/De Niro di Casinò. Eravate oltre, estremamente intuitivi, persone dal fiuto infallibile e invece, guarda un po’, siete state talmente geniali da perdere tutto, e ora delirate inascoltati come Jack Nicholson de La promessa. Nessuno più si fida di voi, siete risultati inattendibili, ma avevate ragione, ragione da vendere. Eppur, per colpa di umanissime, sanissime fragilità franaste, vi perdeste nella depressione e, in certi momenti, forse durati anche anni, diventaste, sempre a proposito di Nicholson, quello di Qualcosa è cambiato, misantropi, avviliti da disturbi ossessivo-compulsivi bestiali, cominciaste a segregarvi nella vostra stanzetta e, squinternati, perdeste il senno e anche il senso non solo delle cose ma anche delle cosce. E inveiste senza motivo sulle vostre persone più care, come lupi inferociti alla Shining.

In preda a incontrollabili crisi di nervi, inizialmente avete cercato di tranquillizzarvi, facendo mente locale e affidandovi alla meditazione trascendentale, alle letture di filosofia orientale, a qualche profeta che potesse illuminarvi e salvarvi dall’apoteosi delle vostre nevrosi.

Ma nemmeno questo servì, ancora una volta cadeste, precipitaste in caduta libera, sfatti come pere cotte. Al che impazziste e alla vostra porta suonarono fragorosamente quelli della Municipale per ricoverarvi in un ospedale psichiatrico. Eravate in balia delle vostre furiose rabbie, nessuno ascoltò con attenzione la vostra storia e vi sedarono come cavalli. E gironzolaste in quei putridi, osceni corridoi asettici, fra gente messa peggio di voi, che urlava da mattina a sera, sprovvista di lacci alle scarpe perché in questi posti non si possono portare i lacci. Ché poi potreste usarli, distrutti come siete e con manie suicide, per spezzarvi il polso o, se son lacci lunghi, addirittura per impiccarvi.

Ma ce la faceste. Una forza di volontà sovrumana che vi ha liberato dal girone infernale degli orrori psichiatrici. Ove gente con un potenziale enorme, solo a causa appunto delle loro estemporanee, mal dosate intemperanze, è stata ridotta come delle larve a forza di assumere farmaci potentissimi e neurolettici mostruosi. Gente che ora deambula in giro per strada con lo sguardo da zombi e non riconosce neppure i propri genitori.

Questa è una realtà.

La conoscete?

 

2) Realtà numero due: la vita è un inganno, “vincono” i furbi e chi sa vendere bene la propria merce

Siete stati sempre iper-diligenti, scrupolosi, fedeli osservatori d’integerrimi principi morali, avete letto cinquemila libri e possedete una cultura spaventosa. Eppur siete lo stesso nella merda. Anzi, era meglio se non aveste letto nessun libro. Perché avete quagliato, in termini pratici e di godimento personale, fisico, carnale o spirituale che sia, assai meno di un semianalfabeta che ha iniziato a lavorare a 14 anni, si è fatto il suo bel gruzzoletto, se ne frega altamente di chiunque e di ogni regola, e scopa da mattina a sera alla faccia dei coglioni che siete stati voi. Che pensavate che leggere Nietzsche vi avrebbe reso superuomini.

Al che, pietisticamente, elemosinate compassione, vi trovate alla vostra veneranda età con un cervello da far invidia ai più grossi e stimati luminari ma non potete dimostrare nulla. E oramai non vi assumono a lavorare neppure per pulire le scale perché siete troppo amareggiati, troppo “sporchi” nell’anima, siete marciti in seguito a troppe delusioni, e per pulire le scale ci vuole invece gente vigorosa fisicamente che, fra una stracciata e l’altra, ascolta Maledetto Luna-Park di Loredana Bertè.

E, quando rincasate e aspettate il vostro ragazzo, mettete su Gianna Nannini!

 

3) La realtà dei nerd

Un nerd lo riconosci subito. Un nerd è maniaco dei fumetti e dei cinecomic. E non sto parlando del Joker, un progetto che invece mi affascina terribilmente. Perché, almeno sulla carta, ha una sua poetica.

Il percorso del nerd è pressoché identico per tutti quelli che sono affetti da questa “malattia”.

Non ha mai creduto alle pedanterie scolastiche sui poeti classici della Letteratura italiana perché era roba triste. Roba pesante e manzoniana, foscoliani vagiti e leopardiani pessimismi cosmici.

Al che, a quindici anni ha cominciato ad appassionarsi di Anime e ha sempre preferito Akira a Shakira. Perché una come Shakira non lo cagava di striscio.

Sì, un uomo “yotobi”, un ragazzo d’oro, fantastico ma, diciamo, sessualmente poco appetibile, poco “forte”.

Sino a venticinque anni, andava benissimo dedicarsi ai fumetti. Si sognava spensierati, poi i tuoi genitori non potevano più mantenerti e allora come dovevi fare a pagare le bollette?

Ti sei creato il personaggio. E appunto un canale YouTube per tirare a campare con le visualizzazioni. E ora sei un patetico “guru”.

Uno che parla di film24h su 24, di musica fino all’ossessione ma se ti piazzano una cinepresa in cui devi recitare un monologo con la stessa forza espressiva e carismatica di Al Pacino, be’, dai su, è meglio fare una monografia su Fantozzi, no?

E ridiamo tragicomici sui nostri limiti, le nostre sfighe. Questa è la vita! Che film è uscito? Diciamo qualche altra puttanata copiata da un critico migliore di noi?

 

4) La realtà di chi si crede Michael Mann e pensa che un capolavoro come Nemico pubblico si possa girare in digitale con uno smartphone

Sì, adesso siamo pieni di “cineasti sofisticatissimi”. Non possono permettersi tutte le cineprese che usa Christopher Nolan e allora si son comprati il cellulare formato “Interstellar”. Con tutti gli optional fighi e cazzuti. Roba che l’attore preferito di Nolan, Christian Bale, di fronte al vostro super Android(e) vi fa la faccia di American Psycho, invidioso a morte di tal da voi ostentato “biglietto da visita”.

Sì, anziché girare un film con una sceneggiatura particolareggiata e piena di personaggi di spessore, andate in giro a filmare per due ore e mezza i caseggiati fatiscenti di campagna, poi scaricate il video, lo montate un po’ alla cazzo, ficcandovi in colonna sonora i pezzi del vostro sbandato amico chitarrista, ma soprattutto “catarrista”, avvelenato, sì, da troppe sigarette “grunge”, e lo spacciate per arte “vintage” del nuovo millennio.

Diverrete il nuovo Soderbergh e Park Chan-wook? Ne dubito. Anche se, a forza di figuracce, sì, impazzirete e vi rifornirete dal pusher di Traffic  e vorrete spaccare tutto come Old Boy.

Eh sì.

 

5) Il vostro amico vi aveva scambiato per Mel Gibson di Conspiracy Theory e invece si è accorto che sei braveheart

Sì, il tuo amico non capiva perché un genio come te, anziché scoparsi una come Julia Roberts, era affascinato dalla “fantascienza”. E pensò che soffrissi di schizofrenia delirante come Russell Crowe di A Beautiful Mind.

Diceva che vedevi complotti e ostilità dappertutto. E ti dava pure del comunista che odiava i comunisti. Così, appena costui si è sverginato con un’oca dalle tette mosce, si è creduto un Dio e ha cominciato a trattare tutti a pesce in faccia. Credendosi “arrivato”. Ché doveva godersela e non aveva tempo da perdere coi “vigliacchi”, gli sfigati, i poveretti e i “falliti”. La vita è una. Non si può passarla a consolare i “dementi”.

Sì, compagni, qualcuno ha tradito. Qualcuno ha fatto il maiale.

Questa merda farà la fine di Ben Barnes/Billy Russo di The Punisher?

No, perché Frank Castle perdona.

Vero, amico?

 

La realtà è quella che ci pare. Fratelli.

I cazzi son amari? Il mio no, io non ho “palle”. Questo lo sa anche quella bagascia di tua sorella.

Sì, la realtà è bellissima.

Se sei uno studentello e la tua realtà è fare il figo con una cretina e disprezzare tutti, la tua realtà è quella.

La realtà di un nano.

 

La realtà è qualcosa di molto più profondo. Non tutti possono capirla.

 

– Ma chi cazzo credi di essere? Un genio?

– No, io non sono nessuno. Noi non siamo nessuno. Siamo anime nel mondo.

E questo dovrebbero capirlo tutti.

 

E ricordate: nella vita non esistono mai scelte sbagliate, esistono scelte incomprese.

di Stefano Falotico

After Hours, Scorsese? No, il pa(la)zzo


01 Jul

di Stefano Falotico

La vita è come il Condom(inio), come il colon d’ascensore sempre da (ri)parare, eppur i vicini spar(l)ano, anche dal lontano attico. Attica! Sono Attila!

Con l’estate inoltrata, le notti si “scaldano” fra condomini “afosi”, che ti sfaldano sul bollente fartelo da bronzo di Riace? No, all’olio di Ricino

Un attimo, per piacere, la questione condominiale richiede innanzitutto un’amministrazione grammaticale. Silenzio, non accavallate le voci, lei, signora, la finisca di accavallare, altrimenti le salterò addosso come una cavalletta. Ebbene, (sof)fermiamoci a un livello “alto” di Treccani, sì, quelli della signora Angela, donna diabolica come Crudelia De Mon sul termine della notte rabbuiante o abbaiante? Il mio palazzo, sì, possiede un abbaino da cui i cani dei suoi condòmini abbaiano dopo giornate emozionalmente vissute al buio. A parte i latrati e le latrine delle cantine, cammin camminando fra camini, tra “cagnoline” sempre (ri)scaldanti i (termo)sifoni degli o(r)moni raffreddatisi, cioè le rumene del piano “terra terra” ma “tutto dentro” a farsi inculare da mezza Bologna eppur dando(le) al danaroso pappone loro, che le “mantiene” da “abusivo”, arriviam sdrucciolevolmente, saltando i due ascensori ma facendo pian pianin, piano dopo piano, le scale a chiocciola, sulla parola “condominio” e di come, omografa, al plurale sia sdrucciola di due accenti. Accidenti!

Condòmini (in)tesi come abitanti del palazzo, cioè come i pazzi di questa mia pa(la)zz(in)a manicomiale, e condomìni come un insieme di edifici di molte persone (non) tanto edificanti.

Molto a (con)ficcarti d’ansie, a farti perder l’antenna, a mandarti in “blackout” quando volevi solo veder la tv a lume di candela con quella del secondo appartamento, cazzo, hai impiegato due an(n)i e mezzo nel corteggiarla per poterti appartare con lei, alla faccia di tutti i residenti (im)piegati, ma hanno spento la luce prima dei “preliminari”, fottendoti di cortocircuito. Comunque, la Germania passa ai quarti, “sudandosela”, e van avanti i mondiali. Ora, lei s’era con te seduta nel divanetto di “pelli” vellutate, ruvidamente gliela stavi van(itos)amente allisciando, per poi “imboscarti” e “imbiancarle” le par(e)ti intime, “pennellando” una parabol(ic)a lì “discendente” a sua discinta, ed ecco che arriva il sisma e ti bloccan l’orgasmo.

Chi cazzo ha spento il mio cazzo? Lei urla “Cazzo che (s)figa!”.

A s-tento-ni, attento a non sbattere contro il muro, non essendomela sbattuta, devo almeno arrivar a trovar la “chiave” per uscire, far le scale e sbloccare la leva della centralina elettrica da qualcuno fatta andar a puttane.

Missione riuscita? No, mi risveglio dopo tre giorni, e dinanzi a me vedo il lampione d’una sala ospedaliera. Al mio fianco, un’infermiera di buoni fianchi, che mi “rinfranca”:

– Stia tranquillo, lei non è venuto in quella donna, è svenuto dopo aver preso una “botta” pazzesca, scivolando sull’ultimo grad(in)o “ero(t)ico” delle scale. Sì, abbiamo chiesto alla donna se la conosceva, ha risposto che stava per vederglielo ma lei non ha visto la sua gnocca, ora ha però un bernoccolo e pure le rotte ginocchia. Comunque, (ri)peto, tranquillo. Le do ora… un tranquillante, devo anestetizzarla. Quindi, il chirurgo plastico le rifarà la faccia(ta).

Dopo un mese e mezzo di “bende” a coprir la mia (ver)gogna, mi dimettono.

Faccio l’autostop perché nessuno dell’ospedale mi accompagna a casa.

Qualcuno, durante il mese “ricucito”, deve avermi anche fregato il portafogli e tutto il vestiario di come mi trovarono, quella notte, a terra, pavimentato. Il mio vicino di stanza mi regala il suo pigiama, unico indumento in suo (pos)sesso, tanto gli son state diagnosticate solo tre ore di vita, e non gli frega del suo “cazzo”.

Rimedio una figuraccia pazzesca in autobus, con tutte le belle fighe che mi deridono: – Ah ah, guardate quel pazzo. Veste in pigiama e fa finta di niente. È proprio tocco, oh, comunque speriamo ci tocchi di mano morta.

Non le “oblitero” ma spero finisca presto questo martirio.

Giungo a destinazione, non ho però le chiavi del palazzo. Spero nell’arrivo di qualche condomino che mi apra la porta.

Ecco che, da lontano, scorgo la signora Angela, coi suoi tre cani.

– Angela, può essere così clemente da aprirmela?

Lei fraintende, pensa che voglia scoparmela, allorché dà ordine ai cani di mordermelo:

– Staccate le palle a quel pervertito! Cani, accanitevi!

Poi, gridando come un’indemoniata, eh sì, come la De Mon, chiama a raccolta tutti gli altri condomini. Sia nel senso di abitanti del palazzo sia nel senso di tutti i pa(la)zzi del quartiere.

Per farmelo come un mazzo.

Non mi ammazzano, mi riportano all’ospedale.

Insomma, la vita è una (s)figa pazzesca, usate il preservativo e andate a vivere in una riserva indiana. Fidatevi, nella capanna, potrete vivere senza rotture, fumandovela ed evitando questi eviranti “trenini” di file indiane.

E devi pagar anche le bollette se non vuoi rimaner al freddo.

Sono tutti fuori (orario)!

“Vampires” – Recensione


23 Oct


Vamp
-“(t)iro” messicano

Fra tutti i miracoli viventi, scaturiti in mezzo alla “malvivente” e omertosa America, un Esso vive di “regione” carpenteriana. John Howard, classe, e che classe… 1948, un anno in più di mio padre, che veste, soprattutto dentro, dello stesso abito che non è monaco. E non lo fa(i) fesso.

Mio padre indossa jeans-western col cinturon “a palle”, qualche volta è palloso, straparla a iosa, invertendo la sua tendenza giovanile al viversi solo dell'”animistico”.
Oggi, pare un “animale”, la pensione ha rinnovato la brada, luciferina “morte” rinata nella libertà dalle impellenze della “pelle” in giacca e cravatta. Va a letto presto, come Eastwood De Niro di Sergio Leone, perché alla mattina dev’esser già guardingo e reattivo come Al Pacino. Quando si sveglia di prima alba, si rade ogni “grammo” delle guance di tanti suoi guanciali non più sognanti ma veri perché disillusi da uno sporco Mondo, lacera la lametta per “sghignazzare” allo specchio contro i lerci, e poi tossisce, nervoso e di gola nervica. Si “rassetta”, si “reset-ta”, va in cucina, mescola il caffè nelle papille, controlla lo stato erogeno del “cavallo” dei pantaloni, e poi scorazza per la metropoli, adocchiando le donne sposate a cui “lo” appaierebbe volentieri di corna da “montone”. Come quei “teschi” che penzolan a mo’ di “cornice” sulle pareti dei cacciatori del Nebraska.

Mio padre è un grande, perché desidera solo la mia felicità e non m’incita alle ambizioni che non serviranno al “cazzo”. Infatti, s’è sempre prodigato per educarmi al giusto “menefreghismo” affinché me “le” sfreg(i)assi di godimento dei “quintali di coglioni miei.”
L’altra sera m’ha pure consigliato questo: – Guarda, a me non interessa la fottuta Laurea, ti condurrà solo al suicidio annunciato. La vita è una, unica e bisogna godersele, finché si può arraffare e “arruffare”. Questo è il segreto. Per quanto (non) mi “riguarda”, puoi anche aprire una casa d’appuntamenti, con l’intestazione di tale “evidenziatore”, “La casa dell’orrore del maschio in calore”.

Ecco, mio padre è uguale a Carpenter. Si ficca dentro l’autoradio, come James Woods di Videodrome e si “sballa”… a tutto volume, grattandosi finché c’è “benzina”.
Dando fuoco a tutte le oscenità di chi non dice la verità. Punta un sempliciotto e gli porge un “Vivi pure come ti pare, tanto arriverai a spararti”.

Vampires è un capolavoro incompreso.
D’apice sopraffino. Alla sua uscita, diedero a John del “rincoglionito”. Ecco, rincoglionito sarà quel critico che, anziché “zuccherare” la moglie di “filato”, riempie la carta igienica, “stampata”, della sua gastrite.

Già la scelta del casting vale l’applauso. Sì, John “ripesca” il James Woods più “cocainomane” del suo “esagerare” di cazzate, e gli “cuce” un ruolo da “cardiopalmissima”. Bello magro, rude, ruvido, un “ciarlatano” religiosamente “nietzschiano”, anche se “lavora” per il Vaticano.

Poi, il peggiore della famiglia Baldwin, Daniel. Un grassottello porcello che, appena vede l’icona di David Lynch, Sheryl Lee mai così “ignuda”, aspetta l’attimo “propizio” per stimolare il suo “prepuzio”, legandola a letto e “sadisticamente” umiliandola a “colpo d’occhio”.

James Woods è Jack Crow, proprio il corvo. La sua “missione” è scovare i vampiri ancora vivi e ammazzarli. E se non basta il paletto, bisogna bruciarli vivi.

Però, fra questi non morti rammolliti, ne spunta uno.. dalle tenebre. Fortissimo, una maledizione di Dio, l’incubo peggiore d’ogni casalingua che “confeziona” i “budini”. Il suo nome valoroso è Valek, e sbudella tutti. Scopandosele da matti.
Un highlander.

Stavolta, sarà davvero durissima.

Ma James Woods è tosto come mio padre. A costo di macerarsi, stai pur tranquillo, scommettici… che ti macellerà.

Il film finisce appunto nel “carnaio”. Con tanto di prete “impotente” che si beccherà la “sacra unzione” di James. Con battutella satirica a completare la “goliardia”.

Il vampiro è stato inculato a sangue!

(Stefano Falotico)

 

Se il lupo non usa le maschere, il mascara è per sinonimo di Sahara, un deserto che non mi allupa


10 Aug

Perché darsi alla macchia, quando puoi uccidere le cornacchie? Da anni, una società a me ostile prova a irregimentarmi nel bosco, ove la Notte, nel suo sospiro decadente come medioevali favole a cui m’arpiono succhiandone il nettare, mi brama e rafforza il vagito fra spettri già morti che s’“innamorano” solo delle frecce di “Cupido”, invero stupide, di “feritoie” a me poco ferine. Sì, vorrebbero infarinarmi il cervello, sciacquandomi le palle nell’Arno, eppur più abusano e più son blu, che buio, e meno mi rabboniscono. A giorni alterni, come gli umori alterati della gente a me appostata per sbranarmi, azzanno quelli con lo zaino in spalla e metto zizzania, ah le zanzare, a quelli con le “palle”, mordendoli “morbidamente” nel “saccheggio” scrotale che scheggia, veloce ma incisivo, anche di canini, e non è cauto coi loro “flauti”. Quando mi provocano, ausculto il mio Cuore che pavido fu per rispetto solo alla mia signorilità, e lo “soppeso”, pensandoci due volte, se sparar a sangue freddo. La terza “opzione” è invalidarli.  Così non ingravideranno le ragazze valide coi loro stupri.

I miei emisferi però, se troppo turbati, turbinosamente caldeggian le mie “sfere” istintive, e distruggo ogni azzardo impertinente da Tenente incattivito per troppi vilipendi, prevaricazioni, troppe gambe “divaricate” e abusi. Al che, valico ogni “recinzione” contenitiva e spacco in due i vaccari spacciatori, svaccando un po’ per eccedere di “sceneggiate” da istrione che ama l’applauso a fine “numero”. Non proprio finissimo, ma da “Vogliamo il bis. Dai, bussali ancora, senza sosta, assesta colpi secchi ed essicca quelle loro bacate cagate di porcata reiterata, tanto che desideran che più non ti tiri. Ecco, tira loro due pugni in faccia e ficcali nell’acquedotto!”. Sì, ma che dottore, lei mio pupazzo la vedo bene come soprammobile mentre sua moglie è sul materasso a molle con la movida dei neretti che, di “mobilitazioni a(r)mate”, la sollecitan di “solletico” più del lecito. Ma sì, ne vogliam parlare di quello lì?

Pensa di volar alto come il gabbiano, è solo un baggiano. Ammirate come lo “sventola” fra le sventole dei venti “caldi”. Bene, “annuvolategli” la testa, puntate di mirino e fregategli la mora, “rosandola” nel tramonto della sua caduta “libera”. Che fendente al fetente! Che felina la sua gattina…

Ricordate: sono un Uomo che ama i becchini. E voi non mi beccherete mai. Potrei essere dietro il “fondoschiena” anche quando ve le strappo. Con la delicatezza che è mio “stile” di postilla e, all’occorrenza, delle pastiglie nel “luogo” deputato delle puttane. Quali siete, cari deputati. Sì, ve lo amputo e poi lo ingoiate “a imbuto” per un video che meritò tal punizione “sgradevolissima”, offerta al visibilio d’un pubblico omaggiante il mio “Tubo”-Totò in diretta Tv, dunque nel “retto” di chi non ama le mie rettitudini (im)morali. Applauso! Voi gufate come un esemplare nel cortile della vostra “corte”, affinché io diventi goffo. Vorreste “arraffarmelo?”. Sì, donnaccia, azzuffati per quel tizio da “tufi”. Io mi tuffo in un’altra, più liquida.  Ah, che limpidezza. Che “stufa”. Ah, riscaldiamo il suo “ambiente”. Già, nel cimitero delle vostre anime io vi porgo una smorfia da Pennywise, augurandovi “Buona Notte”. I sogni d’oro son per me. Al massimo, vi darò la medaglia. Il rovescio no. Un dritto vincente sì.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Scent of a Woman – Profumo di donna (1992)
  2. Carlito’s Way (1993)
  3. L’avvocato del diavolo (1997)
  4. Nightmare 4 – Il non risveglio (1988)
  5. Hamlet (1996)
  6. Il grido del gufo (1991)
  7. Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno (2012)

Incupendoli nella mia folgore!


09 Jul

 

“Odo” un lupo che s’è appostato sotto casa mia e sta apparecchiando la “cena”

A volte, lungo la strada, si ha a che fare con persone irrispettose che, dopo aver mangiato a sbafo nelle anime altrui, con impertinentissime ferocie t’assalgono per lederti nell’orgoglio più intimo nello “sventolarti” come bandiera sbiadita da tutti i tuoi variopinti valori.

Arroganti, “cresciuti” nell’egoismo più ruffiano, nel “baciamano” cortesissimo che s’ingrazia verginelle pubescenti per “ludibrii” che ne assaggian, sadisticamente, le loro grazie al fin di gustar la loro stessa insaziabile vita già morta, di macellazioni, abomini , ricatti con cui “indeboliscono” lo “spa(u)rito” debole per sfiancarne l’intrepido gemito che, ancor, focoso batte.

Un “debole” che riemerse , abissalmente, dalle profondità, e ora sguaina la sua sciabola imporporata nel sangue di chi ne “dilaniò” ogni metafisica, “scuoiandolo” di carnali brame.

Ah, non mi sbranarono con “cura”, e ora rintoccan i passi di un’ombra che, divampante, stritola il toro per le corna, e di diabolica furbizia ne “malizierà” ogni illecita irriverenza.

Perché c’è solo d’aspettare, pazienti, calmissimi, e una forza d’urto d’impatto terrificante deflagrerà nei corpi di chi “martoriò” l’aroma e ne “seviziò” gli amori, per indurli nei loro peccaminosi oltraggi impudici a un pudore che li “sverginerà” dalle crudeli mosse azzardate, e infliggerà una punizione indimenticabile a penetrarli dentro e ad attender, “pacato”, e poi di rabbia placatissima, che si placheranno in uno strazio dal “languor” al profumo mio di loro sangue aspirato mentre espireranno senza clemenza , pietosamente imploranti nell’urlante uccidersi dello stesso “supplizio” che tesero con “strategica”, ingenua presunzione.

E il calvario del loro Inferno piangerà le colpe inestirpabili del loro imperdonabile e sciagurato “delitto”.
Come un’esplosione eterna della loro buia Notte.

Buongiorno Luce!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno (2012)
  2.  Nightmare – Dal profondo della notte (1984)
  3.  Ronin (1998)“Inquadrato” così:

Stand Up Guy-s, Pacino “gaglioffo”


12 Apr

 

Pacino sul set di Stand Up Guys di Fisher Stevens, assieme a Christopher Walken.

 

La storia è quella di due “gaglioffi”, veterani del crimine, che se la spassan, in una nottata di bagordi, fra bordelli, furti e furtarelli, inseguiti dalla polizia.

C’è, però, un “però…”.

Uno dei due, di cui per ora non c’è dato sapere chi, deve anche portare a termine un’ultima, omicida missione: assassinare, appunto, un suo ex compagno, e sparire, “a gambe levate”.

 

Ce la farà? O, cosa succederà?

 

 

 

Ah, “impostori”, ma, dalla postura di Pacino, Walken ne sembra il gemello omozigote.

La classica storia del gatto & la volpe, o dei “lupi”, con un po’ di pancetta?

 

(Stefano Falotico)

 

 

 

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